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La puzza di zolfo presente nell’aria era ancora molto ginocchio sempre stringendosi la spalla.

Ora ricorda-
forte. Nella radura non c’era più traccia d’erba sul va. La nebbia presente fino a poco fa nella sua testa si
suolo, ma solo una distesa di terra consumata dal diradò e tornò lucido. I ricordi degli ultimi eventi gli
fuoco, alcune carcasse ancora fumanti erano sparse in tornarono in mente: si trovava lì in mezzo alle foreste
giro. Gli alberi che la circondavano erano tutti carbo- al di là delle montagne nere nelle terre dei pelleverde
nizzati, sebbene la radura misurasse un diametro di e degli ogre. Aveva intrapreso questo viaggio per rag-
circa cento metri. Una fitta pioggia stava cadendo, la giungere le zone da quella parte del mondo, il Cathay
stessa che aveva spento l’incendio che altrimenti a- e il Nippon, dopo averne sentito parlare dal suo ami-
vrebbe rischiato di bruciare l’intera foresta. co Lee Chen e delle sue fantastiche terre.
Una trentina di metri all’interno nella foresta, rannic- Sapeva che il viaggio sarebbe stato tutt’altro che co-
chiata sotto ad un albero, una figura avvolta in un modo e sicuro. Attraversare le montagne ai confini
mantello di lana rossa stava cercando riparo, ma con del mondo incolumi era già ardua, ma, oltrepassare
scarso successo. Teneva le gambe contro il petto e la anche le pianure che si estendevano al di là della cate-
testa appoggiata alle ginocchia, vicino ai sui piedi nel na montuosa era un viaggio assai difficoltoso. Ma lui
fango si trovava un bastone e poco più in la piantata dopo aver girovagato e visitato più di mezzo mondo
nel terreno una spada. La figura tremava dal freddo e, aveva deciso di incamminarsi lo stesso verso quelle
sebbene al riparo dalla pioggia battente, le gocce fil- terre esotiche. Ovviamente non era partito solo, ma
travano attraverso i fitti rami e gli finivano addosso con cinque altri uomini, i quali ora erano morti tutti.
bagnandolo, ma non si mosse da lì. Si rialzò, impugnò la spada e non senza fatica la pulì
Passarono svariate ore prima che si muovesse. La per poi rinfoderarla, fatto ciò prese il bastone con cui
pioggia aveva smesso di cadere da poco ed un pallido si aiutava a camminare e s’incamminò verso la radura.
sole era spuntato attraverso le nubi grigie. La figura Il paesaggio era triste, poteva sentire ancora la magia
spostò la mantella e si alzò in piedi. Indossava una che aleggiava intorno a lui in quel luogo, nulla era
tunica rossa dell’ordine dei maghi splendenti. La ve- rimasto vivo dopo che aveva usato la magia più po-
ste sembrava nuova, come appena comprata, e, a par- tente che aveva a disposizione, nessuno tranne lui.
te il fango attaccatosi, non mostrava segni d’usura. La scena gli tornò vivida come se la stesse rivivendo;
Sul fianco sinistro portava un fodero per una spada, il lui e i suoi cinque compagni erano sbucati in questa
quale lasciava presagire che la impugnasse con la ma- radura inseguiti da tre ogre. Credevano di averli semi-
no destra, ma la manica destra gli penzolava inerme nati e si diedero un attimo di respiro dopo la lunga
lungo il lato. Si guardò in torno con sguardo perso corsa attraverso la foresta. Ma non li avevano affatto
malfermo sulle gambe. Raccolse il bastone con la ma- seminati, anzi erano poco più di una decina di metri
no sinistra e ci si appoggiò con forza per non essere dietro loro. Fecero per scappare in avanti ma dal limi-
travolto dalle vertiggini. Fece un paio di passi in dire- tare della radura sbucarono altri due ogre e dai lati ne
zione dalla spada come se la volesse prendere con il saltarono fuori altri tre per parte: erano circondati da
braccio mancante, come se non si fosse accorto della undici ogre. Se non altro erano tutti d’accordo sul
mancanza dell’arto. Solo alcuni minuti dopo non ca- fatto che avrebbero venduto cara la pelle, e così fu.
pendo perché non riusciva a prendere la spada guar- In un attimo i nemici gli furono addosso, le armi coz-
dò verso dove avrebbe dovuto esserci il braccio sini- zarono con violenza ma ci misero poco, gli ogre, a far
stro, ma non vi era null'altro se non la tunica mossa valere la loro forza bruta e la loro spietatezza. Ben
dal vento. Nel vedere quella mancanza lasciò andare presto, solo il mago fu ancora in piedi, non senza va-
il bastone e con la mano sinistra cominciò a tastarsi la rie ferite sparse per il corpo e così decise di giocarsi la
spalla come se non credesse a ciò che vedeva. Un carta migliore del suo mazzo. Radunò in fretta tutta
urlo di rabbia gli uscì dalla gola e si lasciò cadere in l’energia arcana che poté, la sua figura cominciò ad

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illuminarsi di un rosso acceso il che lasciò i mostri <<Maestro, non credevo possibile risentirla. Si in-
un attimo esitanti, attimi preziosi in cui il mago attin- somma, quindici anni fa lei è stato strappato dal mio
se ancora più energia dai venti della magia e, quando corpo insieme al guanto e al mio braccio>> il mago
fu al culmine della potenza, scagliò il suo incantesi- stava riacquistando la sua compostezza
mo. <<Quella sera, prima che il mio guanto venisse rimosso,
La terra cominciò a bruciare e ad arroventarsi come insieme al tuo braccio, riuscii a trasferire parte della mia co-
se fosse lava, zampilli di fuoco fuoriuscivano dal ter- scienza in te, solo che l’artefatto che ti misero dopo agì come
reno sciogliendo tutto ciò che toccavano. Sembrava un sigillo sulla mia volontà, fino ad oggi. Chi l’avrebbe mai
che l’inferno si fosse scatenato in quella radura, il detto che un ogre sarebbe stato utile>> la voce proruppe
mago sembrava fosse fatto di lava liquida e non si in una risata poi continuò <<ora che son tornato da te
muoveva, concentrato com’era a tenere attivo ho in mente un paio di progetti>>
l’incantesimo, incantesimo che stava rapidamente <<Se sarà nei miei poteri lo farò>> rispose il ma-
togliendogli le forze. L’incantesimo cessò brusca- go serio e attento alle parole del suo maestro
mente quando il mago venne distratto da un dolore <<Bene bene. Per cominciare sarà necessario recuperare le
acuto alla spalla destra: la scure di uno di quei mostri mie forze al massimo e per farlo bisogna ritornare nell’impero.
aveva tagliato di netto il braccio nel medesimo istan- Però per andarcene da qui ci servirà una scorta, in quindici
te in cui uno getto di lava travolgeva quest’ultimo anni il tuo potere è aumentato notevolmente, ma in queste
riducendolo in una carcassa abbrustolita. terre non si sa cosa aspettarsi. Ora impara bene questo truc-
Poi come si mise al riparo degli alberi non lo ricorda- chetto, potrebbe tornarti utile in altre occasioni>>
va, dopo il dolore acuto al braccio ricordava I venti della magia cominciarono a turbinare intorno
un’oscurità fitta tutto intorno a lui e poi nulla fino a al mago, dalla sua bocca fuoriuscì una voce che non
quando non riprese i sensi. apparteneva ne a lui ne a questo mondo, ma piutto-
<<Finalmente ti sei svegliato, la passeggiata ti ha fatto sto al mondo dei morti ed era da li che la sua magia
bene?>> una voce ruppe il silenzio, il mago si diede stava facendo effetto.
una rapida occhiata in giro con il bastone pronto e Nella radura tutti i corpi bruciati cominciarono a tre-
un incantesimo sulla punta della lingua da scagliare la mare e a sbriciolarsi e scheletri dalle bianche ossa
minimo segnale di pericolo. uscirono da quei resti carbonizzati e cominciarono
<<Che è questa maniera minacciosa?>> il mago sentiva ad avvicinarsi al mago. Giunti ad una decina di passi
la voce nitidamente ma nel raggio di venti metri non da lui si inchinarono.
c’era niente di vivo, eppure quella voce lui la cono- <<Questo è il principio del nostro esercito, e ti ubbidiranno
sceva, ma non riusciva a dargli un nome o un corpo. senza obbiezione alcuna>> la voce era soddisfatta di sé.
<<Inutile che ti guardi in giro mortale>> uno sguardo <<Molto bene allora, in marcia sacchi d’ossa, si
di stupore passò sul volto incredulo del mago, ora torna nell’impero>>.
aveva riconosciuto la voce
<<Sono passati quindici anni e non ti ricordi già più di
me? Non ricordavo che la mente mortale fosse così debole>>
la voce proveniva da dentro di lui.

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Il sole era sorto da poco più di un paio d’ore. I raggi uno>> risuonò calma la voce nella sua testa.
obliqui oltrepassavano la foschia formatasi durante la <<Del fatto che sono coraggiosi, o meglio, che non
notte e colpivano le ossa degli scheletri, trasforman- provano paura e che difenderanno la loro posizione
do tutta la scena in una sorta di macabra illusione. fino alla distruzione non lo metto in dubbio. Se fossi-
Per alcuni minuti nessun suono ruppe il silenzio che mo attaccati da un gruppo con una forza di dieci
si era venuto a creare li, dove fino a poco fa un grup- contro uno però, mi preoccuperei di tutt’altro>> la
po d’orchi si era scontrato con il gruppo di scheletri voce del mago faceva trapelare del nervosismo: non
del mago splendente e aveva avuto la peggio. Ciò che sarebbe stato difficile trovare un gruppo molto più
ruppe il silenzio furono le parole dell’incantesimo numeroso del suo e lo fece notare al suo maestro.
pronunciate dallo stesso mago che squarciarono il <<In quel caso assicurati di riuscire a scappare mentre i tuoi
velo stesso della vita, riportando in una sorta di non scheletri li tengono occupati. Da qui alle montagne non manca
vita i corpi deceduti dei suoi nemici sottoforma di poi molto>>
scheletri. Facile a dirlo, ma difficile a farlo
<<Hai imparato bene Rodgar>> <<Inoltre non potrò combattere neanche al massi-
I cadaveri si stavano sgretolando, rivelando le bian- mo delle mie forze. Potrò contare esclusivamente
che ossa di uno scheletro le quali, ad un cenno del solo sulla magia, la spada mi è inservibile senza il
mago, si alzavano e si univano al suo piccolo esercito. braccio destro. E ad essere pignoli senza un braccio
<<Con un maestro come te..>> rispose il mago incanalare i venti e manipolarli è più difficile>> fece
guardandosi intorno <<..sarei uno stupido a non im- notare Rodgar.
parare>>. Poteva rispondere al suo maestro anche Nel combattere solo con la magia non avrebbe avuto
solo pensando. Ma lì, in mezzo al nulla, circondato problemi, era un mago d’alto livello, ma la magia
da scheletri, preferiva parlare che pensare e basta. stancava e una buona lama fra lui e il suo nemico non
Parlare gli dava un senso di compagnia e lo aiutava a avrebbe guastato.
distrarsi. La risposta arrivò dopo alcuni minuti di silenzio.
Erano stati attaccati per l’ennesima volta, da quando <<A quello si può rimediare, non ci avevo pensato alla tua
era ripartito per tornare nell’impero, da un piccolo menomazione. Ma visto che qui non ci sono esseri umani ti
gruppo di pelleverde e per l’ennesima volta il suo pic- dovrai accontentare di un paio d’ossa>>
colo esercito aveva guadagnato una vittoria con le <<Che vuoi dire?>> Rodgar era curioso delle paro-
minime perdite, e di conseguenza i suoi scheletri di- le del maestro
ventavano sempre più numerosi. La voce crebbe in una risata roca, carica di malignità
Ora il suo mal messo esercito contava circa cinquanta <<A volte sei proprio un ingenuo. Vuol dire che ti donerò
guerrieri. I suoi spostamenti certamente non sarebbe- un braccio provvisorio, fin quando non troveremo di meglio.
ro passati inosservati e non molto tardi avrebbe atti- Ma qui non c’è di meglio e ti dovrai accontentare di un braccio
rato su di se lo sguardo di qualche capo pelleverde. d’ossa, come i tuoi schiavi qui presenti>>
<<Se dovessimo incontrare un capo orco con la Il sole stava quasi tramontando, erano in viaggio dalla
sua banda al completo non so se il nostro sganghera- mattina e avevano marciato senza sosta tutto il gior-
to esercito potrà avere la meglio>> disse preoccupa- no, fermandosi solo quando il mago dovette tessere
to Rodgar. Il suo sguardo vagava velocemente da una l’incantesimo che gli permise di riavere un braccio
parte all’altra, per essere pronto nel caso qualcosa li destro, scheletrico ma pur sempre un braccio. Ci mi-
attaccasse. Si trovava al centro della sua armata e o- se un po’ ad abituarsi al nuovo arto e percorse più di
vunque si girasse vedeva scheletri, armati con spade mezza giornata di cammino esercitandosi con la spa-
lance e mazze, prese dai corpi da cui erano usciti. da.
<<Tranquillo. Fino ad ora si sono comportati bene, certa- Gli scheletri non erano stanchi, loro non concepiva-
mente non indietreggeranno, anche se fossimo sotto di dieci a no la stanchezza, ma Rodgar non ce la faceva più, i

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suoi piedi erano tutto un dolore, doveva riposarsi proveniva da ogni lato, ma solo dall’interno della
fino alla mattina seguente, altrimenti sarebbe crolla- foresta, da ovest.
to. Rodgar fece uscire gli scheletri allo scoperto sulla
Trovarono un posto dove accamparsi, appena radura; se proprio si doveva combattere preferiva a
all’interno di una foresta, vicino ad un piccolo cor- campo aperto, non si sapeva mai che sorprese aves-
so d’acqua, dove si rinfrescò. Ebbe la piacevole sero loro riservato la dentro. Si allontanarono di
scoperta che il risveglio del suo maestro in lui aveva circa una cinquantina di metri da dove cominciava-
portato dei cambiamenti esteriori. Infatti notò dal no i primi alberi e li fece schierare, mentre lui stette
suo riflesso nell’acqua che i suoi lineamenti erano più vicino.
diventati più giovanili, ora non dimostrava più i Aveva già in mente un mezzo piano per riuscire a
suoi quarant’anni passati ma quasi trenta. cavarsela, portando con se la sua scorta. Se tutto
Per la terza notte a fila dormì fra le radici di un al- fosse filato come doveva chiunque si trovasse den-
bero, mentre i suoi scheletri facevano la guardia tro la foresta non lo avrebbe preso.
intorno a lui. Si addormentò cullato dal suono Alcuni movimenti sul limitare della foresta attiraro-
d’ossa che scricchiolavano, sapeva che se fosse suc- no la sua attenzione. Senza pensarci troppo, con
cesso qualcosa sarebbe stato avvertito. rapidi gesti, richiamò i venti della magia. Riusciva a
Per la terza notte a fila, da quando la volontà del distinguere le figure ora: orchi e goblin. Non ebbe
suo maestro si era risvegliata dentro di lui, sognò di nessuna esitazione e mentre finiva di pronunciare
tempi lontani, quando la civiltà di Nehekhara era l’incantesimo puntò un dito verso un lato del mar-
fiorente. Un deserto si estendeva a perdita gine della foresta. In quel punto un muro di fiam-
d’occhio, tutto il regno era in pace, non si combat- me si alzò, spostò il dito verso l’altro lato e il muro
tevano fra loro in inutili guerre, ma si costruivano si estese davanti ai primi alberi, creando una barrie-
grandi edifici, tutti dediti a un solo sovrano che e- ra di fiamme vive fra lui e i pelleverde. I primi ad
stendeva la sua volontà su quelle terre. essere usciti dalla foresta presero fuoco, un paio
Un suono innaturale lo riportò bruscamente alla corsero ancora per una decina di metri per poi crol-
realtà, strappandolo dal riposo e interrompendo il lare a terra ancora infuocati, gli altri tornarono den-
suo sogno di pace, riportandolo in un mondo di tro la foresta.
guerra e caos. Si alzò di scatto, prese il bastone, che I pelleverde, non aspettandosi una mossa del gene-
teneva sempre a portata di mano quando dormiva e re, si fermarono incerti e rabbiosi, senza però pro-
si mise in posa di guardia. Cercò di scrutare intorno vare ad oltrepassare il muro di fiamme, vista la mi-
a lui. Sebbene il sole stava sorgendo ad est, nella sera fine fatta dai loro compagni.
foresta regnava ancora il buio più assoluto. Era in Rodgar ebbe un moto di felicità, sapeva che questo
momenti come questo che gli sarebbe piaciuto ave- trucchetto non avrebbe fermato troppo a lungo
re la stessa vista dei nani o degli elfi, capaci di pene- quei mostri, doveva filarsela subito. Raggiunse i
trare le ombre e distinguere i particolari. Chissà se suoi scheletri e li fece avanzare verso nord, verso
anche i pelleverde potevano vedere nel buio. un’altra parte della foresta, voleva nascondersi e
Stette in ascolto e in pochi istanti riconobbe il suo- voleva farlo il più velocemente possibile.
no: rulli di tamburi. Che li avessero trovati gli or- Non avevano fatto che poche decine di metri che
chi? ad est si levò un altro suono di tamburi, Rodgar
<<Maledizione>> il mago imprecò a denti stretti diede un’occhiata e vide una banda di pelleverde
mentre la sua mente correva veloce alla ricerca di uscire dalla foresta correndo. Guardò in direzione
una soluzione. Il suono arrivava da ogni direzione del muro di fiamme e notò che alcuni avevano az-
ed era impossibile distinguere il lato da cui proveni- zardato ad oltrepassarlo e stavano puntando nella
va. loro direzione pieni di rabbia.
Il suono aumentò di volume. Di una cosa il mago <<Non va affatto bene>> mormorò il mago
era sicuro: da ovunque arrivasse il suono, questo si Fece fermare gli scheletri e richiamò i venti della
stava avvicinando a loro. magia. Avrebbe provato a guadagnare tempo. In
Fece addentrare i suoi scheletri più dentro la foresta caso contrario sarebbe scappato lasciando gli sche-
e lì, immobile fra loro, non poté fare altro che a- letri a combattere. Nel richiamare a sé i venti trovò
spettare e vedere, magari non li avrebbero trovati, un ostacolo, probabilmente uno sciamano li aveva
ma dubitava di quest’ipotesi. già chiamati a se. Non gli rimase altra scelta che
Il suono si avvicinò ancora maggiormente e ad un usare il potere contenuto nel bastone, una riserva
certo punto s’interruppe. Ci fu una pausa e il suono che teneva come risorsa d’emergenza. Cominciò
riprese, ma con un ritmo diverso e stavolta non quindi ad attingere potere e presto un altro muro di

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fuoco si formò. fra le varie bande, quando non erano impegnate in
Ma stavolta ebbe poco successo, gli orchi già in altri conflitti, e lui con sua somma sfortuna c’era
carica lo oltrepassarono, con qualche bruciatura ma finito in mezzo. In fondo gli orchi avevano la guer-
interi, solo pochi perirono fra le fiamme. ra nel sangue.
<<Due volte maledizione>> <<Proprio una giornata fortunata vedo>> sospi-
Era lì, in mezzo ad una radura, gli alberi più vicini rò il mago, mentre si defilava fra gli alberi seguito
dove poteva trovare una via di fuga si trovavano ad dai suoi servi scheletrici.
una cinquantina di metri, da ambo i lati c’erano or- Un movimento improvviso attirò la sua attenzione
chi, e sicuramente non volevano solo fare una verso sinistra e solo grazie ai suoi rapidi riflessi si
chiacchierata. La sua mente galoppava frenetica- abbassò e riuscì ad evitare la lama di una scure. Me-
mente alla ricerca di una possibile soluzione a que- no fortuna ebbe lo scheletro che si trovava proprio
sta assurda situazione, il panico era alle porte della dietro a lui e che fu decapitato al posto del mago.
sua mente e rischiava di sommergerlo, s’impose di Con la stessa rapidità che gli aveva salvato la vita, il
rimanere calmo. mago appoggiò la punta del bastone sul fianco del
<<Perché non me ne sono rimasto nell’impero? pelleverde che aveva sferrato l’attacco e bastò una
Avrei potuto fare una bella vita lì. Invece no!! Sem- sola parola per far partire dall’estremità, un globo di
pre in cerca d’avventure>> sbottò il mago. fulmine che si portò via mezzo torace della bestia,
Non c’era soluzione se non sacrificare gli scheletri, la quale morì sul colpo.
li fece schierare su due file, una a destra e una a si- Si rimise in piedi e controllò la situazione. Vedeva
nistra, venti per ognuna e i restanti dieci li tenne diversi orchi fra gli alberi e sperava nessun’altro
con se, con questa formazione si diresse verso gli nascosto alla sua vista dalla vegetazione. Sarebbe
alberi il più velocemente possibile. stato inutile combattere, anche ammesso che li
L’aumento del volume delle urla di guerra e dei vari sconfiggessero avrebbero perso tempo e altri orchi
grugniti, gli fecero capire che gli orchi erano a po- sarebbero arrivati, e poi altri. Meglio filarsela. La-
chi metri dai suoi scheletri, sperava solo che avreb- sciò quindi tre scheletri e se ne andò con gli altri;
bero resistito alla prima carica. con un po’ di fortuna li avrebbero fermati abba-
Ormai solo una decina di metri lo separava dalla stanza tempo. Ma la fortuna non sembrava girare
boscaglia quando sentì gli orchi scontrarsi con i dalla sua parte oggi: dietro di lui sentiva sempre
suoi scheletri. La prima fila che fu impegnata in l’ansare e i grugniti di quei mostri.
battaglia fu quella di sinistra che sostenne la carica Corse per dieci minuti abbondanti dentro alla bo-
in una qualche maniera, la seconda invece crollò scaglia, schivando alberi e radici, per finire in un
sotto la carica di quegli spietati mostri. Rodgar si piccolo spiazzo fra gli alberi largo circa dieci metri,
diede un’occhiata indietro e vide la scena aveva leggermente distanziato gli inseguitori e i suoi
dell’impatto fra i due schieramenti. scheletri e ciò gli dava il tempo di preparare il cam-
Anche se la seconda fila non riuscì a fermare la ca- po di battaglia. Proprio questo piccolo spiazzo fra
rica la rallentò e diede il tempo al mago e ai pochi gli alberi gli aveva dato un’idea.
scheletri rimasti con lui di fuggire nella boscaglia, <<Al diavolo. Se devo morire voi verrete con
una volta all’interno si permise un altro sguardo me>> Cercò di urlare Rodgar, quasi senza fiato per
sulla scena, non si meravigliò quando la prima fila la corsa.
crollò sotto i colpi micidiali degli orchi. Prese il bastone con entrambe le mani e lo conficcò
Quest’ultimi superavano di circa tre ad uno i loro nel terreno più che poté, Rodgar mormorò alcune
avversari, forse anche di più e non fu difficile per parole e la terra, in risposta a quelle parole, prese a
quei pelleverde farsi strada attraverso quegli am- tremare per alcuni secondi,. Un’accecante luce blua-
massi di ossa, ciò che lo lasciò stupito fu vedere gli stra scaturì dal bastone. Quando si spense il basto-
orchi attaccarsi a loro volta senza pietà. ne era sparito e una leggera foschia ricopriva il ter-
Non volendo rischiare attinse di nuovo forza dal reno dello spiazzo entrando anche nella foresta cir-
bastone e un altro muro di fuoco si alzò, fra lui e gli costante.
orchi, sul limitare degli alberi. Il pensiero degli or- Estrasse la spada, pronto a combattere e a vendere
chi che combattevano fra di loro lo lasciò perples- cara la vita, se lui fosse morto molti nemici lo a-
so, un unico gruppo che durante l’attacco si uccida vrebbero seguito. La spada era totalmente fatta
a vicenda per sbaglio non lo convinceva. E se inve- d’argento, piccole scariche elettriche crepitavano e
ce si fosse trovato nel posto sbagliato nel momento danzavano sulla lama, senza però ferirne il posses-
sbagliato? Molto più probabile pensò il mago, non sore.
era certo raro che quelle bestie si facessero guerra Solo tre scheletri entrarono nello spiazzo, i restanti

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quattro erano stati distrutti dagl’orchi. I movimenti mirò appena sotto le costole, usò le dita come fosse
degli scheletri erano lenti, composti solo di ossa e un coltello e all’impatto con la pelle dell’orco riuscì
mossi dalla forza della magia non erano certamente a squarciarla ed entrare col braccio fino a raggiun-
agili quanto lo poteva essere un'uomo vivo. Il mago gere il cuore e quando lo ebbe raggiunto lo estirpò
sorrise perchè ciò significava che l’incantesimo ave- dal proprietario.
va avuto successo. Con estrema lentezza si dispose- Col cuore in una mano, che dava gli ultimi sussulti
ro di fronte al mago, che era al centro in posizione di vita, e una continua litania che gli usciva dalla
di difesa con la spada. Non erano arrivati ancora in bocca, avvolse una ciocca di capelli intorno al cuo-
posizione che il primo orco entrò nello spiazzo se- re, i quali al suo contatto e sollecitati
guito subito da un altro, anche i loro movimenti dall’incantesimo s’illuminarono e furono assorbiti
erano rallentati. all’interno dell'organo.
<<Bene>> un altro sorriso si formò sul viso del Fatto ciò il mago rimise il cuore nel corpo dell’orco
mago <<Questo spiazzo è troppo affollato, vedia- il quale tramite la magia che lo rallentava non era
mo di liberarci di questi ospiti indesiderati>> con ancora caduto inerme al suolo. Solo quando il cuo-
queste parole il mago si lanciò in avanti, i suoi mo- re fu di nuovo al suo posto, il rituale finì e con se la
vimenti non erano lenti e questo gli conferiva un litania. L’orco lentamente crollò al suolo mentre la
favorevole vantaggio. ferita al petto si stava rimarginando. Il mago aveva
Con due balzi si trovò di fronte al primo orco che il fiato corto e gocce di sudore imperlavano il suo
non si accorse di nulla, la spada penetrò nel suo viso, il rituale aveva chiesto il suo tributo e questo
torace e gli trafisse il cuore, scariche elettriche gli non gli permise di salvarsi dal colpo di uno degli
consumarono la carne e uno sgradevole odore di orchi. Anche se i movimenti dei suoi avversari era-
carne bruciata si levò nell’aria. no dimezzati l’impatto fu notevole, fu scagliato
<<Ma questo è uno spreco di carne. Il trucco di creare una contro un albero sul limitare dello spiazzo, il colpo
bolla di spazio distorto è stato brillante, ma ora è meglio se lo lasciò senza fiato per alcuni secondi. I due orchi
ti mostro qualche magia di vera negromanzia>> stavano avanzando decisi e furiosi, tutto il suo esse-
Un susseguirsi d’immagini attraversò la mente del re si sentiva stanco, doveva alzarsi ma il suo corpo
mago e gli fece capire cosa doveva fare per prepara- non gli ubbidiva, con un notevole sforzo si rimise
re ed effettuare la magia. Era un rituale, ma lui non in piedi e ordinò ai suoi scheletri di tenere occupato
aveva tempo per i preparativi, doveva fare le cose uno dei due orchi.
veloci altrimenti ci avrebbe rimesso la vita e con In mano stringeva ancora i suoi capelli, diede
l’aiuto del maestro sperava di non sbagliare niente. un’occhiata all’orco su cui aveva effettuato il rituale
Oltretutto l’incantesimo che aveva gettato su ma non si muoveva e imprecò. Decise di fare un
quell’area non sarebbe durato per sempre. altro tentativo ed eventualmente un altro ancora,
Fece alcuni passi indietro in modo da permettersi richiamò a se la magia e riprese la litania da capo,
più spazio ed ordinò agli scheletri di mettersi in di- non poteva sprecare energia con incantesimi minori
sparte, conficcò la spada nel terreno ed estrasse un quindi decise di disarmare l’avversario con le cattive
pugnale. Intanto altri due orchi entrarono nel rag- maniere. Cercò la spada con lo sguardo e la trovò
gio d’azione dell’incantesimo, mentre quello che era ancora la dove l’aveva piantata nel terreno, fece un
già all’interno si avvicinò maggiormente. rapido movimento aggirando gli orchi e raggiunse
Col pugnale si tagliò il codino per poi rimetterlo nel la spada che estrasse senza problemi e si mise in
fodero, guardò i capelli che aveva in mano e fece posizione d’offesa. I suoi scheletri avevano raggiun-
un rapido calcolo che avrebbe avuto quattro possi- to uno degli orchi mentre l’altro si diresse nella sua
bilità. direzione. Le parole riempivano l’aria e lui diresse il
Un gesto della mano e una parola fecero in modo suo attacco alla mano dell’avversario. Senza sforzo
che l’orco mollasse la presa sulla spada, fatto ciò la lama tranciò alcune, la presa sulla spada si allentò
cominciò a mormorare l’incantesimo e si scagliò e l’arma dell'orco cadde a terra. Rodgar, a sua vol-
verso il nemico. L’orco non si accorse di nulla e il ta, mollò a terra la spada e ripeté il rituale come a-
tutto accadde velocemente. Il mago si portò davan- veva fatto con l’altro orco. Tolse il cuore e gli av-
ti al nemico, il quale lo sovrastava in altezza e in volse una ciocca di capelli intorno, i quali furono
larghezza, e senza pensarci troppo, sempre conti- assorbiti, prima di rimetterlo al suo posto. Anche
nuando a recitare l’incantesimo, sferrò un colpo quest’orco crollò al suolo lentamente, anche in que-
con il braccio destro diretto al torso del mostro. sto caso non ci fu nessun cambiamento nell'orco,
Rodgar calcolò che la gabbia toracica di un orco ma il mago non ci fece caso, aveva la vista sfocata e
fosse più o meno come quella di un uomo, quindi respirava a fatica. Intanto l’ultimo orco aveva di-

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strutto tre dei quattro scheletri che stava fronteg- togliersi dalla traiettoria e ne fu schiacciato a terra
giando. Con esasperata forza di volontà Rodgar dal peso. Il mondo gli vorticò attorno, aveva spe-
decise che avrebbe provato un’ultima volta, aveva so troppe energie e ora la magia chiedeva il suo
calcolato che non sarebbe andato oltre i suoi limi- tributo. La vista gli si annebbiò e la mente gli si
ti, anche se l’avesse fatto un’altra volta. Riprese il chiuse, svenne sotto il corpo esanime dell’orco.
rituale dall’inizio e mentre l’orco era distratto Un ultimo turbinio di energia magica e
completò la preparazione per poi strappargli il un’abbagliante luce ruppero il silenzio, il bastone
cuore e avvolgergli i capelli intorno, poi lo rimise era ricomparso nel medesimo posto dove il mago
al suo posto. Nel cadere l’orco finì addosso al ma- lo aveva conficcato meno di dieci minuti prima.
go, il quale era troppo stanco e privo d’energie per

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Il sole splendeva alto, nessuna nuvola oscurava i permeava quel luogo insieme al potere della muta-
suoi raggi, tutto il territorio era illuminato e il cin- pietra, la quale, qui nel sottosuolo, la si poteva quasi
guettio degli uccelli era l’unico suono che accompa- sentire pulsare.
gnava quel bizzarro gruppo, formato da tre orchi e Nei tunnel regnava una penombra eterna e le uni-
un umano. Il mago dalle vesti rosse era in testa al che fonti d’illuminazione erano delle strane pietre
gruppo e i tre orchi lo seguivano silenziosi senza appese alle pareti che emettevano una tenue luce,
battere ciglio. sufficiente a mala pena per vedere dove si metteva-
Rodgar aveva passato le ultime settimane in compa- no i piedi. Un tempo, forse, quelle pietre illumina-
gnia di quei mostri, i quali lo seguivano e facevano vano quei corridoi e gallerie con sufficiente luce ma
quello che il mago chiedeva loro. Li aveva legati a ora la loro magia si stava esaurendo e con essa la
se con un rituale antico insegnatogli dal suo mae- luce.
stro. Il solo pensare a quando ciò era avvenuto lo <<Benvenuto a casa Rodgar. Benvenuto a Nagashiz-
lasciava senza fiato. Per mettere in atto il rito su zar>> la voce tuonò, ma stavolta non solo nella sua
tutti e tre i soggetti aveva usato una quantità di e- mente. La voce sembrava uscire dalle pareti stesse,
nergie superiori alle sue riserve e aveva quasi perso carica di una malignità senza pari, <<Erano secoli che
la vita, ma per pura fortuna era solo svenuto, aveva un essere vivente non metteva piede qui, sentiti onorato mor-
sbagliato a calcolare le sue riserve d’energia, un er- tale. Raggiungi il laboratorio centrale, ti guiderò io, la ti
rore che non avrebbe mai più dovuto commettere. spiegherò ogni cosa>> la voce non ammetteva repli-
Quando si era ripreso era l’alba e tre orchi erano lì che.
impalati che lo osservavano. Subito d’istinto cercò Il suo maestro lo guidò, attraverso un dedalo di
la sua spada e i venti della magia ma poi capì che se corridoi scavati nella roccia, fino a raggiungere il
fossero stati nemici lo avrebbero già ucciso. Fu feli- laboratorio centrale. Era una stanza rettangolare,
ce del fatto che il rituale fosse riuscito, almeno non lunga circa quindici metri e larga dieci, un tavolo
aveva rischiato la vita inutilmente. Di scheletri non era posizionato nel centro della stanza, fra due pila-
c’era più traccia. Se qualcuno fosse sopravvissuto lo stri che sorreggevano il soffitto.
avrebbe raggiunto, questo significava che erano Delle pietre uguali a quelle che si trovavano ovun-
stati tutti distrutti. que nei corridoi erano appese alle pareti e alle co-
Fu così che si mise in viaggio verso sud-est con i lonne, alcune erano spente, mentre le altre emette-
tre orchi. Grazie a loro evitò altre bande di orchi e vano la loro fioca luce illuminando la stanza quel
raggiunse le montagne che costeggiò verso sud, tanto che bastava. Alcuni scaffali erano collocati
fino alla sua meta. contro le pareti, molti erano rotti a causa del tem-
Ora era giunto a Monte Rotto, antico giacimento di po, frammenti di vetro erano sparsi per la stanza e
mutapietra e di laboratori sotterranei. Anche prima sul tavolo, come se qualcuno avesse rotto tutte le
di entrare nel dedalo di cunicoli si poteva sentire ampolle e gli alambicchi presenti nella stanza. Gli
che nelle profondità doveva esserci ancora qualche strumenti di lavoro erano sparsi anch’essi in giro e
vena di quel prezioso materiale. Poteva sentirlo co- alcuni erano rotti. Un trono fatto interamente
me sentiva il profumo dei fiori o lo scrosciare di un d’ossa era collocato di fronte al tavolo da lavoro ed
fiume, sentiva il flusso di magia modificarsi tramite era di dimensioni notevoli, superiori ad un normale
quella materia di caos allo stato solido. Mandò gli uomo.
orchi ad ispezionare la zona circostante. Voleva <<Cosa hai visto venendo qui?>> proruppe la voce
evitare brutte sorprese, mentre lui sarebbe entrato. interrompendo Rodgar nell’osservazione della stan-
Non appena mise piede nelle gallerie, l’aria si fece za
più densa e l’atmosfera più cupa. L’odore di sangue <<Corridoi vuoti e questa stanza distrutta. E la

9
magia delle lampade in diminuzione>> rispose tura mi fu tolto da quel miserabile di Teclis, e con esso
Rodgar dopo alcuni attimi di riflessione anche il mio braccio. Come lei ben sa, mi fu imposto anche
<<Sei un bravo osservatore vedo>> la voce fece una un sigillo per impedire alla sua magia di espandersi nel mio
breve pausa <<Hai ragione, sono secoli che qualcuno essere, ma io non smisi mai di seguire i suoi insegnamenti.
non cammina in questi corridoi. Tutto è stato distrutto da Spesi parte del mio denaro in informatori per cercare indizi
quei viscidi Skaven, ma hanno già avuto quello che si meri- sugli oggetti appartenuti a lei fino a circa cinque anni
tano e non credo rimetteranno le loro luride zampe qui den- fa>> Rodgar sembrava compiaciuto delle sue in-
tro per ancora parecchi secoli>> Rodgar ascoltava at- formazioni, quindi continuò <<il guanto si trovava
tentamente ogni singola parola <<ma non è questo il ancora ufficialmente a Nuln, mentre il libro ho scoperto si
punto, sono passati quasi mille anni da quando sono tor- trovava a casa di un ricco mercante a Middenheim. Sulla
nato a regnare su questa fortezza. Ma come puoi capire tu corona ho sentito due versioni diverse, c’è chi sostiene sia
stesso solo il mio spirito e la mia volontà sono tornati, ma nelle mani dell’imperatore e c’è invece chi sostiene che sia
il mio corpo no!>> le ultime parole vennero dette tornata nelle Malelande a Morgheim. Della spada, con
con rabbia mio grosso rammarico, non ne ho mai trovato traccia.>>.
<<Capisco>> replicò Rodgar Rodgar rimase a discutere col suo maestro nel la-
<<Tu non capisci! Non puoi capire!>> le pareti stes- boratorio diverse ore, durante le quali parlarono
se sembravano tremare tanto la voce trasmetteva del modo di recuperare gli oggetti e di ricostruire
ira. una nuova Nagashizzar sulle fondamenta della
Il mago chinò il capo in segno di scuse come se di vecchia fortezza. C’era ancora abbastanza muta-
fronte a lui ci fosse il suo maestro in persona pietra per i suoi scopi nelle profondità, andava
<<Chiedo perdono maestro. Sono solo un mor- solo estratta, e per farlo aveva solo bisogno di ma-
tale che non conosce altro che la breve durata del- no d’opera. Ma prima aveva bisogno di riposo,
la sua vita>>. erano settimane che non chiudeva occhio tranquil-
La voce sembrò calmarsi un poco <<Se compirai il lamente, e in quella fortezza non aveva niente da
tuo dovere con successo, la tua mortalità non sarà più un temere.
problema>> Man mano che passava da un corridoio all’altro
<<La ringrazio Maestro>> Rodgar rialzò la te- lentamente i ricordi sulla struttura fluivano in lui,
sta, pronto ad ascoltare cosa il suo maestro stesse da Nagash, e cominciava a prendere familiarità
per chiedere. con il luogo e con l’intricato disegno formato dai
<<Come ti ho già detto solo il mio spirito è tornato dalla tunnel. Anche se alcuni erano crollati non ebbe
morte e per far sì che anche il mio corpo superi le barriere fatica a raggiungere gli alloggi e finalmente riposa-
della morte, avrò bisogno di tutto il mio potere che è rac- re.
chiuso in vari oggetti, i quali mi sono stati rubati. Uno di Il giorno dopo controllò meglio la fortezza e nelle
questi oggetti è il guanto che tu stesso hai usato per parec- fucine e nelle armerie trovò armi e armature ap-
chio tempo e che ha marchiato la tua anima e il tuo cor- partenute all’esercito di Nagash nei tempi remoti,
po>> a queste parole Rodgar si portò la mano si- mentre trovò i laboratori alchemici distrutti. Pochi
nistra sul braccio destro, il quale era ancora schele- strumenti o ingredienti erano ancora utilizzabili.
trico e lo accarezzò. Trovò un passaggio ancora percorribile che porta-
<<A quello penseremo presto. Poi avrò bisogno del mio va su un ballatoio all’esterno che saliva fin quasi
libro di grande negromanzia, scritto interamente da me, la sulla vetta della montagna. L’aria a quell’altezza
mia corona della stregoneria la quale mi fu sottratta da era fredda e un vento gelido tagliava in due la pel-
quel verme di Alcadizzar e infine la mia spada che reca le, ma la vista che si poteva godere da lì era stupe-
incise diverse rune dall’immenso potere>> facente. Ai piedi della montagna dove era lui, le
Rodgar ascoltò tutto con attenzione e rimase pen- acque di un lago riposavano placide fra le monta-
sieroso per alcuni minuti. gne e vicino una piccola vallata interrompeva la
<<Non è un compito certamente facile, ma, sono forse catena montuosa. A nord e a sud una distesa infi-
già ad un buon punto. Lasciate che vi spieghi bene>> nita di montagne riempiva lo sguardo, ad est si
detto ciò si avvicinò maggiormente al tavolo, tolse trovava la terra degli orchi e dei goblin mentre ad
vari attrezzi sparsi e vi si sedette sopra. Ovvia- ovest la terra dei morti. Nehekhara si estendeva a
mente, non pensò minimamente di sedersi sul tro- perdita d’occhio.
no, quello era e sarebbe stato il posto del suo mae- Se tutto quello che aveva sentito dire era vero, lì in
stro per sempre, nessun altro avrebbe avuto quella piccola valle fra le montagne, la quale veni-
l’onore si sedersi al suo posto. va chiamata tutt’ora la desolazione di Nagash, a-
<<Dopo che il guanto della vostra prezziosissima arma- vrebbe trovato tutti gli schiavi necessari.

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Restò ancora un po’ di tempo a guardare la zona Uno dei due si allontanò e andò a sdraiarsi vicino al
circostante poi ridiscese nelle viscere della monta- fuoco, mentre l’altro, probabilmente la guardia di
gna per finire di controllare lo stato della fortezza. turno, si era allontanato ulteriormente di qualche
Dalla desolazione cominciò a richiamare i primi metro e stava svuotando la vescica.
schiavi che si misero subito al lavoro, mentre i tre Rodgar si avvicinò furtivo al tizio di spalle e gli ba-
orchi trovarono, nelle fucine, un materiale formato stò sfiorare i venti della magia, appoggiare una ma-
da una miscela di gromril e piombo, gli stessi mate- no sulla sua spalla e con una singola parola lo fece
riali di cui Nagash si servì per forgiare la sua arma- cadere addormentato. Quando si voltò verso il re-
tura, e cominciarono a farsi a loro volta una coraz- sto del gruppo, trovò il tizio che si era sdraiato po-
za. co prima che lo fissava a bocca aperta. Prima che
Nelle settimane a venire Rodgar fu molto occupato, ebbe il tempo di fare qualsiasi cosa, un urlo squar-
ma questo non gli impedì di accorgersi di ciò il silenzio della notte, i compagni di viaggio, abi-
un’intrusione nei suoi domini da parte di un gruppo tuati da questa vita fatta di pericoli, si destarono
d’avventurieri. Sarebbe andato personalmente ad quasi subito. In men che non si dica si trovò di
occuparsi degli intrusi, un po’ di movimento gli a- fronte nove avversari, ma lui non era un pessimo
vrebbe fatto bene e poi della carne fresca era pro- spadaccino e fra i suoi avversari non vedeva nessun
prio quello che gli serviva. Pensando a ciò osservò mago.
il braccio scheletrico a cui ormai aveva fatto Un paio di loro fece un passo indietro quando Ro-
l’abitudine e un sorriso maligno gli comparve sul dgar sfoderò la spada, piccole scariche elettriche
viso. Li avrebbe fatti avvicinare ancora un po’, poi attraversavano la lama, un uomo con un braccio
avrebbe fatto loro visita, certamente non di piacere. scheletrico era sicuramente una cosa bizzarra, an-
La notte era fresca e la luna rischiarava il paesaggio. che di quei tempi.
Decise che era perfetta per far visita a quegli incauti <<Che c’è? Avete paura? Se volete il tesoro di
viaggiatori proprio perché la luce era sufficiente per Nagash dovete passare su di me!>> esordì il mago
vedere senza dover usare torce, e ciò gli forniva un Uno di loro fece un paio di passi avanti e puntò la
notevole vantaggio. Rodgar si avvicinò furtivamen- sua spada verso di lui
te al punto dove avevano fatto campo. Non vide il <<Non abbiamo paura di nessuno noi. Domani
fuoco fino a che non fu a meno di una trentina di tu sarai morto e noi ricchi>> la sicurezza che mo-
metri. Lo avevano acceso in una buca nel terreno, strava era palpabile e sincera.
in modo da non farlo vedere a troppa distanza. Rodgar fece spallucce e alzò il bastone in alto, un
Con la luce prodotta dal fuoco poté notare una de- alone si diffuse dalla sommità e due sfere si mate-
cina di persone. Quel gruppo d’avventurieri non era rializzarono sfrecciando nell’aria andando a colpire
certamente un manipolo di soldati. Avevano arma- due diversi bersagli.
ture mal assortite e armi non migliori, ma sapevano Uno venne preso in pieno viso e dalla forza
il fatto loro su come accamparsi dell’impatto fu scagliato ad un paio di metri di di-
<<Cacciatori di tesori>> sussurrò il mago stanza, l’altro accusò l’impatto ma non venne sbi-
Prima di passare all’azione li avrebbe osservati un lanciato. Quello che aveva parlato prima guardò i
po’, era tanto che non vedeva un umano, vivo. Un due compagni feriti e si gettò contro il mago rin-
paio di loro era leggermente più distante e stavano ghiando bestemmie. Altri tre lo seguirono. Valutan-
parlando, per il resto non vedeva nessuno che face- do la situazione ebbe modo di capire che si era cac-
va la guardia, quindi si avvicinò leggermente ai due ciato in un bel pasticcio, doveva smettere di fare le
<<Sei sicuro che la ci sia dell’oro?>> cose d’istinto senza pensarci, un giorno ci avrebbe
<<Quante volte devo dirtelo? Sono sicurissimo, rimesso la vita. I quattro che si erano lanciati
vuoi che un pazzo come Nagash non abbia avuto all’attacco circondarono il mago senza lasciargli via
montagne d’oro nel suo nascondiglio?>> di fuga. Non saranno stati dei soldati, ma sapevano
<<Mai abbastanza credo. Ma se le storie che gira- certamente come si combatte.
no sono vere siamo morti>> Uno dei quattro si gettò subito contro il mago, il
<<Non credere a tutte le voci che senti Tarn, le quale deviò la traiettoria della lama diretta alla sua
più sono in giro per spaventare>> testa con il bastone, e con la spada sferrò un attac-
<<Già, forse hai ragione tu, ma ancora non capi- co verso il fianco scoperto del suo avversario. La
sco perché ti ho seguito fin qui>> lama trapassò la sottile giubba di cuoio ed emise
<<Forse perchè altrimenti ti aspettava la gogna. uno strano rumore a contatto con la pelle
Ora, non preoccuparti e riposati, domani saremo dell’uomo. Una puzza di carne bruciata si levò
dentro e ricchi>> nell’aria e l’avversario, lasciata andare la spada, era a

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terra e si stringeva il fianco ustionato e ferito gra- d’alcuni passi, Rodgar non stette certo ad aspetta-
vemente. Con sguardo di sfida Rodgar guardò gli re la loro prossima mossa e si lanciò contro di lo-
altri tre, purtroppo non fece in tempo a dare ro.
un’occhiata agli altri che si erano tenuti in disparte Anche se intimoriti dal mago non si fecero certa-
perché venne impegnato in combattimento da tre mente prendere alla sprovvista e combatterono
lame contemporaneamente. bene, ma una buona spada combinata alla magia
Il turbinio di colpi che venivano sferrati non la- era un’arma formidabile. Due sfere d’energia parti-
sciavano al mago il tempo per concentrarsi su nes- rono dalla sommità del bastone e colpirono i suoi
suna magia, avrebbe dovuto arrangiarsi con la spa- avversari, uno rimase senza fiato alcuni istanti e al
da. Parò un fendente e ne scansò un altro. Con un mago furono più che sufficienti per assestare con
gioco di polso fece perdere la spada ad un avver- la spada un colpo alla base del collo.
sario, gli assestò una bastonata in faccia rompen- Un movimento alla sua destra gli annunciò un at-
dogli il naso ed il colpo gli fece perdere tacco, si girò e mise la spada fra lui e la lama del
l’equilibrio. Ora aveva un po’ più di respiro. Solle- suo avversario: fu lento e il colpo s’infranse sul
ticò i venti della magia,una sfera infuocata partì braccio scheletrico rompendolo in più pezzi. La
dal bastone e colpì uno degli avversari. Al contatto spada gli cadde per terra, infuriato per la ferita su-
col bersaglio le fiamme divamparono su tutto il bita schivò un colpo e assestò una bastonata alla
corpo, avvolgendolo in un abbraccio bollente. testa del nemico, all’impatto del legno con la car-
Non voleva ucciderli distruggendoli o mutilandoli ne, un bagliore rossastro si sprigionò e
profondamente. Aveva progetti più ambiziosi per un’esplosione di fuoco partì dall’interno del cra-
loro, ma non gli lasciavano scelta se non le manie- nio. Crollato a terra anche l’ultimo non vide più
re forti. anima viva. Gli altri due erano scomparsi, forse se
Un pugnale gli passò a poco meno di un dito dal l’erano data a gambe. Non li biasimava affatto.
viso, riuscì a sentire lo spostamento d’aria provo- Alcune nuvole avevano coperto la luna e oltre la
cato dall’arma, quando gli passò vicino. Se fosse luce che irradiava il fuoco non si vedeva nulla. Mi-
andato a segno sarebbe morto senza accorgersene se via la spada e, pronunciando le parole di un in-
neanche. Un altro pugnale, lanciato qualche se- cantesimo, indicò un punto poco lontano. Un
condo dopo, lo ferì di striscio alla gamba. fuoco si accese dove aveva indicato, ripeté
Diede un’occhiata nella direzione da cui erano l’incantesimo più volte illuminando meglio la zona
provenuti i pugnali e vide anche i restanti avversa- circostante. Cercò delle impronte, ma con suo
ri, tre dei quali stavano dando una mano ai feriti, sommo dispiacere non ne trovò, purtroppo non
mentre gli altri due stavano correndo verso di lui, era mai stato bravo a seguire tracce, poco male,
di cui uno armato con due spade corte. avrebbe mandato gli orchi a stanare i fuggitivi, ora
Erano ancora quattro gli avversari che aveva ad- doveva occuparsi dei corpi dei loro compagni.
dosso ora, stava perdendo la pazienza. Tenere a Controllò i corpi e constatò che uno stava ancora
bada uno di loro non era un problema, ma quattro dormendo beatamente e solo due erano morti
stava diventando stancante. E poi di pazienza non mentre gli altri erano svenuti o feriti gravemente,
ne aveva mai avuta tanta. ma pur sempre vivi. Meglio così penso il mago.
Usando il bastone fece inciampare un avversario Raccolse la spada e con un po’ di fatica la rinfode-
che cadde addosso ad un compagno. Favorito dal- rò dopo averla pulita.
la confusione venutasi a creare calpestò col tacco Fece appello ancora ai venti della magia: i corpi
dello stivale il ginocchio di uno dei due, uno dei due cadaveri si sgretolarono e scheletri presero
schiocco secco vibrò nell’aria, seguito subito dopo il loro posto. Con il loro aiuto trascinarono i re-
da un urlo di dolore. Col bastone tramortì l’altro stanti corpi fino alla fortezza dove avrebbe potuto
con un colpo in piena nuca. Gli altri due avversari esercitarsi con qualche esperimento.
intimoriti dalla furia del mago indietreggiarono

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Il paesaggio era divenuto monotono dopo un viag- Rodgar, tramite la magia, aveva di nuovo un braccio
gio attraverso mezzo impero, per arrivarne al cuore normale e non più solo ossa. Aveva deciso di non
stesso fino ad Aldorf. Erano passati quasi tre anni, indossare la sua tunica da mago ma dei semplici abi-
da quando Rodgar aveva occupato Nagashizzar, ed ti, in modo da passare inosservato fra la folla. Molti
ora si accingeva a ritornare nell’impero per affari. lo conoscevano ad Aldorf, anche se in questi dieci
La carrozza su cui viaggiava, recuperata appena anni era ringiovanito di parecchio e i suoi capelli
all’interno dei confini imperiali in un modo non del rossi ora avevano parecchie sfumature nere e sape-
tutto legale, era ormai giunta a destinazione. Diversi vano che il suo braccio destro era un artefatto magi-
cavalieri seguivano da vicino la carrozza come scor- co donatogli da Teclis in persona. Ovviamente po-
ta. Erano tutti armati con pistole e spada, sufficienti chissimi sapevano che glie lo aveva donato dopo
ad intimorire qualsiasi bandito avessero incontrato avergli estirpato il guanto di Nagash con il suo vec-
sulla strada. chio arto. Quindi se qualcuno lo avesse riconosciuto
Tornava nell’impero per due importanti lavori, per e avesse visto un braccio normale al posto del suo
recuperare finalmente gli oggetti che servivano al prezioso arto magico avrebbe attirato attenzioni in-
suo maestro per recuperare totalmente le forze, e desiderate.
anche per recuperare vari ingredienti e strumenti per La voce del cocchiere e un lieve bussare sulla porta
i suoi esperimenti e tutto quello che aveva lasciato strapparono il mago dai suoi pensieri
ad Aldorf. <<Siamo quasi arrivati. Le mura di Aldorf sono in
Aveva aspettato dieci lunghi anni, prima di intra- vista>>
prendere quel viaggio, in cui aveva dovuto visionare <<Bene, era ora finalmente. Una volta dentro che
i vari lavori per la sistemazione della fortezza. Ora nessuno faccia di testa sua, risponderete a me di tut-
che i lavori potevano avanzare senza la sua diretta to. Dillo agli altri.>> la voce era autoritaria e non
vigilanza, era partito, non senza lasciare la fortezza ammetteva repliche.
incustodita ovviamente. Aveva compiuto diversi Mentre si avvicinavano Rodgar scrutò le mura. Al-
esperimenti con la mutapietra, uno degli orchi che cuni vessilli sventolavano alla lieve brezza che spira-
aveva legato a se con un antico rituale era morto va da ovest. Significava che molti nobili erano pres-
durante uno di questi, mentre gli altri due erano stati so la corte di Sua Maestà. Fra tutti quelli uno solo
resi più forti e più grossi ed entrambi erano a capo attirò la sua attenzione, una nave che solcava il mare
rispettivamente di una banda d’orchi, le quali vive- blu in un cielo bianco, un vessillo inconfondibile per
vano sulle montagne vicino alla fortezza e controlla- lui, visto che era stato presente, quando era stato
vano che nessuno entrasse indisturbato, un esercito commissionato.
di scheletri invece era presente nella fortezza. Il vessillo era del Visconte Felix, suo vecchio amico,
Aveva eseguito anche diversi esperimenti, sempre con cui aveva attraversato tutto l’impero e oltre nel
con la mutapietra, su alcuni esseri umani catturati tentativo di sconfiggere il caos e i suoi seguaci, i
direttamente da lui nel corso di questi anni. Alcuni quali si nascondono ovunque.
erano morti e lo servivano come cadaveri, altri era- Molti ricordi gli si affollarono nella testa. Il suo pri-
no sopravvissuti ed erano divenuti più che semplici mo incontro con Felix, vecchio compagnio di av-
uomini. I suoi compagni di viaggio erano il frutto di venture, era ancora vivido in lui,, ad Echbein a Lu-
questi esperimenti. Potevano sembrare umani qual- stria. Le interminabili battaglie e scaramucce com-
siasi, ma in combattimento pochi gli tenevano testa. battute ovunque fossero stati contro gli adoratori
Persino Rodgar sapeva che in un combattimento del caos e l’assedio sopportato alle porte di Praag
solo con la spada avrebbe perso, ma la loro devo- quando il caos aveva marciato verso l’impero e tutti
zione era rivolta a lui, colui che li aveva resi così. i compagni con cui avevano condiviso la vita, ma

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che invece avevano trovato solo la morte nelle bat- bia cieca gli si gonfiava nel petto. Doveva tenere a
taglie. bada quel sentimento e pensare con lucidità ad una
Era una sorpresa vedere il suo vessillo sulle mura. soluzione, ed in fretta anche.
Lui, che criticava tanto i nobili altolocati, era alla Arrivò alla locanda che era ormai sera e il sole era
corte di Sua Maestà Karl Franz. Chissà quali affari già tramontato. Un’insegna sopra alla porta diceva
aveva per le mani. L’ultima volta che lo aveva visto “La Volpe Cieca”, era un ritrovo per la feccia della
era prima che partisse per il Cathay, nel suo manie- società, tagliagole, stupratori e ladri, ma era un po-
ro in Estalia. Gli sarebbe piaciuto rievocare i vec- sto dove ognuno si faceva i fatti suoi. In un angolo
chi tempi, ma i suoi doveri non glie lo permetteva- della taverna, Rodgar era seduto solo, i suoi uomini
no. Decise di dimenticarsi di aver visto lo stemma erano seduti ad un altro tavolo e stavano mangian-
del Visconte e si concentrò sul suo lavoro. do e bevendo in modo chiassoso, ma era una fac-
Una volta dentro la città, dopo che furono fermati ciata, se qualcosa fosse andato storto erano pronti
più volte per dei controlli, mandò i suoi a riposare ad intervenire.
in una locanda ad est della città, nella zona povera. I pensieri gli s’intrecciavano nella testa, per trovare
Li avrebbe raggiunti più tardi. Lui per il momento, una soluzione a questo contrattempo, e intanto
sarebbe andato al collegio splendente, a sud del stava consumando quello che l’oste gli aveva spac-
quartiere popolare, dove aveva ancora un alloggio, ciato per carne di manzo, quando l’immagine dello
in cui aveva lasciato diversi oggetti e denaro. Si tirò stemma visto la mattina sulle mura conquistò la
il cappuccio del mantello sulla testa e s’incamminò, sua attenzione. Un sorriso si disegnò sul volto del
guardandosi intorno in cerca d’indizi su eventuali mago, forse aveva trovato la soluzione al suo con-
cambiamenti avvenuti in questi suoi anni di lonta- trattempo ma doveva agire con circospezione,
nanza. l’indomani mattina avrebbe fatto visita al suo vec-
Superò la barriera magica che circondava il colle- chio amico.
gio, come lo aveva fatto le innumerevoli volte che La giornata si preannunciava serena, nessuna nu-
era stato li. All’interno l’aria era satura del vento vola era presente nel cielo, le vie di Aldorf erano
rosso della magia, ne assorbì un po’ e si incammi- già piene di gente che andava e veniva, ognuna coi
nò verso gli alloggi dei maghi. L’edificio era identi- propri affari da svolgere.
co a come se lo ricordava, ma qualcosa, uno specie Man mano che Rodgar si avvicinava al palazzo
di sesto senso, gli diceva che c’era qualcosa di di- dell’imperatore per le vie della città si vedevano
verso in quelle mura. sempre meno persone ma di una classe sociale su-
Chiese informazioni e novità sugli ultimi dieci anni periore. Le aveva sempre odiate quel tipo di perso-
del collegio ad alcuni apprendisti maghi, spaccian- ne, arroganti e piene di se, sempre a guardare
dosi anch’esso per un apprendista. Venne a sapere dall'alto verso il basso chi stava anche solo un gra-
che circa cinque anni prima un’esplosione distrusse dino sotto di loro.
metà degli alloggi e alcuni laboratori. La causa Grazie al sigillo della scuola di magia del fuoco
dell’esplosione era sconosciuta, forse un incantesi- non fu difficile entrare alla corte del palazzo, notò
mo non andato a buon fine o un esperimento falli- poche guardie nei dintorni, forse sua Maestà era
to. Fra gli alloggi distrutti vi era anche il suo, ciò nella gran sala con i suoi ospiti, meglio così, ci sa-
significava che tutto il suo oro e oggetti magici era- rebbe stata meno gente curiosa in giro.
no andati perduti. Rodgar aveva protetto la sua Non gli fu difficile trovare le stanze dove alloggia-
stanza e i suoi oggetti magici con incantesimi di va il Visconte, grazie a qualche domanda indiscreta
protezione che avrebbero fermato eventuali intru- ai servi e sborsando alcune monete ed erano le
si, incantesimi che usavano spesso i maghi per i stesse dove aveva alloggiato l’ultima volta che lo
propri averi anche se con alcune modifiche perso- aveva incontrato ad Aldorf, quando gli fu dato il
nali, ma dubitava che li avrebbe protetti da titolo di Visconte, e insieme con lui e ad altri valo-
un’esplosione, e dubitava anche che la causa rosi sopravvissuti della guerra a nord un riconosci-
dell’esplosione fossero stati i suoi incantesimi. mento al valore. Venne a sapere anche che ora il
Ringraziò i novizi e se ne andò, non aveva più nul- visconte non era nei suoi alloggi.
la da fare in quel luogo e non voleva certo svelare Il corridoio dove erano le stanze del Visconte era
la sua vera identità. deserto. Con abilità scassinò la porta ed entrò nella
Era andato ad Aldorf con molti progetti da mette- stanza senza farsi notare da nessuno, era passato
re in atto, ma ora era al punto di partenza. Senza molto tempo da quando aveva smesso di essere un
molte corone in tasca, non poteva comprare ne gli ladro e aveva indossato le vesti di un mago, ma
ingredienti e ne pagare gli informatori ora. Un rab- non aveva certo perso l’abilità necessaria.

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Ora si trovava nella stanza di un Visconte senza il d’esitazione nel calare la spada per il colpo finale e
suo permesso, un reato che lo avrebbe portato la ragazza colse al balzo l’opportunità e si fece ro-
dritto nelle prigioni di Aldorf. tolare di lato, schivando il colpo altrimenti fatale.
Gli alloggi erano composti da una camera da letto, La spada, mancato il suo bersaglio colpì il pavi-
un salottino e da un piccolo studio con una libreria mento, un calcio sferrato dalla ragazza gli fece per-
ben fornita di vari libri, tutto arredato con cura e dere la presa sulla spada che finì vicino a quella
sfarzo. dell’avversario. Rodgar si girò verso la ragazza e
Non sapeva quanto avrebbe dovuto aspettare, l’osservò negli occhi. Più la guardava più era sicuro
quindi si mise comodo e prese un libro da uno de- che conoscesse quel viso.
gli scaffali e si mise a leggere seduto su una sedia. Un’immagine di una bambina con i suoi stessI li-
Scelse un libro intitolato “Le via di Aldorf” e si neamenti si fece largo nella sua testa. Quella ragaz-
mise comodo, ma già dalla prima pagina si sentì za non solo gli sembrava di averla già vista, ma la
osservato. Facendo finta di nulla non si mosse e conosceva anche, era la figlia del Visconte
continuò a leggere. Dopo circa una trentina di pa- <<Jocelin! Ferma, sono io Rodgar. Non dirmi
gine, con la coda dell’occhio vide un movimento che non ti ricordi di me>> a queste parole la ra-
che attirò la sua attenzione. Non distolse lo sguar- gazza ebbe dei tentennamenti, ma non abbassò la
do dal libro e un sorriso increspò le sue labbra, guardia
chiunque fosse si era fatto scoprire <<Se tu fossi chi dici di essere, saresti ben più
<<So che sei lì, su fatti vedere>> Rodgar pro- vecchio di così>> ribatté la ragazza impassibile,
nunciò quelle parole con calma senza neppure al- Rodgar doveva ammettere che era sveglia.
zarsi dalla sedia. Passarono alcuni minuti, ma non <<Non ti muovere>> le parole arrivarono da
successe nulla, Rodgar sapeva che non si era sba- dietro a Rodgar e contemporaneamente un oggetto
gliato, in quella stanza non era solo. Persa la pa- freddo si posò sul collo del mago, una spada pun-
zienza si alzò dalla sedia e lanciò il libro sul tavolo tata addosso era una cosa da non sottovalutare. Il
<<Se non ti fai vedere di tua spontanea volontà, nuovo venuto era abile, non lo aveva sentito ne
mi vedo costretto a passare alle maniere forti>> entrare, ne avvicinarsi, ma aveva riconosciuto la
così dicendo sfoderò la spada e si guardò bene in voce, si trattava del Visconte in persona.
torno, in cerca dello sconosciuto. Avrebbe fatto <<Ora dimmi, chi sei?>> la voce era tranquilla,
uso solo della spada, lì nel palazzo imperiale non come se non stesse succedendo niente di insolito
avrebbe certo avuto l’ardire di usare la magia. <<Non dirmi che non mi riconosci Felix, sono
Una lama che sembrò comparire dal nulla sfiorò il Rodgar. Bastano dieci anni per dimenticarsi degli
viso del mago il quale indietreggiò rapidamente e amici?>>
fronteggiò il suo avversario, un rivolo di sangue <<Dieci anni dici? Direi anche parecchi anni in
scendeva sulla guancia. Era stato fortunato, pochi meno. Se tu fossi Rodgar avresti quasi
centimetri più su e avrebbe perso l’occhio. cinquant’anni, e tu non mi sembri proprio un cin-
Il suo avversario era vestito completamente di ne- quantenne>>
ro e aveva il viso coperto <<Già, ma nel mio viaggio verso il Chatay ho
<<Era ora che ti facessi vedere, mi stavo an- avuto problemi con la magia e mi sono ritrovato
noiando a leggere.>> la figura che aveva di fronte giovane. Sai com’è, la magia è strana>>
non si mosse e rimase in guardia con la spada in <<No, non lo so com’è la magia, non la pratico
mano, quella tecnica di spada la conosceva. io>>
Poco male, lo aveva attaccato con l’intenzione di <<Non demordi eh? E va bene. Se non fossi il
ucciderlo, ora ci avrebbe provato lui. Partì vero Rodgar non saprei che il mio vero nome è
all’attacco, l’abilità del suo avversario era notevole, Wolfgang, no?>>
era agile, ma non abbastanza forte, lo scontro si <<Bastano poche indagini per scoprire che il ve-
sarebbe di certo concluso più in fretta se avesse ro nome di Rodgar è Wolfgang>> sembrava che il
potuto usare la magia, ma si sarebbe accontentato Visconte si stesse quasi divertendo
della sua spada. <<Al diavolo Felix, io ho un braccio mancante,
Con un colpo di spada disarmò il suo avversario e perso in un combattimento e sostituito da un arte-
con un calcio lo buttò contro al muro, la benda fatto da Teclis in persona. Questo è quello che
che copriva il viso si svolse e rivelò il viso di una sanno tutti, ma poche persone sanno come ho per-
giovane ragazza. Ci fu uno scambio di sguardi, so il braccio, io tu, Fanriel e alcuni maghi elfi alti
quello della ragazza emanava odio e il suo viso non sanno la vera storia>>
gli era del tutto nuovo. Ebbe un attimo <<Questo mi sta incuriosendo. Continua pure la

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tua storia>> Ecthlen, mentre Rodrick milita nell’esercito di Sua
<<Fai uscire Jocelin. Lei non deve sapere quello Maestà. Jocelin come hai detto tu, sta bene, ma è
che si dirà in questa stanza>> troppo impulsiva, fa sempre di testa sua, tutta sua
Il Visconte rimase silenzioso alcuni minuti, proba- madre>> mentre parlava, Felix si avvicinò ad un
bilmente pensava a cosa comportava il restare solo armadio e tirò fuori due calici e una bottiglia con
con qualcuno che diceva essere il suo amico Ro- del liquido scuro all’interno <<Un goccio di vino
dgar, che da più di dieci anni non dava notizia di sé. per brindare al tuo ritorno?>>
<<Jocelin, fuori>> La voce del Visconte non am- <<Sai bene che non bevo, l’ultima volta che l’ho
metteva repliche. La ragazza ubbidì senza fare sto- fatto è stato un disastro, dovresti ricordartelo visto
rie, solo uno sguardo di preoccupazione verso suo che c’eri anche tu>>
padre gli passò negli occhi, ma non disse nulla ed <<E come dimenticarsi di quella volta alla Lan-
uscì. terna Rossa>> una grassa risata scoppiò fra i due
Quando la porta si chiuse dietro le spalle di Jocelin Felix rimise a posto un bicchiere e si versò del vino
Rodgar riprese per lui, poi andò a sedersi nello studio dietro alla
<<A Lustria io, te e Fanriel, durante una caccia al scrivania, con un gesto della mano invitò Rodgar a
vampiro, ci siamo imbattuti nel guanto di ferro di sedersi.
Nagash. Ovviamente non lo sapevo e qualcosa mi <<Dimmi, com’è andato il viaggio? Bello il Ca-
spinse ad indossarlo. Quando lo feci lo spirito di thay? Spiegami un po’ come sei tornato giovane,
Nagash prese il sopravvento su di me per qualche sono curioso>>
minuto. Un anno dopo, a Nuln, mi è stato tolto il <<Il viaggio è stato molto faticoso e la meta del
guanto, insieme al mio braccio.>> mio viaggio non l’ho neanche vista. Sono stato per
Il Visconte rimase silenzioso. quasi dieci anni e vagare nelle terre selvagge soprav-
<<Non sei ancora convinto? Devo stare a spiega- vivendo>> la storia che Rodgar si era inventato la
re anche la faccenda con gli elfi oscuri ad Ecthlen? sera prima sembrava aver fatto colpo sul suo vec-
>> continuò Rodgar, ormai stufo di avere una spa- chio amico
da puntata al collo <<Una brutta avventura immagino, ma non ti
<<Direi che basta così>> nel dire ciò il Visconte trovo messo troppo male, questo vuol dire che non
tolse la spada dal collo di Rodgar, che girandosi hai avuto troppi problemi a prendere a calci in culo
guardò negli occhi il suo vecchio amico. Lo scam- qualche pelleverde>>
bio di sguardi durò per alcuni minuti, poi, come se <<Non è stato molto facile sopravvivere, ho fatto
si fossero messi d’accordo, un sorriso solcò en- del mio meglio>> Rodgar non voleva certo scen-
trambi i visi. Con ormai la spada nel fodero i due dere troppo nei particolari, meglio rimanere vaghi e
amici si abbracciarono cercare di avere quello di cui aveva bisogno e poi
<<E’ bello rivederti dopo tutto questo tempo>> filarsela
l’aria da inquisitore che aveva avuto poco prima era <<E gli anni dove li hai persi? Se non è troppo
svanita e ora c’era una profonda sincerità doloroso non mi dispiacerebbe perdere qualche
<<Anche per me, mio vecchio amico, anche per decina di anni pure io>>
me. Ma adesso non dirmi che non mi avevi ricono- <<Non credo sia possibile, vedi, durante uno
sciuto veramente>> scontro con un gruppo di ogre, uno mi ha tagliato
<<Caro il mio Rodgar, mai essere troppo poco di netto il braccio, il destro. I venti della magia so-
prudenti in questi tempi bui. Ma come facevi a sa- no impazziti e alla fine della battaglia mi son sve-
pere che ero a Aldorf?>> gliato così, con un braccio in carne e ossa. Ci ho
<<Non lo sapevo, è stato un caso. Son tornato rimuginato sopra allungo, e alla fine sono arrivato
dal mio viaggio e sulle mura ho visto il tuo vessil- alla conclusione che sono tornato con il corpo a
lo>> non era tutta la verità, ma Rodgar decise che prima che indossassi il guanto di Nagash>> Felix
non era saggio dire proprio tutto. era silenzioso, Rodgar sperava che credesse a tutta
<<E’ stata fortuna allora, io fra due giorni riparti- la storia.
rò per l’Estalia, ho concluso alcuni affari e non ve- <<Io di magia ne capisco poco, ma so che i suoi
do l’ora di tornare da mia moglie>> effetti possono essere imprevedibili da quel che ho
<<Come sta Mireya? E i tuoi due figli? Jocelin visto negli anni. Ma vedo che è stata generosa a ri-
vedo che sta bene, è divenuta anche una giovane darti la giovinezza una seconda volta>> dal modo
donna affascinante>> in cui si comportava sembrava essersi bevuto la
<<Fra alcune settimane Mireya dovrebbe partori- bugia.
re e non voglio certo perdere l’evento. Marcus è ad <<Speriamo non se la riprenda nel momento me-

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no opportuno>> entrambi scoppiarono di nuovo Passarono alcuni minuti in cui i due si guardarono
a ridere senza dirsi una parola, il primo a rompere il silen-
<<E ora che farai? Ora che sei tornato giova- zio fu Felix
ne>> Rodgar esultò per questa domanda <<Ieri ho concluso un bel affare, posso prestarti
<<Si, è vero, sono tornato giovane, ma tutta la le corone necessarie per finanziare i tuo laborato-
conoscenza e il potere acquisito è ancora mio. A- rio, ma a due condizioni. Uno, mi devi un grosso
vevo intenzione di allestire un laboratorio alchemi- favore, e due, voglio sapere cosa combini nel tuo
co magico, da qualche parte nell’impero per i miei laboratorio>> nel pronunciare queste richieste
esperimenti, ma in ogni modo continuerei a servire Felix fu molto serio
il collegio. Ma purtroppo tutti i miei soldi sono <<Di favore ne ho più di uno già, e per quanto
andati perduti. Al collegio mi hanno detto che riguarda i miei esperimenti non c’è problema. Ov-
un’esplosione ha distrutto metà degli alloggi, tra viamente prima dovrò attrezzarlo poi saprai tutto
cui il mio>> sperava di far leva sul suo buon cuo- quello che succede>> Rodgar sarebbe scomparso
re. dopo aver avuto i soldi, ma avrebbero tutti avuto
<<Una bella sfortuna direi>> presto notizie di lui, come il braccio destro del
<<A chi lo dici. Di nuovo giovane e senza una grande Negromante.
corona, mi ricorda esattamente come ero stato gio- <<Allora affare fatto, ma per ora non parliamone
vane la prima volta>> un’altra risata unì i due ami- più. Non ci vediamo da dieci anni, vieni, andiamo
ci a fare un giro e parliamo un po’ dei vecchi tem-
<<Quindi ti servono dei soldi>> pi>>
<<E già, magari un vecchio amico potrebbe aiu- Così facendo entrambi si alzarono ed uscirono dal-
tarmi>> la stanza.

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Erano tre giorni che pioveva a dirotto, ma l’umore Prima di proferir parola Rodgar fece un gesto con
di Rodgar non era mai stato così allegro. Aveva cre- la mano, al quale la nuova venuta rispose, seppure
duto che i suoi piani fossero saltati, ma con un po’ con qualche secondo di ritardo con un altro gesto.
di fortuna era riuscito a trovato una soluzione. Ave- Forse non si aspettava di aver di fronte un compa-
va già ottenuto i soldi dal suo amico Felix, il quale gno ladro,. Il saluto dei ladri era stato fatto.
era partito già da una settimana, per tornare in E- <<Niente divagazioni e dritta al punto, mi piace.
stalia, e fra poco avrebbe avuto un incontro di lavo- Voglio i tuoi servigi per recuperare un oggetto mol-
ro nei bassifondi della città, con la più abile fra i to importante per me a Middenheim>>
ladri. <<Siamo distanti da Middenheim. Non ci sono
Riuscire a scovare dove bazzicava non era stato ladri da quelle parti?>>
semplice, aveva dovuto spaccare qualche testa e <<Ovviamente, ma nessuno bravo come te. Da
scucire alcune corone, ma alla fine era riuscito a quello che ho sentito sei un fantasma quando ti
trovarla e ad avere un incontro con lei. Personal- muovi. Nessun suono, nessuna traccia, sei la mi-
mente non la conosceva, aveva sentito spesso par- gliore da quello che si dice>>
lare di lei da, quando era tornato ad Aldorf ed era- <<La gente esagera sempre. Ma se sei venuto a
no state le sue abilità che gli avevano conferito una cercare me vuol dire che non deve essere semplice
certa nomea nei bassifondi. entrare, e uscire>>
Sicuramente neanche lui si sarebbe fidato di girare <<Sei una persona sveglia, ma le tue capacità do-
fra gli stretti vicoli del quartiere povero da solo ed vrebbero essere tali da riuscire nell’impresa>>
era per quello che mentre percorreva le strade più <<I dettagli?>>
malfamate della capitale era seguito a vista da tre <<Una casa di un ricco mercante, devi trovare un
dei suoi uomini. libro e portarmelo>>
Mentre percorreva quegli stretti vicoli una brutta <<La ricompensa?>>
sensazione di esser seguito lo assalì. Sapeva che tre <<Se accetti, le corone saranno le ultime cose che
dei suoi erano a pochi passi dietro di lui, ma non t’interesseranno della ricompensa, ho in serbo per
era questo a turbarlo. Si guardò intorno senza farsi te qualcosa di speciale>>
vedere preoccupato, ma non vide nessuno attraver- <<Spiegati meglio>>
so le fitte ombre della notte. Così com’era comin- <<Col tuo permesso>> senza aspettare risposta
ciata quella sensazione svanì. Forse si era sbagliato Rodgar si girò e fece cenno ad uno dei suoi uomini
pensò. Con un’alzata di spalle proseguì senza più di avvicinarsi <<Ora ti mostro cosa intendo>> nel
fare caso a quella sensazione, fino al punto dire ciò sfoderò la sua spada e aspettò che il corpu-
d’incontro. lento uomo si avvicinasse. Quando fu poco più che
Quando arrivò nel luogo designato per l’incontro ad un metro da lui lo trafisse con la spada nello sto-
non c’era nessuno, ma non dovette aspettare trop- maco. La ladra, già nervosa per aver visto il suo
po, non passarono che pochi minuti che una figura, interlocutore estrarre una spada, quando vide che
completamente avvolta in un mantello e con un colpì quello che sembrava essere un suo sottopo-
cappuccio che copriva il viso, comparve dalla dire- sto, estrasse a sua volta due pugnali e si mise in at-
zione opposta da dove era venuto lui. Nessun suo- tesa nell’ombra del vicolo per vedere cosa aveva
no aveva preannunciato il suo arrivo, e fu la voce la intenzione di fare ora quel pazzo, ed eventualmente
prima cosa di lei che ruppe il silenzio, una voce si- fuggire.
cura di se e priva d’accenti Rodgar estrasse la spada dal corpo sanguinante
<<Non ho tempo da perdere. Dimmi di che lavo- dell’uomo, che rimase a terra mentre una pozza di
ro si tratta >> sangue si allargava velocemente sotto di lui. Quan-

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do si girò di nuovo verso la ladra la vide semina- piuto il lavoro>> o ucciderla se avesse fallito o se
scosta nell’oscurità di un vicolo laterale, pronta alla fosse scappata coi soldi, ma quello non c’era biso-
fuga ma curiosa di vedere cosa segue pensò Ro- gno di sottolinearlo a parole.
dgar <<Fra due giorni ci rincontreremo qua e ti darò
<<Non temere, non ho intenzione di trafiggere la mia risposta>> queste furono le uniche parole
anche te. Non per ora almeno>> nel dire ciò pulì della ladra che disse prima di sparire nella notte e il
la spada sulla camicia del moribondo e la rinfoderò mago vi colse una nota di vero interesse nelle sue
<<E questa sarebbe la mia ricompensa in cambio parole, l’incantesimo insito nel medaglione stava
dei miei servigi per te?>> la sua voce, nonostante già facendo effetto.
l’accaduto, non aveva perso la sua sicurezza, anzi Due giorni dopo, come previsto, la ladra accettò il
aveva assunto una sfumatura di sarcasmo contratto. Stavolta lei non portava nessun cappuc-
Nel frattempo anche gli altri due servi del mago si cio che copriva la testa e, come notò Rodgar, al
avvicinarono e insieme sollevarono il loro compa- collo portava il suo medaglione.
gno. <<Bene, credo che possiamo andare in qualche
<<No di certo. La tua ricompensa sarà questa>> locanda a finir di parlare di lavoro, non credi?>>
e nel dire ciò strappò la camicia dal torace Senza dire nulla la ladra si voltò e si allontanò pia-
dell’uomo, che rivelò un torace muscoloso anche no in un vicolo
se imbrattato del suo stesso sangue. Ma della ferita <<Seguimi>> l’unico rumore che si sentì prima
non ve n’era più traccia, e il ferito in pochi minuti che scomparisse nelle ombre della notte
fu di nuovo in grado di reggersi sulle sue gambe. <<Notevole>> dicendo ciò Rodgar si avviò ver-
<<Questa>> e fece un gesto verso l’uomo che so il punto in cui era scomparsa la ladra seguito dai
fino a poco fa era morente ai suoi piedi <<sarà la suoi uomini.
tua ricompensa. Una quasi immortalità, oltre anche Per la seconda volta quella brutta sensazione di
alla ricompensa materiale ovviamente>> essere osservato lo avvolse. Provò a scrutare nella
<<E come posso fidarmi di te? Chi è così scioc- fitta notte, ma i suoi occhi da umano non poteva-
co da regalare l’immortalità?>> no oltrepassarla. Fece un cenno ad uno dei suoi
<<Intelligente ragazza mia, non la regalo io, sarà uomini di seguirlo, mentre agli altri due ordinò di
la ricompensa per il libro che mi porterai, un libro controllare la zona. Dopo di che seguì la ladra, con
che per me ha un valore inestimabile. So ricom- quella brutta sensazione che lo accompagnava.
pensare chi mi serve con devozione>> La locanda in cui entrarono era la più squallida del-
<<Continuo a non fidarmi di chi pretende di re- la città, e che avesse mai visto, un’occhiata tra la
galare cose simili>> ladra e il barista fece capire a Rodgar che si cono-
<<Capisco la tua perplessità al riguardo. Permet- scevano.
timi di farti un regalo che ti aiuterà a capire>> det- <<Stai qui e controlla la situazione>> disse Ro-
to ciò Rodgar estrasse da una sacca appesa alla cin- dgar all’unica scorta che si era portato dietro.
tura un medaglione d’oro grosso quanto una coro- La ladra con un cenno della mano fece segno al
na, con una catena fatta totalmente d’argento, e lo mago di seguirla su per la scala, ben presto si la-
lanciò verso la ladra. I suoi movimenti di lui furo- sciarono alle spalle il chiasso degli avventori e si
no così veloci che non permisero alla ladra di schi- ritrovarono soli in una stanza della locanda.
vare l’oggetto e quindi lo afferrò al volo. Quando il <<Bene>> proruppe la ladra <<visto che ti ho
medaglione fu nelle mani della ladra Rodgar bisbi- portato qui vuol dire che il lavoro mi interessa. Ma
gliò una singola parola. Invisibili tentacoli uscirono voglio saperne di più>> la ladra intanto si acco-
dal medaglione e si attorcigliarono intorno alle modò su una sedia
braccia di lei arrampicandosi fino alla testa e avvol- <<Quello che posso dirti è che devi entrare in
gendola. Ovviamente lei non si accorse di nulla e casa di un ricco mercante di nome Gerald Man-
rimase immobile ad osservarlo dred a Middenheim, nel suo studio sono presenti
<<Consideralo un regalo per il disturbo>> centinaia di libri, ma me ne interessa solo uno. Vi-
Quando vide che la ladra continuava a tacere Ro- sto che è ricco la sorveglianza non sarà scarsa.
dgar continuò Mentre sei dentro puoi portarti via quello che vuoi
<<Non sei tenuta a rispondermi ora. Se accette- per te, basta che esci con quello che ti ho chiesto.
rai sappi che riceverai metà della ricompensa, in Puoi anche uccidere chi ti sbarrerà la strada, non
corone, in anticipo. Tutte le istruzioni in mio pos- sono affari miei>> quello che Rodgar non disse
sesso del lavoro che dovrai fare e uno dei miei uo- era che le informazioni in suo possesso erano vec-
mini ti seguirà per portarti da me una volta com- chie di parecchi anni, le notizie recenti avrebbe

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dovuto trovarle da sola, in fondo era anche quello il penombra avviluppava i clienti. Come al solito il
compito di un ladro. locale era pieno di gente ma non tardò a vedere il
<<E mi darai metà del compenso ora? Non temi suo obbiettivo. Facendosi largo arrivò proprio in
che possa scappare dalla guardia che mi metterai faccia a lui il quale lo guardò come se avesse visto
alle calcagna?>> la ladra aveva un tono ironico un fantasma
<<Di quello non mi preoccupo, lui servirà per <<Ciao Durmer, come te la passi? ma come sei
proteggerti durante la strada e per portarti da me invecchiato>> e un sorriso attraversò il viso del
una volta finito il lavoro. L’unica clausola è che de- mago
vi metterti in marcia nel più breve tempo possibile, <<Tu..tu..che ci fai qui?!>> l'espressione spaven-
due giorni al massimo>> tata svanì, ma non la paura
<<Non ho altri lavori per il momento, domani <<Ehi che hai, sembri aver visto un fantasma. Si
posso partire col tuo scagnozzo>> saluta così un vecchio amico?>>
<<Bene. Durt è la persona che ti accompagnerà, <<Ho sentito voci sul fatto che eri morto parec-
lo hai visto fuori prima con me. Lui sa tutti i detta- chi anni fa. E ora ti ritrovo qui davanti a me>>
gli relativi al libro. Non è un tipo di molte parole <<Non devi dare troppo retta alle voci che senti
ma sa fare bene il suo dovere>> in giro>> Rodgar feve per sedersi ma Durmer con
<<Visto che ormai siamo in affari, il mio nome è un gesto lo fermò
Gwen>> <<Non qui, usciamo. Seguimi>> e senza aggiun-
<<Tu puoi chiamarmi il mago per ora>> gere altro si allontanò seguito da Rodgar
Il patto venne suggellato da un gesto che solo chi Una volta fuori dalla taverna Durmer gli fece cenno
proveniva da una gilda dei ladri poteva conoscere, di seguirlo il quale lo condusse attraverso alcuni
Durante la serata parlarono degli ultimi avvenimen- vicoli, ma Rodgar sapeva dove lo stava portando,
ti nell’impero, in modo da permettere a Rodgar di riconosceva quei vicoli, erano vicino a casa di Dur-
apprendere cosa succedeva nei bassifondi. mer.
Il giorno dopo come concordato, Gwen si mise in Solo una volta che furono entrati Durmer parlò di
viaggio per Middenheim accompagnato da uno dei nuovo
suoi migliori uomini, Farlen, mentre lui si diresse <<Immagino che tu non sia passato per salutar-
verso sud, destinazione Nuln. mi>>
Non appena mise piede fuori Altdorf quella brutta <<Immagini bene Durmer. Sono qui perchè mi
sensazione lo assalì di nuovo, era la terza volta. La devi dei favori. E poi, perchè no, potresti anche
prima volta era comparsa la notte del suo primo guadagnarci qualcosa>>
incontro con la ladra, la seconda volta era stato ieri, <<Cosa'hai in mente Rodgar, sempre se sei anco-
per tutto il tempo che era stato con la ladra. Solo ra Rodgar. Ma guardati, sei persino più giovane
quando era tornato nella sua stanza alla Volpe Cie- dell'ultima volta che ci siam visti, ma come hai fat-
ca la sensazione era svanita, ora era ricomparsa. to?>>
Non riusciva a dargli un senso, ma se qualcuno lo <<Si, son sempre io, e non te lo consiglio il trat-
stava spiando veramente, ben presto avrebbe fatto tamento che ho fatto, piuttosto doloroso. e per
un passo falso, e allora sarebbe morto, non senza quello che ho in mente ho prima bisogno di infor-
prima essersi divertito con lui. mazioni>>
Per tutto il viaggio mandò i suoi uomini in esplora- <<Che tipo di informazioni ti servono?>>
zione, ma quella brutta sensazione di essere seguito <<Il guanto di ferro di Nagash, cosa ne sai?>>
non lo abbandonò mai. <<Stai scherzando vero?>>
Solo quando si insinuò nei stretti vicoli di nuln, che <<Affatto, più di vent'anni fa lo avevo io, lo in-
aveva già percorso anni indietro, la brutta sensazio- dossavo su questo braccio>> tirandosi su la mani-
ne che lo seguiva da parecchie settimane svanì. Era ca mostrò il braccio destro a Durmer <<ma in que-
entrato nella zona più malfamata di nuln da solo sta città mi venne tagliato magicamente e da allora
con uno scopo: trovare un suo vecchio conoscente, ne ho perso le tracce. Tu sai praticamente tutto di
qualcuno che gli doveva diversi favori. questa città, in tutto questo tempo dubito che non
Prima del suo viaggio bazzicava in una taverna in sia trapelato nulla>>
cui neanche uno skaven ci avrebbe mangiato den- <<Sono cambiati i tempi ora>> Durmer non finì
tro, ma gli affari andavano sempre bene dove la la frase, Rodgar aveva puntato un dito contro di lui
feccia si raccoglieva e faceva affari. e una bagliore risplendeva sulla punta
Una volta entrato nella taverna si guardò bene at- <<Questo è un incantesimo che ho imparato da
torno, uno strato di fumo permeava l'ambiente e la Nagash stesso, e non è niente di piacevole credimi.

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Ora mi dirai tutto quello che sai altrimenti>> lasciò Rodgar e i suoi scagnozzi uscirono da Nuln dopo
cadere la frase e avvicinò il dito alla faccia spaventa- aver barattato la carrozza per un mezzo di traspor-
ta di Durmer, il quale aveva sempre odiato la magia. to più semplice, un carro trainato da due cavalli. Il
Sempre tenendo lo sguardo fisso sul dito ispirò cassone era pieno di barili e casse contenenti i suoi
profondamente ingredienti per esperimenti e attrezzi, scorte di cibo
<<Le notizie che girano in città sono molte, ma le e acqua.
mie sono le più attendibili. Il guanto è in città, ma si Appena fu fuori dalla città quella brutta sensazione
dice che lo vogliano portare via da qui>> ritornò, ormai era la sua compagna fissa, ma come
<<Dove e quando?>> sospettava, chiunque fosse, avrebbe fatto un passo
<<Quando non lo so, ma sicuramente lo porte- falso. Una volta usciti dall’impero e attraversato i
ranno alla foresta di Loren poi cosa ne faranno non principati di confine, prima di arrivare a destinazio-
lo so>> ne, bisognava attraversare un deserto, e non era
<<Sono veramente attendibili queste informazio- quello che si poteva definire una passeggiata.
ni?>> Erano ormai giunti a destinazione. I piedi delle
<<Te l’ho detto, sono le migliori in città>> montagne erano a poco più di mezza giornata di
Rodgar si girò e guardò fuori dalla finestra, sembra- cammino, la sensazione che ormai persistente sva-
va scrutare l’oscurità. nì, ed uno dei suoi uomini tornò da un giro di per-
<<Bene, manderò al più presto rinforzi. Tu fatti lustrazione portando con se sul cavallo un altro
trovare dal mio uomo e intanto cerca informazioni corpo che sembrava svenuto.
più dettagliate. Voglio quel guanto, intesi?>> <<Che succede Nif?>> gli domandò Rodgar te-
<<Ma tu sei pazzo. Come puoi pretendere certe nendo lo sguardo puntato sul corpo posto di tra-
cose?>> verso davanti all’uomo, indossava una tunica dello
<<Le cose stanno così, o accetti o muori subito. stesso color della sabbia e aveva la testa e il viso
Ma se mi freghi giuro che ti troverò anche se ti na- coperti.
sconderai nella desolazione del caos, e tu lo sai be- <<Ho trovato questo moribondo qualche chilo-
ne. Questo è un pensiero, tanto per cominciare>> metro più a ovest, con quella tunica era quasi invisi-
Dicendo questo estrasse dalla cintura un sacchetto bile in mezzo alla sabbia. Era già svenuto.>> riferì
e gli lo lanciò. Nif
<<Fatteli bastare per gli informatori. Voglio sape- <<Ottimo lavoro, mettiamolo sul carro. Ho pro-
re quando e dove usciranno, e chi trasporterà prio voglia di vedere di chi si tratta>>
l’oggetto. Ubbidirai alla persona con cui ti incontre- Con l’aiuto di Nif adagiarono il corpo sul carro,
rai e sarà lui a decidere come agire>> sopra ad alcune casse. Con un gesto, Rodgar conge-
<<Tu un rifiuto non lo accetti proprio vero?>> dò l’uomo che ritornò al suo dovere.
<<No, non sono abituato a certe cose. E poi mi Togliendogli gli stacci che coprivano il viso Rodgar
devi parecchi favori, così facendo ti sdebiterai>> rimase sorpreso nel riconoscere quella persona
<<Ma come lo riconosco il tuo sicario?>> <<Jocelin>> fu l’unica cosa che mormorò prima
<<Sarà lui a riconoscere te, ti farà il mio nome e di ricoprire il viso, non prima di aver controllato se
la missione. Su questo non devi preoccuparti>> respirasse bene e se avesse qualcosa di rotto.
<<Non mi preoccupo certo>> Gli legò mani e piedi, non si fidava certo a lasciarla
<<Bene Durmer, ci vedremo presto allora>> libera se avesse ripreso i sensi. Di lei si sarebbe oc-
<<Spero di no Rodgar>> cupato una volta tornati alla fortezza, l’avrebbe in-
Detto ciò il mago uscì dalla casa di Durmer, il quale terrogata sulla sua presenza lì e trattata di conse-
stava soppesando il sacchetto. Ma un’ombra inquie- guenza.
tante gli oscurava il viso Un’altra parola uscì dalla bocca del mago
<<Beh, credo di avere poche scelte. Meglio met- <<Felix>>
tersi subito al lavoro>>

21
Rodgar era chiuso nel laboratorio. Come ogni gior- to sospetti, ma gli aveva prestato il denaro chiesto-
no, da quando era tornato alla fortezza fra i monti, gli dal mago senza troppi problemi. Suo padre poi
rimaneva lì dentro per tutto il giorno, usciva solo l’aveva mandata a spiarlo, lei gli aveva spedito di-
per consumare i pasti e a volte neanche per quello. verse lettere durante il viaggio nell’impero, ma gli
Gli capitava di lavorare fino a notte inoltrata e dor- aveva disubbidito quando era uscita dall’impero. Si
miva direttamente nel laboratorio. Si era immerso ricordava ancora il suo avvertimento “qualunque cosa
nei suoi esperimenti dopo aver controllato che nella accada, non uscire dai confini dell’impero. Conosci perfetta-
fortezza fosse tutto a posto e ascoltato i vari rap- mente tutto il territorio controllato da Sua Maestà, ma non
porti. Durante la sua assenza altri uomini nomadi, conosci il territorio che si estende all’infuori di quello” se gli
che vivevano nelle terre lì vicino, si erano uniti a lui. avesse ubbidito ora non si troverebbe in questa si-
Ora alla base del monte, vicino alla sponda del lago, tuazione, prigioniera di un pazzo.
cominciava a nascere un villaggio. Ma il pazzo non si comportò da tale, non la torturò
Aveva spedito una banda di orchi a sbrigare un pic- ne cercò di strappargli le informazioni con chissà
colo lavoretto nell’impero, a Nuln, insieme ad uno quali metodi. Anzi, fu gentile e accondiscendente,
dei suoi uomini, Ronder, un tizio astuto bravo ad anche se lo vedeva di rado, fece curare le sue ferite
improvvisare, che avrebbe controllato la situazione. con magia ed erbe. Più stava in quel luogo più non
Avrebbero dovuto impossessarsi del guanto di fer- avrebbe voluto andarsene. Sapeva che in quel suo
ro di Nagash, suo di diritto. Infatti, a Nuln, era ve- modo di pensare c’era qualcosa che non era giusto,
nuto a conoscenza tramite informatori, che il guan- ma dopo un mese che era lì si scoprì incapace a vo-
to era ancora in città. Il suo scagnozzo doveva veni- ler andar via. Non aveva nostalgia di casa o dei suoi
re in contatto con l’informatore a Nuln e vedere se genitori, Rodgar, il mago scuro come alcuni lo chia-
ci fossero state novità grazie al suo aggancio in città mavano nella fortezza, gli dava quello di cui aveva
e valutare la situazione. bisogno. All’inizio era restata per scoprire qualcosa
Dopodiché si era chiuso nel laboratorio, e la sua in più sui suoi piani, ma ora era curiosa, dopo di-
assenza più lunga dai suoi esperimenti era avvenuta ciassette anni sotto l’ombra del padre, voleva pensa-
circa due settimane dopo che fu tornato dal viaggio re con la propria testa e decidere che fare.
nell’impero, per interrogare Jocelin, trovata quasi Un giorno Rodgar passò l’intero pomeriggio con
morta non molto distante dalla fortezza. lei, gli fece vedere il suo nascente impero. Jocelin di
Era rimasta svenuta alcuni giorni, ma grazie alle rimando senza accorgersene neanche, disse tutto,
cure ricevute non sarebbe morta. Dopo i primi della missione affidatagli da suo padre, di come si
giorni era entrata in uno stato di dormiveglia conti- era tenuta in contatto con lui, con lettere con scritto
nua causata dalla febbre. Al settimo giorno anche la su tutto quanto faceva lui che spediva ad ogni occa-
febbre era scomparsa e finalmente si era addormen- sione. Gli disse anche che aveva disubbidito agli
tata in un sonno tranquillo. ordini di suo padre e aveva seguito la carovana fuo-
Da sempre Jocelin aveva avuto una personalità for- ri dai confini dell’impero.
te ma quella terribile avventura nel deserto da sola e La sera Rodgar non tornò nel laboratorio ma rima-
l’aver visto quasi la morte avevano ammorbidito di se pensieroso nello studio, “quindi Felix ormai sa-
non poco il suo carattere. Altrimenti non avrebbe peva tutto” si disse. “Con qualche ricerca storica e
risposto così diligentemente alle domande poste da magica saprà anche dove trovarmi, di sicuro vorrà
Rodgar, mago promettente amico di suo padre che fermarmi, come mi imbrogliò tanti anni fa. Eppure
lo aveva conosciuto quando lei aveva solo sei anni. dopo quel fatto gli sono rimasto fedele, non avevo
Quello stesso mago che era scomparso all’età di capito ancora bene cosa Nagash valesse per me, ma
quarant’anni e poi ricomparso, dieci anni dopo, di- in fin dei conti tutte le nostre avventure hanno fatto
mostrandone venti. Suo padre aveva da subito avu- in modo di accrescere il mio potere, e ora sono

22
qui”. brava aver preso il comando, al posto del vecchio
Con questi e altri pensieri rimase tutta la notte sve- capo.
glio a pianificare piani per poi rifarli; domande su Si rivolse a lui nella lingua degli orchi, che aveva
domande continuarono a tormentarlo. La mattina imparato dai suoi scagnozzi dalla pelle verde
lo sorprese che non aveva ancora chiuso occhio, <<Avete preso quello che dovevate prendere?
ma non era affatto stanco, si sentiva soddisfatto >>
grazie al fatto che aveva finalmente trovato un pia- <<Si, e anche di più>> e con un grosso dito in-
no. dicò le due casse <<non si aprono, ma quei luridi
Per prima cosa durante la mattinata Rodgar mandò elfi le hanno protette fino alla fine. Ci sarà qualche
parecchie sentinelle sui monti a nord, dove vi era- diavoleria magica delle loro. Ma siamo convinti che
no i nani. Felix aveva alcune conoscenze fra i nani sia quello che volevi, le informazioni portavano a
e non voleva certo aspettarsi una brutta sorpresa, loro>>
anche se fino ad ora non aveva scorto nessun mo- <<Bene, bene. Portatele dentro, poi potete ripo-
vimento sospetto, i nani sembrava non aver presta- sare. Vedo anche che avete perso molti compagni,
to attenzione ai nuovi abitanti di Monte Fato. potete onorarli come fate voi di solito>>
Mandò anche alcuni uomini a sorvegliare i confini Gli orchi portarono le casse fin nel laboratorio poi
meridionali dell’impero, per essere informato per si ritirarono, ma Rodgar non ci fece neanche caso.
tempo se un qualche esercito avesse marciato ver- Dal momento che aveva ricevuto la notizia del
so sud. successo della missione a Nuln tutto era divenuto
Passarono i mesi e le giornate furono le une uguali di secondaria importanza.
alle altre, Rodgar stava tutto il tempo chiuso nel Ora aveva le casse entrambe davanti a lui, una era
laboratorio e nessuna notizia di movimenti strani delle dimensioni giuste per il guanto, mentre l’altra,
era giunta alla fortezza. Le uniche notizie confor- di pari larghezza era più lunga del doppio. Se in
tanti erano quelle che riceveva dal suo servo a Mid- una c’era il guanto, nell’altra cosa mai poteva esser-
denheim, con il quale comunicava in modo magi- ci.
co, il quale lo teneva in continuo aggiornamento Esaminò le due casse accuratamente, controllò le
sulla missione in compagnia della ladra. Lei si com- incisioni e degli eventuali sigilli magici, di cui ne
portava bene e avevano raccolto abbastanza infor- trovò parecchi su entrambe le casse. Alcuni erano
mazioni da poter studiare un piano per entrare nel- sigilli minori che non avrebbe faticato a sciogliere,
la villa e prendere il libro. mentre altri erano complessi e potenti. Decise di
Ma della missione affidata agli orchi non aveva mettersi subito al lavoro senza perdere tempo.
notizia e quello lo faceva innervosire non poco. Passarono alcune settimane ma le casse erano an-
Jocelin invece era libera di girare sia nella fortezza cora chiuse, Rodgar invece era dimagrito parec-
che nel villaggio, salvo alcune restrizioni. Rodgar chio, aveva speso molte forze nel cercare di forza-
era sicuro che non se ne sarebbe andata, oltretutto re gli ultimi sigilli rimasti che erano ancora intatti,
aveva effettuato alcune magie su di lei per confon- persino il suo spirito sembrava provato.
derla e avvicinarla a lui. Sarebbe stata un’arma per- <<Il mio potere non basta>> bisbigliò fra se e se
fetta da scagliare contro suo padre al momento <<riconosco l’impronta magica di quel maledetto
propizio. Gli aveva anche affidato dei semplici in- elfo, se solo fossi più potente, mi basterebbe poco.
carichi, per non lasciarla girare a fare niente e per Ho trovato dove far leva ma sono troppo debo-
sapere sempre dov’era. le>> ormai non aveva forze per poter lanciare altri
Una mattina di parecchi mesi più tardi il suo se- incantesimi, doveva riposarsi assolutamente.
condo in comando, Rufus, gli portò la notizia che La frustrazione era insopportabile per il mago, ave-
le sentinelle avevano avvistato un gruppo di orchi re il guanto di Nagash sotto il naso ma non riuscire
in arrivo da nord. Questo piccolo drappello porta- a prenderlo. Decise di evocare di nuovo i venti
vano le sue insegne e trasportavano due casse, la della magia, ma lo sforzo fu troppo, senza sapere
notizia portò buon umore al mago. Furono accolti come si trovò disteso sul pavimento immerso
da Rodgar in persona il quale volle sapere cosa era nell’oscurità che lo avvolse come un figlio.
successo nei minimi dettagli. Non vide Ronder nel Quando rinvenne si trovava disteso nella sua ca-
gruppo, che era molto meno numeroso di quando mera, la quale era vicina al laboratorio, ma non
era partito ma non si stupì, la missione non era sapeva dire se fosse giorno o notte visto che la luce
certamente semplice, aveva calcolato perdite, an- non arrivava mai lì, ma solo i globi rischiaravano la
che se non così consistenti. Non vide nemmeno il penombra. Si mise seduto sul letto e un leggero
capo degli orchi, quindi si rivolse all’orco che sem- capogiro lo colpì, ma lo stesso provò ad alzarsi. Le

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forze gli vennero meno e si ritrovò seduto sul let- gio, un sacchetto contenente monete e qualche
to. Un’imprecazione uscì dalla sua bocca. Pochi scorta di cibo. Guardò il contenuto sparso sul letto
attimi dopo, del trambusto proveniente dalla stan- con un moto di delusione e con un gesto fece ca-
za accanto attirò la sua attenzione, la porta si aprì dere tutto sul pavimento, fece per buttare anche la
ed entrò Jocelin sacca ma all’interno sentiva ancora qualcosa di vo-
<<Ben svegliato Magister, come vi sentite?>> la luminoso. Sbirciò all’interno e vide un fagotto fis-
voce della ragazza era sinceramente preoccupata sato sul fondo della sacca. Con pochi strattoni libe-
<<Come se un troll mi avesse calpestato>> il rò quello che c’era all’interno che rotolò diretta-
mago non era certo di buon umore <<quanto so- mente sul letto. La prima cosa che sentì, fu un po-
no rimasto svenuto?>> tere magico potente proveniente da quell’oggetto
<<Quattro giorni, i suoi allievi vi sono stati vicini che prese fra le mani con reverenza. Lo aveva rico-
in questo periodo. E Rufus mi ha affidato il com- nosciuto subito, aveva fra le mani la corona di Na-
pito di vegliarvi>> gash. Dal flebile potere magico che aveva sentito
<<Chiamamelo>> e senza aggiungere altro si prima, ora ne avvertiva la reale potenza, in cui rico-
sistemò meglio sul letto mentre con un inchino nosceva il marchio di Nagash.
Jocelin usciva dalla stanza. Pochi minuti dopo Ru- Non era l’oggetto della missione ma avevano sapu-
fus varcò la soglia con passo deciso fermandosi to stupirlo con quel risultato. Aveva insegnato be-
davanti al letto ne a Durt le energie magiche.
<<Mio signore, sono lieto di vedervi sveglio>> Avrà sicuramente riconosciuto la firma di Nagash nella
<<Si, si, anche a me. Che novità ci sono? Gli uo- corona pensò, mentre esaminava l'oggetto più atten-
mini sanno del mio incidente?>> tamente. Stette seduto con la corona fra le mani
<<Ovviamente non sanno nulla, solo io, Jocelin parecchio tempo, perdendo persino la cognizione
e i più fidati ne sono stati messi al corrente>> del tempo, fino a che non si accorse che nella stan-
<<Bene, ottima idea>> za un altro potere magico era presente da qualche
<<Mentre ho una notizia buona e una cattiva. parte. Fece vagare lo sguardo per la stanza per poi
Durt è tornato dalla missione a Middenheim con la fermarsi a osservare la sacca, come se potesse
ladra, ma è ferito gravemente. O meglio, da quello guardare all’interno di essa. Mise sul letto la corona
che dice la donna è stato maledetto, ha una ferita al e prese la sacca svuotandone il contenuto sul letto,
torace che non smette di sanguinare, è un miracolo una grossa custodia in pelle con rune di conteni-
che sia giunto fin qui ancora vivo>> mento era avvolta dai vestiti da viaggio.
<<Appena sarò in forze andrò da lui. E la donna Le rune le avrà fatte Durt per far si che il potere magico del
come sta?>> libro non fosse rilevato, molto ingegnoso. Sicuramente non
<<La donna sembra illesa, ma era così agitata avrebbero retto molto.
che l’abbiamo costretta a letto e addormentata>> Aprendo la custodia di pelle rimase stupefatto del
<<Hanno riportato quello che dovevano?>> contenuto, un libro. Un sorriso intrappolò il suo
<<Non abbiamo voluto frugare fra le cose che viso, un sorriso che si trasformò presto in un ghi-
avevano con se, con lei svenuta avere a che fare gno e poi in una risata, aveva fra le mani due arte-
con artefatti di raro potere magico è pericoloso, fatti di Nagash ora. Il libro, l’unico volume salvato
neanche i suoi allievi hanno voluto rischiare>> della sua biblioteca personale e la corona, artefatto
<<Capisco. Portami tutto quello che avevano creato da lui in cui instillò parte dei suoi poteri.
con loro, ora>> Senza accorgersene aveva recuperato le forze, nelle
<<Si signore>> e così dicendo uscì richiudendo- vene sentiva scorrergli del fuoco si alzò e si diresse
si la porta dietro le spalle e lasciandolo solo nella verso la porta. Si diresse verso il suo laboratorio,
stanza. dove vi erano i due scrigni. Con la corona postata
Pochi minuti più tardi Rufus rientrò con due sac- in testa e il libro che fluttuava al suo fianco percor-
che da viaggio e le poggiò sul letto di fianco al ma- se i vari corridoi, una volta all’interno del laborato-
go. Rodgar da quando il suo secondo era entrato rio si mise al lavoro per rompere i sigilli.
nella stanza aveva cominciato a sentire un potere Anche con tutto quel potere gli ci vollero due setti-
magico, flebile ma costante, ma non sapeva dire da mane, in cui non usc’ mai e nemmeno dormì, per
quale delle due sacche proveniva quindi ne prese riuscire nel suo intento, ma alla fine fu ricompen-
una. Con un cenno della mano congedò Rufus, il sato di tutta quella fatica, gli scrigni erano aperti ai
quale uscì immediatamente dalla stanza, poi rove- suoi piedi.
sciò il contenuto sul letto. In uno giaceva il guanto di Nagash, da lui ben co-
Dalla sacca uscirono un cambio d’abiti per il viag- nosciuto, nell’altro giaceva come addormentata

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una spada, la quale non portava ne incisioni e non <<Sei pronta per la tua ricompensa?>> la voce
sembrava di fattura elfica. La prese fra le mani e la di Rodgar era autoritaria ma lei non riuscì a rispon-
esaminò, ma non trovandoci nulla di interessante dere nulla
la abbandonò sul tavolo e rivolse tutta la sua atten- <<Bene, lo prendo per un si, stenditi sul tavolo.
zione al guanto, di cui aveva sentito tanto la man- Non sentirai dolore, ma ci vorranno parecchi gior-
canza. ni per finire. Intanto puoi raccontarmi dall’inizio
Non ci pensò due volte e subito lo indossò. Un alla fine il furto>> questa volta Gwen riuscì ad
turbinio di potere lo avvolse, i suoi capelli divenne- annuire.
ro più grigi, le rughe comparvero sul suo viso, gli Una volta sdraiata, Rodgar prese della mutapietra e
anni che gli furono tolti parecchi anni prima gli diede il via all’incantesimo per rendere il corpo del-
piombarono sulle spalle tutti in una volta, ma la la donna più forte e resistente. Intanto lei raccontò
vecchiaia non gli pesava sulle spalle, anzi un potere a lui, quando non cantilenava le parole
nuovo lo circondava. Il guanto, che avrebbe coper- dell’incantesimo, il furto.
to solo l’avambraccio in pochi minuti si espanse, e Ci volle quasi una settimana per finire
raggiunse la spalla. Ancora un artefatto e il signore l’incantesimo e lei alla fine era divenuta più forte e
dei morti Nagash sarebbe risorto. il suo corpo più flessibile. Lui era venuto a cono-
Quando uscì dal laboratorio tutti quelli che lo in- scenza che il proprietario precedente del libro era
crociarono rimanevano stupiti e si inchinavano con un negromante, e anche la corona era nella sua ca-
rispetto, il potere che emanava era palpabile. Si sa e fu proprio lei rubarla per se stessa, insieme a
diresse verso l’infermeria, Durt riposava lì, tenuto dei gioielli. Il colpo era andato bene ed erano en-
in vita dai suoi allievi. Nella stanza Durt era solo, a trati e usciti senza che nessuno si accorgesse di
parte la ladra, Gwen, che da quando si era svegliata nulla. Ma poi il ritorno divenne una fuga, avevano
era stata sempre al suo capezzale. sempre qualcuno alle calcagne. Un giorno lei aveva
Quando vide Rodgar entrare quasi non lo riconob- mostrato la sua refurtiva personale a Durt e lui a-
be, lo aveva visto ad Aldorf giovane, e ora lo rive- veva riconosciuto la corona come uno degli ogget-
deva dopo parecchi mesi, vecchio, ma con un por- to personali di Nagash. Aveva allora capito come
tamento da re ed emanava una strana soggezione. riuscivano sempre a trovarli, il negromante aveva
<<Salve a te Gwen. non sono venuto prima ma usato quella corona, e ora ne seguiva la scia, anche
sono stato molto impegnato. La tua ricompensa ti se quando nessuno la usava il suo potere veniva
sarà data presto, ora mi occuperò di Durt>> celato automaticamente.
Gwen rimase a bocca aperta per lo stupore, da Erano usciti dall’impero da pochi giorni quando
quando era arrivata alla fortezza aveva voluto in- furono attaccati dal negromante in persona, uno
contrarlo per dirgliene quattro sulla missione da lui scontro magico fra Durt e lui era improponibile.
affidatagli, una missione dove aveva quasi rischiato Ma Durt decise di usare il libro di Nagash per af-
di morire se non fosse stato per Durt. Ed ora era frontarlo. Lo scontro portò a Durt una ferita e un
lui che rischiava di morire, ma ora che lo aveva di sigillo che non permetteva che guarisse mentre
fronte non riusciva a proferire parola. Intanto lui portò al negromante una morte, o meglio, una non
avvicinatosi al corpo morente di Durt controllò la morte. Sicuramente si aggirerà ancora da qualche
ferita, e il sigillo inflittogli. Un sigillo di morte, chi parte come zombi.
glie lo aveva inflitto aveva senz’altro letto il libro Contento di quello che avevano portato e anche
nero di Nagash. Forse aveva sottovalutato la mis- del come, Rodgar diede anche una ricompensa ex-
sione. Ma non era un problema cancellarlo per lui, tra a Gwen, mentre a Durt avrebbe donato alcune
non era di potenza sufficiente da resistere ai suoi conoscenze magiche. Gwen fu libera di andarsene
nuovi poteri. quando voleva e di questo glie ne fu riconoscente.
Con pochi gesti e una cantilena il sigillo andò in Una settimana dopo era di partenza per tornare
frantumi. Mentalmente chiamò un suo allievo che nell’impero.
arrivò di corsa Jocelin, da quando Rodgar era svenuto , sembrava
<<Il sigillo è rotto, curatelo e sarà quello di pri- essersi svegliata dal lungo sonno in cui non poteva
ma>> controllare il suo corpo. Anche quando i poteri del
<<Si mio signore>> e si mise subito all’opera su mago erano aumentati notevolmente l’incantesimo
Durt su di lei non aveva ripreso effetto, ma nessuno
<<Ora veniamo a te Gwen>> e dicendo ciò si sembrava essersene accorto. Ora non voleva più
girò verso la ladra che non aveva tolto gli occhi da restare in quella fortezza, ma non aveva idea di
Rodgar <<Seguimi>>. Senza dire nulla lo seguì, come andarsene, per ora avrebbe fatto la brava.
non poteva fare altro e lui la portò nel laboratorio.

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La notizia gli era giunta alcuni mesi prima e da allora de segno di voler cedere
aveva fatto in modo di tenere d’occhio i suoi nemici <<A chi deciderà di arrendersi sarà risparmiata la
passo dopo passo, ed ora si trovavano a pochi giorni vita. Per tutti gli altri non ci sarà clemenza>> piantò
di distanza. L’esercito che era uscito dall’impero ver- i due stendardi a terra davanti a lui <<avete tempo
so sud era composta da circa duemila uomini e alla fino a domani all’alba, poi attaccheremo>> fece per
testa vi era il suo vecchio amico, ora nemico, Felix. voltare il cavallo e andarsene quando una voce lo
Mentre i suoi uomini spiavano l’esercito nemico, lui bloccò, una figura era comparsa a poche decine di
si assicurava che tutto fosse pronto. In tutti quei an- metri da lui
ni in cui era divenuto il padrone di monte Fato, ave- <<Hai finito la tua pantomima Felix? Non ci ar-
va riacceso le fucine e messo al lavoro prima schiavi renderemo mai, anzi forse sei tu a doverti arrendere.
non morti e poi umani, dalle abilità notevolmente E poi qui Karl Franz non ha potere, qui sono io il
superiori. Quelle armi gli sarebbero servite quando signore di tutto>> a quelle ultime parole i suoi sol-
sarebbe stato pronto a invadere l’impero, ma il loro dati scoppiarono in grida di lode <<perché non ti
uso era stato anticipato. unisci a me?>>
Aveva inoltre già preparato una trappola, sarebbe <<Se questo è quello che hai deciso non mi lasci
bastato aspettare che il nemico entrasse nella valle, ai altra scelta>> riprese i due stendardi e tornò verso il
piedi di monte Fato, e lo avrebbe intrappolato con i suo accampamento. Anche il mago si voltò, non pri-
suoi soldati vivi e un esercito di soldati morti che ma di aver osservato bene Rodgar e sicuramente a-
avrebbe evocato al momento. Gli orchi sarebbero ver cercato di fare una stima dei suoi poteri magici.
rimasti di guardia alla fortezza, come riserva e come Rodgar li seguì con lo sguardo. Nel guardare il suo
attacco definitivo alle forze nemiche. Niente avrebbe vecchio amico allontanarsi vecchi ricordi riaffioraro-
resistito alle sue forze e nessuno avrebbe messo i no e un velo di tristezza calò su di lui. Senza dire
bastoni fra le ruote ai suoi piani. nulla anch’esso voltò le spalle al nemico e si diresse
Il giorno in cui l’esercito nemico entrò in valle non verso la fortezza, da dove avrebbe seguito la batta-
tardò ad arrivare. Entrarono all’alba e si accamparo- glia. Ad ogni passo un ricordo lo assaliva, ma non
no all’imbocco della valle, riparati dalle montagne poteva permettersi debolezze. Era un compagno, un
suoi fianchi, ancora troppo presto per far scattare la amico, ma ora era solo un nemico, uno dei tanti che
trappola. avrebbe trovato sul suo cammino.
Prima che il campo fosse del tutto sistemato, un paio L’accampamento nemico restò in subbuglio tutto il
di figure si allontanarono in direzione del villaggio, giorno, ma senza nessuna traccia di voler attaccare.
in cui vi era solo lui e i soldati in previsione La notte scese sulla valle e sulla fortezza, i fuochi
dell’imminente battaglia. Entrambi a cavallo, uno era nell’accampamento restarono accesi, come quelli nel
in armatura completa quasi nera, che Rodgar non villaggio. era da poco passata la mezzanotte quando
poteva non riconoscere, era Felix e quella armatura un piccolo gruppo formato da sei persone si allonta-
era fatta in gromril, il metallo nanico. L’altro aveva nò furtivamente dall’accampamento. Si muovevano
solo una veste rossa, un mago, e non certamente in fila indiana e quello che faceva strada ogni tanto si
l’unico, ma ce ne sarebbero serviti parecchi per fer- fermava e scrutava la zona, controllava una mappa e
mare il suo potere magico. solo dopo aver pronunciato alcune parole ed aver
Si fermarono alle porte del villaggio, Felix sollevò la atteso risposta faceva procedere la colonna. Avanza-
visiera e il suo stendardo insieme a quello rono lentamente sotto il bagliore della luna e delle
dell’impero stelle. Aggirarono il villaggio e puntarono in direzio-
<<In nome di sua maestà Karl Franz, deponete le ne della fortezza.
armi e arrendetevi>> la sua voce era forte e autorita- Il mago fece fermare il piccolo gruppo ad una cin-
ria, ma nessuno dei soldati presenti nel villaggio die- quantina di metri dalla fortezza, poi girandosi si ri-

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volse ad un suo compagno <<Non devi scusarti, stavi facendo il tuo dovere
<<Ne siete proprio sicuro Felix?>> di samurai. Ma vedo che c’è anche Ector>>. Ec-
<<Certo, quante volte dovrò ripetertelo Mart>> tor era un’altra guardia del corpo personale di Fe-
disse Felix mentre si tolse il cappuccio lix, un esperto nell’uso di qualsiasi tipo di arma,
<<Secondo me puzza di trappola questa faccen- che rimase visibilmente sbalordito nel vedere Joce-
da>> lin in quel luogo.
<<Per questo siamo venuti solo noi, e il coman- <<E tu padre, potrai mai perdonarmi? Ho disub-
do dell’esercito è rimasto a Von Guber>> Felix si bidito hai tuoi ordini e ho seguito Rodgar fino a
guardò intorno, cercando di vedere qualcosa oltre queste montagne per poi farmi catturare>> le la-
quella oscurità. All’accampamento si poteva vedere crime stavano rigando il volto della ragazza
bene, ma più si avvicinavano alla fortezza più <<L’importante è che tu sia viva figlia mia, non
l’oscurità sembrava essere pesante. sai quanto siamo stati in pena io e tua madre>>
<<Se fosse una trappola solo noi ne pagheremo Felix attirò a se la figlia e la strinse in un caloroso
le conseguenze, vada come vada l’esercito e in abbraccio paterno
buone mani e l’attacco ci sarà. Questa è una buona <<Bene, ora che la famiglia è ancora unita pos-
occasione per colpire dall’interno, e poi ricordati siamo darci una mossa? Stare qui sotto mi mette
del nostro asso nella manica>> un certo disagio. E comunque io non mi fido di lei.
Anche se non proprio convinto il mago si girò e Ha detto di essere stata catturata, no? E se fosse
fece strada fino ad arrivare sotto la fortezza, con- realmente una trappola? Se fosse solo una mario-
trollò la mappa per l’ultima volta e poi la mise via. netta lei?>> il mago parlò senza distogliere lo
<<Siamo arrivati al punto segnato. Speriamo be- sguardo da Jocelin un secondo
ne, che Sigmar ci guidi>> <<Io..beh..si sono stata fatta prigioniera, ma non
<<Ottimo lavoro. Non ci resta che aspettare>> mi stanno manovrando. Padre, tu mi credi vero?
del gruppo, Felix sembrava il più tranquillo. >>
Non passarono che pochi minuti, in cui discussero <<Cosa ti è accaduto in questa fortezza Joce-
del piano una volta dentro la fortezza, che lin>> Felix sembrava realmente preoccupato, non
dall’ombra comparve una figura incappucciata. Il si aspettava di ritrovar sua figlia lì, e la sorpresa gli
primo ad accorgersene fu Lee Chen, una delle aveva fatto abbassare le difese, contro eventuali
guardie del corpo di Felix, un samurai al servizio di trappole
Felix, che estrasse la katana e si mise fra il gruppo Riassunse le sue disavventure nel deserto e quello
e la misteriosa figura che accadde poi nella fortezza in poche parole,
<<Non un passo di più>> pronunciò la frase in evitando di dire che gli piaceva star lì, fino a quan-
classico, anche se marcata da un forte accento del do sembrava essersi ripresa da un sogno.
Cathay, ma ciò non ammorbidì la minaccia nasco- <<Quando mi è giunta notizia che un piccolo
sta nelle parole esercito stava marciando verso sud e a capo vi era
<<L’alba non porta altro che il fumo dei villaggi il Visconte Felix quasi non vi ho creduto. Allora
distrutti la notte..>> la voce era quella di una fan- ho fatto in modo di mettermi in contatto con voi,
ciulla così ho lasciato un messaggio con una mappa in un
<<..questa è la guerra, questo è quello che vivia- posto visibile, ma nascosto da un segno particolare
mo ogni giorno>> Felix finì la frase <<Abbassa la che solo una spia può riconoscere e interpretare,
tua katana Lee, lei è la nostra talpa>> senza discu- ed eccoci qua>>
tere Lee rinfoderò la spada e si mise al fianco del <<Sei stata coraggiosa figlia mia. Lasciamo da
suo signore. parte la gioia del ritrovo per dopo, ora abbiamo un
<<Questa ragazzina?>> il mago fece una smor- lavoro da fare. Tu conosci bene la fortezza giusto?
fia >> non diede a Jocelin il tempo di rispondere e
<<Si, questa ragazzina. Conosco a memoria le subito riprese <<Se questa non è una trappola ci
parti più importanti della fortezza, posso farvi guiderai all’interno e colpiremo duro. Rodgar avrà
muovere senza che nessuno vi veda. È un bene sicuramente un piano>>
che siate venuti in pochi, ci muoveremo più in <<Ma Felix, ne siete proprio sicuro allora?>> il
fretta e colpiremo più velocemente>> la figura mago continuava a rimanere diffidente della com-
misteriosa si tolse il cappuccio e mostrò il viso ai parsa di Jocelin
presenti. <<Chiedo perdono Signorina Jocelin, <<Ne abbiamo discusso a lungo, anche con Von
non sapevo che eravate voi>> disse Lee Chen in Guber. Nessuno ti ha obbligato a venire, ti sei pro-
imbarazzo arrossendo nel riconoscerla. posto tu stesso per questa missione ideata in poco

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tempo>> sia nessuno, poi potrete uscire>>
<<Lo so benissimo, ma cadere in una trappola Senza aspettare risposta una porta si aprì, una fioca
ora non mi sembra un buon piano>> il mago re- luce rischiarò l’ingresso mentre la figura di Jocelin
stava fermo con le sue idee si stagliava in mezzo ad essa. Controllò più volte
<<Io seguirò Felix ovunque>> esordì Lee Chen sia a destra che a sinistra
<<Pure io, sono arrivato fin qui con lui, andrò <<Presto. Ora seguitemi in fretta>>
avanti con lui>> rispose di rimando Ector Controllando che la seguissero si diresse verso lo
<<Voi due invece? Avete la scelta di entrare op- studio di Rodgar, fra i labirintici corridoi della for-
pure tornare al campo, nessun riprovo se decidete tezza che aveva imparato a conoscere a memoria.
di tornare>> Felix guardava gli altri due soldati <<Non sarà facile arrivare senza farsi vedere.
che erano rimasti fino ad ora in silenzio Anche se li fuori fra poco scoppierà l’inferno
<<Io Lethien, ho giurato di seguirti ovunque da all’interno vi saranno sicuramente guardie. E le
quando mi hai salvato la vita>> a parlare era stato donne e i bambini sono nascosti da qualche parte,
un elfo silvano, a cui Felix aveva salvato la vita pa- ma son sicura che parteggeranno per Rodgar e non
recchi anni prima in Estalia, in un’imboscata fatta ci darebbero certo aiuto>> Jocelin espose la situa-
dagli uomini bestia. zione mentre avanzavano nella penombra.
<<Potete contare anche su di me Felix. Con <<Soli nella tana del nemico. Non è certo una
l’aiuto di Sigmar puniremo chi osa tramare alle sue novità per me>> Felix cercò di essere allegro per
spalle>> a parlare era stato un sacerdote di Sig- alzare l’umore hai suoi compagni ma anche a se
mar, Franz, armato del suo martello e determinato stesso. Ma non ebbe molto effetto, soprattutto per
a tutto pur di epurare questo mondo dal male. se stesso.
<<Al diavolo, verrò anche io. Vi servirà un mago
la dentro>> proruppe Mart L’alba non era ancora giunta, ma un lieve rossore
<<Bene allora, sono contento della tua decisione. colorava il cielo a est. I soldati, dell’esercito
Jocelin, figlia mia, facci strada>> dell’impero, erano schierati. Tra le fila vi erano
Senza una parola Jocelin si voltò e si mise in cam- bandiere dell’impero e dell’Estalia, alcune erano
mino, costeggiando la fortezza. Avanzarono anco- Tileane. Rodgar osservava la scena dall’alto della
ra per dieci minuti dopodiché si fermò, guardando- sua fortezza che svettava sulla valle. Da una parte
si dietro le spalle controllò che ci fossero tutti poi vi era schierato il suo piccolo esercito, nettamente
indicò la parete. Un secondo dopo era scomparsa. in minoranza, vicino al villaggio che era sorto
Felix correndo nel punto in cui poco prima stava nell’arco di una decina d’anni. Dall’altro lato, disci-
sua figlia notò che nella parete c’era una fenditura plinati uomini che facevano della guerra il loro me-
grande abbastanza per passarci, da cui filtrava la stiere. Ma quello che non sapevano era che presto
luce di una torcia. Voltandosi a guardare i suoi li avrebbe accerchiati, stava aspettando nient’altro
compagni mormorò che il momento opportuno.
<<Qui dentro>> I due schieramenti non dovettero studiarsi a lungo,
Felix sbucò in una piccola stanza, un’unica torcia appena l’ultimo uomo si era messo in posizione
rischiarava le fredde pareti di pietra. Ad aspettarlo Von Guber diede il segnale di attacco.
c’era sua figlia. Due grossi corni suonarono l’attacco e i soldati
Uno per volta entrarono tutti, il mago fu l’ultimo e imperiali partirono alla carica mentre quelli di Ro-
non smise un attimo di guardarsi in torno in cerca dgar si prepararono a resistere.
della trappola che si aspettava li avrebbe sicura- Un urlo si levò dalle file dei difensori
mente uccisi. Prima di proseguire Jocelin azionò <<Per Rodgar, per l’oscuro!!>>
una leva che fece chiudere l’apertura, la parete si L’impatto fra i due schieramenti fu tremendo ma
era spostata in modo del tutto silenzioso e una vol- ciò nonostante le file dei difensori tennero bene.
ta chiusa non si notava niente, nemmeno una mini- Rodgar dall’alto del suo studio osservava compia-
ma fessura. ciuto l’avanzata dei suoi nemici
<<All’interno della fortezza ci sono parecchie <<Ancora poco>> mormorò
pietre che illuminano a sufficienza i corridoi, que-
sta non ci servirà>> dicendo ciò spense la torcia, All’interno della fortezza anche Felix e compagni
che fino ad un attimo prima illuminava la stanza, avevano sentito i corni che davano il via allo scon-
lasciandoli nel buio. Abbassando la voce continuò tro
<<Ora aprirò la porta e controllerò che non ci <<Dobbiamo sbrigarci. La fuori è già comincia-

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ta>> incitò Felix <<E’ arrivato il momento>> detto ciò Rodgar
<<Voi non andate da nessuna parte invece>> una richiamò i venti della magia a se. Anche il meno
voce che proveniva da dietro li immobilizzò. portato per la magia avrebbe capito che una quanti-
Senza una parola l’elfo e il samurai si lanciarono tà enorme di potere magico si stava addensando
all’attacco. Un colpo a testa e la guardia cadde a ter-
intorno al mago.
ra morta. Una lenta litania cominciò a modellarla e trasfor-
<<Ottimo lavoro. Muoviamoci>> Felix non fece marla in un potente incantesimo conosciuto da po-
in tempo a finire la frase che altre guardie compar- chi. Come all’inizio della sua avventura nelle terre
vero in fondo al corridoio selvagge si preparava ad evocare i morti in battaglia.
<<Presto seguitemi>> Jocelin si mosse di corsa, Tutti i morti presenti in quella sanguinosa valle, do-
stando attenta a non lasciare indietro i compagni, ve più volte eserciti si erano scontrati. Rodgar pote-
ma le guardie, prese in contropiede dalla fuga, li sta-
va sentire la quantità di morti che era sepolta lì, a-
vano inseguendo vrebbe sicuramente dato un ottimo vantaggio nu-
<<Non riusciremo mai a seminarli. Meglio siste- merico al suo piccolo esercito.
marli qui e subito>> aveva parlato Ector, il quale si Quando ebbe finito di preparare l’incantesimo,
era fermato e stava aspettando i nemici dall’alto della fortezza scagliò un fulmine viola al
<<Ha ragione, è inutile scappare>> anche Felix si centro della valle, appena più a nord dei due schiera-
stava fermando menti. Nella foga della battaglia nessuno ci fece ca-
<<No, voi andate avanti qui basto io>> Ector era so.
sicuro di se Non passarono che pochi minuti che la terra comin-
Dopo una rapida riflessione Felix fece segno di ri- ciò a tremare lievemente, poi come dal nulla gli
mettersi in marcia a sua figlia scheletri dei morti, guerrieri e non, riemersero dalle
<<Lee, Lethien dategli una mano poi raggiungete- viscere della terra.
ci>> Appena l’esercito imperiale si accorse di cosa stava
<<Il laboratorio e lo studio si trovano in cima allasuccedendo il panico si diffuse immediatamente,
fortezza>> dal fondo del corridoio arrivò la voce di mentre dai difensori partirono urla di gioia per il
Jocelin, dopodiché le spade cozzarono l’una contro loro signore e insulti per il nemico.
l’altra. La battaglia ricominciò, ma si erano capovolti i ruo-
li. Ora l’esercito imperiale era accerchiato e stava
L’esercito imperale era in netta superiorità numerica subendo gravi perdite.
e questo stava giocando a loro favore

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<<Arrenditi Rodgar, sei finito>> la voce di Felix maghi e senza offesa voi sareste d’intralcio>>
distolse la sua attenzione dalla battaglia. <<Non mi offendo certo, odio la magia. Ma sei
<<Ma che sorpresa Felix. Sei venuto ad unirti a sicuro di farcela?>>
me? Al mio sogno di conquista?>> il mago non si <<Non mi sembra questo gran fenomeno>> detto
era neanche voltato ciò lanciò altre palle di fuoco verso Rodgar in segno
<<I tuoi sogni di conquista? I tuoi sono vaneggia- di superiorità
menti, mostro>> il prete dopo aver parlato si lanciò <<Fai attenzione, non sottovalutarlo. Trovo un
all’attacco, con il martello levato pronto a colpire. posto sicuro per Jocelin e torno>> detto ciò Felix
Tutto avvenne velocemente, Rodgar si girò per fron- prese fra le braccia la figlia e uscì dalla stanza.
teggiare il sigmarita ed il suo martello. Al fianco sini- Il mago si girò verso quello che stava divenendo un
stro portava la sua spada del fulmine che estrasse. rogo, ormai avrebbe dovuto essere cenere eppure fra
Con la sinistra evocò una barriera attorno a se dove il le fiamme si riconosceva una figura.
colpo del sigmarita venne deviato, senza che il mago Una risata eruppe dalle fiamme, una risata che fece
venisse nemmeno sfiorato. Il prete portò altri colpi accapponare la pelle a Mart, che per tutta risposta
ma senza successo, la barriera non pareva subire al- lanciò un’altra sfera aumentando l’intensità delle
cun danno. fiamme ma senza interrompere la risata.
Stufo di quel combattimento futile Rodgar indicò il <<Che diavolo hai da ridere? Sei forse un pazzo?
prete con la spada >>
<<Il tuo dio è debole>> dopo queste parole sca- Non giunse nessuna risposta, ma un fulmine partì dal
gliò verso il suo avversario un globo di energia, centro delle fiamme e colpì di striscio mago
l’impatto fu violento. Il prete cercò di parare il colpo <<Tu che usi il fulmine ti credi un mago splenden-
con il martello, ma inutilmente. Venne scagliato con- te?>>
tro la parete mentre il martello si diresse contro Felix. Come prima anche stavolta non giunse risposta, ma
I suoi riflessi gli salvarono la vita, si abbassò due sfere di fuoco esplosero poco distanti dal mago
all’ultimo momento e il martello passò appena sopra <<Ora mi hai stufato buffone>> Mart richiamò
la sua testa. Meno fortuna ebbe Jocelin, trovandosi tutto il suo potere, avrebbe reso quella stanza un vero
proprio dietro al padre, il martello la colpì in pieno inferno, e quella sarebbe stata la tomba di Rodgar.
viso. Subito cadde, priva di sensi, al suolo. Ma prima che potesse finire di pronunciare
Il terrore di averla di nuovo persa colse Felix, che l’incantesimo una figura schizzò fuori dalle fiamme,
subito si chinò vicino alla figlia. Stava perdendo san- la spada levata a mezz’aria pronto a colpire. Con il
gue da una brutta ferita alla tempia, ma il respiro primo colpo quasi decapitò il suo avversario che cad-
sembrava abbastanza regolare. Si strappò un pezzo di de a terra senza un lamento. Dopo il primo colpo ne
stoffa e tamponò la ferita seguì un secondo e poi un altro ancora, fino a che
<<Che bella scena commovente>> commentò Ro- non ridusse il corpo, percorso da migliaia di scariche
dgar mentre osservava il tutto standosene immobile elettriche, a una forma irriconoscibile e coperta di
dietro la finestra sangue
<<Vigliacco>> Mart scagliò una palla di fuoco cha <<Buffone e pazzo sarai tu>>
avvolse il suo bersaglio
<<Sciocco. Non sai a che ordine appartengo? Il Felix intanto si era fatto strada verso vari corridoi, la
fuoco ubbidisce hai miei comandi>> detto ciò alzò vista di sua figlia ridotta così lo aveva scosso tanto da
le mani in aria, ma non successe nulla non ricordare da che parte era venuto, gli sembrava
<<Che c’è, questo non ti ubbidisce?>> Mart aveva che stava girando in cerchio
preso sicurezza in se stesso in quel duello <<Questo posto è un vero labirinto, accidenti a te
<<Felix, portate via vostra figlia, qui è una sfida fra Rodgar>> mentre malediceva il suo vecchio amico

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aprì con un calcio una porta. Dentro vi era una ta- venature nere, comparvero nelle sue mani.
volo e sulle pareti erano disposti su vari scaffali am- <<Il gioco è finito vecchio mio>> i due globi pre-
polle e alambicchi di ogni genere, aveva trovato il sero più luminosità e li lanciò entrambi contro Felix.
laboratorio di Rodgar. Felix era disarmato, avendo perso la spada nel com-
Sul tavolo vi erano posati libri, strumenti di ogni battimento. Stava perdendo sangue dalla ferita sul
tipo e una spada, buttò per terra tutto e vi distese la fianco, ma non poteva darsi per vinto, non quando
figlia. Controllò la ferita e cambiò il pezzo di stoffa c’era la vita di sua figlia in pericolo. Per istinto rac-
che serviva per fermare il sangue. colse una spada li per terra, quella che era sul tavolo
<<Non morire figlia mia. Torno subito>> diede e che lui aveva gettato a terra prima, e si mise in pa-
un bacio sulla fronte a Jocelin e impugnata la sua rata.
spada uscì dalla porta. Nell’istante che i globi colpirono la spada ci fu un
Non fece che pochi passi che di fronte vide Rodgar, bagliore accecante. Diverse rune sulla spada, prima
la spada che gocciolava ancora sangue in una mano. completamente invisibili, divennero di un rosso ac-
<<Ti ho trovato Felix>> ceso e si infransero. La spada ad una mano che era
<<O forse sono io che ho trovato te>> una fred- prima si trasformò in uno spadone a due mani. La
da calma era scesa su Felix, sapeva che non doveva lama era leggermente ricurva sulla punta ed era rico-
sottovalutare il mago. Aveva ucciso Franz, il prete perta di segni e incisioni strane, ma che Felix aveva
sigmarita, con facilità e se era qua anche Mart era visto più volte, erano le rune del caos. L’elsa era fi-
morto. nemente decorata e totalmente nera, anche lì rune
I due si studiarono a lungo senza muoversi, poi co- malvagie risplendevano.
me un solo corpo si lanciarono l’uno contro l’altro. Finalmente libero, le mie catene sono rotte una voce, segui-
Le spade cozzarono l’una contro l’altra in una danza ta da una risata malvagia, riempì la testa di Felix.
mortale. Quando il bagliore si spense Rodgar vide che i due
Rodgar era molto migliorato nell’uso della spada ma globi non avevano arrecato nessun danno, come se
restava sempre inferiore a Felix come tecnica e velo- non li avesse neppure lanciati, ma vide la spada che
cità. La sua spada sembrava essere ovunque, ma Ro- riconobbe subito come malvagia... un demone rin-
dgar aveva una carta in più, la magia. chiuso in una spada.
Un rapido movimento della mano, una parola e un <<Impossibile>> l’incredulità di Rodgar permise
globo delle dimensioni di un pugno centrò in pieno a Felix di portare a segno un colpo al braccio sini-
stomaco Felix. L’impatto fu violento e la forza del stro del mago.
colpo lo lanciò all’indietro contro la porta del labo- <<Felix, quella spada e del caos. Lasciala o ti divo-
ratorio. Si rimise in piedi a fatica e quando tornò a rerà, e tu dovresti ben saperlo>>
guardare il suo avversario lo stava caricando con la <<Lasciarla? Se mi servirà per ucciderti la userò.
spada. Il colpo fu rapido, ma lui di più. Si spostò Poi penserò anche alla spada>>
leggermente di lato all’ultimo momento e la spada si Felix cominciò a mulinare la spada in velocissimi
conficcò nella porta. Non c’era spazio per usare la attacchi, Rodgar estratta la spada riusciva a stento a
spada, ormai erano troppo vicini. Felix prese per il stargli dietro, e non aveva tempo per lanciare nessun
bavero della camicia Rodgar e lo tirò a se sferran- incantesimo.
dogli una testata sul naso. Barcollando di un paio di Rodgar era alle strette, in un duello all’arma bianca
passi indietro Rodgar non vide i due successivi pu- presto sarebbe stato sconfitto. Anche con una ferita
gni. Messo alle strette Rodgar caricò con tutto il suo al fianco era sempre più forte di lui, considerando
peso l’avversario sbattendolo di novo contro la por- che aveva anche quella spada maledetta. Doveva
ta che cedette. Entrambi piombarono nel laborato- trovare una soluzione al più presto, si maledisse
rio fra le schegge prodotte dalla porta andata in pez- quando aveva abbandonato quella spada nel suo
zi. laboratorio invece di studiarla, ma la scoperta dei
Rodgar riprese la spada fra le schegge e cercò di in- manufatti di Nagash glie ne aveva fatto dimenticare
filzare il nemico ancora a terra, ma lo colpì solo al l’esistenza.
fianco. Nello stesso momento fermò un calcio diret- Parò un fendete con molta difficoltà poi riuscì ad
to verso la sua faccia. allontanarsi quel tanto che bastava ad evocare i venti
<<Arrenditi, sei mio ormai>> mentre Rodgar ri- della magia.
deva Felix si allontanò da lui rotolando e si trovò Cinque sfere infuocate partirono dalla sua mano e
contro la base del tavolo, dove vi era distesa sua fi- colpirono Felix in pieno, ma senza arrecargli alcun
glia. danno. La spada aveva assorbito le sfere e le rune
Il mago piantò la spada a terra e due globi rossi, con avevano aumentato la loro brillantezza.

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Rimasto nello stupore per il suo potente attacco no contro Felix che non aveva fatto in tempo a
svanito nel nulla, vide all’ultimo momento il colpo muoversi.
diretto verso di se. Ebbe solo il tempo di spostarsi Un globo lo colpì alla gola scaraventandolo contro
ma non gli fu sufficiente, la spada maledetta gli uno scaffale, mentre gli altri colpirono vari punti
inflisse una profonda ferita per tutta la lunghezza nella stanza, distruggendo scaffali e sparpagliando
del braccio. dappertutto gli ingredienti e gli strumenti.
Finché avesse usato quella spada non poteva usare Dopo quest’ultima magia Rodgar si lasciò andare,
la magia in attacco, molto probabilmente assorbiva ormai sfinito alla morte, sapeva benissimo che non
il potere magico e lo convertiva in energia per se. ce l’avrebbe mai fatta, era inutile combattere.
Ma poteva usarla per se stesso. Felix era riverso a terra, il sangue che usciva dalla
Evocò uno scudo intorno a se, convinto della sua ferita alla gola ricopriva il pavimento sotto di lui, la
efficacia contro la spada, ma quando Felix attaccò vita lo aveva già abbandonato.
si convinse subito del contrario. La spada aveva In tutto quel trambusto un vasetto contenente pol-
frantumato uno scudo magico che neanche una vere di mutapietra si rovesciò sul corpo inerme di
cannonata avrebbe infranto. Jocelin, ricoprendola di uno strato di polvere ver-
<<Maledetto>> de.
<<Che c’è? Ti senti minacciato?>> Felix stava
cambiando a vista d’occhio, il demone rinchiuso Al volgere della sera la battaglia si era conclusa con
nella spada stava stringendo i suoi artigli su di lui. un annientamento totale delle truppe del mago o-
Rodgar di rimando non poteva fare granché, era scuro Rodgar.
inferiore a lui con la spada. Anche se sembrava sicura la disfatta dell’esercito
I due avversari si scambiarono altri colpi, ma ormai imperiale, dopo l’evocazione dei guerrieri non
Rodgar aveva perso molto sangue dal braccio e la morti, la sorte dell’incontro era stata ribaltata
vista gli si annebbiava. dall’intervento dei nani. Quando il sole aveva rag-
Con un poderoso colpo Felix trafisse il suo vec- giunto la sua massima altezza una parte di monta-
chio amico nello stomaco, la spada proseguì la sua gna a nord della radura era crollata, ancora prima
strada e si conficcò nella parete dietro al mago. che la polvere si fosse depositata un contingente di
Con un ultimo guizzo di forze Rodgar riuscì a dare nani era uscita all’attacco.
un calcio a Felix facendogli perdere l’equilibrio, il Le ricerche dei sopravvissuti della missione segreta
quale finì a terra. di infiltrazione iniziarono subito dopo la battaglia.
Perso il contatto con la spada il viso di Felix sem- Trovarono Lee Chen e Lethien vicini ad una ram-
brò tornare normale e la ferita al fianco cominciò a pa di scale, il loro stato era pessimo ma erano vivi,
pulsargli, subito si strinse il fianco. Si alzò in piedi meno fortunato fu Ector, colpito da diversi dardi e
con fatica e si guardò in giro. molte erano le ferite subite.
Sua figlia era ancora sdraiata sul tavolo, come se In quello che sembrava uno studio trovarono il
niente fosse successo intorno a lei, il suo vecchio corpo di un mago e quello di un prete di Sigmar, i
amico Rodgar era appoggiato al muro con la spada loro corpi sarebbero stati irriconoscibili se non si
demoniaca infilzata nel suo stomaco e nel muro. fosse saputo chi erano i membri della missione.
Era scomposto ed era morto, una fine giusta per Nel laboratorio, ormai completamente distrutto
un uomo malvagio. trovarono il corpo di Rodgar, appeso al muro tra-
Si appoggiò al tavolo e guardò sua figlia. fitto da una lama di spada spezzata. Al corpo man-
<<Dove guardi, non sono ancora morto Felix>> cava il braccio destro e parecchie ferite segnavano
Rodgar aveva riaperto gli occhi e aveva già evocato il suo corpo. A parte la tunica, la quale era comple-
i venti della magia. Poche parole e tre globi neri tamente intatta, non portava nessun’altro oggetto.
comparvero nel suo palmo. Il corpo di Felix non fu mai ritrovato.
<<Addio>> dopo queste parole i globi saettaro-

Copyright © Re dei Sepolcri (Stefano Gerberti) per La Locanda delle due Lune
Sito: http://www.wfrp.it - Forum: http://www.wfrp.it/forum
Revisione di Erskine (Francesco Pignatale)
Impaginazione di dottwatson (Daniele Castagnino)
Sfondo della Pubblicazione di Luna d’Ecate
Prima Pubblicazione: Luglio 2009
Questa è un racconto basato sul background di Warhammer Fantasy
e non è supportato in alcun modo dalla Games Workshop Ltd.

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