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Modello Lotka-Volterra

Lotka è stato un matematico, statistico e chimico statunitense. Volterra è stato un matematico,


fisico e politico antifascista italiano. Entrambi svilupparono lo stesso modello ma partendo da
ragionamenti e spunti diversi.
Le abilità da statistico di Lotka lo portarono a cogliere un’alternanza ciclica nella vendita di
pelli di lince e di lepre, sul mercato. Questo lo spinse a considerare una certa connessione fra le
prede e i predatori.
Volterra invece entrò in contatto con Umberto d’Ancona, uno zoologo Italino, avendone
sposato la figlia, questo gli pose dei dati sperimentali nei quali si vedeva una certa correlazione fra
le prede e i predatori. Volterra da buon matematico ignorò i dati sperimentali e cercò di
modellizzare comunque l’andamento tra preda e predatore.
Il modello partorito da entrambi è formato da due equazioni, le quali non sono risolvibili
singolarmente. Il modello permette una trasformazione matematica tra prede e predatori.
Seppure il modello risulti essere abbastanza accurato questo trascura diversi fattori; infatti,
non vengono trattati i casi in cui il predatore non abbia una singola preda, vengono escluse cause di
mortalità esterne alle due specie (malattia, parassiti o altro predatore), non sono considerate le
capacità di preda e predatore di imparare a sfuggire o a catturare l’altro.
Nel caso di parassiti e ospiti (dove gli ospiti sono le prede ei parassiti i predatori) il modello
Lotka-Volterra è accurato; infatti, è frequente che i parassiti siano specializzati e quindi abbiano
poche “prede”.
Si passi all’analisi matematica del modello:
P=¿ numero di predatori
H=¿ numero di prede
Si scriva l’equazione dell’andamento delle prede in assenza dei predatori:
dH
=rH
dt
Si consideri adesso l’effetto dei predatori e vengano definite le seguenti caratteristiche.
Il numero di prede che sono catturate dai predatori è proporzionale alla probabilità di incontro
fra preda e predatore.
Si definisca HP come il numero di prede per predatore, la densità non basta a definire il
numero di incontri in cui una preda viene catturata, per questo si introduca il coefficiente p che
indichi l’efficienza dei predatori nel catturare le prede, maggiore sarà il valore di p maggiore
saranno l’incontri in cui la preda viene catturata.
Quindi si integrino le seguenti variabili all’equazione precedente:
dH
=rH −pHP
dt
Nell’equazioni di Lotka e Volterra p è una costante, questo fatto trascura la capacità di un
predatore di migliorare dall’esperienza nel caso in cui la densità di prede sia abbastanza elevata,
come viene ignorato il fatto che a basse concertazioni di prede il predatore potrebbe trovare altre
forme di sostentamento.
Adesso si consideri l’equazione dei predatori, in modo semplicistico si potrebbe scrivere:
dP dP
=rP → =bP−mP
dt dt
Ma questo non permetterebbe la risoluzione del sistema, quindi si immagini che i predatori
siano una trasformazione delle prede che hanno cacciato.
Si definisca pHP come il numero di prede uccise, dato dalla densità e dall’efficienza del
predatore, inoltre si aggiunga il coefficiente a che indica il rendimento della trasformazione
preda/predatorie (50g di preda ≠ 50g di predatore, infatti una parete della preda è scartata dal
predatore perché indigeribile, inoltre una parte dell’energia non costituisce massa del predatore, ma
viene dispersa in calore).

In  si noti come sia le rede che i predatori sono in crescita, fin quando non si ha un
equilibrio dei predatori *, da questo momento in poi si ha un declino della popolazione delle prede,
mentre i predatori sono in crescita, questo si vede in , invece in  si vede una diminuzione sia
delle prede e che dei predatori dopo l’equilibrio delle prede *, invece nel  si vede come crescono
le prede e diminuiscono i predatori.

Si noti come i picchi di crescita delle due popolazioni siano sfilzati di un quarto di cerchio, e
si noti inoltre come il picco di crescita delle prede è molto più alto di quello dei predatori, questo
perché per soddisfare un basso numero di predatori c’è bisogno di un alto numero di prede.

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