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Andrea Acconcia e Giuseppe Moriello

La BIBBIA dello
Studente di Successo

1
Titolo Originale: La BIBBIA dello Studente di Successo

Copyright © 2017 by Andrea Acconcia e Giuseppe Moriello

Strategic Learning System Srl

Viale Angelo Masini,12 - 40126 Bologna (BO)

ISBN 9788885749016

2° edizione - Novembre 2017

Tutti i diritti riservati

L’opera, compresa tutte le due parti, è tutelata dalla legge sui diritti d’autore.

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta tramite alcun
procedimento meccanico, fotografico o elettronico o, sotto forma di registrazione fonografica; né
può essere immagazzinata in un sistema di reperimento dati, o altrimenti essere copiato per uso
pubblico o privato, escluso “l’uso corretto” per brevi citazioni in articoli e riviste, senza previa
autorizzazione scritta dell’editore.

2
Ai nostri studenti,

che ogni giorno ci ricordano di quanto siamo stati fortunati 

ad aver scelto di fare questo lavoro.


Ai nostri Manager e Coach, 

che ogni giorno si impegnano con noi 

a costruire qualcosa di più grande di noi.


Ai nostri genitori, 

che ci sono sempre stati vicini nelle nostre scelte, 

anche quando non le hanno capite.

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Indice

Dicono di noi 8
Introduzione alla seconda edizione 20
Gli autori 35
Conosciamoci meglio 45
La storia di Andrea 46
La storia di Giuseppe 54
L’incontro dei maglioncini 59
Passo n°1 Le 3 bugie che non ti faranno laureare in corso 
 63
- A cura di Andrea Acconcia

· Bugia n°1 - La scuola ti insegna un Metodo di Studio 64

· Ma il Metodo di Studio è soggettivo? 67

· Bugia n°2 - I professori sono dei bravi insegnanti 77

· Sei stato in fabbrica per 18 anni della tua vita
 85


- Dagli appunti di Andrea

· Bugia n°3 - Il voto che prendi all’esame determina il 90


tuo valore

Passo n°2 Gli 8 Errori che demoliscono il voto degli studenti 98


universitari

- a cura di Giuseppe Moriello

· Gli 8 errori degli studenti in crisi che fanno crollare il 126


voto all'esame

· Che cos’è la modalità Studente 148

· Il singolo pensiero che ti rallenta nello studio 151

4
Passo n°3 Come liberarti dalle catene degli studenti in crisi
 198
- A cura di Andrea Acconcia

· Prima convinzione: Per andare bene all’università 203


devi farti il culo a forma di sedia per 14 ore al giorno

· Seconda convinzione: Se non ti laurei sei un buono 208


a nulla

· Terza convinzione: Non posso mai venire bocciato o 220


perdere un anno

Passo n°4 L’università sarà la tua Palestra - I 5 muscoli da 231


allenare per spaccare tutto all’esame 

- A cura di Giuseppe Moriello

· Primo Muscolo - Come avere la memoria di un 249


computer

· Come ho conquistato una ragazza con un mazzo di 260


carte

· La Professoressa che all’esame non credeva alla mia 270


Memoria

· Secondo Muscolo - La Strategia d’Esame che ti 284


permetterà di studiare in 1\4 del tempo

· Terzo Muscolo - Come gestire le tue emozioni per 293


non farti sbranare dall’ansia

· Quarto Muscolo - Come avere giornate da 48 ore 312

· I 2 benefici di un Metodo di Studio universitario 315


diviso in fasi separate

· Quinto Muscolo - Come avere la concentrazione di 321


un monaco Zen

· Sesto Muscolo - Come esporre in modo da 324


conquistare il professore

Passo n°5 Il Metodo più veloce per liberarti dall’ansia per 351
l’esame (una volta per tutte!)

5
· 1 - Tu non sei i tuoi pensieri! 353

· 2 - Hai realmente paura dell'esame o hai solo 357


un’immaginazione da campione di memoria?

· Come superare la paura dell’esame in 3 semplici 361


mosse

· 3 - Perché prima dell'esame hai le fitte allo stomaco? 368


Bonus 1 Perché gli altri non riescono a trovare un lavoro 376
per pagarsi gli studi (e come tu invece puoi
trovarlo facilmente) 

- A cura di Andrea Acconcia

· 1 - Come non essere più merce di scambio 382

· 2 - Come farti assumere da un'azienda che cerca 384


gente con esperienza (anche se non ne hai ancora!)

· 3 - Come attrarre il lavoro dei tuoi sogni prima che il 390


lavoro dei tuoi incubi attragga te

· Errori da evitare quando cerchi lavoro 399


Bonus 2 LA VITA È ADESSO (È arrivato il momento di 406
essere Felici!)

- A cura di Andrea Acconcia

· Lavaggio del cervello in mezz’ora - dimentica quello 410


che pensi di sapere

· Come iniziare a vivere la vita che desideri - Strategie 420


pratiche

· Per proseguire il viaggio insieme a noi 432

· I 15 film che devi vedere assolutamente! 435

· I 19 libri che devi leggere assolutamente! 437

6
Il bello di pubblicare la seconda edizione di un libro è la
possibilità di diffondere alcune delle testimonianze di chi
ha già letto la prima edizione, così da permettere a chi si
approccia per la prima volta alla lettura del libro di
sapere quali benefici ne hanno tratto i vecchi studenti e
che difficoltà legate al loro Metodo di Studio hanno
superato.

Nelle prossime pagine leggerai le testimonianze che sono


state scritte sul gruppo Facebook “Studenti di Successo”,
nella speranza che siano utili a dare un quadro di lettura
per te che ti appresti a leggere il libro.

Buona Lettura!


Andrea e Giuseppe

7
DICONO DI NOI

Scritto da Antonio - 29 Ottobre 2016


Ho appena finito di leggere il vostro libro..che dire.. Innanzitutto mi
voglio complimentare per la semplicità in cui è scritto, siete stati
coerenti nel dire che mi avreste parlato come si fa ad un amico davanti
una birra ghiacciata e questo, fidatevi, non è semplice. Direi che è la
cosa che più ho notato, la semplicità. Il modo in cui vi siete rapportati a
me è stato a dir poco fantastico, un qualcosa, delle parole difficili da
cancellare o smentire, sia per gli insegnamenti di vita, dove avete scritto
cose che apparentemente sono scontate ma che nessuno ha il coraggio di
dire..o meglio di fare! Leggendo i vostri racconti mi sono accorto che voi
ci siete riusciti, avete raggiunto i vostri sogni, vi siete liberati dai
fardelli della vita quotidiana e avete migliorato progressivamente la
vostra vita e puntate a migliorare quella degli altri! Indipendentemente
dall'utiltà del metodo(che non mi permetto di giudicare perchè sono alle
prime armi, sto imparando piano piano a capire come posso applicarlo)
è l'intenzione, la dedizione nel provarci che vi rende grandi. Non voglio
dilungarmi in molte parole, non voglio annoiare..ma una cosa è certa
un GRAZIE immenso non ve lo toglie nessuno perchè ci mettete il cuore
nelle cose che fate e trasmettete questa energia a tutti! PS. Spero di
incontrarvi personalmente a Bologna!

——

8
Scritto da Chiara - 9 Marzo 2016
Un ringraziamento ad Andrea e Giuseppe per il libro creato, si vede che
mettete il cuore in ciò che fate e che ci CREDETE davvero TANTO! 

Sicuramente un incentivo in piú per studiare meglio, cercando così di


migliorare non solo i risultati degli esami, ma lo stile di vita in
generale :)

——

Scritto da Leonardo - 3 Gennaio 2016


Ho letto il libro, e devo dire che a parte il linguaggio confidenziale che
trovo essere una prerogativa "diversa" da tante altre soluzioni che si
possono trovare è senz'altro molto più diretto ed efficace in molti casi, ed
a parte anche il fatto che (una piccola critica, o forse solo una domanda
che mi pongo nei confronti di quanto ho letto) occasionalmente ci siano
riferimenti a situazioni comuni, che tutti vivono (mi riferisco ad
esempio alla parte sull'apatia) non riesco a capire bene se è proprio per
il fatto che le vivano tutti e che sia a tutti gli effetti una guida a come
superarle o un modo per accattivare il lettore, mi rendo conto che molte
cose che vengono dette, per quanto "scontate" possano sembrare essere (e
che poi in realtà non lo sono affatto) e molti consigli che vengono dati
nel libro, mi hanno aiutato, in un paio d'ore a voler dare alla strada che
ho davanti un colore diverso, con l'aiuto delle tecniche di cui,
brevemente ma in modo conciso, viene data un'idea credo che sia più
facile "visualizzare" un percorso...forse questo eBook non basta, ma è
senz'altro un ottimo "trampolino motivazionale"...aspetto le video
lezioni! Un saluto a tutti

——

9
Scritto da Francesca - 13 Febbraio 2016
Ho letto il libro due volte e tra una e l'altra ho guardato le video-lezioni
bonus nel complesso ho trovato il tutto estremamente utile, dai concetti
più corposi ai consigli più veloci. Sono lenta a sistemare le informazioni
nel palazzo, e per questo l'ho usato poco (per ora). Ho notato una
grossa differenza nel ricordare le cose attraverso le mappe mentali, che
prima non usavo, ma comunque senza il palazzo, ho sempre un po'
troppa ansia… quindi continuerò a seguirvi per migliorare il metodo :)

——

Scritto da Francesca - 20 Dicembre 2016


Qualche mese fa rimasi incuriosita dai vostri suggerimenti, qualcosa in
quello che leggevo mi smuoveva dentro, mi suscitava più che altro
un'emozione (cosa che da tempo non succedeva). Poi ho deciso di
comprare il vostro libro, di sviscerarlo, di applicarlo senza perdere
tempo, senza farmi condizionare dal pregiudizio inconscio che ti dice:
"See vabbè, dopo averlo letto che fai, passi l'esame ostico col prof.
imbecille, e pure con un voto alto?"

Ebbene sì. É successo!!! Per la prima volta ho studiato divertendomi e


in poco tempo, sono andata a sostenere l'esame senza paura,
superandolo con 28/30. Mesi fa non solo non ci avrei mai scommesso,
ma avrei continuato a definirmi fallita, tornando dall'università con il
capo chino.  Volevo davvero ringraziarvi per tutta la passione che
mettete e che trasmettete.

——

10
Scritto da Paola - 20 Gennaio 2016
Se volete cambiare, il modo di vedere le cose,  di dare valore al vostro
tempo,  a voi stessi.  La strada giusta, è percorrere questo libro. Non
leggere ma percorrere, come se fosse una strada.  La strada per il
cambiamento!! 

Grazie Andrea Acconcia, e grazie Giuseppe Moriello! :D

——

Scritto da Daiana - 1 Marzo 2016


Complimenti! Davvero un libro a dir poco illuminante. L'ho appena
finito di leggere e prima di dimenticarmi di scrivere un commento
meglio che lo faccio subito, come in pratica Andrea consiglia di fare per
TUTTO il libro e direi GIUSTAMENTE! Grazie davvero ragazzi spero
di non perdere questo entusiasmo e questa voglia di cambiare tutto ciò
che sbaglio sia nel metodo di studio che nella vita di tutti i giorni. Un
abbraccio. :)

——


11
Scritto da Tommaso - 13 Dicembre 2016
Nonostante numerosi scetticismi iniziali, derivate dalle prime fasi di
acquisizione delle basi del metodo, mi ritengo molto soddisfatto
dell'acquisto.

La prima metà è stata in gran parte rivelatoria, e fa strano vedere come


applicando il metodo mentalmente si senta comunque di star facendo
uno sforzo ma meno faticoso, più sano e "presente" rispetto al leggere e
ripetere.

L'ultima parte poi è stata davvero un chicchino. Ho sentito riaffiorare,


timidamente, sensazioni e stati di "presenza" che non sentivo dall'età di
18 anni, quando ero nel pieno di un'immersione di un potentissimo e
intensissimo periodo di workshop teatrali il cui scopo principale, e
dichiarato fin da subito, era il miglioramento dell'essere umano.

È in quel momento che avete guadagnato davvero una buonissima parte


della mia fiducia, perché ho percepito che quel che stavo leggendo
andava a combaciarsi quasi ad incastro con molte delle cose che mi
erano state trasmesse all'epoca (e pure in quell'occasione si parlò di
semini da piantare e far germogliare dentro di noi :) )

È in quel momento che mi avete dato una prova evidente che sapete che
cos'è la formazione. ed è per questo che, appena avrò messo abbastanza
soldi da parte, ho intenzione di iscrivermi al video corso.

Avrei potuto, in un modo o nell'altro, chiedere ai miei genitori di


finanziare questo investimento, ma sarebbe stato rischioso, perchè
mentalmente non ci sarebbe stato quel qualcosa che mi avrebbe fatto
dire "Ho deciso di comprarlo con i miei soldi, guadagnati col mio sudore
e la mia fatica, e voglio arrivarci fino in fondo". Più brevemente,

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sarebbe stato alto il rischio di "farsi passare la voglia", la morte
praticamente.

Sono arrivato alla fine di questo wall of text. Intanto grazie di cuore
per non averci rifilato fuffa nel libro, ma tutto il contrario. Continuerò
a seguire i vostri movimenti qua sulla pagina e sul sito, nell'attesa di
potermi permettere di pagare il corso (spero) al prossimo round :)

Grazie ancora e a presto! :)

——

Scritto da Rita - 28 Gennaio 2016


Ho divorato due volte il libro e inutile dire che fornisce delle basi
fantastiche per poter applicare il metodo del palazzo. Consiglio a tutti
di prendere il libro ed approfittare di tutti i materiali messi a
disposizione gratuitamente come le "pausa caffè" di Giuseppe su
YouTube, i vari articoli sul blog e i consigli utilissimi nei commenti di
chi chiede disperato aiuto nella pag Fb! 

In questo momento di pausa esami, mi sto dedicando alla lettura di un


libro consigliato da Giuseppe, nell'attesa che esca il calendario del tour,
al quale, OVVIAMENTE, mi sono già iscritta :D  grazie per avermi
fatto scoprire questo mondo!!!!

——

Scritto da Dalila - 19 Dicembre 2016


Buongiorno a tutti!

Volevo ringraziare Andrea Acconcia e Giuseppe Moriello per aver

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realizzato un libro fantastico che mi ha letteralmente aperto un mondo!
Mi ha aperto gli occhi su quanto tempo ho perso a fissare il soffitto (sto
già iniziando a non farlo più XD) e mi ha dato quella spinta che mi
serviva per mettermi alla prova sui miei tempi di studio e il mio metodo.
Tra le altre cose mi ha aiutato a superare dei limiti che non mi
permettevano di fare ciò che mi piace per paura dei giudizi degli altri.
Per me è già un buon inizio!

Ho terminato il libro da poco, integrandolo con le video lezioni, e sto
mettendo in pratica passo passo tutte le tecniche per un buon metodo di
studio.

Grazie!!!

——

Scritto da Valeria - 14 Dicembre 2016


Oggi ho appena finito di leggere il libro. Ho praticamente finito di
leggere quel libro col sorriso stampato in faccia, mi sembrava di stare
parlando a tu per tu con gli autori... Ho ritrovato molti dei miei
pensieri negativi riguardo il nostro sistema espressi nel libro. 

Ma bando le ciance, mi è stato davvero utile per capire meglio come
impostare con più ordine il materiale per l'esame, anche se avendo già
seguito da questa estate le video lezioni avevo un'infarinatura.

Ma SOPRATTUTTO è un libro che va oltre la mera teoria su "come


apprendere", infatti, si parla proprio di "formazione" e crescita
personale... Ed è una cosa che cercavo da tempo, quindi mi ha lasciata
davvero soddisfatta!

Grazie davvero a Giuseppe e Andrea! :)

——

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Scritto da Sharon - 16 Gennaio 2016
Ho appena finito di leggere il libro... e non so cosa dire! Davvero!

C'è molto di più di un metodo di studio efficace, c'è qualcosa che va a


cercare dentro di te o meglio che ti aiuta a capire chi sei e di cosa hai
davvero bisogno per essere felice. Con Andrea e Giuseppe riesci davvero
a tornare alla tua vita, che dimentichiamo avvolte quanto sia bella e
preziosa. Leggerlo una volta non basta, va capito a pieno, una lettura
superficiale potrebbe portarti a pensare che non stanno dicendo niente
di nuovo.. non è cosi! Mi sento viva e con la voglia di prendere tutte
quelle paure e ansie che mi mette lo studio e di spedirle al mittente e
fagli vedere che non sto li a scaldare la sedia ma sto li perché amo quello
che studio! Servirebbe a tutti gli studenti e lo consiglio vivamente,
davvero ti cambia il modo di vedere il mondo! 

Non finirò mai di ringraziarvi!

——

Scritto da Valeria - 8 Dicembre 2016


Buonasera :) è la seconda volta che scrivo questo post... La prima ci ho
messo 15 minuti per scrivere tutto, ho schiacciato su "pubblica"...e per
un problema di connessione non lo ha caricato e ho dovuto fare tutto da
capo. 

Volevo urlare per lo sclero, lo avevo scritto con il cuore e ci tengo a
riproporre il post con le stesse identiche parole.

Mi rivolgo in particolare ad Andrea e Giuseppe. 



Ho appena finito di leggere il vostro libro e la prima cosa che mi viene
da dire è... GRAZIE. 

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Grazie per tutto quello che fate per noi studenti, grazie per i numerosi
regali e per le tante opportunità che ci offrite, grazie per essere così
generosi anche con chi non ha la possibilità di acquistare il video corso
completo e grazie per tutto il tempo che ci dedicate.

Non vi conosco, e forse mai avrò il privilegio di incontrarvi, ma sento di


volervi bene, credo in Voi e vi sono vicino con il cuore.

Meritate tutto il successo che state avendo e che avrete sicuramente in


futuro. 

Mi sento veramente fortunata ad avervi trovato, di persone autentiche,
genuine, oneste e generose si incontrano veramente raramente nella
vita.

Il libro è stupendo, anche se devo ammettere che la maggior parte delle


cose le conoscevo già, avendo spulciato quasi tutti i video e i post messi
a disposizione gratuitamente. :D

La seconda parte del libro è... Spettacolare. 



Si percepisce che tutto ciò che dite proviene dal cuore senza alcun
interesse personale.

Siete dei Grandi Uomini, fautori di una vera e propria rivoluzione del
Sistema.

Confido in Voi. Non mollate mai.

Vi auguro tutto il meglio di questa Vita, Vi abbraccio forte e vi


ringrazio ancora per avermi dato questa possibilità di crescere. 

Leggerò nuovamente il libro e farò tesoro di ogni vostro ottimo


consiglio :) 

——

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Scritto da Alessia - 7 Dicembre 2016
Finalmente è arrivato il mio manuale di Metodo Universitario! 

Volevo ringraziare Andrea e Giuseppe per aver cambiato non solo il mio
metodo di studio, ma anche il mio modo di pensare per quanto riguarda
l'esame e i professori che ormai vedevo come ostacoli insormontabili! 

Io sono una studentessa di Scienze dell'Educazione e i primi anni


riuscivo tutto sommato a cavarmela con una buona media anche se c'era
sempre il problema dell'ansia e del metodo "leggi e ripeti" che mi faceva
dimenticare presto quello che avevo studiato. Poi varie situazioni
interne ed esterne all'università e i giudizi di chi mi stava intorno mi
hanno portata a diventare una rassegnata, ad avere troppa ansia
dell'esame da non riuscire ad aprire il libro o a rimandare sempre gli
esami finendo fuori corso. 

Ora, a 5 esami dalla laurea, grazie a voi ho riacquistato un po' di


sicurezza e ho deciso di applicare il vostro metodo.

——

Scritto da Dora - 30 Gennaio 2016


Per prima cosa: GRAZIE, ANDREA! Per il regalo e quindi per il libro,
letto controllando il numero della pagina a ogni slide perché mi
dispiaceva che stesse finendo. 

L'ho trovato scorrevole, piacevole e soprattutto molto utile! 

Chi leggerà il post si chiederà cosa c’è di tanto speciale nel tuo
materiale… Beh mi ha aperto gli occhi! E quindi consiglio a tutti gli
studenti di leggerlo!

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Mi sono ritrovata nell'errore che oggi credo più assurdo... il NON-
RIPASSO PROGRAMMATO. Eppure un argomento si fissa e quindi si
ricorda solo ripassandolo. Non so perché nessuno ci abbia mai aperto la
mente fino ad ora e perché non ci siamo mai arrivati da soli al fatto che
bisogna ripassare, immediatamente e dopo un po' di tempo, per fissare
un concetto. Seguirò questa indicazione, da ora in poi, visto che non
l’ho mai fatto e ripetere dopo aver studiato è stato sempre uno sforzo
non indifferente, poiché ero costretta a rileggere le pagine a cui avevo
già dedicato del tempo. 

Un altro errore che commetto sempre è non andare a ricevimento,
pensando di essere banale e non avere domande intelligenti. Ma mi farò
coraggio e sfrutterò a pieno tutte le risorse che l’università mi mette a
disposizione (pagandole tra l’altro.. quindi è da stupidi non
approfittare!).

Insomma, i primi due video e l’ebook mi sono stati già di grande aiuto.
Continuerò a seguirvi! 

GRAZIE per il lavoro che fai, Andrea Acconcia!

——

Scritto da Martina - 14 Aprile 2016


Ho appena finito di leggere il libro ... Andrea e Giuseppe mi
hanno aiutato moltissimo ad affrontare l'ansia d'esame, l'anno
scorso ho sperimentato molte cose scritte sul libro ad esempio non
presentarmi all'esame per paura di essere bocciata, infatti ho
sempre avuto paura di fallire o fare brutta figura davanti ai prof
o essere inferiore agli altri miei compagni di corso. Dopo la
lettura del libro ho capito che il fallimento è la strada per il
successo, con il fallimento si impara imparare a crescere.

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ATTENZIONE


Per motivi di privacy non abbiamo inserito anche i
cognomi dei nostri lettori, puoi trovare le
testimonianze originali andando su:


www.metodouniversitario.it/testimonianze


Troverai le testimonianze originali (con nome
cognome e foto) dei nostri lettori e studenti e
soprattutto i risultati REALI che hanno ottenuto
per i loro esami esami.

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Introduzione alla seconda edizione

Se hai aperto questo libro e stai leggendo le prime pagine


ci sono due possibilità:

1) Ci conosci bene, perché magari sei un nostro


studente, un nostro fan, insomma ci segui da un po’ di
tempo e conosci la nostra filosofia.

2) Non hai mai sentito parlare di noi, quindi è possibile


che qualche tuo amico te l’abbia regalato o ti abbia
suggerito di leggerlo, e quindi probabilmente ti starai
chiedendo:


🤔 “Ma chi sono questi due ragazzi con i maglioncini
colorati?”

🤔 “Che ne sanno loro due di cosa vuol dire essere essere


studenti di successo?”

🤔 “Chi sono loro due per insegnare agli studenti


universitari un Metodo di Studio Universitario?

🤔 “Ma il Metodo non è una cosa soggettiva che varia da


studente a studente?” …E potrei continuare.

Sappiamo benissimo che puoi avere dei dubbi su di noi,


onestamente ne avremmo avuti anche noi qualche anno

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fa se due ragazzi così giovani avessero voluto insegnarci
a diventare due “Studenti di Successo”.

Quando ero ai primi anni di Università non volevo tanti


consigli su “come dovevo studiare”, pensavo di sapere
già come farlo, e sinceramente pensavo che imparare un
qualsiasi “Metodo di Studio” mi avrebbe fatto solo
perdere tempo.

La vocina nella mia testa mi diceva:

" Non perdere tempo a leggere questi libri, pensa a


studiare, non sprecare tempo che puoi impiegare a
studiare per l’esame.

Quindi, se anche tu pensi questo, è abbastanza normale.

Nessuno ci ha mai parlato di una qualche scienza che


interessasse il Metodo di Studio, nessuno ci ha mai
insegnato - né a scuola né all'università - dei protocolli,
delle metodologie, per studiare meglio e in meno tempo.

Ci hanno sempre detto di studiare ma non COME


studiare. Però ogni giorno, da qualche anno ormai, ci
arrivano decine di messaggi del tipo:

😔 ❝ Ciao ragazzi. Io mi impegno veramente tanto all’università


e passo quasi tutto il mio tempo sui libri. Ho anche una media
alta e tutti gli esami, ma praticamente non vivo più, e non mi
riconosco nemmeno più, mi sento svuotato. Come posso fare per
ricominciare a vivere senza però rinunciare ai miei studi? ❞

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😔 ❝ Perché anche se leggo e rileggo le pagine mi sembra sempre
di non ricordare i dettagli importanti? Come faccio a ricordare ciò
che leggo fino al momento dell’esame? ❞

😞 ❝ Ciao ragazzi, l’ansia mi sta distruggendo. Si fa sempre più


forte fino al momento dell’esame, arrivo la mattina dell'esame
completamente impaurita e a volte inizio addirittura a balbettare
nonostante io abbia studiato per dei mesi. Sapete come posso fare
per vivermi meglio l’esame? ❞

😠 ❝ Perché quando arrivo alla fine della pagina ho l’impressione


di non aver capito? ❞

😠 ❝ Come faccio a concentrarmi? Quando inizio a leggere, la


mia testa se ne va senza che neanche me ne accorga. Basta una
mosca che entra nella stanza e perdo la concentrazione ❞

😠 ❝ Studio tanto ma non riesco ad alzare la mia media. Come


posso fare per far percepire al professore la mia preparazione?
Qual è il segreto per avere una bella media? Ne ho bisogno per
laurearmi velocemente e realizzare il mio sogno. ❞

😡 ❝ Ho fatto già diversi corsi su come studiare velocemente, ma


è stata sempre una delusione e una perdita di soldi. Avete
veramente un metodo che mi può aiutare a laurearmi in corso, con
un bel voto o è l’ennesima truffa? ❞

Questi sono i messaggi-tipo che ci arrivano ogni giorno.


Sono messaggi di studenti normali che, semplicemente,

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come tutti gli altri studenti, soffrono i sintomi
dell’assenza di un Metodo di Studio.

Tutti ci hanno sempre ripetuto che “Il Metodo di Studio è


importante”, ma nessuno si è veramente preso la
responsabilità di dirci COME dovevamo studiare.

Ti faccio un esempio, prendiamo un'attività semplice


come cucinare. 🍳

Una casalinga più o meno deve cucinare tutti i giorni,


giusto?

Anche uno Chef che lavora in un ristorante famoso


cucina tutti i giorni, ma lo fa a determinate condizioni, in
determinati tempi, e in determinate modalità. Insomma
ha un metodo per cucinare.

Nel mondo della cucina, ma in qualsiasi lavoro in


generale, quando tu vuoi imparare un mestiere vai da chi
sa fare quel mestiere, e impari il suo metodo.

Non pensi che le ricette siano qualcosa di soggettivo,


anzi ti arrabbi se magari qualche “miscredente” mette
l’ananas sulla pizza o la mortadella nella carbonara. 😨

Quando si tratta di Metodo di Studio, invece, le persone


diventano irrazionali, e improvvisamente “Il metodo
diventa una cosa soggettiva”. Come se le opinioni
avessero più valore della scienza.

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Ma perché succede questo? Perché cercando su Internet
o in giro non è che si trovi molto su “come si studia”…

La maggior parte dei Blog o video che si trovano in


internet sul “Metodo di Studio” sono consigli della
nonna o idee soggettive di qualche studente che ti
racconta di come studia “a modo suo”.

E quindi troviamo suggerimenti del tipo: “io mi trovo ad


evidenziare con 5 colori diversi” o “io mi trovo con i riassunti” o
"io mi trovo a studiare dalle sbobinature" etc. etc.

Oppure, magari ti sarà capitato di incontrare qualcuno


per strada che mostrandoti come si fa a memorizzare
velocemente qualsiasi numero, parola, o informazione, ti
ha portato ad un corso "intensivo" tenuto da qualche
“esperto di apprendimento” promettendoti che anche tu
avresti acquisito:

- una memoria supersonica,


- una lettura più veloce,
- la capacità di sintetizzare i tuoi libri con qualche
tecnica potentissima, smettendo di perdere tempo.

Sappiamo benissimo di cosa si tratta, perché è capitato


anche noi, siamo stati studenti anche noi, e anche noi
siamo stati fermati per strada anni fa.

Dato che è una domanda che ci fanno spesso, per onestà


intellettuale vogliamo dirti che di per sé questi strumenti
possono anche essere utili, ma che sono veramente

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difficili da applicare all’università perché non sono stati
ideati per uno Studente universitario.

Poi ovviamente puoi impacchettarli come vuoi, puoi


chiamarli "corsi di apprendimento" o "corsi sul Metodo",
ma si tratta sempre di corsi che da 30 anni continuano
ad insegnare il solito pacchetto:

- Tecniche di Memoria
- Lettura Veloce
- Mappe Mentali
- Etc. Etc.
Queste metodologie non sono state pensate per
studenti universitari, nascono come corsi generici di
apprendimento, per venditori, casalinghe, professionisti
e sono stati adattati anche agli studenti.

Non importa quanto e come sei seguito, non importa se


sei affiancato da uno, due, o tre tutor, da un "esperto di
apprendimento" o da chiunque altro.

Se la metodologia che stai studiando non è stata pensata


per le tue esigenze sarai sempre una casalinga che tenta
di cucinare come farebbe uno Chef .)

Sia una casalinga che uno Chef devono cucinare, ma


entrambi lo fanno con dei tempi e dei modi
TOTALMENTE diversi.

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Libero di informarti per conto tuo su quest'argomento,
volevamo semplicemente premetterti che non parleremo
di niente di tutto ciò.

Prima di questo libro, in Italia non c’era nessuna


Metodologia di studio pensata unicamente per studenti
universitari.

Come impareremo a capire, uno studente universitario


ha delle esigenze specifiche, che nessun’altra persona che
studia da un libro di testo può mai avere.

Perché?

Perché uno studente universitario deve preparare gli


esami universitari!

E gli esami universitari hanno un livello di difficoltà


cognitiva che non esiste in nessun'altra materia o
professione.

Ci sono migliaia di pagine da studiare e molto spesso


nemmeno si capisce cosa c’è scritto sui libri! 😫

C’è tanto tempo da gestire. Poi c’è l’ansia da esame,


perché si concentra tutto in pochi minuti, preceduti da
ore di agonie.

Devi capire come esporre correttamente in modo da


stupire un professore che studia quella roba da anni.

Non è semplice, non è affatto semplice.

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Solo una persona che non capisce niente di apprendi-
mento può consigliarti di applicare le mappe mentali
direttamente su un libro universitario o di risolvere il
problema della memoria con delle tecniche di memoria,
senza un protocollo preciso da applicare alle
informazioni universitarie.

Ed è inutile voler riadattare strumenti generici per


esigenze specifiche, perché come si dice dalle nostre
parti:

❝ E' inutile a mettere 'o rum... nù strunz nun


addeventa babbà! ❞1 💩
Dare gli esami richiede un lavoro cognitivo così
stressante da non avere molti paragoni nella nostra
società.

Il che comporta un carico di studio e un livello di


difficoltà cognitiva che NESSUN’altra persona potrebbe
mai avere, anche se ha qualcosa da studiare!

Purtroppo però gli studenti (e noi eravamo tra questi)


per sopportare questo carico di studio enorme, si
chiudono in casa a studiare 14 ore al giorno.

1"Inutile aggiungere del rum... lo sciocco non può diventare babbà".


Metafora per dire che non si può cambiare qualcuno o qualcosa in
profondità modificandone semplicemente la superficie.

27
Questo accade perché, se non hai un Metodo di Studio,
l’unica possibilità che hai per diventare uno Studente di
Successo è chiuderti in casa e studiare di più.

Ma cosa vuol dire veramente diventare uno: Studente di


Successo? , -

Significa avere tutti 30 sul libretto?

Significa laurearsi in corso e con 110 e lode?

Da quando abbiamo iniziato a fare questo lavoro,


abbiamo voluto portare in Italia una nuova visione dello
Studente universitario.

Purtroppo tanti, troppi Studenti universitari, quando


iniziano l’Università, restano indietro con i loro esami o,
magari, riescono a fare tutti gli esami ed avere una media
alta, ma lo fanno ad un prezzo troppo alto, ossia quello
di rinunciare a tutto il resto nella loro vita.

Quando uno studente comincia l’università, non avendo


un Metodo di Studio cerca di arrangiarsi meglio che può
e, di solito, si ritrova in queste due situazioni.

Per stare al passo con gli esami l’unica strategia che hai
per dare più esami possibile e in corso è: Studiare di
più. 📖

Ma se l’unica strategia è studiare di più, purtroppo, col


tempo, devi iniziare a rinunciare a tante cose importanti
per la tua vita.

28
Il tempo per te, il tempo per le tue passioni, per i tuoi
hobby, il tempo per stare con la tua famiglia, il tempo per
stare con la tua fidanzata (o fidanzato).

Inizi piano piano dicendo di no ad un’uscita la sera, poi ti


iscrivi in palestra ma non hai mai il tempo di andarci,
rinunci a quello sport che praticavi da anni, abbandoni
tante delle tue passioni che avevi quando eri al liceo.

E in alcuni casi purtroppo ti impegni tanto, ma resti


anche indietro con gli esami, e rischi di andare fuori
corso.

Noi ci siamo trovati proprio in queste due situazioni:

😔 Da una parte il chiudersi in casa, anche 14 ore al


giorno a studiare, diventando completamente aridi e
incupiti per gli esami.

😔 Dall’altra il timore di restare indietro, andare fuori


corso, far spendere altri soldi ai nostri genitori con le
tasse, e in fondo in fondo sentire quel senso di sconfitta
che sta per arrivare quando sai che non hai raggiunto
l’obiettivo.

In questo libro vogliamo raccontarti quello che ha


funzionato per noi, che ci ha permesso di finire gli esami
in corso e con voti alti, ma soprattutto senza rinunciare a
tutto il resto della nostra vita.

29
Questo libro rappresenta una visione completamente
rivoluzionaria della vita universitaria, un cambio di
paradigma.

A distanza di anni i nostri primi studenti ci ringraziano


ancora per queste strategie che li hanno portati ad avere
successo sia nella loro vita personale che nella vita
universitaria.

Quello che ha fatto la differenza per i nostri studenti è


stato proprio questo cambio di paradigma.

Un paradigma culturale è qualcosa che noi diamo per


scontato, esattamente come diamo per scontato che “il
sole gira intorno alla terra” oppure che “la terra è piatta
ed è al centro dell’Universo”. 🌎

Purtroppo nel caso degli Studenti universitari ci sono


molti paradigmi che limitano il loro percorso di crescita
intellettuale e personale, esattamente come 500 anni fa i
paradigmi culturali limitavano l’uomo a pensare che la
terra fosse piatta.

Ci sono delle false convinzioni che noi crediamo vere,


esattamente come si credeva che fosse vero che il sole
girasse attorno alla terra e non il contrario.

In questo libro impareremo quali sono i falsi miti da


sfatare riguardo il Metodo di Studio e l’approccio
all’università.

30
Il primo mito da sfatare sta proprio nella parola
“Successo”.

Essere uno Studente di Successo non significa soltanto


avere una media alta ed essere in regola con gli esami,
ma significa avere uno stile di vita di successo.

Uno stile di vita in cui hai il tempo per uscire la sera, per
andare a bere il caffè con un amico, il tempo per fare
sport, frequentare centri di interesse culturale e formarti
come persona, stare con la tua fidanzata/o, passare del
tempo con i tuoi genitori…

Tutte quelle attività a cui, con il passare del tempo, inizi


a dire di: "NO, perché devo studiare”. 😔

Conosciamo molto bene questa frase, perché l’abbiamo


detta centinaia di volte.

Non ricordo nemmeno più a quante cose ho deciso di


rinunciare perché DOVEVO STUDIARE.

Ma la cosa peggiore è che non dicevo di “no”, perché lo


volevo, ma perché ero obbligato.

Anche oggi per fare il nostro lavoro abbiamo detto di no


a tante cose: puoi immaginare che essere imprenditori
alla nostra età, proprietari di un’azienda che aiuta
migliaia di studenti in tutta Italia, non è proprio
semplicissimo.

31
La differenza è che, mentre oggi è una nostra scelta, 5 o
6 anni fa, quando davamo gli esami, era un obbligo.

Eravamo obbligati a dire di NO a tante cose che avevamo


voglia di fare, perché l’università aveva completamente
assorbito la nostra vita.

Quello che per noi ha fatto la differenza è stato proprio


capire come ottenere buoni risultati all’università senza
dover rinunciare a tutto il resto nella nostra vita.

Questo significa essere uno Studente di successo.

Significa ottenere buoni risultati universitari, senza


inaridirti sui libri 14 ore al giorno rinunciando a tutta la
tua vita.

Come ti racconteremo più avanti, mentre davamo i


nostri ultimi esami trovavamo il tempo per uscire la sera,
per lavorare e pagarci gli studi, o semplicemente il tempo
per noi, per coltivare i nostri interessi.

Questo per noi significa essere studenti di successo, cioè


raggiungere i propri obiettivi, impegnarsi, crescere come
persone e viversi il presente.

" Va bene dare gli esami, ma il vero obiettivo che


dovremmo avere è crescere.

Gli esami sono solo una conseguenza. Investire del


tempo nella tua formazione e nel migliorarti, quella è la
priorità.

32
Gli studenti vogliono la formuletta magica per dare gli
esami, ma noi non ce l’abbiamo, ci dispiace.

O meglio: non esiste la formuletta magica per dare gli


esami in pochi giorni.

Ciò che esiste è un percorso di formazione per


diventare la persona capace di dare gli esami in pochi
giorni.

Che è il percorso che abbiamo portato noi in Italia, per la


prima volta nella storia. È un percorso lungo, tortuoso,
ma che ti porta sull’autostrada per realizzare
velocemente il tuo sogno, qualunque cosa sceglierai di
fare.

L’alternativa è “non avere una scelta”, rassegnarsi alla


situazione attuale.

E ovviamente, se continui a studiare allo stesso modo,


continuerai ad ottenere gli stessi risultati.

📚 Insomma questo è il libro che avremmo voluto


ricevere al primo anno di università. L’abbiamo scritto
pensando proprio a come eravamo durante i nostri primi
anni di università. Ma ovviamente può essere utile anche
se sei all’ultimo anno e all’ultimo esame, perché non è
mai troppo tardi quando si tratta della tua crescita.

Quindi non importa dove ti trovi adesso, se fai il


primo o l’ultimo anno, se fai una facoltà scientifica o
umanistica, se sei fuori corso, o se hai tutti gli esami in

33
regola, in questo libro troverai le linee guida per
diventare uno studente di successo.

🎩 Ti precisiamo soltanto che non troverai nessuna


formula magica né segreto di fatima, ci limiteremo a
spiegarti cosa ha funzionato per noi e cosa funziona oggi
per migliaia di nostri studenti. Noi possiamo solo
indicarti la soglia, starà solo a te attraversare la porta e
intraprendere il viaggio.

Buona lettura!


34
GLI AUTORI
Andrea Acconcia
È Mental coach, fondatore e
co-autore di Metodo
universitario.

È inoltre co-autore del libro “I


5 errori che gli studenti
commettono all’esame”
pubblicato con il prof.
Francesco Muzzarelli.

È il fondatore di Tu sei
Perfetto (www.felicitaincondizionata.it).

Ha studiato alla facoltà di Scienze della formazione e


Psicologia all’Università di Bologna, terminando i suoi
esami in corso in 2 anni e 8 mesi, è stato uno dei primi
del suo corso di laurea a terminare gli esami, mentre
svolgeva il tirocinio e lavorava per pagarsi gli studi.

Non ha continuato il suo percorso di studi per dedicarsi


a tempo pieno a Metodo Universitario, rinunciando
anche ad una proposta di dottorato in Scienze
dell’Educazione.

È anche il fondatore del programma di Formazione “Tu


sei Perfetto” il percorso di formazione per liberare il
massimo potenziale di ogni persona, nel 2017 insieme a

35
Giuseppe Moriello dà vita a “Studenti di Successo” il
primo Tour in Italia sul Metodo di Studio Universitario.


Giuseppe Moriello

È Memory Coach,
co-autore di Metodo
Universitario. 

Nel 2015 classifica
terzo ai campionati
Italiani di Memoria. 


Nel 2016 si è
laureato in corso in
Giurisprudenza
all’Università di
Bologna, dando 14
esami in un anno. 


È anche autore del libro “Trucchi di Memoria”. Nel 2016
fonda il Blog: www.palazzodellamemoria.it, Blog di
riferimento in Italia sulla Mnemotecnica nota come Il
Palazzo della Memoria.

Nel 2017 dà vita insieme ad Andrea Acconcia a
“Studenti di Successo” il primo tour in Italia sul
Metodo di Studio Universitario.


36
SI OK, VOI SIETE BRAVI MA LA
STATE FACENDO TROPPO FACILE!



(Domande e risposte per gli scettici molto scettici 😊 )

Se ti stesse balzando per la testa che siamo dei


semplicisti, che la stiamo facendo troppo facile, fermati
un secondo e dacci il tempo di spiegare.

Questa cosa del “la fai troppo facile” ce la dicono spesso.

Questa è la frase più frequente:

“Si interessante questo metodo, però il problema è:

- La mia facoltà è più difficile della vostra

37
- Io faccio un’università scientifica, i miei esami sono diversi
- Io faccio un’università umanistica, i miei esami sono diversi
- Il mio professore è malefico e tira i libretti in faccia agli
alunni!

- Gli assistenti sono stronzi e bocciano il 90% degli studenti!”


- Io studio a modo mio, perché il Metodo di Studio è soggettivo
- A me non serve studiare più velocemente, a me serve capire
quello che studio

E potremmo continuare…

Quando sentiamo la frase:

😠 “Si vabbe’, è facile dire che si può studiare meglio


e in meno tempo, che con un Metodo di Studio
universitario si può studiare con passione e liberarsi
dall’ansia per l’esame”

Noi rispondiamo dicendo

" No, è facile dire il contrario! 😊

È molto più facile dire che i professori sono stronzi, che


sono tutti raccomandati, che il Metodo di Studio è
soggettivo, che nella facoltà i miei esami sono più difficili
degli altri, o che per i miei esami è diverso, perché tu
non conosci la mia facoltà…

38
Perché la verità è questa: niente di tutto quello che ti
insegneremo sarà comodo come stare seduti a
lamentarsi.

Quindi, se sei in cerca di scuse che ti giustificano, per


favore chiudi questo libro, non è per te, non perdere
nemmeno tempo a leggerlo... sarebbe una delusione.

Quello che leggerai ti darà un po’ fastidio, e sarà un


bene.

Perché ciò che non ti dà fastidio non ti sta spingendo in


avanti, verso il miglioramento.

I nostri studenti non sono lamentosi, non amano fare le


vittime, non sono né rassegnati né disperati.

Sono persone che hanno voglia di fare, di impegnarsi e


poi riscuotere i frutti del proprio successo.

Incontrano difficoltà questo si, come accadeva a noi, ma


davanti ad una difficoltà o un esame andato male
preferiscono imparare qualcosa piuttosto che lamentarsi.

😠 “Ok, ma se il vostro Metodo funziona, perché non


lo applicano tutti? Perché non ce l’hanno insegnato a
scuola? E soprattutto chi siete voi due per
insegnarlo?”

Questa è un’altra domanda che ci fanno molto spesso,


soprattutto quando ci fermano gli studenti per i Pub,

39
quando semplicemente vorremmo berci una birra
tranquilla. 🍻

Tratteremo il perché non abbiamo imparato un Metodo a


Scuola nel Capitolo 1, ma per adesso mettiamo in chiaro
da subito questo concetto.

Intanto questo non è il “nostro Metodo”. Noi ci abbiamo


messo sicuramente del nostro, ma è stato un lavoro di
adattamento più che di creazione.

Mi spiego meglio:

Quando abbiamo scoperto che le tecniche di
apprendimento non vengono insegnate a scuola ci siamo
posti il problema di impararle.

Purtroppo a scuola non ci hanno insegnato un Metodo, ci


hanno detto che bisogna studiare, ma non come farlo.

Di conseguenza il “Metodo” è diventata una cosa


soggettiva, che dipende da studente a studente.

Quello a cui purtroppo siamo lasciati noi studenti è un


“Metodo (non metodo) soggettivo” che sostanzialmente
significa: Leggere e Ripetere il libro, e sperare di passare
l’esame. 🙏

Quando parlo di “leggere e ripetere”, intendo tutte


quelle attività che passano per: Leggere, sottolineare,
evidenziare, riassumere, studiare dalle sbobinature, ecc.
ecc.


40
Stiamo sempre parlando di “leggere e ripetere”, cambia
solo il modo in cui si legge e si ripete.

Quello che facciamo è semplicemente sforzarci di


memorizzare più informazioni possibili e di spiegarle
meglio possibile al professore.

In questo non c’è una strategia, non c’è un Metodo,


perché per avere un Metodo devo imparare a pensare
in modo strategico, ad organizzare il materiale di
studio, a settare gli obiettivi, a dividere le fasi di studio.

Nel leggi e ripeti non c’è niente di strategico, c’è soltanto


il: “Studia il più possibile, e spera che passi l’esame”.

Addirittura quando parliamo di studiare meglio e in


meno tempo, gli studenti ci rispondono che loro “devono
capire” e che “studiare veloce non serve a niente”.

Queste però sono solo opinioni, e noi non parliamo per


opinioni, ma per principi scientifici dell’apprendimento.

Anche perché noi non abbiamo mai parlato di NON


capire quando studi!

Non è che chi lo pensa è in mala fede, è ovvio che senza


una strategia l’unica strategia che ti rimane è STUDIARE
DI PIÙ.

Questo modo di pensare è figlio di vecchie convinzioni


legate allo studio, per cui l’unico modo di studiare è
mettersi col culo sulla sedia per 14 ore al giorno.


41
I tuoi professori e i tuoi genitori hanno studiato così, e
anche noi abbiamo studiato così per 15 anni della nostra
vita.

Prima di imparare un Metodo abbiamo preparato i nostri


esami esattamente come te, leggendo e ripetendo.

Abbiamo scoperto il metodo soltanto quando eravamo al


4° e 5° anno di facoltà.

😠 “Si ma non hai risposto alla domanda: Chi siete voi


due per insegnarlo?”

Come ti dicevo noi non abbiamo inventato niente dal


punto di vista dell’apprendimento.

Abbiamo semplicemente preso quello che da anni (in


alcuni casi da millenni) insegnano i più grandi esperti al
mondo di apprendimento, e l’abbiamo applicato ai nostri
esami.

Applicando, esame dopo esame, siamo riusciti a


terminare i nostri esami in corso e con una media
alta, e le persone hanno iniziato a chiederci come
avevamo fatto.

Ad un certo punto questo è diventato il nostro lavoro,


ma è stato più un dovere morale che un lavoro, abbiamo
sentito entrambi la responsabilità di divulgare una
cultura in Italia sul Metodo di Studio.

42
Anche perché finora le tecniche di apprendimento erano
un qualcosa trattato in modo molto generico.

Le Tecniche di Memoria ad esempio, non sono mai state


insegnate all’interno di un sistema di studio pensato per
Studenti universitari.

Ma anche in questo caso non c’è mala fede.

Le persone che scrivono libri o tengono corsi sulle


Tecniche di Memoria, lettura veloce, ecc, si rivolgono a
professionisti, casalinghe, imprenditori e anche a
Studenti universitari.2

Va da sé che agli imprenditori o alle casalinghe non


gliene frega niente di come si prepara un esame
universitario, e quindi non si può insegnare quello che
serve ad uno Studente.

Anche quando noi utilizziamo le tecniche di memoria ad


esempio, lo facciamo sempre all’interno di un Metodo di
Studio pensato per l’università, un sistema pensato
esclusivamente per Studenti universitari.

Per questo ti diciamo che, chi tiene corsi o scrive libri


sulla lettura veloce e la memoria, NON lo fa a fin di
male, semplicemente fa un mestiere che va bene per
tutti. Ma se tu devi preparare un esame universitario

2 Non diciamo queste cose per sentito dire, Andrea ha frequentato questi
corsi tanti anni fa, insieme a suo fratello (professionista) e a sua madre
(casalinga)

43
ti serve un metodo molto specifico, non uno che "va
bene per tutti”.

Anche se stanno iniziando a non chiamarli più “Corsi di


memoria” e gli danno altri nomi, restano sempre corsi
generici aperti a tutti.

Noi ci siamo resi conto di questo vuoto culturale e


semplicemente abbiamo ideato una sequenza di studio
che fase dopo fase ti accompagna in ogni momento di
preparazione dell’esame.

Da quando apri il libro e inizi a studiare, al momento in


cui il professore ti verbalizza il voto sul libretto.

La nostra sequenza è testata su centinaia di studenti


universitari, STUDENTI, non imprenditori, casalinghe o
professionisti. 📖

Studenti che fanno esami sia in facoltà umanistiche che


scientifiche, sia con esami da 6 crediti che da 14 crediti.

Benissimo, direi che anche per i più scettici ci siamo


detti abbastanza.

Adesso quello che ci rimane prima di cominciare è di


conoscerci meglio.

Vogliamo raccontarti come abbiamo iniziato, come


abbiamo applicato il metodo ai nostri esami e come
siamo diventati due Studenti di Successo.

44
Come ormai avrai capito questo non significa che
abbiamo preso tutti 30 agli esami, ma significa che
abbiamo preso dei 30, come dei 22, che ci sono stati
esami andati male, ma…

Ma quello che è cambiato è stato il rapporto che avevamo


con gli esami, il nostro stile di vita, il fatto che potessimo
lavorare e studiare, o che semplicemente riuscissimo
tranquillamente ad uscire la sera anche prima dell’esame.


CONOSCIAMOCI MEGLIO 


(La storia di due studenti di
giurisprudenza che non volevano fare
gli avvocati)
Questa storia non l’abbiamo ancora mai raccontata.

Siamo nati e cresciuti a circa un Km di distanza, a


Capodrise e Marcianise, due paesi in provincia di
Caserta.

Abbiamo fatto lo stesso liceo, avuto gli stessi professori e


indovinate quante volte ci siamo parlati?

Esatto, zero!

Mai scambiato una parola neanche per sbaglio.

45
Molto strano per due tipi tutto sommato abbastanza
estroversi, uno rappresentante di istituto e l’altro
musicista.

Ma vabbè, vi risparmiamo i dettagli.

Perché per arrivare al nostro incontro dovettero passare


altri quattro anni.

E ci arriveremo da due punti di vista diversi 🙂

LA STORIA DI ANDREA

La mia storia inizia


quando, finito il liceo
dovevo scegliere
l’università.

Fu una scelta difficile,


soprattutto perché non
avevo nessuno che
potesse guidarmi o darmi
delle indicazioni VERE, a
parte ovviamente amici e
genitori che mi dicevano
di iscrivermi a
GIURISPRUDENZA perché “ti apre tante porte”.

46
Sia ben chiaro, io non ce l’ho né con chi fa
GIURISPRUDENZA, né con qualsiasi altro corso di
laurea

Dico solo che avrei avuto bisogno di qualcosa di più


di: “Ti apre tante porte” 😓

Volevo realizzarmi come persona e come professionista,


ma intorno a me non trovavo nulla.

Comunque, tagliandola corta dato che non voglio


intristirti, mi sono iscritto a Giurisprudenza e ho
cominciato a dare gli esami.

Non era però facile come al liceo, dove studiavo il giorno


prima, ci mettevo la mia parlantina, e prendevo buoni
voti.

Ho passato mesi interi, per 8-10 ore al giorno a


studiare materie come DIRITTO COSTITUZIONALE,
DIRITTO PRIVATO, DIRITTO DEL LAVORO, DIRITTO
ROMANO, DIRITTO AMMINISTRATIVO, FILOSOFIA
DEL DIRITTO, ECONOMIA POLITICA...

Insomma, il mio culo ha preso la forma della sedia e mi


sono MESSO A STUDIARE!

Prendere buoni voti per me significava affermare la mia


identità, far capire a tutti che ero bravo, che ero una
persona valida, credibile, autorevole.

Era l’unico modo che conoscevo.

47
Sì, ma a che prezzo?
Studiando così tanto non sono riuscito a farmi degli
amici veri, e le ragazze che frequentavo mi dicevano tutte
che “Non le dedicavo abbastanza tempo”.

Tutto questo per gli esami, gli esami, gli esami.

Ero diventato calcolatore e distaccato, e non mi aprivo


mai veramente con nessuno.

Mi sembrava di essere inghiottito da un vortice senza


uscita:

o STUDIAVO oppure mi riposavo PRIMA di STUDIARE,


o uscivo a svagarmi perché l’indomani AVREI DOVUTO
STUDIARE.

C’è di più: i miei voti per quanto mi impegnassi


tantissimo, non erano mai ECCELLENTI.

Prendevo buoni voti, passavo gli esami, ma non ero quasi


mai appagato di tutti gli sforzi che facevo studiando.

Spendevo un sacco di tempo per studiare, ripetere,


ripetere, ripetere, ma all’esame non ricordavo con
chiarezza gli argomenti, e quindi non li esponevo con un
linguaggio appropriato.

Le ho provate tutte. Ho provato a ripetere con gli amici,


a ripetere a mia madre, allo specchio... ma niente.

48
I sacrifici che dovevo fare erano enormi per conquistarmi
un buon voto all’esame

Ho continuato così per due anni e mezzo poi ho fatto


una scelta...

COSA NON ERO PIÙ DISPOSTO 



AD ACCETTARE

Andai in Spagna a trovare un’amica in Erasmus, con uno


dei miei migliori amici all’epoca.

E in un ostello freddo e fatiscente di Salamanca quando


le dissi per la prima che avrei voluto lasciare
l’università.

Erano mesi che ci pensavo, mesi che me lo tenevo


dentro, e lì, lontano da tutto e da tutti, ho trovato il
coraggio per dirlo per la prima volta a qualcuno.

Ci ho messo poi altri 4 mesi per riuscire a dirlo ai miei


genitori.

Non era una scelta tipo: “Lascio Giurisprudenza per


iscrivermi a Medicina” o “a Lettere e Filosofia”... NO!

49
Lascio L’università per capire: 

1) CHI SONO 

2) COSA VOGLIO FARE NELLA VITA

Mia madre ci ha messo settimane a ricominciare a


parlarmi allo stesso modo, per mio padre sono dovuti
passare addirittura anni.

Avevo tradito le aspettative della mia famiglia di vedere


un figlio avvocato, ero passato da: “bravo figlio che
studia e ci dà soddisfazioni” a: “ha preso una sbandata e
vuole lasciare l’università...”

No, non è stata una scelta semplice.

IL VIAGGIO DELL’EROE


Così ho preso la decisione di partire per un viaggio in


Norvegia, dove ho messo in discussione tutto quello
che ero stato fino ad allora: la mia scala di valori, il mio
concetto di amore, di amicizia, di egoismo, di altruismo.

Insomma ho fatto un vero e proprio reset per


ricominciare da capo.

Era un viaggio più che verso la Norvegia, verso di


me.

50
Il viaggio è stato lungo e faticoso, ho visto quasi la metà
dei paesi d’Europa, ho dormito sotto gli alberi
(letteralmente), mi sono innamorato su una nave come
nei film e ho passato più di 24 ore su un treno troppo
scomodo per dormire e troppo stanco per fare qualsiasi
altra cosa. 😴

Non mi restava altro che andare a fondo dentro me, per


capire cosa c’era dietro tutte le mie paure, ansie,
frustrazioni, senso di vuoto e solitudine.

Tornato in Italia sono venuto a vivere a Bologna, città


nella quale vivo da 4 anni, e chiaramente NON
VOLEVO SENTIR PIÙ PARLARE NÈ DI ESAMI NÈ
DI UNIVERSITÀ!

51
Ma se vai a vivere nella città universitaria per eccellenza,
prima o poi ti torna la voglia di studiare.

Anche perché a me imparare è sempre


piaciuto, ma vuoi vedere che lo facevo nel
modo sbagliato???
Insomma, mi sono riscritto all’università, stavolta
studiando una cosa che amavo e ho cominciato a
studiare con piacere.

La cosa sembrava superata... però quell’ansia, quella


paura dell’esame, c’erano ancora…

Poi finalmente ho capito, che il problema non stava tanto


nella città in cui vivevo, o nella facoltà a cui ero iscritto,
ma nel modo in cui studiavo e nel significato che davo
all’esame.

La mia psicologia e strategia di studio, il mio Metodo e il


mio approccio all’esame.

Capito che il problema non era fuori ma dentro, ho


cominciato a ricercare e a studiare i più grandi esperti di
apprendimento e di crescita personale in Italia e nel
mondo.

Avevo capito che, se volevo vivermi bene l’università,


prendendo voti alti ma anche smettendo di essere
stressato, dovevo diventare padrone delle mie emozioni,
imparando a gestirle e non a subirle.

52
Fatto questo, ho scoperto che esiste un modo per
IMPARARE come IMPARARE

e volevo IMPARARLO! (Scusa il gioco di parole =) )

LA DIFFERENZA CHE HA FATTO LA


DIFFERENZA

Ed è per questo che ho deciso di dedicare tutte le mie


energie, tempo, e soldi per capire come funzionano
queste due cose.

Come funziona la nostra psicologia quando si avvicina


un esame, e quale metodo è più efficace quando si
tratta di studiare.

Visto che né a scuola, né all’Università me l’avevano


insegnato, mi sono andato a cercare i numeri uno del
settore e ho studiato come facevano.

Ho letto i migliori libri, ho frequentato i migliori corsi di


gestione delle emozioni e di tecniche di apprendimento.

Ho capito che viviamo in una società piena di


pregiudizi, dove c’è ancora la convinzione del
maledetto “essere portati”: o sei intelligente o sei
stupido, o sai parlare in pubblico o sei negato, o sei
intelligentissimo o non ti ricordi mai nulla...

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Ma la verità è che: non esistono persone portate o
non portate, esistono buoni e cattivi insegnanti.

Un buon insegnante è in grado di riconoscere i punti


deboli e i punti di forza del suo alunno, e usando le
giuste leve e la giusta motivazione, può partire dai punti
di forza per eliminare o almeno ridurre i punti deboli.

Se qualcuno, chiunque egli sia, vi ha mai fatto credere


che siete stupidi, non portati, lenti, o incapaci è solo
perché non sapeva insegnarvi come fare a migliorare!

Vuoi sapere come è andata a finire? Eh no, prima devi


leggere come ho conosciuto Giuseppe.😄 


LA STORIA DI GIUSEPPE

Avevo scelto di fare


Giurisprudenza perché il
mio sogno era quello
di fare il magistrato
“anticamorra”.

Sono cresciuto in una


terra piena di in-
giustizie, tra Napoli e
Caserta, al centro della
“terra dei fuochi”, la
terra contaminata dai

54
roghi tossici accesi dalla criminalità organizzata.

E quando cresci in una realtà così, devi convivere con


un’idea molto dolorosa:

”Dei conterranei criminali hanno sotterrato scorie radioattive nei


campi, scegliendo la morte di migliaia di persone, per costruire un
impero economico di cui nessuno gode, perché poi tanto fanno la
vita dei latitanti chiusi in dei bunker.”

Questo è un’ingiustizia difficile da accettare, ancora di


più se analizziamo anche il non-sense finale.

Perché ammazzate la gente se poi dovete fare la vita dei


topi? “Ma vi conviene?”, per dirla alla De Crescenzo.

Però ci devi convivere. Ne sei circondato, ce li hai in


classe, al banco accanto al tuo, ci devi convivere. Ti
vogliono picchiare fuori da scuola, ci devi convivere.

Vogliono palpare le tue amiche e tu le devi proteggere, ci


devi convivere.

Io ci dovevo convivere ancora di più dato che, per


complicarmi la vita, decido anche di essere un
“rockettaro” con i capelli lunghi che suonava la batteria.

Insieme al mio gruppo di amichetti vestiti strani,


venivamo minacciati ogni giorno fuori da scuola.

Perché? Perché secondo loro “ci dovevamo tagliare i


capelli e fare gli uomini.”

55
Che a ripensarci fa quasi ridere. Sì dai, ora, se ci ripenso
sorrido.

Però, fatto sta che devi convivere col fatto che ogni
anno perdi qualche amico o qualche parente per
colpa del cibo contaminato. Il cibo e l’aria diventano
dei nemici. Non sei mai al sicuro nemmeno in casa.
Nemmeno mentre mangi un panino.

Penso che questo tipo di esistenza può: distruggerti, o


farti tirare fuori un’energia disumana.

E in questa situazione paradossale, ho trovato sia


persone terribili, sia persone straordinarie. E, forse, sono
proprio le seconde che mi hanno spinto a tirare fuori
l’energia per reagire.

E così, al momento della scelta universitaria,


Giurisprudenza mi è sembrata la strada più giusta per
ottenere la giustizia che non avevo ancora conosciuto.

Il problema è che l’impatto con l’università è stato


veramente deludente. Mi aspettavo delle lezioni
emozionanti, tanta condivisione di conoscenza, tante
esperienze formative.

E invece mi sono scontrato solo con una mole di studio


che non avevo mai visto prima. Ogni esame era intorno
al migliaio di pagine e non sapevo neanche da che parte
cominciare.😧

56
Però che fare? Dato che è iniziato il gioco, tanto vale
giocare. Così impugno gli evidenziatori colorati e inizio a
darci dentro. Qualche esame va bene, qualche altro va
male.

Il problema non sono tanto gli esami, quanto


l’esaurimento che nasce dal leggere pagine in
bianco e nero dalla mattina alla sera.
Più passavo il tempo sui libri più mi sentivo svuotato.
Mi aspettavo un’università che mi facesse crescere come
persona e, invece, era come se mi sentissi perso. Le mie
giornate erano diventate ordinarie e banali.

Non sentivo di stare acquisendo delle capacità che mi


avrebbero permesso di essere un buon magistrato.

Semplicemente stavo imparando “cose”


astratte, che dimenticavo subito dopo
l’esame, come la totalità dei miei compagni.
Non mi piaceva quell’approccio allo studio e sentivo che
ce ne poteva essere uno diverso. Solo che non riuscivo a
capire nello specifico non andasse bene!

Questo malessere si è poi riversato nei miei rapporti. La


mia famiglia era dispiaciuta perché mi vedeva ingobbito
sui libri, senza più il sorriso sul volto.

La mia ragazza e i miei amici erano più o meno nella mia


stessa situazione e quindi, al massimo, cercavamo di fare

57
ogni mese qualcosa di nuovo insieme, per distrarci dalla
frustrazione che ti scatena dentro l’università.

Magari un locale nuovo in cui andare, o un concerto


particolare.

Era tutto un distrarsi dall’ordinaria quotidianità


universitaria.

Insomma ero proprio il prototipo dello “studente in


crisi”.

Ma il peggio arriva al quarto anno quando i problemi che


derivavano dalla mancanza di un vero Metodo di Studio,
vengono tutti a galla, e do solo 2 esami.

A quel punto capisco che sono condannato al fuoricorso,


forse a laurearmi in 8 anni. Fino a quando…

58
L'INCONTRO DEI MAGLIONCINI 

(quando erano ancora in bianco e nero)

Un giorno di Settembre, nel 2014, durante un congresso


a Palinuro, a cui Andrea era stato invitato come relatore,
io, lui ed un mio amico, ci siamo ritrovati per caso a
dividere la stessa stanza.

Così, appena conosciuti, io e Andrea abbiamo iniziato a


parlare per ore e quando ho sentito uscire dalla sua
bocca: “tecniche di memoria” e “vivo a Bologna” nella
stessa frase, le mie gambe hanno iniziato a fremere.
Amavo Bologna e avevo sempre voluto viverci.

59
In più Andrea iniziò a parlarmi di un progetto che
aveva in mente per aiutare gli studenti universitari a
studiare meglio e in meno tempo.

Io ero appassionato di una tecnica di memoria chiamata


“il Palazzo della Memoria”, che qui in Italia nessuno
conosceva.

E morivo dalla voglia di capire come utilizzarla per


sopperire ai proverbiali vuoti di memoria degli studenti
universitari, e stupire il professore all’esame.

Così ho avuto l'impressione che la vita avesse


organizzato apposta quell’incontro, durante un buffet,
su un balcone che affacciava a strapiombo sul Tirreno,
mostrando un panorama che ti faceva venire voglia di
desiderare qualcosa di più.

Appena tornato a casa ho fatto una veloce riunione di


famiglia per dire a tutti che dovevo assolutamente
trasferirmi. Dovevo andare via, perché dovevo realizzare
un progetto enorme, con un tizio appena conosciuto.

Normale no? Immagina la faccia di mia madre.

In 3 giorni ho organizzato il trasferimento e i bagagli, e


sono partito con Andrea nella sua leggendaria Panda
Rossa, piena di bagagli, mozzarelle campane e tanti sogni
da realizzare 🚗 .

Da lì in poi è iniziato tutto, ma non è il momento di


svelarti tutto ciò che ho imparato durante questo viaggio.

60
Preferisco che gli aneddoti ti accompagnino durante la
lettura dei capitoli 2 e 4, in cui ti svelerò cosa mi ha
permesso di dare 14 esami in 13 mesi e laurearmi in
corso nel 2016, invece che nel 2019.

Ma sinceramente questi esami non sono stati la vera


svolta. La vera vittoria per me è stata andare a darli con
una tranquillità che non avevo mai avuto prima. La vera
gioia per me è stata vivermi per la prima volta
l’università come una palestra per crescere e non come
una camera delle torture in cui farmi frustare!

Adesso un'ultima cosa: più che buona lettura, mi


piacerebbe augurarti buon ascolto.

Perché ti parleremo come si parla ad un amico.

Immaginaci al tavolo con te, davanti ad una bella birra


ghiacciata. 🍺

Non ci piacciono i piedistalli, ci piace la vita vera, perché


sappiamo che è l'unico campo in cui si può scendere per
poter affrontare e risolvere i problemi reali.

Ti parleremo senza filtri, facendoti entrare nelle nostre


vite e passeggiare tra i nostri pensieri, affinché tu possa
vivere la stessa trasformazione che ha cambiato la nostra
vita per sempre.

Allora cominciamo? 😁

61
Il prossimo capitolo ci servirà a ripulirti la testa da false
idee e pregiudizi che, i tuoi “mentori” hanno installato
nella tua testa e che ti rallentano tremendamente nel tuo
studio

Che aspetti?

Sei ancora qui? 



Vai subito al prossimo capitolo! 😊

62
Passo n°1

LE 3 BUGIE CHE NON TI FARANNO


LAUREARE IN CORSO
A cura di Andrea Acconcia

In questo capitolo il mio obiettivo è spiegarti perché

è una vita che ci prendono per il culo.


Si, forse potevo partire in modo più moderato, ma che
senso avrebbe avuto?

Ti hanno così tanto riempito di preconcetti e falsi miti


sull’università, gli esami, ecc, che partire morbido
sarebbe stata una mancanza di rispetto nei tuoi
confronti.

Dopotutto abbiamo sempre detto e ribadito che:

“non si devono combattere solo le battaglie che si possono vincere,


ma bisogna combattere le battaglie che vanno combattute”.

Quindi, in sintesi...

Ecco le 3 bugie che ci hanno raccontato da


quanto abbiamo abbiamo messo piede a
scuola:

63
Bugia n°1: La scuola ti insegna un 

Metodo di Studio


Hai mai sentito uno di questi luoghi comuni sul


Metodo di Studio?

- “Devi studiare un po’ e ogni giorno”


- “Vai a fare il Liceo che imparerai il Metodo di Studio”
- “Per memorizzare bisogna ripetere tante volte”
- “Ti serve il pezzo di carta per trovare lavoro” 


Ecc. ecc.

Ora, sinceramente, quali di queste frasi si sono rivelate


vere o ti hanno aiutato nel tuo percorso di studi?

Hai imparato un Metodo di studio al liceo?

Studiando un po’ e costantemente ogni giorno hai


migliorato i tuoi risultati?

Ti ricordi più del 50% degli argomenti che hai studiato


per l’ultimo esame che hai dato?

Quanti laureati disoccupati conosci?

Capisci cosa intendo?

64
La nostra società è piena di opinionisti del Lunedì
mattina, di gente che è pronta a dare consigli ma che non
ha nessuna competenza tecnica di quello che dice.

Cominciamo a chiarire un PUNTO FONDAMENTALE:

Nessuno ci ha mai insegnato un vero Metodo di


Studio.

Tutti ci hanno sempre detto di imparare ma non COME


IMPARARE.

Nonostante esistano tecniche di apprendimento DI


GRAN LUNGA più efficaci dei metodi insegnati oggi, ci
sono ancora tantissimi studenti che studiano
LEGGENDO e RIPETENDO, e questa è una vera e
propria assurdità!

Non si può obbligare un ragazzo a passare seduto su


dei banchi i primi 18 anni della sua vita, per poi farlo
arrivare all’università senza un Metodo di Studio!

E non si può cercare di imparare un libro leggendo e


ripetendo, per poi dimenticare in breve tempo TUTTO o
la maggior parte di quello che hai studiato!

E non parliamo poi di gestire l’ansia, la paura, lo stress,


che culturalmente sono accettati come DATI DI FATTO.

Viviamo in una società che tratta le emozioni come


qualcosa di innato e cristallizzato, e non come
qualcosa sul quale si può lavorare.

65
Te lo ripeto ancora una volta: a scuola, anche per chi ha
fatto il liceo, non ti insegnano un metodo, ti dicono di
imparare ma non come imparare.

A me viene da sorridere quando sento ancora genitori


che mandano i figli al liceo classico perché si impara il
Metodo di Studio.

Beh questa cosa è tecnicamente impossibile, perché non


c’è nel percorso di formazione di un docente (scolastico
o universitario) l’insegnamento delle tecniche di
apprendimento.

Chiariremo questo punto nel paragrafo successivo,


adesso restiamo sul presunto metodo che ti
insegnerebbero al liceo.

Il più delle volte quello che fanno a scuola è spiegarti


qualcosa (quando va bene) per poi assegnarti delle
pagine da studiare, senza insegnarti come studiarle,
come fare degli schemi efficaci, come usare le
caratteristiche della tua memoria per ricordare tutto
quello che studi facilmente, come esporlo oralmente...

ed è veramente un peccato perché poi tantissimi studenti


fanno una fatica enorme per studiare o si convincono che
non sono portati.

- Quante volte ti sei sentito “lento” a studiare?


- Quante volte ti sembrava di impazzire davanti alle
pagine di quel libro perché non riuscivi a concentrarti?

66
- Quante volte hai pensato che gli altri fossero più
intelligenti di te solo perché non riuscivi a prepararti
per un’interrogazione o un esame?

- Oppure quante volte sei stato costretto a rinunciare a


qualcosa nella tua vita per preparare un esame?

- Quante volte per prendere un voto alto hai detto no al


tuo fidanzato, alla tua fidanzata, ai tuoi amici?

- Quante volte sei stato intrattabile con i tuoi genitori


perché eri stressato per un esame?

MA IL METODO DI STUDIO È
SOGGETTIVO?

67
Ti faccio questo esempio per farti capire cosa accade
quando mettiamo piede a scuola.

A scuola quando ti assegnano delle pagine è come se ti


buttassero in acqua e ti dicessero: “Impara a nuotare”.

La maggior parte delle persone pensa che questo sia


giusto, perché “il metodo è una questione soggettiva”, ogni
studente deve impararlo da sé.

Quindi in teoria è giusto che ti buttino in acqua e ti


dicano: “vai impara a nuotare da solo”, e quindi: “vai impara
a studiare da solo”.

Ma fai attenzione, pensa un attimo a un nuotatore


professionista.

Pensi che a un bambino che vuole fare nuoto a livello


professionistico abbiano mai detto: “buttati in acqua e
impara a nuotare”? 🏊

Sì, forse da piccolo ha cominciato per gioco, ma poi è


ovvio che per maturare uno stile e una tecnica
impeccabile sia andato in piscina da un istruttore di
nuoto bravo.

Infatti quando ti dicono “Buttati in acqua” in realtà tu


non impari a nuotare,

IMPARI A RESTARE A GALLA.

Adesso torniamo un attimo alla scuola e all’università.

68
Secondo te uno studente che decide di frequentare
l’università, quindi di fatto un percorso avanzato di
studi, è un nuotatore professionista o un nuotatore
dilettante?

Ovviamente parliamo di un professionista.

Quindi come nel caso del nuotatore, non è normale che


lui impari a “restare a galla”.

Dovrebbe imparare a nuotare in uno stile perfetto.

Questo è quello che dovrebbe fare uno studente


universitario.

Uno studente universitario dovrebbe arrivare


all’università da esperto di apprendimento3 , in grado di
comunicare in modo efficace quello che ha studiato
all’esame.

Ripetiamo questa definizione per fissarla bene.

“Uno studente è un esperto di apprendimento che sa


comunicare in modo efficace all’esame”

Domanda scontata.

Hai mai ricevuto un’ora di lezione sul Metodo di Studio

3 per esperto di apprendimento intendo uno studente che sappia come


funziona la sua memoria, come usarla, come concentrarsi in modo efficace,
come comprendere e memorizzare informazioni, ecc.

69
Certo che no.

Capisci allora cosa intendo quando ti dico che siamo
iscritti ad una gara di nuoto ma nessuno ci ha mai
insegnato a nuotare?

I più determinati provano a nuotare da soli ma questo gli


costa un sacco di tempo e fatica, e tutti gli altri si
convincono di non essere capaci, non essere portati, di
avere disturbi dell’attenzione, o di essere troppo lenti,
semplicemente perché non hanno un istruttore di nuoto
che gli insegni lo stile libero, la rana, il delfino o la
farfalla.

Chiaro?

Per imparare a studiare ci vuole un coach del Metodo


di Studio, come per imparare a nuotare bene ci vuole un
coach di nuoto.

Altrimenti possiamo soltanto restare a galla, chi meglio


chi peggio.

Se non mi credete chiedetevi perché imparare piace a


tutti ma studiare non piace a nessuno... Potrebbe essere
sbagliato il modo in cui studiamo?

70
IL RAGAZZO È INTELLIGENTE 

MA NON SI APPLICA

Quante volte hai sentito dire questa frase?



Quante volte ti hanno detto questa frase?

La cosa assurda del sistema scolastico è che non si


prende la responsabilità né dei risultati, né soprattutto
della partecipazione attiva dei suoi alunni.

All’università mi hanno insegnato questi concetti in
teoria, concetti come la partecipazione attiva,
l’empowerment, lo scaffolding4.


Concetti che purtroppo però non sono né attuati né
incentivati a scuola, se non con qualche eccezione di
“bravi professori che fanno il loro lavoro con passione”.

Questi professori costituiscono l’eccezione e non la


regola.

La frase “il ragazzo è intelligente ma non si applica” è


sbagliata, perché contiene un presupposto sbagliato.

Cioè il fatto che il ragazzo debba applicarsi per forza.

4la partecipazione attiva riguarda la partecipazione degli alunni, che non


deve essere un passivo scaldare la sedia; l’empowerment consiste nel
portare l’alunno ad una consapevolezza di sé, delle sue azioni e scelte; lo
scaffolding è l’aiuto dato da una persona ad un altra per realizzare un
compito.

71
Ma chi l’ha detto?

Mentre l’Università è una scelta, la scuola è dell’obbligo,


quindi perché un alunno dovrebbe impegnarsi a scuola
se non ha scelto di frequentarla?

Potrete obbligarlo a frequentare, ma non frequentare


attivamente, perché la partecipazione attiva non è una
cosa che è possibile ottenere con l’obbligo.

Il discorso non finisce per la scuola, ma si estende anche


all’università.

Se pensi che ci sia qualcosa che non va


nell’università, nei professori, o più in generale
nel sistema universitario non hai torto, hai
ragione,

e adesso ti spiego perché.

L’università italiana è teorica e ancorata a tecniche di


insegnamento obsolete.


ATTENZIONE!!! Queste non sono MIE opinioni, ma
dati di fatto.

È un dato di fatto che in pochissime università siano


previsti percorsi di formazione attiva e pratica, ma le
lezioni siano teoriche ed il più delle volte ex
cattedra, cioè con un professore che spiega e gli alunni
che ascoltano.

72
Questa tecnica di insegnamento è vecchia, è obsoleta,
non è una mia opinione ma è quello che mi hanno
insegnato i miei stessi insegnanti all’Università che
facevano lezione ex cattedra!5


Il fatto che l’Università sia ancorata a tecniche di
insegnamento e di apprendimento obsolete la rende
purtroppo noiosa.

Esattamente come a scuola nessuno si prende

veramente la responsabilità della partecipazione attiva


dei propri alunni.

“Sì, ma che c’entra l’università è una libera scelta,


l’hai detto anche tu prima”

Sì, l’università è una scelta libera in teoria, ma in pratica


non è così.

Gli studenti sono praticamente obbligati a frequentare


l’università per avere accesso ad una vasta gamma di
lavori.

Quindi in teoria è una scelta, in pratica è un obbligo.

Nel 99% dei casi gli studenti frequentano un corso di


laurea non perché c’è quell’Università, ma
NONOSTANTE quell’Università.

5Non proprio tutti, ho avuto anche professori che sperimentavano tecniche


di insegnamento innovative, è a questi professori che devo il fatto di aver
aperto gli occhi quando ero studente.

73
Lasciando stare gli abusi di potere dei professori, la
mancanza di disponibilità di molti di essi, e il fare
arrogante con cui molti trattano gli studenti, lasciando
stare questo e considerando questi casi come delle
eccezioni, quello che abbiamo resta comunque un
sistema didattico vecchio e obsoleto.

Il fatto che le lezioni siano ex cattedra, e che


l’apprendimento universitario sia “andare a lezione e
studiare il manuale”, rende le modalità didattiche un
apprendimento di tipo PASSIVO.

Questo non è soltanto noioso per gli studenti ma anche
inefficace dal punto di vista dell’apprendimento.

Come spiegò già nel 1969 il prof. Edgar Dale con il


suo Cono dell’Apprendimento:

👉 Leggere e seguire una lezione sono tra le forme
PIÙ INEFFICACI per apprendere!

74
- “Dopo due settimane noi ricordiamo mediamente il
10% di quello che leggiamo”

- “Dopo due settimane noi ricordiamo mediamente il


20% di quello che ascoltiamo”

Leggere un manuale, esattamente come ascoltare una


lezione riguarda l’apprendimento passivo, quindi è
inefficace al fine del ricordo.

Vuoi una prova?

Rispondi sinceramente a questa domanda. Pensa


all’ultimo esame che hai preparato.

75
Ci sei? Hai l’esame in mente?

Ora rispondi sinceramente, quanti argomenti ricordi


dell’ultimo esame che hai preparato? 😏

Quando facciamo questa domanda ai corsi di solito la



sala si ammutolisce 🙊

Questo accade perché uno studente dopo più di 2-3


settimane non ricorda molto più del 10% degli
argomenti che ha studiato.

In un mondo in cui passiamo 5 anni della nostra vita a


studiare informazioni è una follia pensare che dopo
2-3 settimane le avremo completamente dimenticate.

E ovviamente questo processo causa negli studenti ansia


e frustrazione.

Ansia perché non sai mai quanto sei preparato all’esame,


e hai paura di avere dei vuoti di memoria proprio la
mattina prima dell’esame.

Frustrazione perché sei costretto a studiare dei libri il


più delle volte scritti anche male, o ascoltare professori
che non sanno spiegare in modo efficace (come vedremo
tra un attimo).

Dato che l’apprendimento resta passivo, è nostra


responsabilità se vogliamo essere degli Studenti di
Successo rendere attivo il nostro apprendimento, e
questo può avvenire solo con la creazione di un Metodo.


76
Solo creandoci un Metodo di Studio universitario
possiamo rendere l’apprendimento un processo attivo, e
quindi ritrovare il piacere di studiare con passione
ma anche liberarci dall’ansia e dalla paura per
l’esame.

Bugia n°2: I professori sono dei bravi


insegnanti

Lo sapevi che i professori non hanno mai fatto
un’ora di lezione su COME insegnare?

Sempre restando fuori dalle opinioni e parlando di dati di


fatto.

Qual è il mestiere di un insegnante?

Cioè cosa fa un insegnante per essere considerato un


insegnante?

In-signere dal latino significa lasciare un segno.

Quindi potremmo dire che il mestiere di un insegnante è


lasciare un segno nei suoi alunni.

Ma cosa significa lasciare un segno?

Lasciare un segno significa che una volta usciti dall’aula


gli alunni abbiano imparato qualcosa di nuovo.

77
Da questo possiamo dedurre che il mestiere
dell’insegnante sia:

👉 Fare in modo che i propri alunni usciti dalla classe
abbiano imparato qualcosa di nuovo.

Abbiamo già chiarito nella bugia n°1 che questa cosa non
avviene perché l’apprendimento scolastico è un
apprendimento passivo.

Ma analizziamo il lavoro di un professore.

Un dato di fatto è che nel percorso di formazione


accademico di un professore scolastico o universitario
non ci sia lo sviluppo di competenze quali:

• Saper motivare i propri alunni


• Tenere alta l’attenzione durante la spiegazione
• Imparare come valutare efficacemente


Non pensi anche tu che questi siano elementi appena


appena rilevanti per il lavoro di un docente?

Purtroppo però nel loro iter di Formazione queste cose


non sono previste, e quindi un docente deve impararlo
sul campo.

Se ci riesce bene, se non ci riesce sono cazzi nostri, scusa


il francese A

78
Quindi la nostra preparazione deve essere valutata
da una persona che non ha studiato né come
prepararci né come valutarci.

Non metto in dubbio la preparazione specifica di un


professore su una materia, ma solo la sua capacità di
insegnarla.

Va da sé che una persona che passa 20-30 anni della sua
vita a studiare una materia specifica sia preparata su
quella materia.

Ma il fatto di conoscere una materia non vuol dire anche


saperla insegnare, altrimenti Maradona, Pelé e tutti i
calciatori più famosi della storia sarebbero dei grandi
allenatori.

Pensi sia così?

Quasi mai nel calcio, come in molti altri sport, i grandi


campioni finiscono per fare gli allenatori.

Sai chi finisce per fare l’allenatore?

Il centrocampista sfigato che non aveva grandissimi piedi


ma aveva grande cervello e quindi era allenatore anche
mentre giocava a calcio.

Non mi credi? Chiedilo a loro.

79
José Mourinho è un
allenatore di calcio ed ex
calciatore portoghese.

Quando era calciatore ha


giocato per qualche anno
come difensore e la sua
carriera è finita molto
presto senza trofei vinti.

Come allenatore del Porto, del Chelsea, Inter, Real


Madrid ha vinto tutto quello che si potesse vincere nel
gioco del calcio, ed è considerato da chiunque (anche se
è famoso per la sua arroganza) come uno dei più grandi
allenatori in circolazione.

Ciro Ferrara da calciatore è stato


uno dei più forti difensori del suo
tempo.

Ha vinto numerosi trofei, sia con il


Napoli che con la Juventus, è stato
capitano del Napoli dopo il ritiro di
Maradona, ed è stato un punto di
riferimento per la nazionale
italiana.

Da allenatore la sua carriera è durata pochi anni e senza


alcun titolo vinto.

80
Oggi è opinionista per Sky.

Questo ovviamente non vale per tutti i calciatori, ci sono


alcuni calciatori che diventano anche bravi allenatori, ma
è un’eccezione, non la regola.

Lo stesso vale per i professori, tutti i professori sono dei


bravissimi ricercatori ed esperti della loro materia
(almeno possiamo presumere che sia così).

Pochissimi professori oltre ad essere bravi professori


diventano anche bravi insegnanti,

e se lo fanno lo fanno solo perché hanno un particolare


talento o sono molto appassionati all’insegnamento.

Quello che ti ho appena descritto viene definito un


“errore sistemico” cioè un errore che sistematicamente si
verifica in un sistema, non una cosa può capitare ogni
tanto.

Il fatto che i tuoi professori non sappiano insegnare


non è un caso, ma la regola.

Poi - fortunatamente - c’è qualcuno che lo sa fare, ed è


anche molto bravo, ma si tratta di un’eccezione, non
della regola.

A questo punto tu potresti obiettare che calcio e


università non sono paragonabili, che parliamo di cose
diverse, ed è vero.

81
Giocare a calcio è una cosa diversa dallo studiare una
materia a livello accademico, su questo non ci piove.

Quello che però ti sfugge è che il lavoro di un allenatore


di calcio e quello di un professore hanno molte più cose
in comune di quanto tu pensi.

Per allenare una squadra occorre carisma, occorre saper


motivare i propri giocatori, occorre saperli valutare e
decidere chi sta in panchina, e sono tutte abilità
INDISPENSABILI che deve avere un buon
insegnante.

Ogni lavoro che richiede il contatto con le persone


richiede lo sviluppo di queste abilità di leadership e di
comunicazione e nessuna di queste abilità è nel
programma di formazione di un professore.

Capisci quello che sto cercando di dirti?

In entrambi i lavori l’allenatore e il professore, diamo per


scontato che ci deve essere una preparazione tecnica,
cioè deve esserci una conoscenza della materia.

Ma in entrambi i lavori sono necessarie delle abilità


di leadership, comunicazione e abilità di valutazione
che purtroppo i professori non hanno!

Per fortuna non tutti gli insegnanti hanno questo gap,


anzi ci sono dei bravissimi insegnanti sia a scuola che
all’università, ma questo rappresenta un’eccezione, non
la regola!

82
Quello che è casuale, (ed è una fortuna), è trovare un
professore che sa fare veramente il suo lavoro, perché per
un motivo o per un altro, perché appassionato, o perché
naturalmente portato all’insegnamento diventa anche un
ottimo professore.

Capisci che i professori universitari sono quei calciatori


bravissimi che hanno passato 20 anni a vincere trofei6
ma che non sanno come si fa ad allenare una squadra di
calcio?

Allenare una squadra di calcio e tenere una lezione


all’università hanno molte più cose in comune di quello
che si pensa, se diamo per scontato la preparazione
tecnica (che deve esserci a prescindere).

Quindi noi passiamo tutto il nostro percorso di studi a


farci insegnare e valutare da una persona che non ha
studiato come valutarci, ma che ha solo studiato la
materia.

Per carità magari è competente, ma non ti sembra un po’


poco?

Non voglio giudicare nessuno ☝

Voglio precisare che per me anche i professori sono


vittime di questo sistema, e ne ho conosciuti alcuni che,
nonostante i tagli, i problemi e le difficoltà, si fanno il

6(leggi: a fare ricerca, pubblicare, scrivere saggi e manuali, conseguire


dottorati e titoli)

83
culo ogni giorno e contribuiscono a rendere il mondo
migliore, trasmettendo ai lo studenti l’amore per
l’apprendimento.

Quindi ripeto, non voglio giudicare nessuno quando dico


che i professori universitari sono persone preparatissime,
ottimi ricercatori ma NON SANNO INSEGNARE!

Nessuno gliel'ha mai insegnato!




Chiarito questo punto, non vedo allora perché
dobbiamo averne paura. Che senso ha avere tutto
questo TIMORE REVERENZIALE?

Ve lo dico io il perché:

Perché a pensarci bene quello che ti fa paura non è


l’esame in sé, e nemmeno il professore.

Quello che spaventa la maggior parte degli studenti è il


SENSO DI FALLIMENTO che deriva da una bocciatura
o da un voto basso e il conseguente SENSO DI
INADEGUATEZZA, l’essere “quello che non è riuscito
a passare l’esame”.

E visto che i professori non li possiamo cambiare, tanto


vale lavorare su queste emozioni, che ne dici? 


“Poco vale sapere dove l’altro sbaglia. Interessante


diventa sapere dove si sbaglia noi stessi, perché lì si può
fare qualcosa.”

C. G. Jung

84
SEI STATO IN FABBRICA PER 18
ANNI DELLA TUA VITA
[Dagli appunti di Andrea]
Penso che prima di fidanzarti con una persona ci pensi
tante volte, cerchi di conoscerla, valuti i pro e i contro
del suo carattere e poi decidi se provarci o meno.

Allo stesso modo, prima di intraprendere qualsiasi


percorso bisogna che tu ne capisca bene le ragioni, i
motivi, i perché e le circostanze.

Quindi se dobbiamo farla quest’università, visto che la


laurea ha ancora valore legale oltre che riconoscimento
sociale, dobbiamo fare un attimo il punto della
situazione e capire i suoi perché, i suoi pro e i suoi
contro, capire com’è nata la scuola, le interrogazioni, e di
conseguenza le modalità di verifica e di apprendimento
moderne.

Cercherò di spiegarti questi concetti che ho studiato


all’università con la stessa chiarezza con cui lo spiegherei
al mio cuginetto di 10 anni.

Ricordando che come diceva Einstein:

“Se non sei in grado di spiegarlo a tua nonna, allora non l’hai
capito”. 


85
Partiamo da una premessa fondamentale: la scuola per
come la conosciamo noi NON È SEMPRE ESISTITA.

Può sembrare scontato, ma a mio avviso è molto


importante partire dal presupposto che per secoli l’uomo
è stato istruito secondo altri metodi e tecniche di
insegnamento.

Dai greci e le lezioni peripatetiche, ai precettori nelle


case dei ricchi signori, l’uomo non ha conosciuto
un’istruzione “per il popolo” (e quindi per tutti) fino
all’800.

Poi cos’è successo?

C’è stata la rivoluzione industriale, sono cambiati i cicli


produttivi e sociali, e di conseguenza sono nate le scuole.


DOMANDA: 


- Ma Prima non si andava a scuola?


- No

- Come no?

- No!

Non solo non si andava a scuola, ma anche le università


erano molte di meno e solo per una piccola élite di
persone. 


86
Se ti interessa approfondire la materia ti consiglio di
cercare in internet i video o i TED del prof. Ken
Robinson, che è stato d’ispirazione a milioni di persone
con il suo discorso intitolato: “Cambiare i Paradigmi
dell’Educazione”.

Ma torniamo a noi.

Abbiamo capito che la scuola per come la


conosciamo è frutto di un processo storico.

le campanelle che scandiscono il tempo sono simili alle


fabbriche, bisogna stare seduti, al proprio posto, non
bisogna copiare né seguire la propria creatività, che, se ci
pensi, è quello che accade in fabbrica.

Come se non bastasse, il lato negativo di tutta la


faccenda è che il sistema scolastico è stato creato
per un modello sociale che non esiste più, però ne
conserva quasi intatto lo scheletro fondamentale.

C’è di più: anche le interrogazioni, gli esami scritti, orali,


a crocette e tutte le moderne modalità di verifica di
apprendimento non sono scese dal monte Sinai sotto
forma di dieci comandamenti...7

Anche le modalità di insegnamento o di verifica


dell'apprendimento che conosciamo oggi sono frutto di
un processo storico, quindi non sono perfette ma sono

7A differenza di questo libro che è una vera e propria BIBBIA.



No dai scherzi a parte, continuiamo…

87
semplicemente il meglio che il sistema ha saputo fare in
questi anni.

Forse ti interessa sapere ad esempio che negli anni 50 i


Russi lanciarono nello spazio il satellite Sputnik, il primo
satellite artificiale in orbita attorno alla terra.🚀

Questo ha portato gli Americani a diventare sempre più


competitivi con i Russi dopo il lancio.

E ovviamente, cercando di correre ai ripari, partirono dal


loro modello scolastico. Ve li immaginate gli Americani
che parlano tra di loro e dicono:

"Ragazzi, qua i Russi ci hanno preceduto nella corsa allo


spazio, hanno lanciato il satellite prima di noi, ci
dobbiamo dar da fare!”

Scherzi a parte, nel 1959 ci fu una famosissima


conferenza a Woods Hole.

In questa conferenza tra le tante cose si decise di passare


da un modello pedagogico incentrato sui bisogni del
bambino, figlio delle teorie di John Dewey, ad un
modello incentrato a favorire lo sviluppo delle
potenzialità intellettuali di ogni individuo ispirato alle
teorie dello psicologo Jerome Bruner.

Ora, non è questa la sede per discutere sull’efficacia di


un modello piuttosto che un’altro.

88
Ti ho fatto questa breve premessa storica per farti capire,
che gli esami per come li conosciamo, insieme alle
campanelle, lo stare composti e l’ascoltare la lezione,
sono tutti elementi di un modello che è frutto di un
processo storico, e in quanto tale può essere messo
in discussione per trovarne uno migliore!

Sarebbe bello se la scuola e l’Università ci preparassero


davvero per la vita reale, ma purtroppo non è così.

Nella vita reale dovrai costantemente confrontarti con


colleghi, capo, collaboratori ecc.

Non starai chiuso nel tuo banco con il tuo compito


davanti.

Se vuoi ottenere risultati straordinari nella tua vita,


dovrai fare esattamente il contrario di quello che ti
insegnano a scuola.

Dalla scuola all’Università purtroppo c’è un problema di


fondo.

In molti casi si confonde l’Intelligenza con l’obbedienza e


l’attività con la produttività...

Si insegnano a parole valori come il rispetto, la legalità,


la collaborazione, ma nei fatti gli esami sono individuali
e ogni forma di collaborazione non solo è
disincentivata, ma addirittura VIETATA.

89
🤔 “Con questo cosa vuoi dire, che devo copiare
all’esame?” 


No, non sto dicendo questo, sarebbe troppo
semplicistico.

Il concetto è che per quanto ti è possibile, se vuoi avere


successo nella tua vita personale e professionale devi
sviluppare delle competenze che la scuola e
l’università difficilmente ti daranno, come saper
lavorare in team, saper comunicare con te stesso e con
gli altri, trovare delle soluzioni creative, pensare con la
tua testa e non conformarti passivamente.

Queste sono le competenze che ti faranno fare la


differenza a livello personale e professionale, non il voto
dell’esame. O ti prendi tu questa responsabilità o
nessuno lo farà per te!8

Bugia n°3: Il voto che prendi all'esame


determina il tuo valore

Magari ti hanno convinto che l’esame è la valutazione del
tuo valore, ma non è così.

8Poi non ti lamentare che “dopo la laurea non c’è lavoro” e che i laureati
sono tutti disoccupati, ok? :)

90
Al massimo è la valutazione della tua preparazione, fatta
da un professionista più o meno competente in un modo
più o meno coerente.

Ma aspetta, c’è di più!

L’esame non soltanto non valuta il tuo valore, ma il più


delle volte è un semplice esercizio di memorizzazione
a breve termine e relativa esposizione.

Prova a pensarci: di fatto, ci viene chiesto di studiare un


sacco di pagine per poi spiegarle a qualcuno che ci
giudicherà, per poi dimenticarle qualche giorno dopo, o
poco più.

Quasi mai il professore ha il tempo e gli strumenti per


verificare veramente la tua preparazione, anche perché le
Università sono sovraffollate e il rapporto docente-
studente è spesso 1 a 100 (o anche 1 a 500 in molti casi).

Quindi, se l’esame è semplicemente un esercizio di


valutazione a breve termine, mi spieghi perché ne hai
così PAURA?

Mi spieghi chi è il professore o l’esame per


toglierti la felicità, il sorriso o la voglia di
imparare?

Ci sta rimanerci male se hai un Risultato Negativo,


quello può aiutarti a crescere.

91
Nella vita ho avuto le più grandi lezioni dai miei
insuccessi, non dai miei successi.

E tu?

Sei mai stato bocciato ad un esame?

Hai mai studiato tanto per settimane, anzi mesi, per poi
avere un voto che non ti soddisfaceva?

Scommetto che ci sei rimasto male.

L'errore più comune che si fa quando si viene bocciati è


prenderla sul personale.

E questo vale sia a Livello Interno:

- “Non sono capace"


- "Ho sbagliato tutto"
- "Faccio schifo..."
Sia a Livello Esterno:

- “Il professore è stronzo”

- “Sono tutti raccomandati"

- “Se non fossi capitato con lui sarebbe stato diverso"

Beh, potremmo dirti tante cose da questo punto di vista,


ma sicuramente una che può essere d'aiuto è questa:

92
TU NON SEI I TUOI RISULTATI!

(Prendi un foglio di carta e scrivilo in grande da qualche


parte, in modo tale che tu possa vederlo OGNI
GIORNO!)

Tu, o chi per te, paghi ogni anno migliaia di euro di tasse
per avere a disposizione un servizio.

Questo servizio consiste nell’avere a disposizione aule,


lezioni, orari di ricevimento, risposte ad email e
valutazione della tua preparazione.

E tu vorresti dirmi che hai paura della


valutazione di un professionista che stai
pagando?!?!

Cioè, è come se andassi dal tuo Avvocato e avessi paura


del suo giudizio, perché hai fatto qualche errore, o
commesso un’infrazione o sei impreparato per
qualcosa...

Al massimo torni la prossima volta.

Ed è questo il peggio che può dirti il docente: 



“Torni la prossima volta”.

Punto.

Tutto il resto, ossia:



93
👉 Timore reverenziale

👉 Aura sacrale al professore

👉 Aspettativa e pressioni della famiglia

👉 Tue paure personali

👉 Tue insicurezze 


Lascialo a casa!!

Davvero, te lo dico col cuore in mano, non permettere a


nessuno di convincerti che non sei bravo a fare qualcosa,
infuriati!

Infuriati ogni volta che vuoi ottenere qualcosa e


non ci riesci.

Ma non infuriarti per fare polemiche sterili come la


maggior parte degli studenti, infuriati per ottenere di
più, per migliorarti, per crescere!

Una cosa che mi deprime tantissimo è vedere i ragazzi di


oggi rassegnati o disperati a causa di falsi miti
sull’università, sull’esame o sulla loro vita!

Ma che ne è della rabbia? Che ne è degli ardori giovanili?


😤

Quando me ne sono andato di casa perché nel mio paese


non vedevo né sbocchi né opportunità, non perdevo
tempo a lamentarmi o a fare polemiche!

94
Per fermarmi ci volevano le catene! Mi dovevano
tenere con le catene perché ero incazzato nero!

E non pensare che oggi sia diverso. Per affermare i


principi di Metodo Universitario ogni giorno ci troviamo
davanti a delle sfide, e molte volte sono cose che non ci
piacciono.

Ma credete che questo ci fermi? Sì, ogni tanto abbiamo


paura anche noi, è normale, ma una delle lezioni più
importanti che abbiamo imparato è quella di non farci
guidare dalle emozioni negative.



“Il coraggio non è l’assenza di paura, quella si
chiama incoscienza. Essere coraggiosi vuol dire
avere paura di qualcosa e farla comunque.”

Giovanni Falcone

Il punto è che la paura o l’ansia spesso ci inibiscono e


non ci fanno vedere le cose per quello che sono.

Cioè, nel caso dell’esame, è un SEMPLICE


ESERCIZIO DI MEMORIZZAZIONE A BREVE
TERMINE.

Smettila di caricarlo di così tante aspettative.

E se non ti basta, tranquillo.

95
Abbiamo dedicato un capitolo intero della seconda parte
del libro ad ansia e paura.

Ne parleremo più avanti ;)

Adesso facciamo un po’ d’ordine. Ricapitoliamo cosa


abbiamo imparato perché deve essere il presupposto di
tutto quello che faremo d'ora in poi.


ABBIAMO IMPARATO CHE:

• Verità n°1: Nessuno ci ha mai insegnato un Metodo


di Studio e studiare leggendo e ripetendo è la forma
più lenta per apprendere

• Verità n°2: I professori non sanno insegnare, non


perché sono cattive persone, ma perché non è
previsto nel percorso di formazione di un docente
imparare delle tecniche efficaci di insegnamento

• Verità n°3: L’esame non valuta il nostro valore


personale ma è un semplice esercizio di memoriz-
zazione a breve termine, e il professore è un
professionista chiamato a valutarlo e in più è pagato
da noi.

OK, d'ora in poi daremo queste cose per scontato e


possiamo addentrarci in profondità in tutte queste
tecniche e strategia che possono aiutarti a diventare uno
Studente di Successo.

96
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dei contenuti inediti che non troverai da nessun’altra
parte online.

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97
Passo n°2:

Gli 8 Errori che demoliscono il voto


degli Studenti Universitari

A cura di Giuseppe Moriello

Ok, ora la palla passa a quello col maglioncino blu, cioè


io :P

E partiamo subito da un assunto generalmente accettato


come buono:

“Tutti sanno che è importante laurearsi velocemente e con voti


alti.”

Perché?

Per vari motivi.

1) Una laurea presa in tempo con un bel voto, è un bel


biglietto da visita nel mondo del lavoro.

2) Se riesci a viverti bene l’università sei d’ispirazione


per le persone attorno a te.

3) Significa che hai sviluppato delle abilità che ti


permettono di ottenere questo risultato, che ti
saranno anche utili nel mondo del lavoro.

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4) È una bella botta di autostima dannazione, le
persone ti guardano in un altro modo.

5) Sembra scontato, ma la tua famiglia è felice perché


tu ti stai realizzando.

6) Se impari a preparare gli esami in meno tempo, te la


vivi con più tranquillità e hai più tempo per te
stesso.

Bello no? Ma poi c’è l’altro lato della medaglia. Ossia:


quando rallentiamo negli studi, cosa sentiamo dentro
la pancia?

Che magari non ci stiamo impegnando abbastanza per


realizzare i nostri sogni.

Qualche settimana fa, ero in Via Petroni a Bologna, una


strada famosa per i vari bar che ti permettono di bere
senza spendere troppo.

Ad un certo punto, al “Cafè de Paris”, c’era questa


ragazza, vicino al bancone, che era lì immobile a fissare i
suoi cicchetti.

Ne aveva più di uno davanti, quindi la cosa mi ha


incuriosito e le ho chiesto il perché.

E lei ha rilanciato con il classico “bevo per dimenticare”,


e poi è scoppiata a ridere 🙄

Ridendo e scherzando, alla fine mi racconta che lo studio


legale dei suoi sogni non l’aveva accettata, perché

99
richiedeva un minimo di 105, e lei si era laureata con
102.

E così mi ha detto una frase che mi è rimasta impressa:


“Sento come se avessi buttato 6 anni della mia vita, per poi
non riuscire a realizzare il mio sogno.”

E ha buttato giù due cicchetti di seguito, mi ha


abbracciato e poi ha iniziato a singhiozzare.

È stato assurdo perché era la prima volta che ci


vedevamo. Te lo giuro che mi sono veramente
commosso.

E, anche se è stato un po’ triste, dato che non è mai bello


parlare di sogni infranti, mi ha fatto ragionare su quanto
fosse importante tirare sempre fuori il massimo di noi.

Se hai un sogno, lo devi proteggere. Non devi permettere


a nessuno di dirti se puoi o non puoi fare qualcosa,
nemmeno all’universo, nemmeno a te stesso.

È vero: Una media alta non vuol dire niente. Non


rappresenta né la nostra intelligenza, né il nostro valore
come persone.

Però, purtroppo, per la società in cui viviamo è


importante. Dato il grande numero di laureati, chi si
laurea con un voto basso o in ritardo, molto spesso viene
scartato a priori.

100
Lo so che è sbagliato ma se il nostro sogno richiede la
laurea, ottenerla presto e con un bel voto sicuramente
aiuta.

Un giorno cambieremo il sistema ma per adesso queste


sono regole. Quindi non puoi perdere tempo. Devi
iniziare il prima possibile un percorso di formazione che
ti permetta di sviluppare quelle abilità necessarie a
macinare esami.

Se prendi questa decisione, possiamo iniziare insieme un


viaggio bellissimo. ✈

Lo so che è una scelta impegnativa quella di prendere in


mano la nostra vita, ma è la scelta più bella che possiamo
fare.

Perché vuol dire amarci e mettere noi al primo


posto.

Ad esempio, per quanto mi riguarda, ho preso questa


scelta alla fine del giorno più triste della mia carriera
universitaria.

(piccolo viaggio nel tempo)

È il Luglio del 2014.

Sono seduto ad un tavolo del Joseph’s Pub, un locale di


Marcianise, la città in provincia di Caserta dove siamo
cresciuti io e Andrea. Sorseggio una Tennent’s.

Stamattina ho dato il mio secondo esame di quest’anno.

101
Esatto, sono giunto alla fine del mio quarto anno di
Giurisprudenza e ho dato solo 2 esami.

E indovina quanto ho preso? “Tantissimo” penserai tu.


“Dopottutto, ci hai dedicato un anno” dirai giustamente tu.

E invece no.

Ho preso 20. E a quello prima? 20 pure!

E che fai quando gli esami vanno male? Bevi! Bevi tanto.
Bevi per non pensare.

I miei amici erano lì che ridevano e scherzavano mentre


io ripensavo allo sguardo del professore quella mattina,
mentre mi diceva:

"Lei ha scelto di fare l’ultima domanda con me, ed ha fatto


malissimo. Perché l’assistente le voleva mettere 23, ma per me lei
non vale più di 20.”

Ma ti pare? Oltre al danno, dovevo sentirmi dire anche


che ero stato sfigato 😆

6 mesi investiti in quell’esame, culminati in un bel 20.

A quel tempo pensavo ancora che dedicare tanto tempo


all’esame equivaleva a prepararlo bene. Non conoscevo
ancora l’importanza di avere un Metodo di Studio e
quindi di studiare meglio.

“Studiare di più” è cacca. No Buono. “Studiare


meglio” is the way.

102
Ma nessuno me l’aveva mai spiegato e quindi mi sentivo
semplicemente impotente.

E così me ne stavo in un angolino del Pub, a leggermi


sadomasochisticamente un articolo che parlava di quanto
fosse importante laurearsi presto con voti alti 😕

“I Laureati che si laureano fuoricorso pagano il massimo delle


tasse possibile.”

Uffa.

“Chi si laurea in tempo viene assunto più facilmente.”

Oddio.

“E se il tuo voto di laurea non è sufficiente, allora vieni scartato a


priori.”

Ma fammi fare una grattata!9

Oltre a questa tortura psicologica che mi stavo auto-


infliggendo leggendo questi articoli, sentivo un po’ di
aver fallito come persona.

Perché? Dopotutto chiunque direbbe: “Dai, ma sono solo


esami.”

Anche quando veniamo bocciati, le persone per


consolarci ci dicono molto affettuosamente: “Ma dai,
tanto è solo un esame.”

9 gesto scaramantico che ha la funzione di disinnescare i cattivi auspici.

103
E no, sono solo esami il cavolo. Se sei uno studente
universitario converrai con me che, per noi, “non sono
solo esami”.

Sono dei “quarti d’ora” in cui si decide di mesi della


nostra vita, che abbiamo investito chiusi in una
stanza piegati sul libro.

E se mi bocci, tu mi stai dicendo che quei mesi passati a


studiare allora non sono valsi a niente.

Io Muoro così. Non sono solo esami. Smettetela di dire


che sono solo esami.

Per noi gli esami sono investimenti di tempo, che


valgono molto di più degli investimenti di soldi.
Perché i soldi li puoi recuperare, il tempo invece non
torna più indietro.

E questo principio vale ancora di più se pensiamo che gli


anni dai 18 ai 24 sono i più belli della nostra vita.

Quella sera decisi di darci un taglio, anche perché la mia


ragazza era nella stessa situazione e questa cosa mi
faceva stare malissimo.

Ricordo ancora quando stavamo tornando insieme da un


esame che le era andato male. Eravamo su un treno
regionale.

Lei piangeva, ed io non sapevo cosa fare. La abbracciavo


ma non sapevo cosa dirle.

104
Era una ragazza molto forte, ma a quell’esame aveva
veramente dedicato tutta se stessa.

Quindi eravamo su questo polveroso treno regionale, in


piedi, abbracciati, avvolti da un rassegnato silenzio.

Mentre la stringevo tra le mie braccia, giurai che avrei


fatto qualcosa per migliorare la situazione.

Molto spesso infatti non è il tuo dolore a farti cercare la


svolta, ma quello degli altri.

Forse perché il tuo dolore lo puoi accettare. Ma quando


toccano le persone che amiamo, allora spostatevi tutti
quanti.

Sbaglio?

E così iniziai a provare di tutto.

E quando mi sono laureato in corso in Giurisprudenza a


Marzo del 2016, dopo aver dato 14 esami in 13 mesi, ho
giurato che avrei aiutato anche gli altri studenti
universitari a svoltare. I

E questo capitolo nasce proprio per questo.

Vorrei mostrarti la strada per tirare fuori il meglio di


te, per arrivare davanti al professore e vedere i suoi
occhi che si illuminano mentre parli.

Prima però dobbiamo ripulire la nostra mente da tutta la


manipolazione che abbiamo subito riguardo l’università.

105
Ora andremo a vedere tutti gli errori che fanno gli
studenti universitari, che li rallentano nello studio,
gli causano ansia e fanno crollare il voto.

Prima di fare questa cosa, però, voglio condividere una


conversazione che ho avuto con una studentessa proprio
ieri sera.

Ero con dei miei amici al Clauricaun, un pub di Bologna


dove vado spesso. Ad un certo punto una ragazza mi
riconosce e si avvicina dicendomi: “Ma tu sei Giuseppe di
Metodo?!?”

E dopo un po’ di sorrisi e di convenevoli, ci sediamo a


parlare e inizia un luuuuungo discorso di un paio d’ore
in cui sono arrivate delle belle domande sul Metodo di
Studio.

In particolare, quelle domande che mi fanno male al


petto.

Le solite domande contro cui stiamo combattendo da


anni.

Le solite domande che mi sono fatto anch’io e che, molto


probabilmente, a questo punto, ti starai facendo anche
tu.

QUINDI, se non togliamo subito di mezzo queste


domande non potrai mai sviluppare le abilità
necessarie ad essere un Studente di Successo.

106
Uno Studente di Successo è uno studente che studia
pochi giorni, poi va davanti al professore e lo lascia a
bocca aperta.

Ti piacerebbe avere questo super-potere?

Bene, lo acquisiremo, ma prima distruggiamo queste


domande.

(Ovviamente il discorso è parafrasato, non l’ho mica


registrato :P)

“C” è lei, perché si chiama Carla, mentre “G” sono io, che mi
chiamo Giuseppe :P

C: Ho visto un sacco di video che hai fatto e mi sono


stati molto utili! Ho provato anche a parlarne con i miei
amici e con mia sorella, ma loro continuano a dirmi che
il Metodo di Studio è qualcosa di soggettivo. In effetti
ognuno di noi studia in maniera diversa. Perché?

G: Mhm… dimmi un po’ come studiate.

C: Tipo mia sorella studia con i riassunti, mentre io mi


sono sempre trovata bene ripetendo a voce. La mia
migliore amica invece non ripete mai e usa un sacco di
evidenziatori di colori diversi.

G: Allora, è vero che ogni persona è portata ad


apprendere in maniera diversa, ma questo non vuol dire
che non ci sia un metodo applicabile da tutti, che ti
permette di studiare in maniera più efficace.

107
C: Cioè un metodo che funziona al di là delle differenze
che ci sono tra ognuno di noi?

G: Esatto. Ad esempio, un calciatore può essere più


veloce, un altro più alto, un altro può tirare meglio, ma il
modo in cui si gioca a calcio è sempre quello, e gli
allenamenti saranno uguali per tutti.

C: Ok. E non c’è bisogno di un metodo diverso per ogni


facoltà? Per esempio fare degli esercizi di fisica è diverso
dallo studiare il cuore o memorizzare degli articoli di
codice.

G: È vero: in ogni facoltà studi delle cose diverse. Infatti


io e Andrea non entriamo mai nel merito delle singole
materie. Anche in questo caso vale lo stesso discorso: ci
occupiamo solo degli aspetti che tutte le facoltà hanno in
comune.

C: Cioè ci sono delle cose che devi fare in tutte le


facoltà?

G: Sì, ad esempio in ogni facoltà ci sono delle cose che


devi capire e delle cose che devi memorizzare giusto?

C: No, io studio giurisprudenza e lì devi capire tutto.


Non è vera quella cosa che dicono tutti che devi imparare
a memoria.

G: Sicura? E se devi ricordare il fatto che la costituzione


è entrata in vigore nel 1948?

C: No vabbè, quello me lo devo imparare a memoria.

108
G: E se devi ricordare che l’omicidio preterintenzionale è
disciplinato dall’art. 584 del codice penale?

C: No, anche quello lo devi ricordare e basta. Vabbè ho


capito, però non è tutto da imparare a memoria!

G: Ecco, infatti sono d’accordo. Volevo solo farti notare


che c’è una sorta di paura nell’ammettere che tantissime
cose dell’università te le devi ricordare a memoria.

Numeri, costanti, procedure, nomi complessi, devi


ricordarli per quelli che sono. Alcune cose le devi capire,
altre le devi ricordare a memoria. Ma ci vergognamo a
dirlo perché ci hanno sempre detto che memorizzare
è il male.

C: È vero, anche alle elementari la maestra continuava a


ripetermi di non imparare le cose a memoria.

G: Esatto, memorizzare è il male, però poi ci chiedono di


sapere a memoria in quali paesi si producono le
barbabietole da zucchero o la data in cui è stato fatto
quel maledetto codice di Hammurabi. Non c’è niente da
capire, sono cose che devi ricordare a memoria. E invece
a scuola ti ordinano di capire, ma poi ti fanno
memorizzare. Quindi passi le ore a ripetere come un
cretino, sperando che qualcosa ti rimanga in testa.

C: E quindi tu aiuti solo a memorizzare, non anche a


comprendere?

109
G: Sì. Diciamo che la comprensione è una cosa tua, non è
che ti posso spiegare gli esercizi o i concetti, ma posso
aiutarti a memorizzare come un computer. Cioè nel
senso che tu una cosa la memorizzi istantaneamente e
poi la ricordi per quanto tempo vuoi.

C: Che figata!

G: Sì. A me ‘sta cosa ha cambiato la vita! Comunque


stavamo parlando delle differenze tra le varie facoltà. È
vero che ogni facoltà è diversa, ha un 10% di specificità
che riguarda la comprensione e quindi la tua capacità di
ragionamento. E lì noi non possiamo entrarci. Poi c’è il
90% che è comune a tutte le facoltà. Noi ci occupiamo
di quello. Ad esempio: in ogni facoltà ci sono delle
cose che devi ricordare a memoria. Quindi se sai
memorizzare più velocemente, prepari gli esami in
meno tempo, giusto?

C: Magari!

G: E qualsiasi sia la materia che studi, ti devi


concentrare giusto? Quindi se impari a rimanere
focalizzata fai più pagine giusto?

C: Giusto.

G: E devi imparare a gestirti sotto stress, no? Così


all’esame rendi meglio e prendi un voto più alto.

C: Ovvio.

110
G: Ecco. Il Metodo non è un’accozzaglia di tecniche o
di trucchetti che applichi allo studio, ma è un
metodo per sviluppare tutte queste abilità, in modo
da lasciare a bocca aperta il professore, anche se hai
studiato un quarto dei tuoi compagni di corso. In quanto
prepari gli esami?

C: Di media ci metto un mese, a volte anche due.

G: Ecco, anche io più o meno ci mettevo così tanto


tempo. Dopo aver sviluppato queste abilità puoi
prepararli anche in una settimana prendendo comunque
dei voti alti.

C: Ho capito ora! Però i miei amici non sono d’accordo


anche su un’altra cosa.

G: Dimmi.

C: Dicono che comunque all’università ti devi


impegnare e ti devi fare il culo, altrimenti vuol dire
che non la prendi sul serio. Cioè dicono che non è che
puoi fare, ad esempio, il medico se prepari gli esami in
pochi giorni. Devi passare le ore sui libri.

G: Ho capito, anch’io la pensavo così all’inizio. Ma poi lo


sai cos’è successo quando ho iniziato a preparare gli
esami di diritto in pochi giorni?

C: No, cos’è successo?

111
G: Che per la prima volta nella mia vita, mi sono
comprato un libro di diritto che non mi avevano
assegnato i professori.

C: Cioè hai comprato un libro di diritto che non dovevi


studiare per un esame?

G: Esatto. Questo perché non avevo più la nausea dei


libri, anzi avevo voglia di studiare anche dopo aver dato
l’esame.

C: Ma che bello, anche io voglio fare così!

G: Guarda, ai tuoi amici risponderei così “Ma lo sai che


puoi studiare anche dopo l’esame?”

C: Ahahahahah.

G: Ma non sto scherzando. Perché devi studiare solo se


te lo dice il professore? Non sei un soldato. Pensa a dare
gli esami in pochi giorni, prendi un voto alto e poi
approfondisci gli aspetti che ti interessano, no? Sto
sbagliando?

C: No, sono d’accordo. Infatti la prossima volta gli


risponderò così!

G: Ma sì. Poi fammi sapere che dicono. Anche se alla fine


li capisco. Tutti ti dicono di studiare di più. Se vieni
bocciata all’esame cosa ti dice tua madre? Scommetto
che ti dice “Devi studiare di più!” Non ti dice mica che
devi studiare meglio. Purtroppo la nostra società la pensa
così: per studiare meglio devi studiare di più.

112
Che è come dire che per baciare meglio una ragazza,
devo infilare di più la lingua.

C: Ahahahah bella metafora! Comunque è vero, anche i


miei genitori rompono col fatto che devo studiare di più.
A pensarci è tutto vero. Comunque io ho provato ad
utilizzare le tecniche che insegnate, ma non ci sono
riuscita. Ad esempio, ho difficoltà con la tecnica di
memoria che insegni tu. Come si chiama? Il Castello
della Memoria?

G: Ahahahaah no, si chiama il Palazzo della Memoria 😆

C: Ahahahaha, scusa, è che non ho una buona memoria.

G: Tranquilla, molti si confondono. Comunque ti


capisco, è normale all’inizio che con il Palazzo trovi un
po’ di difficoltà. In realtà ogni cosa che abbia valore nella
vita, richiede impegno e sforzo. Tu quante volte ci hai
provato?

C: Una, per memorizzare una lista di cose di procedura


civile.

G: Ho capito. Sei mai andata in palestra?

C: Sì, ci vado da qualche mese.

G: Ecco. Quando vai in palestra, il personal trainer ti dà


degli esercizi. Se fai una serie di addominali, poi vai dal
personal trainer a lamentarti del fatto che hai ancora la
pancetta?

113
C: Io non ce l’ho la pancetta!

G: Sì, dai, è un esempio!

C: Ahahahah, sì lo so, scherzavo. Comunque no,


purtroppo ci vuole tempo per togliere la pancetta.

G: Ecco, e perché con il Palazzo dovrebbe essere diverso?


Sin da bambini siamo abituati a studiare come se fosse
una tortura. Non abbiamo minimamente le basi dell’ars
memoriae, nonostante l’arte della memoria sia nata qui
in Italia. La Memoria è un’abilità che devi sviluppare
e ci vuole tempo, come un muscolo che devi allenare:
giorno dopo giorno arriveranno i frutti del tuo
lavoro.

C: Quindi non funziona da subito?

G: No, purtroppo no. E il problema è che molti studenti


fanno quest’errore. Cercano la pillola magica per studiare
velocemente, allora provano ad utilizzare il Palazzo della
Memoria. Però all’inizio ovviamente non va, e allora
tornano al “leggere e ripetere”, che è la cosa più
inefficace, ma anche la più comoda.

C: Quindi non c’è qualcuno che è più portato per il


“leggere e ripetere”?

G: Ma molte volte non è un fatto di essere portati,


ma di essere abituati.

C: E perché le persone prendono voti alti anche con il


“leggere e ripetere”?

114
G: Ma non sto dicendo che il nostro sia l’unico metodo
per laurearsi. Altrimenti nessuno si sarebbe laureato
prima di noi.

C: Ahahahaah infatti sì.

G: Sto solo dicendo che mi puoi portare qualsiasi tuo


amico “portato con il leggere e ripetere” e non riuscirà
mai a battere una persona che utilizza il palazzo. Con il
Palazzo puoi memorizzare istantaneamente una lista di
50 parole in pochi minuti, un numero da 30 cifre, un
mazzo di carte, 20 articoli di codice, 20 date, quello che
vuoi. E puoi conservare queste informazioni per quanto
tempo vuoi senza che si dissolvano nel nulla. Devi solo
diventare brava.

C: Che figata. E come si fa a diventare bravi? 😳

G: Mi stai chiedendo di farmi pubblicità?

C: Ahahahah, non lo so.

G: Devi guardare i nostri video gratuiti, comprare tutti i


nostri videocorsi e in più devi fare pratica.

C: Ahahahah, mica poco.

G: Beh, se c’era un altro modo non passavo così tanto


tempo chiuso in una stanza, davanti ad una
videocamera :P

C: Ahahahah, va bene, mi fido. Ma comunque alla fine


non ho capito una cosa: insegnate le stesse cose che

115
insegnano quei corsi di memoria che ti fermano per
strada?

G: Senti, ho bevuto, quindi è meglio se non mi fai


alterare.

C: Ahahahah, è un tasto dolente?

G: No, scherzo, gli voglio bene come se fossero normali.

C: Dai ma che cattivo! Sei invidioso?

G: NO.

C: Quindi li avete copiati?

G: Ahahahha, ma la smetti?

C: E non parli!

G: Dai, non mi piace parlare della concorrenza. E poi non


ho mai fatto un corso di memoria. So solo quello che mi
hanno riferito.

C: Cioè?

G: Cioè mi hanno detto che non sono tanto le tecniche,


che alla fine si trovano gratis su internet. È più il fatto
che ti motivano.

C: Cioè ti gasano?

G: Sì, ma non è tanto quello il problema. Semplicemente


non credo tanto nei corsi “one shot”. Per me è come
andare in palestra per 3 giorni. Cosa risolvi? Devi
116
puntare sullo sviluppo di tutte le abilità, e ci
vogliono dei mesi. E poi non ti insegnano delle cose
specifiche per l’università, ma è un corso per tutti,
quindi per nessuno in particolare. Se li fai, magari ti
ritrovi accanto dei ragazzini delle medie.

C: Ma quindi non insegnate le stesse cose?

G: No, sinceramente il Metodo Universitario è


brevettato da noi ed in Italia possiamo insegnarlo
solo noi. Noi abbiamo inventato gli Schemi a
Cascata, le Mappe Mnemoniche, l’OCME, tutte le
altre tecniche e siamo i primi ad insegnare il Palazzo
della Memoria in Italia. Siamo i primi al mondo ad aver
creato un Metodo pensato per l’università italiana. Loro
invece sono una cinquantina di aziende che fanno tutti lo
stesso corso copiato dalla Memotech, la prima azienda di
mnemotecniche in Italia, basato sempre sulle solite cose
di Tecniche di Memoria/Mappe Mentali/Lettura Veloce.
Ma ti prego finiamola qui.

C: Va bene! Ho un’altra domanda!

G: Vai.

C: Ahahahah Scusa se ti rompo, giuro che tra poco la


smetto. Ma quello che divulgate nei video è qualcosa
di scientifico e dimostrato, o qualcosa che avete
inventato voi?

G: Ma ti posso mai dire che sono stronzate campate in


aria?

117
C: Ahahahahah, dai, nel senso, avete dei riferimenti
scientifici?

G: È tutto scientifico, pratico e sperimentato anche


sugli esami più tosti. Poi te l’ho detto, stiamo
parlando una serie di abilità oggettive che devi
sviluppare, non di una nostra opinione su come si
dovrebbe studiare. Tutti iniziamo l’università con
determinati punti di forza e determinate cose da
migliorare. Ad esempio tu in cosa sei brava e cosa
vorresti migliorare?

C: Io riesco a concentrarmi molto bene, cioè ho voglia di


studiare, ma poi non ricordo le cose, e ho un po’ troppa
ansia.

G: Ecco, allora vuol dire che devi diventare un’artista


della memoria e che devi imparare a gestire l’ansia. Sono
due cose che si possono risolvere in un paio di mesi. A
meno che non sia a livello patologico, lì devi rivolgerti ad
un professionista.

C: Ma quindi voi curate i problemi degli studenti?

G: No, se ci pensi questi non sono considerati


problemi dagli studenti universitari. Avere l’ansia e
dimenticare le cose sono considerati la normalità da chi
studia all’università.

C: È vero, su Facebook parlano solo di questo.

118
G: Eh, appunto. Il fatto è che invece quelle sono abilità
che devi sviluppare, ed è proprio questo il concetto
che vogliamo divulgare in Italia: vedere l’università
come una palestra in cui sviluppare queste abilità.

Ad esempio: gli esami creano molta tensione, ma perché


devi subirla? Puoi sfruttare questa tensione per
sviluppare l’abilità di saperti gestire sotto stress, non
farti rovinare la vita dall’ansia! Invece la maggior parte
degli studenti continuano solamente a lamentarsi
dell’ansia. Si identificano con l’ansia e non crescono mai.

C: Ma perché l’università dovrebbe essere una palestra


per queste abilità? L’università non serve a formarti
per il lavoro che vuoi fare?

G: Esatto, ma mica ti formi accumulando


informazioni, lo sanno tutti che dopo la laurea devi
ristudiare tutto da capo.

C: Infatti, anche mio padre che è magistrato mi ripete


che dopo la laurea dovrò ristudiare tutto da capo.

G: Sì, mi dispiace.

C: Ahahahah, anche a me.😕

G: Ecco. Quindi l’università è una palestra in cui


andare ad allenarti, per sviluppare vari muscoli:
memorizzare più velocemente, gestirti meglio sotto
stress, concentrarti, gestire bene il tuo tempo,
organizzarti efficacemente, migliorare le tue capacità

119
espositive ed oratorie, affrontare le tue insicurezze. E
invece gli studenti non la vedono così, la vedono come
un banco di prova in cui la media decide se vali o no
qualcosa come persona. E così si fanno tormentare
dall’ansia, dal giudizio del professore e dalle difficoltà
nello studio.

C: Quindi tutti possono imparare questo metodo?

G: Sì, perché te lo ripeto: Metodo Universitario non è


una serie di tecniche che devi applicare, ma un percorso
per sviluppare determinate abilità.

C: Ok. Ma se non sbaglio voi parlate di fasi, non è


quello il Metodo?

G: No, l’OCME è solo un modo per gestire il tuo


tempo. Cioè fai prima la fase di Organizzazione, poi
quella di Comprensione, poi quella di Memorizzazione e
infine quella di Esposizone.

C: Ed è una cosa che avete inventato voi?

G: No. Cioè sì, il nome sì, ma la struttura è ispirata


all’ars rhetorica. Era uno schema che seguiva già
Cicerone quando doveva preparare un discorso. E
dato che noi davanti al professore andiamo a fare un
discorso, come dei piccoli oratori, l’ars rethorica ci aiuta a
capire come stupire il professore con le nostre risposte.

C: Dai ma non ci credo. Vuoi dire che Cicerone usava


l’OCME?

120
G: Una specie. Lui l’avrebbe chiamato IDEMA :P

C: Cioè?

G: Sì, perché la suddivisione dell’ars rhetorica era:


Inventio, Dispositio, Elocutio, Memoria e Actio.

C: Oddio, e che vuol dire?

G: Dai, oggi ho parlato davanti alla telecamera tutto il


giorno, non farmi fare lo spiegone.

C: Ahahahah ok, la smetto di romperti le scatole.😏

G: Comunque alla fine corrisponde all’OCME, ossia


prima la fase di Organizzazione, cioè studi una strategia
per aggredire l’esame in poco tempo, poi procedi con la
fase di Comprensione in cui prepari le risposte che
andrai a dire al professore, poi la fase di
Memorizzazione in cui memorizzi velocemente grazie
all’aiuto dell’ars memoriae e infine la fase di
Esposizione in cui vai a simulare l’esame.

C: Ho capito ora! In effetti ha un senso. Ma se è tutto


vero perché nessuno ci ha mai insegnato queste cose?

G: Mah… per vari motivi in realtà. Ad esempio, alla


scuola cosa gliene frega se tu studi di meno? Per la
nostra società essere studiosi è un valore. Per le
persone è un sacrilegio se tu vuoi studiare di meno.
Inoltre penso che la nostra mentalità sia molto fatalista.
Ossia tu nasci con delle doti, e con quelle devi andare

121
avanti. Non siamo molto per il migliorarsi. Soprattutto
per quanto riguarda l’apprendimento.

C: Quindi non esiste la divisione tra chi è più


intelligente e chi meno??

G: Ma cosa significa intelligente? Una media alta non


vuol dire che sei più intelligente. È quello il
fraintendimento. Esistono tanti tipi di intelligenza. Avere
voti alti vuol dire solo che sai portare delle informazioni
al professore. Non vuol dire che fai ragionamenti più
intelligenti.

C: Quindi tu non sei diventato più intelligente grazie


a queste tecniche?

G: Non ha senso questa domanda.

C: Ahahahaah scusami.

G: Non volevo offenderti. Voglio semplicemente dire che


i voti non rappresentano la nostra intelligenza, ma
quanto siamo diventati esperti d’apprendimento.

C: Assurdo. Eppure ho sempre visto chi andava bene a


scuola come più intelligente.

G: Dai, ti faccio un esempio. Indovina quanto avevo in


inglese.

C: 10?

G: 9 😜

122
C: Ci sono andata vicino.

G: E secondo te lo sapevo parlare?

C: Non lo so. Penso di sì, altrimenti non avevi 9!

G: E invece no.

C: E perché avevi 9? Eri raccomandato? ahahaah

G: No ahahahah. Perché facevo gli esercizi a casa. Ma


c’erano dei miei amici che, pur avendo 6 in inglese, lo
parlavano molto meglio di me.

C: Ho capito, quindi secondo te il voto non misura la


nostra intelligenza? 🤔

G: No, per me non c’è correlazione, soprattutto per come


è strutturata l’università. Te l’ho detto, per me una
persona in gamba deve sviluppare tutte le abilità. Cioè,
per me è assurdo laurearsi preparando gli esami in dei
mesi, convinti pure che questa sia la cosa giusta.

C: Addirittura è sbagliato dedicare così tanto tempo ad


un esame?

G: Sì. Dovrebbe essere illegale.

C: Ahahahahahah, se prepari l’esame in 2 mesi allora 2


mesi di carcere! 🙅

G: Ma sì! Tanto in carcere o chiuso in casa a studiare è la


stessa cosa!

123
C: No dai, secondo me il caffè del carcere è più buono di
quello che fa la mia coinquilina.

G: Ahahahaah, stiamo degenerando. Comunque è male


preparare l’esame in dei mesi. Con tutto il bene che
voglio ai professori, uno sconosciuto non può
decidere di 2 mesi della mia vita in 1 quarto d’ora di
colloquio. È sbagliato proprio a livello esistenziale.

C: Sì, infatti l’esame è un momento terribile.

G: Ecco. È assurdo. È assurdo buttare tutto questo


tempo a studiare in maniera stupida. È assurdo stare in
ansia marcia accettando questo stato come una cosa
normale. È assurdo non riuscire a concentrarsi e
tormentarsi così. È assurdo studiare per giorni senza
combinare nulla.

C: E pensare che stiamo tutti così.

G: Sì, e ci stavo anch’io così.

C: E come ne sei uscito?

G: Facciamo una cosa. Comprati il nostro libro. 📖

C: E quando esce?

G: Tra poco.

C: Ok, allora aspetterò.

G: E forse ci sarai anche tu.

124
C: Ci sarò anche io? 😱 😱

G: Sì, forse sì.

C: Ma dai! Veramente?

G: Se mi gira sì.

Ed è così che mi è girato (o mi “ha girato”? Boh).

Ma ora finiamola qui che non penso ti interessi il resto


della serata con Carla.

O forse sì? 🤔

Dai comunque per il tuo bene e quello di Carla, vado ora


a rivelarti gli errori che impediscono agli studenti di
viversi l’università alla grande.

Devi laurearti il prima possibile, con il voto più alto


possibile, mentre cresci come persona e ti godi la vita
universitaria.

Questo è lo stile di vita di uno Studente di Successo.

Molte cose che sto per spiegarti ti suoneranno strane, ed


effettivamente lo sono.

Studiamo tutta la vita in maniera stupida, tanto che


abbiamo accettato certe cose come “parte di noi”.

Ma andasse a quel paese questa benedetta “parte di noi”.


Quelle che chiamiamo “mi trovo con i riassunti” o

125
“evidenzio con vari colori” sono abitudini infantili che
dobbiamo perdere il prima possibile.

Se in questo momento le mie parole ti stanno ferendo


sappi che non ti giudico, ti voglio bene e so che non è
colpa tua.

Facciamo una cosa: fai come se stessi lì ad abbracciarti


sotto una copertina, mentre ti sussurro questo capitolo.

Ma ora, andiamo subito a vedere quali errori evitare per


distruggere tutto all’università

Gli 8 Errori degli Studenti in Crisi che


fanno crollare il Voto all’esame

1) Primo Errore degli Studenti in Crisi: Preparare
l’esame in più di 20 giorni.

Questo è sicuramente l’errore più frequente, quindi è


quello che dobbiamo distruggere da subito. Siamo
convinti che più tempo diamo ad ogni esame più sarà
approfondita la nostra preparazione.

Questo perché gli studenti sono convinti che l’unico


modo per prendere un voto più alto sia studiare tanto. 


126
È una delle più grandi bugie che ci abbiano mai
raccontato.

In realtà è molto divertente la cosa. Non è qualcosa che


ci hanno solo raccontato, ma semplicemente la vediamo
fare agli altri, e quindi la facciamo anche noi.

MARGHERITA L’EREMITA ARRIVA


ALL’UNIVERSITÀ N
Allora facciamo che c’è questa studentessa di 19 anni,
chiamata Margherita. Si è appena iscritta all’università,
ha grandi sogni e tante aspettative riguardo l’università.

Non vede l’ora di sentir parlare i tanto famigerati


professori universitari e abbeverarsi alla loro fonte di
infinita conoscenza.

Non vede l’ora di conoscere tanti amici, respirare l’aria


delle aule universitarie e spaccarsi con gli amici per
festeggiare gli esami andati bene.

Non vede l’ora di veder nascere il suo primo amore


universitario e studiare col moroso fino alle 2 di notte,
sorseggiando il caffè dello studente.

Insomma Margherita si sta preparando ad uno dei


periodi più belli della sua vita.

127
Così inizia tutto. Margherita affronta con entusiasmo il
suo primo giorno di università, frequenta le prime
lezioni, fa le prime amicizie e va a comprare i primi libri.

Si stupisce un attimo del prezzo di quei mattoni enormi


però poi, sorridente, li mette in borsa e torna a casa.

Dato che la giornata di corsi è stata lunga, si siede sul


divano e va un po’ su Instagram per mettere il “Segui” al
profilo di “Giuseppe Moriello”, come ogni studente
universitario che si rispetti.

Mentre sta facendo questa cosa molto intelligente, entra


nella stanza, però, una cosa meno intelligente: sua
CUGGGINA Teresa.

Sua CUGGGINA è iscritta all’università già da ben 3


anni, quindi ha esperienza. Lei ne sa insomma.

E così, nonostante sua CUGGGINA abbia 17 esami


arretrati, e la media del 17.9 le dice:

”Ma che fffai non studi?!?”

“Ma sono appena tornata dall’università. E poi gli esami


sono tra 3 mesi!”

“MA SKERZIII?!? 3 mesi sono pochi.”

“3 mesi sono pochi?!?”

“Sì, ma che ti credi di stare al liceo? Guarda che siamo


all’università, devi studiare SEMPRE.”

128
“Sempre?”

“SEMPRE E COMUNQUE.”

“Ah, ok.”

Effettivamente quest’argomentazione la colpisce e


Margherita si sente stupida e nullafacente a non studiare.
Dopotutto sua CUGGGINA è una studentessa
universitaria con esperienza.

Così sua CUGGGINA si dissolve nel nulla con il suo


pigiama che è diventato una cosa con la pelle, e torna
nella sua stanza.

Così Margherita apre il libro e inizia a leggere con foga


ed eccitazione, fino a quando, ad un certo punto…
[Continua nel prossimo paragrafo.]

———————

Tutti abbiamo avuto un CUGGGINO, anche se non era


nostro cugino. Ossia una persona “esperta” che ci dà
consigli su come studiare all’università. Problema è che
questi CUGGGINI sono sempre studenti in crisi.

Però in Italia non conta.

L’Italia è il paese delle chiacchiere da bar e dei


dietologi in sovrappeso. Così, studenti in ansia, che
non ricordano le cose, ci spiegano come studiare in
ansia, non ricordandoci le cose.

129
E, anche io, una volta approdato all’università ero
completamente perso. Anche io ho avuto i miei
CUGGGINI che ovviamente mi hanno conferito questo
principio tra le mani:

”Vuoi prendere voti alti e laurearti velocemente?


Semplice, basta che ti massacri sui libri per dei
mesi.” 🤦

E così inizia il lungo percorso di sofferenza degli studenti


universitari.

Quando dopo 6 mesi ho preso il mio bel 20 mi sono


ripromesso questa cosa: “Non permetterò mai più a
nessuno di decidere di 6 mesi della mia vita in un solo
quarto d’ora.”

In quel momento ho realizzato quanto fosse fallace il


sistema universitario. Ho realmente capito quanto fosse
sbagliato il mio approccio. Da allora mi sono detto: “Ah
sì, voi mi volete fregare? Allora vi frego io.”

In particolare, avevo capito il Principio della Roulette


Russa.

La Roulette Russa
La Roulette Russa è:

“[…] un gioco d'azzardo, potenzialmente letale, che consiste nel


posizionare un solo proiettile in una rivoltella, ruotare
velocemente il tamburo, chiudere l'arma da fuoco senza guardare,

130
puntarla verso la propria testa e premere il
grilletto.” [Wikipedia]

Quindi, praticamente, mettiamo un proiettile in una


pistola. Poi ce la passiamo io e te e spariamo, fino a
quando non parte il proiettile.

Divertentissimo no?!?

Ok. Ti ricorda qualcosa? No? Un aiutino?

C’entra l’assistente, il foglio con i nomi da chiamare e


noi che ci stiamo cagando sotto seduti in prima fila.
Esatto sto parlando dell’esame!

E nel caso dell’esame, il Proiettile può essere:

1) L’assistente stronzo che chiama proprio te.

2) La domanda che non ti aspetti.

3) Se la sera prima, la moglie del professore, l’ha


trattato bene.

4) Se quella mattina ti sei svegliato con la reattività


mentale di un bradipo ubriaco.

Insomma, è per farti capire che l’esame, per come è


organizzato, è dominato da troppi fattori che non
possiamo controllare. Cioè siamo carne da macello,
andiamo lì e dobbiamo essere smaltiti in qualche modo.

Questa aleatorietà fa sì che mesi, e ripeto MESI, della


nostra vita dipendano da… da… dal famoso

131
CHECAZZONESO! Cioè… insomma… non possiamo
saperlo!

Voglio raccontarti un piccolo aneddoto per farti capire


quanto può arrivare all’assurdo questa cosa. Dovevo fare
un esame FONDAMENTALE per la mia carriera
universitaria. E il professore era nientedimenoche
l’avvocato di Maradona ⚽

Bello dirai tu. Mannaggia l’università dissi io!

Perché?

Perché si diceva che, se quella settimana il Napoli


perdeva la partita, allora lui all’esame iniziava a bocciare
tutti.

Così ho passato la sera prima dell’esame a tifare per il


Napoli. Però, per bilanciare le probabilità, ho scommesso
20 euro sulla vincita della Fiorentina, che giocava contro.

Così, se perdeva il Napoli, l’esame magari andava male,


però vaffanculo almeno portavo la mia ragazza fuori a
cena alla faccia sua.

Morale? Il Napoli ha vinto, però comunque l’esame mi è


andato male. Quindi, non solo ho perso 20 euro, ma ho
pure preso 20 all’esame.

Abbracciami ti prego, la vita è difficile 😞

132
Comunque… questo per dire cosa? È semplicemente un
esempio assurdo per farti capire quanto è stupido
scommettere così tanto su un azzardo così grande.

“Ok, Giù, tvb veramente, però ci vuole tempo per


preparare gli esamoni!”

MANNAGGIA IL…no scherzo, ora mi calmo. ORA MI


CALMO. Respiro profondo

Allora, facciamo un cosa, te lo spiego con una metafora.

Il Cacciatore di Tortore
C’è un cacciatore che va nella foresta a caccia di tortore
(non mi piace la caccia, amo gli animali, è solo per fare
una metafora).

Passa un giorno nella foresta e prende 20 tortore. È


contento, potrebbe tornare a casa, ma decide di restare
un’altra notte. Dorme con le sue tortore e il giorno dopo
è di nuovo in piedi, anche se un po’ malconcio perché ha
dormito fuori.

Così caccia le tortore e ne prende altre 15.

Dato il buon risultato decide di rimanere ancora. Allora


continua a cacciare anche il giorno dopo, ma stavolta è
stanco così prende solo altre 10 tortore.

133
Però vuole recuperare quindi resta a dormire un’altra
notte. Però si ferisce, inizia a piovere, arriva un orso e si
mangia tutte le tortore.

Riesce a scappare per un pelo, ma impara una lezione


molto importante: - Quando piove arrivano gli orsi. -

No scherzo, impara che: più tempo cacci più tortore


prendi, ma ad un certo punto diventa
controproducente continuare a cacciare.

Ecco, la stessa cosa vale per lo studio. È vero, più


tempo studiamo più informazioni possiamo
assimilare. Ma questo è vero solo in un mondo in cui
non esiste l’ansia, il decadimento dei ricordi, il calo
della concentrazione e delle energie emotive.

Se teniamo conto anche di questi ultimi fattori riusciamo


a renderci conto il perché della crisi degli studenti
universitari.

Pensiamo ad esempio all’ansia. Se dedichi un mese ad un


esame è normale stare in ansia, perché hai tantissimo
da perdere.

Più Tempo scommetti più sale l’Ansia. Più sale l’ansia,


meno rendi durante lo studio e all’esame. Perché l’ansia
fa salire i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress).

E più sale il cortisolo più ti ammali, sei insicuro e


trasmetti impreparazione al professore. Inoltre, il
cortisolo inibisce l’ippocampo, che è una delle aree

134
principali del nostro cervello in cui si formano i ricordi.
Quindi leggiamo le informazioni e loro spariscono
subito. Insomma succede un bordello.

Perché succede questo?

Immagina di giocare alla Roulette (quella con la


pallina che può finire o sul rosso o sul nero). Se punti
2000 € sul rosso, come ti senti dentro mentre la ruota
gira e la pallina salta qui e lì?

Il cuore si ferma praticamente e tu inizi a sudare. Inizi a


pensare: “TI PREGO VAI SUL ROSSO PALLINA DI
MERDAAAA.” 💩

Cosa succede se invece scommetti 2€? Quasi niente.

Ecco.

Se scommetti 1 settimana su un solo esame studi


con tranquillità e le informazioni entrano molto più
velocemente.

Studi concentrato al massimo perché l’esame è


vicinissimo quindi non puoi distrarti.

Riesci a focalizzarti direttamente sulle informazioni più


importanti, senza farti trascinare dall’ansia sul fare
virgole di cui non importa niente nemmeno al
professore.

Le tue prestazioni aumentano del 400% quindi riesci


a fare in un giorno quello che faresti in 4 giorni.

135
Ma, quando arriviamo all’università, vediamo tutti
studiare per meisi e mesi e finiamo per imitarli.

Poi studi un mese, l’esame va male, e automaticamente il


professore è stronzo.

Inoltre, in quella sessione hai preparato solo quell’esame


quindi ti sei fregato con le tue mani.

Devi sapere che, una delle cose più belle che mi sia
successa, è stata una telefonata con mia madre.

“Mamma, do mille esami!”

Avevo appena messo a punto il Metodo con Andrea ed


ero determinatissimo a dare i miei esami in 1 settimana.
Il problema è che molto spesso, la determinazione si
sposa benissimo con la cacarella.

Così magari ti dici:”Vabbè, dai la prossima sessione!”

È un po’ come iniziare la dieta il prossimo lunedì… il


prossimo lunedì dell’anno prossimo…

Il modo migliore per prenderti un impegno con te stesso, è


prendertelo con il mondo.

Ossia il modo migliore per costringerti a fare una cosa è


dire al mondo che la farai.

Sì, perché la nostra mente ci sabota se deve scegliere tra


il piacere e il dolore. Perché dimagrire quando puoi
mangiare?

136
Però, se invece diciamo a tutti che faremo la dieta, allora
la scelta è tra: dimagrire e fare una figura di merda con i
nostri amici. Allora, in questo caso, o inizi a mangiare di
nascosto come un ladro ignobile, o fai la dieta!

Così decisi di prendermi quest’impegno con mia madre.


La chiamai e le dissi:

“Mamma! Il prossimo mese do 4 esami!”

“Giusè, ma sei ubriaco?” 😦 



“No mà, sono le 10 di mattina…”

“Ma l’anno scorso hai dato 2 esami in un anno, perché


ora ne devi dare 4 in 1 mese? Se già ne dai 2 va bene…”

“Perché sì mà. Voglio una vita spericolata…”

“Va bene Giusè, basta che ti laurei…”

E quel mese ce l’ho fatta, ho dato 4 esami, recuperando


un bel pezzo del mio arretrato.

E in quel momento ho capito un principio molto


importante:

Prima darsi 7 giorni, poi capire cosa fare in questi 7


giorni.

Prima decidere di fare una cosa straordinaria, poi capire


come farla.

137
Molti studenti vogliono la formuletta magica per
preparare gli esami in 1 settimana. Pensano “No, quando
sarò bravo col metodo allora darò gli esami in 3 giorni”.

Ma se ti dai 2 mesi per un esame, quante possibilità ci


sono che quell’esame lo darai in 3 giorni?

È fisicamente impossibile. È come voler voler fare il


record dei 100 metri durante la maratona di New York.

Scriviti questo post-it molto carino:

“Per fare qualcosa di straordinario, devi innanzitutto


scegliere di farlo.”

Bello no? SONO TROPPO UN POETA MAMMA MIA.

Seriamente, non siamo abituati a buttarci, ma solo a


pensare a come in teoria dovrebbero andare le cose.

Il problema principale delle persone sono le “seghe


mentali”, ossia problemi che esistono in teoria, ma che
poi non si verificano in pratica.

Meno seghe mentali, più buttarsi.

Anche nella costruzione di Metodo Universitario ci


siamo buttati alla grande, a fare cose che non avevamo
mai fatto prima. Quasi tutti pensano che avevamo chissà
quali qualità, che avevamo chissà quale preparazione o
talento.

138
In realtà semplicemente abbiamo avuto la prontezza di
buttarci a fare una cosa che non esisteva.

Io e Andrea ci siamo guardati in faccia e ci siamo fatti


questa domanda assurda:

“Ma perché non facciamo un progetto per insegnare agli studenti


universitari un Metodo di Studio, attaccando professori,
università, politici, società e corsi di memoria? MA SIIII
PERCHÉ NOOO??!?!?!?! OK, E COME? BOOOOH.”

Prima ci siamo buttati, poi abbiamo trovato un modo. Ce


n’era bisogno e dovevamo trovarne uno. Non c’erano
alternative.

Guarda, ti suggerisco quest’altro post-it molto carino:

“Non sai volare? Buttati e troverai il modo.”

No aspè, mo non ti buttare dicendo che te l’ho detto io.

A parte gli scherzi, è così che fanno gli uccellini. Si


buttano senza sapere se le loro ali si apriranno o no.

Guarda, mi è venuto un altro post-it:

“Se nessuno avesse il coraggio di buttarsi, il tramonto non


sarebbe costellato di uccelli.”

Ma lo vedi? Ma sono troppo un poeta mancato o lo penso


solo io? Se lo pensi anche tu vai a scrivere sul gruppo FB
Studenti di Successo “Giuseppe Moriello è un grande poeta”

139
che così mamma è contenta, che lei li legge sempre i post
sul gruppo.

Voleva che io facessi il poeta, poi sono finito a fare i


video su Facebook. È contenta comunque, però continua
a dirmi che devo pubblicare un libro di poesie, non lo so
perché. A lei piacciono le mie poesie, ma lei è mia
madre, si sa come sono le mamme.

Oltre a questo principio molto bello che si basa sullo


sfidarsi e superare i propri limiti, darsi più di 20 giorni ti
fa entrare in una modalità molto pericolosa…

La modalità “tanto c’ho 2 mesi!”


Lo studente medio è perseguitato da questo nemico
molto cattivo:”VABBÉ TANTO C’HO DUE MESI.”

Che modalità è? Andiamo ad osservare da vicino il


dialogo mentale di un tipico studente in crisi in vari
scenari.

SCENARIO 1 - Studio nella Stanzetta.

Arriva una notifica su Whatsapp mentre stai studiando.

“La leggo? No dai. Ma se è importante? E se la Elisa si è


lasciato con il Carlo? No dai lo devo troppo sapere.
TANTO C’HO DUE MESI.”

SCENARIO 2 - Amiche in biblioteca

“Andiamo a fare shopping?”

140
“Ma sì, TANTO C’HO DUE MESI.”

SCENARIO 3 - La mosca.

Passa una mosca.

“Che faccio? La osservo volare oppure studio? MASSÌ


TANTO C’HO 2 MESI.”

Insomma, ci siamo capiti. Darci più di 20 giorni per


preparare un esame ci conferisce il superpotere di
essere deconcentrati 24 su 24.

Studiamo tutto il giorno e, arrivati alla fine, abbiamo


fatto 2 pagine.

Inoltre, darci 2 mesi ci conferisce l’altro superpotere di


prenderci il lusso di fare attività inutili come colorare il
libro e rileggerlo 3 volte.

“Ok, Giù, tvb ancora di più, però in 1 settimana non


lo leggo nemmeno il libro!”

E per questo ci siamo noi, tranqui.

Ora procediamo con gli errori e ti trasformo in una


macchina macina esami dannazione, fosse l’ultima cosa
che faccio.

2) Secondo Errore degli Studenti in Crisi: Leggono e


rileggono il libro come un romanzo dall’inizio alla
fine.

141
Per capire questo secondo errore che distrugge il
rendimento degli studenti universitari, torniamo un
attimo da Margherita.

Margherita è nella sua stanza a leggere il suo bellissimo


libro da 1008 pagine.

Lo apre e le si illuminano gli occhi. È bellissimo e pieno


di cose interessanti. Inizia a sfogliarlo in preda
all’eccitazione. Finalmente ha un libro universitario tra le
mani!

Ma sappiamo benissimo però che, ciò che è bello,


all’università dura poco. Infatti, ad un certo punto, entra
lei: LA CUGGINA TATTATTATTAAAAA.

“Ma che fffai?!?” urla la CUGGGINA.

“Sfoglio il libro! È bellissimo! Questa parte è stupenda,


parla di…”

“Ma che sfogli tu?!? Non è mica un album delle figurine,
ma kome si vede che sei ancora BAMBINA…”

“Ma io…”

“Il libro lo devi leggere DALLA PRIMA ALL’ULTIMA


PAGINA.”

“Ma io credevo che…”

“DALLA PRIMA ALL’ULTIMA. E POI DI NUOVO, E DI


NUOVO ANCORA.”

142
“Di nuovo? Ma perché quante volte lo devo leggere?”

“SOLO IL SIGNORE LO SA.”

“Ma come il signore? Ma così è noiosissimo…”

“Ma lo vuoi kapire o no che sei all’università? Lo sanno


tutti ke è noiosa. GUARDA ME.”

“Sì, forse hai ragione scusa…”

E così, Margherita, con l’entusiasmo smorzato, va alla


prima pagina e inizia a leggere. Fino a quando la
CUGGGINA… [Continua nel prossimo paragrafo]

——————-

Se entriamo in una biblioteca possiamo vedere decine di


studenti che leggono e rileggono il libro come un
romanzo. Così perdono settimane a fare un’attività che
però causa noia, deconcentrazione e stanchezza.

Per questo arrivano al giorno dell’esame stanchi, con la


mente offuscata e con settimane di reclusione alle spalle.

Lascia che ti racconti la parabola di Lisa.

La Parabola di Lisa e le Sue Repliche


Lisa era una studentessa che aveva problemi di
concentrazione, così mi chiese aiuto. Mi disse:

143
- ”Giù, come devo fare? Mentre leggo non riesco a
concentrarmi”.

- “No dai, mi dispiace. Dimmi un po’ come studi e


cerchiamo di capire insieme dov’è il problemino.”

- “La terza volta che rileggo il libro, la mia testa inizia


ad andarsene.”

- “Ah… Ok… Lo rileggi SOLO 3 volte?”


- “No. Dopo lo rileggo anche per fare i riassunti.”
- “Ah ok… E dimmi un po’, se per televisione passano
consecutivamente 3 repliche dello stesso film, come ti
senti a metà della terza replica?”

- “Mi annoio a morte perché so già come va a finire!”


- “Esatto. E perché con i libri dovrebbe essere diverso?”
Nonostante l’evidenza di questo principio psicologico,
quando si tratta di studio diventiamo scemi e iniziamo a
fare cose a caso in preda alla disperazione.

Ma perché rileggiamo il libro più volte?


Innanzitutto per farci un’idea generale della materia e
saperci orientare all’interno dell’esame, che è una cosa
sacrosanta.

È importantissimo creare una traccia di base che poi ci


aiuta a capire. All’inizio, infatti, ogni termine e ogni

144
concetto ci sembra nuovo, quindi facciamo molto fatica a
trovare il bandolo della matassa.

Creando la traccia otteniamo quella che io chiamo


“Immersione Mentale”. L’immersione mentale è
quando siamo immersi totalmente nella materia e quindi
riusciamo a destreggiarci bene tra un concetto e l’altro.

Il problema, però, è che gli studenti universitari non si


fanno mai una domanda sacrosanta: “Che impatto ha
l’attività che sto facendo, sul voto?”

L’arte è una buona medicina?


Una volta la mia ex mi disse: “Voglio aprire un ospedale
dove si cura con l’arte.”

“E perché con l’arte?”

“Perché è stato dimostrato che l’arte cura.”

La mia ex era dolcissima e molto intelligente però, in


questo caso specifico, non si è preoccupata del fatto che,
se ti sta partendo un rene, guardare i quadri con la
musica di Mozart sotto, forse ti fa partire anche l’altro.

Sì, è vero che l’arte cura, ma se cura 0,1 e hai bisogno di


10, allora non conta. L’efficacia di un agente è sempre
relativa.

145
Ad esempio, 2 tartarughe che mi trainano su un carretto
mi stanno spostando.

Questo vuol dire che, 2 tartarughe che trainano un


carretto sono un buon mezzo di locomozione?

“No, ma leggere tutto il libro mi aiuta a capire!”

Sì, leggere e rileggere il libro ti velocizza la


comprensione, ma ne vale la pena investire tutto quel
tempo?

Cioè se l’infarinatura generale mi costa 50 ore e me ne fa


risparmiare 2, capisci che perdo 48 ore?

Non ha senso dire l’infarinatura generale mi aiuta. Aiuta


a fare che?!?

“No, ma gli evidenziatori mi aiutano a ricordare!”

Sì, magari ti aiutano a ricordare un po’ meglio, ma stai


buttando 50 ORE DELLA TUA VITA A COLORARE UN
CAZZO DI LIBRO. NON ME NE FREGA CHE TI
AIUTA. ME NE FREGA QUANTO TI AIUTA.
QUANTO? DIMMELO. QUANTO?!?

Non penso abbastanza.

Quanto ci metti a riscaldarti ad una festa?

Per capire meglio l’importanza di questo principio


immaginiamo di essere ad un festino universitario. Arrivi

146
a casa di questo tuo amico, posi il cappotto e ti butti
nella mischia.

Ora possono esserci 2 casi:

1) Ti riscaldi subito, tempo 10 minuti ti senti carico e


ti scateni.

2) Ci metti 5 ore a riscaldarti e per quando sei


pronto a parlare se ne sono già andati tutti.

Ecco, questo secondo caso è quello che succede con


l’infarinatura generale. Cioè gli studenti fanno in 1
mese e mezzo quello che potrebbero fare in 1 giorno.

In più, mettendoci tanto tempo a fare l’infarinatura


generale, quando tornano a pagina 1 hanno l’infarinatura
generale dell’ultimo capitolo!

Pe r c h é o v v i a m e n t e d o p o s e t t i m a n e c i s i a m o
completamente dimenticati dell’ultimo capito, dal
momento che stiamo facendo un’attività assolutamente
passiva.

E A ME QUESTA COSA FA GIRARE TANTO I CO…

Ok, scusa, cioè, nel senso, volevo dire che… Quante cose
ricordi dopo l’infarinatura?

Cioè, prendiamo uno studente che ha passato 3


settimane a leggere il romanzo… ehm… volevo dire il
libro.

147
Gli chiediamo: “Allora, quindi cos’è la devianza?”

“Eh vabbè sì, aspè, devo ancora ripetere…”

DEVI ANCORA RIPETERE? MA CHE CAZZO HAI


FATTO ALLORA QUESTE 3 SETTIMANE PORCO DI
UN…

Calmati Giù… La Bibbia, ricorda la Bibbia, pensa alla


Sacra Bibbia, il Signore, Gesù, porgi l’altra guancia,
ricordi cos’hai imparato al catechismo? Porgi l’altra
guancia…

Eccola. ECCOLA L’ALTRA GUANCIA.


SCHIAFFEGGIATEMI.

Il secondo motivo per cui gli studenti fanno


l’infarinatura generale per settimane è, perché è il modo
migliore per entrare in “modalità studente”, senza però
studiare mai veramente.

CHE COS’E LA MODALITÀ STUDENTE


Che cos’è la modalità studente? È quando hai il libro
davanti, ma fai tutto, fuorché studiare.

Impossibile? Ma no, gli Studenti in Crisi sono capaci di


fare anche l’impossibile pur di torturarsi, tranqui!

Massimo e la Musica Universitaria


C’era questo mio amico Massimo che, dopo anni, rimane
proprio il mio prototipo per la modalità studente perché,

148
non usciva mai, e ci diceva sempre che doveva
studiare.

Poi, però, quando facevamo i blitz a casa sua stava:

1) O suonando la chitarra sul divano per comporre


musica.

2) O giocando alla Play Station.

3) O guardando un Video su Youtube.

4) O qualsiasi altra cosa che non fosse studiare.

Però… PERÒ… fai molta attenzione a questo dettaglio


perché è un sintomo fondamentale della “modalità
studente”: IL LIBRO ERA APERTO SUL TAVOLO!!!
TATTATATAAAA (musichetta drammatica)

La leggenda narra che, se hai un libro aperto nel raggio


di 10 metri, la Costituzione Italiana, ai sensi dell’articolo
21, ti conferisce il diritto di dire che stai studiando.

E così, Massimo tutto il giorno (non) studiava. Una sorta


di non compleanno.

Ma perché esiste la modalità studente? Qual è la ragione


per cui avviene questa pazzia?

Perché questa modalità ha un effetto molto interessante:


acquieta il senso di colpa.

149
Cioè, se Massimo passa 2 mesi a studiare, e poi l’esame
va male (come purtroppo succedeva), qual è l’unica
spiegazione?

Massimo ha studiato? Sì. Quindi non può essere


quello… mhm… Aspè! Ce l’ho! Anzi ne ho 2:

- O è stato sfortunato.
- O il Professore è Stronzo.
Massimo era intelligentissimo, quindi “non è abbastanza
intelligente” non funzionava come giustificazione.

Insomma, essendosi recluso, la colpa non poteva essere


sua. Dopotutto non usciva mai. Quindi niente senso di
colpa ✔

E l’aspetto più potente di quest’effetto è che agisce anche


sulle persone a te circostanti.

Quindi di conseguenza anche i genitori erano felici. Non


contava che non dava esami, l’importante era che
Massimo non uscisse.

Infatti appena usciva anche UNA SOLA SERA e l’esame


non andava bene, allora era finita. Tutta colpa di quella
sera maledetta in cui Massimo si è allontanato dalla
modalità studente.


150
Il singolo pensiero che ti rallenta nello
studio
La Modalità Studente stanca da morire perché ti privi
della vita, ma fai attività che hanno scarso impatto
sull’esame.

Così, gli Studenti Universitari passano un mese e mezzo


a fare quest’infarinatura generale con evidenziatori e
riassunti vari, per poi arrivare alle ultime 2 settimane
senza energie.

E, se ci fai caso, è solo negli ultimi giorni che poi gli


studenti universitari fanno quelle attività che hanno
veramente un grosso impatto sull’esame. Però le fanno
male perché sono troppo stanchi per le settimane perse
in “modalità studente”.

Se vogliamo spaccare all’università, dobbiamo


ragionare come degli Investitori.

Se vogliamo preparare gli esami in 1 settimana,


dobbiamo innanzitutto iniziare a ragionare in base al
ROI (Return on Investment), ossia il Ritorno
Sull’Investimento.

Cosa vuol dire?

Mettiamo che tu abbia un’idea geniale, tipo aprire un


chiosco di tartarughe sotto la torre di Pisa. Sai che
quest’idea frutterà milioni di dollari, così inizi a cercare
un investitore che finanzi la tua idea.
151
Quando proponi quest’idea ad un investitore, lui cosa
valuta? Valuta quanto può essere il ROI, ossia quanti
soldi gli ritornano se investe dei soldi.

Quindi inizia a pensare: “Ma se a questo gli do 3 euro e


50, quanto mi torna indietro?”

Sì, hai capito, 3 euro e 50. Questo è quello che si merita


quest’idea di merda. Ho capito che ti piacciono le
tartarughe, ma abbi almeno un po’ di contegno!

Scherzo, hai avuto un’idea geniale, te la finanzio io, tvb.


Anzi, ti dico di più, andiamo ad aprirlo su una spiaggia
della California, così avremo delle tartarughe abbronzate.

Ma prima ti devi laureare, quindi capiamo molto bene


come applicare questo principio del ROI al nostro studio
universitario.

Così come l’investitore valuta l’investimento di soldi, tu


devi valutare il RIV, ossia il Ritorno In Voto. Cioè ci
dobbiamo fare questa domanda:

“Quanto mi ritornerà in termini di voto,


questo tempo che sto investendo?”
Analizzando l’infarinatura generale sotto quest’ottica,
sarai d’accordo con me sul fatto che ci toglie tantissimo
tempo, andando ad incidere veramente poco sul ritorno.

Non mi far ricitare il tizio che non si ricordava niente


perché doveva ancora ripetere.

152
Da questo momento in poi, mi devi promettere una cosa.
Ossia che non ti azzarderai mai più a fare un gesto che
non abbia un impatto enorme sull’esame.

Non ti azzarderai mai più a leggere una riga che non


sei sicuro ti chiederanno all’esame.

Non aprirai mai più un libro senza essere sicuro al 100%


che stai studiando veramente, e che non sei in preda alla
modalità studente.

Me lo prometti?

Bene. Allora andiamo avanti con l’evidenzionite.

3) Terzo Errore degli Studente in Crisi: Evidenziano


con vari colori.


L’evidenzionite è una malattia molto diffusa tra gli


studenti universitari. Consiste nell’evidenziare qualsiasi
cosa entri nel raggio di 3 metri.

Ma per capirla bene torniamo da Margherita, la povera


studentessa entusiasta che, suo malgrado, sta per
diventare un eremita…

La CUGGGINA ha appena smorzato il suo entusiasmo


introducendola alla nobile arte del farti sanguinare gli
occhi rileggendo il libro fino a quando i testicoli non ti
arrivano al piano di sotto (mi scuseranno le ragazze in

153
sala per la metafora maschile. Se vi piace adattatela pure
alle vostre proprietà fisiche).

Così Margherita, parte dalla prima pagina e inizia a


leggere. Fino a quando sua CUGGGINA non urla:”MA
CHE CAZZO FAI?!?”

Margherita salta sulla sedia facendo cadere il libro a


terra. Terrorizzata si volta verso la cugina riuscendo a
bisbigliare:”Co… co… cosa ho fatto?”

“DOVE SONO GLI EVIDENZIATORI?” 😡

“Gli evidenziatori?”

“Sì, come fai a kapire senza gli evidenziatori?!?”

“Ma… leggendo?”

“Ma allora veramente ti credi di stare alle elementari.


DEVI COLORARE CON ALMENO 4 COLORI
DIVERSI.”

“Ma veramente alle elementari si colora. Comunque io


credevo che…”

“COLORARE È IMPORTANTE, il nostro cervello


funziona kosì. Più colori usi più memorizzi facilmente. Il
VERDE per le cose importanti. L’ARANCIONE per
quelle un po’ meno. Il GIALLO per quelle meno meno. Il
FUCSIA per le definizioni. Il BLU per le formule etc.
etc.”

154
“Ok… ma veramente io ho solo una matita…”

“Ma allora vuoi prendere DICCIOTTTO?”

“No…”

“A l l o r a a s p e t t a m i q u i c h e c i p e n s a l a t u a
CUGGGINETTA.”

Così la CUGGGINA va nella sua stanza al piano di sopra,


poi torna e svuota una busta di evidenziatori sulla
scrivania di Margherita.

“Ne ho una skorta. Li ho comprati in OMAGGGIO su


AMAZZON.”

—————

Allora, per quanto riguarda gli evidenziatori veramente


ho finito gli insulti. Non lo so, ora vado a prendere il
dizionario dei sinonimi e contrari.

Anzi no, facciamo una cosa. Ti prego vatti a cercare sul


gruppo “Studenti di Successo” uno screen che ho
pubblicato l’8 novembre di una pagina Instagram fatta da
una studentessa che pubblica solo foto di evidenziatori e
nella descrizione ha la frase “Amante della Cancelleria”.

Con questa ragazza stava partendo anche una


discussione perché si è accorta dello screen e ha iniziato
a postare storie varie sulla questione che avevo acceso.

155
Ed io le voglio bene… veramente sono sicuro che è
simpatica e che ha buone intenzioni. MA COME CAZZO
FAI A SCRIVERE CHE…

NO! FERMO GIUSEPPE CALMATI, QUESTO LIBRO


SI CHIAMA “BIBBIA”, NON PUOI DIRE CERTE
COSE… Ok… scusa, mi calmo, è che a volte mi parte la
miccia e mi incazzo.

Perché mi incazzo?

Perché l’evidenziatore è proprio il simbolo dello


studio passivo fine a se stesso. Passi dei mesi a
colorare le pagine, poi ti vado a chiedere una
qualsiasi cosa e NON TI RICORDI UN CAZZO.
STOCAZZO TI RICORDI.

RIPETIAMOLO INSIEME: COSA TI RICORDI?

SIAMO PRONTI? LO DICIAMO TUTTI INSIEME?


STOCAZZO TI RICORDI.

Scusa. Ommmmm.

Non voglio giudicare nessuno, anche perché all’inizio


evidenziavo anche io. Quando, però, mi sono reso conto
che era una stronzata, mi sono disintossicato.

Infatti non è che mi fanno incazzare gli evidenziatori in


generale. Mi incazzo solo quando gli studenti si
identificano con quei colori, ne fanno un vanto, amandoli
e attaccandoseli nei capelli. Li usano come se lo scopo
dello studio fosse colorare e non passare gli esami.

156
L’evidenziatore è proprio il vessillo dello “studiare il
libro” senza “preparare l’esame”.

Perché non solo leggi il libro in maniera passiva, ma lo


COLORI PURE, come se fosse un album di disegni che
trovi in edicola.

E poi, quando dico che è una stronzata, gli studenti si


difendono dicendo:”Ma mi aiuta concentrarmi.”

E grazie al ceppone di sughero: se leggi il libro


passivamente come fosse un romanzo, è normale che
studiare diventa interessante guardare come la pittura
che si asciuga.

“No, ma io mi ricordo grazie ai colori.”

Sì, anche io posso girare per la città galoppando su una


tartaruga, ma non per questo divento un principe
azzurro. Ho capito che ho il maglioncino azzurro, però…

A parte gli scherzi, è normale che i colori aiutano a


rendere il libro più schematico, ma questo non vuol dire
che sia il modo migliore per farlo.

Cioè posso anche pitturare con un spazzolino da denti


imbevuto di pittura. Questo mi aiuta a pitturare, ma
perchè non devo usare un pennellone pensato per
quello?

Ci siamo capiti o devo usare altre metafore ridicole? 😡

157
Abbiamo problemi di concentrazione, di memoria, di
ansia, di sensi di colpa e li acquietiamo facendo la
fortuna della STABILO!

Il problema è che rimaniamo troppo legati al libro in


questo modo. È vero che dobbiamo distinguere ciò che è
importante da ciò che non lo è.

Ma la nostra attività principale deve essere quella di


creare delle risposte che fanno battere il cuore al
professore e che sono facili da memorizzare.

Quindi dobbiamo “estrarre dal libro” le cose


importanti, non colorarle e lasciarle lì.

Anche perché, quando lo studente universitario


evidenzia il libro succedono varie cose spiacevoli:

1) Le cose importanti evidenziate sono vicine a quelle


inutili e, quindi, l’occhio ci cade sempre. Anche
perché lo studente ci torna dopo settimane dalla
prima evidenziazione, quindi non si ricorda
nemmeno perché ha evidenziato quella cosa.

2) Cadendo l’occhio sulle cose inutili inizia a venirgli il


dubbio che il professore possa chiedergli anche
quello. Così in preda all’ansia inizia a rileggere tutto
e a fare una seconda passata di evidenziazione,
magari con la matita.

3) Inoltre ha sempre il libro davanti che è ansiogeno di


per sé, perché continua a ricordarti che ci sono un

158
mare d’informazioni che non memorizzerai mai
tutte. Insomma lo studente, con il libro davanti, ha
continuamente il focus su ciò che non ha fatto.
Questa cosa crea ansia in maniera drammatica.

4) Inoltre lo studente medio rimane legato ai


ragionamenti arzigogolati del libro. Quindi magari
ci mette 3 ore per capire un ragionamento senza
senso dell’autore, che forse stava ubriaco quando
l’ha scritto. Così finalmente lo capisce ed è
contento. Poi però ci torna dopo 2 settimane e si è
dimenticato che voleva dire. Così lo deve ricapire e
ci riperde altre 3 ore.

Insomma, se evidenzi succede un disastro però vabbè,


dopotutto I COLORI MI AIUTANO A RICORDARE E A
DISTINGUERE LE COSE IMPORTANTI DA QUELLE CHE
PORCO…

La Bibbia Giusè… pensa alla Bibbia evidenziata.

Così, dobbiamo estrarre le informazioni importanti, per


allontanarci dal libro, ma non ti azzardare a fare i
riassunti!

I riassunti no eh. NO. Perché? Come perché? Devo


spiegare anche questa?

Va bene dai. Ma solo perché tvb 😘

159
4) Quarto Errore degli Studenti in Crisi: fanno i
Riassunti.

Sono oramai settimane che Margherita sta evidenziando


il suo libro.

Ha messo su un po’ di musica per studiare, presa dalle


mie Playlist su Spotify. E questa cosa la sta aiutando
molto, dato che sono molto belle le mie canzoni
modestamente.

Però, comunque, il polso le fa male e anche gli occhi,


dato che gli evidenziatori colorati infastidiscono la sua
lettura.

All’inizio le piaceva sfogliare il suo libro ma ora il suo


studio è diventato così passivo che non si concentra
nemmeno più sul contenuto.

Ha come l’impressione che l’attività principale sia


diventata quella di scegliere i colori. Ma tutte le sue
amiche fanno così, quindi deve essere per forza il modo
giusto di studiare. Dopotutto, non ha mai studiato in un
altro modo, quindi non ha un metro di confronto.

Così continua ad evidenziare con 5 colori diversi.

“Ops, una definizione!” pensa Margherita. “Aspetta, qual


era il colore per le definizioni?”

Mentre guarda i suoi evidenziatori si avvicina insidiosa


l’orca assassina… ehm.. volevo dire la CUGGGINA.

160
Fa capolino da dietro la porta, cerca di scrutare
Margherita per capire cosa sta facendo. E Appena pensa
sia il momento giusto purtroppo decide di entrare.

“MA CHE CAZZO STAI FACENDO?!?”

Margherita salta dalla sedia lanciando l’evidenziatore


dalla finestra. Una signora urla dalla strada.

Così Margherita, mentre dà un occhio fuori dalla finestra


per assicurarsi che non sia morto nessuno,
pazientemente dice: “Sto evidenziando come mi hai
detto tu! O almeno stavo…”

“Ancora ad evidenziare?!?” sbotta la CUGGGINA. “Dove


sono i riassunti?”

“I riassunti?!?”

“Sì, devi riassumere il libro.”

“Ma perché? Cioè, devo riscrivere il libro su un foglio?”

“ESATTO.”

“Tutto?”

“TUTTO E ANCHE LE SLIDE”

“Ma le slide sono già dei…”

“TUTTO QUANTO DEVI RIASSUMERE.”

Perché gli studenti fanno i riassunti? Intervistiamoli!

161
“Io faccio i riassunti, perché così riesco a concentrarmi.”

“Quando faccio i riassunti le cose le ricordo meglio.”

“No, io faccio i riassunti perché riesco a leggere solo la


mia scrittura.”

I riassunti sono un po’ come l’evidenziazione, perché ti


danno la sensazione che “stai facendo qualcosa”, ma in
realtà sono come le sigarette.

I Riassunti sono come le Sigarette


Molti fumatori sono convinti che la sigaretta rilassi o
aumenti la loro concentrazione. In realtà è la sigaretta
che provoca una piccola crisi d’astinenza, che poi
viene colmata con la sigaretta stessa.

Cioè la sigaretta crea un problema che solo lei può


risolvere. E, dato che te lo risolve, la ringrazi! Ma in
realtà l’ha causato lei.

La crisi d’astinenza da sigaretta ti stressa ma, quando


fumi la sigaretta, lo stress allora sparisce. quindi grazie
alla sigaretta abbiamo la sensazione di stare meglio. È
come se ringraziassimo il tizio che ci tiene con la testa
sott’acqua per il fatto che ogni tanto ce la tira fuori.

“Bblbblrlblblrlbl. Oh, grazie! Ma che bella giornata che


c’è oggi, avrei proprio voglia di brblrbrlrbrlbrlb…”

E così funziona anche con i riassunti. Lo Studio passivo


degli studenti in crisi provoca una noia assurda, perché

162
studiano il libro ma senza un obiettivo e una
direzione.

Nello studio passivo lo strumento prende il sopravvento


sull’obiettivo.

Cioè siamo più concentrati sull’evidenziare e fare i


riassunti che sul contenuto che dobbiamo portare al
professore.

È come se fossi uno scultore e, invece di pensare alla


scultura che voglio creare, iniziassi a concentrarmi sullo
scalpellare alla grande.

Sembra la stessa cosa ma scalpellare alla grande può


anche significare distruggere completamente il pezzo di
marmo senza che ne esca niente fuori.

Ed è per questo motivo che gli studenti in crisi sono


perennemente deconcentrati. E cosa fanno per
concentrarsi? Fanno delle attività passive che gli
danno qualcosa “da fare”, ossia evidenziano e
riassumono. In questo modo hanno la sensazione di
studiare, ma in realtà, queste attività stanno togliendo
loro una montagna di tempo per poi ottenere un basso
RIV (ritorno sul voto).

Infatti è impossibile preparare gli esami in 1 settimana se


riassumi tutto il libro. Come fai?

Quello che devi fare è creare degli schemi che


contengano delle risposte. Ossia devi elaborare la

163
risposta perfetta, dopo aver indagato su quello che la
cattedra desidera.

Cioè, è come se nel libro noi navigassimo in un mare


d’informazioni organizzate male. E queste informazioni
sono incasinate soprattutto perché i libri non sono scritti
per noi, ma per dei ricercatori, dato che i professori
universitari non sono insegnanti, ma ricercatori.

Quindi è molto importante capire che, se vogliamo avere


un eloquio brillante e sicuro all’esame dobbiamo prima
di tutto scegliere COSA dire, e IN CHE ORDINE dirlo.

Per fare questo i nostri studenti utilizzano appunto gli


“Schemi a Cascata”, il cui obiettivo è quello di creare
delle risposte:

1) Facili da memorizzare.

2) Che colpiscono il cuore del Professore.

3) Estraggono dal libro ciò che è importante.

4) Che cristallizzano i ragionamenti.

In particolare quest’ultima funzione è molto


interessante.

Infatti, come ti ho detto prima, a volte l’autore si fa una


bottiglia di vino prima di scrivere il capitolo.

164
E quindi inizia a giocare con la nostra pazienza,
accavallando le subordinate e facendocela prendere con
sua madre, senza che lei ne abbia colpa alcuna.

Quindi, ci mettiamo 3 ore per capire il ragionamento


e, quando torniamo dopo giorni, ci accorgiamo
magicamente che abbiamo completamente
dimenticato cosa avevamo capito di preciso.

E così, perdiamo altre 3 ore per ricapirlo, immaginando


l’autore che, dal suo ufficio, se la ride accarezzando un
gatto nero accoccolato sulle ginocchia, mentre sorseggia
il suo calice di vino che, per fare questo brutto effetto,
deve essere sicuramente “in cartone”.

La morale della storia è che i riassunti non ci aiutano, ma


sono solo dei palliativi, una brutta copia del libro.

Ma non è questa la parte peggiore della storia. Perché ora


stiamo per affrontare veramente un mostro terribile,
ossia il temutissimo “leggere e ripetere.”


5) Quinto Errore degli Studenti in Crisi: Leggono e


ripetono per memorizzare.


Sulla scrivania di Margherita c’è una montagna di fogli. I


riassunti oramai sono sparsi dappertutto, circondando e
sommergendo la sua esile figura. È da settimane che è
costretta a dire di no a molti caffè.

165
All’università ha conosciuto Fabio, un ragazzo che le
piace e che vuole portarla al cinema. Ma lei desidera
prendere 30 al suo primo esame, anche per rendere fieri i
suoi anziani genitori che con i risparmi le stanno
pagando la retta.

E per prendere 30 deve passare i pomeriggi e le sere


e riassumere, quindi niente Fabio, niente cinema,
solo riassunti.

Si avvicina il giorno dell’esame e Margherita inizia a


domandarsi quand’è che imparerà qualcosa. Sono
settimane che sta studiando ma non sarebbe capace di
rispondere nemmeno ad una domanda!

Dov’è il problema? Sta seguendo alla lettera tutte le


istruzioni della CUGGGINA ma comunque non ricorda
nulla di quello che studia. Cosa c’è che non va in lei?

Così Margherita inizia a pensare di essere stupida e di


non essere portata per l’università. Inoltre inizia anche a
pensare che, di questo passo, dopo soli 3 esami perderà il
polso.

Margherita finalmente sta per ultimare l’ultimo riassunto


quando, ad un certo punto, inizia a sentire delle urla dal
piano di sopra. È la CUGGGINA! Forse sta male, quindi
corre subito al piano di sopra a vedere cos’è successo.

Appena spalancata la porta, trova la CUGGGINA con il


libro fotocopiato in mano che sta urlando:”

166
L’IPPOCAMPO MOSTRA DUE PRINCIPALI MODALITÀ
DI ATTIVITÀ, LA PRIMA È… LA PRIMA È…”

“Teresa…”

“Sì?!? Aspetta, non mi ricordo le modalità…” dice la


CUGGGINA mentre scava nel libro.

“Ma perché stai urlando?”



“Perché ho comprato un eBook sul Metodo di Studio e
mi ha detto che quando ripeto, devo recitare. Così
ricordo meglio…”

“Ho capito, ma così non spaventi il condominio?”

“HO L’ESAME TRA 3 SETTIMANE NON HO TEMPO


DI PENSARE AL CONDOMINIO.”

“Ok… scusami…”

“Anzi, è meglio se vai a ripetere anke tu…”

“Ripetere?”

“Sì, hai finito i riassssunti?!?”

“Mi manca l’ultimo!” risponde Margherita sorridente.

“Bene, ora è arrivato il momento di RIPETERE!”

“Devo ripetere ad alta voce le pagine?”

“No, i riasssssunti!!!”

“Ma questo mi aiuterà a memorizzare?”

167
“OVVIO. Come vuoi memorizzare sseennò?!? ORA VAI
A RIPETERE!”, sbotta infine la cugina sbattendo la
porta.

Margherita esita un po’ sull’uscio, poi torna nella sua


stanza. Finisce l’ultimo riassunto e impugna di nuovo il
primo. Lo legge sconsolata per 5-6 minuti e poi comincia
la sacra litanìa.

Margherita soffre per la noiosissima sequela di parole


che escono dalla sua bocca. “È terribile ripetere questi
riassunti” pensa. “Ma magari così li ricorderò
facilmente!”

E così, la nostra cara Margherita inizia a ripetere


riassunto dopo riassunto. Legge e ripete, legge e
ripete, ma ha la costante sensazione che le
informazioni spariscano continuamente dalla sua
mente.

Entra un riassunto e ne esce un altro. Tutto questo inizia


a diventare molto, molto frustrante. Però Margherita non
si arrende e continua a ripetere e a ripetere. E ancora una
volta, il contenuto quasi non sembra importare: importa
solo ripetere meccanicamente.

E questo non è niente. Perché, mentre l’esame si


avvicina, ad un certo punto arriva… [Continua nel
prossimo paragrafo!]

———————

168
Ok, qui arriva il bello.

“Leggere e ripetere” per memorizzare = cacca. No


buono, non si fa.

Lo Studente in Crisi fa molta difficoltà a ricordare le


informazioni perché utilizza la “ripetizione ad alta voce”
per fare tutte queste cose:

1) Capire.

2) Memorizzare.

3) Controllare di aver memorizzato.

4) Allenare l’esposizione e sviluppare il linguaggio


tecnico.

Queste sono attività diverse che vanno fatte in momenti


diversi (come vedremo nel capitolo 4).

Se facciamo queste cose tutte insieme, facciamo una


fatica enorme e le informazioni escono dalla nostra
memoria alla velocità degli gnu che hanno travolto
Mufasa, il padre di Simba (scena che ha segnato la mia
infanzia per sempre).

Vuoi che Mufasa muoia? No? Allora rallenta quegli gnu!


Cioè… volevo dire… non memorizzare ripetendo!

La nostra Mente ha un potenziale altissimo. Non è


ancora stato creato un computer che elabora alla velocità
della nostra mente.

169
E allora perché non ricordiamo le cose? Perché usiamo
male la nostra memoria, dato che nessuno ci ha mai
insegnato come funziona.

Infatti, quello che si limitano a fare gli studenti in crisi, è


ripetere e poi congiungere le mani con la speranza di
ricordarsi qualcosa. Hanno quasi l’impressione che la
memoria sia una pianta con vita propria, che nessuno
può controllare! È come se il ricordo “ci capitasse”.

In realtà, per memorizzare facilmente, basta capire che la


nostra memoria è come una ragnatela, ossia funziona per
associazioni.

Ci sono Informazioni Coltello e Informazioni Insetto:

1) Le Informazioni Coltello sono quelle che incameri


con il leggere e ripetere, quindi con la forza. Queste
informazioni distruggono la ragnatela
d’informazioni che hai nella testa.

2) Le Informazioni Insetto invece sono molto


appetitose per la nostra memoria e le ricordi
facilmente.

L’arte della memoria o l’arte del ricordare, consiste


nel trasformare le “informazioni coltello” dei tuoi
esami in “Informazioni Insetto” che la ragnatela
nella nostra testa è in grado di catturare .

Questa, purtroppo, è un’arte che nessuno ci ha mai


insegnato.

170
Ed è veramente paradossale dato che i più grandi
mnemonisti della storia ce li abbiamo avuti proprio qui
nella nostra penisola (Cicerone, Giordano Bruno, Pico
della Mirandola, Pietro da Ravenna etc.)

Se impari a padroneggiare l’arte della memoria (in


particolare io insegno il Palazzo della Memoria), allora la
tua memoria diventa perfetta e puoi ricordare all’esame
più cose di quante ne sappia il professore 😉 

Ti dà la cattedra proprio.

Inoltre, in un mondo in cui gli Studenti in Crisi si


lamentano di avere una Memoria terribile, avere la Super
Memoria di un Computer ti permette di scavalcare
tutti, sia all’università, che in qualsiasi concorso o
colloquio che tu affronterai. Figo no?

Però ricorda sempre che l’arte della memoria da sola non


basta. C’è sempre bisogno di un metodo studiato per
accoglierla. Se inserisci l’arte della memoria nel
metodo tradizionale succede un disastro e fai più
fatica di prima.

L’arte della memoria è semplice? No! Però ti permette di


allenare la tua memoria. Un allenamento che non ha
niente a che vedere con quello che ci hanno sempre
detto.

Di solito ci forniscono 2 strumenti per allenare la nostra


memoria:

1) Fai i cruciverba o i sudoku sulla spiaggia.

171
2) Ripeti delle poesie del 1800 a memoria.

Insomma o devi soffrire o devi comportarti come una


persona anziana (scherzo, i sudoku mi fanno impazzire).

Però, in realtà, la nostra Memoria Meccanica (Ossia la


memoria che sfrutti con il “leggere e ripetere”. La
chiamo così perché gli americani la chiamano “Rote
Memory”) è come una gomma da cancellare: si
consuma con l’utilizzo. Più passa il tempo, più ti si
consuma.

È per il fatto che la Memoria Meccanica si consuma col


tempo che, le persone anziane hanno la sensazione di
perdere la loro lucidità e la loro capacità di apprendere
con l’avanzare dell’età.

“Ma questa degenerazione della nostra memoria avviene


anche quando utilizzi il Palazzo della Memoria?”

Ti rispondo con un esempio: Dominic O’Brien, uno dei


miei maestri e 8 volte campione mondiale di memoria,
ha 60 anni e riesce ancora a memorizzare un mazzo di
carte in meno di 2 minuti.

Cioè vuol dire che guarda un mazzo di carte, e poi riesce


a ripetertelo a memoria. Direi che a 60 anni è veramente
il Top.

Per questo, lo studente medio, è costretto ad


affrontare una spirale discendente delle sue

172
prestazioni, esame dopo esame. Quindi più passa il
tempo, più sfuma la capacità di ricordare.

Con il Palazzo della Memoria, invece, le tue abilità


aumentano sempre di più, esame dopo esame, e ricordi
sempre più cose.

Poi dopo aver memorizzato con il Palazzo, puoi anche


ripetere per:

1) Controllare di aver Memorizzato.

2) Allenare l’esposizione.

3) Simulare l’esame a casa, in modo da andare


all’esame con maggiore sicurezza.


Ma ora passiamo al prossimo errore fatale!

Quinto Errore degli Studenti in Crisi: Giustificano


l’ansia.

La povera Margherita ha completato la sua


trasformazione in eremita. Come “Cell” di Dragon Ball
ha raggiunto la forma perfetta. Esce solo per frequentare
i corsi. Il suo amato Fabio oramai si è rassegnato e ha
smesso di chiederle di uscire.

La vita universitaria non è come se l’aspettava. Ha le


corde vocali stanche, perché ripete dalla mattina alla
sera. E la cosa peggiore è che, nonostante questo, ha

173
comunque la costante sensazione di non ricordare le
informazioni.

“Quando sarò davanti al professore, riuscirò a dire


qualcosa?” pensa Margherita. “E se il professore mi
chiedesse una cosa che non so?”

Ed ecco arrivato il momento. Questi pensieri succulenti,


purtroppo, attirano una bestia feroce e spietata. Come le
macchie di sangue attirano gli squali. I pensieri di
Margherita attirano il mostro che tutti gli studenti
universitari temono: la CUGGGINAAAA. 

No scherzo. Attirano l’ansia. L’ANSIAAAA.

“Cos’è questa cosa che sento nel petto?” pensa la dolce


Margherita. “È come se qualcosa mi stesse premendo sui
polmoni.”

Improvvisamente, furtiva come un pipistrello nella notte,


da dietro le spalle di Margherita sbuca la CUGGGINA,
che urla improvvisamente: “È L’ANSIAAA”.

Margherita salta dalla sedia e si ribalta sulla scrivania. Si


spacca la scrivania e la povera studentessa si ritrova a
terra ricoperta di riassunti.

“Ma… ma… ma…” riesce a biascicare Margherita.

“È l’ansia.”

“Ma fa male, io non la voglio.”

174
“E invece c’è. Goditela.” sussurra malevola la
CUGGGINA. Dopodiché viene riassorbita dalle tenebre.

Margherita non riesce a crederci. La famigerata Ansia ha


raggiunto anche lei. Alla confusione nella testa si è
aggiunta anche questa sensazione terribile nel petto.


“No! Non posso convivere con questo. Questo no.
Cinque anni di questo no!” Così Margherita comincia a
cercare su Youtube una playlist di musica rilassante. Così
attacca il telefono alla cassa e si distende sul letto. La
musica rilassante Zen inizia a sciogliere l’ansia e le dà
subito sollievo.

Ad un certo punto, però, la musica si interrompe.


Margherita si alza dal letto, guardando in direzione della
cassa. Lì in piedi c’è la CUGGGINA con la presa in
mano. Si fissano per una decina di secondi, fino a quando
la CUGGGINA non proferisce il suo maleficio:

“L’Ansia ti serve. L’Ansia ti aiuta. L’Ansia è la tua


migliore amica.”

Pronunciate queste parole, esce dalla stanza, dopo aver


maledetto la nostra Margherita per sempre. Margherita è
diventata ufficialmente “una studentessa in ansia”.

——————

Ok, questa dell’ansia è veramente un bel problemino.


Perché?

175
Distrugge la vita degli Studenti Universitari
sotto varie angolazioni:

1) Rende insopportabili i giorni prima dell’esame.

2) Ti fa dimenticare le cose.

3) Ti fa balbettare all’esame.

4) Non ti fa dormire.

In questo momento, sono alla caffetteria Itit, al centro di


Bologna. Qui incontro molti studenti che ci seguono e,
ogni tanto, gli dedico un po’ di tempo per ascoltare le
loro storie.

In particolare ho appena finito di parlare con una


studentessa in ansia, di nome Giulia. Una ragazzina
biondina, esile, originaria dell’Umbria. Abbiamo parlato
molto e mi ha raccontato che, alla fine di ogni sessione,
lei Vomita. Capito?

Lei Vomita. Torna a casa e Vomita!

“Per festeggiare!” mi ha detto lei ridendo. Ovviamente


scherzava!

Perché vomita? Perché dopo 2 mesi costantemente in


ansia si libera così. Come se il corpo fosse stato in
tensione per dei mesi e poi rilasciasse tutto
all’improvviso.

176
Nonostante questa cosa assurda, Giulia credeva davvero
che l’ansia l’aiutasse in qualche modo. 

“Senza ansia non studio” mi ha detto.

“Ma hai mai provato a studiare senz’ansia?”

“In realtà no.”

“Dovresti provare.”

Gli studenti universitari vedono l’ansia come una


colla che li tiene attaccati alla sedia. Vedono l’ansia
come una forza che li spinge ad alzarsi la mattina.
Perché?

Perché se fai tutti gli errori che abbiamo appena visto, è


normale che l’unica cosa che ti motiva a perpetrare
questa tortura può essere solo l’Ansia!

Non avendo un Metodo di Studio gli studenti


universitari non sanno ricreare nella loro routine di
studio quello che io chiamo “L’EFFETTO PIEDE DI
PORCO”. È l’effetto che crei quando gestisci il tempo
come ti diciamo noi (lo vedremo meglio nel Capitolo 4).

Ho chiamato così “l’effetto piede di porco” perché,


quando sei in questo stato, “non ti schiodano dalla
sedia nemmeno col piede di porco”. Questo è uno
stato molto interessante, perché sei iper-motivato e iper-
concentrato.

177
A differenza dell’ansia, l’effetto piede di porco ti
motiva con l’energia positiva, e non con l’energia
negativa dell’ansia.

Infatti l’ansia, col tempo ti distrugge, esame dopo esame.


È per questo che la maggior parte degli studenti arrivano
alla laurea che sono esauriti.

L’ansia riduce le tue prestazioni almeno del 50%, perché


ricordi di meno, ti concentri di meno e trasmetti
insicurezza al professore.

Nel Capitolo 4 andremo a vedere qualche tecnica per


gestire l’ansia e iniziare a viverci meglio l’università. Ti
assicuro che, senza l’ansia, preparare gli esami si
trasformerà davvero in un gioco!

Ma ora passiamo subito al prossimo errore…

6) Sesto Errore degli Studenti in Crisi: Ragionano


per Pagine, non per Risposte.

“Mi dispiace signorina, torni la prossima volta.”

Queste parole continuano a risuonare nella testa di


Margherita. Sta passeggiando per la strada con gli occhi
lucidi.

Margherita aveva grandi aspettative e voleva tornare a


casa con un bel 30, ma si è avverata la sua paura più
grande: è stata bocciata.

178
“Dov’è che ho sbagliato?” si ripete Margherita tra sé e
sé. “A me sembra di aver fatto tutto giusto. Perché mi
sono bloccata?”

Tornata a casa, lancia la borsa sul divano e va dritta nella


stanza della CUGGGINA.

“Allora?” dice la CUGGGINA. “Com’è andata?!?”

“Male. Sono stata bocciata! E ho fatto tutto quello che


mi hai detto tu.”

“Si vede che dovevi studiare di più.”

Margherita è amareggiata, ha dato tutta se stessa e


ora deve addirittura studiare di più.

Abbassa la testa e va a buttarsi sul letto, cercando di


dimenticare quello che è successo quella mattina
all’esame.

——————

Devi Studiare di più. Te l’hanno mai detto? Vuoi voti


più alti, allora devi studiare più forte!!!

Il fatto è che se facciamo una cosa nel modo sbagliato,


non serve a niente farla di più, al massima dobbiamo
farla nel modo diverso!

Non dobbiamo ragionare per “quantità” di studio, ma


per “qualità”. In questa distinzione risiede la chiave per

179
capire la differenza tra “Studiare il Libro” e “Preparare
l’Esame”.

“Studiare il Libro” è cacca. “Preparare l’Esame” è


Top!
Il sintomo principale del fatto che stai studiando il libro
è:

“Ho studiato 5 pagine in un’ora, ci sto mettendo


troppo?!?”

Questa frase è una trappola molto pericolosa, perché


sembra perfettamente sensata, fino a quando non la
analizziamo al microscopio.

Perché? Perché il professore non ci mette un voto in base


a quante pagine abbiamo studiato, ma in base a quanto è
bella la risposta che sappiamo dare.

Pensare “Ho studiato 30 pagine in un’ora, vanno bene?”


è assurdo quanto andare dal medico e dire: “Salve
dottore, ho il mal di testa e ho preso 30 medicine, vanno
bene?!?”

E il dottore ti guarda come a dire: “Ma sei scemo o


mangi i sassi?”

Ovviamente il dottore ti risponderà: “Cazzo dipende!


Che medicine hai preso?!? Che effetti hanno?!?”

E quando un mio studente mi dice: “Ho studiato 20


pagine in un’ora, vanno bene?!?”
180
Io rispondo: “Diavolo dipende! Che impatto hanno
sull’esame?!?”

E magari qualcuno può pensare: “Sì, ma io la risposta


bella devo estrarla dalle pagine, quindi comunque per
pagine devo studiare”.

Sì, giustissimo, ma è anche vero che magari c’è una


pagina in cui ci sono 3 risposte, e poi ci sono 20 pagine
che non contengono nessuna risposta bella, quindi
magari:

- 60 minuti dedicati a quella pagina con 3 Risposte Belle

è meglio di

- 20 Pagine fatte in 60 Minuti ma di cui non gliene fotte


niente nemmeno al professore.

20 pagine fatte in 60 minuti sembrano un risultato


straordinario, ma se non ti fanno rispondere a
nessuna domanda allora non stai preparando
l’esame, ma stai studiando il libro…

L’equazione segreta per il 30 quindi è…

PREPARARE L’ESAME = STUDIARE PER


RISPOSTE

È letteralmente impossibile memorizzare tutto il libro,


ma è invece fattibile trasmettere la nostra preparazione
ad un essere umano.

181
Lo so che i professori sembrano dei Cyborg, ma la
cattedra, purtroppo o per fortuna, è formata da esseri
umani che hanno dei sentimenti (forse) e delle
preferenze.

Il Professore ha scritto dei libri, ha fatto una tesi, ha


degli argomenti che lo appassionano, per questo chiede
determinate cose più di altre.

Alcuni studenti mi dicono:”Eh Giù, ma a me


chiedono anche le virgole.”

Non è che chiedono anche le virgole, è che chiedono


CERTE virgole.

E tu devi arrivare all’esame, che già sai quali virgole


andranno a chiederti e quali no.

Alcuni studenti mi dicono:”Ho capito Giù, ma così


mi sembra di barare.”

Non c’entra niente l’etica qui.

Se il Prof Diritto Tributario chiede 40 volte il regime di


trasparenza e 0 volte l’assegno circolare ci sarà un
motivo. Si vede che per un giurista è molto più
importante conoscere il regime di trasparenza che
l’assegno circolare.

Se ad anatomia ti chiedono 50 volte la carotide e 1 volta


il nervo ascellare ci possiamo fare due domande su
quanto al professore importi dell’ascella 🤔

182
Non si tratta di barare, si tratta di darsi delle
priorità.

Il problema principale degli studenti è che trattano ogni


pagina come se avesse la stessa importanza delle altre.

Per Spaccare all’esame devi Imparare a Giocare a


Scopa

Al gioco di carte Scopa, le carte di denari valgono più di


quelle degli altri semi (lo spiego per chi ha meno di 60
anni). Quindi, se a terra hai il 4 di coppe e il 4 di denari,
allora dannazione prendi quello di denari. Ti conviene,
fai più punti!

La stessa cosa funziona all’esame. Non ogni pagina ha


la stessa importanza delle altre e tu, prima di aprire il
libro, devi sapere quali sono le pagine di denari e quali
quelle di coppe! Perché altrimenti non possiamo studiare
una strategia.

Capisci perché è inutile dire: “oggi ho studiato 20


pagine?”

E se in quella pagine non c’è niente che chiedono?


Praticamente non hai fatto niente!

Quindi:

non ti azzardare più ad aprire un libro senza che tu abbia


capito quali sono le pagine di denari.

Ma ora passiamo al prossimo Errore!

183
7) Settimo Errore degli Studenti in Crisi: Evitano le
Bocciature.

Margherita deve affrontare un altro esame ma, come


tutti gli studenti universitari, purtroppo non cambia
strategia. Così arriva il giorno con l’ansia a mille e la
testa gonfia di confusione.

L’indecisione molte volte ti fa brutti scherzi, quindi ha la


brillante idea di andarsi a confidare con la CUGGGINA!

NOOO MARGHERITA NON LO FARE grido io mentre


narro la sua storia. Ma purtroppo lei non mi sente perché
sono solo un libro, che purtroppo lei non ha ancora
comprato a differenza tua che sei forte. Ascoltami tu che
andrà tutto bene.

Entra nella stanza della CUGGGINA e a cuore aperto si


confida: “Domani ho l’esame, ma non mi sento pronta.”

“ODDDIO NO FERMA, NON ANDARE!”

“Perché? Magari lo passo!”

“MA SEI COMPLETAMENTE FUORI?!?”

“Perché?”

“Ma lo vuoi Kapire che non siamo alle elementari?!?


All’università i professori si ricordano di te. Se ti
bollano come una che non studia per te È FINITA!”

“Finita?”

184
“FINITA PER SEMPRE.”

Così Margherita decide di non andare e resta a casa con i


sensi di colpa.

———————

Andiamo a sfatare quest’altro mito.

Gli Studenti in crisi evitano le bocciature per non


affrontare la delusione e il fallimento. Questo perché
vedono la bocciatura come un numero dato alla loro
intelligenza.

Ma noi giochiamo un altro giochino, ossia il giochino del


laurearsi velocemente con voti alti. Noi la Roulette Russa
ce la mangiamo con il Bacon a colazione 🥓

Vuoi imparare a dare gli esami con successo? Vai a


dare gli esami!

Non è chiaro?

L’AZIONE È INFORMAZIONE.

SE VUOI IMPARARE AD ANDARE IN BICICLETTA,


SALI SULLA BICICLETTA E PEDALI.

SE VUOI IMPARARE A DARE GLI ESAMI CON


SUCCESSO, VAI DAVANTI AL PROFESSORE E PARLI.

CHE HAI STUDIATO O CHE NON HAI STUDIATO.

185
Cerca la bocciatura! Usa la bocciatura! Usala! È la tua
migliore amica! Grazie alla bocciatura puoi capire come
prendere 30 la volta dopo.

Non ti senti pronto o preparato? Nel dubbio vai a dare


l’esame. Non hai niente da perdere, tutto da guadagnare.

“Ho capito Giù, ma se non mi sento preparato? Io


se non sono preparato all’esame non ci vado!”
L’altro giorno mentre passeggiavo per Bologna ho
incontrato Monica, una studentessa di Giurisprudenza
che ci conosceva. Dopo un veloce scambio di allegre
chiacchiere mi ha detto:

“Mi piace molto quello che dite, ma io vado a dare


l’esame solo quando la mia preparazione è perfetta!”

“Capisco. E quand’è che la tua preparazione è perfetta?”

“Quando so ogni capitolo alla perfezione.”

“E prendi sempre 30?”

“No.”

“Allora non è perfetta. Quand’è che è perfetta?”

“Quando prendo 30?”

“Esatto. E quando prendi 30?”

“Quando vado a dare l’esame?”

186
“Esatto. Quindi va’ a dare l’esame!”

“Ahahahah”

La preparazione perfetta non esiste.


Se sappiamo quello che vuole il professore, lo possiamo
capire solo all’esame. Non c’è altro modo.

Devi cercare la bocciatura! Aspè, non nel senso che ti


devi far bocciare per forza, ma cerca di dare più esami
possibili. Ti assicuro che tantissimi andranno bene senza
che nemmeno te l’aspetti.

A questo punto l’avrai capito che l’esame non ti giudica


come persona, ma giudica solo il modo in cui hai
studiato. Quindi non c’è niente di male ad essere
bocciati.

La bocciatura è demonizzata inutilmente perché, in


realtà, è una grande fonte d’informazioni. Se vai a dare
l’esame infatti:

1) Capisci che aria tira nella tana del lupo.

2) Puoi capire che tipo di domande fanno e dove


insistono di più.

3) Se va male puoi chiedere a tutti gli altri studenti che


domande gli hanno fatto.

4) Può darsi che va bene e ti ficchi un bel voto in


saccoccia dannazione!

187
Se invece resti a casa che succede? Hai già perso!

“Il modo più sicuro per perdere è non giocare affatto.”

Anzi, guarda, facciamo una cosa, scrivi questo post-it e


attaccatelo in fronte:

“Il peggior risultato è nessun risultato.”

Anzi, facciamo una cosa, tatuatelo con la mia faccia


accanto, sai che figata? 😍

Scherzo, non lo fare, o i tuoi genitori mi vengono a


cercare con la mazza da Hockey.

Se vai all’esame, hai tutto da guadagnare.

Non conto più i messaggi degli studenti che mi


ringraziano perché alla loro domanda “Giù, che faccio,
non mi sento pronto, vado?” io rispondo sempre “SÌ, VAI
CAZZO CHE SPACCHI TUTTO.”

Perché? Perché all’80%, il giorno dopo mi scrivono


“GRAZIE GIUUU, HO PRESO VENTOTTOOO.”

Dai, non sempre ventotto, ma ci siamo capiti!

“Ho capito, Giù, hai ragione, ma se il professore


poi si ricorda di me e della mia scena muta?”
Il professore non si ricorda di chi viene bocciato ma degli
studenti irriverenti che, dopo essere stati bocciati,

188
insistono per un’altra domanda o rinfacciano qualcosa al
professore.

“Professore, ma questa cosa sul libro non c’è!” o


“Professore, ma lei questa cosa non l’ha spiegata!”

Tu non ti ricorderesti di uno che ti dice una cosa del


genere? Non lo perseguiteresti a vita?

Se dopo la bocciatura ti congedi con gentilezza, non


succede niente.

“Ho capito, Giù, ma io sono idealista, vado a dare


l’esame solo quando ho studiato bene"
Questa è la stessa cosa che mi ha detto Monica (sempre
la ragazza di prima). E, più o meno, è andata così:

M:”Io gli esami li voglio studiare bene. Sono una tipa


idealista, voglio fare il magistrato.”

G:”Secondo te l’università è un sistema giusto?”

M:”Noooo ma cheee. Ci sono un sacco di cose che non


vanno. Anzi, in realtà è molto ingiusta”

G:”E quindi preferisci fare l’idealista in questo sistema,


assecondandolo in tutto e per tutto, oppure cambiare il
mondo come magistrato?”

M:”Beh… la seconda.”

G:”Allora vai a dare l’esame!!!!”

189
M:”Ahahahah.”

Inoltre,

Dare tanti esami è un bell’antidoto per


l’ansia.
L’ansia deriva soprattutto dal fatto che trasformiamo
ogni esame in un evento.

Dando un esame al mese, lo carichiamo di


un’importanza immane e non ci desensibilizziamo
mai dall’ansia.

Ricordo ancora che, ai primi anni di università, la mia


vita non era scandita dalle stagioni, ma dalle sessioni. Il
tempo veniva risucchiato in un buco nero e le settimane
volavano via fino al giorno dell’esame.

Ricordo ancora che, una volta, ero su un treno regionale


per andare a dare un esame tosto di 13 crediti. E mentre
ripetevo in preda all’ansia, arrivò un pensiero
bruttissimo del tipo: “Non ci voglio andare all’esame!
Speriamo che il treno si guasti o deragli.”

Ad un certo punto mi accorsi del pensiero infantile che


avevo fatto e mi lasciai a bocca aperta così tanto, che il
libro mi cadde dalle gambe. Quel giorno capii, che le
cose in qualche modo dovevano cambiare.

Ma ora passiamo subito al prossimo errore!

190
8)Ottavo Errore degli Studenti in Crisi: Si
confrontano con gli Studenti in Crisi

È quasi finita la sessione di Margherita e, purtroppo non


è ancora riuscita a dare il suo primo esame.

È terrorizzata e non sa cosa fare. Ma, ad un certo punto,


mentre sorseggia il suo caffè, ha un’idea geniale.

“ M i f a c c i o i n t e r r o g a r e d a Te r e s a ! ” e s c l a m a
all’improvviso! “Così lei testerà la mia preparazione!”

NOOOO, MARGHERITA E SE POI TE NE PENTI?!?


NON LO FARE. Ma purtroppo sì.

Margherita entra nella stanza della CUGGGINA, che si


volta girando la sedia girevole, con lo stesso charme della
bambola assassina quando ruota la testa attorcigliandola
su se stessa.

“Ciao Teresa, mi interrogheresti?”

“OK!” risponde la CUGGGINA con gli occhi da pesce,


pregustando l’imminente tortura che sta per infliggere
all’inconsapevole CUGGGINA.

Repentina apre il libro con la stessa agilità di una


tartaruga immersa in un pacco di farina: “DIMMI LA
NOTA A PAGINA 164.”

“La nota?”

“NOTA A PAGINA 164 PREGO.”

191
“Ma le note veramente non le chiedono m…”

“MA ALLORA NON HAI KAPITO CHE SEI


A L L’ U N I ? D E V I FA RT I T U T T O I L L I B R O,
ALTRIMENTI NON TI LAUREERAI MAI.”

———————-

Te lo giuro che, per me, è veramente una tortura scriverti


queste storie. Non me le sto inventando. Sono tutti
racconti romanzati di scene a cui ho assistito veramente.

In particolare sono molto legato a quest’ultima storia di


Margherita perché, in questo caso, ho descritto
letteralmente una scena che è successa a me, prima del
mio primo esame. Te la racconto? Ma sì dai!

Ero proprio all’inizio del mio percorso universitario ed


ero veramente entusiasta. Avevo ancora il luccichio che
brilla negli occhi delle matricole universitarie.

Stavo studiando a casa mia ed era il gennaio del 2011. Mi


sentivo preparato e tanto carico. Così decido di salire al
piano di sopra, nell’appartamento di mia sorella, per
farmi interrogare da lei.

Sfortunatamente per me però, mia sorella non era sola,


ma c’era il mio corrispondente di CUGGGINA, che non
era proprio mia cugina, ma la sorella del mio migliore
amico. Che quindi, per me, era come una cugina.

Questa ragazza era tipo 7 anni fuoricorso alla triennale di


“storia dell’arte”.

192
Quando chiedo a mia sorella di interrogarmi, questa
ragazza che chiameremo Teresa (come la CUGGGINA di
Margherita), si propone come mia interrogatrice.

“Io ho esperienza” dice. “Ti interrogo io.”

E così si svolge davanti ai miei occhi esattamente la


scena che ti ho descritto sopra. Mi chiede una nota
inutile. Io non so rispondere ed inizia a distruggermi
dicendo che all’università dovevo fare tutto
indifferentemente. Che il professore mi avrebbe bocciato
e che dovevo stare ad ascoltarla perché lei ne capiva.

Demoralizzato torno giù nella mia stanza e, terrorizzato


dalle sue parole, inizio a farmi anche le note. Dato che,
mancavano 3 giorni all’esame, praticamente trascuro gli
argomenti più importanti.

Quando vado all’esame l’assistente ovviamente mi


chiede gli argomenti più importanti, ma io balbetto un
po’, esito, faccio confusione e, alla fine, mi mette 26.

Non è stato un disastro come primo esame, eh, però le


note non me le ha chieste, ed io potevo anche prendere
30. Lo so che è facile parlare con il senno del poi, ma ti
racconto questa storia per farti capire che non tutti i
consigli hanno lo stesso valore.

Tieni conto che, se ti stai confrontando con uno studente


in crisi, probabilmente stai prendendo la strada più breve
per la crisi.

193
Un grande professore di diritto, una volta disse:

”Le opinioni non si contano, si ponderano.”

Cioè, l’opinione ha più valore se la persona che la


esprime ha ottenuto dei risultati nella sua vita ed è
coerente con quello che dice.

Questa è una grande lezione che mi ha salvato la vita,


perché ho smesso di ascoltare tutte le campane e di farmi
sbattere qui e lì, come una banderuola, dalle opinioni
delle persone.

Quando mi arriva un’opinione la prima cosa che mi


chiedo è: Perché dovrei ascoltare questa persona?”

Cioè, accetteresti mai consigli sulla dieta da una persona


in sovrappeso? Non penso. Eppure Wanna Marchi
vendeva erbe miracolose per dimagrire. E lei era in
sovrappeso! Perché le persone la ascoltavano?

Perché purtroppo siamo nella società delle chiacchiere da


bar, in cui ognuno dice la sua, senza bisogno di fare i
fatti.

A cosa servono i fatti? Sono faticosi! Meglio parlare.

Ma gli antichi romani solevano dire: FACTA NON


VERBA. Ossia Fatti non Pugn… Parole. Volevo dire
Parole.

194
Quando una persona ti dà consigli sulle tue relazioni
domandati sempre: “Ma che relazioni crea questa
persona nella sua vita?”

Se una persona ti dà lezioni su quello che dovresti fare


o non fare nella tua vita, è buona abitudine domandarti:
“Ma questa persona è realizzata oppure no?”

Molto spesso accettiamo consigli d’amore, da persone


che in fatto d’amore sono un disastro!

E lo stesso vale all’università. Sotto i nostri Video su


Facebook e su Youtube, troverai chili di commenti di
persone che danno la loro opinione sul Metodo di
Studio:

- “Il Metodo di Studio è Soggettivo.”

- “Secondo me devi evidenziare con vari colori.”

- “Il Metodo di Studio te lo insegnano alle elementari.”

- “Ci vuole solo tanto olio di gomito all’università.”

Ma sono 3 diavolo di anni che studio il Metodo di


Studio, dalla mattina alla sera e tu arrivi con questo
commentino del cazzo, a che titolo?

MA COME CAZZO VI METTETE A DIRE CERTE COSE


CHE FINO A POCO FA STAVATE PIANGENDO SOTTO
LA SCRIVANIA CON L’EVIDENZIATORE IN BOCCA.
MA COME RAGIONATE? MA SIETE PROPRIO…

195
Calma. Calma Zen. Respira profondamente e unisci
indice e pollice. Bravo. Bravo. Così. W

Bene. Mi sono calmato! Tutto questo per dire che ti


consiglio di entrare nell’ottica della formazione, ossia
l’ottica di imparare le strategie da chi fa questo di lavoro.

Le opinioni contano poco, ciò che conta è la scienza e la


sperimentazione pratica.

Contano i risultati.

Infatti, quello che ho cercato di portarti in questo


capitolo, è solo il frutto di esperimenti e studio di come
funziona la nostra mente e il sistema universitario.

Per ora, quindi, abbiamo finito. Spero ti sia piaciuto


questo capitolo. C’ho messo il cuore e ho cercato di darti
il massimo.

Ci vediamo nel quarto, sperando ti piaccia ancora di più!

196
Solo per te che hai acquistato il libro abbiamo riservato
dei contenuti inediti che non troverai da nessun’altra
parte online.

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197
Passo n°3:

Come liberarti dalle catene degli


studenti in crisi

A cura di Andrea Acconcia



Mettiamola così.

Nei corsi di formazione classici, quelli che ho


frequentato anch’io, si parla delle convinzioni partendo
dal fatto che avere delle convinzioni limitanti limita
l’accesso al tuo potenziale.

Ed è vero.

Se tu hai delle convinzioni limitanti su te stesso, o su


di te all’interno di un determinato contesto, per esempio
“la matematica”, queste convinzioni determinano
l’accesso al tuo potenziale, e quindi ai tuoi risultati.

Se tu ad esempio pensi: “No io non sono portato per la


matematica”, ad un certo punto questa cosa nella tua
testa diverrà realtà.

Ci metterai meno impegno nell’applicarti, sarai distratto


a lezione, non farai i compiti, inizierai a copiare ai

198
compiti in classe, e piano piano crederai di non essere
portato.

Ma perché?

Perché i tuoi risultati confermeranno le tue


convinzioni limitanti.

Ora però non vorrei farti la lezioncina su come funziona


questo meccanismo a livello teorico, non voglio fare il
maestrino.

Quelle che vorrei esaminare insieme a te sono tutte le


convinzioni che ci hanno istallato in questi anni e
smontarle ad una ad una.

Invece che spiegarti come funziona il meccanismo in


teoria voglio farlo direttamente nella pratica e quindi
distruggere le tue vecchie convinzioni limitanti e
istallare delle convinzioni potenzianti.

Per farti capire l’impatto delle convinzioni nella nostra


vita ti racconto un aneddoto sugli elefanti da circo.

199
Hai presente gli elefanti da circo? Quelli grandi e
grossi che potrebbero distruggere una casa?

Questi elefanti quando vengono addestrati, da piccoli,


vengono legati a un palo, che loro non possono sradicare.

Non potendo allontanarsi da questo palo, tutto il loro


mondo diventa quello attorno al palo.

Non potendo andare in giro, il loro mondo inizia e


finisce intorno a quel palo.

Non possono scappare.

La cosa assurda è che quando crescono, essendo molto


grossi, potrebbero tranquillamente sradicare il palo, solo
che non lo fanno.

Non lo fanno perché sono convinti di non poterlo


sradicare, cioè tutto nella loro vita gli ha fatto credere
che non possono liberarsi.

Quindi vedi questi elefanti enormi, attaccati a un palo


piccolissimo che potrebbero sradicare quando vogliono,
ma non lo fanno perché non hanno accesso al loro
potenziale.

Questa è la cosa più terribile delle convinzioni


limitanti: avere una convinzione limitante
significa non rendersi conto di averla.

200
Significa vivere in un mondo illusorio fatto di catene che
non vedi, eppure ci sono. Facciamo un altro esempio.


The Truman Show è uno di quei film che devi


assolutamente guardare.

Nel film Jim Carrey interpreta la parte di questo ragazzo


di nome Truman.

Il mondo di Truman è un mondo perfetto: ha una bella


moglie, un buon lavoro, una bella cosa, solo che…
piccolo problema: È FINTO!

Il mondo di Truman è un Reality show organizzato


apposta per lui da quando è nato.

201
Praticamente gli hanno costruito un mondo attorno fatto
di case, persone, amici, tutto finto.

C’è un regista che ha architettato tutto.

Il punto qual è? Che Truman non lo sa!

Almeno per la prima parte del film, Truman è convinto di


vivere in un mondo normale in cui tutti vivono una vita
normale.

Non vado oltre nel film perché non voglio rovinartelo se


non l’hai ancora visto, ma capisci dove voglio arrivare?

Truman crede che il suo mondo sia vero perché tutti


attorno a lui lo credono vero.

Questo vuol dire vivere in un paradigma con delle


convinzioni limitanti già predefinite.

Guardati attorno e dimmi se non vedi un sacco di


gente che vive la sua vita in modo meccanico,
automatico.

Scommetto che sai già per molti di loro che cosa faranno,
chi sposeranno, in quale città vivranno (probabilmente il
paese natale) e ci sono moltissime persone che pensano
che questa cosa sia normale.

Per questo come ti ho già detto non voglio parlarti di


come cambiare teoricamente le tue convinzioni.

Quello che voglio fare è parlarti di convinzioni che


sicuramente senti molto vere, che fanno parte della tua

202
vita, perché le vedi attorno a te, e se me ne darai il
permesso vorrei distruggerle insieme a te, o almeno farti
notare che sono convinzioni socialmente accettate, ma
non per questo tu devi ritenerle vere.

Prima convinzione: Per andare bene


all’università devi farti il culo a forma
di sedia per 14 ore al giorno


Questa convinzione è una delle più difficili da smontare


perché racchiude un fondo di verità.

È vero che per avere successo nella vita devi impegnarti


duramente e devi farti il culo, ma c’è modo e modo per
farsi il culo e a te hanno raccontato soltanto un modo.

Conosco studenti che si vergognano di dire ai loro


genitori che preparano gli esami in pochi giorni, perché i
genitori li prendono per degli scansafatiche.

C’è un grande inganno che si nasconde dietro questa


convinzione, e cioè quello di pensare che la vita sia una
fatica da portare a termine.

Ma questa è solo un’interpretazione, perché tu sei libero


di scegliere la metafora che preferisci per tua vita.

203
Se pensi che la vita sia una fatica da portare a termine
allora troverai sempre compiti da eseguire, e quando
avrai un problema entrerai in modalità negativa.

Se pensi che la vita sia una festa da celebrare, allora


quando ti arriveranno i problemi troverai tanti
indovinelli divertenti da risolvere ed entrerai in modalità
positiva.

Il guaio della nostra generazione è che ci hanno spiegato


solo un modo di fare fatica e di risolvere i problemi.


“Molti di noi non sanno come trovare


soluzioni creative ai problemi
semplicemente perché siamo andati a
scuola, e a scuola ti insegnano che c’è
solo una soluzione al problema, e si
trova alla fine del libro.”

Sir Ken Robinson


Ma c’è una via di mezzo tra il farsi il culo 14 ore al


giorno sui libri e l’essere uno scansafatiche, e si chiama:
Scegli le regole del tuo gioco.


Dopo qualche anno da quando avevo iniziato l’università,

204
ho cominciato a farmi delle domande.


Vedevo che l’università non mi avrebbe preparato a tutto
quello che mi aspettava nella vita, così ho cominciato a
mettere in discussione un po’ di cose.


🤔 “Chi l’ha detto che devo studiare solo dal libro?”

🤔 “Chi l’ha detto che devo studiare solo per l’esame?”

🤔 “C’è un modo per studiare meglio e in meno tempo
così posso avere tempo per sviluppare tutte le
competenze che voglio?”

Queste erano le domande che mi frullavano per la testa


quando avevo 21 anni.

Il guaio della frase: “Ti devi mettere con il culo sulla sedia
per 14 ore al giorno”, è che non guarda veramente al
risultato ma solo al procedimento.

A scuola molto spesso si guarda alla quantità e non alla


qualità.

Si pensa a finire il programma, ma non se gli alunni


hanno imparato veramente quello che hanno studiato.

All’interrogazione e all’esame si valuta se il ragazzo sa


esporre i concetti che a studiato, ma quanti professori si
preoccupano che abbia capito veramente?

A chi importa se tu dopo l’università avrai dimenticato
gran parte di quello che studi?


205
Beh a te dovrebbe importare, ed è per questo che non
puoi passare 14 ore al giorno a leggere e ripetere.

“Ma se non mi preparo bene poi sarò un


professionista mediocre”
Si esatto, è proprio quello che ti sto dicendo!

Se non ti prepari a fondo sarai un professionista


mediocre anche con il tuo bel 110 e lode.

Parla con qualsiasi medico, avvocato, ingegnere, e


chiedigli per la sua professione quanto gli è servito
quello che ha studiato sui libri e quanto invece quello
che ha imparato sul campo.

Quindi SÌ, devi prepararti bene, ma NO, non saranno i


libri a darti la preparazione che ti serve.

“Ma io non voglio solo divertirmi, voglio davvero


prepararmi al meglio per il mio futuro lavoro”
Personalmente mi dedico alla mia formazione 16 ore al
giorno più di 300 giorni l’anno.

Nella mia vita dedico impegno straordinario a quello che


faccio.

Lavoro, scrivo, produco, ben più delle 8 ore canoniche di


lavoro, e non conosco sabati e domeniche, festività
patronali, settimana bianca o vacanze obbligate.

206
Quando mangio cerco di riempire i momenti parlando
con persone interessanti o approfitto dei momenti di
solitudine per guardare video e imparare nuove cose.

Quando vado in vacanza, passo un paio di giorni a


riposarmi, poi sono già annoiato e mi sto già dedicando
alle prossime idee e ai miei prossimi business.

E sai qual è la cosa bella? MI PIACE DA MATTI!



Proprio adesso mentre sto scrivendo sono quasi le 2 di
notte del mese di Agosto e in questo momento non
vorrei fare altro!

Mi piace scrivere durante le vacanze proprio perché ho la


possibilità di prendermi quel tempo che non mi sono
preso durante l’anno perché magari ero molto impegnato
con altri progetti.

Capisci perché ti sto dicendo tutto questo?

Capisci che sei tu a scegliere la metafora


della tua vita?
Io ho scelto quella della festa, e mi piace divertirmi in
quello che faccio ogni volta che posso.

E quando non posso, quando ci sono delle cose difficili


da fare, per me sono indovinelli da risolvere.

La mia vita è piena di indovinelli da risolvere, e mi va di


farlo anche nel tempo libero! Questo significa che non ho
fatiche da portare a termine ma solo giochi e indovinelli.

207
Per questo ti dico che non ti serve a niente passare 10
ore al giorno sui libri.

Passane piuttosto 16 a costruire il tuo sogno, e fidati non


saranno solo i libri a fartelo realizzare, quindi fai più
esperienze possibile!

Viaggia, impara le lingue, fai esperienza di posti e


persone, frequenta corsi di formazione regolarmente
perché capirai che l’università può darti fino ad un
certo punto quando si tratta della tua crescita.

Allarga la tua vita a 360 gradi e vedrai che troverai cose


molto più interessanti di passare le tue giornate chiuso
in casa sui libri.

Seconda convinzione:

Se non ti laurei sei un buono a nulla

Ricordi quando abbiamo parlato di convinzioni limitanti.

Sappi che un insieme di convinzioni determina il


paradigma culturale di un popolo.

Un paradigma culturale è qualcosa che non si mette in


discussione, come la terra che gira intorno al sole per
intenderci, lo diamo semplicemente per scontato.

208
In questi anni di lavoro ho visto che una delle
convinzioni che di fatto limita di più gli studenti è
proprio quella del: “Se non sei laureato non vali niente”.

Si perché non è il pensiero di laurearti che ti limita, ma
piuttosto l’angoscia di non riuscirci.

L’errore che più spesso fanno gli studenti è identificarsi


con i propri risultati.

" Tu sei il tuo 30

" Tu sei la tua laurea

" Tu sei i tuoi risultati




Questa convinzione limitante genera come effetto
collaterale che se non raggiungi il risultato per mille
motivi poi stai molto molto male.

Anche se magari hai capito che non era quello il tuo


percorso, o che aprire i libri di quella materia ti fa
vomitare, tu ormai ti sei identificato con quel risultato e
quindi stai troppo male per abbandonare.

Stai male per abbandonare, ma anche male per


continuare a studiare, e quindi entri in questo circolo
vizioso del:

<<Non so cosa fare della mia vita>>

Lo conosco, ci sono passato anch’io.

209
Vorrei tranquillizzarti.

Sostituiamo la convinzione: “Senza la laurea non vali


niente”, con una convinzione molto più utile per te:

" Tu sei Perfetto così come sei.

Non devi pensare che solo una volta laureato sarai felice,
ma studiando per raggiungere il tuo obiettivo tu puoi
essere GIÀ FELICE.

Non vale la pena reprimerti studiando qualcosa che non


ti piace, e questo per un motivo molto semplice:

Niente e nessuno è più importante della tua felicità,


niente e nessuno!

Quindi non dare a nessun libro, esame o professore


questo potere.

“Ma quindi stai dicendo che devo lasciare


l’Università e non laurearmi?”
Assolutamente NO.

Ti consiglio di continuare gli studi se è quello che vuoi,


anzi ti dico di più.

Anche se in questo momento studi qualcosa che non ti


piace, ti consiglio di finire in bellezza e di dare bene il
tuo ultimo esame, prima di dire: "OK, non fa per me”.

210
È diventato troppo facile buttare via quello che non
funziona, divorziare, insultare qualcuno con un
commento su Facebook senza guardarlo in faccia.

Oggi mollare è lo sport preferito delle persone.

Quindi il mio consiglio è di prendere decisioni così


importanti per la tua vita quando hai risultati positivi,
non negativi.

È molto più comodo lasciare quando le cose vanno


male, quindi prova a fare il contrario.

Prova ad impegnarti fino in fondo per il percorso che hai


scelto, e quando e solo quando hai dei risultati positivi
valuti se è veramente quello che vuoi fare nella tua vita.

In ogni caso ricordati che TU SEI PERFETTO, che vai


bene così come sei, con o senza la laurea.

Se l’Università è uno strumento per crescere allora


continuala con gioia.

Se invece ti rendi conto, come è successo a me, che non è


quello il tuo percorso ideale, puoi sempre cambiare
strada.

Ma lascia quando le cose vanno bene, non quando le cose


vanno male, altrimenti (fidati perché te lo dico per
esperienza) ti porterai quello stress dentro di te e non ci
lavorerai mai veramente.

Molti studenti fanno l'errore di considerare la laurea un


sogno, ma la laurea non è un vero e proprio sogno, la

211
laurea semmai può essere un mezzo per raggiungere il
tuo sogno.

È proprio il confondere il fine con il mezzo che ti porta
ad identificarti con i tuoi risultati, e quindi a sentirti uno
stupido quando non prendi un voto alto o vieni bocciato.


“Mi spieghi meglio questa cosa del non


identificarti con i risultati? Non l’ho capita bene.”


Di solito quando spiego questo concetto ai corsi, mi


fanno questa domanda, e io rispondo con un disegnino.

Immagina di guardarti allo specchio e di dire: “quello è il


mio me ideale”.

Prende tutti 30, è felice, ha una bella ragazza o un bel


ragazzo, guadagna bene, insomma ha tutto quello che un
ragazzo/a potrebbe desiderare.

Ci sei?

Prova a visualizzare anche tu il tuo te ideale allo


specchio, immaginatelo molto bene, molto in dettaglio.

Fatto?

Ok, adesso comportati come quella persona.

Inizia a fare come se tu fossi già quella persona e a


comportarti come lui\lei vorrebbe.

212
Ogni volta che ti trovi a prendere una decisione difficile
pensa a quel te ideale.

Come si comporta con chi lo ama, come si comporta con


chi lo fa soffrire?

Immaginatelo molto, molto in dettaglio, e poi inizia a


FARE COME LUI\LEI.

Immaginati di essere lui o lei, e agisci veramente come
farebbe quella persona.

Se agisci come quella persona arriverai più facilmente ad


essere realmente quella persona.

Ma devi farlo! 

Non puoi soltanto pensare a chi debba essere il tuo te
ideale, devi proprio esserlo, ogni giorno della tua vita.


"Fake until you become it"



Anthony robbins


Questo discorso del non identificarsi con i tuoi risultati,


è una cosa su cui lavoro da anni, da quando ero uno
studente ai primi anni di università.

213
Oggi a distanza di anni dai miei esami, qualche volta mi
ritrovo ancora ad identificarmi con i miei risultati.

Prima erano i 30 sul libretto, oggi sono il numero di like


su Facebook, o il fatturato che fa la mia azienda, ma il
meccanismo è lo stesso!

Ogni volta che mi accorgo che mi sto identificando con i


miei risultati, faccio questo semplice esercizio che ti
consiglio di fare:

Innanzitutto mi immagino il mio me ideale e poi cerco di


pensare a come lui si comporterebbe.

Ti racconto queste cose perché come avrai capito non mi


interessa pormi come un guru del pensiero positivo,
vedimi piuttosto come una persona che lavora ogni
giorno su se stessa.

Non sono un guru, sono solo un gran lavoratore 🙂

Ho lavorato su ognuna di queste convinzioni prima di


iniziare ad insegnarle, quindi credimi quando ti dico che
se non lavori su questa convinzione già da adesso, la tua
vita sarà un continuo rincorrere risultati.

Oggi rincorri il 30, domani la Laurea, dopodomani lo


stipendio, il fidanzato o la fidanzata perfetta.

Ci sarà sempre qualcosa che devi avere per


essere perfetto, ma in realtà tu lo sei già, sei
già perfetto.
214
“Sì ma se io sono perfetto come faccio a
raggiungere i miei obiettivi? Come faccio a trovare
la motivazione per studiare e laurearmi?”
Ricordo perfettamente questa domanda.

Questa domanda mi è stata fatta da una nostra


studentessa ad uno dei nostri primi seminari dal vivo con
i nostri studenti, e da quel giorno non l'ho più
dimenticata.

215
È una convinzione che hanno in molti questa dell’aver
bisogno di identificarsi con i risultati per avere risultati.

Per farla semplice, si potrebbe dire che: HAI BISOGNO


DELL’ANSIA DA ESAME PER STUDIARE.

Senza ansia per l’esame, come faccio a studiare?

Questa è una convinzione che trae origine da come


siamo stati educati.

Ci hanno insegnato molto in fretta a rinunciare alla


nostra felicità in cambio di qualcosa.

Di solito qualche bene materiale o riconoscimento


sociale.

Le persone credono che sia un esame, un capo, un


fidanzato o un genitore che hanno il potere di farle stare
male, ma non si rendono conto che hanno loro il potere.

Sei tu che ora, hai il potere di essere felice, qualsiasi


cosa sceglierai di fare.

Se ti hanno raccontato che hai bisogno dell’ansia da


esame per studiare, sappi che questo vuol dire avere un
rapporto problematico con l’apprendimento.

Questo ovviamente non vuol dire che tu non possa


gestire un po’ di stress.

Imparare a gestire lo stress è una delle prime abilità che


dovremmo imparare noi studenti all’università, insieme

216
a quella di settare e raggiungere un obiettivo,
comunicare, ecc ecc.

Concludendo, ti suggerisco un approccio che con me ha


funzionato.

Se vuoi smetterla di identificarti con i tuoi risultati, ma


nello stesso tempo vuoi ugualmente raggiungerli, non
devi innamorarti del risultato ma della persona che
diventi mentre raggiungi il risultato.

Lascia che te lo ripeta così è più chiaro:




“Non innamorarti del tuo sogno,
innamorati della persona che diventi
mentre raggiungi il tuo sogno.”
Questa è una delle convinzioni più potenti della mia vita.

Per avere successo, devo prima essere una persona di


successo, quindi è inutile aspettare il risultato per essere
felice.

Preferisco concentrarmi sulla persona che sono ogni


giorno mentre vivo la mia vita, e raggiungo i miei
obiettivi.

Non mi interessano i risultati.

I risultati, quindi: esami, carriera, soldi, sono solo degli


effetti collaterali.


217
Ovviamente ne tengo conto, anche perché si può sempre
imparare qualcosa dai propri risultati, sia positivi che
negativi, ma non faccio condizionare la mia felicità dai
miei risultati.

Preferisco focalizzarmi sulla persona che voglio essere e


cerco di esserla ogni giorno, sia quando le cose vanno
bene sia quando le cose vanno male.

Se vuoi approfondire questo discorso, voglio darti un sito


molto utile dove potrai scaricare delle video lezioni
gratuite che ti aiuteranno a lavorare su di te e liberare il
tuo massimo potenziale, ti basta andare su: 

" www.felicitaincondizionata.it

Troverai dei miei video gratuiti in cui ti spiegherò più


approfonditamente come lavorare su di te.

Ma torniamo a noi.

In questi anni c'è una competenza che puoi sviluppare e


che farà sicuramente la differenza per la tua vita.

Gestire l’incertezza, gestire lo stress, gestire scadenze,


obiettivi, avere la capacità di raggiungere dei risultati
anche in condizioni critiche.

Una delle cose che dico da anni è che se il mondo sta


cambiando così velocemente noi dobbiamo diventare
bravi a cavalcare il cambiamento.

Non c’è una competenza in particolare che ti serve, ti
serve avere la capacità di formarti e di apprendere

218
velocemente, ma soprattutto la capacità di gestire
quell’incertezza.

✔ Sai veramente prenderti la responsabilità per un


progetto?

✔ Riesci ad andare a dormire la notte sapendo che


quel compito dipende da te e solo da te?

Queste sono le domande a cui devi rispondere se oggi


vuoi essere competitivo nel mondo del lavoro, e
l’università può darti una grande mano se vedi gli esami
come una palestra per imparare a gestire le tue emozioni.

Capisci che non ti sto parlando di cose “teoriche”.

Non parlo di una gestione delle emozioni fine a se stessa,


in cui tu sei nella tua cameretta e hai tutto sotto
controllo.

Sto parlando di avere la capacità di convivere con il


peso della responsabilità, di darti obiettivi grandi e
di imparare a gestire lo stress che questi obiettivi
comportano.

Se ti affaccerai al mondo del lavoro con questa


competenza sarà tutto in discesa, perché sarai tu a
chiedere di avere delle responsabilità mentre i tuoi
colleghi cercano di fare a scaricabarile tra di loro e
puntano il dito.

219
Morale della favola: i risultati che raggiungi sono
sicuramente importanti.

Vuoi sapere invece cosa sarà sempre importante?

La tua capacità di apprendere velocemente e la tua


capacità di adattamento al cambiamento.

Più sarai in grado di gestire l’incertezza e adattarti, più


avrai fortuna in un mondo in continuo cambiamento ed
evoluzione.

Terza convinzione: 

Non posso mai venire bocciato o
perdere un anno

Parliamoci chiaro.

Essere bocciato ad un esame è una delle più grandi paure


di uno studente universitario.

Quando davo i miei primi esami avrei preferito perdere


dei soldi, tanti soldi, piuttosto che perdere un esame, o
un anno di studi.

Ero molto severo con me stesso, e quindi mi imponevo


di dare tutti gli esami in corso, però nello stesso tempo
volevo una media alta, e questo comportava doppio
stress.

220
Volevo laurearmi velocemente e con voti alti, e in questo
in teoria non c’è niente di male.

Il problema è che per raggiungere questi obiettivi


che mi davo mi imponevo di non poter fare ERRORI.

Il non fare errori è una delle convinzioni più assurde che


abbiamo nella testa.

Voglio essere chiaro su questa cosa fin da subito.

La convinzione del: NON POSSO FARE ERRORI è


quanto di più distruttivo ci sia per la tua crescita
personale e spirituale.

Fare errori non è soltanto una delle alternative che ti


potrebbero capitare se vuoi avere successo.

Fare errori è NECESSARIO.

Sono stato chiaro?

Te lo ripeto casomai ti fosse sfuggito o avessi letto


troppo velocemente.

Per avere successo fare errori è


NECESSARIO, non è "una cosa che
potrebbe capitare”

221
Una delle paure più irrazionali che hanno le persone è
proprio quella del fallimento, ma non ha nessun senso.

Cioè ha senso perché quando fallisci ti giudichi, infatti


paura del giudizio e del fallimento vanno a braccetto.

Ma dal punto di vista del processo di crescita


tecnicamente non ha senso aver paura di fallire.

Te lo dimostro.

Se io voglio costruire una casa e la casa crolla ho tentato


e ho fallito, ma ho comunque una possibilità di riuscire a
costruire la casa.

Se io voglio costruire una casa e non ci provo nemmeno


ho fallito per forza!

Ho il 100% di possibilità di fallire se non lo faccio.

E allora perché la gente non lo fa?

Perché le persone passano la loro vita ad evitare il


fallimento?

Te lo dico io perché, perché credono di avere qualcosa da


perdere.

Si sentono troppo giudicate per la paura di fallire e


quindi preferiscono NON fare piuttosto che fare e
fallire.

222
“Si André facile da dire, ma se io tento e fallisco
ho comunque perso tempo, soldi, energie, come la
mettiamo?”


Me la ricordo molto bene questa frase perché ce l’avevo
anch’io nella testa.

È comprensibile temere di perdere qualcosa quando si


agisce.

Pero tieni conto di questi 2 fattori.

Il primo è che se fai quello che ami non esiste tempo


sprecato.

Se corteggi la ragazza che ami, se dedichi tempo e soldi


al tuo progetto, ai tuoi esami, o a quello che vuoi, non
esiste tempo sprecato, perché stai facendo quello che
ami.

Il secondo è che il fallimento ti ripaga di una moneta


ben più preziosa del tempo e dei soldi: L’esperienza.

Hanno provato a dirglielo in mille in modi, ma solo


quando un bambino si sbuccia il ginocchio impara che
non deve correre in bicicletta.

Le più grandi lezioni che ho imparato nella mia vita le ho


imparate fallendo.

223
E la buona notizia è che quasi mai sono cose che puoi
imparare in un altro modo, perché l’azione è
informazione.

Le persone sono convinte che pensando e riflettendo


possono prendere decisioni, ma se resti sul piano
mentale otterrai sempre un apprendimento parziale.

L’unico vero modo per apprendere qualcosa è farne


esperienza.

Quindi sì, fallire fa male, e ancora oggi ti confesso che a


me fallire fa schifo, non voglio addolcirti la pillola.

Quando faccio un errore divento spigoloso e


imbronciato, ma sai perché continuo a lanciarmi?

Perché anche dopo un errore non mi focalizzo mai su
quello che ho fatto male, ma su quello che ho imparato
da quell’esperienza.

224
C’è sempre una grande lezione dopo ogni
fallimento, e più è grande il fallimento più è
grande la lezione.

Non voglio fare il guru del pensiero positivo.

Se fai un grosso sbaglio, vieni bocciato ad un esame,


perdi il lavoro dei tuoi sogni, perdi la persona che ami e
lo capisco che faccia schifo, è brutto, lo so!

Ma se dopo un fallimento non riesci a cogliere la lezione


che c’è dietro è come se qualcuno ti stesse consegnando
un assegno e tu non lo incassassi.

Mettiamo anche il caso che tu perda dei soldi.

Il bello del vivere nell’ottica della formazione è proprio


questo.

Tutto quello che facciamo è un’esperienza di


apprendimento.

Se perdiamo dei soldi non ci diciamo:

“Mannggia abbiamo perso 300 euro… NO”

Noi ci diciamo:

“OK, sono 300 euro spesi in Coaching, vuol dire che ne


avevamo bisogno”

Quando entri in quest’ottica, dello spendere tempo e


soldi per la tua crescita, ti assicuro che quei soldi li
investi comunque.

225
Solo che a volte invece di pagare un Coach, ci sono altre
persone così gentili che ti insegnano le stesse cose senza
chiederti il permesso :)

Lo so può sembrarti ridicolo, ma credimi, cambiare


questo punto di vista ti cambia letteralmente la vita, ti
cambia la vita!

Un’ultima cosa.

Una delle domande che può frullarti nella testa a questa


età, soprattutto se hai acceso il cervello e hai iniziato a
ragionare con la tua testa è:

“Ma starò studiando la facoltà giusta?”

Magari hai iniziato a pensare che i libri non ti piacciono,


che studiare quella materia non ti piace.

Da parte mia hai la più totale comprensione perché il


sistema universitario italiano è arcaico: non ho altre
parole per definirlo, arcaico.

Lo so che vorresti studiare in modo più pratico, che


vorresti divertirti mentre studi, e non studiare dei libri in
bianco e nero il più delle volte scritti anche di merda.

C’è però un errore che non vorrei che commettessi.




Ne abbiamo parlato tanto degli errori, però vorrei
comunque darti una parte della mia esperienza.

226
Queste sono ferite che porto sulla mia pelle e me ne
faccio un vanto perché ho imparato a non leccarle, ma a
festeggiarle, a mostrarle e dire: “Si ci sono passato
anch’io”.

Bene.

Nel mio percorso universitario ho frequentato 2 diverse


facoltà, ho sostenuto brillantemente quasi 30 esami, e mi
sono trovato anch’io con la domanda in testa: “Starò
facendo la scelta giusta?”

Quando frequentavo la facoltà di Giurisprudenza, la mia


prima facoltà, al secondo anno avevo dato 11 esami ed
ero perfettamente in regola.

Solo che qualcosa dentro di me ha fatto track.

Ho cominciato a capire che i motivi per cui avevo scelto


di iscrivermi erano diversi dai motivi che avevo in quel
momento nella testa.

Quando avevo 18 anni volevo essere un professionista di


successo ed imparare più abilità possibile con l’uso della
legge.

Ero un idealista, volevo cambiare il mondo e combattere


le ingiustizie che avevo sempre visto commettere.

Solo che nel giro di 1 anno appena, sono entrato nella


sub-cultura degli esami universitari, del: Passami gli
appunti, no quest’esame preparalo dalle dispense, ecc.
ecc.

227
Il mio idealismo si era frantumato contro un sistema
didattico mediocre e dei colleghi ancora più
mediocri.

Ho avuto la fortuna di conoscere anche all’Università dei


professori eccezionali, che mi hanno insegnato
moltissimo, ma nel complesso non ero felice né della mia
scelta, né di quello che mi si prospettava davanti.

Col tempo mi sono reso conto che non avevo scelto


Giurisprudenza perché mi appassionava il diritto, ma
perché volevo aiutare gli altri.

Mi piace il diritto, ancora oggi la materia mi appassiona,


ma non è quello il mio vero amore.

Hai presente quando conosci una ragazza che ti piace,


ma lo sai che non sarà per sempre?

Tu non puoi dirlo, lei non può dirlo, perché queste cose
non si dicono, ma lo sai, e a te stesso non puoi mentire!

Il guaio è che lei ti piace, quindi come fai a lasciarla?

E se poi te ne penti? Se poi ne trovi un’altra che ti piace


ancora di meno?

Bene questa mentalità, questo preciso ragionamento che


noi facciamo ogni volta che dobbiamo fare una scelta che
richiede coraggio È L’INIZIO DELLA MEDIOCRITÀ.

Guardati attorno e dimmi quante persone stanno


vivendo una vita che non hanno scelto loro.

228
Persone che si sono accontentate di quel ragazzo, di quel
lavoro, di quella città.

Persone che non hanno avuto il coraggio di essere


VERAMENTE felici.

Si, perché: PER ESSERE FELICI CI VUOLE


CORAGGIO.

Per realizzare i tuoi sogni devi andare contro un sacco di


persone, o deludere un sacco di persone che contavano
su di te.

E la cosa bella è che a un certo punto non te ne fregherà


niente del loro giudizio.

Quindi, se hai un dubbio fermati, se hai paura fallo.

Se hai qualche dubbio sulla scelta che hai fatto fermati e


chiedi consiglio a persone che ritieni affidabili; se invece
la tua è solamente paura allora fallo: o farai la cosa
giusta, o mal che vada imparerai qualcosa.

Bene, abbiamo finito.



Spero di averti dato delle strategie pratiche per cambiare
le tue convinzioni, nel prossimo passo vedremo come
metterle in pratica! 🙂

229
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230
Passo n°4:

L’università sarà la tua Palestra - I 5


Muscoli da Allenare per spaccare tutto
all’esame
A cura di Giuseppe Moriello

1. La nostra Promessa

In questo capitolo andremo a vedere come sviluppare,


proprio grazie all’università, i muscoli necessari a
preparare gli esami in pochi giorni, con voti alti e senza
ansia.

In particolare voglio proprio rivelarti il segreto grazie al


quale i nostri studenti riescono ad andare all’esami
sicuri di sé e ricordando più cose del professore (non
sto scherzando).

In questo modo hanno anche il tempo di viversi, con


serenità e senza ansia, gli anni più belli della loro vita.

Figata no? Certo che è una figata. L’avessi saputa al


primo anno questa cosa, mi sarei risparmiato una bel po’
di boccette di sangue lanciate a grappolo sui libri!

Insomma, ora andremo proprio a trasformare l’università


da campo di battaglia in palestra in cui andarci a divertire
e a migliorare come persona.

231
Ti va? Siamo pronti? Allora iniziamo subito con il primo
passo fondamentale:

“Dimmi un po’, come vedi l’università?”

Tony Robbins, il più grande Mental Coach di tutti i tempi


(tra i suoi clienti c’è ad esempio Bill Clinton), dice che i
nostri risultati e i nostri comportamenti sono molto
legati alle metafore con cui interpretiamo la realtà.

Se ad esempio, vedo la vita come un parco giochi, allora


sarò sempre felice e mi fiderò di più delle persone.
Insomma voglio giocare!

Se invece vedo la vita come una trincea, allora tenderò a


vedere tutti come dei nemici da combattere.

“Giù, ma che ti sei fumato?!? Cosa c’entrano le metafore


con gli esami?”

Se agiamo su queste metafore, possiamo capire perché


affrontiamo la vita in un certo modo e come fare ad
essere più felici.

Ad esempio, Donald Trump, il presidente degli Stati


Uniti, ha detto in un’intervista: “Per me la vita è come
una gara.”

Da questa frase possiamo capire perché lui sia così


competitivo e ambizioso.

Vedendo la vita come una gara, allora è normale che il


vecchio Trump veda ogni altra persona come un

232
concorrente da superare. E
sorpasso dopo sorpasso è
riuscito a diventare il Primo
presidente degli Stati
Uniti di Colore Arancione.

Pensa a quante coppie


discutono continuamente
perché magari vedono la loro relazione come una gabbia
da cui non possono scappare. Mentre magari, alcune
coppie sono felici, solo perché vedono il mondo come un
posto meraviglioso da esplorare e la propria metà come
una compagna di viaggi.

È bellissimo analizzare che metafore utilizziamo per i


vari campi della nostra vita. È bellissimo perché poi
possiamo cambiarle a piacimento!

Cioè, invece di subire quelle che abbiamo appreso


inconsciamente, possiamo fermare l’automatismo e
scegliere che metafore utilizzare.

Iniziamo subito dall’Università, poi magari puoi farlo


anche per gli altri settori della tua vita in cui vuoi
migliorare.

Quindi, la prima domanda è: “Cos’è per te l’università?”

Ad esempio, io all’inizio vedevo l’università come una


“camera delle torture”.

“Addirittura Giù! Una camera delle torture?!?”

233
Sì, giuro. E come biasimarmi?

Ero costretto a stare chiuso in una stanza buia a leggere


un libro scritto in maniera noiosa e ampollosa.

Poi, più si avvicinava l’esame più l’ansia saliva


nell’addome. Sotto esame l’ansia diventava
insopportabile e mi sembrava di avere due mani che mi
comprimessero i polmoni.

Avevo un fuoco nel petto come se fosse lava. Insomma


era un’agonia. Hai presente?

Poi, quando arrivava il giorno dell’esame, e c’era un tizio


(l’assistente boia) che ci chiamava uno ad uno al
patibolo, per essere sacrificati in onore del Dio “libretto”.

Ok, la sto un po’ esagerando, però che cazzo di ansia agli


esami mamma mia xD.

Vedendo l’università così, è normale che io mi sentissi


impotente. Il risultato è che soffrivo in silenzio nella
mia stanza, sperando che la tortura finisse il prima
possibile.

Ma allo stesso tempo, la mia metafora non implicava il


miglioramento di quella situazione, ma solo la
sopportazione del dolore.

Quindi ogni giorno stringevo i denti e sopportavo la


tortura, senza mai cercare di migliorare la mia
situazione.

234
Quindi facciamo quest’esercizio insieme: scrivi ora la
tua metafora dell’università su un foglietto.

Rispondi alla domanda “Cos’è per me l’università?”

Fallo e torna qui tra poco. È importante, altrimenti non


possiamo andare avanti a scoprire qual è l’approccio
giusto per laurearsi il prima possibile.

Fatto? Se non l’hai fatto, fallo!

Ecco. È qualcosa di positivo o negativo? Cosa implica


nella tua vita? Questa metafora ti porta a vivere
l’università in un modo piacevole o in un modo tragico?

È un Luna Park, in cui ti diverti?

O è una Guerra, in cui devi massacrare i compagni di


corso? (metaforicamente mi raccomando).

Perché stiamo facendo questo discorso? Se ti comporti in


un certo modo, probabilmente è per come vedi
l’università.

Ossia, se rimandi gli esami, se hai l’ansia o meno, se


riesci a concentrarti o meno, se trasmetti o no sicurezza
al professore, tutto questo dipende molto da questa
metafora.

E perché è importante il modo in cui ti comporti?

235
Perché i tuoi risultati all’università sono dovuti alle tue
azioni. Quindi se vogliamo cambiare i tuoi risultati,
dobbiamo cambiare le tue azioni.

Infatti, come dice il buon vecchio Einstein:

"La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi


risultati diversi.”

È per questo motivo che, se vogliamo iniziare a


migliorare i nostri risultati all’università, dobbiamo
proprio iniziare a cambiare questa metafora.

Comunque, spero che tu ti sia divertito a fare


quest’esercizio. Ora puoi anche bruciare il foglio! :P

Infatti, da questo momento in poi, ho bisogno che


usiamo una metafora comune per l’università, altrimenti
non possiamo comunicare.

Ho bisogno, che da ora in poi, iniziamo a vedere


l’università come una “Palestra”.

Perché?

Il problema fondamentale degli studenti universitari è


che vedono l’università come un “Tribunale” in cui si
decide quanto valgono come persone.

Questa metafora ci è stata installata dalle elementari,


quando la maestra ci sgridava per gli errori. Siamo
cresciuti in un mondo in cui l’errore è qualcosa che non

236
deve succedere. E se succede siamo sbagliati, non siamo
abbastanza e non andiamo bene.

Le maestre pensano che il loro lavoro sia quello di


puntare il dito e decretare quanto è intelligente un
bambino. Quel bambino è portato e invece quell’altro
no!

Ovviamente non tutte le maestre. Metà della mia


famiglia è composta da maestre fantastiche: mia nonna,
mia madre e mia sorella! (Senza questa postilla mi
ucciderebbero :O)

Figurati che mia madre è stata la mia maestra delle


elementari! Ma ora andiamo avanti!

Siamo inoltre cresciuti in un mondo in cui non puoi


“migliorare” nello studio. E se non puoi migliorare
nello studio e hai brutti voti allora significa che:

1) O non studi abbastanza.

2) O non sei portato per lo studio.

Infatti se non passiamo l’esame e chiamiamo nostra


madre, cosa ci dice? Ci urla molto gentilmente:“DOVEVI
STUDIARE DI PIÙ.”

Mica ci dice “dovevi studiare meglio”!

La frase “dovevi studiare di più” significa proprio “tu sei


fatto così, non puoi migliorare e puoi solo fare di più.”

237
Che è come dire che, se voglio baciare meglio una
ragazza, devo infilare di più la lingua dentro. Ma dai
cazzo no! (giusto ragazze? :O)

Non è che i pakistani fanno una pizza immangiabile e


per migliorare devono farla di più. No, al massimo fatela
di meno vi prego.

Oppure, se proprio la volete fare, fatevelo spiegare da un


napoletano come si fa. Non è che continuate a mettere la
mozzarella sulla fetta biscottata e la chiamate pizza.

Vedi, la questione è molto semplice. Tutte le discipline


vengono viste come qualcosa in cui puoi migliorare, ma
non lo studio.

Cioè lo studio non viene considerato né arte, né


scienza. Quando invece è entrambe queste cose!

Per diventare un cuoco provetto, allora vai a fare il corso


di cucina.

Per diventare un bravo chirurgo, affianchi un bravo


chirurgo fino a quando non diventi abbastanza bravo da
mettere le mani su una persona.

Per diventare un bravo calciatore, vai ad allenarti, per


migliorare e calciare sempre meglio.

E per gli esami? Per gli esami non concepiamo la


possibilità di migliorare. Se sopravvivi all’università
bene, altrimenti ti attacchi.

238
Perché? Perché c’è il fraintendimento dell’intelligenza.
Cioè le persone hanno un’equazione in testa che dice
Voto=Intelligenza.

Questo mito dell’intelligenza confonde proprio tutto. Ma


converrai con me che, ci sono certe persone laureate con
110 e lode, che non riescono proprio a far dialogare i due
neuroni che hanno in testa. Non ragionano proprio, sono
delle macchinette per lo studio e basta.

E invece conosco gente laureata con un voto discreto,


che è davvero geniale.

Anche Albert Einstein non è mai stato riconosciuto come


genio dal sistema universitario. Pensa che il politecnico
di Zurigo lo bocciò all’esame di ingresso. E tanti sono i
professori che l’hanno ritenuto un incapace e che gli
bocciavano tutte le teorie.

È per questo che aveva i


capelli così. 😜

Pensa che, durante i miei


primi anni di università,
c’erano diversi compagni di
corso che prendevano voti
più alti dei miei, studiando
la metà di quanto studiavo
io.

239
Non riuscivo a capire perché succedesse, dove sbagliassi,
ed effettivamente credevo che loro fossero più
intelligenti di me.

Quando, poi, al mio quinto anno ho dato praticamente 4


esami al mese, la situazione si è ribaltata.

E, dopo che mi sono laureato, hanno iniziato loro a


contattarmi per chiedermi come facessi!

Immagina che c’era una mia amica che preparava gli


esami in meno tempo di me e prendeva anche voti più
alti.

Io la ammiravo molto e pensavo sinceramente che fosse


più intelligente di me. Ma quando, grazie a quello che
sto per spiegarti, ho preparato in 2 settimane un
esame che lei aveva preparato in 6 mesi, prendendo
anche un voto più alto del suo, la mia amica non poteva
crederci.

Sono diventato più intelligente di lei? Assolutamente no!

Anzi, in quell’occasione ho capito che il voto è solo un


giudizio al tuo Metodo di Studio.

Comunque la reazione della mia amica, ovviamente è


stata: “Che fortuna!”

Ma diciamo che la fortuna (come avrai capito dalla mia


storia) non è mai stata dalla mia parte!

E molti studenti, a questo punto, mi chiedono:

240
“Ho capito Giù, ma perché allora, alcuni vanno meglio
all’università rispetto ad altri?”

Torniamo alla metafora della palestra. Immaginiamo che


ci sia un mio amico che naturalmente è più muscoloso di
me. Se vado in palestra, posso diventare più muscoloso
di lui?

Certo.

Ok, ora prendiamo l’amica di prima che andava meglio di


me all’università.

Mettiamo che siamo intelligenti uguali, ma lei si


concentra meglio.

Quindi, durante le settimane di preparazione dell’esame,


lei fa tutte le pagine che deve fare, mentre io mi
distraggo continuamente.

Arriviamo al giorno dell’esame, lei prende 30 ed io 23.


Lei è più intelligente?

Ovviamente no.

Quindi il voto non misura l’intelligenza, ma la


capacità di portare una certa quantità d’informazioni
al professore.

Ad esempio, torniamo al fatto che al mio quarto anno ho


dato solo 2 esami prendendo due 20.

241
In quel momento sentivo che il “tribunale
universitario” mi aveva giudicato incapace.

Tutto è cambiato quando ho iniziato a vedere l’università


come una Palestra. E cosa fai in palestra?

1) Ti migliori e ti rafforzi.

2) È faticosa proprio perché devi rafforzarti.

Ma se per me l’università è un “Tribunale”, e do due


esami all’anno prendendo due 20, capirai che la cosa più
intelligente che mi viene da fare è iniziare a dare calci ai
cassonetti con i gatti spelacchiati che corrono via
spaventati.

Insomma inizio a pensare di essere un fallito, no?

Se invece la vedo come una “Palestra”, cosa penso?

“Riesco ad alzare pochi pesi perdindirindina, devo esercitarmi di


più e in maniera più atomica.”

Cosa vuol dire questo nella realtà?

Che dobbiamo andare ad allenare tutti quei muscoli che


ti rendono una macchina macina esami.

Ossia, immagina di:

1) Avere una memoria perfetta che ti permette di


ricordare all’esame più cose di quante se ne ricordi
il professore.

242
2) Saper anticipare le domande del professore e avere
una strategia di studio infallibile che ti permette
di moltiplicare il numero di esami che dai ogni
mese.

3) Saperti concentrare a piacimento, come e quando


desideri, e di riuscire ad isolarti da ogni pensiero
fastidioso che ti distrae dallo studio.

4) Saper trasformare l’ansia in energia che ti gasa.


Saper generare dentro di te sicurezza e
determinazione.

5) Saper gestire il tuo tempo in maniera


impeccabile, in modo da arrivare sotto esame che
hai imparato tutte le pagine che dovevi imparare.

6) Avere la capacità comunicativa di trasmettere


estrema preparazione al professore, in modo che
iper-valuti la tua preparazione e ti faccia solo
domande semplici, quasi per formalità.

Riusciresti a preparare i tuoi esami in pochi giorni con


voti alti?

Sono esattamente questi i muscoli che ora andiamo ad


allenare.

Interessante no?

Andremo in palestra insieme ed io ti farò proprio da


personal trainer. Prima, però, fammi specificare 3 cose
importanti!

243
PRIMA PREMESSA IMPORTANTE: 

Quello che sto per dirti è applicabile ad ogni facoltà.

Leggendo questo capitolo potresti pensare: “Sì vabbè ma


tu fai Giurisprudenza, la mia facoltà è differente
perchè…”

Quindi voglio subito rassicurarti sul fatto che, quello che


stai per leggere, è applicabile ad ogni facoltà, ed è stato
già applicato ad ogni facoltà.

Pensa che una sera, io e Andrea eravamo al Bounty, un


Pub di Bologna, e una ragazza ci ha riconosciuti.

Dopo un po’ di convenevoli la ragazza ci fa: “Sì è


bellissimo quello che dite, ma io faccio una facoltà
umanistica, quindi quello che dite a me non si può
applicare.”

Io e Andrea ci guardiamo in faccia e scoppiamo a ridere!

La ragazza poverina non capiva. Non sapeva che poco


prima ci aveva fermato un ragazzo per dirci la stessa
identica cosa per quanto riguarda le facoltà scientifiche!

“Sì, condivido il vostro metodo, ma io faccio una facoltà


scientifica, quindi quello che dite non lo posso applicare.”

Insomma, c’è solo un tipo di studente che può


applicare quello che diciamo: quello che lo applica!

244
Il resto sono scuse della mente per rimanere ancorata
nella sua zona di comfort, ossia per rimanere comoda in
una situazione che conosce già molto bene.

La nostra mente, per risparmiare energia, tende a


perseverare nelle stesse abitudini e a stagnare negli stessi
schemi di pensiero sempre uguali nel tempo.

Perché? Perché accettare nuovi punti di vista richiede un


investimento di energia.

Inoltre preferiamo nuotare nel fango che


conosciamo, piuttosto di spostarci nell’acqua
trasparente. Ti è mai capitato di incontrare una persona
che continuava a fare qualcosa di stupido, nonostante tu
cercassi di convincerla a fare qualcosa di intelligente?

Io avevo un’amica che aveva un ragazzo che la trattava


malissimo. Ma lei niente, continuava a starci insieme.
Perché succede? Perché continuiamo a nuotare nel fango,
nonostante l’acqua cristallina sia proprio lì accanto ad
aspettarci?

Perché il fango, anche se fa schifo, almeno lo conosciamo


bene. E l’acqua cristallina sembra bellissima ma la nostra
mente sai cosa ci dice? Ci dice: “E se in quell’acqua ci
fossero gli squali?”

La mente quindi preferisce rimanere uguale e, per farlo,


partorisce delle scuse per rimandare, sospendere le scelte
e non agire.

245
Solo chi vuole veramente una cosa, allora la fa!

Per questo oltre alla tecnica è molto importante il nostro


ruolo di “motivatori”. Cioè, oltre al Metodo di Studio
giusto, dobbiamo anche motivarti a cambiare, perché
cambiare è difficile. E se non hai un forte motivo per
farlo allora non lo fai.

Molto spesso diciamo che i corsi di memoria in Italia


sono in realtà dei corsi motivazionali che insegnano
qualche tecnica base non adatta agli studi universitari.

Ma il problema non è il fatto che sono motivazionali,


quanto il fatto che non insegnano un Metodo di Studio
adatto per l’università.

Infatti va bene motivarsi, ma a fare la cosa giusta.


Altrimenti siamo come le mosche che sbattono contro il
vetro. In quel caso la motivazione è addirittura negativa,
perché più la mosca sbatte contro il vetro, prima finisce
stecchita sul davanzale.

La verità è che a tutti piace l’idea di migliorarsi, ma


pochi vogliono migliorarsi veramente!

Quindi se vuoi migliorarti, devi cercare contem-


poraneamente un buon modo per farlo, unito ad una
buona dose di motivazione.

2. SECONDA PREMESSA IMPORTANTE: 



non siamo due psicologi e non aiutiamo le persone
con problemi seri.

246
Ci tengo a specificare che noi non aiutiamo le persone
con problemi d’apprendimento o che “non ce la fanno da
sole”.

Noi siamo qui per farti diventare il primo del tuo corso,
o comunque uno studente che fa cose disumane, che gli
altri studenti ritengono inconcepibili.

Noi ci esaltiamo quando un nostro studente prepara


diritto commerciale in 5 giorni con 27, non quando uno
studente supera diritto commerciale.

Ci esaltiamo quando una nostra studentessa prende 30 e


30 ad anatomia 1 e 2 studiando un mese. Non quando
una studentessa supera anatomia.

Insomma ci esaltiamo quando rompi qualche barriera


che gli altri non riescono a rompere. Allora quello è un
buon risultato!

3. TERZA PREMESSA IMPORTANTE: la formula del


successo è unire questi Muscoli ad un Metodo di
Studio Universitario.

Nel quarto capitolo andrò a spiegarti il Metodo che


rappresenta la ricetta migliore per preparare un esame
universitario. Ma è importante prima andare a vedere
come sviluppare le abilità necessarie ad utilizzare il
Metodo.

“Ma come Giù, non è sufficiente il Metodo?”

247
Il Metodo va bene, ma per ottenere i risultati devi anche
saperlo utilizzare. Cosa vuol dire?

Cioè un “Metodo di Studio universitario” è già una


scoperta rivoluzionaria che migliora drasticamente il tuo
modo di studiare ma, per utilizzarlo, hai bisogno di
sviluppare le abilità che vedremo in questo capitolo!

Cosa intendo?

Mettiamo di voler suonare “Una Mattina” di Einaudi


sul pianoforte (Einaudi è il mio pianista preferito).

Ti do lo spartito.

Riuscirai a suonarlo? Se sai suonare il pianoforte sì! Ma


se non lo sai suonare?!?

Quindi tu hai lo spartito, sai quello che devi fare, ma non


hai l’abilità per premere i tasti giusti coi tempi giusti.

La stessa cosa funziona con il Metodo.

Spartito = Metodo di Studio

Saper Suonare = Abilità

Cioè, se ti spiego il Metodo, ma tu non hai le abilità per


usarlo, allora perdiamo solo tempo.

Ed io non voglio fartelo perdere.

248
Preparare gli esami in pochi giorni per noi è un’arte. Per
noi è come suonare il pianoforte. Quindi in questo
capitolo vediamo come imparare a suonare il pianoforte.

In particolare andiamo subito a capire come sviluppare


questi 6 Muscoli di cui abbiamo già parlato:

1) Memoria.

2) Strategia d’Esame.

3) Concentrazione.

4) Gestione delle Emozioni.

5) Gestione del Tempo.

6) Esposizione.

PRIMO MUSCOLO: 

Come avere la Memoria di un Computer


Hai mai sognato di andare all’esame e sapere più cose


del professore?

Mamma che soddisfazione sarebbe, ti immagini? Lui che
ti guarda con gli occhi sgranati e ti dice: “Ma veramente
fai? Ma veramente ti ricordi ‘sta cosa? Ma quanto hai
studiato?”

249
Io l’ho provata questa sensazione ed è stata una cosa
ATOMICA. E te la voglio far provare anche a te.

Vuoi sapere che mi è successo una volta con una


professoressa?

No aspè dai, te lo racconto tra poco. Prima lamentiamoci


un po’ insieme xD

Ma quant’è bello essere uno studente universitario?

Ovviamente scherzo.

Ma è mai possibile quello che ci succede quando


studiamo?

È mai possibile che gli studenti leggono la pagina, la


ripetono e poi il giorno dopo già non se la ricordano? E
la devono ripetere di nuovo fino a quando non gli
sanguina il cervello?

È possibile che gli studenti studiano per dei mesi per


avere comunque la sensazione di non sapere bene le cose
e scoprire la verità al momento dell’esame?

Ma è possibile che poi, molte volte, durante l’esame,


quando il professore gli fa la domanda, devono scoprire
che quella cosa non se la ricordano? :O

E il professore li guarda e loro lo guardano?

E si guardano per minuti interi aspettando una risposta


dall’oltretomba? :O

250
È possibile che gli studenti devono passare gli ultimi
momenti prima dell’esame a sfogliare il libro come
forsennati ripetendosi nella testa “ODDIO MA CHE È
‘STA ROBA NON MI RICORDO UN CAZZOOOO”?!?

Insomma, non ci hanno mai insegnato ad avere il


“controllo della nostra memoria”. Cioè noi non
abbiamo la facoltà di “decidere” se memorizzare una
cosa o no. È come se ci “capitasse a fortuna”.

Gli studenti leggono la dimostrazione di un teorema e


poi si ripetono: “speriamo che me la ricordo!”

Ripetono ad alta voce una data, una legge o una


definizione e poi uniscono le mani sperando di
ricordarsela.

Inoltre i concetti sono veramente tanti, quindi hai la


costante sensazione che quando entra un’informazione
ne esce un’altra.

Tipo un bicchiere pieno d’acqua. Quando versi


dell’acqua, esce quella che già c’è.

Ma perché nessuno ci ha insegnato ad avere il


controllo della nostra memoria?

Perché alle elementari ci hanno buttato il libro davanti e


hanno detto: “Vai, ora impara. E mi raccomando, ripeti
ad alta voce!”

E poi la maestra ha aggiunto:”Aaaaah, e mi raccomando,


non imparare a memoria. Devi ragionare sulle cose.”

251
Ok maestra, io voglio pure ragionare, ma poi
all’interrogazione cosa mi chiedi?

Mi chiedi un sacco di dati tecnici e cose di cui non


capiamo il significato.

Ma mi spiegate a me chemenefregaamme di quali


paesi producono le barbabietole da zucchero? 

Ma perché continuate a martoriare i ragazzi con queste
barbabietole maledette? Ma soprattutto: cosa diavolo
sono le barbabietole da zucchero? Ma sicuri che non ci
sono cose più importanti che un ragazzo dovrebbe
sapere?

Ma sicuri che piuttosto che spiegarci 20 volte quella


maledetta Mesopotamia, non è meglio inserire qualcosa
di più utile tipo la storia degli ultimi 20 anni di politica
italiana? Magari così i ragazzi votano con più coscienza?

Ma poi, ogni volta che ci spiegate qualcosa, per piacere,


ci potete spiegare anche a che serve?

Mi ricordo una volta che, al liceo, mentre la


professoressa di matematica spiegava gli integrali,
ingenuamente chiesi: “Professoressa, ma a che servono
gli integrali?”

La prof era rivolta verso la lavagna. All’improvviso si girò


di colpo, mi fulminò con lo sguardo e poi urlò: “NON
C’È TEMPO DOBBIAMO FINIRE IL
PROGRAMMA.”

252
Sì, ho capito che dobbiamo finire il programma, ma
vorrei almeno capire che minchia stiamo facendo!!!

Questo non è per colpevolizzare i professori. Massima


stima per coloro che fanno bene il proprio lavoro. Ma
fatto sta che l’impostazione generale dell’istruzione
italiana è questa: devi andare a dire roba teorica ad una
persona che vorrebbe stare in qualsiasi altro posto della
terra piuttosto che stare lì ad ascoltare te xD

Quindi, la “memorizzazione” in generale è vista


come qualcosa di brutto. Se dici che studi a memoria le
persone ti guardano male. Brutta memoria! Cacca
Memoria! E poi all’esame cosa ci chiedono?

Ci chiedono di ricordare tanti nomi complessi o


impronunciabili, leggi, regole grammaticali, costrutti,
vocaboli stranieri, definizioni, formule, dimostrazioni,
procedure, date, termini temporali, fasi, costanti etc. etc.

Tante cose che dobbiamo per forza imparare a memoria.


Queste sono cose su cui non dobbiamo ragionare più di
tanto.

Le ossa dell’avambraccio sono radio e ulna, punto, su


cosa vogliamo ragionare?

Quindi, all’esame, ci chiedono questi dettagli tecnici e li


dobbiamo ricordare se vogliamo passare l’esame. Più ne
ricordiamo più impressioniamo il professore.

253
Inoltre anche tutti i concorsi e test d’ingresso, sono
basati su prove mnemoniche.

Poi, anche quando ragioniamo, in realtà, abbiamo


bisogno di memorizzare i passi del discorso.

Quindi, anche se un discorso l’abbiamo capito, per


saperlo esprimere bene dobbiamo memorizzare delle
cose.

“Ma che dici Giùùù?!? Io, se una cosa la capisco, la so


ripetere!”

Eh, la pensavo pure io così mannaggia il pinguino


volante. Gli studenti universitari pensano: “Io devo
capire, perché se io capisco le cose, allora le so
ripetere!”.

Ma questa è una mezza stronzata.

Il principio “Capire=Ricordare” vale in teoria, ma


nella pratica assolutamente no. Infatti nella realtà
succede che:

1) Leggiamo una cosa.

2) La capiamo e la ripetiamo benissimo.

3) Poi andiamo qualche giorno dopo e “puff ” è sparito


tutto per magia *_*

254
Oppure magari ci interrompiamo a metà e non ci
ricordiamo come continua il discorso. E questo ci crea
dentro un’insicurezza assurda.

Eppure l’abbiamo capito! Dov’è andato tutto, eh? Dov’è


andato?!? È svampato.

Piccolo esempio per capire meglio questo problema


del capire:

Nel 2017 abbiamo organizzato in Italia “Studenti di


Successo Tour”, il primo tour in Italia sul Metodo di
Studio Universitario. In questo Tour abbiamo parlato per
2 ore io e per 2 ore Andrea.

“Io alla tappa di Bologna, mentre dico delle parole, grazie al fatto che me le ricordo.”

255
In queste 2 ore, metà delle cose di cui ho parlato erano
sulle slide del proiettore (così le vedeva anche il
pubblico), e metà le avevo memorizzate con il Palazzo
della Memoria.

Ora, quel discorso l’ho scritto IO, quindi si presume che


io l’abbia capito. Il fatto è che, anche se il discorso l’ho
capito, non me lo ricordo.

Dopotutto, chi è che è capace di ricordarsi naturalmente


un discorso di 2 ore?

Quindi il concetto è: Sia che capisci sia che non


capisci, devi per forza trovare il modo di ricordare
tutto quello che devi dire!

Ora, puoi percorrere 2 strade:

1) Puoi ripeterlo a voce per ore, lentamente,


noiosamente e poi sperare di ricordarti qualcosa
all’esame.

2) Oppure puoi memorizzare velocemente e con


certezza, come farebbe uno Studente di Successo.

Ma cosa significa memorizzare come uno Studente di


Successo?

Allora, io ho provato sia l’esperienza dello Studente in


crisi, che quella dello Studente di Successo.

Diciamo che da Studente in crisi, ripeti e hai un sacco di


confusione in testa. Non hai scelta.

256
Lo Studente di Successo, invece, va all’esame
consapevole di ricordare tutto alla perfezione. Quindi sa
che, quando il professore farà la domanda, uscirà dalla
sua bocca un fiume di dettagli tecnici e preparazione
incredibilmente approfondita.

In realtà non so come spiegartela questa sensazione. I


nostri Studenti parlano spesso di una sensazione di
ONNIPOTENZA. Non sto scherzando, almeno una
ventina di loro hanno utilizzato questo termine. Forse
perché si sentono meglio del professore.

Ma non sono troppo antipatici?

Lo so, sono un po’ sbruffoni, ma che ci vuoi fare, sono


Studenti di Successo, mica Studenti di Modestia.
AHAHAHAH

Vabbè. Intanto vediamo un attimo perché vale la pena


sviluppare una memoria perfetta e poi andiamo a vedere
come memorizzare i nostri esami nel modo migliore.

1) Se memorizzi velocemente prepari gli esami in


meno tempo.

Ovviamente, se farai quello che ti dico io, sarai capace di


memorizzare in mezz’ora, quello che uno studente
normale memorizza in un giorno.

Proprio stasera un nostro studente ci ha lasciato un bel


commento a testimonianza di questo, sotto una nostra
diretta. Quindi te la butto qui:

257
Non è proprio un esame universitario, ma direi che
rende l’idea :P

2) Il professore rimane a bocca aperta e tu ti senti


un imbroglione.

Ci sono cose che i comuni mortali non possono


memorizzare. Se tu, invece, sei capace di farlo, allora
brilli di una luce particolare.

Quando impari a padroneggiare “L’arte della memoria”


e diventi un’artista delle memoria, le persone ti guardano
come se tu fossi magico. Iniziano a pensare che tu sia
tipo un Super-genio venuto da qualche lontano pianeta a
diffondere i suoi geni sul pianeta Terra.

Capii questa cosa, per la prima volta, mentre ero a


Piazza Maggiore a Bologna. Mi ero da poco iscritto al
Campionato Italiano di Memoria e mi stavo allenando a
memorizzare tante cose.

Il Campionato di Memoria è un campionato in cui dei


“nerd della memoria” come me, si allenano a

258
memorizzare informazioni astratte, come liste di parole
casuali, numeri binari, numeri decimali, date, immagini
astratte etc. etc.

E quindi, proprio in quei giorni, mi stavo allenando a


memorizzare il mazzo di carte. Memorizzare un mazzo di
carte da poker, vuol dire guardare il mazzo una volta, e
poi saperlo ridire in ordine.

La sfida consiste nel farlo nel minor tempo possibile.

Ad esempio, al campionato italiano sono riuscito a


memorizzarlo in 4 minuti. Un tempo assurdo per me che
ho sempre avuto una memoria terribile. Prima di
conoscere il Palazzo della Memoria non l’avrei fatto
nemmeno in 4 ore!

Quindi era un tempo assurdo per me, ma non per il


campione mondiale che l’ha fatto in 20 secondi! Cioè
nemmeno il tempo di sfogliarlo quel mazzo! Ma con
l’allenamento si arriva dappertutto.

Quindi sicuramente non sono il più bravo a


memorizzare, c’è tanta gente molto più brava di me a
memorizzare velocemente.

Cosa posso insegnarti allora sulla memoria? ☺

Posso dirti che l’abilità che ho sviluppato in questi anni è


stata quella di capire il metodo per applicare l’arte
della memoria agli studi universitari.

259
Infatti, sarai d’accordo con me sul fatto che, riuscire ad
esporre un discorso al professore, è ben diverso dal
memorizzare mazzi di carte o lunghe liste di numeri o di
parole.

Quindi sono stato il primo che ha capito come stupire il


professore con il Palazzo della Memoria.

Come ho conquistato una Ragazza con un


Mazzo di Carte
Comunque, tornando a noi, e a come ti vedono le
persone quando diventi un’artista della memoria, stavo
passeggiando per piazza Maggiore…

Ad un certo punto attacco a parlare con due ragazze


molto carine. Una di queste mi chiede cosa facessi nella
vita.

Io, per scherzare, dico una cosa del tipo “Faccio il


Memorizzatore”!

E loro “Ma dai! E allora memorizzaci qualcosa!”

“Ho solo un mazzo di carte qui.”.

“Sì, dai che figata, memorizzalo!”

Così lo memorizzo e, mentre glielo recito, le loro bocche


iniziano a spalancarsi mentre sfogliano il mazzo di carte.

260
“Asso di picche, 3 di cuori, 4 di fiori, 10 di picche… dai,
siamo a metà mazzo, devo continuare?”

“Sì, ora lo dici tutto!”

“Vabbè, 2 di fiori, Kappa di cuori…”

E così, alla fine, me lo fanno dire tutto. E, una di loro,


Sara (ricordo ancora il nome), si alza e fa:

“No senti, mi hai conquistata, tu mi devi dare il tuo


numero di telefono.”

E così voleva il mio telefono per farsi uno squillo.

E a quel punto pensai: “Io ho sbagliato tutto nella vita.”

Cioè, una ragazza che chiede LEI il numero A ME?!?

E così a quel punto ebbi l’illuminazione: “ORA LE DO


UN NUMERO FALSO SOLO PER PROVARE LA
SENSAZIONE DI ESSERE UNA STRONZA
MUAHAUAHAUAH.”

No, scherzo, gliel’ho dato vero. Non sono così crudele,


IO. Capito ragazze?!? NON SONO COSÌ CRUDELE, IO.

Comunque. A parte questo, perché ti ho raccontato


questa scena? Perché in quel momento ho capito un
principio molto importante:

”L’Arte della Memoria ti dà un superpotere, ti fa fare


delle cose che le altre persone non riescono a
concepire.”
261
E, a parte il divertimento, e le birre che vinci proprio
facile, scommettendo che memorizzerai un numero di 30
cifre ascoltandolo una sola volta, e un altro l’effetto di
cui ti voglio parlare.

L’effetto che ho chiamato dell’Aura.

Cioè gli studenti in crisi studiano con il leggere e


ripetere, quindi sono costretti a fare “economia” per
quanto riguarda le informazioni. Nel senso che devono
“risparmiare” cercando di saltare i dettagli troppo difficili
da memorizzare.

Anche la persona con la media più alta che conosci, deve


sacrificare qualche dettaglio tecnico specifico. Non può
ricordarsi tutto il libro virgola per virgola.

Quando invece diventi “un’artista della memoria” puoi


memorizzare dei dettagli che nessun altro è capace di
memorizzare.

In questo modo giochi ad un gioco diverso rispetto agli


altri. Cioè non conta più l’essere “portati” o “non
portati”.

Portami la persona più portata che conosci per lo studio,


e un mio studente se lo brucia a mani basse nella
memorizzazione di qualsiasi cosa.

Sì, anche perché, come ho cercato di spiegarti prima,


l’esame non ha un vero fine valutativo. Cioè tu non

262
puoi valutare veramente la mia preparazione in un
quarto d’ora.

Per capire veramente se sono entrato nella materia,


dovremmo fare vari test pratici e teorici, con dei
ragionamenti e dei confronti nel mondo reale.

Invece il sistema universitario, ci chiede semplicemente


di portare al professore le informazioni del libro. Infatti,
quando invece c’è un professore che richiede
ragionamento diciamo: “il prof fa domande di
ragionamento.” Il che vuol dire che le altre domande
non lo sono!

Così abbiamo capito che lo scopo dell’esame non è


vedere se hai capito.

Ma quindi qual è lo scopo per cui i professori ti


sottopongono all’esame? 

In base a cosa ti mettono 30?

Dipende, a seconda di chi ti interroga. Infatti:

A) L’assistente vuole fare bella figura col professore

Cioè, lo scopo dell’assistente è filtrare gli studenti


impreparati. Perché?

Perché se passa uno studente impreparato al professore,


l’assistente fa una figura di cacca.

263
Per questo, di solito, gli assistenti sono più insidiosi
nelle domande, proprio perché a differenza del
professore, hanno qualcosa da perdere.

(NB: Tutte le informazioni segrete riguardanti l’università, che ti


sto riportando in queste pagine, mi sono state riferite
direttamente da professori universitari e assistenti che ho messo
sotto torchio.)

B) Il Professore vuole assicurarsi che tu non ti stia


approfittando di lui.

Funziona un po’ come in discoteca. Se una ragazza ha


la sensazione che lei potrebbe essere una delle tante, ti
bacerà?

Ovviamente no. (confermate ragazze?)

Quindi cosa fa? Ti testa!

Prima ti fa stare un po’ sulle spine per capire se salti da


una ragazza all’altra come un sassolino che fa i saltini sul
filo dell’acqua. Poi, se superi i test, allora ti dà una
possibilità e inizia a sciogliersi.

Allo stesso modo, l’obiettivo del professore è cercare di


capire se vuoi solo rubarti l’esame o ti sei impegnato
veramente.

Insomma, sia nel caso dell’assistente, che del professore,


lo scopo dell’esame è solo uno.

264
Lo scopo dell’esame non è testare se hai capito, ma
capire se hai buttato abbastanza sangue sui libri.

Insomma, se hai buttato sangue sui libri, allora la


cattedra ti fa entrare nel club dei 30, altrimenti ti snobba.

Sembra banale come principio ma, se osserviamo gli


studenti, possiamo realizzare che non hanno
minimamente compreso questo principio. Altrimenti si
comporterebbero in maniera diversa e studierebbero in
maniera più strategica.

Insomma è importante scendere dalle nuvolette del


mondo ideale in cui l’esame è qualcosa di divino e
solenne.

L’esame è organizzato male ragazzi, è la verità. La


laurea è importante e dobbiamo prendercela ma in un
quarto d’ora, non puoi misurare la mia preparazione.

Mi dispiace, starò sul culo a qualcuno, mi perderò


qualcuno per strada, ma il mio lavoro è dirti la verità:
l’esame, per come è organizzato, è una roulette russa che
testa solo quanto sono bravo a stare col culo sulla sedia
per riempirmi la testa d’informazioni astratte.

L’esame universitario non ha niente a che fare con le


competenze di un professionista.

Prima accettiamo questa visione dell’esame, prima


iniziamo ad avere la coscienza pulita mentre cerchiamo
di sopravvivere a questo sistema.

265
Ecco, ora forse a questo punto posso scrivertelo senza
che tu mi mandi a fanculo: l’università è un sistema
che va fregato ed io sono qui per aiutarti a fare
questo.

Perché fregarlo? È cattivo?

Non è cattivo. È che, o per mancanza di fondi, o per


mancanza di lungimiranza politica, l’esame è un macello
in cui vengono triturati gli studenti universitari.

Non è un momento entusiasmante in cui si va a


ragionare con un professionista. È un momento tragico
in cui dobbiamo ripetere a memoria delle informazioni
che, tra l’altro, dimentichiamo subito dopo.

E del fatto che dimentichiamo le cose nessuno si prende


la responsabilità. E lo sai perché? Perché solo quando
lavoreremo sapremo quali sono le informazioni che ci
servono davvero.

L’università è una sorta di campo minato in cui si


testa “se ci tieni abbastanza.”

Per come sono strutturati i corsi, non hanno niente a che


fare con la preparazione al mondo del lavoro.

Ossia, vuoi fare lo psicanalista perché è una tua passione


parlare con le persone? Non posso mandare 10’000
curiosi nello studio di uno psicanalista, come tirocinanti.

Quindi inserisco un percorso di 5 anni pieno di trappole


e difficoltà. Solo quelli che sopravvivono, allora ci

266
tengono davvero, e allora meritano di provare a fare gli
psicanalisti.

Infatti, quando finiamo l’università, cosa abbiamo? Una


bella infarinatura generale della materia. Ma sappiamo
fare qualcosa di concreto?

C’è un mio amico, Roberto, molto bravo all’università,


laureato a pieni voti alla facoltà di economia che, una
volta laureato, viene subito assunto presso un’azienda.

Dopo qualche giorno di prova, dinanzi alla richiesta di


“occuparsi delle fatture”, il mio amico arrossisce. Aveva
studiato economia 5 anni e non aveva mai visto una
fattura! Non sapeva nemmeno come fosse fatta. Però in
compenso sapeva benissimo la definizione di fattura. Che
è estremamente utile per… per… per… diciamolo tutti
insieme… STOCAZZO.

Se vai su un libro universitario, per fattura viene data


una definizione del tipo:”La fattura, in diritto, è un
documento fiscale obbligatorio emesso da un soggetto fiscale per
comprovare l'avvenuta cessione di beni o prestazione di servizi e il
diritto a riscuoterne il prezzo. “

Che in teoria è una definizione perfetta, ma in pratica


che minchia significa questo obbrobrio?

Così al professore magari dici questa cosa e ti mette 30.


Ma in che modo questa definizione ti aiuta nel mondo
reale? Cosa cazzo è una fattura in concreto?

267
La fattura lo sai cos’è? È una specie di scontrino più
articolato, scritto su un foglio più grande. Quando ti
vendo qualcosa, ti do la fattura che contiene i dati
dell’acquisto.

Se io fossi un professore universitario, la prima cosa che


farei, sarebbe far passare per le mani degli studenti una
cavolo di fattura. E poi spiegherei agli studenti come si
compila e le informazioni che possono essergli utili
quando fanno la contabilità di un’azienda.

Questo si chiama “trasferire competenze”. Che non ha


niente a che vedere con l’imparare a memoria la
definizione di fattura.

Perché ti sto dicendo tutte queste cose? Voglio


candidarmi per attuare una riforma dell’università e sto
cercando di accaparrarmi il tuo voto? Forse.

In realtà te lo sto dicendo perché, per spiegarti come


collezionare 30 grazie all’arte della memoria, dobbiamo
essere d’accordo su cosa desidera veramente il
professore.

E, per capire cosa desidera il professore, dobbiamo


toglierci dalla testa l’ipocrisia e la favoletta che ci hanno
sempre raccontato sul fatto che “se una cosa viene dal
sistema allora deve essere per forza buona.”

Perché, altrimenti, se ti dico che dobbiamo fregare il


sistema, tu salti sulla sedia e inizi a lanciarmi gli
evidenziatori colorati.

268
Purtroppo il sistema universitario è fatto male e, se
vogliamo sopravvivere, dobbiamo trovare il modo di
fregarlo prima che lui ci freghi la vita.

Perché sono così infuocato contro il sistema? Perché io


stavo per esserne inghiottito. E ho conosciuto troppi
studenti che sono caduti nella stessa trappola.

Ci facciamo convincere che noi siamo i nostri voti, che


dobbiamo obbedire, che dobbiamo passare la vita sui
libri perché l’esame è sacro. Ma tutto questo è assurdo e
sbagliato.

L’università è solo uno strumento, non un fine. Il nostro


libretto non c’entra niente con la nostra intelligenza e
non dobbiamo identificarci con quello che succede lì
dentro.

Il fatto che prendi 18 non dimostra che sarai un cattivo


professionista, come prendere 30 non dimostra che sarai
un bravo professionista.

Quindi mi incazzo così solo perché questo è un concetto


molto importante e potenzialmente pericoloso.

Quindi, tornando a noi, perché i professori e gli


assistenti vogliono misurare quanto sangue hai
buttato sui libri?

Perché il professore e gli assistenti sono dei


professionisti che hanno votato l’anima alla coltivazione
della loro materia.

269
Nel momento in cui tu vai lì, e svaluti la sacra
importanza di quelle informazioni, è un po’ come se
tu gli offendessi la mamma. Ti piace quando ti
offendono la mamma?

Non penso. E nemmeno a loro piace quando scoprono


che un furbetto si vuole fregare l’esame.

Quindi cosa dobbiamo fare? Dobbiamo dimostrargli che


abbiamo buttato tanto sangue sui libri.

Come lo dimostriamo? Ricordando all’esame delle


informazioni che nessun altro studente è in grado di
ricordare. In questo caso veniamo percepiti come dei
Super Studenti.

Prima ti ho parlato di un aneddoto in cui sono riuscito a


dimostrare alla professoressa che ricordavo più cose di
lei. Penso sia arrivato il momento di raccontartelo.

La Professoressa che all’esame non credeva


alla mia memoria
Avevo studiato 10 giorni per un esamone da 18 crediti, il
più grosso della carriera universitaria. Gli altri esami
erano in media 12 crediti l’uno.

L’esame non stava andando particolarmente bene ma,


ogni volta che rispondevo ad una domanda, citavo la

270
relativa sentenza (erano più di 100 a quell’esame ed io le
avevo memorizzate tutte grazie all’arte della memoria).

La professoressa dopo la sesta sentenza citata, mi fa:


“Ma lei si è veramente imparato tutte le sentenze a
memoria?”

“Sì, professoressa, perché?”

“Ma tutte tutte?

“Sì.”

Mi fissa con uno sguardo di sfida, prende l’indice delle


sentenze e inizia a chiedermele una ad una.

Io, anche se un po’ sorpreso, mi lascio sottoporre


comunque a questo insolito test. Hai presente il gioco
Trivial Pursuit? Che uno fa le domande e l’altro
risponde? Ecco, una cosa del genere!

Dopo aver risposto correttamente al suo quiz, lei mi


guarda e fa: “Vabbè, a questo punto le devo mettere
30.”

Ecco, ora, sapere tutte quelle sentenze mi ha aiutato a


prendere 30.

Ma sapere tutte quelle sentenze a memoria, mi rende


una persona intelligente o un migliore avvocato?

Ovviamente no, però sapere a memoria quelle sentenze


mi ha fatto prendere 30.

271
Sapere il numero atomico del Minchionio ti rende un
cardiochirurgo migliore o uno studente migliore?

Probabilmente no, però ti fa prendere 30.

Ecco, quindi, questo per dimostrarti che se vogliamo


laurearci velocemente, con voti alti, dobbiamo iniziare a
giocare secondo queste regole qua.

Le regole secondo cui “essere preparati” non vuol dire


nulla. Non devi studiare per “essere preparato”, devi
studiare per superare l’esame. Poi, se ti piace la
materia, studi dopo l’esame.

Prima passiamo l’esame per sopravvivere alla roulette


russa, poi approfondiamo gli aspetti che ci interessano di
più. Fortunatamente dopo l’esame i libri non si
autodistruggono, quindi possiamo studiare anche dopo.

Non ne posso più di studenti che dicono: “Sì, ma io


l’esame lo voglio preparare bene”.

Avete rotto il cazzo con questa preparazione. Sai tutte le


ossa della mano? Bravo, e ora? Vuoi un euro? Te le
dimenticherai subito dopo l’esame.

Dobbiamo capirlo ‘sto passaggio, altrimenti torniamo di


nuovo sul libro a leggerlo a caso per settimane, per poi
prenderlo nel culo e lamentarci con tutti che però il
professore è stronzo.

272
Mica è colpa nostra che continuiamo a leggere quel libro
come se fosse un romanzo di Stephen King mannaggia i
pinguini, poi dite che mi incazzo a bestia.

Che poi mi venite a commentare sotto i video “Ma no, il


metodo te lo insegnano alle elementari. Ci vuole solo
tanto impegno.”

VAFFANCULO. DEVI MORIRE SUI LIBRI. ALLE


ELEMENTARI DISEGNAVI LE FARFALLE, COGLIONE.

OOOOOOMMMMMM (suono meditativo)…ma ora


torniamo a noi!🦋

Quindi, come vedi, se vogliamo conquistare la laurea


velocemente all’esame, non dobbiamo semplicemente
“dire”, ma dobbiamo “stupire”. E per noi è molto facile
stupire.

Perché è molto facile? Perché mentre gli altri studenti


leggono e ripetono, noi abbiamo l’arte della
memoria, che ci permette di fare i miracoli.

Quindi è come se tutti gli altri studenti stessero


giocando a Basket con la mano destra legata dietro la
schiena.

Si stanno dimenando nel campo come dei forsennati


cercando di lanciare la palla verso il canestro.
Ovviamente ogni tanto fanno canestro, ma quanta fatica
fanno?

273
Invece arriviamo noi con due mani, alti come Michael
Jordan, prendiamo la palla e la buttiamo dentro, con una
facilità che loro si sognano.

Ma ora passiamo al terzo motivo per cui è fantastico


diventare degli artisti della memoria.

3) Se hai la certezza di ricordarti le cose all’esame,


hai MOLTA meno ansia.

Molti studenti mi chiedono come fare a superare l’ansia


per l’esame. A volte l’ansia è blanda, ma altre volte ci
rende proprio la vita impossibile.

Il fatto è che l’ansia deriva, molto spesso, semplicemente


dalla paura di non ricordare le cose. Per questo lo
studente in crisi è famoso per essere sempre in Ansia.
Perché non avendo un Metodo di Studio ha una
confusione terribile in testa e non è sicuro di quello che
sa.

Lo Studente di Successo, invece, sa che quando il


professore farà la domanda, le parole usciranno come un
fiume in piena.

Insomma, se hai la certezza di ricordarti le cose


all’esame, hai MOLTA meno ansia.

Perfetto! Ora che abbiamo capito quante cose belle


succedono se abbiamo una buona memoria, andiamo a
vedere subito…

274
Perché gli studenti fanno fatica a memorizzare le
informazioni dei loro esami?

Per 2 motivi molto semplici:

4) Non conoscono “l’Arte della Memoria”

5) Non hanno un “Metodo di Studio”

Gli studenti semplicemente leggono il libro e ripetono ad


alta voce. Questo causa un’immensa confusione nella
loro testa.

Studiare così è come buttare una carota in un


minestrone. Ritrovarla è veramente difficile. La carota si
mischia con tutto il resto del contenuto e non sai come
ripescarla.

Così, quando una persona ti dice il suo nome, dopo 3


minuti ti ritrovi a pensare: “Aspè, ma questo mo’ come
cazzo si chiama, speriamo che qualcuno lo chiami per
nome. “Nessuno lo chiama e tu lo guardi con uno
sguardo da ebete pensando: “Aspè iniziava con la A…
Antonio… Alessio… No aspè forse iniziava con la B…”

E invece no, si chiama Paolo.

Perché questo? Perché la nostra mente non immagazzina


le informazioni spontaneamente. Se vogliamo
memorizzare come un computer, abbiamo bisogno di un
sistema per farlo.

E questo sistema si chiama Palazzo della Memoria.

275
Quindi basta imparare ad usare il Palazzo della
memoria per prendere bei voti all’università?

Il Palazzo della Memoria non è sufficiente da solo.

A meno che il tuo scopo non sia quello di vincere birre


memorizzando una serie di 20 numeri in 20 secondi. In
quel caso serve. 2 € sono sempre 2€ oh…

Bello memorizzare i numeri e i mazzi di carte, ma in che


misura questa cosa ci può aiutare con gli esami?

Te lo dico io: se vuoi preparare gli esami in pochi giorni


devi aggiungere al Palazzo della Memoria:

A) Tutte le altre abilità che sto per spiegarti.

B) Un Metodo Universitario.

Infatti io e Andrea ci siamo uniti nella nostra battaglia


proprio per questo motivo.

Lui collaborava per l’azienda più potente di tecniche di


memoria presente in Italia ed io ero appassionato da anni
di “Ars Memoriae”.

Non so se hai capito di che aziende sto parlando.


Sarebbero i “Corsi di memoria e lettura veloce”.

Non so se ti è mai capitato, ma fuori l’università ci sono


dei ragazzi che ti fermano con dei volantini, ti
memorizzano un numero di una ventina di cifre e poi ti
invitano ad una presentazione gratuita.

276
Durante questa presentazione, poi cercano di venderti un
corso. Ecco, quando io e Andrea ci siamo conosciuti, lui
collaborava per una di queste aziende.

In particolare, la nostra prima conversazione è avvenuta


durante l’ottobre del 2014, durante un convegno a
Palinuro.

Nonostante fossimo cresciuti nello stesso paese, non ci


eravamo mai parlati. Per un errore nell’assegnazione
delle camere capitiamo nella stessa stanza.

Più o meno la conversazione, è andata così:

A:“Io collaboro per un’azienda di Tecniche di Memoria.”

G: “Anche io sono appassionato di tecniche di memoria!


Quindi conosci il Palazzo della Memoria?”

A: “No, cos’è?”

E da lì iniziò il nostro viaggio insieme.

Praticamente lui iniziò a raccontarmi che gli studenti


rimanevano scontenti del corso di memoria, perché le
tecniche andavano bene per attirare le persone ma, poi,
non si insegnava un vero Metodo di Studio applicabile
all’università.

Infatti, come poi abbiamo scoperto più avanti, in realtà


tutti i corsi di memoria in Italia derivano dalla Memotec,
un’azienda che formava i venditori nelle aziende.

277
Cioè, i corsi di memoria che abbiamo in Italia, sono nati
per insegnare ai venditori a memorizzare le brochure dei
loro prodotti.

Infatti anche ora, ogni giorno, ci arrivano tanti messaggi


di ragazzi che sono rimasti scontenti dei “corsi di
memoria” e che ci chiedono se anche noi insegniamo le
stesse cose.

Non che questi corsi siano tenuti da persone cattive.


Semplicemente, le tecniche insegnate a quei corsi, non
vanno bene per l’università.

In particolare si basano su un pacchetto abbastanza


vecchio composto da:

1) Lettura Veloce: ossia una disciplina che si basa su


degli esercizi per farti muovere gli occhi in maniera
più veloce e leggere più velocemente (se ti interessa
scarica sul cellulare l’app “Leggere più Veloce-
mente”).

Oppure se cerchi “Metodo Universitario Lettura
Veloce” su YouTube c’è un corso molto carino di
Andrea in cui ti spiega tutto quello che devi sapere
su queste tecniche di lettura veloce.

2) Mappe Mentali: ossia un tipo di mappe inventato


da Tony Buzan. Sono praticamente dei ragni
colorati. Per imparare ad usarle basta comprare il
libro “Mappe Mentali” di Buzan.

278
3) Il Pav (tecnica di memoria conosciuta nel mondo
come Link Method, ossia la tecnica del link). È una
tecnica di memoria base che consiste nel
trasformare un elenco di informazioni in delle
immagini mentali e legarle in una storia. Se ti
interessa imparare questa tecnica cerca su youtube
“Ti spiego GRATIS la Tecnica di Memoria che tutti
cercano di venderti” e troverai un video in cui te lo
spiego.

Quindi questo è per quanto riguarda i corsi di memoria.

Io, invece, dato che avevo studiato dai maestri inglesi,


americani e dell’antichità, conoscevo delle tecniche di
memoria più avanzate di quelle che si insegnavano in
Italia.

Il problema era che, comunque, con l’arte della memoria


i miei risultati all’università non erano cambiati.

Questo perché, magari sai memorizzare velocemente una


lista di cose ma, se non hai un Metodo, allora è
comunque difficile saper rispondere alle domande del
professore con un discorso di senso compiuto.

Perché all’esame non dobbiamo ricordare una lista di


cose, ma dobbiamo saper fare un discorso che piace al
professore.

Per spaccare all’esame quindi c’è bisogno sia di


Metodo che di Palazzo della Memoria.

279
Perché un Metodo senza Memoria non ti permette di
imparare il programma d’esame velocemente.

E una Memoria senza Metodo, non ti permette di


organizzare un discorso decentemente.

Quindi, una volta capito che il problema era la mancanza


di un Metodo di Studio universitario, io e Andrea
abbiamo iniziato a cercare un Metodo che ci aiutasse a
dare gli esami nel minor tempo possibile, con il voto più
alto possibile. Un metodo che andasse bene per
l’università italiana.

Così abbiamo iniziato a studiare come funziona la nostra


mente. Quindi come funziona l’apprendimento, la
produttività, la concentrazione, la gestione dell’ansia, la
gestione del tempo, l’apprendimento delle lingue etc.

E abbiamo iniziato a sperimentare prima su di noi e poi


su altri studenti questo Metodo.

Così, dopo esserci trasformati in delle macchine per dare


esami, ci siamo detti: “No, ma questo metodo è una
figata, lo devono conoscere tutti!”

Così abbiamo fondato Metodo Universitario.

E l’abbiamo chiamato così, proprio perché abbiamo


capito che c’era bisogno di un Metodo di Studio specifico
per l’università.

E, a quanto pare, avevamo ragione dato che anche i


“corsi di memoria e lettura veloce” stanno scomparendo

280
e stanno cambiando nome in “corsi sul Metodo di
Studio”.

Cioè queste aziende, visto il successo che ha avuto la


nostra pagina, hanno iniziato ad imitare i nostri articoli e
la nostra comunicazione.

E devo dire che, far virare completamente la


comunicazione di aziende multimilionarie, è stata una
bella soddisfazione.

Più che altro, però, mi infastidisce un tantinino il fatto


che, quando volantinano gli studenti per strada, dicono
che io sono stato un loro allievo. Dicono che mi hanno
formato loro.

Per loro è una bella carta dire di aver formato me, che
sono riuscito a diventare il punto di riferimento degli
studenti universitari per quanto riguarda l’arte della
memoria, dopo essermi spaccato la schiena per fare
millemila video buttati fuori gratuitamente.

Una bella mossa da parte loro.

Peccato solo che io mi sono formato all’estero e dai


grandi maestri del passato.

Peccato solo che io non ho mai frequentato nessun corso


di memoria in Italia.

Quindi, detto in modo molto gentile, MA COME


CAZZO VI VIENE IN MENTE DI DIRE UNA COSA
DEL GENERE?

281
Va bene fermare la gente in mezzo alla strada, ma
potreste anche evitare di mentire. Fatevi i video vostri
cazzo.

Comunque. Abbiamo capito quant’è bello il Palazzo della


Memoria! Ora andiamo a vedere quali sono i 4 Segreti
per ricordare tutto all’esame:
1) Informazioni Finite.

È importante che, quando vai a memorizzare arrivi con


un numero di informazioni finite. Il problema principale
degli studenti universitari è che non scelgono quali
informazioni portare all’esame e continuano a nuotare in
un mare infinito d’informazioni.

Se vuoi ricordare tutto all’esame, è molto importante


estrarre dal libro un numero finito d’informazioni negli
schemi a cascata, per poi memorizzare quelli e solo
quelli.

Infatti, una volta finita la fase di comprensione è vietato


aggiungere nuove informazioni.

2) Risposte belle da Memorizzare.

È molto importante inoltre che nei tuoi schemi ci siano


delle risposte organizzate, non delle informazioni sfuse.
È esattamente questa la differenza con i riassunti.

I riassunti conservano le contorsioni discorsive


dell’autore. È importante organizzare delle risposte ben

282
strutturate e divise in fasi, altrimenti è molto difficile
memorizzarle.

3) Palazzo della Memoria.

Ovviamente, per memorizzare, io ti consiglio sempre di


utilizzare il Palazzo della Memoria.

Ricorda sempre che il Palazzo della Memoria non è una


tecnica, ma un muscolo da esercitare. Quindi magari
all’inizio sarà un po’ difficile, ma ti assicuro che non è un
problema tuo, è normale.

Per questo, nei corsi avanzati faccio fare tanti esercizi


guidati per quanto riguarda la creazione delle immagini e
la memorizzazione delle informazioni.

Perché ho capito che, l’arte della memoria, può derivare


solo da tanto esercizio. Deve diventare qualcosa di
automatico.

È un po’ come portare la macchina. All’inizio è


complicato e pensi ad ogni singola cosa che stai facendo.
Ma quando ti sei allenato tanto, con la giusta linea guida,
non si torna più indietro e non riesci più a memorizzare
altrimenti.

Hai la memoria di un computer per sempre.

4) Metodo Universitario.

Ricorda che per stupire il professore con le tecniche di


memoria, devi avere un Metodo pronto ad accoglierle.

283
È proprio questo il problema dei corsi di memoria
generici, ti insegnano le tecniche di memoria ma non ti
insegnano un Metodo di Studio.

E diffida anche dai corsi e dai libri sul Metodo di Studio


in generale, perché non sono impostati sul sistema
universitario. Come infatti avrai capito a questo punto,
l’università ha delle peculiarità che gli altri sistemi
didattici non hanno.

SECONDO MUSCOLO:

La Strategia d’Esame che ti
permetterà di studiare in 1\4 del
tempo

La strategia d’esame rappresenta:

1) Il modo in cui tu decidi di pianificare la tua


sessione.

2) Il modo in cui decidi di aggredire l’esame.

La Strategia d’Esame tipica degli studenti universitari è:


“Quest’esame è difficile, mi do 2 mesi.”

Punto. È sufficiente? Ovviamente no!

Una volta mentre stavo studiando Andrea mi venne


vicino e mi disse:


284
-“Stai studiando?” 

-“Sì”

-“Hai visto come si comporta la cattedra in sede
d’esame?”

-“No.”

-“Sai il professore che libri ha scritto?”

-“No.”

-“Sai quali sono le domande più frequenti?” 

-“No.”

-“Hai provato a mandare una mail al professore per
chiedergli se puoi approfondire un argomento a tua
scelta?”

-“No.”

-“Lo sai che non stai preparando quest’esame vero?”

-“In che senso?”

-“Stai studiando il libro, ma non stai preparando
l’esame.”

In quel momento, Andrea, mi spinse a capire


l’importanza di studiare strategicamente per l’esame.

Lo Studente in Crisi crede che l’esame derivi al 50%


dallo studio e al 50% dalla fortuna.

Lo Studente di Successo invece è consapevole del fatto


che la formula del Successo all’esame è: 99% strategia
1% studio.

Ossia l’esito dell’esame dipende al 99% da come lo


prepari e all’1% da come studi.

285
“Eh vabbèèè Giù, per passare l’esame devo
studiare!”

Ma allora sei proprio un miscredente!

Allora ti do subito una dimostrazione:

“Se studi 2 mesi e vai a dare l’esame, quante possibilità


hai di passarlo?”

ZERO!

E andare a dare l’esame fa parte della strategia :P 



Non sto scherzando. Se decidi di rimandare un esame
perché non ti senti abbastanza preparato, stai adottando
la strategia del coniglio! 🐰

E, tra l’altro, stai educando il tuo inconscio che, davanti


alle difficoltà, può scappare. In questo modo non
impariamo mai ad affrontare gli ostacoli e non
tempriamo il nostro carattere.

“Cosa succede invece se studi per 1 solo giorno le cose


più importanti e vai a dare comunque l’esame?”

Sicuramente molte di più dello 0 di prima!

Questo è un banale esempio per farti capire quanto conta


la strategia e quanto viene sottovalutata dagli studenti
universitari.

Marchia questo post-it a fuoco nella tua stanza:

“La battaglia si vince prima di combatterla.”


286
Significa che, come dice Sun Tzu, la strategia nella guerra
è tutto. E anche per l’esame vale lo stesso principio.

Quindi andiamo a scrivere anche un altro post-it:

“L’esame si passa prima di studiarlo.”

Molto importante questo principio! Per noi è


importantissimo, infatti nei nostri video -corsi
dedichiamo ore ed ore a spiegare ai nostri studenti come
creare una strategia perfetta per aumentare a dismisura
le possibilità di prendere 30 anche se hai studiato pochi
giorni.

Perché per noi è sicuramente una delle fasi più


importanti. Perché, anche se col Palazzo memorizzi una
montagna di roba, ma non come vuole la cattedra, allora
stiamo giocando a Basket con il cerchio del canestro più
piccolo della Palla.

Puoi tirare preciso quanto vuoi, ma non entrerà mai


quella diavolo di palla maledetta! Il buco è troppo
piccolo! No aspè, non è come pensi. No aspettate
ragazze, non chiudete il libro. NOOO NON
VOLEVOOO, SONO COCCOLOSO IOOOO.

287
Ma entriamo subito nell’ottica dello
stratega.

Praticamente ci sono 2 tipi di studenti:

1) Lo Studente Schiavo

2) Lo Studente Padrone

Lo Studente Schiavo è legato al libro con una brutta


catena.

Questa catena si chiama “perfezionismo ideale”. Cosa


vuol dire?

Vuol dire che lo Studente Schiavo cerca la preparazione


“ideale”, ma non “reale”. Vuol dire che lo Studente
Schiavo studia il libro, ma non prepara l’esame.

Ad esempio, legge il libro parola per parola, dall’inizio


alla fine. Questo è uno sbaglio perché siamo noi schiavi
del libro. Invece è il libro che deve essere nostro schiavo.
È lui che deve servire noi.

Dobbiamo andare da lui e ci deve porgere le domande da


portare al professore. Quando prendiamo noi il
comando, a quel punto, diventiamo lo Studente Padrone.

288
2) Lo Studente Padrone

Lo Studente Padrone ha capito che il professore non ti


premia per quante pagine studi. Il Voto si alza se porti
al professore le informazioni che vuole.

Lo Studente Padrone ha capito, quindi, che non è il libro


che comanda. Siamo noi che comandiamo! Il libro è il
nostro schiavo, non il contrario. Il libro deve quindi
servire la nostra preparazione.

Cosa significa questo? Andiamolo a capire con le 3 A


dello Studente Padrone:

1) Analisi

In questa fase è importante Analizzare l’esame e andare a


capire quali pagine sono di “denari” e quali di
“bastoni” (ricordi l’esempio della scopa che ti ho fatto
nel capitolo 2?)

La domanda a cui dobbiamo rispondere in particolare è:


“Cos’è che fa battere il cuore al professore?”

Ci sono decine di strategie per capire come conquistare il


cuore del professore, ne abbiamo scoperte tante in questi
anni.

289
La più ovvia, ovviamente è quella di analizzare come si è
comportata la cattedra nelle sessioni precedenti. In
questo modo avremo stilato la Mappa del Tesoro. Poi
dobbiamo solo passare all’assalto.

2) Assalto

L’assalto vuol dire aggredire il libro in maniera spietata.


Sottolineo spietata proprio per contrapporci allo
studente in crisi che, invece, assale il libro come una
tartaruga assalta un masso in mezzo al giardino. Con
poca verve insomma. E lo fa al canto del “TANTO C’HO
2 MESI CHEMMENEFREGAMME.”

Noi invece dobbiamo assaltare il libro con la sensazione


che “La casa stia andando a fuoco”, dobbiamo
assaltare la casa e portare via più cose preziose possibili.
Dentro di te devono continuamente risuonare le parole
“NON C’È TEMPO!”

In questa fase, quindi, dobbiamo andare ad individuare,


nei capitoli, dove sono le risposte che vuole la cattedra.
Dopodiché possiamo procedere all’asporto.

290
3) Asporto

In questa fase dobbiamo “asportare” velocemente le


risposte da portare alla cattedra. Quindi vuol dire
asportare le risposte nello Schema a Cascata, e poi
procedere con il metodo.

Questo è un esempio di come ragiona un vero Stratega


con gli attributi!

Anche questo è un muscolo che devi allenare bene


perché ovviamente, all’inizio, tornerai sempre e
comunque a ragionare come uno studente in crisi. E alla
fine rimanderai l’esame e studierai ogni pagina dall’inizio
alla fine.

Per questo è importante avere un gruppo di pari che ti


riconnette con ciò che è giusto. Per questo cerchiamo di
far fare gruppo ai nostri studenti.

Cosa ha aiutato me? Sicuramente avere Andrea che mi


gironzolava per casa (eravamo coinquilini), mi ha aiutato
a riconnettermi continuamente a ciò che era giusto.

Cosa vuol dire riconnessione? Vuol dire che il “mondo


normale” ti disconnette continuamente da ciò che è
buono e giusto fare, per ritirarti ripetutamente nella
lamentela e nel vittimismo.

Per questo ti consiglio di consumare tanto nostro


materiale e di portartelo sempre dietro. Perché magari
così, se ascolti la nostra voce, ogni tanto, nelle cuffiette,

291
questo può spingerti a migliorarti e a fare la cosa giusta
quando si tratta di università.

Per questo abbiamo creato, ad esempio, il Podcast “Caffè


Universitario” su iTunes. Per perseguitarti ovunque tu
vada!!!

Durante la tappa di Bologna del nostro Tour “Studenti di


Successo” mi sono rimaste impresse una mamma e una
figlia. La figlia era tutta calma e timida, mentre la madre
mi è venuta vicino con una foga incredibile, nemmeno
fossi Justin Bieber.

Mi ha abbracciato e mi ha detto: “Mio marito vi odia!”

“Mi fa piacere.” le ho risposto un po’ imbarazzato


guardando i ragazzi che mi circondavano come a dire

- non è come sembra -.

“Vi odia tantissimo! Perché ogni sera, nel letto,


guardo sempre i vostri video e lui non ne può più
perché dice che non gli do attenzioni!”

Questa te l’ho raccontata giusto per farci due risate, ma


il concetto retrostante è giusto. Questa signora ogni sera
si forma. È un’abitudine bellissima.

Quanti studenti lo fanno? È quello il segreto della


formazione. Non contano nulla le informazioni, sono
importanti le trasformazioni, cioè i cambiamenti reali.
Non mi interessa che capisci il palazzo, mi interessa che

292
lo sai usare come un’artista della memoria. Mi interessa
che ti ricordi tutto all’esame.

E cos’è necessario per ottenere una trasformazione?

1) Informazioni di Qualità.

2) Continua Ripetizione.

3) Continua Riconnessione.

In questo modo, non solo impari tante cose, ma le


interiorizzi anche a livello inconscio, che poi è la cosa più
importante.

Ma ora passiamo al terzo muscolo…


TERZO MUSCOLO: Come Gestire le


tue Emozioni per non farti sbranare
dall’ansia


Sono legatissimo a questo terzo muscolo perché questo


mi ha proprio salvato la vita.

Quando gli Studenti mi vedono sul palco, credono che io,


in qualche modo, sia nato sicuro di me o capace in
maniera innata di parlare davanti a centinaia di persone.

293
Ma pochi sanno che io sono sempre stato una delle
persone più timide ed insicure che io abbia mai
conosciuto. Puoi chiedere anche a mamma. La trovi sul
gruppo Studenti di Successo. È sempre lì a fare
commenti dolci che mi mettono in imbarazzo del tipo “Il
mio uccellino sta volando fuori dal nido. Io e papà siamo
tanto orgogliosi di te.” Ed io “Mamma di prego…”

Comunque, volendo concludere la storia, purtroppo non


sono mai stato il prototipo del tipaccio sicuro di sé che
non si ferma davanti a nulla.

Fino al terzo liceo, sono sempre stato il più basso della


classe. Alle medie sembravo un bambino delle
elementari e al liceo sembravo uno delle medie.

Inoltre, mio padre era sempre al lavoro, quindi


raramente poteva accompagnarmi dal barbiere. Quindi
avevo sempre i capelli lunghetti e arruffati,
completamente “diverso” da tutti i miei compagni di
classe che invece avevano i capelli a spazzola.

In più avevo l’apparecchio ai denti e una voce stridula,


quindi avevo vergogna anche a parlare. Questo mi ha
causato un bel po’ di problemi, sia perché i miei
compagni spesso mi prendevano in giro, sia perché sono
sempre stato quello che veniva scartato dalle ragazze.

In più, durante la prima settimana delle medie, la


professoressa di Italiano ha fatto un’interrogazione a 



294
tappeto per capire un po’ il livello della classe. E alla fine
dell’interrogazione ha concluso la sessione con queste
parole: “Molto bene tutti, tranne Di Sivo e Moriello che
hanno problemi d’esposizione.” E Di Sivo era il mio
compagno di banco.

Da quel momento finii per convincermi che avevo


problemi ad esprimermi, anche se magari non era
vero.

Per tutti questi motivi iniziai a rifugiarmi nella poesia e


nella scrittura. Lì non soffrivo la mia timidezza.

Ma anche con la poesia ebbi una bella sfiga. Durante la


recita di seconda media, la professoressa di Italiano
(sempre quella), ebbe la brillante idea di farmi recitare
una poesia di Natale ridicola davanti a tutta la scuola.

Salii sul palco ed iniziai con: “Scende la neve, scende


lieve lieve…” E poi mi bloccai. Tutti mi fissavano ed io
ero lì paralizzato.

Non riuscivo a muovermi, nemmeno a scappare. Furono


i 10 secondi più lunghi della mia vita. Fino a quando
partì un timido applauso di consolazione che mi fece
congedare rosso come un peperone.

Da lì in poi, ogni interrogazione o esame è stato una


tortura. Penso di essermi bloccato durante il 60% delle
interrogazioni del liceo.

295
All’università questa cosa è andata un po’ scemando ma
comunque l’ansia mi distruggeva. Oramai mi ero
convinto che fosse parte di me.

Come tutte le persone pensavo: “No, io sono fatto così”


oppure “Se lavoro sul mio carattere, allora in qualche
modo mi snaturo, smetto di essere me stesso.”

Solo dopo, quando ho conosciuto Andrea, ho capito


quant’è bello migliorarsi e lavorare su di sé. Ho capito
che, lavorare su di sé, significa far uscire fuori veramente
quello che sei.

È come se noi fossimo una sfera di luce chiusa in una


gabbia. Tutti i nostri “difetti” e i nostri “blocchi
emotivi” sono proprio quelle sbarre che ci limitano e ci
impediscono di risplendere.

Il “lavoro su di sé” non solo ti permette di essere più


felice, ma anche di realizzarti nella vita. Ci hanno sempre
detto che il successo dipende da quanto studiamo e da
quante cose sappiamo fare.

Ma oramai, innumerevoli ricerche hanno dimostrato che:

Successo = 20% Quoziente Intellettivo + 80%


Intelligenza Emotiva.

Conosco tantissimi ragazzi che sono dei veri e propri


geni, ma che ora sono in depressione perché non
riescono a superare limiti emotivi come la “mania della
perfezione”. E sono bloccati a casa perché sono alla

296
continua ricerca di una preparazione ideale. E, non
sentendosi mai pronti abbastanza, non riescono ad
andare a dare gli esami.

Capisci perché ti abbiamo parlato così tanto della


roulette russa e dell’inutilità della preparazione ideale?
Cosa ti spieghiamo a fare il metodo se poi non vai a dare
gli esami? Cosa ti spiego il Palazzo se poi pensi che la
preparazione sia conoscere ogni pagina dall’inizio alla
fine?

Ma cos’è l’Intelligenza Emotiva?

Pensa che ho scoperto la parola intelligenza emotiva la


prima volta quando, sul mio libro di “economia
dell’impresa e dell’innovazione” ho letto questa frase:

“Oggi le aziende hanno come criterio principale di assunzione la


valutazione dell’intelligenza emotiva del candidato. Il grado di
studi è passato in secondo piano. Infatti tutti sono capaci di
studiare, ma quanti sono capaci di reagire al meglio di fronte a
situazioni critiche di grande difficoltà?”

Ma ti pare che questa cosa deve dirmela un libro sul


Marketing? Non dovrebbero insegnarcela alle
elementari?

Per farti capire quanto migliorano le tue prestazioni, se


impari a gestirti sotto stress, ti dico solo che non mi
sarei mai classificato 3° ai Campionati Italiani di
Memoria se non avessi avuto Andrea come Mental

297
Coach. C’erano dei ragazzi molto più bravi di me, che
però non avevano il pieno controllo di sé.

Pensa che, di solito, gli atleti della memoria che


partecipano ai campionati sanno che, durante il
campionato, faranno un punteggio del 20% inferiore a
quello che hanno fatto in allenamento.

Invece io, non solo non sono sceso di punteggio, ma


addirittura, durante il campionato, ho fatto un punteggio
del 20% superiore rispetto a quello che facevo a casa
quando mi allenavo.

Ovviamente questo della gestione delle emozioni è il


muscolo più difficile da allenare e, con i nostri studenti,
facciamo addirittura un percorso che dura mesi per
lavorarci sopra.

Ci sono decine e decine di tecniche per dare il meglio di


noi all’esame e tantissime cose su cui lavorare.

Ma voglio comunque lasciarti qui 2 perle che per me


hanno fatto veramente la differenza. E che possono
sicuramente aiutarti anche nella vita di tutti i giorni.

L’Imitatio
Ora è arrivato il momento di costruire il tuo
Ologramma.

298
Cos’è? L’ologramma è la persona che consultiamo
quando dobbiamo prendere una scelta.

L’ologramma non esiste nella realtà ma è dentro di te, è


la vocina con cui dialoghi quando parli con te stesso.

Ora ti svelerò il motivo per cui le persone non


cambiano e continuano a fare sempre gli stessi
errori.

Il motivo è che le persone si consultano


continuamente con il bambino che sono stati in
passato, ossia con i loro Difetti e con le loro Abitudini di
Pensiero Corrosive.

Povero bambino, non è cattivo, semplicemente non sa


come ci si comporta. La nostra emotività si è formata
fino a quando avevamo 5 anni.

E se non iniziamo ad Auto-determinarci per la prima


volta nella nostra vita, avremo l’emotività di un
bambino di 5 anni per sempre.

Secondo te, se io mi consulto con il me stesso di ora,


quante possibilità ho di migliorare?

Farò sempre le stesse cavolate!

Mi cagherò sotto di andare all’esame, di andare a fare


quel colloquio, di mandare quel messaggio alla ragazza
che mi piace, di andare ad abbracciare mio padre, che
non so per quanto tempo ancora rimarrà nella mia vita.

299
Avrò il terrore di lasciare tutto e inseguire i miei sogni,
di lasciarmi andare con gli altri, di costruire la vita che
desidero, di mettermi in gioco.

Tutto questo perché continuo a parlare con una persona


che ha fallito finora e che continuerà a fallire.

Ossia Quello che sono ora! Con le paure e i limiti che mi


porto dietro da quando sono bambino.

Guardati attorno e dimmi che non ti sembra di essere


circondato da bambini cresciuti solo fisicamente, che non
hanno il minimo controllo sulla propria vita e sulla
propria emotività.

Hanno la razionalità di un adulto, ma quando scatta


un’emozione si comportano come dei bambini.

“Guarda quello, mi ha rubato il parcheggio!”

Si parla tanto di libero arbitrio, ma come facciamo a


dichiararci liberi se facciamo corrompere la nostra felicità
da uno che ci ruba il parcheggio o ci taglia la strada? La
nostra felicità! Non una busta della spazzatura.

Stiamo parlando della nostra felicità.

Le persone hanno continuamente reazioni di cui si


pentono, non sanno che vogliono dalla vita, sono
continuamente frustrati e continuano a lamentarsi di
tutto. Giudicano senza sosta perché si giudicano.

300
In poche parole sono un disastro. E la cosa peggiore è
che questo disastro è considerata la normalità.

Qualche anno fa, io e Andrea eravamo alla mensa


dell’università, e ad un tratto partì una discussione
sull’intelligenza emotiva, con una ragazza che era seduta
accanto a noi.

Questa ragazza ad un certo punto ci ha detto: “Devi


essere razionale, perché se prendi le decisioni in base alle
tue emozioni, allora ti comporti come un bambino.”

E grazie! Se abbiamo l’emotività di un bambino che tipo


di reazioni emotive possiamo mai avere? Quelle di un
bambino!

È stato dimostrato statisticamente che la maggior parte


delle persone della nostra società, ha più paura di
parlare in pubblico che di morire.

Cioè, durante un funerale, la maggior parte delle persone


presenti, preferirebbe essere nella bara piuttosto che al
posto del prete a recitare l’omelia.

Ti rendi conto di QUANT’È ASSURDO TUTTO


QUESTO?

È sintomo di un’assoluta incapacità di gestire le proprie


emozioni.

A tal punto da arrivare a situazioni paradossali, in cui


mettiamo davanti alla paura della morte la paura di
essere giudicati dal pubblico (paura che ci hanno

301
trasmesso durante le interrogazioni a scuola, veri e
propri colloqui freddi e spersonalizzanti in cui ci
venivano assegnati dei numeri umilianti).

Lo so che sembra una visione terribile, ma è la realtà. La


buona notizia è che tu ora potrai uscire da quella che noi
chiamiamo la “Meccanicità”.

Ossia il lasciarsi trasportare dall’esistenza senza la


minima Consapevolezza.

Senza scegliere nemmeno una cosa della nostra vita.


Infatti sei veramente libero, nel momento in cui tra
l’evento e la tua reazione, riesci ad inserire una tua
decisione.

Altrimenti viviamo come le palline del flipper. Che


consapevolezza hanno le palline del flipper?

Per iniziare ad acquisire consapevolezza devi


innanzitutto costruire il tuo Ologramma.

Ossia si tratta di scrivere su un foglio com’è fatta la


persona che vuoi diventare.

Immaginatela, creala, scrivine le caratteristiche, i


comportamenti, le qualità.

Fallo ora!

È coraggiosa? È intraprendente? È generosa?

302
Ora lascia che si materializzi davanti ai tuoi occhi. Inizia
ad innamorarti di questa immagine di te, perché sarà
quella che ti allungherà una mano quando nuoterai nella
cacca a stile libero e non avrai la minima idea di cosa fare
per uscirne.

Ti suona strano tutto questo?

Allora lascia che condivida con te uno degli episodi in cui


l’ologramma mi ha permesso di crescere e vivere
un’esperienza bellissima.

LA STORIA DI UN VIAGGIO IN
MACCHINA E DI UNA PROVA DI
MEMORIA
Ero in macchina con Andrea. Eravamo in autostrada e
stavamo andando a Roma, perché doveva tenere una
conferenza alla LUISS sulle tecniche d’apprendimento.

Ad un certo punto mi disse:



“Giuseppe accosta.”

“Ma siamo già in ritardo.”

“Accosta un attimo in questa piazzola.” Ho accostato.

Mi guardò serio e mi disse: “Ho bisogno che tu faccia


una cosa.

Ora andremo lì e ho bisogno che tu faccia una


dimostrazione.

303
Io chiederò al pubblico di studenti di dettarmi 20 parole
e le scriverò sulla lavagna alle tue spalle, in ordine
numerato.

Ho bisogno che tu memorizzi quelle parole senza mai


guardare la lavagna e dopo averle sentite una sola volta.”

“E poi devo ripeterle in ordine?”

“Sì, e anche in ordine inverso. E se loro ti chiedono il


numero tu devi dire che parola è assegnata a quel
numero.”

“Ma non l’ho mai fatto.”

“Lo so, ma devi farlo.”

“Ma quante persone sono?.” “Una settantina.”

Ora: devi sapere che, in quel momento, ero ancora il


timido bambino che ti ho descritto all’inizio di questo
capitolo.

In quel periodo, se mi mettevi sotto pressione, mi


emozionavo subito e mi pietrificavo come un cane che
aspetta che tu gli lanci un würstel.

E dalla mia prestazione alla LUISS dipendeva la


credibilità di Andrea, di tutto quello che stava dicendo e
se le persone si sarebbero iscritte o meno al nostro
corso.

A quel punto dovevo scegliere.

304
Avevo da poco deciso che non volevo rimanere per tutta
la vita un bambino timido che aveva paura di tutto.

Volevo diventare un avvocato di successo, capace di


tenere testa a qualsiasi tipo di pubblico.

Per tutta la vita però, quando si trattava di scegliere, mi


ero sempre consultato con il bambino, mai con l’uomo.
Perché? Perché come la maggioranza delle persone là
fuori, non avevo accanto il mio ologramma.

Se in quel momento avessi chiesto al BAMBINO, come al


solito, mi avrebbe risposto:”NOOOO, FERMO PLIIIISS
NON LO FAREEE. FARAI UNA FIGURACCIA E
MANDERAI TUTTO ALL’ARIA. E SE TI BLOCCHI???”

Per fortuna, però, avevo il mio Ologramma, ossia il


“me adulto” in giacca e cravatta, coraggioso e sicuro di
sé. E cosa mi ha risposto quando l’ho consultato?

Ovviamente mi ha detto: “E me lo chiedi pure? Ti pare


che puoi avere paura di una cosa così semplice? Tu puoi
fare molto di più di così, puoi memorizzare 30, 40, 50
parole e ti spaventi per 20 parole? Muoviti non fare il
senza-palle.”

E così, dopo essermi consultato con il mio ologramma,


sospirai e con gli occhi chiusi risposi ad Andrea: “Ok, va
bene.”

“Bene. Andiamo!”

305
La conferenza fu bellissima e mi sono divertito un
mondo. Una delle esperienze più belle della mia vita.

E me la sarei persa se avessi ascoltato il bambino. Perché


è questo che succede quando ti consulti con la parte
bambina di te. Ti perdi le esperienze più belle della tua
vita.

Cioè per dirla in altre parole: se ti farai consigliare dal


bambino cagasotto che è in te, TI PERDERAI LA PARTE
PIU’ BELLA DELLA VITA.

Lo so che la cosa che sto per dirti è una cosa scontata ma


ogni tanto vale la pena ricordarlo, dato che se lo
dimenticano sempre tutti:

NE HAI SOLO UNA DI VITA, E SE NE STA


ANDANDO MENTRE TU STAI PERDENDO
TEMPO A DOMANDARTI CHI SONO IO PER
DARTI QUESTE LEZIONI.

Scusa se sono duro, sai che ti voglio bene.

Ma perché questa tecnica si chiama Imitatio?

Perché ho preso ispirazione dall’Imitatio Christi, cioè


l’imitazione di Cristo.

“Giù, ho capito che questo libro si chiama la Bibbia


però un po’ di contegno…”

Ahahahah, lo so, qui non voglio cadere in diatribe


religiose, ma esprimere un concetto filosofico.

306
Il concetto di Imitatio Christi, consiste semplicemente
nel chiedersi “Cosa farebbe Gesù al mio posto?”.

Lo so, suona strano, ma è giusto per farti capire come


funziona l’imitatio.

Cioè, molto spesso, è molto difficile sapere cosa fare


precisamente in una determinata situazione. Però se hai
un modello da seguire, le tue scelte diventano molto più
facili.

In questo caso, voglio suggerirti di iniziare con l’Imitatio


Ologramma. Cioè descrivi come dovrebbe essere la tua
persona ideale e come reagisce alle difficoltà della vita.

E poi inizia a comportarti come la persona che sogni di


diventare.

Facciamo una cosa, scegli 3 aggettivi che lo


caratterizzano. Ad esempio il mio ologramma è
“Ambizioso, disciplinato ed Euforico.”

Cioè, so che, nelle situazioni di indecisione o quando


rischio di cadere in tentazione, una di queste 3 parole mi
viene in aiuto e mi indica la strada.

Infatti di base sono una persona pigra, che vuole stare


molto sulle sue. Ma so che svegliarmi alle 2 del
pomeriggio, mangiare Nutella tutto il giorno e farmi i
fatti miei, alla lunga non mi renderà felice.

307
Quindi cerco di spingermi verso la persona che voglio
essere. Ossia giorno dopo giorno imito il mio
ologramma.

Questo principio, viene chiamato dagli americani:

“Fake Until You Become It.”


Ossia fingi fino a quando non lo diventi! Questo
principio ci fa capire come in realtà la frase “io sono fatto
così” non voglia dire niente. Noi siamo semplicemente
abituati a pensare in un certo modo e a reagire in un
certo modo alle situazioni.

Ma tu non sei queste Abitudini, non sei le sbarre della


gabbia, ma sei la Volontà, ossia la luce all’interno. Ed è
tuo dovere risplendere e andarti a prendere la tua felicità.

Anche perché come diceva Gandhi:

“Serenità è quando ciò che dici, ciò che pensi, ciò che fai, sono in
perfetta armonia.”

E la nostra infelicità deriva proprio dal contrasto tra ciò


che vorremmo dentro e ciò che invece facciamo fuori.

In ogni caso, riconnetterti con il tuo ologramma, i


momenti prima dell’esame, ti assicuro che ti aiuterà a
gestire l’ansia e a dare il meglio di te.

Scrivi ora il tuo ologramma su un fogliettino e


portatelo sempre nel portafogli.

308
Ti assicuro che basterà leggerlo per cambiare
istantaneamente i tuoi pensieri, la tua postura e il tuo
stato emotivo.

Imita la persona che hai scritto sul foglietto e


inizierai a diventare la migliore versione di te.

In particolare questa cosa è essenziale per iniziare a


superare il bisogno d’approvazione e la paura del
giudizio. I due più grandi limiti alla nostra libertà
decisionale.

Ma ora passiamo alla prossima tecnica! 👉

La Tecnica del Regista


Questa Tecnica mi piace particolarmente perché è molto
semplice da utilizzare e mi ha salvato da molte notti
insonni. È una tecnica molto utile per disinnescare i
brutti pensieri che ti perseguitano.

In particolare, questa tecnica mi ha aiutato in un periodo


in cui ho scoperto che la mia ragazza era stata a letto con
un altro. Quella cosa mi faceva stare di un male cane
incredibile. Era come se un coltello mi lacerasse
continuamente il cuore.

Pensavo a quello tutto il giorno e non riuscivo a


togliermi dalla testa l’immagine di un altro uomo che la
toccava. E di studiare non se ne parlava proprio.

309
La realtà è che tutti vogliono ricordare tutto, ma c'è
un'aspirazione ancora più grande: quella di dimenticare.

"Se mi dimentichi, non cercarmi, che già ti avrò dimenticata."

Come si fa a dimenticare? Come si fa a distruggere i


ricordi? I ricordi purtroppo non si possono
cancellare.

Ma possiamo fare un'altra cosa.

I ricordi non esistono oggettivamente, sono una


ricostruzione cerebrale che non è mai esistita.

Infatti la maggior parte dei ricordi li ricostruiamo in


terza persona, ossia rivivendoli dall'esterno, come se noi
fossimo l'osservatore.

È come se ricreassimo ogni volta un film nella nostra


testa.

Lo giriamo noi. Non è il ricordo che ci fa male. È il modo


in cui lo creiamo che ci fa male.

Quindi in senso ampio siamo noi che ci facciamo


male.

Infatti molto spesso ci tormentano scene che noi non


abbiamo mai vissuto, ma che abbiamo solo supposto.

Ad esempio a me faceva male immaginare la mia ragazza


a letto con l’altro. Allora al tipo gli mettevo la faccia di
paperino.

310
Se gli metti la faccia e la voce di paperino tutto diventa
allegro e divertente.

Qualcuno ti ha tradito? Mettici la faccia di paperino.

Provaci. Metti a uno la faccia di paperino, e a lei ci metti


la faccia del gatto silvestro con il relativo difetto di
pronuncia.

È tutto un qua qua qua alternato a diversi "devo afferrare


il pennuto".

Tu scherzi ma funziona.

Non è che poi ci torni insieme, però almeno non soffri


come un cane.

Cioè non soffri come un cane vero. Diciamo che soffri


come un chihuahua.

Veramente. È inutile scacciare via il ricordo, tanto


torna sempre più forte. Dobbiamo invece concentrarci
su come ricreiamo il ricordo. Su che cosa facciamo
succedere nella nostra testa.

Ad esempio, quando siamo gelosi di una ragazza è


perché ce la immaginiamo circondata da fighi della
madonna che manco ai party nelle ville americane
durante lo Spring Break.

Quando, invece, magari è semplicemente circondata da


disperati pallemosce che non sanno nemmeno cambiare
la ruota della macchina.

311
Quindi, molto spesso, non è che abbiamo una vita
triste, siamo solo bravissimi a creare dei ricordi
tristi.

Le persone allegre semplicemente si immaginano sempre


cose belle.

E ricreano sempre ricordi luminosi con una musichetta


divertente sotto.

E questa è un'abitudine, non è una dote innata.

Dobbiamo sempre immaginarci paperino e la musichetta


di Spongebob? No.

Però possiamo iniziare a farci attenzione.

Perché se non ci preoccupiamo del film che giriamo nella


nostra testa, allora sarà lui a preoccupare noi.

E se nella nostra testa trasmettiamo un bel film, è più


facile avere una bella trama nelle nostre giornate.

E il passare le notti insonni, a sperare che quella persona


che ti manca da morire, riappaia all'improvviso, sarà solo
un brutto ricordo.

QUARTO MUSCOLO: 

Come avere giornate da 48 ore
In questo paragrafo, andremo a vedere quali sono le fasi
del Metodo di Studio Universitario Ideale. Anche qui,
non ci siamo inventati tutto di sana pianta, ma le 4 fasi

312
sono interamente ispirate alle fasi dell’Ars Rethorica
utilizzate anche da Cicerone, ossia l’IDEMA (Inventio,
Dispositio, Elocutio, Memoria e Actio).

Ma perché è così importante seguire delle fasi ben


precise nel nostro Metodo di Studio?

Normalmente, crediamo che l’ansia da esame, i vuoti di


memoria, la confusione mentale e investire mesi in un
esame, siano cose normali per uno Studente
Universitario.

In realtà, sono comuni, ma non sono affatto normali.

Questi sono solo i sintomi del fatto che continuiamo a


studiare all’università con lo stesso Metodo del Liceo,
ossia:

1 Leggi e ripeti.

2 Evidenzionite (colorare il libro)

3 Riassunti.

4 Mega Infarinatura generale.

5 Assenza di fasi precise e scientifiche.

Quando infatti inizi ad applicare un Metodo di Studio


Universitario,  questi sintomi spariscono, e hai una
maggiore chiarezza mentale e una maggiore sicurezza.

Avere un Processo già deciso, studiato per l’università, è


come avere un Tom Tom.

313
Questo infatti ti permette di:

1 Risparmiare Tempo ed Energie facendo la strada


più veloce.

2 Goderti il Viaggio e il Paesaggio, perché non devi


continuamente guardare la cartina.

3 Non avere continuamente l’ansia di stare


sbagliando Strada.

Allo stesso modo, alla fine di questo capitolo avrai un


Processo studiato, scientifico e testato che ti permetterà
di:

1 Risparmiare Tempo ed Energie facendo l’attività


giusta al momento giusto.

2 Goderti quello che studi perché non devi


continuamente preoccuparti di “cosa fare dopo” e
“quando farlo”.

3 Non avere l’ansia di stare continuamente


perdendo Tempo.

4 Arrivare alla data dell’esame con una


preparazione da 30.

Ad esempio,  molto spesso ripetiamo nel modo e nel


momento sbagliato, quindi alla fine ci ritroviamo ad
avere buttato giorni a fare un’attività inutile che
comunque non ci fa ricordare le informazioni (o ce ne fa
ricordare poche).

314
In questo paragrafo, quindi, voglio consegnarti il Tom
Tom che ti indicherà la strada. Conoscendola potrai
studiare con la certezza di stare facendo la cosa giusta al
momento giusto.

Quindi le fasi sono importantissime perché ci regalano 2


Grandissimi Benefici che  sicuramente faranno la
differenza nella tua carriera universitaria:

I 2 BENEFICI DI UN METODO DI STUDIO


UNIVERSITARIO DIVISO IN FASI
SEPARATE

Le Fasi sono importanti per 2 Motivi:

1) Lo Studio ci Stanca Molto Meno.

La stanchezza mentre studi non deriva tanto dal fatto


che studiamo, quanto dal fatto che saltiamo
continuamente da un’attività all’altra.

Cioè la sessione di studio dello studente medio consiste


in una cosa del genere:

Leggo, capisco mentre memorizzo, poi magari ripeto


un po’, poi torno a rileggere e ad evidenziare, poi di
nuovo a ripetere, poi di nuovo a rileggere.

315
E magari mentre ripetiamo cerchiamo sia di
memorizzare, sia di controllare che abbiamo
memorizzato, sia di allenare l’esposizione.

In questo caso abbiamo un bel problema.

Quando la mettiamo in queste situazioni incasinate, la


nostra mente è come un giocoliere che deve pensare a 5
palline contemporaneamente.

Sì, belle le palline che saltano, ma questo


“giocoleggiare” ci succhia via le energie peggio di un
vampiro in astinenza.

Se invece passiamo tutto il giorno focalizzati su una sola


attività alla volta, allora la nostra mente risparmia
tantissima energia e possiamo studiare senza stancarci,
rendendo anche molto di più.

Il saltare continuamente da un’attività all’altra è


chiamato Task Switching (cambio d’attività), ed è il killer
principale del nostro rendimento.

2) Siamo molto più Produttivi. 




Il Secondo Motivo per cui dovremmo seguire le Fasi del
Metodo di Studio Universitario, è che studiando in fasi
diventiamo molto più Produttivi.

316
“Se insegui due Conigli, scapperanno entrambi”

Proverbio Cinese

Ad esempio capire e memorizzare sono 2 cose che vanno


fatte separatamente come ti mostrerò tra poco.

Quando hai capito tutto, allora dopo, e solo dopo, puoi


andare a memorizzare per assicurarti di arrivare davanti
al professore trasmettendo sicurezza e preparazione.

Ma andiamo subito a vedere quali sono le fasi che


dobbiamo seguire e come dobbiamo distribuire il tempo
che abbiamo deciso di dedicare al nostro esame:

1 Organizzazione (- %)

2 Comprensione (60%)

3 Memorizzazione (30%)

4 Esposizione (10%)

E ora analizziamole una ad una:

317
1) Organizzazione (- %)

Qui la percentuale di tempo da dedicare a questa fase è


indefinita perché in questa fase andiamo a fare una serie
di attività che possono richiedere un tempo molto
variabile.

Ossia dobbiamo:

1) Raccogliere il Materiale di Studio.

2) Compiere l’analisi della cattedra di cui ti ho parlato


prima.

3) Frequentare le lezioni se necessario.

4) Andare in dipartimento se necessario.

5) Prendere appunti e/o fare sbobinature.

6) Attuare un piano di studi che poi rispetti.

Come vedi, queste attività possono durare mesi come


possono durare giorni.

Questa è la fase più importante, infatti forse è quella a


cui dedichiamo più tempo nei nostri corsi. Prima ti ho
parlato dell’importanza della strategia. Ecco, questo è il
momento in cui prepariamo la strategia con cui andremo
ad affrontare lo studio vero e proprio, che inizia con la
fase di Comprensione.

318
2) Comprensione (60%)

In questa fase andiamo a comprendere e a schematizzare


le risposte che porteremo al professore. Eventualmente
in questa fase vanno compresi anche gli esercizi. In
questa fase non si ripete a voce.

3) Memorizzazione (30%)

Questa è la fase in cui andiamo a memorizzare gli schemi


con il Palazzo della Memoria. In questa fase puoi
ripetere, ma solo per controllare di aver memorizzato
bene.

4) Esposizione (10%)

In questa fase andremo a ripetere ad alta voce, stando


bene attenti a:

1) Controllare di aver memorizzato tutto bene.

2) Allenare il linguaggio tecnico con le tecniche di


allenamento del linguaggio.

3) Allenarci con le Tecniche di Esposizione Magnetica


per far capire al professore che meritiamo il 30.

4) Simulare l’esame in maniera da applicare le tecniche


per disinnescare l’ansia da prestazione.

Come puoi vedere, questo schema conferma quello che ti


ho spiegato nel capitolo 2. Ossia che dobbiamo tenere

319
ben distinti la memorizzazione dalla ripetizione e
dall’esposizione.

Mentre lo studente in crisi mescola tutte queste attività


negli stessi processi d’apprendimento come
evidenziazione, riassunti o “leggere e ripetere”.

Questo atteggiamento da studente in crisi porta a


confusione, ansia e continuo annichilimento del ricordo.

Insomma ci spacchiamo la schiena per settimane per


spingere l’acqua in salita, quando con un Metodo
Universitario sarebbe tutto più facile.

Ovviamente la divisione in Fasi è solo una parte della


Gestione del Tempo. C’è la Griglia Temporale, il
Croniglio, e tanti altri strumenti che ti permettono di
fare dei piani di studio che poi rispetti.

La gestione del tempo è un muscolo importantissimo da


cui dipendono anche l’ansia e la concentrazione. Perché,
ovviamente, saper gestire il tuo tempo in modo da fare
tutto per la data dell’esame, ti fa avere molta meno ansia.

Inoltre, fare dei piani di studio coi controcazzi, ti


permette di scatenare l’effetto “piede di porco” che ti ho
già spiegato. In preda a quest’effetto hai la
concentrazione di un laser infuocato che divora pagine
come se non ci fosse un domani.

Ma ora passiamo al prossimo Muscolo! I

320
QUINTO MUSCOLO: Come avere la
Concentrazione di un Monaco Zen


Lo Studente in Crisi vuole la concentrazione, nel senso


che semplicemente apre il libro e poi continua a ripetersi
“Devo rimanere concentrato!”

Ma questa non è una buona strategia, infatti la


distrazione è una delle più grandi chimere che deve
affrontare uno studente universitario. Ma perché è così
difficile rimanere concentrati?

Perché nessuno ci ha mai spiegato che la concentrazione


non è qualcosa che puoi volere, ma qualcosa che devi
innescare. In che senso?

Io dico sempre che:

“La concentrazione è come l’eccitazione, non la


puoi volere, ma puoi creare la condizione.”
Ok, magari su questa frase non farci un post-it, perché se
lo attacchi nella tua stanzetta magari tua madre potrebbe
pensare che tu abbia perso definitivamente la capoccia. O
potrebbe sospettare dell’uso di sostanze stupefacenti.

Cosa vuol dire quella frase? Vuol dire che la


concentrazione è uno stato che dobbiamo creare noi
agendo sulle condizioni esterne ed interne a noi. Ma non

321
possiamo volerla, esattamente come non possiamo
semplicemente volere l’eccitazione.

Quand’è che ti ecciti? Quando vedi la persona che ti


piace senza vestiti, no? Ecco, quella è la condizione per la
tua eccitazione.

Funziona allo stesso modo per la concentrazione. Anche


avere un Metodo di Studio è una condizione necessaria
per creare la concentrazione. Perché sai esattamente
quello che devi fare e sei iper-focalizzato su quello che
stai facendo.

Oppure, anche darsi poco tempo per un esame e quindi


disinnescare il tanto temuto “TANTO C’HO 2 MESI
CHEMMENEFREGAMME?”

Se ti dai una settimana per preparare un esame, è


veramente difficile distrarsi perché hai un senso
d’urgenza dentro che nemmeno quando hai la vescica
piena in discoteca e c’è una fila di 10 persone.

Ci sono veramente tantissime tecniche per creare la


concentrazione e, anche qui, stiamo parlando di un
muscolo che dobbiamo sviluppare.

In particolare, questo è un muscolo che si allena molto


con l’auto -disciplina. Ossia più assecondi le
distrazioni più diventa difficile ignorarle.

Questo principio viene espresso molto bene da Walter


Pauk, un Professore della Cornell University, nel suo

322
libro “How to Study in College”. Un libro che costa ben
99 $ e che si trova solo in inglese.

In questo libro parla di questo meccanismo mentale


utilizzando l’esempio del ragno. Ora te lo shpppiego.

La Tecnica del Ragno


Praticamente il ragno ha la ragnatela (dopotutto è un
ragno, cosa doveva avere? Un casinò?). 🕷

Esatto, ha una bella ragnatela. 🕸

Ma il ragno come si accorge che la sua immensa


ragnatela ha catturato una mosca? Dalle vibrazioni che
percepisce tramite le sue deliziose zampette (mamma
mia che schifo i ragni 🤢 ).

Cosa succede, però, a volte? Succede che spesso arrivano


delle vibrazioni “false”. Ossia la ragnatela vibra, il ragno
va a vedere cos’è successo e non trova niente. Dice due o
tre brutte parole e poi ritorna alla sua posizione
originale. “Sarà stato il vento” si dice il ragno tra sé e sé.
Anche se i ragni non parlano effettivamente. Questo
libro è veramente strano.

E cosa impara il ragno? Che quando arriva quella


specifica vibrazione non si deve preoccupare più, perché
tanto sarà stato quel cazzo di vento o il suo vicino ragno
che gli fa gli scherzi quando si ubriaca la sera.
323
Ecco, allo stesso modo funziona la nostra mente. Ossia,
se ignori le distrazioni una, due, tre volte, allora la
mente impara che non sono importanti ed inizia ad
ignorarle automaticamente.

Ad esempio, se sei in biblioteca, ed ogni volta che


sbattono la porta, ti giri a vedere chi è, la tua mente
impara che quell’evento merita attenzione, e quindi
continua a distrarsi ogni volta che succede.

Se invece tu impari dal passato, come fa il ragnone, ed


inizi ad ignorare la cosa per due o tre volte di seguito,
allora la porta che sbatte passa in sottofondo e viene
ignorata dalla tua mente.

In questo modo puoi allenare il muscolo della


concentrazione e studiare in maniera più concentrata.

Ma ora passiamo all’ultimo muscolo!

SESTO MUSCOLO: Come esporre in


modo da conquistare il professore
L’esposizione è una parte fondamentale perché fare tutto
bene prima, e poi sbagliare l’esposizione, è come
scartarsi tutta la squadra di calcio, compreso il portiere, e
poi sbagliare a porta vuota.

324
In particolare in questo paragrafo voglio parlarti di una
delle più grandi scoperte della mia vita: l’Esposizione
Magnetica.

Cioè gli studenti in crisi vanno davanti al professore a


proferire, ignorando completamente il modo in cui
espongono. Insomma espongono in maniera assolu-
tamente “spontanea”. Il che non è sempre un bene. 

Le persone infatti sopravvalutano molto la
spontaneità.

Ma la domanda è una: se spontaneamente uno è un


coglione, allora come la mettiamo?

Cioè, saper comunicare, vuol dire non solo prendersi la


responsabilità di mandare il messaggio, ma soprattutto
prendersi la responsabilità di farlo arrivare nel modo
giusto.

Le persone in particolare non solo sono pessime a


comunicare efficacemente, ma sono anche bravissime
in un’altra cosa: stare sui coglioni alla gente.

E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che in


tutto il nostro percorso scolastico non è prevista
nemmeno un’ora di retorica, comunicazione o public
speaking.

Anche se, poi, tutto il nostro successo e la nostra


realizzazione passano per quello che esce dalla nostra
bocca. Sia a scuola, sia nelle relazioni quotidiane, sia
quando arriviamo nel mondo del lavoro.

325
In particolare, noi studenti universitari abbiamo un
problema grosso: siamo posizionati con i professori
come dei farabutti che vogliono i loro 30, a costo di
leccargli il sedere a doppia mandata.

Tu vai lì e fai finta che questo non è vero. Loro ti


aspettano lì e fanno finta che non lo sanno. Ma entrambi,
nel profondo, sapete che l’unica cosa che ti interessa è
scrivere a tutti su Whatsapp che hai preso 30.

Quindi, di base, il lavoro dei professori è quello di


“testarti”. E più la tua comunicazione fa trasparire
insicurezza o furbizia, più loro ti testano.

Testare vuol dire che iniziano a farti domande mai fatte


prima, e a chiedere note e dettagli tecnici che
normalmente non chiedono.

“Ma dai Giù, ma che dici! Il professore ti mette un bel


voto se rispondi bene alla domanda! Conta solo quello.”

Ah sì? Il professore analizza solo le informazioni? Allora


immagina di essere un professore. Ti arriva all’esame
uno studente ti dà l’impressione che si vuole fregare
l’esame, non sai neanche tu perché. Come ti comporti?

Di certo non lo metti a suo agio! Inizi a testarlo e a


chiedergli dettagli specifici, per verificare se la tua “idea a
pelle” è giusta oppure no.

Dal nostro linguaggio verbale (quello che dice),


paraverbale (come lo dice) e nonverbale (come si pone a

326
livello posturale) comunichiamo tante cose a livello
conscio e subconscio.

E la maggior parte degli studenti va lì, inconsapevole di


questo, e fa dei danni assurdi.

Immagina di andare lì e, solo per il modo con cui inizi la


prima frase, l’assistente ti etichetta come furbetto. Da lì
è finita. Perché:

1. L’esame diventa impossibile, perché l’assistente


inizia a testarti e a metterti in difficoltà per far
uscire fuori la verità.

2. La nostra mente, una volta che si è fatta un’idea di


come stanno le cose, inizia a cercare nella realtà le
conferme che quest’idea è giusta. Così ogni tuo
errore diventa per lui una dimostrazione che tu
effettivamente sei un furbetto.

E così l’esame va male, anche se magari avevi studiato.

Invece, mettiamo che tu sia di nuovo il professore.

Questa volta però lo studente ti subcomunica (ossia ti


comunica a livello subconscio) che ha studiato per
mesi. Tu come lo tratti? Gli vuoi bene perché ha dedicato
tanto tempo al tuo esame, quindi ha mostrato rispetto
per la tua posizione.

E quindi cosa fai? Magari gli fai delle domande semplici e


lo lasci parlare.

327
E se sbaglia qualcosa o non si ricorda un dettaglio?
Spontaneamente ti viene da pensare che sia un errore di
distrazione. Dopotutto ha studiato dei mesi! Deve essere
per forza un errore di distrazione.

Nel corso Laurea Facile passo delle ore a spiegare


queste tecniche di esposizione magnetica, perché se
sbagli questo è finita. Magari sei anche preparato ma, se
sbagli l’esposizione magnetica, il professore ti distrugge
senza possibilità di replica.

Ti è mai capitato di andare bene ad un esame, ma


prendere un voto più basso di quello che meritavi? È
perché evidentemente hai fatto qualche errore in questa
parte qua.

Ti è mai capitato che il professore iniziasse a chiederti


inspiegabilmente cose che non aveva mai chiesto? Ecco,
è lo stesso.

E, invece, ti è mai capitato che, nonostante l’esame non


fosse andato proprio brillantemente, il professore ti ha
comunque premiato con un bel voto? (purtroppo questo
caso capita meno!)

Ecco, in questo caso, invece, probabilmente hai fatto


involontariamente una buona esposizione magnetica e
hai comunicato al professore che hai passato molto
tempo sui libri.

In particolare, l’aspetto dell’esposizione che gli studenti


trascurano di più, è il paraverbale (come parliamo).

328
Per farti un esempio che può farti capire l’importanza
del tono: una mia studentessa Laura mi ha raccontato
che, una volta, mentre stava facendo l’esame di latino,
durante la traduzione, ad un certo punto ha tradotto una
frase molto velocemente.

Cioè, mentre traduceva lentamente, ha avuto un lampo


di genio e una frase le è uscita proprio veloce. Bellissimo
penserai tu! Terribile invece per il professore.

Infatti il professore ha subito pensato “Se questa frase l’ha


tradotta così veloce allora non ha fatto la traduzione in tempo
reale, ma se l’è imparata a memoria. E questa cosa non si fa!”

E così ha iniziato a tartassarla chiedendole tutte le regole


grammaticali possibili, per metterla in difficoltà e
testarla.

Questo è un esempio di quello che succede se non fai


attenzione al paraverbale.

Una delle tecniche di esposizione magnetica riguardanti


il verbale (cosa diciamo), invece, è quella di infarcire il
tuo eloquio di dettagli tecnici impossibili da
memorizzare, che nemmeno il professore ricorda.

Puoi memorizzare questi dettagli tecnici impossibili


grazie al Palazzo della Memoria. Quando pronunci questi
dettagli il professore, spontaneamente, inizia a pensare:
“Ma per conoscere queste cose così approfondite, deve
per forza aver studiato dei mesi.”

329
Quando riesci a scatenare quest’effetto qui, è fatta,
perché il professore smetterà di testarti. Quindi inizierà
a farti solo domande semplici e coccolose.

Inoltre, se riesci ad entrare in questo paradiso allora,


anche se fai un errore, il professore lo considererà
come errore di distrazione e ti metterà comunque 30.

Ma ora che abbiamo visto tutte e 6 le abilità, passiamo


alla parte secondo me più importante di questo capitolo!

Il Vero Obiettivo di Questo Libro


(scusa se te lo dico solo ora)
Qualche mese fa sono entrato nel Blackfire, un pub di
Bologna vicino casa mia.

Appena sono entrato mi si è parata dinanzi una ragazza


biondina.

“Ma tu sei quello di metodo!” mi ha urlato.

“Sì!” rispondo io, un po’ stonato dalle urla nel locale.

Dopo un po’ di convenevoli e abbracci vari, mi chiede:


“Ascolta, io ho bisogno di fare un corso privato con te per
migliorare la mia memoria.”

“No, guarda, costerebbe troppo, non li faccio più. Ci


sono i video però! Sono molto utili.”

330
“No, senti io ho troppo bisogno che mi segui tu!”

“Perché?”

“Perché io faccio la dentista, e quando opero non mi


ricordo che strati devo tagliare.”

Dato che, proprio in quei giorni dovevo togliermi il dente


del giudizio, istintivamente mi viene di portare la mano
alla bocca e urlare: “Ahia!”

Lei scoppia a ridere e continuiamo a chiacchierare.

A parte l’ilare siparietto, quella scena mi ha fatto


ragionare su un problema molto importante che abbiamo
in Italia.

Il nostro paese non conosce la vera Formazione.

Per Formazione intendo tutte quelle informazioni che


nessuno ti dice, ma che ti portano a vivere meglio e a
realizzare più velocemente i tuoi sogni.

Sono informazioni che ti aiutano a replicare nella tua


vita, i risultati eccellenti che hanno già avuto altre
persone.

Ad, esempio il libro che hai tra le mani, è un libro di


Formazione.

Tutti i libri che trovi alla Feltrinelli su come migliorarti,


sono libri di Formazione. Certo, alcuni sono di qualità,
altri meno, ma è comunque formazione.

331
Io e Andrea siamo stati salvati dalla Formazione. Pensa
che in questo periodo della nostra vita investiamo
minimo 30’000 € l’anno in Corsi di Formazione.

Sembrano cifre grosse, ma la Formazione di qualità si


paga cara.

Sono corsi di leadership, comunicazione, psicologia,


apprendimento, marketing, che ci aiutano a capire come
funzioniamo noi, come funziona il mondo e come fare
meglio il nostro lavoro.

Sono tutti corsi che le persone normali considererebbero


“da sfigati” o come “corsi per l’autostima”, proprio
perché non è nella mentalità italiana il migliorarsi.

Per l’italiota, chi va ad un corso per migliorarsi, ammette


di avere un problema, e quindi è uno sfigato.

La realtà invece è che la Formazione ci ha salvato la


vita prima all’università, e poi anche nel mondo del
lavoro.

Ci ha permesso di scavalcare tutti quelli che snobbavano


la formazione e realizzare i nostri sogni.

Se siamo qui, infatti, è solo grazie alla Formazione.

Ed ora il nostro lavoro è proprio di ricambiare il favore,


cioè portare agli studenti universitari Formazione di
qualità per quanto riguarda il laurearsi velocemente, con
voti alti.

332
Una volta che ci siamo accorti che, in Italia, gli unici
corsi che c’erano, insegnavano da 30 anni sempre le
solite cose su “mappe mentali”, “lettura veloce” e
“tecniche di memoria”, allora ci siamo detti:

“Forse forse, c’è bisogno di due ragazzi col maglioncino colorato


per salvare gli studenti universitari.”

Non è per tirarcela, è solo per spiegarti il motivo per cui


abbiamo scelto di fondare Metodo Universitario. Per noi
era un dovere!

Quindi, tornando all’Italia, se ti è piaciuto quello che ho


scritto, avrai capito quant’è importante sviluppare queste
6 abilità per avere successo, non solo all’università, ma
anche nel mondo del lavoro.

Immagina questa scena: il tuo dentista non sa gestire lo


stress, va in ansia, e finisce per tagliare il nervo sbagliato

È qualcosa di assurdo? Non succederà mai?

I professionisti fanno tanti errori. Da che cosa sono


provocati questi errori?

A mia sorella, dopo un’operazione, hanno lasciato una


piccola pezza dentro, e la cosa stava per finire male.
Molto male.

Quale abilità mancava a quel medico? Era in ansia?


Distratto? Smemorato? Quale abilità gli mancava?

333
Tantissimi problemi, nella nostra società, sono
causati dalla mancanza dei muscoli di cui ti ho
parlato. Pensa a quant’è disastrata la nostra povera
Italia.

Perché ci ritroviamo in questa situazione?

Semplicemente perché, normalmente, consideriamo


queste abilità come qualcosa di “innato”.

Il Professor Corrado Ziglio, un professore dell’università


di Bologna, che ci ha fatto anche l’onore di partecipare al
nostro Tour nazionale “Studenti di Successo”, parla, in
un suo libro, del concetto di Tossicità Professionale.

334
La Tossicità Professionale secondo il prof. Ziglio è
l’insieme dei danni che derivano dal fatto che non sei
stato formato a “sopportare” il tuo lavoro.

In poche parole ciò vuol dire che i professionisti sono


formati tecnicamente sul loro lavoro ma non sono
formati a vivere la loro vita mentre fanno il loro lavoro.

Questo porta medici, avvocati, poliziotti, impiegati,


imprenditori etc. etc. a non saper gestire la loro persona
e ad avere delle conseguenze negative dal punto di vista
personale.

Perché se la vivono così male?

Perché hanno tutte le informazioni per fare il proprio


lavoro, ma nessuno gli ha insegnato a sviluppare le
abilità per vivere bene facendo quel lavoro.

Se qualcuno ci insegnasse, sin dalle elementari le 6


abilità di cui abbiamo parlato, la nostra società non
sarebbe migliore?

Immagina chirurghi che sanno gestire lo stress alla


perfezione.

Avvocati che sono degli artisti della memoria e


ricordano tutto (no aspetta, forse questo sarebbe un
male. Scherzo giuristi vvb :P).

Giovani manager che sanno comunicare alla perfezione e


sono esperti di Public Speaking.

335
Laureati sicuri di sé e con capacità che nessun altro al
mondo ha.

Come sarebbe il nostro Paese? Fantastico no?!? Pieno di


gente competente ed esperta.

Ecco. È questo il nostro vero sogno, far diventare i


giovani italiani l’orgoglio del nostro Paese.

Così come ci invidiano il cibo, la moda, le macchine,


perché non potrebbero invidiarci anche la preparazione e
le competenze dei nostri ragazzi?

Ma immagini se tutti gli studenti avessero le abilità di
cui abbiamo parlato? Nel mondo farebbero a gara ad
accaparrarseli.


Immagina un titolo di giornale:

"Gli studenti italiani sono gli unici al mondo ad avere una


memoria perfetta, a sapersi gestire perfettamente sotto stress, a
saper organizzare il proprio tempo, ad avere una super
concentrazione e a sapere almeno 4 lingue."

È questo il nostro sogno. È questo che ci fa battere il


cuore e ci fa svegliare ogni mattina con l’energia a mille.

Far laureare gli studenti, in realtà, è uno strumento, ma


il vero cambiamento che vogliamo apportare nel nostro
Paese è proprio quello di far innamorare gli Studenti
universitari della formazione e della crescita
personale.

336
I laureati diventerebbero gemme preziose e tutti i paesi
del mondo chiederebbero di avere un laureato italiano,
esattamente come ora pagano milioni per avere una
macchina progettata a Maranello o un vestito disegnato a
Milano.

Le cose andrebbero molto meglio per noi.

È proprio da qui che è nata la scintilla per Metodo


Universitario.

Il nostro sogno non è semplicemente quello di far


laureare le persone.

Con il nostro lavoro noi stiamo contribuendo alla


formazione di migliaia e migliaia di studenti che
saranno la futura classe dirigente nel nostro paese.

Il nostro sogno è nel nostro piccolo di migliorare il


nostro paese arrivando alle menti e ai cuori dei giovani
che sono veramente il presente e il futuro dell'Italia.

Al mondo non esiste un altro progetto del genere. Per la


prima volta la crescita personale sta arrivando agli
studenti universitari.

Cioè, quando penso che i nostri video arrivano a milioni


di studenti ogni mese, questa cosa mi fa quasi fermare il
cuore e, alcune volte, non mi sento proprio in grado.

A volte, quando mi alzo la mattina, mi guardo allo


specchio e mi dico: “Ma perché proprio tu? Chi sei tu per
fare questa cosa qui?”

337
È così che, il bambino timido e insicuro che è dentro di
me, ogni tanto esce fuori tremante, per fermare questa
follia.

E allora devo passare un po’ di minuti a sciacquarmi la


faccia con l’acqua gelida.

In questo modo riesco a lavare via la poca razionalità che


mi è rimasta, per rituffarmi nella follia più totale.

E così mi metto il maglioncino blu, mi posiziono davanti


alla videocamera e vado in diretta.

La Tua Missione
E ora anche tu sei chiamato a questa follia. Dopo questo
libro, sai la verità, sai che puoi fare qualcosa di diverso
da quello che fanno tutti gli altri.

Lo so, è una verità un po’ folle, ma nella vita tutti quanti


riceviamo almeno una chiamata ad essere folli, a fare la
cosa giusta.

Ma la maggior parte delle volte, non ascoltiamo mai


questa “follia”.

Anzi, la maggior parte delle volte, costruiamo la


nostra vita per avere l’approvazione delle persone
che abbiamo attorno. Amici, genitori, parenti.

E quindi rifuggiamo la follia.

338
Molto spesso abbiamo bisogno che qualcuno ci dica: "Vai
bene così, sei abbastanza. Vali qualcosa”. Ma lo sai qual
è la verità?

È che non vale la pena cercare queste parole.

Ogni persona ti dirà una cosa diversa di te.

Se ora scendo per strada e fermo una persona, magari mi


dirà “per me sei basso.” Un’altra mi dirà “per me sei
alto.”

Una ragazza mi dirà “mi sembri intelligente.” Un’altra


mi dirà, “mi sembri un coglione”.

Una signora mi dirà “sembri sicuro di te.” Un signore


invece mi dirà “per me sei timido.”

Un mio amico sarà d’accordo con quello che faccio,


l’altro penserà che sto facendo una grande cazzata.

Tutte queste sono opinioni soggettive, ma spesso li


interpretiamo come dei “fatti”.

Ma non sono fatti. È un fatto ad esempio che, la


direzione della forza di gravità, sarà sempre verso il
basso. E poi ci sono opinioni, ossia il modo in cui ci
vedono le persone.

Ognuno avrà sempre un’opinione diversa di te e, se


ci facciamo continuamente influenzare da queste
opinioni, allora saremo completamente in balia delle
opinioni soggettive delle persone che incontriamo.

339
Magari una persona ci fa un complimento ed arrossiamo,
ci sentiamo bene. Poi arriva un’altra che ci dice che non
valiamo niente, che non siamo bravi, e improvvisamente
ci crolla il mondo addosso.

Ogni giorno, sul mio profilo privato mi arrivano


messaggi bellissimi e messaggi terribili.

Arriva quello che dice che sono un buffone, che sono


brutto, che sono stupido, che non valgo niente, che devo
smetterla di fare video.

E poi arrivano i messaggi degli studenti che mi dicono


che gli ho cambiato la vita, che finalmente si sono
laureati, che finalmente hanno ricominciato a dare esami.

A chi devo ascoltare?

Il mondo ci bombarda di giudizi. Qualsiasi cosa


deciderai di fare, ci sarà sempre una costante: le persone
ti spareranno in faccia il loro parere. E tante volte fa
male, veramente male.

Normalmente, le persone si fanno sbattere a destra e


a sinistra da questi pareri e allora perdono il controllo
sulla loro vita, per metterlo nelle mani di altre persone,
parenti, famigliari, amici, conoscenti e sconosciuti.

Ti vuoi laureare? Allora ti diranno “Sì ma non c’è


lavoro”.

Non ti vuoi laureare? “Ma senza laurea come fai?”.

340
Vuoi restare nel tuo paese? “Guarda che si sta molto
male e non c’è futuro”.

Vuoi scappare dal tuo paese? “Allora vuoi scappare dai


problemi e abbandonare le persone che ami”.

Oppure ti vogliono convincere che sei portato per quella


o per quell’altra cosa.

Oppure che vali qualcosa se fai questo ma che non vali


niente se non fai quell’altro. Che non concluderai mai
niente nella vita, che sbagli, che sei un sognatore.
Qualcuno ti approverà, altri ti insulteranno, magari alle
tue spalle. Ognuno dirà la sua su quello che farai. E ne
dirà una diversa.

Tante persone diranno sempre tante cose diverse su di te.

Ma chi ha veramente ragione? Chi ha il diritto di dirti


cosa fare o se vali qualcosa o no come persona?

C’è solo una persona di cui devi cercare


l’approvazione.

Una sola persona ti conosce meglio di chiunque


altro: te stesso.

Quando mi arrivano messaggi bellissimi e terribili, chi


dovrei ascoltare?

Nessuno. Devo fare la cosa giusta secondo me. Devo


cercare la mia approvazione.

341
Questo non vuol dire che non devi ascoltare nessuno.

Al nostro ultimo corso, una corsista mi ha parlato dei


suoi genitori e mi ha fatto capire che, quello che la stava
bloccando, era il bisogno di avere la loro approvazione.

Allora abbiamo iniziato a parlare dell’importanza del


liberarsi dal bisogno dell’approvazione degli altri, per
vivere finalmente la vita che vogliamo.

E lei mi ha detto: “Ma a me sembra giusto cercare la


loro approvazione. Gli voglio bene”

E io le ho risposto: “Se sono riuscito a salire su questo


palco, davanti a tutti voi, è perché non me ne frega un
cazzo della tua approvazione.”

E lei mi ha guardata sconvolta! Ovviamente ho usato


apposta un linguaggio forte per rompere lo schema della
conversazione e arrivare ad un livello più profondo.

Così ho subito continuato: “Ma questo non vuol dire che


non mi interessa niente di te. Mi stai simpatica, ti voglio
bene, semplicemente non mi interessa che tu mi dica -
Giuseppe vai bene così -. Semplicemente non mi cambia
niente.”

Questo è il “clic” che mi ha salvato dalla mia timidezza.


La timidezza e l’insicurezza nascono dal continuo
bisogno che qualcuno ci dica “Vai bene. Sei ok. Mi piaci.”

Anche l’infelicità e l’insoddisfazione nascono dal


bisogno che qualcuno ci dia continuamente la sua

342
approvazione. 

E così proviamo sprazzi di felicità solo quando qualcuno
ci dice che andiamo bene.

Immagina: sei in biblioteca, appoggi la borsa alla sedia,


ma la sedia cade facendo un boato assurdo e tutti si
girano a guardarti. Terribile, no? Perché? Quella
sensazione di inadeguatezza nasce dal bisogno di non
sembrare “sbagliati”.

Quante occasioni ci perdiamo nella vita per questa paura


di sembrare inadeguati?

Esempio:

Quella persona che ti piace è lì al bancone del bar. Andrai


a parlarci?

Potrebbe essere l’amore della tua vita, la persona


migliore del mondo che ti amerà alla follia. Andrai? O
resterai a guardare?

Andrai o penserai “No vabbè dai, forse la prossima


volta”…

Resteremo lì immobili a guardare il mondo che si


muove e le occasioni più belle della nostra vita che
se ne vanno.

Questo è quello che ci aspetta se non iniziamo ad amarci


veramente e a cercare solamente la nostra approvazione.

343
Tra l’altro uno dei tratti caratteriali principali delle
persone magnetiche, dei leader, è proprio quello di
parlare, vivere, agire, senza cercare l’approvazione di
nessuno, che non sia la propria.

Ma perché l’unica approvazione che conta è


la tua?
Perché quelle persone di cui cerchiamo l’approvazione,
un giorno, purtroppo, se ne andranno dalla nostra vita. E
lo sai qual è l’unica persona che non ci lascerà mai?

Noi stessi. Sembra banale, ma tu sei l’unica persona che


ti accompagnerà dall’inizio alla fine. L’unica persona che
è nata con te e morirà con te.

L’unica persona che non ti tradirà mai e non ti lascerà


mai.

Eppure ci trascuriamo così tanto, siamo così duri con noi


stessi.

Non ci prendiamo mai qualche minuto per abbracciarci,


per amarci o ringraziarci per quello che facciamo ogni
giorno per noi stessi. Lo so che sembra strano ma è la
verità!

Non serve a niente passare il tempo a torturarsi, non ne


vale la pena, per nessuna ragione al mondo.
344
Fatti un regalo, ringraziati, sorridi e ringraziati. Per
tutto quello che fai per te.

Lo so che a volte non ti accetti, che vorresti cambiare


qualcosa di te che non ti piace, è normale, capita spesso
anche a me.

Quasi ogni giorno mi guardo allo specchio e vorrei


cambiare qualcosa di come sono fatto. Ogni sera nel mio
letto, ripenso a com’è andata la giornata e c’è almeno un
comportamento che non mi è piaciuto. E a volte ce la
prendiamo proprio tanto con noi stessi. Perché crediamo
sia la cosa giusta.

Ma se vuoi prendertela con te, allora devi anche


ringraziarti per tutte le cose belle che fai, devi anche
amarti perché ogni giorno ti alzi e ricominci, vai avanti,
nonostante tutto.

Non dimenticarlo mai quanto sei un’anima unica e


speciale, diversa da tutte le altre. Perfetta proprio
perché sei così. Non dimenticarlo mai. Non perderti mai.

Anzi, ora mi piacerebbe fare una cosa insieme a te. Mi


piacerebbe che ci prendessimo un momento di
affetto, di gratitudine, solo per te.

Facciamo questa cosa insieme?

Dai sì, ti assicuro che sarà piacevole. A me è piaciuto un


sacco quando l’ho fatto la prima volta.

345
Ti prometto che, se lo facciamo bene, sarà una delle
sensazioni più belle della tua vita.

Siamo pronti? Andiamo!

Innanzitutto ho bisogno che tu indossi le cuffiette e


metta la canzone “Bless Those Tired Eyes”. Puoi
prenderla su Spotify. Se proprio non puoi ora, mettine
una molto rilassante. Sdraiati, rilassati e metti a
ripetizione la canzone che hai scelto. Così non si
interrompe durante l’esercizio ma ricomincia da capo.

Fallo, la musica è importante.

Ora, pensa a tutte le persone che hanno delle aspettative


su di te e che non vuoi deludere. Tutte le persone che
senti di dover accontentare. I tuoi amici, i tuoi genitori,
la tua famiglia, i tuoi compagni di corso. Tutte le persone
che si aspettano che tu continui esattamente sulla strada
che stai percorrendo ora.

Immaginale davanti a te che ti guardano. Cerca di fare


una lista più completa possibile. Immaginale tutte in fila.

Se ti aiuta, chiudi un attimo gli occhi, immaginale


proprio davanti a te. Dopo averlo fatto, torna qui.

Chiudi gli occhi ora. Fallo, è importante. Ora.

Perfetto, molto bene. Ora immagina che tutte queste


persone siano colpite da un’amnesia. Improvvisamente si
dimenticano completamente di tutto quello che è

346
successo prima, e iniziano a vivere la loro vita
serenamente.

Immaginale proprio che ti guardano e non sanno tu chi


sia. Ti guardano e non ti riconoscono. Fallo almeno con
le principali, quelle che vuoi accontentare di più. Fallo
ora, è importante. Chiudi gli occhi.

All’improvviso, quindi, l’unica opinione che conta è la


tua. L’unica approvazione che esiste è la tua. Non c’è
nessun altro che ti guarda, nessuno che pretende delle
cose da te, nessuno che ha delle aspettative.

Immaginati proprio da solo con tutta la tua vita davanti.


Puoi scegliere di vivere dove vuoi e fare quello che vuoi.
Hai tutto il mondo a disposizione.

Ora vai a cercare dentro di te questa sensazione di


libertà. Non hai più nessuna catena. Vai, ora, fallo, chiudi
gli occhi e quando ti senti completamente libero, allora
torna qui. Chiudili ora.

Bene.

Ora vai dentro di te a cercare la tua follia. Per follia


intendo una cosa che testimonia la tua vera libertà, il
fatto che non ti interessa dell’approvazione di nessun
altro.

Ora devi fare questa cosa per me, e per te, devi fare un
gesto che normalmente non faresti. Un bel gesto.

347
Può essere anche un piccolo gesto. Una piccola azione.
Può essere una telefonata, un messaggio, un biglietto del
treno. Può essere urlare dalla finestra. Un “ti voglio
bene”. Un “mi manchi”. Un abbraccio a tua madre.
Qualsiasi cosa che non fai da tanto perché senti un
blocco dentro.

L’unico requisito della tua follia è che dev’essere una


cosa che normalmente non faresti.

Ce l’abbiamo tutti questa follia.

Tu lo sai di quale follia sto parlando. Lo so che ce l’hai


dentro al cuore. È quella follia che ti fa brillare gli occhi.

È quella cosa che ti fa pensare: “Ma lo faccio o no? Ma sì,


ma dai no, ma dai sì.”

Una follia. Ce l’hai? L’hai trovata? Quella cosa che vuoi


fare ma non sai se è la cosa giusta.

Bene. Senti quella sensazione di libertà e non rimandare,


dai una possibilità a quella follia. Non sembra mai il
momento buono per fare la tua follia, per realizzare un
tuo sogno, per far uscire fuori veramente chi sei.

E, se non ti senti in grado, se non ti senti abbastanza per


quella follia, non ha importanza. Sciacquati la faccia con
l’acqua gelida, e vai incontro alla follia.

Perché la vita è una, prima o poi finirà, tanto vale


buttarsi con tutti i vestiti. Magari gli altri penseranno che
tu sia folle, magari fa paura, però ne vale sempre la pena.

348
Nessuno è nato per restare a bordo piscina. Quella è una
vita d’inesorabile attesa, una vita mai vissuta veramente.

“Nel porto la nave è più sicura, ma le navi sono fatte per


navigare.”

Paulo Coehlo

È vero, le onde fanno paura, ma una nave che rimane


nel porto perde il suo scopo, il suo significato.

Quindi qualsiasi follia tu non stia facendo, falla ora,


anche una piccola, piccolissima.

Può essere una telefonata, un messaggio, un biglietto del


treno. Un abbraccio, una parola dolce, qualsiasi cosa che
normalmente non faresti mai.

Alzati, e falla ora. Il bimbo che è dentro di te ti


abbraccerà con gli occhi lucidi e te ne sarà grato per
sempre. Perché semplicemente gli hai dato una
possibilità. Una sola, piccola, folle possibilità di essere
libero veramente.

Alzati, e falla. Ora.

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350
Passo n° 5:

Il metodo più veloce per liberarti


dall’ansia per l’esame 

(una volta per tutte!)

A cura di Andrea Acconcia

È bello quando si supera la salita iniziare a scendere,


andando in discesa verso la tua direzione con alle spalle
il grosso del lavoro fatto!

Se sei arrivato fin qui vuol dire che non rientri in


quel 90% delle persone che molla una battaglia
prima di averla terminata, e ci sono buone possibilità
che tu riesca a finire il libro dove troverai la sorpresa che
abbiamo preparato per te 😊

Stai qui però adesso, non farti prendere dalla foga,


abbiamo un altro paio di cose importanti da dirci.

Ti avevo promesso che ti avremmo dato tutto quello che


avevamo da darti, non solo per il tuo Metodo di Studio,
ma anche per riprendere il controllo della tua mente e
liberarti finalmente dall’ansia per l’esame.

351
Dunque, premetto che quello che ti sto dicendo non si
trova nei manuali di psicologia. 

Io, come ti ho ripetuto già mille volte, sono sempli-
cemente un allenatore, un Coach.

Essere un Mental Coach significa semplicemente aiutare


le persone ad usare la propria mente come un
acceleratore e non come un freno.

Non sono né un medico, né un mago, sono


semplicemente un Coach, un allenatore che però non
allena il corpo ma la mente, e purtroppo nessuno ci
insegna ad usarla.

Nessuno ci ha mai insegnato che la nostra psicologia è


qualcosa di cui possiamo avere il pieno controllo.

Basta capire come funziona la tua mente. Quindi senza


perderci in chiacchiere, cominciamo subito a capire come
farlo! Per prendere il controllo della tua psicologia devi
capire 3 cose fondamentali:

1) Come funzionano i tuoi pensieri



2) Che cos’è tecnicamente la paura 

3) Cos’è che realmente causa la paura per l’esame.


Capiti questi 3 punti fondamentali avrai Il sistema per


prendere il controllo della tua mente. Non sto
esagerando. È una vero e proprio sistema da seguire
passo passo.

352
-1-

Tu non sei i tuoi pensieri!
Da quando è uscito il libro “The Secret” si è aperto tutto
un filone letterario e formativo che parte da
quest’assunto:

“Ciò che pensi crea la tua realtà”

Questo non è tecnicamente falso, in quanto è stato ormai


anche scientificamente provato che noi letteralmente
creiamo la nostra realtà.

Il mondo che vedi intorno a te, i tuoi amici, il tuo divano,


la tua ex che ti fa soffrire o il tuo professore stronzo,
sono una creazione del tuo cervello.

Purtroppo però questa frase causa un possibile


fraintendimento.

Ci si identifica con i propri pensieri.

È vero, i pensieri sono qualcosa di tangibile, hanno una


frequenza, possono essere osservati in laboratorio, ma
non sono te.

Sono prodotti dal tuo cervello.

Il tuo cervello è un organo.

Tu non sei il tuo cervello, come non sei il tuo fegato ☺

Se d’accordo con questo?

353
Sei d’accordo che i pensieri sono il prodotto di un
tuo organo (il cervello) esattamente come la bile è
un prodotto del tuo organo (il fegato)?

E allora mi spieghi per quale motivo tu ti identifichi


con i tuoi pensieri?

Se qualcuno ti fa soffrire ci stai male al punto tale da


diventare quella sofferenza.

Se qualcuno ti ruba l’auto ci stai male a tal punto da


essere arrabbiato con tutti.

Se il professore ti boccia ad un esame tu PENSI di


ESSERE quella bocciatura.

Se la tua fidanzata ti lascia ci stai male a tal punto da


chiuderti in te stesso e (spesso) rifiutare di aprirti
totalmente con le altre persone che incontrerai (ma di
questo parleremo nell’ultimo capitolo se ci arriverai! 😊 )

Attenzione!

Non sto dicendo che sia sbagliato vivere queste


emozioni.

Le emozioni fanno parte di quella meraviglia che


chiamiamo vita e vanno vissute a pieno!

Nel bene e nel male.

Gestire le proprie emozioni non vuol dire reprimerle


o far finta che non ci siano.

354
Quindi non ti sto dicendo che così eliminerai la
sofferenza.

Nemmeno io l’ho eliminata del tutto, però non mi


identifico con la mia sofferenza, semplicemente mi limito
ad osservarla con distacco.

Senza giudizio.

Osservo il dolore e non mi identifico col dolore.

Se qualcuno mi provoca una ferita emotiva ci sto male,


ma non divento quel dolore.

Esattamente come se dovessi cadere dalla bici e


rompermi il braccio, non mi identificherei con il mio
braccio rotto 🙂

Chiaro il concetto?

Tu non sei il tuo dolore emotivo così come non sei il


tuo dolore fisico.

È così banale se ci pensi, è così facile ammettere che


siamo NOI che ci facciamo del male identificandoci con
quello che le altre persone “ci dicono” o “ci fanno”.

Solo che poi il professore mi boccia all’esame e io


divento un fallito.

La mia fidanzata mi lascia e io soffro come un maiale


prima di andare al macello!

Questo è il primo punto fondamentale da capire.


355
Tu non sei i tuoi pensieri, esattamente come non sei i
tuoi risultati all’esame, la tua fidanzata o la macchina che
guidi.

TU sei TU, sei un UNIVERSO!

Non so se sei credente, spirituale, o laico, ateo o


agnostico, ma anche se non credi di essere un’anima,
almeno convinciti che:

Sei qualcosa di più dei pensieri che fai.

quando sei triste, o quando sei felice, o quando sei in


autobus e stai ripensando a qualcosa che ti è successo!

Se la smetti di identificarti con i pensieri che fai, hai già


eliminato il grosso dell’ansia o della paura o della
sofferenza.

Perché anche se continuerai a provarle, le vedrai con un


sereno distacco.

Bene, chiarito questo ora siamo pronti a procedere con il


prossimo passo!

356
-2-

Hai realmente paura dell’esame o hai solo
un’immaginazione da campione di memoria?


Ti hanno mai spiegato cos’è la paura?

Sono sicuro che la conosci benissimo, sai esattamente a


cosa mi sto riferendo.

Ma sapresti spiegare cos’è?

Anche qui, conoscere cos’è ci aiuta a non identificarci


con la paura.

Perché tutti hanno paura, è una reazione abbastanza


normale e che ha un suo perché evolutivo.

Conoscere cosa sta facendo il nostro corpo quando


abbiamo paura ci aiuta a vederla con distacco!

Puoi tranquillamente avere paura senza averne paura 🙂

Ok, basta con i giochi di parole, adesso cerchiamo di


capire cos’è.

Facciamo pulizia.

Allora innanzitutto, ricordiamo l’obiettivo principale di


questo capitolo, ossia:

NON AVERE PAURA DELL’ESAME.

357
Che già come modo di esprimerlo fa schifo, perché la
mente non percepisce il comando NON quindi se io ti
dico:

NON AVERE PAURA DELL’ESAME

la mente percepisce :

AVERE PAURA DELL’ESAME 10

E non va bene.

Però oh... dovevo pur partire da qualcosa.

Da cosa partire?

Andare a fare l’esame Felici e Sorridenti?

Quello semmai è il punto d’arrivo, ma per partire


preferisco partire da emozioni che conosci molto bene.

L’ansia e la paura.

ANSIA

Prendendo in prestito Wikipedia:

L'ansia è uno stato psichico, prevalentemente cosciente, di un


individuo caratterizzato da una sensazione di preoccupazione o
paura, più o meno intensa e duratura, che può essere connessa o

10Se non mi credi prova a NON pensare ad un elefante rosa. 



A cosa stai pensando? Esatto ad un Elefante Rosa :)

358
meno a uno stimolo specifico immediatamente individuabile
(interno o esterno) ovvero una mancata risposta di adattamento
dell'organismo a una qualunque determinata e soggettiva fonte di
stress per l'individuo stesso.

PAURA

Sempre da Wikipedia:

La paura è un sentimento primario, comune sia al genere umano


sia al genere animale(...)La paura emerge quando il contesto è
dominato dalla minaccia del dolore o dalla sua percezione: in
questo caso si è pervasi dal desiderio di scappare o comunque di
allontanarsi dalla fonte di dolore, sia questa reale o immaginaria,
di ogni tipo o forma essa sia.

Quindi, abbiamo conosciuto i nostri nemici.

Ora ti suggerisco un punto di vista secondo me


interessante.

Invece che far finta che non ci siano ripetendoti:

NON HO PAURA, NON ESSERE IN ANSIA, NON HO


PAURA, NON ESSERE IN ANSIA!!!

(ti ricordi? La mente non percepisce il comando “non”!)

Accettiamole per quello che sono, e magari usiamole a


nostro vantaggio.

Che ne dici? Ti potrebbe interessare?

359
Bene.

Innanzitutto dobbiamo distinguere la paura REALE


dalla paura IMMAGINARIA.

Vedi, il nostro cervello non distingue un’esperienza


realmente vissuta da un’esperienza vividamente
immaginata

Che significa?

Che noi abbiamo paura non solo di quello che ci sta


succedendo, ma anche di quello che potrebbe
succederci.

E questo, è un meraviglioso meccanismo biochimico di


sopravvivenza, perché ci ha permesso di sopravvivere a
millenni di evoluzione.

Ne parliamo tra un attimo, ora innanzitutto cerchiamo di


fare una distinzione.

Per creare un filtro nella tua mente, ti consiglio di


valutare se hai un motivo legittimo per avere paura o se
te la stai facendo sotto inutilmente.

Il nostro cervello spesso ci fa brutti scherzi, non te lo


dimenticare 😃

Hai paura di qualcosa?

Prova a pensare a cosa accadrebbe concretamente se


quella cosa succedesse veramente.

360
Te la ripeto meno difficile.

Immagina qualcosa che ti fa paura, un evento spiacevole


che potrebbe verificarsi.

Mettiamo il caso che quella cosa brutta si realizzi, cosa


comporterebbe in concreto?

Nel 90% dei casi le conseguenze sono nulle perché


quello che ti fa realmente paura è la paura stessa.

L’idea che quella cosa succeda, non il suo effettivo


succedere.

Più chiaro adesso?

Come superare la paura dell’esame in 3


semplici mosse
Chiarita questa differenza ti suggerisco un punto di vista
che mi ha aiutato molto a superare le mie paure.

L’Ansia o più in generale la Paura, non sono altro che


un meccanismo di sopravvivenza.

Noi ci siamo evoluti difendendoci e scappando da feroci


predatori, e quando il predatore attacca, la preda
tendenzialmente ha tre possibilità:

1) Si immobilizza, quasi pietrificata -> Alcuni predatori


in questo caso non attaccano più.

361
2)Il battito accelera e il sangue affluisce nelle gambe ->
Attinge alle sue massime risorse per scappare.

3)Il sangue affluisce nelle mani e nelle braccia ->


Attinge alle sue massime risorse per combattere.

Ti ritrovi in qualcosa?

Scusa ma quando hai paura dell’esame non fai


esattamente la stessa cosa?

TI IMMOBILIZZI = Non riesci a muoverti di casa


rinunciando a dare l’esame, per qualche scusa del tipo:
“Non ho studiato abbastanza”

SCAPPI = Vai in aula per dare l’esame ma vedendo le


prime facce ansiose vicino a te decidi di andartene.

COMBATTI = In preda al panico cerchi di studiare tutto


il possibile e immaginabile in un giorno o due.

Bene, adesso hai capito perché reagisci così all’esame?

Il nostro cervello è una macchina meravigliosa, ed è


programmato per evitare il dolore.

Se hai associato alla bocciatura un’emozione negativa,

Se per te significa FALLIRE e quindi SENTIRTI UNO


STUPIDO, la tua mente ti darà degli stimoli e ti farà
reagire in modo da evitare il DOLORE.

Tutto qui.

362
Adesso però cerchiamo di risolvere il problema.

Questi sono i 3 PUNTI CHIAVE che per me hanno fatto


un’enorme differenza nell’approcciarmi non solo
all’esame, ma a qualsiasi altra prova da superare nella
mia vita:

1) Ogni volta che hai ansia o paura per qualcosa


ringrazia il tuo cervello e poi lascia andare il
pensiero. 


Devi proprio dirti:

“Caro cervello grazie per avermi dato questo stimolo, lo so che lo


fai per proteggermi, ma ora vattene a FANCULO non mi farò
guidare dalla paura.”

2) Distingui la paura reale dalla paura immaginaria.

C’è veramente qualcosa di concreto che puoi fare per


migliorare la tua situazione o ti stai semplicemente
cagando addosso?

- Se la paura è immaginaria LASCIALA ANDARE.

- Se la paura è reale AGISCI concretamente per


ELIMINARE IL PERICOLO.

3) Usa la paura a tuo vantaggio!

363
Se veramente ci tieni a passare quell’esame o a prendere
30, usa il senso di urgenza che ti deriva dall’esame che si
avvicina.

Se l’urgenza la usi e non la subisci può essere un alleato


potentissimo.

Come?

Beh basta che non ti dai alternative.

Prova a dare degli esami impossibili.



Hai presente quegli esami che tutti dicono: “No questo è
impossibile prepararlo in due settimane”

Beh tu prova a prepararlo in due settimane.

Fai lo stesso per ogni esame, se normalmente i tuoi


colleghi ci mettono 3 settimane tu provaci in una
settimana.

Se ti metti in condizione di avere paura


spontaneamente, perché l’hai scelto tu, avrai una
paura consapevole e potrai usarla a tuo vantaggio._

Mi sono trovato spesso in questa situazione.

Facendo due lavori per pagarmi gli studi, mi è capitato


più di una volta di preparare esami in pochi giorni, anche
più esami contemporaneamente.


È stata solo la mia capacità di chiedermi di più, anche se
mi faceva paura, che mi ha permesso di essere uno dei

364
primi del mio corso di laurea a finire gli esami
dell’ultimo anno, mentre nel frattempo avevo già iniziato
a lavorare.

Ricordati ancora una volta che coraggio e incoscienza


NON sono la stessa cosa.

Gli incoscienti non hanno paura, e spesso si fanno del


male. I coraggiosi hanno paura e nonostante la paura
AGISCONO.

Chiaro il concetto?

Se hai deciso di fare quell’esame a bocce ferme, quando


eri tranquillo, vuol dire che era la cosa giusta da fare.

Le decisioni devi prenderle quando stai bene non


quando le cose vanno male.

Mettitelo bene in testa questo concetto, perché


veramente può cambiarti la vita!

Quante volte hai preso una decisione in un momento di


difficoltà e poi te ne sei pentito?

So benissimo che non sempre le cose possono andare


bene, che a volte bisogna prendere delle decisioni difficili
e rinunciare a qualcosa.

Ma in ogni caso, che si tratti di una bella decisione o di


una brutta decisione, DEVI PRENDERLA QUANDO
STAI BENE, non quando stai male, o quando sei sotto
stress!

365
Le decisioni che prendi quando stai male portano
problemi.

Le decisioni che prendi quando stai bene portano gioie.

E se ti stai chiedendo:

“Eh, ma se mi boccia!?!”

o la mia preferita:

“Eh ma posso andare a fare l’esame la prossima volta


studiando con più calma...”

Sappi che è SOLO il tuo cervello che cerca di evitare il


dolore!

Il Cervello non riesce a vedere in quel momento il


piacere a lungo termine, vede solo quello a breve
termine.

Non andare a fare l’esame = Smetterla di soffrire

“E se poi il prof mi boccia?”

Bene, avrai imparato qualcosa, e se ci rimani male sarà


uno stimolo a studiare meglio la prossima volta.

E comunque (banalmente), pensi di avere più possibilità


di passare l’esame se vai a sostenerlo o se resti a casa?

Capisci che ogni volta che vieni bocciato impari un modo


per NON passare l’esame?

366
Te lo dice uno che è stato bocciato diverse volte, cosa
pensi?

Pensi che a me sia sempre andato tutto bene?

“Si ma se c’è il salto d’appello, poi devo dare l’esame dopo


dei mesi”

Anche in questo caso ho imparato dalla mia esperienza


che sebbene il salto d’appello possa sembrare una scusa
razionale per non dare l’esame, in realtà comunque si
tratta di darla vinta alla paura.

Se non sapessi di cosa si tratta, il salto d’appello si ha


quando tu devi dare un esame, ma se vieni bocciato non
puoi darlo nella data successiva della sessione in corso,
ma devi aspettare la sessione successiva.

Quindi si tratta di perdere dei mesi.

Come ti dicevo nel 99% dei casi è più utile andare


comunque a sostenere l’esame, perché per il salto
d’appello rischi di continuare a rimandare l’esame.

Ho visto dozzine di studentesse che mi raccontavano la


storia del: “Non ci vado perché c’è il salto d’appello”, e si
trascinavano un esame per dei mesi, anni in alcuni casi.

Studia un piano B ogni volta che c’è il salto d’appello


e calcola tutte le possibili conseguenze se l’esame
dovesse andare male.


367
In ogni caso vai a dare l’esame, non farti fregare da dubbi
o perplessità dell’ultimo minuto!

Ogni volta che avevo un risultato Negativo, io cercavo di


imparare qualcosa, e ovviamente di NON ripetere lo
stesso errore la volta dopo.

Ogni volta, cambiavo strategia di studio, affinando la mia


capacità e la mia tecnica.

Anche perché se prepari gli esami in tre giorni, qualche


volta lo metti in preventivo che ti può andare male.

Ed è qui che arriviamo dritti al terzo punto di cui


dovevamo parlare, perché adesso andiamo a capire cos’ è
che realmente causa la paura per l’esame. 👉

-3-

Perché prima dell’esame hai le fitte allo
stomaco?
Adesso sì che rispondiamo alla domanda da un milione
di dollari.

La maggior parte degli studenti non sa che a fargli paura


non è il voto in sé, e nemmeno la bocciatura, non è il
senso di fallimento e nemmeno le aspettative dei genitori
che vogliono vederti laureato...

Prova a pensarci, cos’è che realmente stai investendo per


lo studio di un esame.

368
Cos’hai realmente da perdere? 

Il voto? I soldi delle tasse universitarie?

Sì sono tutte cose importanti, ma a fare veramente la dif-


ferenza è un altro fattore: 


IL TEMPO!

È questo che ci fa realmente


paura.

Non te ne frega nulla del voto o


del professore, o comunque non
ha l’importanza che credi, in
realtà quello che ti spaventa è il
dover ripassare altri 3 mesi a
studiare un esame. Quello
stesso esame!

È questo il più grande errore che fanno gli studenti


all’Università.

Fanno il gioco del professore, dell’assistente, o della


commissione.

Più un esame è difficile, più un professore è stronzo e


più gli studenti si chiudono in casa a studiare

Beh, vuoi sapere il vero segreto per smettere di avere


ansia per l’esame?

" Investi il minor tempo possibile!

369
È impossibile non avere paura dopo aver passato 3 mesi
su un libro: è per questo che devi dedicargli meno tempo
possibile.

E se ci fosse il bravo ragazzo che è dentro di te che ti sta


dicendo:

“Eh ma poi come faccio? Le cose che studio mi serviranno


nella mia vita e nel mio lavoro o per la mia cultura
personale”

Beh, permettimi di essere diretto, ma TI STAI


PRENDENDO PER IL CULO!

Quelli sono solo stimoli del tuo cervello per impedirti di


soffrire con una bocciatura.

E te lo dimostro facendoti notare 2 cose:

1) Quante cose ti ricordi dei tuoi esami passati? Dove


sono tutte quelle informazioni preziosissime che “ti
serviranno per il tuo lavoro e la tua carriera”?

2) Quello che in realtà ti sta facendo studiare di più, non


è la tua sete di cultura, ma la tua paura del professore!

E questo non è imparare!

Questo non c’entra niente né con l’apprendimento, né


con l’educazione! 


Perché l’esame è un semplice esercizio di
memorizzazione a breve termine!

370
Ti prego, smettiamola di prenderci in giro e ragioniamo
un po’ guardando le cose come stanno realmente.

Per quali esami hai studiato di più?

Per quelli che ti appassionavano, ti interessavano, o


per quelli il cui professore era più stronzo?

Se studi di più solo perché hai la “cattedra più difficile” o


perché “il professore è stronzo” stai facendo il loro gioco.

Attenzione! 

Ripeto una cosa già detta nel Passo n°1. 

Non sto giudicando i professori!

Sì, lo ammetto, so che ci sono dei professori che tirano


ancora i libretti in faccia agli studenti, che danno voti
soltanto per raccomandazioni politiche e schifezze del
genere.

Ma conosco anche professori che vanno a fare lezione


con la luce negli occhi e che amano (ancora) quello che
fanno, nonostante gli anni che passano e il loro lavoro sia
sempre più difficile e sottopagato.

Ma la domanda è: quando la smetteremo di fare il


gioco di questi stronzi che abusano del loro potere?

Se un professore è effettivamente un pezzo merda, mi


sembra ovvio che non meriti il tuo tempo, né la tua
preoccupazione, né la tua paura, né i migliori anni della
tua vita.

371
" Quindi ciò che ti rimane da fare è: impiegare il
minimo delle risorse per ottenere il massimo del
risultato. 


Anche perché... (anche questo è un gran segreto!)

Anzi...te lo confesso sussurrandotelo nell’orecchio:

Puoi studiare anche dopo l’esame...

Se togli a questi dinosauri senza etica il potere di


monopolizzare la tua vita, avrai molto più tempo per te,
e ti ritroverai ad avere un sacco di energie per studiare
ciò che più ami e ti appassiona... (anche dopo l’esame)

Nessuno ti vieta di approfondire quella materia per le tue


competenze professionali.

Tanto ormai sai come si fa.

L’ho già detto e forse vale la pena ripeterlo:

I professori sono dei professionisti pagati con le


tasse universitarie che versi ogni anno, vanno usati e
non subiti!!

E non c’è niente di male in questo!

In teoria non c’è nessuna persona che in quel momento


conosce quella materia meglio di lui.

372
" Quindi devi usare il tuo professore, ad esempio per
capire quali sono gli argomenti più importanti da
studiare.

E questo non ti serve solo per preparare l’esame in meno


tempo, ma anche per capire dove andare a focalizzarti.

Un libro di 1000 pagine è un accumulo enorme di dati,


un professore è un professionista che sa dirti dove
andare a guardare quando stai studiando!

Se riesci, vai a lezione e rompi le scatole al professore,


finché non hai la percezione di conoscere almeno i punti
principali della materia.

Se non riesci ad andare a lezione vai a ricevimento.

Se non riesci ad andare a ricevimento scrivigli una mail.

Se non si rende disponibile trova altre persone che ti


aiutino in questa ricerca.

Il libro di testo non è la un testo sacrale da studiare


riga per riga, ma un manuale da consultare, per
arricchire il tuo bagaglio di conoscenze.

Devi essere intelligente, e cercare di capire dove andare a


focalizzare di più la tua attenzione e dove meno.

E anche se seguendo questa strategia verrai bocciato,


perché ovviamente può succedere che non superi
l’esame, non è un problema, perché potrai analizzare

373
cosa non ha funzionato bene e quale aspetto dovrai
rinforzare per la prova successiva.

In questo modo non permetti al senso di fallimento


che proverai di privarti della lezione da imparare.

Quando fallisci e non impari la lezione, non impari dai


tuoi errori e continui a fare sempre le stesse cose, allora
adotti quella che in gergo si chiama: “Tenacia della
mosca”

La mosca quando vuole uscire da una stanza va verso la


finestra, e se la finestra è chiusa sbatte contro il vetro. Se
non riesce ad uscire lei continua a sbattere la testa
contro il vetro per uscire, riprova ancora e ancora, fino a
cadere stecchita sul davanzale.

Se non vuoi fare come la mosca, mi pare ovvio che se


vieni bocciato ad un esame o non ottieni un voto che ti
soddisfa, devi cambiare qualcosa nella strategia di studio
o nella selezione degli argomenti prevalenti.

Io ti ritengo più intelligente di una mosca, e tu?

Ok, adesso fai una bella pausa.

E ricordati di analizzare le tue paure, e capire se sono


reali o immaginarie.

Ti renderai conto che una cosa semplice come


camminare o guidare la macchina, è un insieme di
informazioni che il tuo cervello ha messo insieme e ha
metabolizzato.

374
Esattamente come preparare esami come ANATOMIA o
DIRITTO PRIVATO significa semplicemente capire e
memorizzare un numero X di informazioni.

Se la smetti di considerarlo un mostro, un esame diventa


solo un numero X di informazioni da memorizzare a
breve termine.

Tutto qui, basta farlo, applica i passi che ti abbiamo


insegnato e poi SPACCA IL CULO A TUTTI!!!

Facciamo il tifo per te, davvero! 😄

375
Bonus Extra 1:

Perché gli altri non riescono a trovare


un lavoro per pagarsi gli studi (e come
tu invece puoi trovarlo facilmente)

A cura di Andrea Acconcia

Molto bene, siamo arrivati quasi alla fine.

Forse adesso ti stai chiedendo: che cosa ci fa in un libro


scritto per studenti universitari un capitolo su come
trovare lavoro?

Quando ho cominciato l’Università vivevo molto male


l’esame, te l’ho già raccontato.

Non mi piaceva né l’ambiente in cui mi trovavo, né come


spiegava la maggior parte dei professori. 

Ma c’era un’altra cosa che mi deprimeva moltissimo,
solo che non me ne rendevo conto: NON DAVO
VALORE AL MIO TEMPO.

Mi avevano convinto che studiare era la cosa più


importante della mia vita, che andrebbe anche bene
come cosa, se vivessimo in una società in cui si studia
per Amore della Conoscenza e non per la paura
dell’esame.
376
Io non avevo altro all’infuori di quello che studiavo, non
avevo veri amici, non avevo una ragazza che mi amasse
veramente, quindi cosa facevo?

Mi buttavo nello studio!

I libri erano una consolazione, perché almeno studiavo,


almeno facevo qualcosa di utile.

Che poi è lo stesso meccanismo di cui sono preda molte


persone quando lavorano.

Ti basta osservare la maggior parte delle persone che hai


intorno per notare che: non lavorano per passione, ma
per pagare le bollette.

Cosa c’entra tutto questo con i tuoi esami?

Beh, è presto detto.

Se lavori già, puoi capirmi facilmente, ma io prima di


creare Metodo Universitario e diventare un Mental
Coach e formatore ho fatto tanti lavori, e spesso erano
anche sottopagati.

Sono stato un animatore nei villaggi turistici.

Sono stato animatore per feste private.

Ho fatto vari lavoretti in librerie, uffici e ho fatto anche il


promoter per vari mesi.

Ho dovuto sudare parecchio prima di iniziare a


guadagnare quello che mi ser viva per essere

377
indipendente, però c’è una cosa, che lavorare mi ha
sempre insegnato.

Mi ha fatto prendere coscienza di come funziona il


mondo reale.

Il mondo del lavoro, molto probabilmente, non è come te


lo immagini.

I colleghi che ti troverai di fronte hanno una serie di


tossicità professionali, accumulate semplicemente dal
fatto di aver fatto quel lavoro per anni.

Il punto è che - come mi avrebbe spiegato qualche anno


dopo uno dei miei professori dell’Università, il Prof.
Corrado Ziglio - ti spiegano come fare il tuo lavoro, ma
non come vivere la tua vita nonostante tu faccia quel
lavoro.

E gli effetti sono evidenti... ho conosciuto gente che mi


ha pugnalato alle spalle, che mi ha evitato, o che
semplicemente non si è presa la briga di formarmi per il
lavoro che dovevo fare.

Non è che sono cattivi, sono semplicemente distrutti dal


lavoro e dalla vita che stanno facendo.

Ma non di questo che voglio parlare.

Conoscere queste schifezze mi ha insegnato cosa vuol


dire (veramente) lavorare in equipe, andare d’accordo
con delle persone sconosciute e diverse da me,
convincerle del mio valore o della mia reale

378
preparazione, e - quando poi sono diventato capo reparto
- convincerle a fidarsi di me.

Nulla a scuola mi aveva preparato per quel modo di


lavorare, ma quel modo di lavorare mi ha preparato per
l’università.

Quando ho detto chiaro e tondo ai miei genitori che


volevo vivere la mia vita e che me la sarei vista da me,
senza chiedergli più un euro, ho cominciato a dare molto
più valore al mio tempo.

Quando frequenti l’università, dai il tuo tempo per


scontato, come se fosse una risorsa infinita e quindi
senza valore.

Tutti i miei sforzi erano canalizzati o nel lavorare su di


me per essere felice o nel trovare il modo per potermi
permettere quello stile di vita.

Se non trovavo i soldi, l’affitto non lo pagavo, quindi


d’improvviso i professori all’università hanno
smesso di essere quei mostri sacri che erano prima.

Durante i primi anni di università, per sostenere


un’esame sarei stato disposto a passare un’intera
giornata in fila ad aspettare il mio turno.

Ora come ora, è già tanto se decidessi di spenderci un


paio d’ore.

379
Quando iniziano a pagarti abbastanza bene per il tuo
tempo cominci a dargli valore, forse è brutto da dire, ma
è così.

Quindi è questo lo scopo di questo capitolo, cercare di


farti capire l’importanza di non dare retta ai tuoi genitori
che ti dicono:

“Tu devi pensare a studiare, ci pensiamo noi a pagarti gli


studi.”

AAAAH! Risposta sbagliata!

Lo so che lo dicono per il tuo bene, lo dicevano anche a


me.

Ma se non inizi a lavorare, non ti renderai mai conto di


che cos’è la vita reale, e dedicherai sempre allo studio
più tempo del necessario...

E sai perché?

Perché non hai altro da fare!

Conosco studenti che passano le loro giornate a fissare il


soffitto e poi mi dicono che hanno problemi di
concentrazione.

Quando devi pagarti tutto, fidati che non hai tempo per
fissare il soffitto, cerchi di sfruttare al massimo il tempo
che hai!

380
E in più svilupperai delle abilità interpersonali che ti
aiuteranno sia per i tuoi studi che per il tuo lavoro dei
tuoi sogni, un domani.

Il mito dello “studia, laureati e poi trova lavoro” te lo


potevi permettere quando c’era ancora una forte
domanda per i laureati, ma adesso non è più così!

E non devo certo spiegartelo io che oggi ci sono un sacco


di laureati disoccupati!

Quindi andiamo a vedere subito i 3 PUNTI


FONDAMENTALI che ti permetteranno di trovare
lavoro in fretta e magari di riuscire a guadagnare cifre
interessanti anche se stai ancora studiando. 😄

381
-1-

Come non essere più merce di scambio
Il primo punto fondamentale per trovare lavoro oggi, nel
2017, in Italia, è smettere di essere merce di scambio e
quindi differenziarti, ossia diventare insostituibile e
indispensabile. Insomma non essere uno dei tanti.

Ti avviso che in questo capitolo dirò cose un po’ dure da


mandare giù, a volte anche politicamente scorrette, ma ti
dirò cose vere.

Non ti dirò cose per farti contento, o per rendere


piacevole la lettura, ti dirò quello che ti serve sapere e
che probabilmente nessuno ti ha ancora insegnato per
trovare lavoro. Se ti riesce difficile mandarle giù mi
dispiace, ma è la verità.

La prima cosa da capire è che purtroppo il lavoro è


diventato una merce.

All’università ho studiato per il programma di un esame


proprio un libro intitolato “Il lavoro non è una merce”.

Cose bellissime in teoria, ma in pratica molto poco utili.

Per trovare lavoro oggi la prima cosa da sapere è questa:


da diversi anni ormai la domanda ha raggiunto
l’offerta, ci sono molti più laureati di quelli che richieda
il mercato del lavoro.

Quindi cosa si possono permettere di fare i nostri cari


datori di lavoro?

382
Di assumerci quando dicono loro, per quanto dicono
loro, al prezzo che dicono loro.

Questo è quello che io definisco essere merce di


scambio.

Tecnicamente questa merce è chiamata “commodity”


cioè qualcosa come le banane, le mele o le patate.

Sono tutte scambiate indistintamente, e per venderle si


gioca al prezzo più basso...

Non è esattamente quello che fanno con i laureati


oggi?

Sono considerati indistintamente, e quando uno non


accetta quel posto, quelle condizioni o quella paga, ne
prendono subito un altro che è disposto ad essere pagato
a quel prezzo, o addirittura ad un prezzo più basso.

Capisci perché oggi non ti puoi permettere di iniziare a


pensare al lavoro dopo la laurea? Non può funzionare
così.

E se lo farai funzionare così, metti in preventivo un po’


di anni di gavetta da fare dopo la laurea.

Chiarito questo punto vediamo ora cosa devi fare per


farti assumere da un’azienda, o da un qualsiasi datore di
lavoro, magari prima ancora di essere laureato.😉

383
-2-

Come farti assumere da un’azienda che cerca
gente “con esperienza” (anche se non ne hai
ancora!)

L’abbiamo già detto e lo ripeto: Il problema principale


dell’Università italiana è che è troppo teorica.

A parte poche eccezioni, nessuno si preoccuperà di


insegnarti il tuo lavoro.

Si preoccuperanno di spiegarti più o meno bene quello


che c’è scritto sul libro, ma finita lì, poi sono fatti tuoi.

Bene, ora ti spiego il segreto per farti assumere da


qualcuno pur senza avere esperienza:

“Ma sei diventato scemo? Pensavi che non ci arrivassi da


solo?”

No, non sono diventato scemo, però sì, penso che non ci
saresti arrivato da solo.

Ma anche stavolta non è colpa tua.

Prova a smentirmi.

Stai facendo pratica da qualcuno per il tuo futuro lavoro?

Stai andando a bottega da qualcuno per imparare il


mestiere?

384
Hai qualcuno che ti sta insegnando le basi del tuo futuro
lavoro?

Non è il segreto di Fatima, ma tu non lo conoscevi, e


qualcuno doveva pur dirtelo...

Per imparare un mestiere, spesso, l’unica cosa necessaria


da fare è andare a bottega, e per farlo spesso ti tocca
lavorare GRATIS.

“Eh ma io non sono disposto ad accettare di lavorare


gratis!”

Tranquillo, non ti sto dicendo di “essere disposto” a


lavorare gratis... ti sto dicendo di CHIEDERLO!

Te lo ripeto a scanso di evitare equivoci.

DEVI CHIEDERE AD UNO CHE SA FARE QUEL


L AVO R O C H E T I P I A C E , D I A N DA R E A
LAVORARE PER LUI GRATIS, E IN CAMBIO LUI TI
INSEGNERÀ A FARE QUEL LAVORO.

Te l’avevo detto che diventavo politicamente scorretto,


ma ti interessa essere politicamente corretto o trovare
lavoro?

Ti interessano le lotte sindacali, gli slogan del governo o


trovare lavoro?

385
La verità è che, un datore di lavoro ti assume, e ti
paga, se tu sei capace di risolvere un suo problema
specifico, non per insegnarti come si fa a farlo.

Sei fortunato se ti dedicherà un po’ di tempo, ma sono


pochissime le aziende che investono tempo e denaro
nella formazione dei propri dipendenti.

La Apple ad esempio lo fa, ma possiamo affidarci a


queste eccezioni?

Quindi, ripeto, se vuoi trovare lavoro in fretta e


facilmente, devi essere disposto ad imparare il mestiere
anche GRATIS.

E cosa più importante DEVI FARLO PRIMA DI ESSERE


LAUREATO!

Questa è la condizione più importante, ed è questo il


motivo per il quale spero tu stia leggendo questo
capitolo tra i 19 e i 24 anni.

Perché dopo, so che si innescano dei meccanismi nel


cervello che ti impediscono di accettare situazioni del
genere.

- Perché ormai sono grande


- Non posso andare a lavorare gratis
- Mi dovrebbero offrire un lavoro perché sono laureato... 


386
Ma se hai più di 25 anni non pensare di essere esente da
questo ragionamento.

Un datore di lavoro cerca qualcuno che gli risolva un


problema, quindi tu devi preoccuparti di imparare a
risolverlo.

Se non lo sai già risolvere è tua responsabilità imparare a


farlo.

Che è un po’ quello che si fa quando si va a fare


praticantato in uno studio legale.

Tu ti laurei e poi vai ad imparare il mestiere per due anni


in uno studio legale.

Che quando lo sento mi viene da pensare:

“Ok figo, ma cosa ho studiato per 5 anni all’Università?”

(...)

Quindi cosa succede?

Tu ti aspetti di arrivare sul posto e di trovare qualcuno


che ti insegni il mestiere, ma non andrà a finire così...

Ti metteranno a fare cose noiose, che ti insegneranno


poco o nulla.

E allora cosa devi fare?

Esatto, chiedere di andare a fare quelle cose noiose


prima di essere laureato! 


387
😠 “Si ma non posso andare a fare praticantato senza
avere una laurea...” 


Ora ferma subito il tuo cervello e tutte le scuse che ti


sta tirando fuori per evitare il dolore a breve termine, e
concentrati sul piacere a lungo termine.

Bene, fatto questo, ricordati che non esiste una strada


facile per il successo e che, se vuoi, sei libero di metterti
in fila dietro le decine di migliaia di laureati in qualcosa,
che attualmente sono in cerca di lavoro.

Se invece vuoi bruciare le tappe e arrivare dove vuoi


arrivare, in un tempo che non sia spropositato, non puoi
e, ripeto, NON PUOI affidarti ai percorsi tradizionali e
seguire quello che fa la massa.

Non riesco a capire per quale strano meccanismo si è


disposti a investire dai 5 ai 10 anni della propria vita
decine di migliaia di euro per fare l’Università, e non si è
disposti ad andare 6 mesi a bottega da qualche datore di
lavoro capace in quello che fa.

Chiedendogli di fare anche le fotocopie nel suo ufficio,


ma in cambio di imparare i fattori critici di successo di
quel mestiere, ossia le ragioni che lo rendono un
professionista di successo.

Il problema è che, la maggior parte dei ragazzi, non fa


questa cosa.

388
E cosa succede?

Finisce per andare a fare le fotocopie, però da


laureato, con un bel contratto di apprendistato...

Sinceramente questo gioco al massacro lo trovo crudele e


ingiusto, ma è quello che ti succederà se continuerai a
seguire le regole.

Se seguirai la massa verrai trattato come carne da


macello.

Ma tu fortunatamente sei ancora in tempo per


scendere e giocare a vincere.

E ricordati che te lo dice uno che si è permesso di


rinunciare a un contratto a tempo indeterminato e che
ora quando gli chiedono una consulenza si può
permettere di rispondere: “Mi dispiace, sono troppo caro
per voi...”

Non è per essere arrogante, ma è per capirci.

Come sempre, i consigli accettali da chi ottiene risultati,


non dagli opinionisti da bar del lunedì mattina.

Bene 🙂

Se dopo questo quadro un po’ macabro, ti è passata la


voglia di andare a lavorare, vieni con me che ti spiego
come fare in modo che sia il lavoro a venire da te e non
tu ad andare a cercarlo!

389
-3-

Come attrarre il lavoro dei tuoi sogni prima
che il lavoro dei tuoi incubi attragga te

Ci sono due modi che io conosco per evitare tutto lo


sbattimento che richiede trovarsi un lavoro

1) Andare a rubare

2) Attrarre il lavoro invece che cercarlo

Mentre la prima è sia rischiosa che illegale, la seconda


non solo è legale ma c’è anche pochissima concorrenza.

Per intenderci però, devo premetterti che attrarre il


lavoro invece di cercarlo non è certamente semplice.

Mentre può essere relativamente semplice trovarti un


lavoro, ad esempio se giri 10 ristoranti per portare il tuo
curriculum e chiedere di fare il cameriere, poi qualcuno
almeno in prova ti assume.

Attrarre il lavoro è una competenza che richiede


anni, professionalità, pazienza, sacrificio, e ragionare
per obiettivi nel medio periodo.

Qual è il vantaggio?

Il vantaggio è che siamo pochi.

390
Puoi guardare il mondo del lavoro dopo la laurea come
diviso in due file.


In una si trovano i tradizionalisti, quelli che aspettano il


posto fisso e vogliono il “pezzo di carta” per trovarsi un
posto sicuro, che magari otterranno tramite qualche
raccomandazione.

Dall’altra parte ci sono gli innovatori, cioè quelle


persone un po’ pazze che non si accontentano di vivere
una vita mediocre, ma anzi vogliono vivere una vita
straordinaria contribuendo a rendere il mondo un posto
migliore.

Per essere un innovatore non hai bisogno di tutto quello


che le persone attorno a te ti hanno raccontato finora

1)Non hai bisogno di conoscenze o raccomandazioni.



Conoscere persone che possono aprirti alcune porte che

391
altrimenti ti resterebbero chiuse, non è necessario per
avere Successo, non hai bisogno del cosiddetto “calcio in
culo” o della raccomandazione per avere Successo, a
meno che non vuoi giocare al gioco dei tradizionalisti.


" Avere delle conoscenze di qualità è un’ottima cosa,
aspettare di avere “le conoscenze” per avere Successo, e
anzi lamentarsi perché “non conosco nessuno e quindi
non mi assumono” è da perdenti.


2) Non hai bisogno di avere fortuna.

Anche in questo caso avere fortuna è un optional, la
fortuna all’esame come nel lavoro aiuta, ma non può
essere quella la tua strategia per avere Successo.


3) Avere solo la laurea non basta più

Hai presente quelle frasi che dicono: “Prenditi il pezzo di
carta e poi un lavoro lo trovi”

Ecco, quelle frasi erano vere nel secolo scorso.



Non sto scherzando, le persone nate tra gli anni 60’ e gli
anni 80’ sono cresciute con questo paradigma:

Studia, prenditi il diploma, o prenditi la laurea, e troverai


un lavoro. Adesso la laurea non basta più.

Per attrarre il lavoro a te, invece che cercare il lavoro, hai


bisogno di sviluppare una serie di competenze che
sono parallele alla laurea.

392
Non sto dicendo che la laurea non serva, sto solo
dicendo che queste competenze non c’entrano niente con
quello che la scuola o l’Università ti insegneranno, ma
sono fondamentali per avere successo nel mondo del
lavoro.

Il punto è che la maggior parte delle persone che hai


intorno non ti diranno mai che la laurea non basta
più, perché loro sono cresciute in un mondo diverso dal
nostro.

Se i tuoi genitori ti dicono: “Pensa a studiare, non devi


fare nient’altro” non sono cattivi, quella regola
funzionava nel loro mondo.

Se ti laureavi tra gli anni 60’ e gli anni 80’ veramente la


laurea bastava a trovare lavoro in tantissimi casi, perché
la maggior parte delle persone erano solo diplomate.

La laurea rappresentava l’aspirazione sociale della classe


media per emergere, e quindi avere un riconoscimento
sociale ed economico.

Quindi i loro consigli non è che sono sbagliati, sono solo


arretrati.

Oggi la laurea conta come un diploma contava negli


anni 80’.

A questo punto la scelta sta a te, vuoi prendere consigli


da persone che sono nate in un periodo storico diverso
dal tuo con regole di gioco completamente diverse,

393
oppure vuoi farti consigliare da due ragazzi che prima dei
30 anni hanno già avuto successo nello studio nella vita e
nel lavoro?

Non te lo dico per tirarmela, o per essere arrogante, te lo


dico perché è la realtà dei fatti.

Le regole di oggi non sono le stesse regole di 40 anni fa,


eppure le persone applicano consigli che andavano bene
40 anni fa!

Se sei arrivato a questo punto del libro e ti sei sciroppato


più di 300 pagine, probabilmente sei arrivato a fidarti di
noi, e credimi quando ti dico che consigli come:

“Pensa a studiare non devi fare nient’altro” 📖

“Non perdere tempo al pc o al cellulare, pensa a


studiare”📱

“Non devi lavorare, ci pensiamo noi a te, ti diamo noi i


soldi che ti servono” 💵 


Andavano bene 40 anni fa, oggi sono arretrati.

Questi consigli me li davano anche i miei genitori


quando studiavo, non sono cattivi, cercavano di aiutarmi
perché mi volevano bene.

Semplicemente io ho accettato il loro volermi bene, ma


mi sono fatto consigliare da persone che avevano avuto

394
successo giocando a regole diverse, regole più adatte alla
vita che volevo vivere io.

Potevo tranquillamente non scrivere questo capitolo e


chiudere il libro parlandoti del Metodo di Studio, e
sarebbe stato comunque un bellissimo libro

Ma ci tenevo a darti qualcosa in più, hai presente


quando sei con un tuo amico, vi state salutando e hai
quella sensazione che ti fa pensare: “Io glielo devo dire, non
so perché, ma glielo devo dire”

Esatto questo capitolo è nato per questo motivo.

Non potevamo chiudere questo libro senza dirti questa


verità troppo importante, che è stato il vero motivo per
cui io e Giuseppe abbiamo avuto Successo nel mondo del
lavoro.

Avrei voluto che queste cose me le avessero spiegate


anni fa, e non volevo chiudere il libro col rimpianto di
non averle insegnate a te, che fondamentalmente ci hai
dato fiducia.

Quindi quali sono le competenze che devi sviluppare per


attrarre il lavoro come abbiamo fatto noi due?

Se ci pensi io e Giuseppe non abbiamo “cercato il lavoro”


lo abbiamo attratto a noi, e per farlo ci siamo presi la
responsabilità di sviluppare determinate abilità.

Naturalmente ora non ho abbastanza spazio per


spiegartele tutte, magari ci farò su un’altro libro, o

395
magari potrai impararle se deciderai di proseguire con
noi in uno dei nostri percorsi di formazione.

Ma se dovessi darti anche solo una cosa che puoi
cominciare a fare da domani mattina, io ti direi questo:

Impara a comunicare e a saperti vendere.


Ci sono sicuramente tante abilità che ci hanno permesso
di avere Successo in questi anni, ma se per assurdo
dovessi perdere tutto e ricominciare da zero, tra tutte le
abilità che ho sviluppato in questi anni io sceglierei:
Imparare a sapermi vendere.

Grazie a quello che ho imparato sulla comunicazione e


sulla vendita mi sono permesso di rifiutare diversi
contratti di lavoro, di mettermi in proprio, e di creare
tutto quello che tu vedi oggi.

Forse ti hanno convinto che queste sono cose truffaldine,


o da farabutti, e in molti casi hanno ragione, perché
molte tecniche di comunicazione spesso diventano di
manipolazione.

Ma se mi conosci almeno un pelino sai che non farei mai


una cosa del genere, e non agirei mai contro i miei valori
per un interesse economico.

Tanti problemi che ci sono nel mondo sono dovuti


proprio al fatto che se le persone oneste non imparano
a comunicare e a sapersi vendere, sempre più
truffatori e farabutti lo faranno e tante persone per
bene ci cascheranno.

396
Allora cosa fare? 😮

Beh, innanzitutto cercati qualcuno da cui imparare il


mestiere, alla fine del libro ti consiglieremo anche dei
libri per approfondire l’argomento.11

Ti premetto che per imparare a comunicare e a saperti


vendere non hai bisogno di fondare un’azienda.

Puoi anche fare un lavoro normalissimo, come il


medico o l’avvocato, però farlo in modo diverso, in
modo innovativo, in modo quindi da imparare non solo il
mestiere, ma anche come promuoverti quando farai quel
mestiere.

Imparare a a comunicare ha un impatto sociale oltre che


personale.

Ci sono tante persone, troppe persone, che si rifiutano di


voler imparare a comunicare perché pensano che non è
necessario, ma queste sono regole vecchie.

Questo purtroppo lascia il mondo in mano a tanti


truffatori che si approfittano della buona fede delle
persone.

Vendere e saper comunicare non c’entrano niente col


truffare, e nemmeno col dare fastidio alle persone!

11Sui libri che ti consigliamo, noi non guadagniamo niente, lo facciamo


soltanto perché per noi è importante diffondere e condividere i libri e gli
autori che ci hanno aiutato ad avere successo.

397
Le persone non imparano a vendere o più in generale a
comunicare, perché vogliono dare fastidio agli altri.

Ma quello del chiamare a casa le persone, o di fermarle


per strada per vendergli qualcosa, è un modo vecchio di
vendere, sono anche in questo caso tecniche degli anni
70 o 80.

Purtroppo conosco tanti bravi ragazzi, brillanti per la


loro intelligenza, che si rifiutano di voler imparare le basi
della comunicazione e continuano a sbattere la testa
contro il muro perché:

- Non c’è lavoro 



- C’è la crisi 

- Il loro capo è uno stronzo

Beh se impari a saperti vendere, per te non esisterà mai


crisi, perché potrai imparare a giocare secondo le regole.

Per chi conosce le regole non c’è mai crisi.


Se impari a saperti vendere, magari collaborando con
qualche azienda che è disposta ad insegnarti e a farti
formazione seria, sarà il lavoro a venire da te e non
dovrai più massacrarti per trovare un misero lavoro
pagato anche poco.

Naturalmente questa non è l’unica abilità, ce ne sono


molte altre, ma se dovessi ripartire da zero e
ricominciare da una sola abilità, io ripartirei da questa.

398
ERRORI DA EVITARE QUANDO
CERCHI LAVORO
Sia che tu stia cercando un lavoro o anche se vuoi
sviluppare le competenze per attrarlo, c’è un errore che
devi assolutamente evitare. ❌

Per fare qualsiasi tipo di lavoro in generale, devi


diventare bravo a far capire alle persone che sai
risolvere un loro problema.

Quindi questo significa metterti “al servizio” delle


persone, e non parlare di quanto tu sei bravo e bello.

Stai attento perché non c’è niente di male nel “mettersi


al servizio”, non c’entra niente con il “servilismo” che è
un’altra cosa.

Essere “al servizio” vuol dire aiutare gli altri a risolvere i


loro problemi, “servilismo” invece presuppone il darsi
poco valore e quindi farsi sfruttare ingiustamente.

La maggior parte delle persone però quando cerca lavoro
parte da un errore micidiale che adesso voglio spiegarti.

Se provi a cercare su qualsiasi sito di annunci per


"trovare lavoro”, troverai più o meno questo prototipo di
annuncio

"Sono una persona seria, cerco un lavoro serio, so fare


qualsiasi cosa”

"Sono una persona volenterosa, dinamica, laureata in (x,y,z)”

399
"Mi chiamo Pasquale, ho 25 anni, sono laureato in (x,y,z), ho
esperienza in (x,y,z), sono determinato e ho bisogno di lavorare
per un lavoro serio”

Apparentemente non ci sarebbe niente di male in questi


annunci, non ho mica detto che sono una cattiva
persona, ti ho detto che sono bravo.

Che c'è di male?

Di male c'è che che queste persone stanno parlando di se


stesse, e quando stai cercando lavoro parlare di te non ti
serve a niente!

Lascia che te lo ripeta così ti resta più impresso: NON


DEVI PARLARE DI TE!


Se vuoi interessare il tuo selezionatore, al punto tale da
distinguerti tra le migliaia di copie di curriculum che
deve esaminare, o addirittura fare in modo che siano le
persone a venire da te per offrirti un lavoro (invece che
andare tu a cercarlo) devi fargli capire che tu hai
COMPRESO I LORO PROBLEMI.

Non so se in questo momento puoi comprendere


l'importanza di quello che sto dicendo, io ci ho messo
2-3 anni per capire veramente questo concetto da
quando me lo hanno spiegato la prima volta.

Solo questo può farti diventare una calamita che attrae le


persone a sé, e sai perché? Perché alle persone piace
sentirsi capite.

400
Le persone si fidano di chi le fa sentire capite, non di
chi gli dice quello che devono fare!

Ti faccio un esempio per dimostrartelo.

Quando hai visto i miei primi video hai sentito parlarmi


di:

"Ciao sono un Coach bravo e volenteroso, serio e


dinamico, e sto cercando studenti per il mio corso”??

Non è che per esempio potresti aver sentito la frase:

"Ciao e benvenuto sono Andrea Acconcia, ti è mai


capitato di avere questo problema? (Distrarti mentre
studi, deconcentrarti, non ricordare quello che studi
all'esame, ecc. ecc.)"

Vedi cosa sto facendo?

Non sto parlando di me, non sto dicendo che ho bisogno


di lavorare, ti sto facendo capire che io conosco i tuoi
problemi e li capisco!

Questo devi fare se vuoi attrarre le persone a te, devi


fargli sentire che tu capisci i loro problemi, e lo devi fare
sinceramente e genuinamente!

Ovviamente spero che tu utilizzerai questo segreto


potentissimo a fin di bene, e non a fin di male!

Ti h o a p p e n a s v e l a t o u n ' a r m a d i a t t r a z i o n e
POTENTISSIMA, una delle armi principali per cui
Metodo Universitario ha avuto così tanto successo.

401
Io spero profondamente che la userai a fin di bene, per
realizzarti come persona e come professionista.

Anche perché questo segreto può essere usato sempre,


anche nei rapporti umani!

Se non fai sentire le persone capite, nessuno si aprirà


veramente con te!

Si sentiranno tutti giudicati.

E per far sentire le persone capite, non devi parlare di te,


di quanto sei bello, bravo, determinato e volenteroso,
devi parlare di loro, di quelli che sono i loro bisogni, e i
loro problemi.

Per tornare all'esempio del nostro selezionatore, come


facciamo ad attrarre il lavoro a noi?

"Mi chiamo Pasquale sono laureato e ho bisogno di


lavorare”???

Ti dico cosa accade nella mente del selezionatore che


legge un messaggio del genere:

"Hai bisogno di lavorare? E chi se ne frega, ci sono tante


persone che hanno bisogno.”

"Sei laureato? E chi se ne frega, ci sono tante persone che


sono laureate…”

Ecc. Ecc.

402
Se non impari a comunicare e a saperti vendere, per
te il lavoro sarà sempre una strada in salita, una cosa
brutta che prima o poi dovrai fare e che avrai paura
di perdere.

Se invece impari a saperti vendere (e lo fai facendo


sentire le persone capite, e parlando dei problemi che
hanno) per te ci sarà sempre un lavoro pronto ad
aspettarti.

Dovrai solo decidere se ti piace e se ti bastano i soldi che


ti danno in cambio.

Dopo un po' comincerai a diventare molto geloso del tuo


tempo, e scoprirai che la vera risorsa preziosa è il tempo,
e non i soldi.


Ti faccio anche un esempio di come potrebbe cominciare
una lettera motivazionale che ti faccia avere la fila di
persone che vogliono che tu lavori per loro.

Prendiamo un lavoro generico, il cameriere.



Vuoi lavorare come cameriere?

Conosci i problemi che hanno i ristoratori? Se non li


conosci studiateli, chiedi in giro, le persone non vedono
l'ora di parlare dei loro problemi.

In questo caso te li suggerisco io, i ristoratori hanno più


o meno tutti uno di questi problemi:

403
- Personale inaffidabile che ti dice di venire al lavoro e
poi non si presenta

- Dipendenti che non vogliono lavorare durante i festivi

- Ragazzi senza esperienza che devono formare da zero

Quindi come potrebbe cominciare il nostro annuncio di


lavoro.

"Se sei un ristoratore e sei stanco di avere camerieri


inaffidabili che ti dicono di venire e poi non si
presentano al lavoro, di avere dipendenti non disposti a
lavorare durante i festivi e senza esperienza, io sono la
persona giusta per te.

Mi chiamo Andrea e …..”

Capisci come poi cambia la partita? Perché stiamo


giocando completamente ad un altro gioco?


Non competerai più con le migliaia di persone che
"hanno bisogno di lavorare", perché tutti hanno bisogno,
ma tu farai sentire capite le persone che parlano con te.

E se non hai esperienza nel lavoro che ti interessa,


ricordati che puoi sempre andare ad imparare un
mestiere gratis e accumulare esperienza, come ci siamo
già detti.

Spero con quest’ultimo capitolo di averti aiutato a


trovare sia un lavoretto per pagarti gli studi sia il futuro
lavoro dei tuoi sogni.

404
E comunque vada, ricorda che questi principi valgono
anche nelle relazioni personali, e nel dialogo con i tuoi
professori.

Se impari a comunicare in questo modo, nella tua


vita sarai libero, e non sarai soggetto alle leggi della
crisi.

In ogni caso in bocca al lupo per la tua ricerca.

Ora però, non chiudere il libro perché sta per arrivare il


capitolo più bello del libro, l’ho tenuto alla fine, come un
vero regalo che dedico soltanto a quelli che hanno
l’intelligenza e la tenacia di leggersi tutto il libro.

Se sei arrivato fino a qui vuol dire che sei uno tosto, e se
sei uno tosto ti sei meritato questo meraviglioso regalo...

(rullo di tamburi) 🥁 🥁

405
Bonus Extra 2:


LA VITA È ADESSO 

(È arrivato il momento di essere Felici!)

A cura di Andrea Acconcia

Non so se ti è capito, ma mi piace rendere merito alle


persone che mi insegnano qualcosa, mi ispirano o
diventano i miei punti di riferimento.

Il capitolo che segue è ispirato al libro: Idiozie Geniali di


Lorenzo Ait (scrittore ed imprenditore), integrato con
tante cose imparate dai miei insegnanti e i miei Coach in
questi anni.

Mi limiterò a farti un riassunto di tutto quello che ho


imparato in anni duri e faticosi di lavoro su di me, e a
citarti un po’ di testi di riferimento nella bibliografia
finale.

Ti avviso, non sarà un capitolo come gli altri che hai


letto.

Adesso restiamo io e te e ci facciamo un piccolo viaggio


insieme, sarà un po’ come prendere le montagne russe e
farti il lavaggio del cervello.

“Ma sei pazzo? Vuoi farmi il lavaggio del cervello?”

406
Sì, hai letto bene.

Lo so, lo so... nella nostra società questa parola ha un


significato negativo, ma ora io e te facciamo un patto e
gli diamo un significato positivo.

- Hai un amico che non perde occasione per ricordarti


che il mondo è una merda? 💩

- Hai dei genitori che ti mettono in ansia per laurearti,


sistemarti e trovarti lavoro?

- Hai una fidanzata/o che ti rompe le scatole ogni volta


che sogni di fare un viaggio, di trascorrere un periodo
all’estero da solo, o una nuova esperienza che turba
anche minimamente la routine quotidiana?

- Guardi la televisione?
Sei costretto quando entri in qualunque bar ad ascoltare
le chiacchiere della gente?

SE LA RISPOSTA È SI, AD ALMENO UNA DI QUESTE


DOMANDE

(è ovvio che sia SI!)

ti do una brutta notizia.

C’è un complotto che lavora contro di te.

Un complotto dove non ci sono complottanti e


complottati, non c’è una stanza buia dove si decide il

407
futuro del mondo, ma c’è semplicemente un problema
culturale che ormai da anni affligge l’essere umano.

TI HANNO FATTO LO SPORCAGGIO DEL


CERVELLO! 


Fin da quand’eri piccolo ti hanno riempito la testa di


paure, di fobie, di aspettative, ansie da prestazione,
tabù sociali, limitazioni e divieti e, a meno che tu non
appartenga a quell’1% di popolazione che ha dei genitori
meravigliosi che ti dicono semplicemente: “Tu pensa ad
essere Felice e a seguire il tuo Cuore, noi saremo sempre con te.”

Quindi questa cosa è radicata dentro di te, nel tuo


sistema di Valori e convinzioni ed è difficile liberarsene.

Liberarti richiede un gran lavoro su di te, e non basta di


certo questo libro, o un corso di formazione.

LA FORMAZIONE NON È UN CORSO!

LA FORMAZIONE e quindi LA CRESCITA è un PER-


CORSO, un viaggio che ciascuno decide di fare con se
stesso, aiutato (questo sì) da degli insegnanti, corsi,
libri, viaggi, Coach, persone, animali o cose.

Chiaro?

408
Se hai già cominciato da qualche tempo a lavorare su di
te, questa mezz’ora insieme sarà come fare un alle-
namento in palestra insieme.

Altrimenti, se è la tua prima volta, preparati e allacciati


le cinture perché sarà come uscire da MATRIX e scoprire
quanto è profonda la tana del Bianconiglio.

Sei pronto? Pillola rossa o Pillola azzurra?

409
LAVAGGIO DEL CERVELLO IN MEZZ’ORA
- Dimentica quello che pensi di sapere
Nota per la lettura di questo paragrafo:

Queste parole hanno bisogno di entrare dentro di te e di


sedimentarsi.

Se vuoi realmente che questo paragrafo sortisca l’effetto


desiderato, devi:

- LEGGERLO! (velocemente, senza farti domande, o


dare al tuo cervello tempo di creare resistenze inutili
alla tua crescita)

- RILEGGERLO!
- RILEGGERLO ANCORA, stavolta lentamente
magari, soffermandoti sui passaggi che riescono a
toccarti nell’anima.

- RILEGGERLO ad alta voce, a qualcuno di cui ti fidi o


a cui vuoi particolarmente bene.

- RILEGGERLO ANCORA! ANCORA!

- e ANCORA...

per un numero “X” di volte.

Finché non ti sveglierai una mattina e ti renderai conto


che quelle parole ormai fanno parte di te, e ogni cellula
del tuo corpo agisce di conseguenza. I

410
Fino ad allora:

DIMENTICA QUELLO CHE PENSI DI SAPERE!

In qualsiasi ambito, l’80% delle persone otterrà il 20%


dei risultati, l’altro 20% otterrà l’80%.

Li riconosci facilmente perché hanno un sorriso


autentico stampato in faccia, e si sentono realizzati.

Aiutano i più deboli quando hanno bisogno e lottano con


tutte le forze per realizzare i loro sogni.

Questa è una versione romanzata del Principio di Pareto,


il sociologo che analizzò il mondo e osservò il principio
dell’80-20.

Quella di Pareto è una metafora ormai stra-usata nei


corsi di formazione, ma la verità è che nella vita, per
avere Successo nel lavoro, in amore, all’Università basta
capire 3-4 cose e imparare a farle alla grande.

Tutto il resto è contorno.

Per ogni esame, per ogni lavoro, per ogni persona, devi
capire quali sono i 3-4 fattori critici di successo che
interessano al tuo interlocutore e se vuoi essere
gratificato devi soddisfarli alla grande!

Tutto qua.

Come tutto qua?

Si tutto qua.

411
La fregatura è che però quelle 3-4 cose nessuno te le
spiega.

È difficilissimo oggi trovare dei veri mentori che ti


guidino con l’esempio, mentre è facilissimo trovare un
esercito di buoni consiglieri che sono tutti “allenatori del
lunedì mattina”, tutti ottimi tattici con la squadra degli
altri.

Quindi, quali sono le cose intelligenti da fare e gli


step da seguire?

Eccoli:

1) " Smettila di ascoltare le opinioni di Tutti.

2) " Comincia a sperimentare, a fare di testa tua,


pagando il prezzo per i tuoi errori e imparando da
questi ultimi.

3) " Trova qualcuno che abbia ottenuto tantissimi


risultati in quello che a te interessa, e chiedigli
come ha fatto, stalkeralo, pregalo, pagalo, o
comunque fai tutto quello che hai il potere di fare
per poter IMPARARE quali sono quei 3-4 fattori
critici di Successo e come soddisfarli alla GRANDE,
nel più breve tempo possibile.

4) " Ricomincia da capo, ricomincia a sperimentare,


fai errori, cerca un nuovo mentore, finché non
otterrai quello che vuoi.

412
Per fare tutto questo dovrai imparare a Carpire i Segreti,
non solo a seguire le indicazioni.

Dovrai cercare dove la strada è più buia, dove si


prendono rischi, dove sei sotto pressione. E ti confesso
che sarà dura, non ho mai detto che sarà facile, ma come
ti abbiamo già spiegato:

“Se è facile possono farlo tutti. Se è difficile possono


farlo in pochi. Se è impossibile puoi farlo solo tu.
Quindi basa la tua vita sulle cose impossibili.”

Sì lo so, è controintuitivo, ma anche il Successo lo è.

Il Successo è controintuitivo: se troppe persone sono


d’accordo con te PREOCCUPATI!

Vuol dire che stai seguendo il gregge, e per carità non c’è
niente di male a scegliere di vivere una vita ordinaria.

Ma se hai scelto di comprare questo libro, e soprattutto


sei arrivato fino a questo punto, vuol dire che vuoi una
vita STRAORDINARIA! 😄

A questo punto cosa può fermarti?

413
IL PENDOLO

Sto per fare una generalizzazione, io non credo alle


generalizzazioni ma penso che questa si avvicini molto
alla realtà, e che soprattutto sia molto utile.

L’uomo, in ogni dove e in ogni quando, si muove


sostanzialmente in due direzioni:

- Per sfuggire dal DOLORE



- O per andare verso il PIACERE

Se sei uno Studente puoi studiare per la paura di essere


bocciato o per la gratificazione di prendere 30 e lode.

Se ti alzi ogni mattina per andare a lavorare puoi farlo


per le bollette da pagare o per fare carriera, avere
successo e avere lo stile di vita che vuoi avere.

E fin qui, tutto bene.

Il problema però è che ci sono degli eventi che possono


far fermare l’oscillazione di questo pendolo.

414
Accadono delle cose brutte, purtroppo, che fanno
irruzione nella nostra vita, come un treno in corsa, e
dopo è difficilissimo rialzarsi.

Talmente difficile che il nostro pendolo emozionale


comincia ad oscillare più lentamente.

Cominciamo letteralmente a vivere di meno, ci


mettiamo meno in gioco, non ci esponiamo più, ci
chiudiamo a poco a poco in noi stessi.

Pensate cosa succederebbe se un vostro amico fidato,


agente di borsa, vi consigliasse di mettere tutti i vostri
risparmi in delle azioni e poi quelle azioni crollassero.

Vi fidereste di nuovo di quell’amico?

Riuscireste a perdonarlo?

Beh forse sì, ma quando poi un’altro amico fidato, agente


di borsa, vi consiglierà di spendere altri soldi voi cosa
farete?

415
Vi darete di nuovo al 100% ?

Difficile, vero?

Magari se proprio l’amico è bravo, non gli darete tutto,


ma forse il 50%, quindi vi date un po’ di meno, per poi
scoprire però che quando perderete anche quei soldi...

(eh lo so, avete amici sfigati!)

...sapete cosa succederà...

Eh sì, vi farà meno male.

Allora il vostro inconscio (che non è stupido) capisce il


meccanismo.

Capisce che quando vi date di meno automaticamente


soffrite di meno, impara il meccanismo e impara a
riconoscere situazioni simili a quelle che vi creano
dolore.

Ora, questo tipo di meccanismo mi va anche bene


quando si tratta di giocare i propri soldi in borsa.

(anche perché non si gioca in borsa, al massimo si


investe, e per quello ci vuole studio! Non fate cazzate.)

Ma quando si tratta dei vostri sentimenti allora il


meccanismo non è più vincente.

Siete mai stati lasciati dalla persona che amavate?

Vi hanno mai spezzato il cuore?

416
Avete mai pianto fino a disidratarvi, o siete mai stati così
male da non riuscire ad alzarvi dal letto?

Purtroppo in amore, come ogni cosa, veniamo


condizionati dalle scelte precedenti e dagli errori passati.

Solo che raramente facciamo tesoro dei nostri errori per


imparare, andare oltre e trascenderli.

Spesso, troppo spesso, infatti, gli errori e gli eventi


negativi contribuiscono a inspessire un muro fatto di
odio e di rancore, un muro invisibile che mettiamo tra
noi e le persone attorno a noi.

Tra noi e il prossimo essere umano che conosceremo.

E molto probabilmente: più sarà una bella persona,


più gli faremo pagare le colpe di quelli che prima di
lui ci hanno fatto soffrire.

Quindi come va a finire questo gioco?

Va a finire che a furia di darci di meno, noi veramente


soffriamo di meno, quindi darci di meno inizia a
piacerci, e se non stiamo attenti e riconosciamo questo
meccanismo, arriviamo tragicamente ad uno stadio dal
quale poi è quasi impossibile uscire.

E sai come si chiama?

417
La condizione dell'apatia è terribile, perché fonda-
mentalmente non ci si rende conto di essere apatici.

La si considera la normalità.

“Come stai?”

“Boh…"

“Sto…"

“Solite cose…”

Ecc. ecc.

Mai sentito/dato risposte del genere?

Sono questi i primi sintomi dell’Apatia.

Oggi tantissime persone vivono nell’apatia, molti ragazzi


camminano per strada con la carta vetrata davanti agli
occhi e sono indifferenti a qualsiasi cosa.

Le persone sono talmente addormentate che ci vuole


un fortissimo dolore per farle risvegliare.

418
Ecco che allora si riscoprono le emozioni e i legami forti
quando ci sono i lutti, le catastrofi come terremoti,
alluvioni, ecc.

È allora che ci si riscopre uniti e sensibili... ci vuole


un’emozione fortissima, più grande di loro, per scuotere
quel dannato pendolo che si è fermato e che invece di
vivere, aspetta di morire nel modo meno sofferente
possibile.

Ora: se anche tu sei arrivato fin qui, e se le parole che ti


ho scritto hanno risuonato da qualche parte dentro di te,
voglio dirti che ti capisco.

Anche io ci sono passato, e sono sicuro che anche tu


almeno una volta nella vita hai guardato in basso e avevi
i piedi nel cemento, ti sei sentito giudicato/giudicata, hai
sempre dovuto dimostrare qualcosa a qualcuno, ed è per
quello che non riuscivi a muoverti.

Quasi come una PARALISI.

È il momento di darci un taglio a questo gioco del


cazzo!

È il momento di cominciare a pensare che la Vita si


chiama Vita perché va vissuta e non sopravvissuta...

(che poi tanto varrebbe dire “sottovissuta” come mi


disse un tizio senza fissa dimora tanti anni fa)

La vita non è una fatica da portare a termine ma una


festa da celebrare.

419
Certo, ogni tanto capitano delle cose brutte, magari
anche spesso, ma sta a te prendere quelle cose e
trasformarle in degli insegnamenti che forgino il tuo
carattere.

Non chiedere il permesso a nessuno per iniziare a


vivere la vita che vuoi vivere, non essere mai
disposto a scendere a compromessi quando si tratta
della tua felicità.

E come si fa?

COME INIZIARE A VIVERE



LA VITA CHE DESIDERI - Strategie
Pratiche

“Prego si scomodi. 

Siediti scomodo, per favore, per una volta dammi retta e siediti
scomodo” 

(Lorenzo Ait - Idiozie Geniali)

Il guaio di questo decennio, e forse di questo secolo, è


questa cavolo di cultura del prodotto finito, in cui le cose
ci sono date senza che vengano chieste (insegnamenti,
scarpe o cellulare, non fa differenza) e quindi abbiamo
imparato noi figli di questa generazione a:

420
1) Ritenere la comodità un BISOGNO, quando in
realtà è un lusso.

2) Recriminare e protestare ogni qual volta ci viene


tolto qualcosina, fosse anche il nostro nuovo
iPhone. 


Non mi fraintendere.

Io vivo in una bella casa, ho l’iPhone, e amo da morire il


mio tenore di vita, ma devi smetterla di pensare che
senza l’iPhone, o la macchina, o il tuo nuovo paio di
scarpe, o un 30 e lode sul libretto tu sia uno sfigato.

Nessuno ha il permesso di giudicare te come persona,


nemmeno tu stesso, altrimenti sì che sei uno sfigato.

E sai perché?

Perché la vita non ha senso.

Scusami ti do una notizia drammatica ma: SI MUORE!

Al mondo 1 miliardo di persone muore di fame, c’è gente


che soffre le pene dell’inferno negli ospedali, bambini
che vengono abbandonati dalle madri e donne che
vengono malmenate e stuprate tra le mura di casa.

Quindi perdonami se sono diretto ma

DI CHE CAZZO STIAMO PARLANDO?

421
Guardati nello specchio e, se riesci a dirmi che i tuoi
problemi sono importanti almeno quanto questi, smetti
di leggere e scrivimi che vengo ad abbracciarti e a
piangere con te.

Ma se il tuo problema è soltanto che ti spaventa il


professore, o l’esame, o il giudizio di tuo padre o di
tua madre... ti do una buona notizia:

Loro non capiscono niente di te!!

Nessuno può permettersi di giudicare te come persona,


perché nessuno ti conosce veramente. 

Nessuno sa quanto hai potuto soffrire o cosa hai potuto
pensare e fare in questi anni, quindi mi dici perché dai la
responsabilità della tua felicità a gente che non ti
conosce?

Quindi basta stare a perdere tempo e a farsi inutili seghe


mentali.

Ti do un’altra buona notizia.

È vero che la vita non ha senso ma puoi dargli tu un


senso, il tuo senso.

Puoi darti uno scopo, una direzione, per dare un senso a


quest’ottantina di anni che ti restano da vivere12
trovando il TUO SENSO della VITA.

12 o spero anche di più :)

422
Può anche essere solo crescere e migliorarti,
riappropriati del piacere dell’imparare...

Impara ad amare la scomodità, la frustrazione di tentare


e non riuscire, per poi rialzarsi e ritentare.

“Si ma perché dovrei farlo?” 🤔

Se hai davvero pensato questa domanda ti meriteresti un


ceffone, ma visto che sono buono te la do io una
motivazione plausibile:

1) SEI UN BAMBINO

2) LO SEI STATO!

Perché, secondo te, un bambino vuole imparare a


camminare, ad andare in bicicletta o a scalare un divano.

Non ci arrivi?

Ti do una lista di buoni motivi sensati:

-“Per sapere che effetto fa”

-“Per vedere cosa succede”

-“Per sentire cosa si prova”

-“Perché è divertente”

-"Perché SI!!!!”

(Lorenzo Ait - Idiozie Geniali)

423
Quindi a meno che tu non voglia fossilizzarti e restare
nell’apatia, l’insegnamento più importante che spero di
darti con questo libro è:

RIAPPROPRIATI DEL PIACERE DI FARE ERRORI

che poi sta alla base del

RIAPPROPRIATI DEL PIACERE DELL’IMPARARE

Se ti togli dalla testa tutto quello che ti hanno


installato nella testa come Paura della Critica, del
Giudizio, del Fallimento, di non Essere all’Altezza, di
Essere Inadeguato... Ti renderai conto che la vita è
veramente una figata!

Ogni cosa che c’è in questo mondo, è unica e irripetibile


e ne puoi fare esperienza se sei disposto a pagarne il
prezzo.

Fai attenzione: non si tratta sempre di soldi, ma spesso il


prezzo da pagare significa anche TEMPO, FATICA,
CORAGGIO e DEDIZIONE, quelli che ci vogliono per
andare oltre I LUOGHI COMUNI e le OPINIONI della
GENTE.

Quando ho mollato l’Università e sono partito per la


Norvegia ho deciso di farlo perché non avevo niente da
perdere, ma soprattutto perché volevo, almeno per una
volta nella vita, darmi la possibilità di fare la cosa
sbagliata.

424
Di rischiare, tentare, e perdere se era necessario, ma
volevo per una volta fare come dicevo io.

Non ho chiesto a nessuno il permesso per vivere la vita


che volevo io, non ho chiesto a nessuno il permesso
per essere felice!

Non ho chiesto soldi a nessuno, non ho chiesto aiuto a


nessuno, sono partito e chi mi ha poi voluto aiutare (e ci
sono stati) è arrivato strada facendo, rendendo ancor più
incredibile quell’esperienza.

Quindi per concludere, impara a darti al 100%, per le


cose importanti, smettila di giocare al risparmio e fai
vedere al mondo com’è fatta una persona Felice!

E nel caso dell’Università, FOTTITENE di qualsiasi


giudizio negativo e impara soltanto a valutare i
RISULTATI, e a imparare da essi.

Un mese per preparare un esame per poi essere bocciato


non fa di te un fallito, è solo un risultato!

Sai cosa fa di te un fallito?

Il tuo senso di inadeguatezza, e la paura di dover


dimostrare chissà cosa a chissà chi.

SMETTILA DI GIUDICARTI!

Smettila di crearti problemi inutili.

425
Il nostro cervello è tarato per risolvere problemi, quindi
se non gli dai problemi complessi da risolvere ti
tormenterà per delle cose inutili.

Re-Impara il piacere di SFIDARTI.

Se puoi metterci 1 mese per preparare un esame, provaci


in 2 settimane.

Se puoi metterci 2 settimane provaci in 1 settimana.

Se puoi metterci 1 settimana provaci in 3 giorni.

Se puoi metterci 3 giorni provaci in un giorno.

Se puoi metterci 1 giorno provaci in 1 notte...

E se stai pensando:

“Si ma così rischio di non passare l’esame!”

Beh, quello potrebbe capitare anche studiando 6 mesi,


ma perdonami se ti fai questa domanda ti sta sfuggendo
il punto!

Il punto non è fare bella figura, il punto è passare


l’esame.

Se poi senti che vuoi approfondire quella materia perché


lo ritieni importante: FALLO! MA DOPO AVER
SUPERATO L’ESAME!

Altrimenti perdonami, ma ti stai prendendo per il culo.

426
Se hai bisogno dello stress dell’esame o di un professore
che ti spaventa per studiare, vuol dire che hai un
rapporto problematico con l’apprendimento.

Studia per conto tuo, concediti delle giornate per


leggere e studiare quello che ti piace, ma questo dopo
esserti sfidato a dare i tuoi esami nel minor tempo
possibile.

“E se vengo bocciato?”

Beh, fa parte del gioco.

Quando guidi a 200 all’ora lo devi mettere in preventivo


che qualche volta si va fuori strada.

Solo che nel caso dell’auto ci sono degli estranei


innocenti che possono farne le spese, mentre negli esami
ci sei solo tu, quindi tuoi sono i meriti, tua è la
responsabilità degli insuccessi.

Se vieni bocciato, cerca di capire dove hai sbagliato.

NON PER DARTI IL TORMENTO, MA PER CAPIRE


COME FARE MEGLIO LA PROSSIMA VOLTA!

Seguimi bene:

Ogni volta che vieni bocciato ad un esame, hai imparato


un modo per NON passare quell’esame.

Quindi, a parte un po’ di tempo, non ci hai perso niente.

427
Usa quel tempo investito, per imparare come fare meglio
la prossima volta, e se non ci riesci da solo, chiedi a chi ci
riesce in meno tempo di te.

Non parlo dei secchioni, parlo degli Studenti di


Successo, che a scuola riuscivano sempre a prendere
ottimi voti anche studiando solo il giorno prima.

All’università il Metodo è un po’ diverso, ma lo spirito


deve essere uguale!

Riappropriati del piacere di rischiare.

Mal che ti vada ti sarai fatto 2 settimane di Palestra sul


Metodo di Studio, i cui benefici ti aiuteranno negli esami
successivi.

Non c’è mai limite all’Imparare perché la Crescita è un


processo continuo.

Non si diventa Messi per poi restare Messi per sempre.


(Ragazze perdonatemi l’esempio calcistico 😜 )

Anche lui, che è un fenomeno, ha bisogno di allenarsi


per avere successo, come tu hai bisogno di fare pratica
per migliorarti.

Questo è tutto.

Tutto il resto sono chiacchiere inutili.

Ora rilassati e dai il tempo a queste parole di


sedimentare dentro te.

428
Alcuni concetti li avrai capiti a livello cognitivo, ma ci
metterai mesi, forse anni a capirli anche a livello
emotivo, e a farli entrare dentro te.

Ma va bene così, puoi rileggerli quando vuoi. 




Qualsiasi problema ti capiti, impara a diventare più
grande del problema, è il solo modo per risolverlo e per
avere una Vita pienamente Felice.

Rileggi queste pagine ogni volta che senti di doverlo fare,


come ti ho spiegato all’inizio del capitolo

LA VITA È UN’ESPERIENZA
Qualsiasi cosa succeda DATTI AL 100%.

Non rinunciare.

Non ti risparmiare.

Dico sempre ai miei Studenti:

Se hai un dubbio fermati. Se hai paura fallo!

Molto meglio avere rimorsi che rimpianti, meglio dire


“avrei fatto diversamente” che:

“Ah se avessi preso quel volo. Se fossi andato da quella ragazza.


Se avessi dato quell’esame quel giorno.”

Altrimenti ti troverai a vivere facendo esperienze di


seconda mano.

429
Agendo in base a quello che gli altri ti dicono e non in
base quello che tu senti davvero.

Ma la vita non è ascoltare le storie degli altri.

La vita è scrivere la tua storia.

Quindi prendi la tua penna e comincia a scrivere quando


vuoi!

Non è mai troppo tardi, non importa quanti anni hai, o
quanti soldi hai, o quanto ti senti in ansia davanti ai
problemi.

La vita è un’esperienza, comincia quando vuoi.

Bene, io ho finito.

Hai preso la tua penna?

Non sto scherzando, prendi una penna e un foglio


bianco. 


Quello che segue è un esercizio che do alla fine dei miei
corsi. Serve a crearti un ricordo di te e mandarlo ad un te
che non ancora esiste.

Prendi un foglio bianco e metti in alto come titolo:

LETTERA A TE STESSO

Scriviti una lettera che leggerai da qui a un anno, cinque


anni, dieci anni, indirizzala alla persona che vuoi
diventare.

430
Mettici data, firma, e poi conservala in un posto sicuro.

È il tuo momento per te, nessuno ti giudica, nessuno ti


controlla.

Prenditi tutto il tempo che ti serve, come colonna sonora


consiglio la colonna sonora del film: Forrest Gump

E già che ci sei, stasera, guardati anche il Film FORREST


GUMP, ti aiuterà a capire che la vita è veramente
un’esperienza incredibile se non ti fai troppe pippe
mentali e ti dai la possibilità di viverla

Ok, adesso basta ho parlato anche troppo.

Prendi quel foglio, quella penna e comincia a scrivere.

Come sempre non dire “poi lo faccio...”, che poi lo


sappiamo entrambi non lo fai più. Fallo adesso

La vita è adesso.

431
PER PROSEGUIRE IL VIAGGIO 

INSIEME A NOI
Bene, io ti assicuro che ti abbiamo dato tutto quello che
potevamo darti e che potesse essere contenuto in un
libro, adesso ti dico un po’ di modi per proseguire, se
vuoi, il percorso di formazione insieme.

E poi ti faccio qualche altro regalino che ho tenuto alla


fine… 😊

Allora innanzitutto puoi iscriverti, se non lo sei già al


nostro Gruppo Facebook, dove pubblichiamo gratui-
tamente un sacco di contenuti formativi sul Metodo
Universitario, il gruppo si chiama:


STUDENTI DI SUCCESSO


Eccoti il link

https://www.facebook.com/groups/
metodo.universitario/

Se ti fa piacere, puoi pubblicare anche una recensione o


una semplice foto di te con il libro sul nostro gruppo.

Come dico molte volte: GLI STUDENTI CREDONO


MOLTO PIÙ A TE CHE A NOI.

Per quanto cerchiamo di essere veri e autentici, questo è


il nostro lavoro e ci guadagniamo, e questo soprattutto
in Italia è visto come una cosa sbagliata!
432
Quindi se pensi che possa aiutare altri studenti, dicci
cosa ne pensi sul nostro gruppo.

Usa parole semplici possibilmente, ti basta dire:

LORO: 

(Andrea Acconcia e Giuseppe Moriello)

CON QUESTO LIBRO:



(Titolo del libro)

HANNO RISOLTO QUESTO MIO PROBLEMA o 



MI HANNO AIUTATO A FARE QUESTA COSA...

Usa parole semplici, e mettici il cuore, le parole verranno


da sé.

Prima di salutarci voglio ricordarti del regalo che


vogliamo farti.

A te che hai acquistato questa copia abbiamo


riservato un Bonus speciale.

Vai su questo Link per riceverlo adesso!

www.metodouniversitario.it/bonusbibbia

Detto questo ci sono altri 2 regali che abbiamo preparato


per te.

Penso che una persona sia anche l’insieme dei libri che
ha letto e dei film che ha visto...

Quindi ti ho preparato una LISTA 🙂

433
La lista di tutti i film che ho visto e dei libri che ho letto
e che mi hanno aiutato a diventare la persona che sono. 

Per citare Oscar Schindler nel film “Schindler’s List”: LA
LISTA È LA VITA 🙂

Questa lista penso sia il regalo più bello che posso farti,
perché i regali più belli sono quelli che aiutano le
persone a crescere.

Ci ho messo sia dei film profondi che dei film leggeri


perché ho imparato che nella vita ci vogliono entrambe le
cose.

Non mi piacciono le persone superficiali, ma nemmeno


quelli che non riescono a farsi una risata parlando di una
qualsiasi fesseria.

Se leggerai e vedrai anche solo la metà dei Libri e Film


che ti consiglio, e soprattutto ti farai guidare da quei
valori e da quei principi nella tua vita ti GARANTISCO
che diventerai una persona diversa!

434
I 15 FILM CHE DEVI VEDERE
ASSOLUTAMENTE!
(e che ti renderanno una persona migliore)

(Se sei a metà tra


l’incazzatura per la società
in cui viviamo e la voglia di
cambiare il mondo)

1. Man on fire - il fuoco della vendetta (E tutti quelli


con Denzel Washington)

2. Rocky IV (ma io direi un po' tutti i Rocky)

3. La meglio gioventù (e tutti quelli di Marco Tullio


Giordana)

4. Batman il Cavaliere Oscuro (E tutti quelli di quel


genio che è Christopher Nolan)

5. Into The Wild (ispirato alla vera storia di


Christopher McCandless )

(Se sei in cerca di una visione diversa dell’educazione e/o


della spiritualità)

5. Il pianeta verde

6. The Social Network

435
7. An education

8. L’attimo Fuggente

9. Patch Adams

10. Forrest Gump

(Se vuoi ridere a crepapelle e avere un profondo senso di


leggerezza interiore)

11. Il ciclone (e tutti quelli di Pieraccioni, soprattutto


quelli dei primi anni)

12. Gli stagisti (e tutti quelli di Owen Wilson e Vince


Vaughn)

13. Rush Hour 2 (e tutti quelli con Jackie Chan e Chris


Tucker)

14. Sole a catinelle (e tutti i film di Checco Zalone)

15. 32 Dicembre (e tutti quelli di Luciano De Crescenzo


- che è riuscito come pochi a sdoganare la Filosofia
dai paroloni dei libri e a spiegarla in termini
semplici).

436
I 19 LIBRI CHE DEVI LEGGERE
ASSOLUTAMENTE!
(E che ti renderanno una persona migliore)
Inizio per dovere di cronaca con
uno degli autori già citato più volte
nel libro:

1.30 e Lode senza Studiare


(Lorenzo Ait)

2.La rivoluzione dei Precari


(Lorenzo Ait)

3. Idiozie Genaili (Lorenzo Ait)

4. Start Up in 21 Giorni (Lorenzo Ait)

Ti ho citato quelli più importanti per me, ma io ti


consiglio di leggerli TUTTI. 

Ti terranno attaccati alla pagina dal primo all’ultimo
capitolo, garantito!

Poi, facciamo un passo indietro, questi sono i primi libri


che mi hanno aiutato a trovare la forza per andarmene
dal mio paese e per iniziare a scavare verso la persona
che volevo diventare (e che ancora non conoscevo)

5. È una vita che ti aspetto (Fabio Volo)

6. Un posto nel mondo (Fabio Volo)

437
7. Il giorno in più (Fabio Volo)

Leggermente più complesso ma sempre sull’idea di tirare


fuori l’opera d’arte che c’è in te, e nel frattempo magari
imparare ad amarti e ad amare:

8. Ricominciare da se (OSHO)

9. Con te e senza di te (OSHO)

e molti altri dello stesso autore.

Come formazione e crescita personale:

10. Come Migliorare il Proprio Stato Mentale, Fisico,


Finanziario (Antony Robbins)

11. Come Ottenere il Meglio da Sé e dagli Altri


(Antony Robbins)

Per iniziare a capire qualcosa sul denaro e su come


imparare a gestirlo invece che esserne schiavo, non
possono mancare i due best seller, uno italiano e l’altro
mondiale

12. I soldi fanno la Felicità (Alfio Bardolla)

13. Padre Ricco Padre Povero (Robert Kiyosaki)

Per capire come imparare a vendere senza dover più


insistere con le persone né dire cose non vere:

14. Vendere fa schifo se non sai come farlo (Frank


Merenda)

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E per finire ti cito l’ultimo dei miei maestri che può
guidarti in una crescita spirituale oltre che personale, in
questi libri troverai risposte a delle domande che l’uomo
si da da secoli, in alcuni casi da millenni:

15. Officina Alkemica (Salvatore Brizzi)

16. La porta del Mago (Salvatore Brizzi)

17. Risveglio (Salvatore Brizzi)

18. Il libro di Draco Daatson (Salvatore Brizzi)

19. Il libro di Draco Daatson - Il regno del fuoco


(Salvatore Brizzi)

ma anche in questo caso puoi tranquillamente leggere


tutti i libri dello stesso autore 😄

Grazie per averci dato fiducia, non vediamo l’ora di


conoscerti di persona in qualche corso o seminario, e nel
frattempo:

FAI DELLA TUA VITA UN CAPOLAVORO!

Facciamo il tifo per te qualsiasi cosa tu scelga di fare! 



Un abbraccio!

Andrea e Giuseppe

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