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Con il patrocinio del Comune di Livorno

AMICI DEL CINEMA - PURA QUALITA’

MAGGIO 2021
Cinema 4 Mori
Programmazione culturale collaterale
Via Tacca 4, Livorno Tel. e Fax: 0586-896440
e-mail : amici4mori@yahoo.it - sito internet: www.cinema4mori.it
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UN DIVANO A TUNISI
Regia di Manele Labidi Labbé. Con Golshifteh Farahani, Majd Mastoura Mastoura
Tunisia, Francia, 2019, durata 87 minuti

MERCOLEDI 5 - ORE 19:30

Selma Derwich, psicanalista trentacinquenne, lascia Parigi per aprire uno studio nella
periferia di Tunisi, dov'è cresciuta. Ottimista sulla missione, sdraiare sul lettino i suoi
connazionali e rimetterli al mondo all'indomani della rivoluzione, Selma deve scontrarsi
con la diffidenza locale, l'amministrazione indolente e un poliziotto troppo zelante che
la boicotta. A Tunisi, dove la gente si confessa nelle vasche dell'hammam o sotto il
casco del parrucchiere, Selma offre una terza via, un luogo protetto per prendersi cura
di sé e prendere il polso della città. Realizzatrice francese di origine tunisina, Manele
Labidi ritrova le sue radici attraverso l'epopea di Selma, eroina scapigliata in bilico tra
due culture. Disorientata come la sua psicanalista davanti a un paese in mutazione, la
regista sceglie la commedia e si confronta con le barriere culturali di una comunità che
si dimostra scettica verso la pratica analitica. La prima qualità di Un divano a Tunisi è
proprio la scelta di affrontare il suo soggetto col sorriso. Manele Labidi comprende
tutto il potenziale comico della situazione e la dimensione assurda di una società
schizofrenica che rifiuta un aiuto psicologico. La comicità affiora a ogni seduta,
provocando scene esilaranti e collezionando una galleria di ritratti irresistibili (e
stonati).

LA CANDIDATA IDEALE
Regia di Haifaa Al-Mansour. Con Mila Al Zahrani, Dae Al Hilali, Khalid Abdulraheem
Arabia Saudita, 2019, durata 101 minuti

MERCOLEDI 12 - ORE 19:30

Maryam è una dottoressa consapevole della responsabilità del proprio ruolo che
esercita in un piccolo ospedale in Arabia Saudita. Nonostante la sua professionalità
deve lottare quotidianamente contro il pregiudizio diffuso nella società nei confronti
delle donne. In famiglia, anche se ha un padre musicista di ampie vedute, sono
inizialmente le sorelle a frenarne le prospettive per il futuro perché già hanno dovuto
subire il precedente dileggio nei confronti della madre, cantante ora defunta. Quando,
in seguito a una serie di contingenze, Maryam si ritrova a firmare i documenti per la
candidatura alle elezioni per il Consiglio Comunale, la situazione si fa ancor più
complicata. Non è un certamente un caso che la sequenza di apertura del film ci
mostri la protagonista che indossa il niqab ma è alla guida di un'auto. Il 'ma'
avversativo della frase precedente ha una sua precisa motivazione.
Lunga è la strada che le donne debbono ancora percorrere in Arabia Saudita ma
(appunto) dei passi sono stati compiuti e a contribuirvi è stato proprio quel La
bicicletta verde che Haifaa Al Mansour presentò alla Mostra del Cinema di Venezia
nel 2012. A sette anni di distanza le donne possono andare in bicicletta e guidare
un'auto anche in assenza di un uomo al loro fianco (cosa inconcepibile all'epoca) e si
sono verificate ulteriori aperture.
CHIAMATE UN DOTTORE!
Regia di Tristan Séguéla. Con Michel Blanc, Hakim Jemili, Solène Rigot
Francia, 2019, durata 90 minuti

MERCOLEDI 19 - ORE 19:30

Serge Manou Mani è un medico di base che, proprio a Natale, si ritrova a fare il turno
notturno di guardia medica, anche perché non ha più una famiglia con cui trascorrere
le feste: suo figlio David è morto qualche anno prima, e lui sopravvive lavorando
senza convinzione, bevendo forte, addormentandosi mentre visita i pazienti, e
almeno in una occasione addirittura vomitando loro addosso. Ma qui non siamo in
clima di tragedia, perché Chiamate un dottore! è una commedia lieve e garbata
basata sulla grande simpatia e umanità dei suoi due interpreti principali: il grande
Michel Blanc nel ruolo del quasi settantenne dottor Manou Mani, e il comico
trentenne rivelazione Hakim Jemili.
Jemili ha il ruolo di Malek, un fattorino freelance in cui il dottor Manou Mani si imbatte
per caso, e che per una serie di rocambolesche (dis)avventure si ritrova a fargli da
improvvisato alter ego.
Dapprima il dottore lo descrive ai pazienti come uno suo tirocinante, poi addirittura lo
manda a fare le visite al suo posto, pilotandolo da remoto grazie ad un auricolare.
Terzo lato del triangolo è Rose, la fidanzata del figlio morto di Serge, anche lei
incapace di incorporare quel lutto terribile - avvenuto proprio il giorno di Natale - nella
propria vita quotidiana.
È uno spasso vedere come Malek si cali a poco a poco nel "personaggio" del medico della mutua, formulando
diagnosi sempre più creative, intervenendo a gamba tesa in circostanze sempre più paradossali, e mettendo a
nudo quella passione per la medicina che aveva sempre segretamente coltivato, anche se le sue condizioni
economiche e sociali l'avevano tenuto lontano dall'istruzione necessaria.

ROUBAIX, UNE LUMIÈR


Regia di Arnaud Desplechin. Con Roschdy Zem, Léa Seydoux, Sara Forestier
Francia, 2019, durata 119 minuti

MERCOLEDI 26 - ORE 19:30

La notte di Natale, il commissario Daoud segnala una vettura


in fuoco lungo la strada e prende servizio alla centrale di
Roubaix. Louis, nuova recluta fresca di diploma, sonda il
nuovo territorio e osserva con ammirazione il suo
commissario, un uomo carismatico e pieno di umanità che
conosce perfettamente il suo mestiere e la sua città, che si fida
del suo istinto e non giudica mai i suoi interlocutori. Un
omicidio sordido sconvolge la città. Una vecchia signora è
stata assassinata e i sospetti cadono sulle due vicine, Claude
e Marie, giovani donne alcolizzate e perdute. Daoud e Louis le
interrogano decisi a venire a capo del delitto.
A Roubaix ancora una volta e proprio il giorno di Natale, il
periodo di Racconto di Natale. Ma è in un'altra famiglia che si
introduce questa volta Arnaud Desplechin, apparecchiando le
scrivanie di un'équipe di poliziotti e del loro commissario
occupati a risolvere un caso di omicidio.
Oh Mercy! affonda le radici in un fatto di cronaca avvenuto a
Roubaix nel 2002 e si ispira al documentario per la televisione di Mosco Boucault (Roubaix, Commissariat
central). Attraverso il suo personaggio, lontano dagli stereotipi del poliziotto al cinema, e alle sue deambulazioni
notturne, il regista fa un ritratto di Roubaix, la città dove è nato, cresciuto e ha girato tre dei suoi film (Racconto di
Natale, I miei giorni più belli, I fantasmi d'Ismael).
Noir con la luce nel titolo originale, Roubaix, une lumiére, reintegra il suo cinema col sociale, fuggito a gambe
levate per i libri, le lettere, i fantasmi. Il film dispiega una straordinaria rete di relazioni tra gli elementi del
quotidiano, osservati in tutta la loro triviale materialità.

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