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Pierre Drieu la Rochelle.

DIARIO DI UN UOMO TRADITO. DIVORZIATE.


Guillaume era infedele a Madeleine fin dallinizio del loro matrimonio. Madeleine si era rassegnata. In un primo tempo aveva ricalcitrato un po, perch i favori che Guillaume le prodigava ancora a tratti la rendevano sensibile al fatto di spartirli con altre; le piacevano e non le bastavano mai. Ma le scappatelle di suo marito erano brevi. Perch tornava? Non se lo chiedeva; vi vedeva una specie di prova damore, e trovava nel perdono un voluttuoso compiacimento, e lacrime dolci. Non era gelosa: si illudeva di riprendere una per una alle ladre tutte le grazie che avevano ottenuto. In seguito, lindifferenza di Guillaume risult evidente. Era sempre pi gentile e sempre meno premuroso. Madeleine finiva per trovarsi sempre sola, cosa che non andava gi a quella giovane donna, ancora curiosa dellintimit come di un nuovo universo. Tuttavia la tenerezza della paziente neofita trovava ancora modo di sfogarsi, anche senza essere ricambiata. Quella tenerezza, fatta in gran parte di una sensualit duttile, si nutriva di una presenza fantasmatica e di tracce impercettibili in una camera deserta. Ma anche, a poco a poco, in altre parti del suo essere, si sentiva lambita e devastata da un brivido di solitudine. Quel brivido era alimentato e fatto pi acuto, senza che lei se ne rendesse conto, dal fatto che i Pradon erano a Berlino, dove Guillaume lavorava allambasciata in qualit di esperto commerciale. Sulle prime Madeleine, sposina novella, sera molto divertita a frequentare i teatri, i cinema, i locali notturni di una Berlino ancora borghese. Godeva della sottile differenza che sembra esserci tra i divertimenti di una grande citt e quelli di unaltra grande citt. Per un po credette che un film americano non fosse lo stesso agli Champs-Elyses e al Kurfurstendam. Non conosceva abbastanza i locali di Montparnasse, e secondo lei al di l del Tiergarten era tutto un altro? pittoresco? E poi cerano i magnifici, inesauribili musei. E lacquario, strano paradiso dalla luce tramata dombra fine. E poi imparava il tedesco. Ma quella Berlino fatta solo di spettacoli non le bastava. Non c niente di pi inumano della vita dei diplomatici allestero. Vita di gente di mondo, con intorno un vuoto ancora maggiore. I diplomatici dei diversi paesi formano un mondo a parte, e gli autoctoni che li frequentano, specializzati in quella frequentazione, formano intorno a loro un secondo cerchio disolamento. I diplomatici non hanno pi contatti con nessun popolon col loro, n con quello presso il quale vivono. Bisognerebbe che i diplomatici si mescolassero a tutti gli strati del popolo che li ospita. Ma non ne hanno il tempo. Allinterno del loro mondo, i diplomatici sono divisi in consorterie. Si direbbe che esistano per rendere ancora pi aspre e scoraggianti le differenze nazionali. Ti accorgi che tutto quel fior fiore della borghesia che si saluta e scambia discorsi meticolosamente cortesi, sotto sotto hanno una paura matta gli uni degli altri. Hanno laria di avere le stesse maniere e gli stessi gusti civilizzati, le stesse abitudini e le stesse concezioni fondate sulla ragione, e invece si denigrano, si sospettano e si odiano lun laltro, come bottegai ignoranti venuti da paesi diversi che si incontrino in viaggio e che la mistica da due soldi dei giornali scagli gli uni contro gli altri. Quando Guillaume cominci a trascurarla, Madeleine avvert quindi un gran freddo in mezzo a quel mondo privo di effusioni, completamente assorbito da fiacchi odi meccanici. Fu perci contentissima dellarrivo, un bel mattino, di Eva, che aveva conosciuto sui campi sportivi, ai tempi della scuola, venuta come

corrispondente di un giornale parigino. Le due donne uscirono molto insieme. Eva aveva parecchio da fare, ma appena poteva rispondeva alle istanze di Madeleine che la chiamava continuamente al telefono. Si trovavano bene insieme. Prima di tutto appartenevano alla stessa generazione. Entrambe avevano fatto studi superficiali, illusoriamente liberali, e preso il diploma. Entrambe avevano poi fatto molto sport: nel tennis si erano classificate piuttosto bene in seconda categoria, e questo aveva lasciato il segno su di loro. In secondo luogo si completavano. Madeleine era pi graziosa, pi mutevole, pi imprevedibile, pi sensibile. Eva pi bella, pi monotona, pi intelligente. Tutte e due, ragazze doggi, molto libere a parole e nelle intenzioni, timide in realt, tardivamente novizie, anche dopo il matrimonio, nel mondo dellesperienza e dellamore. Madeleine confidava le sue pene a Eva, parlandole cos continuamente di Guillaume. Questi, di cui lei vantava il fascino e la crudelt, non cera mai quando Eva veniva a trovare Madeleine. Nonostante fosse sposata gi da un po, Madeleine, nel timore di far qualcosa di sgradito al marito, che aveva voltato le spalle alla maggior parte delle sue amiche di una volta, stava ben attenta a non imporgli Eva, di cui per gli imbottiva le orecchie la mattina mentre lui si vestiva. Eva accettava di buon grado quella sua condizione furtiva, temendo di riuscire sgradita per la sua scarsa importanza a quel signore dallavvenire eccezionale, che non aveva tempo da perdere ed era cos difficile in fatto di donne. Daltronde, gli inizi della sua vita di donna non le avevano dato una grande fiducia in se stessa. Era stata sposata a un giornalista molto noto, gi in l con gli anni. Quel bacucco, ancora gagliardo e attivissimo, continuava dopo anni a essere sedotto dal proprio successo e non pensava ad altro. E il successo per lui non consisteva nellaffinare sempre pi la propria intelligenza, nel perfezionare la propria autorevolezza sui fatti, ma nel piacere alle dame titolate - s, ne esistono ancorarendendo il pi insipido possibile il suo pensiero, e nel guadagnare moltoscrivendo di tutto e vendendolo a chiunqueper trattar bene quelle dame. Eva era stata per lui una brillante conquista: era giovane, ben fatta, piacente. Ma alle duchesse non piacque: troppo esuberante, troppo grezza. Fu ripudiata. Tanto pi che era povera e di modesti natali; e il bacucco aveva perduto la sua sensualit a forza di vivere in un mondo illusorio. Arrivando a Berlino Eva era ancora sotto il segno della sconfitta. Un giorno, tuttavia, Eva incontr Guillaume. Eva era bella, per essere la migliore amica della moglie di Guillaume, cosa che avrebbe dovuto renderla sgradevole. Guillaume era attraente e presentato come un oggetto dadorazione a Eva da una donna sensuale e sottomessa. Erano fatti luno per laltra, anche se non si fossero piaciuti. Ma si piacquero. Madeleine non si accorse di nulla. Non pensava che la sua migliore amica potesse avere del fascino e se qualcuno, in quel momento, le avesse fatto delle domande e le avesse tolto il velo dagli occhi, avrebbe detto che Guillaume non poteva essere attirato da una perdente. Del resto, Guillaume ed Eva non lasciarono trapelare nulla dei loro sentimenti: un battito di ciglia era loro bastato per capire il reciproco desiderio. Ricevuto quellunico caldo sguardo, Eva simpadron del pretesto che non si era ripetuto per seppellirlo in fondo a se stessa e sostenere di non aver sentito nulla. Quanto a Guillaume, a cui piaceva avere qualcosa in serbo, aspett tranquillamente loccasione propizia. Eva pot credersi stupita quando una sera Guillaume, trovandola sola, and diritto alla sua bocca. Quanto mi piacete! E io, vi piaccio?chiese la bocca di Guillaume, che restava a un dito da quella di Eva, sorpresa ma consenziente. S, improvvisamente. Guillaume dovette crederle. Sentite, domani sera noi due andremo al cinema.

No. Come, no? Guillaume cadde dalle nuvole, vedendo che Eva resisteva tranquillamente ai suoi pressanti inviti. Gli concedeva abbondantemente la bocca, ma rifiutava di dar seguito a quellincontro. E va bene, se volete saperlo,tagli corto lei,non sar la vostra amante. Mi piacete, non sar tanto stupida da pretendere di nascondervelo. Ma non inganner Madeleine... Del resto stavo andando via. Domani questo episodio sar belle dimenticato e potr guardarla senza fare smorfie. Buonasera. Raccatt lestamente la borsa e la pelliccia e usc in un lampo. Poco tempo dopo, daltronde, raffazzonata linchiesta, lasciava Berlino. Un anno dopo Eva, una notte, era sola su una nave. Andava su e gi e fumava una sigaretta in mezzo alle stelle. Andava in Grecia per lavoro; doveva fare un servizio su un congresso archeologico. Eva si ritrovava sola. Il turbine rapido e vacuo che laveva trascinata per qualche mese laveva appena rigettata a terra. Allinizio aveva tenuto duro e Guillaume non era diventato il suo amante. Ma che cosera accaduto? Guillaume, per piegarla, aveva voluto darle una prova: tornare libero e sposarla. Aveva lasciato Madeleine. Il giorno in cui Guillaume, di passaggio a Parigi con listanza di divorzio in corso, le aveva telefonato, lei gli si era data con la stessa facilit con cui il lungo scrupolo della giovane donna era stato dimenticato di colpo per Guillaume. E di sposarla non sera pi parlato. Ora lei guardava al passato con sgomento. Che avevano fatto di lei? Tutti, uomini e donne, volgendosi indietro vedono solo incoscienza nel proprio comportamento, e per questo sono pronti a tornare alle loro pi remote superstizioni e a dirsi: un demone, un dio agiva in me. Ma non possono credere a lungo a queste antiche figure. Ce n unaltra, pi familiare, quella della coscienza. Cos, quella sera, ora che la quiete di una traversata solitaria le permetteva di riflettere, la stessa vivacit dellimpulso che le aveva fatto dire a Guillaume, la prima sera, non inganner Madeleine, improvvisamente le appariva come la brusca manifestazione di un perfido egoismo. Volevi far divorziare Guillaume, grid di colpo a se stessa. Eppure, per mesi, cos le sembrava, quel pensiero non laveva sfiorata nemmeno una volta. Sorrise amaramente. Mi hai ingannata, mi hai tradita fin dal primo giorno, le aveva gi gridato Madeleine. Perch Madeleine, un giorno era venuta a insultarla. Eva aveva potuto, senza alcuna fatica, giurare di no. E vero che in quel momento Madeleine era imbruttita dallodio; dun tratto era lei a sembrare profondamente maligna: quando lodio si manifesta, si pensa che ci sia sempre stato. La manifestazione della sincerit fa apparire in controluce una lunga ipocrisia. Come era stata pronta e brutale, in lei, la decisione di dire di no a Guillaume, di dire quel no che aveva spezzato la vita della sua amica. Eva cominciava a divagare; il sospetto si spandeva a macchia dolio e filtrava da ogni parte. Arrivava a domandarsi se non avesse odiato Madeleine fin dal loro primo incontro sui campi da tennis, se non si fosse gettata sul proprio desiderio come su unoccasione per distruggere la vita della sua amica. Tutto quello che aveva pensato per mesi e che la giustificava cos bene le pareva adesso o proteste prive di senso o sofismi fallaci. Essere corretta! Che ipocrisia! Non inganner Madeleine; non ho ingannato Madeleine. Ma durante le due settimane che era rimasta ancora a Berlino, evitando di incontrare

Guillaume, o tenendosi lontana da lui quando cera, qualcosa in fondo a lei attendeva e sperava. E sera detta: Guillaume infelice con Madeleine. Ha il diritto di lasciarla. Una volta che lavr lasciata, avr il diritto di scegliersi la donna che vuole. Dovrei rimaner tab, in tal caso? Sarebbe troppo crudele. Ma Guillaume avrebbe avuto il coraggio di divorziare, se non pungolato da un desiderio contrastato? Sera detta ancora: Non voglio ridurmi a quei compromessi di cui si compiacciono le altre donne con Madeleine e Madeleine con loro. Mi degraderei, cos come lei si degradata. Preferisco perdere Guillaume. Aveva rischiato di perderlo, ma aveva anche tentato la sorte di vincerlo meglio. ... Era tardi. Eva passeggiava da sola sul ponte superiore. La sua mente ronzava e addensava sempre pi su di lei unidea di disastro. Si era comportata male, e senza guadagnarci niente. Il senso di inutilit apriva il varco al rimorso. Qualche mese pi tardi Eva era al cinema, a Parigi, una sera, con amici. Improvvisamente scorse Madeleine nellombra. La ferita, che cominciava a rimarginarsi, si riapr. Trasal e si rincantucci nella poltroncina. Poi le venne voglia di vedere, di sapere. Dallepoca dei fatti aveva viaggiato quasi tutto il tempo; aveva poche conoscenze in comune con Madeleine, evitava di parlare della sua ex amica, e cos non sapeva nulla di lei. Spalanc gli occhi nellombra. Madeleine rimase un profilo enigmatico. Durante il breve intervallo Eva vide che anche Madeleine era con amici, di entrambi i sessi. Le tornarono in mente i cinema di Berlino, e il recente passato ridivent il presente. Guillaume, dove sei? Madeleine, che cosa ti ho fatto?. La fine del film, tuttavia, la prese alla sprovvista. Si sarebbe trovata faccia a faccia con Madeleine! Infatti, mentre lei aspettava di uscire dalla sua fila, Madeleine si trovava nel corridoio centrale, e la vide. Si guardarono con occhi dilatati dallo stupore e dallo sgomento che provano i soldati innocenti che la battaglia getta uno contro laltro. Poi abbassarono gli occhi e pensarono solo a sparire tra la folla. Ma i loro sguardi si cercavano. E, inesorabilmente, gli amici di Eva e quelli di Madeleine, in fila dietro di loro, le sospingevano una verso laltra. Era bastata unocchiata perch ciascuna si facesse unidea dellaltra. Si veste meglio di prima, aveva rilevato Eva. Ha laria fiera, direi trionfante. Trionfa della mia sconfitta... Ma no, ha laria contenta e buona. Forse Guillaume? Ma no, a Berlino. Un altro? Di gi?. Le ombre del ricordo cos recente passavano e ripassavano sul viso di Madeleine, ma sembrava che non riuscissero a fissarsi su un volto pi pieno, pi saldo di quello che Eva aveva conosciuto. Nel momento in cui si trovarono fianco a fianco nel corridoio centrale, fu Madeleine che, senza peraltro guardare Eva e con una bruschezza seccata, perch le seccava parlare, butt l:Telefonami... Vieni a trovarmi domani, dopo pranzo. La violenza ironica della sua voce aveva fatto voltare gli amici di Eva. Ma guarda, sei venuta,le disse con lo stesso tono, nellombra del piccolo ingresso in cui le aveva aperto la porta. La segu nellappartamentino, dove subito si gett su una poltrona, senza quasi guardarla. Non le aveva teso la mano, ma la sua ironia non sembrava rivolgersi a Eva in particolare. Hai dei diritti su di me,dichiar vivacemente Eva.

Madeleine fremette lievemente, alzando appena gli occhi. Dalla sera prima Eva provava lo stesso rimpianto che laveva assalita sulla nave e che aveva chiamato rimorso, ma il suo cuore aveva cessato di vacillare entrando in quellappartamento modesto, incantevole, dove le sembrava di vedere ovunque tracce di solitudine. A Berlino, la virt della sollecitudine amorosa conferiva alla casa dei Pradon lapparenza di un luogo caldo. Eva stava per gridare altre parole dumiliazione, ma qualcosa nellatteggiamento di Madeleine glielo imped. Su, prendi una sigaretta. Siediti. Che te ne pare della mia dimora? Eva si era gi seduta. Incantevole! Hai sempre avuto il dono... Grazie. E tu, sempre in giro per il mondo? Madeleine arross di quellallusione troppo pronta ai fallimenti di Eva. Ma subito dopo esclam: Del resto, al diavolo! Parliamoci francamente, altrimenti non valeva davvero la pena rivederci. Ti ha piantata? S. Si scambiarono un sorriso misto. Ne valeva proprio la pena,disse lentamente Madeleine. Ma non cera asprezza nella sua voce. Forse che il solo fatto di avere nuovamente una casa la rendeva superiore a Eva che abitava in albergo, e il sentimento di quella superiorit la rabboniva? Eva domand bruscamente: Ti manca molto, Guillaume? S... Ma...? Ho un amante... tanto caro. Sei di nuovo innamorata? Non lo so. E buffo. Ho sofferto terribilmente, quando Guillaume mi ha scritto da Berlino di restare a Parigi, ma avevo gi sofferto tanto anche prima. Fu in quel momento, daltronde, che mi sono resa conto di aver sofferto tanto prima... Ti ho odiata, sono corsa a dirtelo... Adesso non lo so pi. Ami... quelluomo? Non lo so. Non lo sapr mai pi, credo. Sono contenta, ma non sento pi niente di forte come con Guillaume. Eppure, provo pi piacere forse con... Grard. E poi, lavoro. Sono preoccupata, spesso stanca. Lo sai com. Eva la guardava con stupore e disapprovazione. Madeleine se ne accorse.

Sei stupita. Tu invece soffri. Oh! soffro per varie cose. Soffrivo... Ma Madeleine non lascoltava. Continuava, senza calore: Ero in collera con te... lo sono ancora. Ma, buffo, ieri sera ho visto doppio. Quando mi sono accorta di te, per un attimo non ho pensato a Guillaume, ho pensato solo a te. Eri la Eva di prima, come se tu non fossi mai stata a Berlino. Questione di un attimo, ma mi ha dato da pensare... Sei stata lo stesso una carogna. Anchio ho pensato la stessa cosa, al cinema. E buffo, eh?... Perch pensi che sia stata una carogna? Nel giro di un minuto Eva era molto cambiata. Tutto quello che aveva pensato da quella notte sulla nave veniva rimesso in questione. Non me ne hai parlato, ecco. Lavevo fermato subito. Eva si stup. Era venuta con lintenzione di accusarsi, ed ecco invece che doveva difendersi. Per anche quella Madeleine non era pi la Madeleine per cui si era torturata. Dovette fare uno sforzo per aggiungere: Lho zittito, ma lho baciato. Subito dopo quella parvenza di confessione fu presa di nuovo dallistinto di difesa: A parte questo, sono stata corretta. Ma continuavi a pensarci. Se te ne avessi parlato, che avresti detto? Ecco che eludo il problema, e contrattacco, si stup ancora Eva. Madeleine si alz, and su e gi con un sorriso a fior di labbra, seguendo con soddisfazione un suo pensiero. Sembrava che avesse fatto venire Eva apposta per quel momento. Dopo tutto, hai fatto bene. Sai che cosa avrei fatto io, probabilmente? Probabilmente ti avrei incoraggiata. Oh! lo dici adesso! Ma Eva si ricredette: E vero che... E vero che ero cos vile, sordida, pronta a dividerlo con tutte. Ma no, con me non avresti potuto farlo. Non sarebbe stata la stessa cosa. Saresti stata veramente gelosa. Ho presentito anche questo. Niente affatto. Al contrario. Avevo fiducia in te, pensavo di non avere nulla da temere. Ah s, vero. Mi disprezzavi un po. Eri una perdente, come me. E io detestavo e temevo tanto le donne che me lo portavano via, che appartenevano a un altro mondo, un mondo perfido, su cui tu e io, poverine, non abbiamo alcuna presa. Contavo che lavresti riportato nella mia atmosfera. S, quello che avrei dovuto fare se fossi stata tua amica. Accettando di essere la sua amante ti sarei forse stata di grande aiuto.

E forse sarebbe ancora mio, pens. Lui, il suo petto cos forte, cos pesante su di me. Madeleine, smettendo di andare su e gi, torn verso di lei. Si guardarono. Poi scossero tutte due la testa. In fondo... E facile dirlo, ora,mormor Madeleine.Hai ragione. E si ributt in una poltrona. Eva si lanci: S, sarebbe stato disgustoso. Ci saremmo disgustate lun laltra; se avessimo fatto una cosa del genere saremmo state tutte due disgustose. Oh! io ero abbastanza disgustosa in quel momento. Ero cos debole, cos vile. Avevo una sola idea: che non se ne andasse. Eva non lascoltava a sua volta. Non voleva lasciarsi sfuggire lo scrupolo tardivo che accarezzava da quella notte sulla nave. Avrei potuto dirgli un no pi definitivo, non baciarlo rimugin ad alta voce. Madeleine la squadr con annoiata ironia. Ma tu lamavi, lami ancora. Perch, credimi, solo da ieri sera che credo che tu lo ami: ho visto la tua faccia sciupata. Figurati che prima credevo che tu non lo amassi proprio perch avevi rifiutato cos a lungo di essere sua. Forse questo che mi ha rovinato. Eva si mise a piangere. Eva si turb. Dopo tutto, forse sei stata davvero unamica, borbott, tornando a passeggiare ancora pi impetuosamente per la stanza, con le mani dietro la schiena. Oh! come sei cambiata, Madeleine,esclam Eva.Questo mi fa male. Trovi? S, sono cambiata, vero?rispose Madeleine, con voce improvvisamente alterata. Eva si chiese se lamica, da quando lei era arrivata, avesse fatto la spavalda, o fosse stata ripresa dal passato. Tu non lo ami pi, ma tutto questo ti ha fatto molto male. Madeleine scosse la testa, amara e scettica. Bah, anche a te. Tu non ami cos tanto laltro. Non c solo Guillaume sulla terra. Te ne accorgerai, te ne accorgerai presto. Sei bella. S, sono indietro rispetto a te, col mio rimpianto. Madeleine torn a sedersi. Fumava una sigaretta dopo laltra. Sugli scaffali cerano ancora dei libri cari a Guillaume. Credi forse che, se non ci fossi stata io, non ti avrebbe lasciato? domand Eva dopo un po. Oh, avrebbe finito per farlo. Tu o unaltra... Non era questo che mi dicevi quando sei venuta a sfogarti. Dicevi che, per lasciarti, gli occorreva una donna come me. Avevi ragione... Con me si pensa subito al matrimonio. Ci si pensa e poi non ci si pensa pi.

Con noi! Io sono come te. Perch noi ci pensiamo. Ahim s, siamo state allevate per sposarci. Lo sposerai, laltro? Qualche volta ci penso, per abitudine. Ma sto prendendo anche labitudine di non pensarci pi. Madeleine, tu fai la spavalda, ma in fondo sei piena di rimpianti. Avresti preferito restare con Guillaume. Ero vile. Perdere mio marito mi sembrava una catastrofe irrimediabile. Ma adesso vedo che non ne sono morta. E invece s, cara mia, sei morta, pens Eva. Soltanto ora, davanti alla cupa portata del disastro, conosceva un vero rimorso. E perch anche tu lavori,disse, per mascherare il sentimento di piet che le saliva al viso. S, ero in gran parte disarmata a causa di questo: la mia ignoranza della vita. Non avevo soldi e non sapevo fare nulla. Vedevo davanti a me solo solitudine e miseria, una dopo laltra. Il lavoro d una specie di personalit. Oh! non esageriamo,esclam Madeleine con un improvviso scatto dira.E unabitudine; ti acquieta, ti fa dimenticare. Io invece mi piaccio pi di prima, di quando facevo la raffinata, sulla scia di quel famoso e grottesco giornalista. Il tuo lavoro pi libero del mio. Ma... sei sola? Nessuno? No, non mi sono data da fare. Tu soffri. Oh! ti prego, niente piet. Eva si era a poco a poco incupita. Si accorgeva che il sentimento del giorno prima era stata unillusione. Provava ancora amicizia per la Madeleine che era mortache lei aveva ucciso. Ma quel sentimento apparteneva anchesso al passato. In realt, non voleva pi bene a Madeleine. La Madeleine che le stava davanti era una persona nuova, sconosciuta, di unindifferenza, di un cinismo ripugnanti. Tutto quello che aveva sofferto per lei era stato inutile, ridicolo e inutile. In fondo la gente indifferente anche al male che gli altri le fanno, non solo al bene. Se ne and, delusa, disgustatapi delusa che disgustata. Il suo personaggio crollava insieme a quello di Madeleine. Era di quel personaggio patetico la sua vittimache era vissuta dopo che Guillaume se nera andato. Aveva voluto toccare con mano quella sanguinosa prova della sua esistenza. Si trovava davanti, invece, una persona in ottima salute, che con le cicatrici sera fatta una nuova pelle. Questa persona deve fare uno sforzo per vincere la sua spensieratezza, in modo da interessarsi alla mia sofferenza, a questa sofferenza in cui mi sono sostituita a lei. Si scaricata su di me e adesso riesce a stento ad accordare uno sguardo a me e al mio fardello. Alcuni giorni dopo Eva and a un piccolo ballo privato dato da alcuni amici ricchi ed eleganti. Le torn dun tratto il buonumore, fece colpo, si divert e fin per flirtare con un giovane tedesco, che aveva gi conosciuto a Berlino. Tornando a casa verso le due del mattino si ricord di Madeleine, e improvvisamente si mise a ridere, con linevitabile grossolanit della convalescenzaquella stessa grossolanit che le aveva dato tanto fastidio nella sua amica. In quel momento cap chiaramente che tutti quegli scrupoli sulla nave le erano venuti troppo tardi, e di avere perduto. Lindomani fu svegliata da una telefonata di Madeleine.

Sei ancora a letto? E il giornale? Lavoro a casa, senza orari. Beata te. Io sono in ritardo, invece. Hai voglia di pranzare con me? Ehm... Il fatto che... Ti secca. Ne hai abbastanza di me. Ho bisogno di parlare con qualcuno. Va bene. Alluna. Vieni a prendermi allalbergo. Madeleine voleva vedere Eva perch non aveva nessunaltra amica, e in quel momento aveva assolutamente bisogno di unamica. Mi ha piantata,le disse subito. Eva sent come unintenzione maligna in quella brutale rapidit del destino. Le venne voglia di dire alla sua ex amica: So a cosa punti. Proprio quando comincio a riprendermi, tu ti ributti in acqua per farmi andare a fondo di nuovo. Ma io mi difendo, e non pranzo con te. Per si rassegn. Daltra parte Madeleine fu parca di particolari e di lamentele. Le bastava semplicemente il calore di una presenza. Eva lascoltava distrattamente, ma le pareva che provasse un piacere maligno a diminuirsi fino a non essere pi nulla. Madeleine, con lincoscienza e la precisione dellistinto, le parl come una compagna di sconfitta. Noi, ripet parecchie volte. Noi che veniamo piantate, noi che scocciamo gli uomini con la nostra idea fissa di sposarci.... Eva vedeva cos concludersi una manovra. Allinizio Madeleine, mediante lindifferenza, sera sottratta al colpo che lei le aveva inferto. E adesso voleva metterla sul suo stesso piano nello stesso costante insuccesso, allo stesso livello dinferiorit. Ma Eva non si gettava in quel nuovo cerchio di pericolosa magia, non era pi prigioniera dellamicizia. N per scrupolo o per rimorso, n per solidariet nella rassegnazione. Respingeva tutte quelle catene che inavvertitamente aveva lasciato si stringessero intorno a lei. Tutto questo era il passato, un momento, un aneddoto. Legoismo, quando nasce dallesperienza, quando nutrito dalla vita, quando uno sforzo che sinnalza al di sopra delle tentazioni della generosit e della piet, non pi egoismo, necessit di vivere. Addio, Madeleine. Mi telefoni? Addio, Madeleine. Ma Guillaume, chi era? Quanto poco importa, dopotutto. LINDOSSATRICE. Mariette Wattin si svegli, si meravigli, si spavent. Si trovava in una stanza sconosciuta, in un letto anonimo, insieme a un uomo che il giorno prima, alle sei e dieci, ancora non conosceva. In ventotto anni non le era mai capitato, anche se faceva una professione che la gente perbene crede tuttuno con i facili costumi: era indossatrice. Pens al bravuomo che era suo amante da tre anni, che aveva tradito cos poco, a cui avrebbe voluto essere completamente fedele, come era stata fedele a quello che era stato il suo primo amante, che lei aveva adorato ed era stato ucciso nel 1916. Guard quello che dormiva al suo fianco. Sent un contrasto tra la profonda indifferenza del sonno e quella violenta tensione del desiderio che, a notte tarda, teneva su di lei degli occhi spalancati. Mai

aveva visto un uomo desiderarla con una violenza cos travolgente, con una divinazione cos improvvisa. In una notte aveva appreso di pi sulla propria bellezza e sulla propria sensualit che in dieci anni. Lui era infatuato, rispettoso e incalzante, con mani forti e parole ingegnosamente tenere, eccessivamente piene di promesse, di cui si stupiva lui stesso. Era un uomo che scriveva sui giornali ed era ufficiale. Un raggio di sole tra le tende cadeva sulla sua uniforme di luogotenente di fanteria gettata su una poltrona. In quella primavera non era ancora stato smobilitato: era giovanissimo. La notte era stata magnifica. Era troppo bello vivere, quella primavera, e sarebbe stata una pazzia non essere pazzi. Ma ora? Ora era finito. Da sveglio sarebbe stato completamente diverso, serio, indifferente, frettoloso di andar via. E lei doveva tornare alla sua savia relazione con un uomo serio, affettuoso, che presto lavrebbe sposata e che lei aveva tradito solo un paio di volte, per golosit di sensi. Quelluomo stava costruendo i primi cinema nei quartieri popolari e la sua ricchezza cresceva a vista docchio. Si alz con precauzione; voleva andarsene prima che laltro si svegliasse. Ma appena fu in piedi, nuda davanti allo specchio del caminetto, cercando nella penombra di annodare lo chignon, il dormiente, come abbagliato da quella bianca colonna, mosse le palpebre. E subito la chiam con la stessa voce ardente della sera prima. Si volt verso di lui, con le braccia alte sul capo. Una bianca fiamminga nel fiore della bellezza. Anche lui era un bel pezzo duomo, tanto bruno quanto lei bionda. Mezzora dopo si affrettava verso la sua casa di mode. Si riprometteva di non vederlo pi; ma non era davanti a quel portone, in place Vendome, da cui lei usciva ogni sera, che le era stato presentato? Fu cos che Mariette Wattin e Philippe Montagne si conobbero nella primavera del 1918. Non era un desiderio fugace quello che sera impadronito di Philippe per quelle bianche carni, ma profondo, durevole, che travolse parecchie circostanze ostili. Ferito alla gamba nel 1915, inabile e, grazie alle conoscenze del padre, distaccato a Parigi, dove disponeva di molto tempo libero. Aveva vissuto in un ambiente facile di giovani donne ricche, che per una ragione o per laltra non sembravano soffrire eccessivamente per la guerra. Dopo aver conosciuto Mariette si stacc un po alla volta da tutto ci. Mariette si difendeva da lui. Certo, era stata felice tra le sue braccia. Ma pensava che al mattino quella felicit sarebbe finita. Aveva bisogno di essere fedele; se si fosse prolungata, quellavventura avrebbe ridotto a brandelli il sentimento di stima che aveva per se stessa, e che si fondava placidamente sulla solidit dei sentimenti del suo amico. Non credeva alle dichiarazioni di Philippe. Quelle parole la seducevano e la spaventavano insieme. Prima di Philippe aveva conosciuto solo uomini daffari piuttosto semplici e li reputava pi fidati di quel giornalista che parlava di tuttocompreso il suo amorecon frenesia. La sua resistenza esasper i sensi di Philippe, che le strappava appuntamento su appuntamento, e a ogni appuntamento brani di confessione; e le ragioni che lei gliene diede con sincero positivismo resero pi amaro il suo modo di allora di vedere le cose. Philippe era stato smobilitato e la sua vita era cambiata dalloggi al domani. Fino allora non aveva mai avuto problemi di soldi; vivendo presso i genitori, agiati borghesi, disponeva della sua paga: ora non pi. E fino allora, anche, era stato un potenziale borghese: doveva dare gli esami che stava preparando prima della guerra per entrare allIspettorato delle Finanze. Ora, di colpo, vi aveva rinunciato, col proposito di vivere della sua penna. Il suo temperamento nervoso era stato colpito dalle sofferenze di un anno di fanteria e la rabbia che lo possedeva gli dava lillusione di una grande forza personale. Sera messo a scrivere come si respira, senza preparazione. Collocava qualche articolo a destra e a manca.

Il giovane, elegante ufficiale si trasform di colpo in un vecchio studente dai sogni tardivamente incerti. Mariette si conform nellidea che si era fatta fin dal primo momento: Philippe non poteva assicurarle quellarrotondamento reso indispensabile dal suo irrisorio salario e che daltronde non aveva mai voluto accettare se non da un uomo che aveva amato e da un altro che stimava. Philippe non poteva, quindi, come lei a tratti aveva cominciato a sperare, sostituire questultimo, la cui goffaggine a letto le raffreddava il cuore; aveva conosciuto la miseria, e dallinfanzia cercava di starne lontana con tutte le sue forze. Non capiva latteggiamento temerario di Philippe verso quella miseria che non conosceva. Difendeva da lui tutto quello che sera conquistata. Disgraziatamente, se aveva gi conosciuto certe raffinatezze materiali, ne voleva delle altre. Ora, accadeva che quelle raffinatezze Philippe gliele offrisse mettendo in pericolo le prime. Senza alcun potere sul denaro, gettava su ogni cosa sguardi indifferenti o sprezzanti nellappartamento riempito a poco a poco dalla liberalit dei due laboriosi amanti. Ma in quel letto a cui faceva togliere le lenzuola di seta trascinava Mariette in unesaltazione dei sensi e del cuore che a poco a poco si faceva troppo preziosa per la giovane donna. Lui apparteneva a una borghesia pi raffinata di quella del costruttore di cinema, che si era fatto da s; la cosa faceva piacere a Mariette, che allo stesso tempo si stupiva e si divertiva della sguaiatezza dei compagni di Philippe. Le era difficile lottare contro diversi piaceri. Lagiatezza dei genitori di Philippe gli permetteva di coltivare una certa mollezza e un certo gusto per la sensualit. Viveva ancora con loro, e quel punto dappoggio gli consentiva quella sua bohme arrogante. Mariette non aveva un punto dappoggio altrettanto solido. E per questo Philippe era pericoloso per lei. Giunse il momento in cui dovette riconoscere che Philippe non poteva pi essere tenuto da parte e che bene o male doveva riservargli un posto a fianco dellaltro. Appena lebbe ammesso, Philippe se ne accorse e cambi. Dalloggi al domani, si fece pi esigente e le chiese di congedare laltro. Non prometteva affatto di rimpiazzare ci che lei avrebbe perduto; non aveva un soldo. Lei avrebbe dovuto lasciare lappartamento, il suo prossimo futuro di donna sposata. Le sarebbero rimasti i mille franchi al mese della sua casa di mode. Con due parole Philippe demoliva disinvoltamente tutti gli sforzi di Mariette dallet di quattordici anni. Si ribell. Per rompere con Philippe confess tutto allaltro, chiedendogli di perdonarla e di difenderla da un nemico, un uomo egoista e ingiusto. Laltro credette di perdonare, ma a poco a poco cedette al rancore; fece parlare la portinaia, che ammise le ricadute di Mariette, e un bel giorno decise di finirla. Con le sue chiavi di amante ufficiale entr nellappartamento mentre Mariette non cera, fece man bassa dei pochi gioielli che le aveva regalato e se ne and per non tornare mai pi. Mariette, dalloggi al domani, si rassegn alleroismo che peraltro si presentava, nei primi tempi, come una volutt infinita che pi nulla poteva fermare. Una volutt con cui Philippe non chiedeva altro che accecarsi, per non vedere la piega che in un batter docchio aveva gi preso la sua vita. Se non sera pi curato del suo avvenire allIspettorato delle Finanze era perch aveva un sogno ambizioso. Pensava di diventare rapidamente uno dei principali giornalisti politici del suo tempo e alcuni colleghi, che serano gi fatti strada, avevano vantato a destra e a manca la sua vena risentita. Altri scuotevano la testa e si rifiutavano di vedere in Philippe altro che un dilettante che non aveva imparato a scrivere e non si decideva a farlo. Avevano ragione loro. Philippe, che nei limiti di un mestiere ben determinato avrebbe probabilmente fatto miracoli, si perdette nelle prospettive incerte e ingannevoli del giornalismo. Non trov la disciplina che lui solo poteva

darsi; fu vittima di quella negligenza subito decisiva che fa dimenticare a un giovane di definire le sue doti attraverso il lavoro. Dopo alcuni fallimenti nella grande stampa, si ridusse a scrivere per una gazzetta di guerra. Sebbene l, come altrove, gli avessero rifiutato una posizione importante, nutriva ancora delle illusioni. Mariette, cos diffidente quando serano incontrati, aveva perduto a poco a poco il senso della realt; cominci a credere nellavvenire di Philippe nel momento in cui appariva definitivamente compromesso agli occhi di giudici pi imparziali. Aveva bisogno di quella speranza per sopportare i primi tormenti della sua nuova vita. Nel giro di un anno non aveva quasi pi vestiti n scarpe. Vendette la pelliccia per pagare laffitto; non riusciva a rassegnarsi a lasciare lappartamento. Philippe le rinfacciava di non riuscire a fare a meno dei suoi miseri averi; lui non aveva alcun bisogno di comodit. Cominci allora a prendere delle abitudini che lavrebbero accompagnato tutta la vita. Quelluomo, che era stato un giovane borghese curato, uno studente scrupoloso, in guerra sera scoperto unindole imperiosamente rozza. Si abbandon completamente alle delizie animalesche e modeste della pigrizia. Un pacchetto di sigarette al giorno e il cinema ogni tanto, un pomeriggio in barca sulla Marne: questo lamore, non chiedeva altro. Le chiacchiere con tizio o caio, la calda atmosfera del giornale, i minuti privilegi che il suo mestiere gli garantiva nella vita parigina, finivano per fargli dimenticare le sue ambizioni. Era un belluomo, e avrebbe potuto avere molto successo con le donne se non fosse stato fedele. Fedelt fatta di gelosia, perch non aveva dimenticato quantera stato difficile conquistare Mariette, e la professione di lei lo teneva in una salutare inquietudine. Basta che una donna abbia resistito unora a un uomo per conservare un lungo prestigio, anche se gli si data mani e piedi legati. Lei si consolava di non avere pi vestiti, dato che era cos ben amata nuda. Ma, alla lunga, quel prestigio si consumava. Philippe cominciava a guardarsi intorno. Tanto pi che la maggiore libert di Mariette aveva diminuito la sua, di cui era gi ferocemente geloso, come pu esserlo uno scapigliato borghese che ricuperi cos lavarizia. Aveva voluto che Mariette fosse tutta per lui, ma non gli passava affatto per la testa di ricambiarla. Volendo mantenere i contatti con la famiglia, nemmeno per un attimo pens di vivere con lei. Le amiche di Mariette, che, ricche o povere, si erano commosse per il sacrificio che questa faceva allamore, erano prossime allindignazione. Ma Mariette spiegava loro i privilegi di Philippe, che lei credeva fossero quelli dellartista, che erano in realt quelli del ragazzo di buona famiglia. Ciononostante riusciva ancora a difendersi, e le capit di uscire con altri uomini; provava piacere, per la durata di una cena, a dominarli con facilit. Forse Mariette e Philippe si sarebbero separati senza dolore, se non fosse intervenuto un fatto gravido di conseguenze: Mariette rimase incinta. Era abituata a certe pratiche, era ben addestrata da Philippe, aveva represso profondamente in s, a quellepoca, la speranza di sposarsi; perci non si meravigli della decisione di Philippe. Tesoro, lo capisci anche tu, non abbiamo soldi. Col mio mestiere... Ah! se avessi soldi, sarei felicissimo di avere un bambino da te. Ma... che vuoi? La decisione fu presa rapidamente e senza grande emozione n da una parte n dallaltra. Quelle poche parole decisero di colpo la sorte di quei due esseri. I mezzi di fortuna usati da Mariette, e che in altre occasioni lavevano risparmiata, stavolta ebbero ragione della sua salute di donna. Rimase menomata come tante altre, dopo aver rischiato di morire.

Philippe, che, fino allora, tanto nei confronti di Mariette che di se stesso era stato principalmente uno sconsiderato e un incosciente, tutto preso dal suo egoismo giovanile, si riscosse a met. Fu assalito da un violento rimorso: per la prima volta in vita sua, malgrado lesperienza in guerra, si scontrava con il sentimento dellirreparabile. La morte, che aveva sfiorato tante volte nelle Argonne o in Piccardia, entrava per la prima volta nel suo cuore. Tuttavia sconvolse solo a met le sue inclinazioni e le sue abitudini. Ma se delle decisioni assolute non seguono immediatamente un tale sconvolgimento morale, ci si accorge pi tardi che non servito a nulla. Fu cos che quella nuova tenerezza, dolorosa e compassionevole, che un nuovamente Philippe a Mariette convalescente, assicur la futura infelicit di lei. Fu quello di cui si rese conto poco tempo dopo il suo amico Xavier Cormont. Questi occupava nella stampa di destra un posto alquanto incerto, sul tipo di quello che Philippe avrebbe potuto occupare col minimo sforzo nella stampa di sinistra. Malpagato e trattato ruvidamente dai colleghi, Cormont sviluppava un talento ineguale ma tenace. Sembrava aver rinunciato alle grandi ambizioni e ostentava in ogni cosa una saggezza un po affettata. Qualche volta pranzava con la coppia, ascoltava le confidenze di Philippe e intuiva quelle di Mariette, che trasparivano sul suo viso chiaro, ora segnato. Perch non lasci Mariette?domand un giorno a Philippe con la bisbetica lucidit dei vecchi amici. Come? Ma se lamo,rispose questi, e subito assunse unespressione ansiosa. Lami ancora. Non aspettare di non amarla pi. Se la lasci al momento giusto, soffrirete meno tutti e due, soprattutto lei. E poi... E poi? Quanti anni ha? Trentaquattro. Non sar bella ancora per molto. Le belle bionde come lei si sciupano, se non altro col lavoro. S, lo so,mormor Philippe,il suo mestiere sfibrante; nessuna continua cos a lungo. Per dirla chiara e tonda, lasciala quando ancora in tempo per trovarsi un amante pi serio di te. Contrariamente a quello che si aspettava Cormont, Philippe non protest contro la morale borghese che gli era stata cos ricordata. Ora capiva che per Mariette, che era onesta, il ricorso a un uomo capace di lavorare per lei era solo un ripiego, una difesa maldestra ma necessaria contro la prematura decadenza che le sue belle carni bianche non meritavano. Ma non voleva guardare le cose in faccia, si rifugiava in giuramenti, in formidabili esecrazioni del traditore che sarebbe stato un giorno. Vecchio mio, non la lascer mai. Ho rovinato la sua vita per incoscienza ed egoismo. Era fatta per avere bambini, con quei fianchi. Cera in lei una sorgente inesauribile di salute e di fecondit. Quando la coscienza grida nella via, la gente, che sa bene di quali eccessi potrebbe essere capace se le aprisse la porta senza precauzione, le getta dalla finestra una delle sue azioni, una sola. Del resto Philippe aveva scelto la pi atroce. Non puoi restare con lei tutta la vita. Perch Cormont lo diceva con tanta sicurezza? Pensava soprattutto che Philippe si sarebbe stufato, presto o tardi, di quella vita disordinata, che in lui si sarebbe ridestato il borghese e che Mariette

sarebbe stata la prima vittima di quel cambiamento. Giudicando le cose da se stesso, che, bravo giornalista senza grande notoriet e che metteva su pancia, sotto sotto sognava un comodo matrimonio, si sbagliava. Ma sbagliava solo circa la china che avrebbe scelto il tedio di Philippe. La prima cosa che venne meno fu quella che sembrava pi solida: il richiamo dei sensi. Per parecchi anni Philippe era stato un amante totalmente devoto, assolutamente fedele. Ne erano garanti la sua povert e il suo orgoglio, oltre alla naturale concentrazione dei suoi sensi, che, proiettata su altri oggetti che non una donna, avrebbe potuto fare di lui un artista. Improvvisamente parl dei lunghi ritardi della sua curiosit, reclam la libert. Cominci a tormentare Mariette. Erano anni che pretendeva di fare di lei una donna moderna, aperta a tutte le indulgenze consigliate da una certa filosofia della natura, una libertaria, premunita contro la tirannia del sentimentalismo. Ma, sotto la sua apparente acquiescenza, la sensibilit di Mariette era rimasta tale e quale, pronta a nutrire la sua sofferenza. Philippe ebbe delle avventure, e, non volendo ingannarla, la strazi con gli artigli di un cinismo che, sempre pi acuminati, armarono un po alla volta un vero e proprio sadismo. Tornava spesso da lei, ma per tormentarla meglio. La sensualit che le riportava versava su di lei lacido dei paragoni pi sleali. Una donna pu singhiozzare tutti i giorni per mesi, per anni. La nostra vita un inferno!grid lui un giorno. Aveva fatto di tutto perch fosse cos. E, da allora, lidea della separazione entr in lui. E in lei. Faceva un male atroce alluno e allaltra. Per lui era la fine della sua coscienza. Dopo laborto di Mariette aveva imperniato la sua vita, con miserabile futilit, sullidea negativa che, se non avrebbe mai fatto molto bene alla sua compagna, non le avrebbe mai fatto neanche molto male. In quanto a lei, tutte le promesse con cui la vita laveva lusingata qualche anno prima, pensava spesso di attirarle di nuovo, di ricondurle sul suo destino. Bench vedesse i difetti e le debolezze di Philippe, aveva ancora fiducia in lui. E difficile, per una donna senza educazione e che ha poca esperienza del mondo, misurare il valore di un uomo e soprattutto ridimensionare quello di un amante che esercita su di lei una completa autorit fisica. Anche lei pensava, come Philippe, che fosse misconosciuto e che un giorno o laltro un miracolo avrebbe illuminato i suoi amici, che entrambi sospettavano lo mettessero in ombra senza parere presso i direttori dei giornali. Al di l di questa fantasticheria si riposava in tutta innocenza su un futuro pi positivo: le risorse borghesi che la meschina esistenza del suo amante continuava a racchiudere, la sua futura eredit, che un giorno avrebbe dovuto dividere con le due sorelle sposate a ufficiali dellesercito. Aveva sempre sopportato che Philippe vivesse coi genitori, perch quellabitudine costituiva un legame tra un passato miserabile, sempre pi lungo, e un avvenire riposante e comodo, sempre pi breve, ahim! Mariette che, a trentacinque anni, cambiava ancora vestito cento volte al giorno in un camerino di place Vendome, riposava in tutta innocenza il suo bel corpo esausto su quella promessa davvenire. Ma, soprattutto, contava sul matrimonio. Questa dolcezza, senza figli, non che unamara illusione, ma per milioni di donne senza risorse e senza famiglia, sperdute nel deserto delle citt, pu ingannare langoscia di essere sole. Ed ecco che Philippe la ripiombava in unindigenza peggiore di quella dei suoi quattordici anni, quando, apprendista arrivata a Parigi, non sapeva di essere bella e la sera camminava, con le scarpette scalcagnate, verso una soffitta vuota. Se non ti amo pi,grid Philippe col viso contratto dalla paura, niente pu far s che ti ami ancora. E se non ti amo pi, non posso pi vivere con te. Si ferm e la guard. Gli sembrava di affondare un coltello e di veder sgorgare il sangue. Il rosso zampillo fu questo grido:

E allora vattene! Perch due vittime, anzich una sola? Se mi uccido, devo morire con te? Se resto con te, la mia vita finita. Pensava con orrore alla noia che adesso guastava le sue serate con lei. Ti ho dato tutta la fine della mia giovinezza, mormor Mariette. Non una ragione per prenderti la mia maturit. Quel giorno Philippe doveva sputar fuori tutto. Lei si ammant della propria ignominia. Sono senza soldi, la bellezza se ne va, finir a fare loperaia. Lui batt i pugni contro il muro. Non cambiare discorso,digrign.Una cosa lamore e unaltra i soldi. Non avrai meno soldi senza di me che con me. Aveva dimenticato quello che le aveva fatto perdere. Mariette tacque. Non osava pi pensare alleredit di Philippe, e non aveva pi n voglia n speranza di piacere a uno di quegli uomini sicuri come quelli che laspettavano una volta in place Vendome. In quelle tenebre, cercava a tentoni lira come una scatola di fiammiferi che pu appiccare un incendio salutare, annientare il passato; ma la sua mano asservita non la trovava. Philippe ripeteva: Sono due cose diverse. Non os per aggiungere: Se tu avessi soldi, saresti meno triste di lasciarmi. Sent che sarebbe stato odiosamente stupido: il dolore non si misura. Non gli rimase che ripetere a pappagallo le sue massime libertarie: Anche tu avresti potuto cessare di amarmi e aver voglia di andartene con un altro. Il rischio era reciproco. Ma Mariette non era libera di non invecchiare pi in fretta di Philippe. Lottava come poteva contro quella fatalit. Ora, lunione delluomo e della donna unassicurazione del pi debole contro il pi forte, e spesso del pi anziano contro il pi giovane. E la necessit che fonda listituto del matrimonio, e simpone nella convivenza con forza ancora maggiore, perch, in questo caso, agisce pi direttamente sul segreto delle coscienze. In una convivenza, dopo qualche anno, il pi debole guarda laltro ed prossimo a riposare infine sullidea di averlo assoggettato definitivamente. Se laltro ha ancora abbastanza forza avverte la minaccia, pianta tutto e si cerca un compagno pi giovane. Mariette, donna buona, senza malizia, senza amici, senza famiglia, senza educazione, di fronte a un uomo che aveva un po di tutto questo sembrava senza difese: aveva per unalleata, la piet, che si aggirava intorno al cuore dellaltro. Philippe si difendeva fieramente da quella adescatrice. Certo, se fosse stato pi forte nella lotta con gli uomini, avrebbe avuto il diritto di difendersi da quella sirena, i cui canti melliflui ti attirano su isole di desolazione. Ma, e lunico rimorso che ebbe fu questo, riusciva a essere duro solo con le donne. Del resto, subdolamente, sera sempre difeso da Mariette: per esempio, non aveva mai voluto vivere con lei. Se non la lasciava adesso, avrebbe dovuto ammettere una buona volta i suoi legami e finire per andare a stare da lei. Quella prospettiva lobblig bruscamente, dopo dieci anni, a riconoscere tutto quello che a Mariette mancava per soddisfarlo e tutto quello che poteva ancora trovare al di fuori di lei.

Ormai maturo, spenta la volutt, Philippe si rendeva conto che quella donna, che esigeva da lui il resto della sua vita, era la causa del male che si era fatto. Era vero che lei non aveva nessun senso dellambizione. Se non fosse stata bella, non sarebbe mai uscita dalla miseria; non aveva mai avuto la minima intuizione di valori superiori; perci non aveva potuto fare a Philippe nessuna critica salutare n spronarlo con lironia. Senza volere, aveva lasciato che Philippe si perdesse nella pigrizia e nella faciloneria. Una reazione tardiva e vana, un oscuro rancore sollev Philippe contro di lei. Un uomo non perdona alla sua compagna le proprie debolezze. Le cose, crudelmente, andarono per le lunghe. Passarono due o tre anni. Bisognava, per finirla, che una volont simponesse a Philippe e a Mariette, entrambi incapaci di avanzare o indietreggiare. Questa volont fu quella di una donna che si innamor di Philippe. Si vide allora che questi era animato dalla voglia di trovare qualcosa di meglio di Mariette, ma che aveva passato troppo tempo con lei per poter ormai innalzarsi molto al di sopra di lei. Aveva messo su pancia, i denti macchiati di nicotina, si lavava poco e tutti i suoi discorsi spiravano rancore. Rene Loret era una giovane giornalista in cui Philippe trovava un interlocutore per le interminabili chiacchiere che andavano sostituendo, sempre pi in lui, la lettura e lo studio. Pi istruita, non era bella come Mariette; ma il suo tipo fisico ricordava in modo evidente, come capita spesso, il tipo dellabbandonata. Ammirava Philippe, che era superiore, sotto tutti gli aspetti, agli amanti che aveva avuto fino allora, e che erano per lappunto quei mediocri colleghi che nei caff costituivano la risibile corte di Philippe. Era altrettanto urgente, per lei, conquistare unombra, quanto per Mariette conservare quella che laveva affascinata cos a lungo. Diede risolutamente battaglia, e vedendo che Philippe si barcamenava e sembrava voler dividere il suo tempo tra lei e Mariette, ebbe il coraggio di lasciare il lavoro e di fare la fame in Spagna per parecchi mesi, pur di farsi desiderare. Quando torn, Philippe non vedeva Mariette da un mese. Una sera torn per dirle che la lasciava. Mariette url, compr una pistola. Qualcosa la salv, una lieve impurit nella sua vita. Aveva continuato a tenere il suo appartamentino di Neuilly. Con quali soldi? Aveva fatto credere allamante di aver avuto un forte aumento di stipendio. Ma, di quando in quando, vedeva un socio del suo ex amico. un uomo scialbo e puntuale che non pareva chiedere pi di quei pochi minuti durante i quali lei si lasciava ammirare di quando in quando. Una sera che aveva rifiutato di ricevere questuomo e che, sola, andava mulinando lidea dellomicidio, quelluomo entr a forza in casa sua. Aveva intuito il suo stato danimo. Quelluomo non era molto sensibile, ma la gelosia che nutriva da mesi, in silenzio, nei confronti di Philippe, aveva fatto di lui, per sempre, lo schiavo di Mariette. In un impeto di gioia esclam: Dopo tutto, lavete pur tradito con me! Quelle parole, che fecero arrossire Mariette, le tolsero per un attimo la coscienza del suo diritto; rimase disarmata. IL TRUCCO MESCHINO. Quando vedevo insieme il grosso Robert Fournier e Maud Galland, mi domandavo ogni volta qual era il loro segreto. Perch, insomma, cera qualcosa di anormale nellaffiatamento di quella coppia. Non tanto perch lui la manteneva e lei si faceva mantenere; tutti i rapporti umani si reggono sul denaro. Il denaro deve circolare, passare di mano in mano. Chi ne ha lo d a chi non ne ha. E, naturalmente, una

donna bella ha pi soldi di una donna brutta. Ma n Maud n Fournier erano persone volgari. Non riuscivi a pensare che luno o laltro dei due si accontentasse trionfalmente della semplicit di questo rapporto, come fa la maggior parte della gente. Fournier era un uomo fine, lultimo grande mercante di quadri, e Maud una donna tanto buona quanto fiera, a giudicare dai suoi discorsi. Ora, Fournier era talmente brutto che non ci si poteva immaginare il loro accoppiamento se non come una cosa orribile. Come raffigurarsi senza disgusto quel corpaccio bolso, quella bocca deforme su carni cos delicate, cos fresche, malgrado i trentacinque anni passati? Andavo abbastanza spesso da Maud Galland, che riceveva poche, scelte persone. Aveva laria felice, libera, piena di dignit. Aveva forse un amante segreto che la consolava a usura? Come mai, comunque, non serbava rancore a Fournier? Gli parlava con una gentilezza che non era simulata, ci avrei messo la mano sul fuoco. E lui rispondeva col tono di un uomo che non n un solenne incosciente n un cinico del compiacimento. Eppure... Pure la gentilezza di Maud non mi tornava. E quanto a lui, cera una sfumatura di rispetto un po troppo calcolato nella sua discrezione con lei. Quella sera mi chiedevo ancora una volta qual era la tara che pareggiava quei due pesi. La cosa mi interessava perch sentivo che era un equilibrio vivo, ottenuto sulla vita non senza difficolt; mi pareva di vederli fremere, bench n luno n laltra si lasciassero sfuggire alcun gesto che potesse apparirmi come un indizio. Di colpo, stanco di chiedere a questo e a quellopi o meno sempre con la stessa risposta: Ma lei ne molto innamorata! Si fatta cos tranquilla!...mi decisi a intervenire di persona, a tentare una prova. Le far un po di corte, mi dissi. So di non piacerle; la prima volta che lho vista, ho capito subito che non avrei mai avuto alcun potere su di lei. Ma, se non altro, il suo modo di reagire mi dar forse unindicazione. E poi vedr anche come lui prende il mio tentativo. Detto fatto. Mi avvicinai a Maud. che discorreva con P..., il pittore, e rideva a gola spiegata. Maud una donna bianca, rosa, bionda, che spira una sensualit felice. Non era difficile, ahim!, fingere di esserne innamorato. Naturalmente lei si accorse subito del mio cambiamento. Quegli stupidi dei miei occhi avevano parlato prima che avessi trovato le parole adatte. Che diavolo vi prende?mi domand tranquillamente, dopo avermi dato un po di corda. Vi dico stasera quello che avevo voglia di dirvi la prima volta, su quella barca dove ci hanno presentati. Ma una storia vecchia. Chi sa? Tuttavia siccome aveva laria di divertirsi, guardai Fournier con la coda dellocchio. S, mi sorvegliava, ma senza darlo a vedere. Insomma, che diavolo vi prende?ripet. Il suo sorriso aveva gi reso impossibile e ridicola la mia simulazione. Non mi restava che essere sincero: Io non vi piaccio; ma, se vi piacessi, dovrei fare ancora a meno di voi? Ah! siete come tutti gli altri: volete sapere se sono innamorata di Fournier. Ma certo. Allora non vi rispondo,mi disse con un tono bruscamente pi duro, scoccandomi unocchiata mista di rimprovero e di disprezzo. Ogni conversazione, ogni relazione diventa impossibile, lo sapete, se non

cinteressiamo un po ai segreti degli altri. S, ma io sono decisa a barare. Bene, eccomi respinto senza beffe ma col danno. Ci voltammo le spalle. Mi avvicinai a Fournier. Mi sentivo in vena di sincerit, cos di colpo: Mio caro Fournier, cinque anni di lealt spazzati via in un attimo. Stasera ho provato a corrompere Maud. Vedo,mi rispose fissandomi. Riscontrai in quello sguardo una certa parentela con quello di Maud. Mi sentii pi vicino al loro segreto, e questo mimpazient. Maud, vedendomi con Fournier, torn verso di me. Disse con un riso schietto, senza malizia: Lui s che fa il suo dovere. Mi ha finalmente fatto la sua dichiarazioncella. Mi mancava il suo suffragio. S,dissi con un sorriso di convenienza, siamo tutti e tre contentissimi. Ebbene! figuratevi che due mesi dopo Fournier mi telefon in ufficio. Un giorno, verso le sei: E libero stasera? Venga a cena da me. Avevo un impegno senza importanza; mi prese una speranza improvvisa, e risposi spudoratamente: Mi liberer. Cenammo insieme, noi due soli. Quelluomo brutto si circonda di cose bellissime, e non le ama damore venale. Parlammo di questo e quello. Sembrava piuttosto distratto, preoccupato, triste. Improvvisamente alz la testa e disse con un sorriso amaro: Volevate sapere come stanno le cose tra me e Maud. Ebbene, stasera ve lo dir. Non ne ho mai parlato con nessuno, ma sono stanco di portare questa croce. Tanto peggio se andrete a raccontarlo in giro. Attento, Fournier, potreste rimpiangere di aver parlato. Mi detestereste, cosa che non vorrei. Fece un gesto per allontanare queste parole enfatiche. Non sono mai andato a letto con Maud. Sono una persona onesta, io. So quanto sono brutto e quanto la mia bruttezza aumenti accanto a quella donna cos bella, no? Ho posto lastinenza come condizione della nostra relazione. Ho unaltra amante. Una sola; non sono un dongiovanni: troppo sensuale. Vado spesso da lei, che daltronde, nel suo genere, altrettanto bella di Maud, forse pi bella, pi giovane. Faccio sempre in modo di essere esausto quando vedo Maud. Con questo sistema sono sempre riuscito a trattenermi: non mi mai sfuggito un gesto. Sinterruppe bruscamente e si alz dal tavolo a cui eravamo ancora seduti: Andiamo in biblioteca,disse. Credetti che rimpiangesse la sua brusca confessione e che non avrebbe pi detto nulla. Aveva parlato con un tale orgoglio! Improvvisamente quellomaccione fiacco aveva mostrato una specie di statura virile. Ma mi offr uno dei suoi ottimi sigari e riprese:Ebbene! mi faccia delle domande, su.

Forse ha detto abbastanza, Fournier. Avanti, mio caro,disse ridendo forte,glielo leggo in faccia. Quello che le ho detto richiede pi di una spiegazione. Apprezzai la sua ironia. Certo. Il punto questo: come ha fatto Maud ad accettare un patto cos umiliante per lei? Esult: Si, naturalmente, questo il punto. Camminava in lungo e in largo tra i suoi libri, con le narici giubilanti. Le ho detto che ero vecchio, esaurito... insomma, non mi sono risparmiato. Ci ha creduto? Ho sempre tenuto accuratamente nascosta laltra. Si, ma insomma! Avete poco pi di quarantanni. La salute la cosa pi difficile del mondo da dissimulare. E va bene! no,dichiar con un piacere in cui balenava un pensiero amaro, attuale,non mi ha creduto. Furbacchione,non potei fare a meno di ironizzare,lavete fatta ingelosire. Non subito. Per un anno tutto ha funzionato benissimo. Il mio era un gioco prudente. Ma a poco a poco lei ha perso la pazienza. E allora? Mi ha teso delle trappole, mi ha fatto la corte. Rise mettendo in mostra i denti guasti. Mi ha quasi desiderato,concluse. E i suoi occhi cercavano nei miei il disgusto. Per sfuggire il suo sguardo dissi qualcosae, naturalmente, fu unuscita infelice. Era quello che voleva. Ditemi, per tutto questo tempo lei vi tradiva? Fu per lui loccasione di un nuovo trionfo: Sicuro! Ma quando lho conosciuta era stata lasciata da John Erwin. E non aveva trovato da sostituirlo con qualcosa di buono. Insomma, fino a che punto sono arrivate le cose? Voleva lasciarmi,disse. Ora non trionfava pi. Era stata solo unondata di ricordi. Visibilmente provava qualcosa, in quegli istanti, che si ripercuoteva sui bei momenti della sua memoria, offuscandoli. Mi racconti,dissi con voce paterna, un po per curiosit un po per distrarlo dai suoi attuali pensieri. S; una sera, dopo un piccolo ricevimento da lei, stavo andando via, come tutte le altre volte; mi ha

trattenuto. Era molto bella, e turbata... moralmente turbata -. (Non contava pi frottole; la sua grassa faccia era tutta gialla).Mi ha detto che la umiliavo, che ero un mostro, che le faceva orrore aver accettato un simile patto, che lo sapeva che ero un uomo normale. Poi, dopo una pausa, mi inferse un colpo improvviso: So che avete unaltra amante!, mi gett in faccia. Ma io mi irrigidii e non battei ciglio. Mi accorsi subito che non sapeva nulla e che solo listinto laveva portata vicino alla verit. Non faceva che ripetere la stessa vaga lagnanza: Voi mi umiliate. Ebbi un momento di esitazione. Mi aveva teso una vera e propria trappola, ma pi profonda di quanto pensasse. Perch, dun tratto, mi faceva vedere tutto lignobile secondo fine che si celava, effettivamente, dietro la mia generosit. Non sono certo uno stupido, non credo esistano sentimenti nobili come quelli che si vedono a teatro. Sapevo daver agito per passione, per passione della bellezza e per amore verso di leima anche che cera un rancore anticipato nello slancio con cui mi ero gettato in quellavventura. E quel rancore non mi sembrava diminuire minimamente la forza legittima della mia passione; ne era linevitabile contropartita. Ma poi la realt ti sorprende sempre. Per un lungo momento mi persi danimo davanti a quellignominioso sfondo che brutalmente si faceva avanti, diventava primissimo piano... Guardai Fournier che continuava ad andare su e gi tra i libri, consumando lentamente il suo sigaro, e che non si occupava pi di me. Fanfarone, ma anzitutto sincero. Fui sul punto,continu,di confessarle tutto. Cos, senza neppure tanti stratagemmi, grazie al pi semplice moto istintivo, stava per indurmi a confessare. Un attimo, e avrei perduto la miserabile posizione che avevo saputo conquistarmi presso quella donna... Si arrest bruscamente in mezzo alla stanza e si volt verso di me. La cenere cadde dal sigaro improvvisamente dimenticato e gli si sparse abbondantemente sul ventre: Mi credete, vero, se vi dico che non mi aspettavo niente di pi? Mi chiedete troppo. Dovevo averlo deluso, ma dopo un po riprese: Ci che mi salv fu che lei dichiar con fermezza sincera che mi avrebbe lasciato. In fondo in fondo non credevo che lavrebbe fatto, ma mi fece abbastanza paura da ridarmi il gusto di tentare il tutto per tutto. Decisi subito di non dire nulla. Se si credeva capace di gettarsi dietro le spalle i miei soldi, la tranquillit del suo avvenire, cera in lei una certa grandezza. Meritava che continuassi a vegliare sulla sua felicit. E poi, improvvisamente, vidi in quale squallore saremmo caduti se le avessi confessato tutto. Provate un po a pensare se dun tratto le avessi detto: Ti amavo, ma avevo paura del tuo disgusto. Adesso, forse, non ti disgusto pi. Sono tuo. Ma mi vedete, con questa pancia, con questa bocca, ad accordarle i miei favori, a Maud cos bianca?... Cos bianca, infatti. Si chin subito su di me per sorprendere nei miei occhi il balenio del desiderio. Sogghign, poi concluse: Mi sarei avvicinato a lei, lavrei presa tra le braccia. Avrebbe chiuso gli occhi... Che orrore!

Tacque, si lasci cadere in una poltrona, masticando il sigaro. Dopo un po domandai: Come ve la siete cavata? Mi sono seduto in una poltrona, cos, ho assunto unespressione desolataera pi difficile di quanto potreste credere, perch in quel momento, nonostante fossi stato dallaltra quello stesso giorno, desideravo Maud violentemente e le ho detto: Maud, ho solo voi al mondo. Vedervi il mio unico piacere. Non toglietemelo. La sua gelosia era gi esaurita. Stanca, mi ha detto: Va bene, amico mio. Ed finita l. Si fregava adagio adagio le mani, al di sopra del sigaro; aveva le palpebre cascanti. Dopo un po riattaccai: Volete dire che tutto tornato come prima. S. Non rimaneva altro che parlare del presente. E, probabilmente, mi aveva parlato del passato, di cui non aveva assaporato a lungo le consolazioni retrospettive, solo per arrivare al presente, quel presente che sembrava tormentarlo tanto. Non osai fargli domande. Volete sapere com andata a finire?disse finalmente.E va bene, ecco qua: Maud si trovata un amante, un uomo molto distinto di cui innamorata. Scossi la testa. Ma povero, e cos lei non ha intenzione di lasciarmi. E, probabilmente, se fosse ricco, prima di lasciarmi dovrebbe vincere qualche scrupolo. E poi abbastanza matura per essere ghiotta dindipendenza; vuole tenermi come parapetto. Scossi ancora la testa. Soffro, ecco tutto, come non avevo mai sofferto finora. Avevo inventato un diversivo per non soffrire cos. Oggi soffro come se fossi andato a letto con lei per tutto questo tempo. Lei, invece, felice: ha tutto quello di cui ha bisogno. Stando con me ha tutti i vantaggi e nessun inconveniente. La mia presenza la protegge dal pericolo di vivere troppo con luomo che ama. Pu vendicarsi su di meoh! lo fa con molto garbo! dellinferiorit in cui si trova con laltro, perch lei lo ama pi di quanto la ami lui. Con me non ha pi nessuna preoccupazione, sicura che i miei sensi siano sopiti per sempre. I CAPRICCI DELLA GELOSIA. Solo adesso capisco le vere e proprie peripezie che fecero di Bertrand Baunier e di Marguerite Pniel prima due amanti, poi marito e moglie, poi due divorziati. Daltronde, le confidenze del mio amico Gille mi hanno svelato retroscena che avevo sempre sospettato, perch lattrazione fisica non bastava a spiegare come mai il volubile Bertrand fosse rimasto cos a lungo accanto a una donna n tanto bella n tanto giovane. Lascio la parola al mio amico Gille: Nel 1929 stavo viaggiando da solo in Spagna, quando, alluscita di una corrida a Granada, mimbattei in Marguerite. Fu in una specie di parcheggio, lontano dalla folla; seduta da sola in una macchina, aspettava qualcuno. Pareva molto contrariata di vedermi. Due anni prima ero stato il suo amante per

alcune settimane, che mi avevano lasciato un penoso ricordo: uno spiacevole malinteso aveva solo avvicinato, per farle scontrare, due persone che avrebbero potuto stimarsi e diventare buoni amici se non ci si fosse messa di mezzo lambizione dellamore. Mera dispiaciuto soprattutto per lei, perch non mi mi era parsa donna fatta per amori da quattro soldi. La nostra avventura, cominciata tra effusioni amichevoli e presto finita nel fallimento sensuale, doveva essere stata un insulto alla gravit del suo cuore. Capii perci che le dispiacesse rivedermi. Ma eravamo soli, uno di fronte allaltra, e ceravamo separati allora senza gesti n parole spiacevoli. Cos la salutai. Turbata, mi tese una mano con cui nello stesso tempo faceva atto di respingermi. Guardando ansiosamente oltre le mie spalle, dalla parte della piazza dove la folla si andava disperdendo in un caldo polverone, ripet due o tre volte in fretta: Andatevene, vi prego. Stavo per obbedirle, intuendo che l vicino doveva esserci un uomo, quando difatti questi apparve dalla parte opposta, dietro una grossa macchina, come se avesse voluto sorprenderci. Era Bertrand Baunier. Lavevo conosciuto a Parigi, ma non sapevo che avesse una relazione con Marguerite, cosa che mi apparve subito chiara. Al vedermi, il viso di Bertrand si contrasse prodigiosamente. Quella reazione eccessiva mi meravigli quanto quella che aveva stravolto e stravolgeva tuttora il volto fine ma tirato di Marguerite. Tuttavia Bertrand riprese subito il controllo di se e venne verso di me tendendomi la mano con fare molto amabile. Ma la sua voce era cos turbata che mi pass per la testa lidea che tra quei due doveva svolgersi qualche dramma, e che un terzo, chiunque fosse, era di troppo. Buongiorno, mio caro, da quanto tempo non ci vediamo! Bisogna venire in Spagna... Si volt bruscamente verso Marguerite. Ma fu con voce improvvisamente pi sicura, pi calma, che le disse: Vi conoscete? Il signor Gille X... la signora Peniel. Cera qualcosa di tranquillamente convenzionale in quella presentazione, il che mi fece pensare che non fosse al corrente del malaugurato passato. Meditavo di andarmene, ma Bertrand, rivolgendosi a me, si comport come un uomo sinceramente felice di trovare un altro per cui ha sempre nutrito una viva simpatia, oppure come uno stanco di stare da solo con una donna. Bertrand insistette perch cenassimo insieme. Non riuscii a nascondere che ero libero e solo, tanto fu brusco il suo attacco. Mi sarei schermito meglio, forse, se allimprovviso Marguerite non avesse dato limpressione di dimenticare completamente il suo primo impulso e di accettare la situazione con la massima spontaneit. Cos passammo insieme la serata; facemmo anzi le ore piccole, andando dagli zingari. Bertrand fu sorprendentemente vivace. Non era allegro, ma parlava di ogni cosa con unardente malinconia, che si addiceva a quella calda sera di settembre. Si rivolse a me quasi tutto il tempo con unattenzione profonda, ma che non sembrava aver bisogno di lunghi sguardi per riprendere contatto con qualcuno che conosceva bene. Ma non mi conosceva bene. Perci, malgrado la prima impressione, mi chiesi due o tre volte se Marguerite non gli avesse confessato qualcosa. Ma lei mi trattava ora con una cortesia cos naturale e insieme cos distaccata che mi pareva poco probabile. Guardava il suo amante altrettanto e pi di quanto guardasse me, con una dolcezza fedele che mi persuase subito del suo amore. Ne fui felice per lei, e mi abbandonai ancor pi a quella bella notte, al pauroso fascino dei canti e delle danze di una razza segreta che ogni sguardo estraneo contamina.

Mi abbandonai tanto che il giorno dopo lasciai lalbergo e presi alloggio presso i miei nuovi amici. Bertrand e Marguerite vivevano fuori Granada, in una casa che degli amici spagnoli avevano loro prestato, e insistevano perch vi passassi tre o quattro giorni. A frugar bene tra i ricordi, mi accorgo che certi impercettibili moti che sfuggivano di quando in quando alluno o allaltra, una contrazione del bel viso un po smarrito di Bertrand e subito dopo uno sguardo troppo insistente di Marguerite su di lui, avevano abbozzato intorno a me i fuggevoli tratti di un mistero che, alla fine, mi attir inavvertitamente verso di loro. Vivemmo insieme due giorni simili alla prima notte; parlavamo molto e ci riposavamo del troppo parlare andando a spasso e guardando ogni cosa attraverso i nostri sogni. La seconda sera mi trovai improvvisamente in giardino e, per la prima volta, solo con Bertrand. Dal giorno della corrida aveva preso forma tra noi, al di l di Marguerite, cosa che capita spesso tra uomini, una sorta dintimit. Parlammo di donne, comera inevitabile tra due uomini che le amavano molto e avevano loro consacrato il tempo sottratto al lavoro e allorgoglio, per la qual cosa serbavano forse loro rancore, ma un rancore che li legava ad esse ancora di pi. La nostra conversazione intima pot tanto pi facilmente risolversi in una lunga confidenza in quanto simili situazioni mi predispongono sempre al rimpianto e alla fantasticheria; quando mi trovo cos, tra un uomo e una donna che sembrano molto uniti, rifletto tristemente sulla mia vita sentimentale irrimediabilmente dispersa. Fui io a lasciarmi andare alle confidenze. Ora mi rendo conto che Bertrand disse solo quello che era necessario per darmi il la. Mi lagnavo per la centesima volta della mia incapacit di preferire il noto allignoto. Ma di che vi lamentate?esclam improvvisamente, con una certa amarezza.Da quello che mi dite, mi sembra di capire che il vostro trasporto verso una donna sia inizialmente molto violento, quindi penetrante; vi porta fino al centro del suo essere. Perch, allora, avete laria di credere che qualcosa di lei vi sfugga? Unintelligenza sensibile pu, con laiuto della passione, capire a fondo una persona di colpo. Se non ammettiamo questo, allora dobbiamo dubitare di tutte le doti e di tutti i talenti. Se un buon amante non riesce a intuire tutto della sua compagna fin dai primi amplessi fisici e mentali, forse che un medico pu a prima vista vedere attraverso un cliente, un politico i suoi avversari, un artista la sua modella? Ma via, una donna che ti ama, nel momento stesso in cui ti d tutto ti svela tutto di lei. Don Giovanni correva per il mondo perch le sue conquiste erano rapide e gli facevano presto esaurire le risorse di ogni luogo. Ma Don Giovanni non stato amato. Che cosa?mi domand trasalendo, con una curiosit che, improvvisamente, rivelava di essere diretta a me pi che a quello che dicevo. Io per ero trascinato dallargomento e continuai: No, non stato amato. Credo profondamente che si amati nella misura esatta in cui si ama. Don Giovanni, non trovando il tempo di amare, non lasciava alle donne il tempo di amarlo. Ma lhanno pure rimpianto e pianto. Hanno rimpianto e pianto lamore, non lui. Tanto che agli occhi delle donne del suo tempo era diventato un mito come lo era stato Adone, ben prima di diventarlo per i posteri. Lui mi guardava con un curioso misto di inquietudine e di soddisfazione. Il suo silenzio mi sollecitava a spiegarmi meglio. Ci sono due livelli di conoscenza: la conoscenza intellettuale e la conoscenza amorosa. Il credente pu riconoscere la necessit di Dio e non amarlo. Linnamorato pu cogliere con la pronta acutezza dei suoi sensi i pi minuti aspetti dellanima di una donna e non entrarci. Allora voi credete che il tempo possa aggiungere qualcosa allamore? mi domand in tono canzonatorio.

Non vi aggiunge, lo fa. Allora quei miracoli di rapidit a cui si riferisce questa parola profana: il genio, questa parola sacra: la grazia, non contano niente per voi? Tacqui un momento. No, no,ripresi,si pu amare al primo sguardo e conoscere amorosamente in un minuto altrettanto bene che in dieci anni, ma questo possibile solo se si ha in s la possibilit di amare per dieci anni la persona appena conosciuta, da cui solo circostanze esterne ci abbiano poi separato. Aveva abbassato le palpebre su un pensiero intenso. Cos, dunque,concluse con voce bassa e alquanto solenne, voi che appartenete alla setta di Don Giovanni, voi non avete mai amato e non siete mai stato amato. E probabile di no,accordai con tono improvvisamente scontento. Ci alzammo per raggiungere Marguerite in casa. Poi parlammo di cose indifferenti, svogliatamente, divisi dalle nostre riflessioni. Lindomani mattina fu Marguerite che fece in modo di restare sola con me tra gli aranci. E buffo,riflettei,non sembravate molto contenta dincontrarmi e poi, dopo, avete fatto di tutto per convincermi a venire qui. Tacque un momento, poi mormor: Quello che vuole Bertrand lo voglio anchio. E cio? Sapevo che era molto pericoloso lasciarvi venire qui,mi disse con voce improvvisamente ansiosa e confidenziale,ma era ancora pi pericoloso, forse, che non veniste dopo che lui vi aveva visto. Come? Pericoloso? La mia incurabile fatuit doveva essere trasparita tutta quanta in quellesclamazione, perch Marguerite mi squadr dalla testa ai piedi con un riso sprezzante. Ma una specie di stanchezza la spingeva a parlarmi. Potete vantarvi di avere uninfluenza determinante sulla nostra storia. La sua risata mi aveva fatto abbassare la cresta; tenevo la testa china. Daltronde vi devo una specie di riconoscenza,- aggiunse con un sorriso triste. Guardai quella donna che era stata molto bella grazie alla sua finezza, malgrado lirregolarit dei lineamenti e della sua figura poco felice. Cos comera adesso suscitava una viva piet, cos viva che ci si chiedeva se non vi si insinuasse un desiderio sadico. Parlava come qualcuno che abbia mantenuto a lungo un segreto e che, stanco, lo sveli improvvisamente, perch ormai diventato inutile. Bertrand stato gelosissimo di voi. Oh! ha un temperamento terribilmente geloso, e se non foste stato voi, sarebbe stato un altro. Grazie, capisco. E stato ossessionato da voi.

Ma guarda, buffo. Eppure mi conosceva. Io sono stato geloso solo di sconosciuti, non capisco come si possa essere gelosi di qualcuno che si conosce. Si capisce subito che non se lo merita. Dopo questo sproposito mi guard con rinnovato disprezzo, alzando le spalle. Vi aveva visto appena due o tre volte. Non vi conosceva abbastanza per giudicarvi; appunto... Sinterruppe. Ma... perch gli avete raccontato quella storia? Prima di tutto, avrebbe potuto venirlo a sapere. Non sono un campione di discrezione, ma lo sapete che con voi volevo esserlo. Bah! non si sa mai. Ma non questo il punto: che non si pu sfuggire ai gelosi. Mi aveva tanto supplicato di raccontargli tutto della mia vita. Gli ho raccontato tutto. E, naturalmente, ha trovato modo di rimproverarmi qualcosaltro: avrei dovuto raccontargli prima quella storia. Scossi la testa, sapendo come gli uomini torturino le donne chiamando menzogna ci che per loro segreto, segreto riposto, da cui sboccia il fiore del nuovo amore. Le donne uccidono il passato tacendolo, gli uomini parlandone. Avevate altre storie da raccontargli, oltre alla mia? domandai, imitando subito e bassamente Bertrand. S, non molte, ma lui si attaccato solo alla vostra, come un pazzo. Ora capisco la vostra emozione alluscita dalla corrida. Capite, ora? Teneva la testa china, immersa in riflessioni ansiose. Non riuscivo ad afferrare il motivo di quellansiet. Buttai l, in tono scherzoso: Ebbene! era geloso di me pi perch non mi conosceva che perch mi conosceva. Adesso che mi conosce, la sua gelosia si placher. Posso andarmene: gi guarito. Lei sollev la testa bruscamente, con una grande angoscia negli occhi. Voi dite? Ah! cos, vero? Sono perduta. Come, perduta? Stavo per dire: non capisco pi niente. Ma intravedevo vagamente unipotesi; non mi diedi la briga di formularla, aspettavo che lo facesse lei. Siete il mio menagramo,mi disse allimprovviso, con pi tristezza che rancore. Come? Mi sembrava che aveste detto il contrario, un momento fa. Non lo so pi. No, aveva ragione il mio istinto. Questo incontro doveva essere un disastro. Ma insomma, spiegatevi. Lei parl tutto dun fiato.

E va bene! ecco. In realt, adesso mi rendo conto di essermi servita di voi contro di lui. Contro di lui, capite? Io ladoro. Fin dal primo giorno ho avuto una paura matta di perderlo. So bene di non essere n tanto giovane n tanto bella. E un miracolo che sia stato con me cos tanto. Questo miracolo si compiva a vostre spese. Era geloso, la sua gelosia lo teneva legato a me. Si era convinto, del tutto erroneamente, che fossi stata molto innamorata di voi, che foste stato luomo della mia vita, e che dopo di voi non avrei pi potuto amare un altro... La guardavo; ero spaventato dalle parti imprevedibili e svariate e sanguinose che si recitano cos da ogni parte in tanti specchi. Questo mi dava un enorme prestigio ai suoi occhi,continuava Marguerite.Non lho capito subito, e allinizio protestai disperatamente. Grazie a Dio, non lo convinsi. Un giorno ho capito che era la mia grande forza su di lui. Un giorno in cui era stanco di me, in cui potevo temere il peggio e in cui il vostro nome, chera saltato fuori, lo ributt su di me: mi fece una scenata atroce e quindi mi riprese con rinnovato desiderio. Da quel giorno non ho fatto altro che pensare a come usare la mia fortuna. Oh! non lho fatto in maniera del tutto cosciente, non sono molto lucida, n molto abile. E lamo troppo. E ho troppa paura. Adesso s che sono cosciente; adesso mi accorgo di essermi servita di voi per quanto mi era possibile. Daltronde, pu darsi che mi sia riuscito proprio perch non ero troppo astuta. E adesso tutto perduto. Ero sorpreso, commosso e anche, ahim!, un po lusingato, scioccamente lusingato. Minvadeva una sorta di voluttuoso turbamento. Ma no, non tutto perduto,dissi macchinalmente. Oh! s, invece. Ma perch? Oh! si rende conto benissimo che lui che amo, che la vostra presenza non mi ha minimamente scosso. Forsanche intuisce che ho recitato un po la commedia. Ho fatto tutto il contrario di quello che avrei dovuto fare da quando siete qui. Avreste dovuto fare la civetta con me. S, vedete bene che una cosa vile, impossibile. E tuttavia ne va della mia felicit. Ma preferisco rovinarmi; mi piace rovinarmi. Restammo a lungo silenziosi. La passione animava il suo volto e i suoi occhi. Mi guardava senza vedermi, ma il suo sguardo si posava su di me, lucido di febbre. E il suo corpo sformato, tenuto su dai nervi tesi, ritrovava linee sorprendenti, che doveva aver avuto in giovent; ma no, che non aveva forse mai avuto fino allora, perch probabilmente non aveva mai amato cos. S, sentivo in me una specie di turbamento in cui cera certo della piet, ma dietro la piet avanzava a passi felpati qualcosaltro. Lei poi saggrappava a me, nel suo smarrimento. Era sicura della fatale decadenza della sua vita, ma pure qualcosa in lei lottava selvaggiamente, pronto a tutto. E poi, chi lo sa quali misteriosi contagi si propagano da una persona allaltra! E i gelosi non hanno spesso il potere che vorrebbero avere, e non creano ci che temono? Desiderano cos disperatamente il trionfo dellavversario da cui aspettano la loro squisita sofferenza! Marguerite non avrebbe potuto ricordarsi improvvisamente di tutte le attrattive che tante volte Bertrand aveva agitato intorno alla mia figura lontana? E poi, in fin dei conti, i nostri due corpi erano l, uno accanto allaltro. E due corpi...

Ero assalito dalla tentazione, e mi sembrava che anche lei lo fosse. Dopo tutto, non faceva il doppio gioco? E non tutto incurabilmente doppio? Con voce tremante azzardai qualche parola. Cercavo di assumere un tono ironico, amaro; e, in effetti, nutrivo del rancore. Forse non tutto perduto... Forse pi geloso che mai o... lo sar... Civettare naturalmente fuori discussione... E nemmeno io ne sarei capace, nonostante il bene che vi auguro... Mi interruppi vergognoso, turbato. Lei sorrideva in modo strano. Lintrico di tanti sentimenti la faceva parere lasciva. Fino a dove ci saremmo spinti se Bertrand non ci fosse sbucato bruscamente accanto, alla svolta di un viale, col suo modo di fare da spia? In quel momento capimmo che tutto era perduto per Madeleine. Il nostro sussulto e la faccia che avevamo fatto dovevano aver destato i sospetti di Bertrand; mi aspettavo anzi una scenata. Macch, niente. I presentimenti di Marguerite erano giusti: era guarito, guarito dalla gelosia e quindi dallamore. La stessa conversazione che avevo avuto con lui non aveva fatto altro che dare lultimo tocco alla decisione della sua sensibilit fin dal nostro incontro nel parcheggio. Aver conosciuto lo sconosciuto laveva guarito. Dopo di che potete immaginare come and a finire. Non amando pi la sua amante, la spos. Presto sinnamor di unaltra e divorzi.

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