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Virginie Despentes – Baise-moi (1993)

Nel 1993 Virgine Despentes(1969-) sconvolge l’editoria francese con il suo romanzo di debutto che
già dal titolo è una provocazione: Baise-moi (Scopami, in italiano), pubblicato da Florent Massot e
giunto nel nostro paese sei anni più tardi pubblicato da Einaudi e poi, nel 2020, in una nuova
edizione a cura di Fandango Libri.
Nata a Nancy, l’adolescenza di Virginie Despentes è segnata da eventi traumatici. A quindici anni
viene rinchiusa contro la sua volontà in un ospedale psichiatrico dai genitori, a diciassette lavora
come prostituta ed è vittima di uno stupro. Nello stesso periodo si inserisce nei circoli punk
francesi, un mondo onnipresente nei suoi romanzi così come i temi della marginalizzazione, del
disagio giovanile, della droga, del razzismo e dello stupro, quest’ultima tematica molto presente
nella letteratura femminile francese degli anni ’90 grazie ad autrici come Christine Angot.
Importanti per l’autrice sono anche la presenza della pornografia e della violenza su cui si rivelano
fondamentali gli studi del filosofo spagnolo Paul Preciado e l’idea della condizione femminile come
lotta di classe contro il patriarcato e la società dell’immagine. Dopo Baise moi, la Depentes scrive
Les Chiennes savantes (1997), Les Joiles choses (1998), la graphic novel Trois étoiles (2002), Teen
Spirit (2003), Bye Bye Blondie (2004), il saggio King Kong Théorie (2006), King Kong Girl (2007),
Apocalypse bebé (2010) e la trilogia di Vernon Subutex tra il 2015 e il 2016, la cui prima edizione
completa di tutti e tre i romanzi risale al 2019.
La trama di Baise moi è semplice. Protagoniste sono Nadine, una giovane prostituta e Manu,
studentessa e attrice pornografica. Le vite delle due ragazze si incrociano in seguito a episodi
traumatici: dopo aver strangolato la sua coinquilina, Nadine si rifugia dal suo ragazzo che viene
ucciso davanti ai suoi occhi mentre compra della droga. Manu, invece, subisce una violenza di
gruppo da alcuni uomini, che poi la picchiano brutalmente. A quel punto le due decidono di
prendersi la loro vendetta contro il genere maschile, girando la Francia in lungo e in largo e
commettendo omicidi che attirano le attenzioni dei giornalisti e della polizia.
La critica ha spesso accostato Baise-Moi a Thelma & Louise, film diretto da Ridley Scott nel 1991
(due anni prima del romanzo della Depentes). Anche lì si racconta della fuga di due donne oppresse
da una condizione maschiocentrista e della loro ribellione al mondo degli uomini e alla loro idea di
donna. La differenza fondamentale è che la storia raccontata dalla Despentes è molto più cruda.
Baise-moi è un thriller vero e proprio, che non fa sconti a nessuno in quanto a violenza e brutalità.
Nadine e Manu si rendono autrici di efferati delitti nei confronti di uomini borghesi convinti di
avere a che fare con delle semplici prostitute, per poi estendere la loro furia alla società intera:
imprecano contro gli anziani, pestano a sangue donne benvestite e compiono stragi dove uccidono
persino i bambini. Tuttavia, sono legate da un “codice morale” che le porta a risparmiare persone
che vivono la loro stessa marginalizzazione come nel caso di Fatima, una ragazza musulmana. È
interessante notare come si crei un parallelo tra due condizioni di sottomissione femminile: quella di
Manu e Nadine, sottomesse alle angherie fallocentriche dell’uomo e quella di Fatima, sottomessa
all’uomo per decreto religioso.
Se la violenza di Baise-moi, che in alcuni capitoli è descritta con toni splatter, può sembrare gratuita
ed eccessiva, è comunque conforme con la costruzione dei personaggi. Manu e Nadine provengono
dai bassifondi della città, hanno vissuto in quartieri malfamati e popolati da drogati, prostitute e
criminali che hanno abusato di loro. Tutto questo avveniva lontano dagli occhi della società
borghese, quella che “conta” e che non si è mai fermata ad analizzare i loro problemi e a proporre
soluzioni. Anzi, le hanno addirittura imposto dei dettami da osservare (sposarsi, mettere su famiglia,
vestirsi in modo elegante, etc.). Allora, la vendetta di Manu e Nadine diventa una necessità, un
rigurgito di rabbia e frustrazione verso il perbenismo e il moralismo che per la donna hanno previsto
una vita fatta di diseguaglianze sociali e lavorative. Uno sputo in faccia alle buone maniere,
destinato ad avere una risposta tragica: la morte di Manu e l’arresto di Nadine.
Altri due elementi fondamentali del romanzo sono il sesso e la musica. Nicole Fayard 1 ha notato
come Baise-moi metta in parodia lo stereotipo della femme fatale, molto diffuso nelle opere di
finzione. Nadine e Manu sono quanto di più lontano da quel modello, soprattutto Manu con il suo
abbigliamento eccentrico, i suoi modi tutto sommato infantili come il masticare a bocca aperta
caramelle e barrette di cioccolata e la tendenza all’alcool che condivide con Nadine. Quando poi
adesca i suoi clienti, Manu rende la loro esperienza sessuale “traumatica” (in un capitolo, ad
esempio, vomita sul pavimento soffocata dal membro dell’uomo). Inserita nel contesto degli anni
’90, dove l’immagine della donna viene proposta dal cinema, dalla televisione e dalla pubblicità
come ultra-sessualizzata, la figura di Manu si può leggere come una critica proprio a quel modello
femminile eternamente bello e mai imperfetto che, ancora oggi, è ben diverso dalla realtà.
Per quanto riguarda la musica, questo è un elemento che caratterizza Nadine. La “colonna sonora”
di Baise-moi è composta da brani punk e grunge, genere che negli anni ’90 raggiunse il successo
commerciale con i Nirvana di Kurt Cobain. Le canzoni che Nadine ascolta con le cuffie fanno da
monologo interiore, descrivendo o anticipando le situazioni vissute o che sta per vivere la ragazza.
Emblematico è il finale dove Nadine, dopo aver seppellito il corpo di Manu, seduta su una panchina
del parco e in procinto di suicidarsi mette su un brano dei Suicidal Tendencies (nomen omen),
prima di essere catturata dalla polizia.

1
Nicole Fayard, «The rebelious body as parody: Baise-moi by Virginie Despentes» in French Studies, Vol. LX, No.1,
2006, p.69

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