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COMPETENZE DI SCRITTURA

Arrivato il momento della spedizione come ogni anno, decisi che sarei andato anche io per il
sacrificio al Minotauro, giurando a mio padre che ne sarei tornato vincente. E se così fosse stato
avrei alzato la vela bianca della nave, al posto di quella nera dell’andata. Salii sulla nave con le sette
fanciulle e i sette ragazzi. Arrivato a Creta, conobbi una fanciulla bellissima di nome Arianna, che
era la figlia del re di Creta, Minosse; fu esso che fece costruire il labirinto. Ebbi la fortuna che
anch’essa si innamorò di me e mi aiutò a uscire fuori da quel che poi scoprii fosse un labirinto.
Arrivato lì davanti, non nascondo che ero un po’ agitato, ma allo stesso tempo ero orgoglioso di me
stesso, e una parte di me mi diceva che ce l’avrei fatta. E fu così che, grazie all’aiuto di Arianna,
che chiese aiuto a Dedalo, che aveva costruito il labirinto, di svelarle la via d’uscita e dietro suo
consiglio mi donò un gomitolo di lana che avrai dovuto srotolare durante tutto il tragitto, e una
spada avvelenata che avrei potuto usare per difendermi contro il Minotauro e se ci sarei riuscito,
addirittura ad ucciderlo. Questo senza dubbio mi ha dato un senso di sicurezza in più. Iniziammo a
camminare lungo questo corridoio, queste alte mura che non finivano mai, senza mai trovare una
fine. C’erano numerose stanze e gallerie infinite, che si intrecciavano tra di loro. Sentivamo degli
strani rumori provenire da ogni parte del territorio in cui stavamo camminando, ma senza farci
prendere dallo spavento, continuammo per molto tempo, e nel frattempo continuavo a srotolare la
lana come avevo promesso alla mia amata Arianna, ma non riuscivamo a trovare neanche una via
d’uscita. Questo senza dubbio mi metteva paura perché pensavo che non saremmo mai più usciti
vivi da lì, l’unica cosa che mi faceva continuare e non mi faceva abbattere era Arianna e l’amore
che provavo per lei, e il pensiero che una volta usciti da lì l’avrei presa in sposa, come detto dal
giuramento che le avevo fatto prima di entrare. Ed è a questo punto che capii che queste mura alte
che non avevano nessuna uscita, facevano parte di un grande labirinto, e che, da qualche parte
nascosto in quel labirinto avremmo trovato il nostro mostro. I corridoi continuavano, mettevano
ansia e paura perché girando l’angolo potevamo trovare il mostro, quindi stavamo tutti attenti. Ed è
proprio così che trovammo il Minotauro, girammo l’angolo ed eccolo lì che ci aspettava, pronto a
sbranarci. Era una creatura orribile, con il corpo da umano e la testa da toro, infatti era nato
dall’amore della regina Pasifae per un toro. Il mostro non aspettò neanche un istante che era subito
pronto ad attaccarci. Noi iniziammo a scappare il più veloce possibile, ma senza dubbio lui iniziò a
prenderci uno ad uno. Arrivò anche il mio turno, si avvicinò a me e senza nessuna pietà, stava per
sbranarmi. Allora, in quel momento presi coraggio, anche se non so come io abbia fatto, e mi
ricordai che la spada di Arianna mi avrebbe aiutato, allora la presi velocemente e cercai di
difendermi. In quegli istanti credevo che non ce l’avrei fatta, ma non so come, in qualche modo
sono riuscito a ucciderlo, il terribile Minotauro, che in ogni spedizione aveva ucciso tutti quei
ragazzi. A quel punto non mi restava che seguire il filo srotolato durante il tragitto di andata, così da
arrivare all’uscita sano e salvo. Non nascondo che ero felice, perché dopo tanto tempo qualcuno era
riuscito ad ucciderlo e così nessun altro doveva sacrificarsi e morire. Arrivato all’uscita trovai la
mia bellissima Arianna ad aspettarmi, pronti a scappare insieme e come le avevo promesso,
prendendola in sposa. Purtroppo e con gran dispiacere mi dimenticai di alzare la vela bianca e così
mio padre vedendo in lontananza la nave, che tornava con la vela nera alzata, distrutto dal dolore di
aver perso un figlio, si buttò in mare uccidendosi.

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