Sei sulla pagina 1di 10

SOVRACCOPERTA

SHANE

SHANE STEVENS
STEVENS
Shane Stevens è nato a New York nel A dieci anni Thomas Bishop viene in-
1941. Stephen King gli rese omaggio ternato in una clinica psichiatrica dopo
nella postfazione al suo romanzo La aver ucciso la madre che lo seviziava
metà oscura definendolo un maestro del «Uno dei più acuti romanzi mai scritti sul lato oscuro dell’Ame- da sempre. Quindici anni dopo, evade
thriller e parlando di Io ti troverò come rican Dream. Lo raccomando senza riserva». dall’istituto e dà inizio a una fuga san-

IO
di uno dei più grandi libri mai scritti sul guinaria sul cui cammino sono ancora le
male assoluto. Pochi anni fa, grazie a un Stephen King donne a cadere. Un omicidio, due, poi
editore francese, ne sono stati rintraccia- saranno decine; Bishop tortura e ucci-
ti i diritti: in Francia la pubblicazione de spostandosi da Las Vegas a Chicago,

TI TROVERÒ
ha avuto un’entusiastica accoglienza, «Straordinario!». a New York. Un personaggio infero ma
tanto da essere definita da «Le Mon- The New York Times straordinariamente umano, del quale
de» un miracolo. Tra il 1966 e il 1981 Shane Stevens è cronista implacabile rac-
Shane Stevens scrisse cinque romanzi: contandone nel dettaglio l’infanzia e gli
Go Down Dead (1966), Way Uptown «Scritto nel 1979, spesso citato come fondamentale punto di anni di reclusione, le quotidiane strate-
in Another World (1971), Dead City riferimento dai maestri del genere, da Stephen King a James gie di sopravvivenza e la ferocia omicida.
(1973), Rat Pack (1974) e The Anvil Ne emerge un indimenticabile ritratto
Chorus (1985). Ritiratosi dalla vita pub-
Ellroy, a Thomas Harris, Io ti troverò è un miracolo: perché que- della follia, di quel concatenarsi di sto-
blica e dalla scrittura all’inizio degli anni sto thriller è eccezionale, di quelli che tengono incollati alla pa- rie, incontri o mancati incontri che con-
Ottanta, fece perdere ogni traccia di sé gina, che vi perseguitano, vi scuotono. E nello stile risuona il ducono un uomo a cedere alla violenza,
fino alla sua morte, avvenuta nel 2007. grande Truman Capote di A sangue freddo». all’orrore, alla distruzione dell’altro e di

IO TI TROVERÒ
Le Monde sé. E accanto a questa ombra che ferisce a
morte le grandi metropoli del continen-
te, emerge il volto oscuro dell’America
«Io ti troverò può essere considerato come l’anello mancante degli anni Settanta, restituito attraverso
tra Jack lo squartatore, Dalia nera di James Ellroy e l’Hannibal il racconto di una caccia all’uomo che
Lecter de Il silenzio degli innocenti, con un’eco del magnifico coinvolgerà tutti, poliziotti e giudici,
politici e giornalisti, beffati dall’astuzia
L’assassinio come una delle belle arti di Thomas de Quincey». dell’assassino e incatenati, loro malgra-
Le Matricule des Anges do, alla sua testarda, deviata umanità.
Stephen King e James Ellroy trovarono
in questo scrittore, scomparso per de-
cenni nel nulla, l’indicazione di nuove
strade da percorrere, di nuovi abissi da
esplorare. Difficile credere che le punte
di diamante del genere abbiano avu-
to a loro volta dei maestri. Eppure Io ti
troverò, pubblicato per la prima volta nel
794933 1979, non è che questo: la gemma da cui
hanno preso linfa i più grandi autori di
thriller di tutti i tempi, la matrice prima
della loro ispirazione.

In copertina:
© Valentino Sani/Trevillion Images THRILLER

CL_IO TI TROVERO’_794933_ES
Uno

In primavera, la nebbia che riempie l’aria come un


boato silenzioso sulla baia sembra bagnare di mercurio
San Francisco. Sfuggente, attraversa ogni cosa senza
modificarla e senza lasciare traccia. Ma avvolge tutto ciò
che tocca, trasformando, sebbene solo per poco, quel
che è naturale in qualcosa di mistico. Questo è più evi-
dente a nord della città, lungo quelle propaggini di co-
sta che si estendono nella Baia di San Francisco. È lì che
una nebbia primordiale opera al meglio la sua magia,
ammantando le città luccicanti, le baie e la campagna.
Qui nascono migliaia di leggende popolari. Ed è pro-
prio qui che, come un cuore misterioso, spunta il peni-
tenziario di San Quentin. Inaccessibile e arroccato su
nere rocce, il carcere s’innalza dalla foschia del terreno
in un paesaggio di pietre torturate. Spesso, nelle tene-
bre delle prime ore del giorno, San Quentin appare
come un faro che indica la fine del mondo.
In uno di quei giorni, per essere esatti il 2 maggio
1960, a San Quentin un condannato a morte fu con-
dotto alla camera a gas. Era scortato da quattro guardie.
Due di loro lo assicurarono a una delle due sedie me-
talliche, quella che stava sulla destra nella piccola stan-
za d’acciaio. Lo stetoscopio fu collegato. Il capo delle
guardie augurò buona fortuna al condannato. Il volto

13
dell’uomo non mostrò alcuna emozione, quando le di violenza in America; un’era che partiva dalla sfrena-
guardie uscirono, dopo aver sigillato la porta metallica ta anarchia dei gangster negli anni Venti, passava attra-
dall’esterno e dato l’ultimo giro alla ruota dentata della verso le violente lotte sindacali degli anni Trenta, il ba-
serratura. Lui continuò a guardare i sessanta testimoni gno di sangue della seconda guerra mondiale e della
raccolti fuori dalla cella ottagonale che lo osservavano Guerra di Corea, fino agli indiscriminati omicidi di
attraverso cinque finestre blindate. Le ultime preghiere massa dei vari Perry Smith o Charles Starkweather1 del-
erano state recitate ed erano state pronunciate le ultime la fine degli anni Cinquanta. I giorni tranquilli di Ei-
parole per Caryl Chessman. Per dodici anni aveva lot- senhower erano finiti, e presto Kennedy avrebbe dato
tato nei tribunali della California e presso la Corte Su- inizio all’era di Camelot. Nascevano i primi movimenti
prema degli Stati Uniti per impedire che quel giorno ar- di protesta contro la pena capitale. La nazione era im-
rivasse. Ora la lotta era finita. Aveva perso e, a trentot- pegnata in una competizione scientifica con la Russia
to anni, Caryl Chessman attendeva la propria morte. che avrebbe creato occupazione e migliorato l’econo-
Dietro la camera a gas, in una stanza più spaziosa, al mia. Si presentavano nuove opportunità che richiede-
primo piano della casa della morte, una mano aprì una vano energia e dedizione. Quelli erano considerati anni
valvola al segnale del direttore del carcere. Erano le emozionanti, perché, ancora una volta, l’America era in
10,03. Da un contenitore sotto la sedia a gas, le pastic- movimento.
che di cianuro precipitarono subito nel recipiente con Invece, la morte di Caryl Chessman, proprio all’ini-
la soluzione di acido solforico. In pochi secondi, le esa- zio degli anni Sessanta, segnò l’inizio di un’era di spar-
lazioni letali dell’acido raggiunsero il condannato, riem- gimento di sangue che ancora non terminava. Per uno
piendo la stanza col tipico odore di mandorle amare e strano capriccio della sorte, la vita e la morte di Ches-
di fiori di pesco. Il corpo si tese contro le cinghie, la te- sman diedero il via a una serie di omicidi bizzarri e sel-
sta scattò all’indietro. Col cervello ormai privo di ossi- vaggi che, dopo oltre un decennio, avrebbe coinvolto i
geno, scivolò lentamente nell’incoscienza e nella morte. funzionari e gli agenti dei vari corpi di polizia di tutta la
Alle 10,12 la dichiarazione ufficiale di morte non creò nazione, e avrebbe raggiunto i più alti livelli del gover-
alcun trambusto a parte gli inevitabili dettagli della ri- no e del mondo della comunicazione. Per capire come
pulitura. Nel carcere di San Quentin, al di sopra della e perché questo sia potuto accadere, dobbiamo tornare
camera a gas conosciuta come la Stanza Verde per il co- ai primi anni del dopoguerra, a Los Angeles. Nelle stra-
lore delle sue pareti, la vita continuò più o meno come de si vedevano meno uniformi, ora che la guerra era fi-
al solito. nita, e in tutta la valle si costruivano migliaia di casette
L’esecuzione di Caryl Chessman, il famigerato “Ban- monofamiliari. C’era anche una maggiore abbondanza
dito della Luce Rossa” che aveva compiuto una serie di di cibo. Nella zona settentrionale dello Stato, Henry
rapine e stupri a Los Angeles alla fine degli anni Qua- Kaiser stava fondando industrie in grado di produrre
ranta – un’esecuzione avvenuta nel 1960, un anno cru- qualunque cosa, e a Washington l’amministrazione Tru-
ciale –, fu vista da qualcuno come l’ultimo atto di un’era man stava cercando di salvare l’Europa dal collasso eco-

14 15
dell’uomo non mostrò alcuna emozione, quando le di violenza in America; un’era che partiva dalla sfrena-
guardie uscirono, dopo aver sigillato la porta metallica ta anarchia dei gangster negli anni Venti, passava attra-
dall’esterno e dato l’ultimo giro alla ruota dentata della verso le violente lotte sindacali degli anni Trenta, il ba-
serratura. Lui continuò a guardare i sessanta testimoni gno di sangue della seconda guerra mondiale e della
raccolti fuori dalla cella ottagonale che lo osservavano Guerra di Corea, fino agli indiscriminati omicidi di
attraverso cinque finestre blindate. Le ultime preghiere massa dei vari Perry Smith o Charles Starkweather1 del-
erano state recitate ed erano state pronunciate le ultime la fine degli anni Cinquanta. I giorni tranquilli di Ei-
parole per Caryl Chessman. Per dodici anni aveva lot- senhower erano finiti, e presto Kennedy avrebbe dato
tato nei tribunali della California e presso la Corte Su- inizio all’era di Camelot. Nascevano i primi movimenti
prema degli Stati Uniti per impedire che quel giorno ar- di protesta contro la pena capitale. La nazione era im-
rivasse. Ora la lotta era finita. Aveva perso e, a trentot- pegnata in una competizione scientifica con la Russia
to anni, Caryl Chessman attendeva la propria morte. che avrebbe creato occupazione e migliorato l’econo-
Dietro la camera a gas, in una stanza più spaziosa, al mia. Si presentavano nuove opportunità che richiede-
primo piano della casa della morte, una mano aprì una vano energia e dedizione. Quelli erano considerati anni
valvola al segnale del direttore del carcere. Erano le emozionanti, perché, ancora una volta, l’America era in
10,03. Da un contenitore sotto la sedia a gas, le pastic- movimento.
che di cianuro precipitarono subito nel recipiente con Invece, la morte di Caryl Chessman, proprio all’ini-
la soluzione di acido solforico. In pochi secondi, le esa- zio degli anni Sessanta, segnò l’inizio di un’era di spar-
lazioni letali dell’acido raggiunsero il condannato, riem- gimento di sangue che ancora non terminava. Per uno
piendo la stanza col tipico odore di mandorle amare e strano capriccio della sorte, la vita e la morte di Ches-
di fiori di pesco. Il corpo si tese contro le cinghie, la te- sman diedero il via a una serie di omicidi bizzarri e sel-
sta scattò all’indietro. Col cervello ormai privo di ossi- vaggi che, dopo oltre un decennio, avrebbe coinvolto i
geno, scivolò lentamente nell’incoscienza e nella morte. funzionari e gli agenti dei vari corpi di polizia di tutta la
Alle 10,12 la dichiarazione ufficiale di morte non creò nazione, e avrebbe raggiunto i più alti livelli del gover-
alcun trambusto a parte gli inevitabili dettagli della ri- no e del mondo della comunicazione. Per capire come
pulitura. Nel carcere di San Quentin, al di sopra della e perché questo sia potuto accadere, dobbiamo tornare
camera a gas conosciuta come la Stanza Verde per il co- ai primi anni del dopoguerra, a Los Angeles. Nelle stra-
lore delle sue pareti, la vita continuò più o meno come de si vedevano meno uniformi, ora che la guerra era fi-
al solito. nita, e in tutta la valle si costruivano migliaia di casette
L’esecuzione di Caryl Chessman, il famigerato “Ban- monofamiliari. C’era anche una maggiore abbondanza
dito della Luce Rossa” che aveva compiuto una serie di di cibo. Nella zona settentrionale dello Stato, Henry
rapine e stupri a Los Angeles alla fine degli anni Qua- Kaiser stava fondando industrie in grado di produrre
ranta – un’esecuzione avvenuta nel 1960, un anno cru- qualunque cosa, e a Washington l’amministrazione Tru-
ciale –, fu vista da qualcuno come l’ultimo atto di un’era man stava cercando di salvare l’Europa dal collasso eco-

14 15
nomico. Ma, come al solito, nessuno poteva far niente lato del guidatore era abbassato e si riusciva a udire il
per il clima. Era caldo e umido, quel 3 settembre del mormorio proveniente dall’interno. Sul terreno morbi-
1947, e la gente era contenta nel vedere il sole tramon- do c’era un mucchietto di cicche di sigarette, dove era
tare. Più tardi, durante la notte, un uomo con i capelli stato svuotato un portacenere. Non c’erano altre auto-
scuri e le sopracciglia folte decise che quello era il mo- mobili parcheggiate in vista, e l’uomo si mosse furtivo
mento giusto per una rapina con stupro. con una pistola in una mano e una torcia nell’altra.
Anche se gran parte della gente in città stava giocan- Quando fu vicino s’irrigidì, e con un gesto rapido fece
do a carte o bevendo birra, era al cinema o andava a lampeggiare la luce all’interno della Plymouth.
dormire, c’erano alcune automobili che deviavano dal- Dietro al volante il guidatore si girò verso la luce con
le strade principali, procedendo lentamente, a luci un sobbalzo. Qualcuno gli chiese cosa stesse facendo lì.
spente, per trovare un angolo dove i passeggeri, in ge- Prima che potesse rispondere, gli fu ordinato di aprire
nere delle coppie, potessero starsene indisturbati. I viot- lo sportello dell’auto. Innervosito, fece quanto gli veni-
toli degli innamorati erano ancora tanti, anche se il va chiesto. Poi gli fu ordinato di scendere con le chiavi
boom edilizio iniziava già a cancellarli. In quei sentieri e di svuotare il contenuto delle tasche. Quando vide la
appartati, le Ford e le Chevies e qualche occasionale Ca- pistola ubbidì immediatamente. Fu portato dietro la
dillac formavano una spontanea ghirlanda, ogni auto a macchina, e gli fu detto di entrare nel bagagliaio. «Usci-
rispettosa distanza dall’altra, tutte col muso puntato rai tra poco», gli disse una voce. «Non ti preoccupare».
verso il centro, in modo da potersi allontanare in retro- Il guidatore obbedì e sentì la serratura del bagagliaio
marcia, senza disturbare nessuno. che si chiudeva.
Dentro le macchine le persone si scambiavano effu- Un attimo dopo, l’uomo era accanto alla ragazza e la
sioni e, quando la donna era abbastanza scompigliata illuminava con la sua luce. Era carina anche se in modo
da chiedere una tregua temporanea, il ragazzo tirava ordinario, forse un po’ troppo paffuta, ma morbida e
fuori un pacchetto di Camel e, in silenzio, fumavano rotonda. I suoi capelli castano chiaro erano tagliati cor-
ascoltando la radio e bisbigliando tra loro. Per quelli ti e acconciati secondo la moda di allora, coi riccioli che
che erano impegnati più seriamente, le chiacchiere la- contornavano il volto. Indossava un vestito giallo e un
sciavano presto spazio al linguaggio della passione e alle golf verde sbottonato. L’uomo le ordinò di toglierseli e
promesse di amore eterno. posarli sul sedile posteriore dell’auto, mentre lui entra-
Nelle zone più inaccessibili, le auto erano parcheg- va dopo di lei. Era cortese e le disse che non le avrebbe
giate il più lontano possibile l’una dall’altra. Spesso que- fatto male se non avesse provato a resistere. Le chiese
sto significava un virtuale isolamento, grazie al quale le due volte se aveva capito.
coppie potevano sentirsi sole al mondo. Era in queste Sara Bishop, che aveva ventun anni, capì perfetta-
zone che l’uomo veniva a scovare le vittime. La sua ri- mente. A tredici anni era stata sedotta dallo zio, il fra-
cerca, quella sera, fu presto premiata. tello della sua defunta madre, che l’aveva portata con sé
L’auto era una Plymouth azzurra. Il finestrino dal da una piccola cittadina di provincia a Oklahoma City

16 17
nomico. Ma, come al solito, nessuno poteva far niente lato del guidatore era abbassato e si riusciva a udire il
per il clima. Era caldo e umido, quel 3 settembre del mormorio proveniente dall’interno. Sul terreno morbi-
1947, e la gente era contenta nel vedere il sole tramon- do c’era un mucchietto di cicche di sigarette, dove era
tare. Più tardi, durante la notte, un uomo con i capelli stato svuotato un portacenere. Non c’erano altre auto-
scuri e le sopracciglia folte decise che quello era il mo- mobili parcheggiate in vista, e l’uomo si mosse furtivo
mento giusto per una rapina con stupro. con una pistola in una mano e una torcia nell’altra.
Anche se gran parte della gente in città stava giocan- Quando fu vicino s’irrigidì, e con un gesto rapido fece
do a carte o bevendo birra, era al cinema o andava a lampeggiare la luce all’interno della Plymouth.
dormire, c’erano alcune automobili che deviavano dal- Dietro al volante il guidatore si girò verso la luce con
le strade principali, procedendo lentamente, a luci un sobbalzo. Qualcuno gli chiese cosa stesse facendo lì.
spente, per trovare un angolo dove i passeggeri, in ge- Prima che potesse rispondere, gli fu ordinato di aprire
nere delle coppie, potessero starsene indisturbati. I viot- lo sportello dell’auto. Innervosito, fece quanto gli veni-
toli degli innamorati erano ancora tanti, anche se il va chiesto. Poi gli fu ordinato di scendere con le chiavi
boom edilizio iniziava già a cancellarli. In quei sentieri e di svuotare il contenuto delle tasche. Quando vide la
appartati, le Ford e le Chevies e qualche occasionale Ca- pistola ubbidì immediatamente. Fu portato dietro la
dillac formavano una spontanea ghirlanda, ogni auto a macchina, e gli fu detto di entrare nel bagagliaio. «Usci-
rispettosa distanza dall’altra, tutte col muso puntato rai tra poco», gli disse una voce. «Non ti preoccupare».
verso il centro, in modo da potersi allontanare in retro- Il guidatore obbedì e sentì la serratura del bagagliaio
marcia, senza disturbare nessuno. che si chiudeva.
Dentro le macchine le persone si scambiavano effu- Un attimo dopo, l’uomo era accanto alla ragazza e la
sioni e, quando la donna era abbastanza scompigliata illuminava con la sua luce. Era carina anche se in modo
da chiedere una tregua temporanea, il ragazzo tirava ordinario, forse un po’ troppo paffuta, ma morbida e
fuori un pacchetto di Camel e, in silenzio, fumavano rotonda. I suoi capelli castano chiaro erano tagliati cor-
ascoltando la radio e bisbigliando tra loro. Per quelli ti e acconciati secondo la moda di allora, coi riccioli che
che erano impegnati più seriamente, le chiacchiere la- contornavano il volto. Indossava un vestito giallo e un
sciavano presto spazio al linguaggio della passione e alle golf verde sbottonato. L’uomo le ordinò di toglierseli e
promesse di amore eterno. posarli sul sedile posteriore dell’auto, mentre lui entra-
Nelle zone più inaccessibili, le auto erano parcheg- va dopo di lei. Era cortese e le disse che non le avrebbe
giate il più lontano possibile l’una dall’altra. Spesso que- fatto male se non avesse provato a resistere. Le chiese
sto significava un virtuale isolamento, grazie al quale le due volte se aveva capito.
coppie potevano sentirsi sole al mondo. Era in queste Sara Bishop, che aveva ventun anni, capì perfetta-
zone che l’uomo veniva a scovare le vittime. La sua ri- mente. A tredici anni era stata sedotta dallo zio, il fra-
cerca, quella sera, fu presto premiata. tello della sua defunta madre, che l’aveva portata con sé
L’auto era una Plymouth azzurra. Il finestrino dal da una piccola cittadina di provincia a Oklahoma City

16 17
per farla vivere con la sua famiglia. La faceva sedere sul- ti tutti. Due volte gli chiese, per piacere, di non venirle
le sue ginocchia quando la moglie era fuori casa e la sua dentro, ma lui si limitò a grugnire.
vecchia e irritabile suocera dormiva al piano di sopra. Per distrarsi da quel pensiero, Sara pensò al giova-
Lei sentiva le sue mani su tutto il corpo, poi, da un cer- notto nel bagagliaio dell’auto. Era un mese che usciva-
to punto in poi non furono più solo le mani. Per tre no e lei sperava che le avrebbe chiesto di sposarla. Era
anni lei non disse nulla, tollerando in silenzio quelle at- sola e senza soldi. Ma, più di tutto, era stanca. Sarebbe
tenzioni. Non sapeva dove andare. A sedici anni sposò stato più facile con un uomo, anche se questo era uno
un meccanico che la mollò dopo tre mesi. A diciassette sbandato di ventitré anni. Ma ha trovato un sacco di la-
fu aggredita da tre liceali alla tavola calda in cui lavora- vori, pensò torva. Potrebbe fare qualcosa per prender-
va. A diciotto lasciò quel posto per Phoenix, andando- si cura di noi. Non aveva avuto rapporti con lui perché
sene con un militare che le trovò un lavoro in un bar. Le voleva mantenere il suo interesse fino a…
rubò tutti i soldi prima di abbandonarla, una sera, con L’uomo si staccò da lei. Aveva finito. Non sapeva se
un occhio nero e alcuni denti rotti. le era venuto dentro. Probabilmente sì, disse a se stes-
A vent’anni Sara odiava gli uomini, tutti gli uomini, sa, frustrata. Ma almeno una cosa non l’aveva ottenuta:
con tutta la passione che gli altri in genere dedicano al- l’emozione. Lei non aveva mosso un muscolo, non ave-
l’amore. Tuttavia, era abbastanza intelligente da sapere va emesso né un gemito, né un sospiro, non aveva pre-
che a volte erano utili. Non le importava molto del ses- gato né supplicato, né aveva cercato di dimenarsi. Lui
so, anche se poteva servire per ottenere quello che vo- aveva avuto solo un pesce morto, disse tra sé. Spero che
leva. Ciò che la sbalordì, in tutti quegli anni, fu il fatto i pesci morti gli piacciano. Poi si corresse. Spero che
che non rimanesse mai incinta: mistero di cui era grata. non gli piacciano i pesci morti.
L’anno seguente, dopo essersi trasferita a Los Angeles, Lui le gettò le chiavi dell’auto. «Fallo uscire dopo che
il mistero fu chiarito da un chirurgo che le riposizionò me ne sono andato», le disse a bassa voce. Poi la ringra-
l’utero con una operazione molto semplice. Lei lo ma- ziò. Proprio così, disse: «Grazie». Dopo un momento
ledì ad alta voce per questo e, quando le arrivò la par- era scomparso.
cella, la rimandò indietro senza pagarla, scrivendoci so- Lei rimase sdraiata in silenzio e al buio, trattenendo
pra solo una parola. Non ci furono recriminazioni. Per le lacrime. Si sentiva consumata, svuotata di ogni ener-
Sara, quel chirurgo era solamente uno dei tanti uomini gia. A che serviva resistere? Gli uomini ottenevano sem-
che giustificava il suo odio. pre quello che volevano, quei bastardi. Facevano pro-
Ora, sdraiata sul sedile posteriore della Plymouth messe, ti davano qualche dollaro o ti prendevano con la
blu, Sara Bishop pregava. Non voleva morire e non vo- forza, alla fine era sempre la stessa cosa. Facevano i loro
leva restare incinta. Ma eccola lì, nuda, a gambe larghe, comodi e poi se ne andavano. Se avesse potuto, li avreb-
con quello sconosciuto sopra di lei che faceva i suoi co- be ammazzati tutti, quei miserabili bastardi. Miserabili
modi. Tutto questo solo perché lui era un uomo e ave- bastardi, urlò a se stessa. Aprì la bocca per urlarlo ad
va una pistola. Maledetti uomini, pensò Sara, maledet- alta voce, ma non uscì nessun suono. E se fosse rimasto

18 19
per farla vivere con la sua famiglia. La faceva sedere sul- ti tutti. Due volte gli chiese, per piacere, di non venirle
le sue ginocchia quando la moglie era fuori casa e la sua dentro, ma lui si limitò a grugnire.
vecchia e irritabile suocera dormiva al piano di sopra. Per distrarsi da quel pensiero, Sara pensò al giova-
Lei sentiva le sue mani su tutto il corpo, poi, da un cer- notto nel bagagliaio dell’auto. Era un mese che usciva-
to punto in poi non furono più solo le mani. Per tre no e lei sperava che le avrebbe chiesto di sposarla. Era
anni lei non disse nulla, tollerando in silenzio quelle at- sola e senza soldi. Ma, più di tutto, era stanca. Sarebbe
tenzioni. Non sapeva dove andare. A sedici anni sposò stato più facile con un uomo, anche se questo era uno
un meccanico che la mollò dopo tre mesi. A diciassette sbandato di ventitré anni. Ma ha trovato un sacco di la-
fu aggredita da tre liceali alla tavola calda in cui lavora- vori, pensò torva. Potrebbe fare qualcosa per prender-
va. A diciotto lasciò quel posto per Phoenix, andando- si cura di noi. Non aveva avuto rapporti con lui perché
sene con un militare che le trovò un lavoro in un bar. Le voleva mantenere il suo interesse fino a…
rubò tutti i soldi prima di abbandonarla, una sera, con L’uomo si staccò da lei. Aveva finito. Non sapeva se
un occhio nero e alcuni denti rotti. le era venuto dentro. Probabilmente sì, disse a se stes-
A vent’anni Sara odiava gli uomini, tutti gli uomini, sa, frustrata. Ma almeno una cosa non l’aveva ottenuta:
con tutta la passione che gli altri in genere dedicano al- l’emozione. Lei non aveva mosso un muscolo, non ave-
l’amore. Tuttavia, era abbastanza intelligente da sapere va emesso né un gemito, né un sospiro, non aveva pre-
che a volte erano utili. Non le importava molto del ses- gato né supplicato, né aveva cercato di dimenarsi. Lui
so, anche se poteva servire per ottenere quello che vo- aveva avuto solo un pesce morto, disse tra sé. Spero che
leva. Ciò che la sbalordì, in tutti quegli anni, fu il fatto i pesci morti gli piacciano. Poi si corresse. Spero che
che non rimanesse mai incinta: mistero di cui era grata. non gli piacciano i pesci morti.
L’anno seguente, dopo essersi trasferita a Los Angeles, Lui le gettò le chiavi dell’auto. «Fallo uscire dopo che
il mistero fu chiarito da un chirurgo che le riposizionò me ne sono andato», le disse a bassa voce. Poi la ringra-
l’utero con una operazione molto semplice. Lei lo ma- ziò. Proprio così, disse: «Grazie». Dopo un momento
ledì ad alta voce per questo e, quando le arrivò la par- era scomparso.
cella, la rimandò indietro senza pagarla, scrivendoci so- Lei rimase sdraiata in silenzio e al buio, trattenendo
pra solo una parola. Non ci furono recriminazioni. Per le lacrime. Si sentiva consumata, svuotata di ogni ener-
Sara, quel chirurgo era solamente uno dei tanti uomini gia. A che serviva resistere? Gli uomini ottenevano sem-
che giustificava il suo odio. pre quello che volevano, quei bastardi. Facevano pro-
Ora, sdraiata sul sedile posteriore della Plymouth messe, ti davano qualche dollaro o ti prendevano con la
blu, Sara Bishop pregava. Non voleva morire e non vo- forza, alla fine era sempre la stessa cosa. Facevano i loro
leva restare incinta. Ma eccola lì, nuda, a gambe larghe, comodi e poi se ne andavano. Se avesse potuto, li avreb-
con quello sconosciuto sopra di lei che faceva i suoi co- be ammazzati tutti, quei miserabili bastardi. Miserabili
modi. Tutto questo solo perché lui era un uomo e ave- bastardi, urlò a se stessa. Aprì la bocca per urlarlo ad
va una pistola. Maledetti uomini, pensò Sara, maledet- alta voce, ma non uscì nessun suono. E se fosse rimasto

18 19
lì intorno? Che ne sapeva lei di lui? Che aveva una pi- si contorse fino a farselo salire al di sopra dei fianchi. La
stola e una torcia e che aveva i capelli scuri, le soprac- bocca aperta trovò la lingua di lui e la trattenne, gio-
ciglia folte e il naso grosso. Cos’altro? Tutto il resto era cando coi suoi denti. Il respiro dell’uomo si fece affan-
piccolo, pensò con feroce soddisfazione. noso e i movimenti più convulsi. Improvvisamente lui
Un colpo sordo la fece trasalire. Si tirò su veloce- si girò di lato e cominciò ad armeggiare con la cerniera
mente il vestito e nascose reggiseno e mutandine sotto dei pantaloni. Quando la sentì aprirsi, giurò a se stessa
un cuscino. Si sporse in avanti, sul sedile anteriore e si che gli avrebbe dato una prestazione da film, proprio lì,
guardò allo specchio. Stanca o non stanca, spaventata o quella notte, su quella striscia di strada deserta. Per dio
furiosa, lei sapeva cosa doveva fare. Per ogni evenienza. o per il diavolo, avrebbe dato a quel bastardo di un
Armeggiando con le chiavi, riuscì finalmente ad apri- uomo il miglior sesso che avesse mai provato, che nes-
re il bagagliaio. Il ragazzo era folle di rabbia, correva sun uomo aveva mai provato. Lo avrebbe fatto perché
qua e là, voleva inseguire l’uomo con il crick. Ma lì in- doveva. Perché aveva bisogno di lui.
torno non c’era nessuno. Imbarazzato, mortificato per Due mesi dopo, si sposarono a Las Vegas. La cap-
quel colpo al suo orgoglio, alla sua virilità, malediceva pella costò venti dollari, e altri ottanta li persero al ta-
il suo nemico mentre lei lo riportava lentamente verso volo dei dadi. Con in mano i biglietti di ritorno, prese-
l’auto. Nella sua furia non si accorse neanche che lei lo ro l’ultimo autobus per Los Angeles. Sara non disse al
aveva fatto stendere sul sedile posteriore. nuovo marito di essere incinta.
Lei si rannicchiò stretta contro di lui, tubando in Fedele al suo giuramento, Sara gli aveva dato tutto il
tono amorevole, mormorando parole d’incoraggiamen- sesso che chiedeva, e come lo voleva. Spegnendo la pro-
to. Gli carezzò una guancia, il petto, calmando poco a pria mente, riusciva a eseguire l’atto così bene che lui
poco la sua rabbia. Dopo un po’ mise la mano di lui sul presto si convinse di non poter fare a meno di lei, o per-
suo ampio seno. Il suo viso era estatico, gli occhi spa- lomeno che non gli sarebbe convenuto farlo. Non sa-
lancati e molli d’innocenza. Dentro di sé lo malediceva peva che le donne potessero essere tanto appassionate,
come un altro bastardo, così preso dai suoi sentimenti perlomeno alcune, così disposte a soddisfare ogni fan-
da non dedicare neanche un pensiero a quanto era ac- tasia e, nonostante questo, senza aspettarsi nulla in cam-
caduto a lei. Non una parola di compassione, non un bio. Era come avere un giocattolo a molla, a grandezza
gesto di dispiacere, neanche un attimo d’interesse per naturale e desideroso di dare piacere. Così decise di gio-
vedere se stava male. Nient’altro che il suo stupido or- carci per un po’.
goglio, nient’altro che i suoi sentimenti feriti. Figlio di
puttana, voleva gridare. Dopo il matrimonio, Sara continuò con la sua com-
Il suo viso non mostrò nessuna emozione mentre lei media, anche se con minore slancio, come si addice a
si lasciava scivolare sul sedile e lo tirava sopra di sé. I una donna sposata. Per quanto la riguardava, non le im-
suoi gemiti divennero frenetici, il respiro più pesante. portava del sesso perché nessun uomo l’aveva mai sod-
Sentì quella mano maschile scivolarle sotto il vestito e disfatta. Ma credeva che fosse necessario per la sicurez-

20 21
lì intorno? Che ne sapeva lei di lui? Che aveva una pi- si contorse fino a farselo salire al di sopra dei fianchi. La
stola e una torcia e che aveva i capelli scuri, le soprac- bocca aperta trovò la lingua di lui e la trattenne, gio-
ciglia folte e il naso grosso. Cos’altro? Tutto il resto era cando coi suoi denti. Il respiro dell’uomo si fece affan-
piccolo, pensò con feroce soddisfazione. noso e i movimenti più convulsi. Improvvisamente lui
Un colpo sordo la fece trasalire. Si tirò su veloce- si girò di lato e cominciò ad armeggiare con la cerniera
mente il vestito e nascose reggiseno e mutandine sotto dei pantaloni. Quando la sentì aprirsi, giurò a se stessa
un cuscino. Si sporse in avanti, sul sedile anteriore e si che gli avrebbe dato una prestazione da film, proprio lì,
guardò allo specchio. Stanca o non stanca, spaventata o quella notte, su quella striscia di strada deserta. Per dio
furiosa, lei sapeva cosa doveva fare. Per ogni evenienza. o per il diavolo, avrebbe dato a quel bastardo di un
Armeggiando con le chiavi, riuscì finalmente ad apri- uomo il miglior sesso che avesse mai provato, che nes-
re il bagagliaio. Il ragazzo era folle di rabbia, correva sun uomo aveva mai provato. Lo avrebbe fatto perché
qua e là, voleva inseguire l’uomo con il crick. Ma lì in- doveva. Perché aveva bisogno di lui.
torno non c’era nessuno. Imbarazzato, mortificato per Due mesi dopo, si sposarono a Las Vegas. La cap-
quel colpo al suo orgoglio, alla sua virilità, malediceva pella costò venti dollari, e altri ottanta li persero al ta-
il suo nemico mentre lei lo riportava lentamente verso volo dei dadi. Con in mano i biglietti di ritorno, prese-
l’auto. Nella sua furia non si accorse neanche che lei lo ro l’ultimo autobus per Los Angeles. Sara non disse al
aveva fatto stendere sul sedile posteriore. nuovo marito di essere incinta.
Lei si rannicchiò stretta contro di lui, tubando in Fedele al suo giuramento, Sara gli aveva dato tutto il
tono amorevole, mormorando parole d’incoraggiamen- sesso che chiedeva, e come lo voleva. Spegnendo la pro-
to. Gli carezzò una guancia, il petto, calmando poco a pria mente, riusciva a eseguire l’atto così bene che lui
poco la sua rabbia. Dopo un po’ mise la mano di lui sul presto si convinse di non poter fare a meno di lei, o per-
suo ampio seno. Il suo viso era estatico, gli occhi spa- lomeno che non gli sarebbe convenuto farlo. Non sa-
lancati e molli d’innocenza. Dentro di sé lo malediceva peva che le donne potessero essere tanto appassionate,
come un altro bastardo, così preso dai suoi sentimenti perlomeno alcune, così disposte a soddisfare ogni fan-
da non dedicare neanche un pensiero a quanto era ac- tasia e, nonostante questo, senza aspettarsi nulla in cam-
caduto a lei. Non una parola di compassione, non un bio. Era come avere un giocattolo a molla, a grandezza
gesto di dispiacere, neanche un attimo d’interesse per naturale e desideroso di dare piacere. Così decise di gio-
vedere se stava male. Nient’altro che il suo stupido or- carci per un po’.
goglio, nient’altro che i suoi sentimenti feriti. Figlio di
puttana, voleva gridare. Dopo il matrimonio, Sara continuò con la sua com-
Il suo viso non mostrò nessuna emozione mentre lei media, anche se con minore slancio, come si addice a
si lasciava scivolare sul sedile e lo tirava sopra di sé. I una donna sposata. Per quanto la riguardava, non le im-
suoi gemiti divennero frenetici, il respiro più pesante. portava del sesso perché nessun uomo l’aveva mai sod-
Sentì quella mano maschile scivolarle sotto il vestito e disfatta. Ma credeva che fosse necessario per la sicurez-

20 21

Potrebbero piacerti anche