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Sam Mazzotti (Order #22771542)


Sam Mazzotti (Order #22771542)
Valerio Amadei
Andrea Marmugi
Stefano Simeone

Benvenuti nel Necropunk

Sam Mazzotti (Order #22771542)


Disclaimer:
Il libro che hai in mano è un'opera di fantasia.
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone
realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

ISBN 978-88-944301-0-3
Editore
Stratagemma di Mucci Florian & C. S.N.C.
Firenze - Via dei Servi 15/R

Stampato da:
BOTTICELLI LA STAMPA Novafeltria (RN)

Firenze 2019
© StratagemmaEdizioni 2019

Sam Mazzotti (Order #22771542)


L'ingranaggio
Linux

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Disclaimer
Tutti i libri di finzione che ho letto avevano in apertura un disclaimer, quindi
mi sono fatto l’idea di dovercelo mettere anch’io.

Nel tuo mondo, io sono un personaggio di fantasia. Il libro che hai in mano è
un’opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone
realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale o, per lo meno, gravemente
anacronistico.
i ch el o
a v o
d o v ete riem pirl te.
parte ubblica
Que sta rice vete e lo p o eh??
m and
m i racco [ISBN]

[Editore]

[stampato da]
Firenze 2080
© I Game Designer 2080

Nota dei curatori


Questo manoscritto ci è stato recapitato in forma anonima da un utente del web
che si fa chiamare Linux.
Il file ci è pervenuto in formato .odt e provvisto di commenti al margine. Nel
rispetto dell’espediente narrativo adottato dall’autore (perché è ovvio che non
possa trattarsi di altro), abbiamo scelto di integrare i suoi commenti all’interno
dell’opera e, per trasmettere al lettore il giusto senso di spontaneità e confiden-
za, abbiamo adottato per essi un font che simuli la scrittura manuale, come fos-
sero appunti presi a matita tra le righe del testo dall’autore stesso.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Directory ild:
L'Ingranaggio.int
Ciao, io sono Linux e ho bisogno di te. Ma se hai questo libro tra le mani,
probabilmente ho da offrirti qualcosa che ti può interessare, per cui cerca di
seguirmi.
Il satellite a cui mi connetto non è del mio mondo, è del tuo. E ci credo, caz-
zo: quelli del mio sono piovuti giù tutti tra gli anni Quaranta e Cinquanta!
Il satellite a cui mi connetto trasmette a cavallo degli anni Dieci e Venti. Que-
sto vuol dire che ti mancano cinquant’anni abbondanti di delirio e casino.
Quindi, la prima cosa che ti serve è aggiornarti un attimo su quel che è suc-
cesso.

Pacchetto bs4: doc.min.collasso_


globale.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Gli scontri tra Luddisti e Scien- e manifestano uno sviluppo in
tisti hanno raggiunto ieri il loro tutto e per tutto assimilabile a
apice, a seguito della dichia- quello dei neonati nati e conce-
razione del dott. William Bra- piti naturalmente.
dbury, portavoce dell’equipe
congiunta di ricerca sperimenta- Il processo di clonazione umana,
le del W.C.D.C., che ha confer- secondo Bardbury, può dirsi svi-
mato il successo dei primi espe- luppato con successo, e potrebbe
rimenti di clonazione di organi- rappresentare la risposta all’in-
smi umani completi. Bradbury spiegabile crollo demografico
ha affermato che i primi neonati che affligge il pianeta da oltre
clonati, ad ora diciotto, tutti nati quindici anni.
in segreto tra il 12 e il 17 Set- Immediate le reazioni a livel-
tembre, presso le strutture della lo globale: la notizia è diventata
London Clinic di Londra, dell’o- subito virale, infiammando l’o-
spedale universitario di Leuven pinione pubblica e riaccenden-
e del policlinico San Raffaele di do i contrasti tra le frange pro e
Milano, dopo un mese di osser- contro la sperimentazione medi-
vazione godono di buona salute ca su organismi umani. Sin dal
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2032, da quando il W.C.D.C. ha
dato il via libera alla sperimenta-
zione sulla clonazione umana, si
sono registrati episodi di violen-
za, ma ieri il bilancio degli scon-
tri davanti al palazzo di vetro e
alla London Clinic ha raggiun-
to i massimi storici: oltre 220 le
vittime accertate a New York, e
più di 400 i feriti gravi, mentre
sono 95 i morti e 216 i feriti con-
fermati a Londra.
Le forze dell’ordine, presenti sul
posto e supportate dai militari in
entrambe le città, non sono riu-
scite a evitare lo spargimento di
sangue, anche se il loro interven-
to costante ha sensibilmente ri-
dotto e continua a ridurre la por-
tata altresì ben più drammatica
dell’onda di violenza. La situa-
zione non è ancora tornata alla Una delle nuove paure, quella di
normalità: scontri e atti di van- trovarsi solo nella propria città
dalismo continuano a registrar- mette ogni risorsa scientifica di-
si in varie zone delle città e le sponibile al servizio dell’uma-
proteste si estendono alle capita- nità e della vita in un periodo in
li e ai grandi centri di altri Stati. cui quest’ultima è sempre più
rara e preziosa.
Gente in piazza anche a Leuven.
Polizia e militari per le strade La risposta delle frange estremi-
in tutte le zone considerate a ri- ste è violenza e morte.
schio. È evidente che qualcosa all’in-
Il portavoce dell’alto commis- terno dell’animo umano si è rot-
sario per il controllo demografi- to con effetti assai preocupanti.
co ha espresso lo sconcerto dal
palazzo di vetro: “ Il W.C.D.C.
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Lo so, è poca roba, frammentaria e caotica, però, secondo me, un’idea te la
sei fatta, no?
Il mondo, di punto in bianco, ha fatto le valigie e ha iniziato ad andare a put-
tane. Verso il 2020 la gente ha preso a morire di più e a nascere di meno.
I migliori scienziati viventi si sono rotti il culo per capire il perché ma nulla,
nada, nichts, un buco nell’acqua.
Un’origine biologica del crollo della natalità non l’hanno mai individuata; le
cause di decesso restavano più o meno nella stessa proporzione statistica,
solo di più, parecchio di più. Con i dovuti distinguo, certo: fino agli anni qua-
ranta sono aumentati i suicidi. È comprensibile, no? Sono calate le morti
in teatri di guerra, che comunque non è che abbiano mai avuto tutta que-
sta incidenza; aumentate quelle negli scontri di piazza. Eccetera. Ma chi se
ne frega! Il punto è: niente pandemia inarrestabile, niente meteorite, niente

li ab bi a m o fa tti n oi e ci zappano l’orto,


Quelli
m a ne parliamo poi
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olocausto nucleare, niente zombie.
La realtà dei fatti è che per tutto questo non c’è una causa. La mia idea? Si è
rotto qualcosa a monte, parecchio a monte.
Comunque, è davvero difficile, di questi tempi, recuperare materiale digita-
le sulla Vecchia Era e, come immaginerai, per tutto quel che accadde dopo
il ‘42, praticamente impossibile; quindi ora mi tocca procedere un po’ più a
braccio. Come ti ho detto, tu cerca di seguirmi, ok?
Ho giusto un’ultima chicca da passarti. Era in una chiavetta USB che Elisa-
betta Gori si è portata dietro nel ‘49, quando è fuggita da Londra per tornare
a Firenze.
È la formula della super-mioglobina, la broda incredibile che manda avanti i
cadaveri ambulanti - che da adesso chiameremo costrutti – ok?
Questa proteina, una super eme, riesce a legare talmente tanto ossigeno
che pompandola in circolo puoi alimentare un sistema muscoloscheletrico
per giorni, senza bisogno di respirazione. Stregoneria. Guarda qui:

S
a b uper
ase -m i
m ioglob di m oglob
aume n ina an ina
ga
tata ne
se
La fine degli Stati, di ogni forma di politica globale, di comunicazione, di tra-
sporto e viaggio addirittura, ufficialmente si fa risalire al ‘53, l’anno in cui il
mondo tornò nel medio evo.
Però, secondo me, il battito d’ali della farfalla che ha dato forma al questo
mondo è stato il ritorno di Elisabetta Gori a Firenze con quella chiavetta USB
sul fondo di qualche tasca o appesa al collo.
Quella è la pietra su cui è stata costruita la cattedrale dell’Impero Scientifi-
co, ok?
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Pacchetto bs7:
E.Gori_3/7_W.C.D.C.
Vedo di farla breve.

Quando il 9 Agosto del ‘42 di Luddisti fanno saltare in aria la London Clinic,
l’ospedale di Leuven e il San Raffaele, fanno fuori anche tre quarti dell’equipe
congiunta del W.C.D.C., tra cui Leonardo Gori, che era a Milano.
Il mondo balla sull’orlo del precipizio e il W.C.D.C. è in ginocchio. La specie
umana è di nuovo a un passo dallo scendere sotto la soglia dei quattro mi-
liardi di individui e sta per autodistruggersi in un colpo solo nella guerra civile.
Quel che resta di internet, l’ultimissima rete sfilacciata che la tiene insieme, è
appena stato oscurato per sempre. L’equipe congiunta sta cercando di riani-
mare i cadaveri, cosa che sembra essere l’ultima speranza. E ci sta riuscendo.
Poi, all’improvviso, le migliori teste di microscopio vengono fatte saltare in
un colpo solo. Gli appunti di Gori risultano incomprensibili: il progetto pare
irrimediabilmente compromesso. Ma ecco che sbuca sua figlia, Elisabetta.
Respira biologia umana e genetica medica da quando ha imparato a parlare.
Ha ventidue anni e già ha iniziato il dottorato. Ha assistito suo padre spesso
e volentieri. Sa cosa cazzo vuol dire quel che c’è scritto in quei file e come si
mette in pratica.
Dall’estate del ‘42 affianca ufficiosamente l’equipe, di cui entrerà a far parte
nel ‘44, con un ruolo di alta responsabilità, non appena conseguito il dotto-
rato. Discuterà una tesi sulle proteine super Eme. Nello stesso anno l’equipe
sintetizza la super-mioglobina. Coincidenze?
Nell’arco di un solo anno, l’equipe guidata dalla seconda generazione di Gori
riesce a ripristinare le funzioni vitali di numerosi corpi deceduti, arrivando
a una stabilità metabolica in assenza di respirazione, purché rigorosamen-
te sottoposti a circolazione extracorporea. Il grosso problema è realizzare
un’interfaccia con il sistema nervoso centrale capace di codificare e veico-
lare sequenze di comandi sufficientemente complessi per far compiere alla
biomacchina qualcosa di utile in autonomia. La sperimentazione procede in
questa direzione. I progressi fatti nei quattro anni successivi non sono suffi-
cienti a ottenere un prototipo efficace.
Nel ‘49 le metropoli sono ormai irrimediabilmente al collasso; gli Stati, gusci
vuoti incapaci di alcuna esecutività; Il W.C.D.C. un ideale morto, in grado sol-
tanto di ispirare i visionari.
Elisabetta Gori abbandona Londra, ormai invivibile e pericolosa, e torna a
Firenze.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs8: E.Gori_4/7_CdS
La Firenze degli anni Cinquanta è una realtà in fase di transizione, brulicante
nonostante la penuria di braccia e di teste; insomma, di vite.
Troppo piccola per collassare sotto il proprio peso come altre metropoli,
troppo grande e viva per non reagire, la città sta rispondendo allo sfacelo
politico ed economico localizzando tutto il possibile. Certe cose sono scritte
nei geni e Firenze si sta riassettando come Città-Stato, come già mille anni
prima.
Elisabetta Gori trova al suo arrivo un’atmosfera completamente diversa da
quella cancerosa di Londra. È il periodo in cui stanno saccheggiando Careggi
per trasferire i macchinari diagnostici e radioterapici a Santa Maria Nuova; il
periodo in cui i fischi continui del vapore in pressione iniziano a saturare l’a-
ria mentre gli ingegneri dirottano il know-how tecnico verso la meccanica di
precisione e la termoidraulica; il periodo in cui la popolazione intera cerca
soluzioni innovative per non arrendersi alla Caduta.
In questo seppur povero e stremato fermento, la Gori conosce nel ‘50 Al-
berto Nosi, brillante ingegnere – i fischi del vapore si devono principalmente
a lui – Giulio Della Gherardesca, eminente neurochirurgo, e tanti altri lumi-
nari delle tecniche e delle scienze, che già sono riuniti in un informale circolo
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
di cervelloni, che la accoglie a braccia aperte.
Il bagaglio che Elisabetta porta con sé – la matrice staminale totipotente e la
soluzione ipernutritiva di coltivazione sintetizzate e stabilizzate dall’equipe
del W.C.D.C. – dà l’ultimo slancio al rivoluzionamento medico in atto, neu-
tralizzando di fatto il concetto stesso di malattia.
Il simposio di scienziati si insedia nell’ospedale di Santa Maria Nuova, or-
mai santuario di tutte le scienze e le tecniche, non solo della medicina. La
struttura inizia a venire identificata col nome pittoresco di Cittadella delle
Scienze, mentre la sua fama si diffonde, facendone un faro e un esempio
per tutte le realtà del centro Italia, che, partendo dalla necessità di far fron-
te ai medesimi problemi, stanno seguendo spontaneamente un cammino
per quanto possibile affine, accentrando le scienze e le tecniche presso i poli
medici degli abitati, che iniziano anch’essi a prendere il nome di “Cittadelle
delle Scienze”, imitando Firenze.
Nella vita cittadina, sempre più peso assumono le risposte scientifiche ai
problemi quotidiani. Prendere decisioni di ordine pubblico dopo aver con-
sultato il consiglio di amministrazione della Cittadella delle Scienze diventa
una prassi, conferendo a quest’ultimo un sempre maggiore potere politico.

n e
tiv azio
ull a col
ativa s breve.
e n or m stato
az i on as so è
all ’e qu wi il p
i Ki
D a qu del

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs9:
E.Gori_5/7_SdC
La matrice staminale totipotente e la soluzione iper-
nutritiva di coltivazione non sono le uniche cose che
la Gori si è portata a Firenze, come vi avevo accennato.
Ha con sé gigabyte di appunti suoi e di suo padre – anche se è ormai quasi
impossibile trovare hardware su cui leggerli – e la formula stabile della su-
per-mioglobina.

Con un gruppo ancor più ristretto di amici e scienziati, ha ripreso gli espe-
rimenti sulla rianimazione dei cadaveri. È grazie a Nosi e Della Gherardesca
che arriva la svolta. Il neurochirurgo intuisce uno schema di programmazio-
ne che si rivela in grado di comprimere i comandi a sufficienza da innescare
sequenze complesse; l’ingegnere riesce a progettare un’interfaccia che col-
leghi il cervello morto a una consolle di programmazione in modo tale che
siano in grado di comunicare.
Va bene che l’elettronica ormai era a puttane e dell’informatica non parlia-
mone nemmeno ma, cazzo, i più grandi cervelloni di Firenze, come consol-
le, non hanno trovato di meglio di un registratore di cassa dell’anteguerra
riadattato… Basterebbe leggersi un paio di manuali, spendere un paio di po-
meriggi a scavare nella Grande Discarica, e te lo racconto io a che livello si
potrebbero programmare i costrutti! Ma sto correndo troppo: anche di que-
sto ne parleremo più avanti, ok?
Comunque, nel ‘56 Gori, Nosi, Della Gherardesca e un altro paio di colleghi
fidati spariscono dalla Cittadella per un po’. Lasciano la gestione dell’ospeda-
le e delle Fucine al nugolo di assistenti che ormai gli ronza intorno e si rinta-
nano – chi dice in un laboratorio in Piazza del Carmine, chi su Monte Morello
– a mettere a punto il loro progetto, dando corpo a quella che poi verrà co-
nosciuta come Società dei Costruttori.
La Gori e Della Gherardesca si occupano della programmazione e del proce-
dimento di concia, gli ingegneri guidati da Nosi rendono impiantabili e por-
tatili tutti i dispositivi meccanici.
Arriva il ‘57, l’anno che è passato alla storia come “la Grande Ecatombe”, in
cui si raggiunge il picco massimo di mortalità. La città sta fronteggiando una
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drammatica carestia per la carenza di forza lavoro, che rischia di ammaz-
zare per fame i pochi che la Morte impazzita ha risparmiato. Ci sono serie
difficoltà a smaltire i cadaveri, ammassati in cataste ai bordi delle strade.
I vivi hanno il loro da fare e tumulazioni e funerali non sono una priorità del
momento.
Nessuno si accorge, ovviamente, delle decine di corpi che spariscono, sot-
tratti a scopo medico.
Il 22 Ottobre del ‘57, una Elisabetta Gori determinata seppur rosa dai dubbi,
rivela in un’assemblea cittadina indetta dalla Cittadella l’esistenza della So-
cietà dei Costruttori e mostra alla popolazione prostrata dalla fame la prima
generazione di costrutti perfettamente funzionanti.
La popolazione reagisce con muto orrore e disperata speranza. La produzio-
ne in serie ha inizio. La forza lavoro ha una nuova, solida base su cui poggiare
e la carestia è scongiurata.
Un’azione di iniziativa popolare elegge il consiglio di amministrazione della
Cittadella delle Scienze – il nomignolo è ora nome ufficiale ai sensi di leg-
ge e soppianta quello di “Azienda Sanitaria di Firenze” – a organo unico di
governo cittadino. A Elisabetta Gori va la carica di presidente, che manterrà
fino al ‘78, quando, ritiratasi ormai a vita privata col marito Alberto Nosi, le
succederà Giulio Della Gherardesca.
Già dal Gennaio del ‘58, la Scienza dei costrutti verrà divulgata alle Cittadelle
delle Scienze dei centri abitati nell’orbita fiorentina. La produzione intensiva
della Cittadella andrà presto a coprire non solo il fabbisogno cittadino ma
anche quello di realtà con Cittadelle troppo esigue per allestire una produ-
zione diretta, o di privati abbienti che puntano al top di gamma.
Il ‘58 si chiude con la definizione di uno status quo che vige ancora adesso:
Firenze è de facto la capitale di quel che resta dell’Italia.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Directory pd2: Manuale+G.
Designer
Ora che spero di essermi guadagnato la tua attenzione, è arrivato il momen-
to di fare due chiacchiere a carte scoperte.

m e tt e rà parec-
i
u e st a battuta c rti ridere, m a
Q e per fa de s so.
e p a g in
chi ridere a
a me fa

Quello che hai in mano è di sicuro tante cose. È una guida incompleta, una
testimonianza, un testamento.
Cosa più importante di tutte, è un invito, a entrare nel mio mondo e a trovar-
mi. Infine, per far sì che questo possa accadere, è un manuale di gioco di
ruolo.

Ti immagino perplesso.
Non sono Deadpool, non c’è un autore che presuppone, in tacito accordo
con te, che io buchi la quarta parete. Da dove ti scrivo, non posso certo ve-
dere l’espressione che hai adesso: divertita, saccente, beota o quel che è.
Ma so cosa stai leggendo. Lo sto scrivendo io!
Questo è un manuale di gioco di ruolo.
Ho motivo di credere che il GdR sia il veicolo più efficace per farti arrivare
qui.
n or zo e ti s pieg o nei
re n di a m o un b uo
quando arrivi, ci p
dettagli perché

Però, dicendoti questo ora ti devo delle spiegazioni, altrimenti mi prenderai


per un folle sconclusionato, un goffo espediente metanarrativo o entrambe
le cose.
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Sono un Tecnosofo fin da ragazzino.

Cosa vuol dire te lo spiego nel dettaglio


più avanti, abbi fede.

Sono nato e cresciuto fuori dalle mura. Il grosso della mia formazio-
ne, prettamente informatica, me lo sono andato a procacciare al mo-
nastero del Green Data Center, che è parecchio lontano da qui. Hai
presente il complesso del supercomputer dell’ENI? Ecco: quello; vi-
cino a Pavia.
Oggi ci vive una comunità di geniali sciroccati mistici, ok?
Il punto è che ho messo insieme alcuni pezzi che mi hanno portato
a un’intuizione, di cui il più convincente è stato sicuramente la con-
nessione al satellite. Su queste basi ho sviluppato delle teorie e mi
sono messo sotto per raccogliere dati e vedere di dimostrarle. Alcu-
ne si sono rivelate cazzate stratosferiche; altre, più vado a fondo, più
paiono fondate.
E insomma, per fartela breve, ho teorizzato che posso raggiungere
qualcosa e qualcuno a monte del satellite e che, per portarlo qui, il
modo migliore è modellizzare il tutto attraverso un GdR.
Se tu, chiunque tu sia, stai leggendo queste righe, vuol dire che ave-
vo ragione.
Ora fai con me un passo indietro.
Io vivo quasi venti ore al giorno seduto su una sedia davanti a uno
schermo, il che sarebbe patologico già per il tuo tempo.
Ho un sacco di amici, però, a cui do una mano e che la danno a me.
E mi portano un sacco di roba. Dischi di memoria, principalmente.
Vent’anni e cinquanta chili fa me li procuravo da solo ma è storia vec-
chia.
Comunque, ho visto terabyte di roba, dati quanti non riuscirò a pro-
cessarne in dieci vite, centinaia di ore di film e serie tv. Informazio-
ni, notizie, manuali. Un sacco di roba slegata, soprattutto precedente
agli anni Venti. Videogiochi. Half Life 3 l’ho amato alla follia, e pure
Cyberpunk 2077, anche se non è stato per nulla profetico.
E poi tonnellate di porno. E libri: romanzi (che aprivano tutti con un
disclaimer), saggi. E manuali di giochi di ruolo.
Ho provato a organizzare qualche partita, ogni tanto, a mettere su
un gruppo. Ma anche ai Tecnosofi, a quanto pare, quel pezzetto di
cervello si è seccato. Non si gioca più, non ci si svaga più, se non pas-

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
sivamente e in solitudine, con film, libri e videogiochi. E come biasimarli?
Abbiamo sofferto cinquant’anni di sterminio coatto: chi ha tempo e testa
per giocare?
Arte e intrattenimento sono morti. O quasi, ma di questo parliamo dopo, ok?
Comunque, ho letto e approfondito un sacco di regolamenti. Mi affascinano.
E ho deciso di fare il mio gioco. Per portarti qui.
Ovviamente non era facile: ormai quasi non alzo più il culo dalla sedia, se
non per andare al cesso, a letto o a cucinare qualche schifezza, e non so ne-
anche disegnare; ma, come ti ho detto, ho parecchi amici con cui ci scam-
biamo favori.
Quasi una decina di anni fa, ho condiviso alcune delle mie teorie con alcuni
di loro. È finita che abbiamo fondato una società segreta: i “Game Designer”.
Da allora, mi stanno aiutando a mettere insieme il materiale per il manua-
le che hai in mano. C’è chi va in giro a registrarmi gli audio che poi sbobino
(sono quelli scritti in un font diverso), c’è chi mi illustra le cose, c’è chi ha in-
dagato e indaga in storie che non dovrebbero venire alla luce e mi snocciola
tutto per filo e per segno.
Perché ti racconto tutto questo?
In parte per chiederti di essere paziente se la forma di questo lavoro è un po’
sui generis e traballante.
Principalmente, perché questo per te è un semplice gioco, come è giusto
che sia e come deve essere. Ma, se ho ragione (e, a rischio di essere ripetitivo,
se stai leggendo, ho ragione), per me, per noi da questa parte, è molto di più.
Potrebbe addirittura essere tutto.
Per cui la mia preghiera è: goditela, divertiti, fallo tuo come più ti pare e pia-
ce, ma prendi questo gioco dannatamente sul serio!

Se i più
Fai un se ns
salto a oriale che cer vell
pagina
53 e po otico?
i tor na q
ui.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Directory bg1: Cittadella.ext
La Cittadella delle Scienze è allo stesso tempo il cuore e il cervello di Firenze.
Progetto di inserire questo pacchetto dati dopo un’introduzione e un riepilo-
go storico, quindi è parecchio probabile che tu lo sappia già, allo sfinimento
magari.
Comunque, c’è qualcuno ben più qualificato di me per introdurne la magni-
ficenza e il valore: niente popò di meno che l’allora vicepresidente, oggi pre-
sidente, Giulio Della Gherardesca, appassionato amante della teatralità e del
suono della propria voce.

Pacchetto de17: GdG_22/10/74


Estratto dal discorso del vicepresidente del Consiglio
della Cittadella delle Scienze, Giulio Della Gherardesca, in
occasione della 17ª commemorazione della fondazione uf-
ficiale della Cittadella delle Scienze di Firenze
Registrazione di Giangorilla, 22 ottobre 2074

“Stimati convenuti, una buona sera a tutti voi. Ringrazio vivamente sua eminen-
za, Sciente Riccardo Gebre Tansi, per l’invito. Sebbene io rivesta già da oltre
tre lustri un ruolo di spiccata e schiacciante responsabilità all’interno del Consi-
glio, parlare delle origini della nostra Cittadella, circonfuse di aureo splendore,
in cui la memoria si fonde e confonde col mito, mi accende sempre un’emozio-
ne tale che le gambe tremano, le guance s’arrossano e il cuore si gonfia.
E il parlarne tra mura sì venerabili quali quelle della Cattedrale delle Scienze,
che per secoli ebbe il poetico nome di Santa Maria del Fiore; e per di più, il far-
lo in un’occasione sì sacrale qual è la commemorazione della fondazione della
visionaria e salvifica Cittadella delle Scienze, quasi mi paralizza, tale è in me la
reverenza e l’orgoglio.
Al dover ricordare la Cittadella e la sua storia, la mente vacilla, disorientata da
tanta grandezza.
Concedetemi dunque di partire da un primo assunto, per carità: la Cittadella,
Santa Maria Nuova, è l’ospedale attivo più antico del mondo, vantando ad oggi
ben settecentottantasei anni di ininterrotta operatività. Fu fondato per volere
nientemeno che di Folco Portinari, padre della più angelica delle donne, Be-
atrice, l’amore irraggiungibile dell’immortale Dante Alighieri. Fu persuaso al
compimento di quest’opera dalla propria governante, Monna Tessa.
[…]
Ed è a partire dalla seconda metà degli anni quaranta che, su slancio del diretti-
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
vo dell’allora Azienda Sanitaria di Firenze, iniziò il trasferimento dei principali
strumenti diagnostici da Careggi a Santa Maria Nuova. L’abbandono e l’imbar-
barimento delle periferie, la dismissione della tranvia per l’instabilità della rete
elettrica e l’accentramento naturale della popolazione verso il centro cittadino,
la rendevano la strategia più assennata e accorta.
[…]
Già dal ‘56, per iniziativa di quel gruppo informale di scienziati e medici che da
tempo aveva preso a distinguersi per meriti e in cui mi è stata fatta la grazia di
potermi annoverare, il sottosuolo dell’ospedale andò incontro a massicci e radi-
cali lavori di ampliamento. Il complesso era già dotato di ampi sotterranei, che
le suore di clausura adoperavano per spostarsi da un’area all’altra e ai palazzi
limitrofi senza essere viste, pregevoli per architettura e famosi per prestigio –
assai ammirata fu la stanza con le tre vasche di pietra, in cui è comprovato che
nientemeno che il gran genio di Leonardo da Vinci sezionasse i cadaveri – ah,
che augusto e insigne nostro precursore, per carità!
Nei mesi successivi, con l’alacre ed efficiente lavorio di una manodopera non
ancora nota al mondo, furono realizzate le Fucine degli Artefici e i Laboratori
di concia.
[…]
Oggi è il braccio forgiante, il cuore pulsante e il cervello pensante di Firenze
tutta, rivestendo al contempo il ruolo di santuario della medicina, quello di inar-
restabile e impeccabile centro di produzione dei costrutti e delle più avanzate
tecnologie, e quello di sede di discussione e assunzione di ogni decisione ri-
guardante la nostra cosa pubblica, dalla più vitale alla più minuta, che l’illustre
Consiglio, di cui ho l’immenso e immeritato onore di far parte, cura con totale
zelo e abnegazione. Nella sua natura triplice di braccio, cuore e cervello, essa è
la somma incarnazione dei più alti precetti Scientisti, non già in quanto luogo
di culto, bensì in quanto luogo di opera e vita.
Grazie di cuore a voi tutti presenti, grazie a sua eminenza Tansi e al concistoro
degli Scienti tutto. Che la ragione e la Scienza illuminino le vostre vite!”

La Cittadella delle Scienze. Santa Maria Nuova. Triplice centro di Firenze e


del suo Impero Scientifico.
Grande Puffo ha ragione: è tutto lì, l’ospedale, capace di curare qualsiasi cosa
venga presa in tempo. Qualsiasi, davvero. Fucine e Laboratori, dove nascono
i costrutti e altri macabri portenti. Il Consiglio, il governo di Firenze. È come il
castello che domina il villaggio, è la torre del nobile, il palazzo del re.
Gli Scienti celebrano i loro riti nella Cattedrale ma è la Cittadella il vero tem-
pio. Il tempio che fa camminare i morti; il tempio che dona nuovi arti, or-
gani e budella; il tempio che crea macchinari e artifici. Il tempio della carne,
dell’acciaio e del vapore.
26
Sam Mazzotti (Order #22771542)
I Costruttori ci hanno salvati, è vero. I costrutti ci hanno salvati.
Solo che non erano gli unici a poterlo fare, né i più adatti.
Lasciamo perdere. Ne parleremo a tempo debito. Forse. Ok?
Approfondiamo quel che succede in questa Cittadella delle Scienze.

Pacchetto de21: LM_13/4/2077_H


L’ospedale della Cittadella
Intervista al dottor Luca Moretti, Costruttore della Cittadella
delle Scienze di Firenze
Registrazione di Link, 13 Aprile 2077

Dottor Luca Moretti: Quindi, per che cos’è, esattamente? Dentro le mura è
tutto un balletto di equilibri super delicati, lo sai. Specialmente dopo il vespaio
che abbiamo sollevato l’anno scorso: la cricca dei magnati ha ancora il dente
avvelenato. Stanno col naso puntato su ogni possibile scheletro che esca da un
armadio della Cittadella per affondarci i denti come i cani che sono…

Link: Rilassati. È una specie di guida. È per far conoscere come funziona Fi-
renze a gente di parecchio lontano da qui, te l’ho detto.

M: Ok, ma chi sono queste persone? Voglio dire, mica sono cose da spiattella-
re su Firenze Nazione, i fatti della Cittadella. Ci sono un sacco di informazioni
riservate che…

L: E che problema c’è? Basta che le informazioni riservate non le riveli. Te l’ho
detto, è una guida. Immagina di spiegare cosa sia la Cittadella e come funzioni
a uno che non lo sa. Perché ti sembra così strano? Al vicepresidente riesce be-
nissimo, no?

27
Sam Mazzotti (Order #22771542)
M: *ridacchia*

L: Allora, possiamo cominciare?

M: Rimango dubbioso sul senso della cosa ma, sì, possiamo cominciare.

ero?
L: Perfetto. Puoi partire presentandoti?
Ma davv
M: Ok… mmm… Dunque: sono Luca Moretti…

L: Dottor Luca Moretti.

M: Sì. Sono il dottor Luca Moretti, Costruttore, assistente di Apollo Nosi e


membro della squadra di ricerca e sviluppo diretta dal professor Giulio Della
Gherardesca, vicepresidente del Consiglio della Cittadella delle Scienze di Fi-
renze e direttore dei Laboratori di concia.
Va bene così?

L: Perfetto, direi. Allora, fammi rivedere gli appunti… Sì, ecco. Dottor Moretti,
parliamo della Cittadella. Ospedale, fucina, laboratorio, palazzo del governo.
Potresti spiegarci in breve come è suddivisa e come opera questa enorme mac-
china?

M: Sì, certo. Dunque. Partiamo dagli spazi, che sono abbastanza ben definiti e
scissi.
Nei sotterranei hanno sede le Fucine degli Artefici, al primo piano interrato, e i
Laboratori di concia, al secondo. Secondo me ci hanno messo più in fondo pos-
sibile per l’odore, ma tanto arriva lo stesso dappertutto.
L’ospedale occupa, grosso modo, gli ambienti che ha sempre occupato anche
in passato. Al piano terra troviamo il pronto soccorso e la degenza breve, oltre
ovviamente all’accettazione e alle sale per l’insegnamento. Tutto il piano è de-
dicato all’ospedale, come buona parte di quello superiore, con le cliniche spe-
cialistiche e la diagnostica avanzata. Sempre di sopra, nell’ala est, si trovano
gli uffici dei responsabili e i laboratori personali dei pochi che ne hanno, come
Della Gherardesca, Guidoni, Nosi e, ovviamente la Gori. Di recente anche ad
Apollo ne è stato assegnato uno. Saranno una decina in tutto, comunque. Infi-
ne, sempre nell’ala est al primo piano, ci sono gli uffici amministrativi e la sala
del Consiglio.
Ah, sì, certo, certo, scusa.
28
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Dunque, be’, da un punto di vista medico le cose si sono parecchio semplificate:
con l’introduzione della matrice staminale totipotente e della soluzione ipernu-
tritiva di coltivazione, la medicina ha completamente rivoluzionato il proprio
modo di operare. Virtualmente, non esiste più condizione patologica che non
possa essere sconfitta, per lo meno a livello fisiologico, perché, nel peggiore dei
casi, quando ci troviamo di fronte a qualcosa che non comprendiamo o che è
troppo complesso curare, be’… distruggiamo tutto e ricostruiamo, ecco. In so-
stanza, se riusciamo a intervenire prima che il paziente muoia, be’, lo salviamo
di sicuro, ecco.
Leggermente più complicato è correggere malattie autoimmuni o patologie ge-
netiche rare, ma anche lì dal ‘59 abbiamo pochi problemi, perché col genopro-
grammatore molecolare basta isolare la sequenza o le sequenze errate e riedu-
care i ribosomi… Ok, ok.
Insomma, da un punto di vista terapico si può dire che non abbiamo più limiti,
e anche le procedure sono spesso abbastanza omogenee e uniformi. Tanta par-
te ha la diagnostica, quindi: è fondamentale capire subito e con esattezza a che
problema ci troviamo di fronte. La nostra medicina è infallibile solo se dà la
giusta risposta all’esatto problema.

L: Per cui, da un punto di vista medico, chi vive tra le mura è praticamente im-
mortale…

M: Eh… La questione è controversa per varie ragioni. Sulla carta ti direi an-
che di sì, però poi in realtà la casistica non va mai generalizzata. Ci sono una
miriade di casi in cui non arriviamo in tempo, altri in cui non si giunge a una
diagnosi corretta – ed è di nuovo questione di tempo – e poi c’è il fattore in-
vecchiamento, ovviamente. Mettiamo continuamente a punto nuove terapie an-
ti-età, e i risultati sono sconcertanti. Secondo la nostra manualistica, abbiamo
con la generazione precedente un gap di età fenotipica e fisiologica di dieci anni
dai venti ai trent’anni di età anagrafica, di venti dai trenta ai cinquanta, di trenta
dai cinquanta agli ottanta e, si prevede, di quaranta, cinquanta dagli ottanta ai
centocinquanta. Poi, schivare incidenti e sincopi per centocinquant’anni in un
mondo impazzito non è un’impresa facile, eh, ma c’è anche chi è fortunato…

L: In pratica, mi stai dicendo che un fiorentino di ottant’anni oggi dimostra l’età


apparente di un cinquantenne della Vecchia Era?

M: Di un cinquantenne che se li porta bene, aggiungo. Sì. Separa due gemelli


e mandane uno fuori dalle mura e trent’anni dopo sembreranno padre e figlio.
Così si dice tra Costruttori. Ma poi ti basta vederlo sui forestieri, briganti o
bracconieri…
29
Sam Mazzotti (Order #22771542)
L: O Tecnosofi.

M: … Eh… Già… Anche i Tecnosofi, sì…


Comunque.
Prima di divagare stavo dicendo che ci sono parecchie controversie, una delle
quali è l’invecchiamento. Gliele stiamo suonando di santa ragione, ma per ora,
prima o dopo, continua a vincere lui.
Tanti altri aspetti, però, sono meno immediati, e sono principalmente psicolo-
gici e sociali.

L: Parli dell’impatto sulla vita quotidiana?

M: Sì, anche. Dopo tutto siamo la prima generazione che ha accesso a risorse
mediche di tale portata. Gratis. E per di più, in una condizione di orrore e lo-
goramento pervasivi, che già destabilizzano parecchio le sovrastrutture etiche
e morali delle persone.
Sì, hai ragione, mi spiego meglio.
Già viviamo in un’era da pazzi. Si muore per nulla, a caso, come mosche. Non
si nasce più. Ora va meglio, eh. Nel senso, dal ‘48 le nascite annue hanno smes-
so di calare e dal ‘57 i decessi hanno preso a ridursi. Però si sta parlando di ot-
tanta striminzite nascite all’anno in tutta Firenze, mentre si continua a morire
come le mosche, davvero!
E già questo ha un certo impatto. Mettici i costrutti, mettici la legge due sessan-
taquattro e hai fatto un bel quadro…
Indubbiamente la vita è sacra. A nessuno viene in mente di ammazzare, manco
ai briganti. Però, in tutto questo, in mezzo a questo delirio, mettici un livello di
medicina e chirurgia capace di fare fronte – a costo zero, è importante ripeter-
lo – a qualsiasi malattia e, soprattutto, a qualsiasi ferita. Il rispetto per la vita è
assoluto, ok. Ma per il corpo?

L: Stai suggerendo che il livello medico, in combinazione con la situazione a


livello macro, ha sdoganato sadismo e violenza?

M: Cazzo, Link, ma non te n’eri accorto? Ma dove vivi? Pensavo che fuori
dalle mura qualcosina vi arrivasse lo stesso. Anche perché la maggior parte dei
cafoni che mi ritrovo in fila al triage del Pronto con qualche pezzo del corpo nel
secchiello del ghiaccio vengono proprio dalle fattorie…
vo acchia ppata al volo..
Mr. intuito l’ha di nuo
30
Sam Mazzotti (Order #22771542)
L: Luca, fai finta di non parlare con me, d’accordo? Immagina che io sia
un perfetto sconosciuto. Qualcuno venuto… Che ne so? Dal passato.

M: Eh?
Ok.
Sì, indubbiamente l’insieme di queste condizioni ha avuto un impatto de-
vastante sulla psiche sociale. Anche per via del brevissimo tempo in cui
tutto è successo, secondo me.

L: C’è però chi non la vede così nera e apocalittica, la condizione attuale.
Che puoi dirci dello Scientismo?

M: … Lo sai benissimo cosa penso dello Scientismo. Sai cosa ne pensavo


prima e cosa ne penso ora…

L: …

M: Ok, certo, lo sconosciuto dal passato. Dunque,


sì.
Allora, mettiamola così: il bisogno dell’uomo di
credere in qualcosa, di dare una forma tangibile a
un qualche principio superiore che possa diventa-
re il focus della sua spinta al miglioramento, è sempre esistito e sempre
esisterà, credo.
Io immagino che, quando sono arrivati i costrutti e hanno scacciato i preti
nei loro monasteri, noi eravamo affamati, decimati, privi di un nemico ben
definito da cui provare a difenderci. Disperati. Cioè, io ero solo un ragaz-
zino, ma è uguale.
La Cittadella ha portato una soluzione pratica. Ha sconfitto la fame, ha
creato forza lavoro, ha debellato malattia e disabilità. Ha allungato l’a-
spettativa di vita – per chi sopravvive al proprio fato, ovviamente – di,
boh, cinquanta, sessant’anni? È ovvio, cazzo, che poi prendono piede ide-
ologie ridicole – nessuno me ne voglia – come lo Scientismo. Per la mise-
ria, anche io ci sentivo a tutto vapore fino a un’anno fa!
Comunque, non è che gli scientisti credano letteralmente che questo sia il
destino dell’uomo, che un’umanità selezionatissima e pressoché immorta-
le erediterà un eden rigoglioso in cui vivere in bucolica armonia.
Sono dei simboli. Un modo di farsene una ragione, se vogliamo.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
È che, boh, cioè, a soli vent’anni da una scampata carestia, un concistoro di
pseudopreti di una religione senza dèi passa le giornate a celebrare rituali vuoti
col solo scopo di farci focalizzare verso il domani? E noi, anziché riempirli di
calci nel culo e spedirli a lavorare, li trattiamo pure con la massima reverenza?
Boh, non mi torna, ecco. Non mi torna più.
È che ne ho viste troppe, lo sai bene…

Questo lo puoi tagliare, per favore?

L: Vai tranquillo. Tu mi dici taglia e io, poi, in postproduzione lo taglio. Andia-


mo avanti.

Pacchetto de22:
LM_13/4/2077_FdA/LdC
Fucine degli Artefici e Laboratori di concia
Intervista al dottor Luca Moretti, Costruttore della
Cittadella delle Scienze di Firenze
Registrazione di Link, 13 Aprile 2077

[…]

L: Grande. Spostiamoci nei sotterranei, ok? Fucine degli Arte-


fici e Laboratori di concia.

M: Sì, be’, per le Fucine faresti meglio a chiedere a Giancar-


lo…

L: Vedrai che per lo sconosciuto del passato vai più che bene.

M: Per molti le Fucine e i Laboratori sono la vera Cittadella. Perché sono quello
che prima non c’era. L’ospedale esiste da secoli, in fondo. I sotterranei… be’,
sono il simbolo dei costrutti, della società dei Costruttori, della carestia scam-
pata. Della Firenze di oggi, alla fin fine.
Be’, dunque. Le fucine sono quel che dice il nome: un intero piano, esteso
quanto e più del pianterreno, dedicato a officine, forge e laboratori, dove i nostri
32
Sam Mazzotti (Order #22771542)
migliori ingegneri realizzano ogni possibile componente meccanica.
La Cittadella è fatta di Costruttori e Artefici. E medici, tecnici di laboratorio,
ingegneri, amministrativi, chiaramente. Però la spina dorsale sono Costruttori e
Artefici. Che poi, di fatto, sono anche quelli che possono arrivare a far parte del
Consiglio e avere un ruolo politico, e non a caso.
Tutti, però, provano ed esternano una grande ammirazione per i Costruttori,
perché conciano i costrutti, perché salvano vite e riattaccano pezzi, perché sono
le stelle della medicina, ma degli Artefici spesso si scordano. Per loro, sono
quelli che fanno le caldaie dei costrutti e fine.
Falso e sbagliato. Tutti i macchinari che noi Costruttori usiamo, così come i
medici, vengono prodotti nelle Fucine, dalle penne irroratrici all’Elettroencefa-
logramma Tridimensionale di Guidoni.
E per inciso, dei costrutti non fanno solo le caldaie e gli esoscheletri servoas-
sistenti: fanno anche le interfacce neurogalvaniche, che credo siano una delle
cose più complesse mai ideate.
Lo sai che il Dosatore di Nosi è in grado di erogare fluidi con precisione mo-
lecolare?
Sì, ok.
I Laboratori di concia, be’, è dove conciamo i costrutti. Sono divisi in sale di
concia e laboratori. La concia prevede l’uso delle vasche sarcotrofe – anche
quelle le fanno gli Artefici – e una buona dose di chirurgia e microchirurgia.
Il processo di concia, di per sé, è stato complicato da perfezionare ma poi, a
metterlo in pratica, è solo faticoso. La parte difficile è l’innesto delle interfacce.
In pratica devi collegare i terminali ai giusti… Sì, insomma, devi capire quali
sono i nervi giusti. Richiede grande conoscenza ma anche una bella dose di in-
tuito. E se sbagli, be’, fai un casino. E il più delle volte, se ti capita, hai fottuto
un cervello buono. C’è da rischiarci i lavori forzati…

L: Parliamo dei costrutti.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de23: LM_13/4/2077_
csrt
I costrutti
Intervista al dottor Luca Moretti, Costruttore della Cittadella
delle Scienze di Firenze
Registrazione di Link, 13 Aprile 2077

M: Sicuro? Vado?

L: *ridacchia*
Sì, vai libero.

M: Be’, i costrutti… mmm… Ok. Dunque, senza partire ab ovo da tutte le pre-
messe, durante la Grande Ecatombe la Società dei Costruttori svela il procedi-
mento di concia e la Scienza dei costrutti, salvando la popolazione dalla fame e
dalla carenza di forza lavoro.

c-
p are
f a tto .
h ai dello
o , l o e mo
in m
av io co
G
e sto, vecch
o
Qu chi

34
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Su queste basi, possiamo dire che i costrutti sono la salvezza. La salvezza pra-
tica, ovviamente; non c’è nulla di mistico o spirituale in questo, anzi. Rappre-
sentano l’unica via praticabile che è stato possibile percorrere per sopravvivere,
per mantenere viva la produttività sociale, per continuare ad avere una vita tutto
sommato dignitosa e agiata. Tant’è che in una manciata di mesi sono diventati
il vanto, la ricchezza e il potere di Firenze. Tutti ci ammirano questa invenzione
rivoluzionaria; tutti ce la invidiano; tutti ce la comprano o ce la copiano. Persino
Venezia, che, gemella gemella, gemella non è, perché, nonostante tutto, il pri-
mato della nostra Cittadella su tutte le altre, compresa la loro, la pone comunque
in uno stato di implicita sudditanza.
Non potremmo fare a meno dei costrutti: sono la forza su cui poggia interamente
la nostra società. Lo sai bene: anche fratello David è arrivato ad ammetterlo…
Certo. Comunque, dicevo: tutt’oggi, nonostante la graduale contrazione della
mortalità e la stabilità delle nascite annue, che, seppure ridicole, almeno hanno
smesso di calare, siamo – e resteremo per un bel po’ – troppo pochi per tenere in
piedi una società così differenziata e specializzata nelle attività senza poggiare
sulla manodopera delle biomacchine. D’altronde, è il motivo per cui, prima dei
costrutti, il mondo ha subito un inesorabile regresso: la carenza di numeri rende
impossibile la specializzazione.

L: Ci sarebbero anche altre vie praticabili, in realtà. I costrutti sono quella che
si è affermata, non l’unica possibile…

M: Certo che voi Tecnosofi avete proprio il chiodo fisso per l’automazione!

L: Non è un chiodo fisso, è una realtà oggettiva. Basta pensare a Marco Giusti.
Era un tecnosofo e agronomo. Forse lo conosci, perché sua moglie era uno dei
più bravi Costruttori della Cittadella, Diana Mela. Sono spariti tre, quattro anni
fa, nel periodo in cui c’è stata quella serie di furti di costrutti e omicidi nelle
fattorie.
Comunque, lui aveva una fattoria, due ettari scarsi di terra sopra l’Arno. Colti-
vava piccoli montarozzi di terra buona – li chiamava orti sinergici
– ognuno gestito da un giardiniere meccanico, un blocco elettro-
nico che scorreva, con un motore idraulico, lungo due binari e che
era in grado di valutare, seminare, concimare e innaffiare tutto il
montarozzo. Lui doveva solo supervisionare, fare manutenzione
e raccogliere le verdure. Da solo, chiaro? Due ettari scarsi. E produceva più di
fattorie da trenta ettari con venti, trenta costrutti. Fai tu…

M: Ma possiamo discutere durante l’intervista?

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Non ha tutti i to
rti. .
L: …

M: Comunque, l’automazione era una via praticabile, è vero. Ma decenni fa.


Se ci si fosse investito quando era il momento. Purtroppo i governi e gli orga-
ni di osservazione, prima, e il W.C.D.C., poi, non sono stati così lungimiranti.
Hanno inseguito le cause biologiche del crollo demografico. E sfido a biasimar-
li! Chi non lo avrebbe fatto? Chi si sarebbe aspettato che una causa biologica
non c’era, che le nascite calavano perché sì, che i decessi aumentavano perché
sì?
Quando se ne sono accorti e hanno capito che il problema da affrontare era la
perdita di forza lavoro e il calo dei numeri per sostenere una società complessa
e specializzata, ormai era tardi, perché quella stessa società era già al collasso.
Lo sai benissimo anche tu che un tentativo tardivo di corsa all’automazione c’è
stato. A noi lo insegnano a scuola e tu di sicuro l’hai letto su qualche computer:
nel ‘34 il W.C.D.C. ha ampliato e foraggiato per bene la divisione per l’elettro-
nica e la robotica, solo che era troppo tardi. Non c’era più modo di produrre i
componenti: la filiera dell’industria complessa aveva già troppi buchi nei suoi
processi produttivi.
La Società dei Costruttori non ha fatto altro che riprendere un progetto del
W.C.D.C. e – se vuoi sapere la mia, che poi è come stanno le cose e basta per-
ché su questo ho ragione e fine, e lo ha ammesso anche David – l’intuizione di
investire sul rianimare i tessuti morti è vincente, perché la robotica ha bisogno
di mille livelli di industria che non ci sono e non ci saranno mai più, mentre,
finché c’è vita, purtroppo, i tessuti morti da rianimare non mancheranno mai, e
il procedimento di concia è, tutto sommato, estremamente elementare quanto a
strumentazione necessaria, rispetto a quanto è complesso ed evoluto come cosa
in sé. E che cavolo!
E avoglia a dirmi di Marco Giusti! Ok, era un genio e aveva la miglior fattoria
di Firenze. E quindi? Dove li prendete i pezzi per farvi la roba, voi Tecnosofi?
Alla Grande Discarica. Oppure in giro, dove trovate. È roba di recupero. Sapete
riaccomodarla, tante cose magari le rifate, ok. Ma prima o poi finirà. Te lo im-
magini su vasta scala? Sei pronto a giurare che alla Grande Discarica c’è roba

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
per fare giardinieri automatici…

L: Meccanici.

M: Giardinieri meccanici per coltivare quel che serve per tutta Firenze e per
tutte le città, i borghi e i paesi dell’Impero Scientifico? Perché secondo me no.
Non pensare che la Scienza dei costrutti sia stata raffinata e adottata a cuor leg-
gero! I Costruttori sono stati i primi a rodersi nei dubbi. Ok il fervore scientifico
ma, cazzo, stavano rianimando dei morti! Dei corpi morti. Anzi, ecco, voglio
leggerti un passaggio dal breviario, per la tua guida. Giusto un paragrafo, tanto
per chiarire di cosa parlo.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Firenze, 21 Ottobre 2057

A mali estremi estremi rimedi.


Questo adagio ha sdoganato troppi errori e troppi orrori nel
corso della storia, e domani, probabilmente, sdoganerà il più
aberrante di tutti.
Per cercare di salvare la nostra specie dalla fame, probabil-
mente la condanneremo alla follia. Sempre se non verremo
catturati e messi al rogo in pubblica piazza, s’intende, ma questo
dubito possa accadere: la gente ha troppa fame, ormai, per giu-
dicare la mano che le tenderà il cibo.
Voglio scrivere tutto questo perché domani cambieranno mol-
te cose, e ho bisogno di sapere che una testimonianza dal “pri-
ma” rimarrà, una testimonianza da una me stessa che potrebbe
ancora scegliere di fare un passo indietro e mandare tutto a
monte.
Non so cosa accadrà domani, ma credo sia necessario che esi-
sta un resoconto di come sono andate le cose, di come gli uo-
mini siano arrivati a questo, del perché abbiamo fatto le scelte
che abbiamo fatto.

Questo lo scriveva Elisabetta Gori, la sera prima che la Scienza dei costrutti ve-
nisse resa pubblica alla popolazione. Ho reso l’idea?
E comunque, c’eri anche tu su Monte Morello…

L: Questo no! Andiamo avanti.

M: Giusto. Meglio.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de24: LM_13/4/2077_
svl.evl_csrt
Sviluppo ed evoluzione dei costrutti
Intervista al dottor Luca Moretti, Costruttore della Cittadella
delle Scienze di Firenze
Registrazione di Link, 13 Aprile 2077

M: Allora, vedo di fare una rapida carrellata di quella che è stata l’evoluzione
dei costrutti.
Dunque, chiaramente partiamo dal ‘57. Tutto ciò che viene prima è considerato
prototipo, anche se, a conti fatti, ci hanno costruito le Fucine e i Laboratori, per
cui tanto prototipi non erano; ma vabbè.
Dunque, la preparazione alla concia è rimasta più o meno sempre la stessa: per
prima cosa si asporta tutta la pelle, senza rovinarla, e si eliminano tutti gli even-
tuali segni particolari su di essa, come tatuaggi, nei troppo vistosi o voglie e
quant’altro. Si rimuovono gli organi interni da addome e torace, a eccezione del
cuore, e si corregge il sistema circolatorio, predisponendolo per la compatibi-
lità con l’apparato per la circolazione extracorporea. Si asporta l’adipe; questo
annulla anche i lineamenti del viso, ovviamente. Uno dei principi fondamentali
della concia è rendere impossibile riconoscere il donatore del corpo: sarebbe
emotivamente insostenibile, per i suoi congiunti. A seguito del caso di Andrea
Santini, dal Giugno del ‘69 sostituiamo anche gli occhi, se le iridi presentano
segni particolari che li rendano troppo riconoscibili. Poveraccio…
Questa prassi si adotta anche sui costrutti animali, sia perché il procedimento
di concia è standardizzato, sia perché comunque la Cittadella riconosce che an-
che con gli animali possa instaurarsi un rapporto affettivo che è fondamentale
tutelare.
Comunque, a questo punto il corpo subisce il primo bagno nella vasca sarco-
trofa e la pelle viene conciata. Dopo ciò, si ricalza la pelle sul corpo. I tratti
sessuali primari e secondari vengono annichiliti: niente peni o vagine né seni e
capezzoli. Il costrutto finito ha l’aspetto di un manichino di cuoio, un automa
antropomorfo, non una persona.

39
Sam Mazzotti (Order #22771542)
A questo punto si innestano le interfacce neurogalvaniche – questa è
la parte più delicata del procedimento – e il blocco dorsale con la cal-
daia, che alimenterà la turbina elettrica per le interfacce e la pompa
per la circolazione extracorporea. Ora, a seconda della tipologia e de-
stinazione d’uso del costrutto, si impiantano gli eventuali accessori:
l’esoscheletro servoassistente per i costrutti da carico e lavori pesan-
ti, i costrutti da difesa e i guardianeonati; moduli ottici o altro se è un
costrutto specializzato, però qui già facciamo un salto avanti perché
è roba posteriore al ‘70, quindi ne riparliamo tra poco; e così via di-
cendo.

A questo punto, le interfacce vengono collegate al terminale per la programma-


zione delle sequenze automatiche. Se non ci sono intoppi il costrutto è pronto.
Bisogna tenere a mente che nel ‘57 l’urgenza era quella di avere mano d’opera e
i cadaveri, purtroppo, erano la risorsa più abbondante. Il processo di concia non
era ancora perfezionato e infatti le componenti biologiche si deterioravano con
una certa rapidità: un costrutto, a seconda dell’usura e delle condizioni fisiche
in cui si trovava a operare, poteva durare da una decina di mesi a massimo due
o tre anni. Inoltre, la primissima generazione veniva fornita dotata di un termi-
nale d’interfaccia semplificato, da connettere alla macchina per programmarne
i compiti. Per questo, all’inizio, anche solo per utilizzare i costrutti era richiesta
una certa preparazione, non alla portata di tutti.
Da subito, intuendo i notevoli limiti di questi primi modelli, la Cittadella si mise
all’opera per raffinare la tecnica. Da un lato si cercò di migliorare le bio-mac-
chine dal punto di vista delle prestazioni fisiche, tanto per quanto riguardava le
componenti biologiche, quanto per quelle meccaniche servoassistenti; dall’al-
tro si iniziarono a studiare soluzioni per raffinare il procedimento di concia e
rendere così le componenti biologiche più durevoli. Il corpo tanto tanto, ma
innestare le interfacce e programmare un cervello era un’impresa, e vederlo
marcire dopo un annetto o due faceva proprio girare le palle. Quando poi, dalla
Grande Ecatombe in avanti, ci si accorse che i decessi avevano preso a diminu-
ire, gli investimenti in questo senso aumentarono sensibilmente.
Nel ‘67 venne finalmente messo a punto il procedimento di concia a formal-
deide e urea, che è quello che si usa ancora adesso e che dà quel caratteristico
aspetto lucido e gommoso alla pelle dei costrutti. Non sto a entrare nei dettagli,
ma da allora le componenti biologiche possono durare decenni, se ben conser-
vate; virtualmente anche secoli.
I progressi delle componenti meccaniche sono più lenti e costanti. Nel corso
degli anni caldaie, esoscheletri, articolazioni, accessori, vengono resi sempre
40
Sam Mazzotti (Order #22771542)
più performanti e specifici in base alle destinazioni d’uso, anch’esse sempre
più specializzate.
Quelli in campo biologico, invece, sono sempre andati avanti con anni di studi
e poi un grosso salto.
Il secondo si è avuto nel ‘70, quando vennero introdotte delle sensibili varia-
zioni nel processo specifico di concia del cervello, che ne ripristinavano l’o-
peratività e la vitalità in percentuali molto più alte, quasi complete. Si riuscì a
riattivare e interfacciare intere aree. In particolare, grazie allo studio diretto dal
professor Pisani – l’allora direttore del Laboratorio di sperimentazione avanza-
ta – si apprese finalmente come rivitalizzare le aree di Broca e Wernicke, ripri-
stinando nei costrutti un certo grado di comprensione del linguaggio.
In combinazione con la progettazione da parte degli Artefici di interfacce neu-
rogalvaniche assai più articolate, questo permise di elaborare un linguaggio di
codifica completamente nuovo, capace di delegare al sistema nervoso centrale
buona parte delle funzioni basilari, limitando così il numero di stimoli base da
codificare e permettendo di sviluppare sequenze molto più complesse.
È da allora che abbiamo i costrutti a programmazione vocale, capaci, a seconda
del grado di programmazione, di svolgere mansioni anche estremamente com-
plesse e specifiche, come, ad esempio, impugnare una pen-
na e scrivere sotto dettatura.
c aso
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Sam Mazzotti (Order #22771542)


Inoltre, sempre grazie agli studi di Pisani sul sistema nervoso centrale e le sue
aree di pertinenza, si è arrivati a sviluppare le macchine ibride a componenti
biomeccaniche o, per chiamarle come le chiamano, con un po’ di disprezzo, in
Cittadella, i “costrutti a pezzi”. In pratica, con un cervello funzionante o – ed
è questa la grande innovazione – anche soltanto il complesso di aree neces-
sarie allo scopo, si possono innestare parti anatomiche conciate su macchine
d’artificio. Che ne so, un braccio, un occhio e la giusta sezione di cervello, con
un blocco di alimentazione e interfaccia ridotto, si possono assemblare su una
piattaforma a propulsione termoidraulica per, bho, fare qualcosa di specifico ri-
spondendo a un dato stimolo specifico, ecco.
Il concetto alla base è intelligente: non sempre i corpi sono adatti alla concia,
ma perché sprecarli in toto? Non sempre in Cittadella c’è grande richiesta di
organi e parti anatomiche per i trapianti; ormai la gente, se può, preferisce far-
si ricoltivare quanto ha perso, direttamente dal proprio patrimonio genetico. E
allora, nell’ottica dell’efficienza e della lotta allo spreco, si possono conciare le
parti buone e usarle per ideare e realizzare le macchine ibride.
Però è una cosa che a Firenze non ha mai preso piede. È considerato da pezzenti
e di pessimo gusto adoperare i costrutti a pezzi. Presso le altre Cittadelle, co-
munque, vuoi perché la concia è più imperfetta, vuoi perché sono di bocca più
buona, vuoi perché i cadaveri non sono così abbondanti, è una pratica in larga
misura adottata e apprezzata.
Insomma, tornando a noi, i costrutti di uso civile, salvo qualche minuzia nella
programmazione o nelle componenti servoassistenti, sono più o meno invariati
dal ‘70.
Le grosse innovazioni, in seguito, si sono avute dal ‘73, in campo bellico, con i
costrutti Behemot e Chimera (che, tra parentesi, anche se in maniera non cano-
nica, è comunque realizzato sulle basi della macchina ibrida), progettati per la
Fortezza assieme alle Armature Tecnopotenziate.
Però al giorno d’oggi si producono tutto da soli nella loro Cittadella militare.
Mmm… senti, anche questo forse è meglio se lo tagli, in effetti.
Se lo sape sse..
L: Certo, certo, poi lo taglio. Passiamo oltre. Mi parleresti di quello che secon-
do te è l’impatto che i costrutti hanno avuto sulla popolazione?

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de25: LM_13/4/2077_
impt.sc.pol_csrt
Impatto sociale e politico dei costrutti
Intervista al dottor Luca Moretti, Costruttore della Cittadella
delle Scienze di Firenze
Registrazione di Link, 13 Aprile 2077

M: Eh, domandina leggera… Sicuro che hai abbastanza nastro?

L: Non registro su nastro. È un disco digitale. Ed è da un tera. Vai libero.


E chi te l’ha regalato non lo dici?
M: Allora, dunque. Già dai primi mesi del ‘58, Firenze inizia a esportare co-
strutti e know-how. Ben presto, tutte le città, i borghi e i paesi nella sfera di
influenza di Firenze iniziano a farne largo uso; si parla di realtà anche molto
lontane, come Volterra; e poi ovviamente Venezia e, tramite lei, i centri abitati
attorno alla laguna. Gli agglomerati medio-grandi – diciamo sopra i cinquanta,
cento abitanti – iniziano a produrre i propri; quelli più piccoli e la maggior parte
delle realtà agricole indipendenti, li comprano da Firenze.
Ci si rende conto al volo che i cadaveri non sono una risorsa infinita.
Entro il ‘59 è prassi consolidata conferire i cadaveri dei propri congiunti, o co-
munque dei defunti in generale, anche animali, alla Cittadella di pertinenza, che
si tratti di Firenze o di altri centri.
Ovviamente non è ancora un obbligo legale, e continuerà a non esserlo per un
bel pezzo; è semplice applicazione di buonsenso.
Numerosi sono i casi di persone, o intere famiglie, che cremano privatamente i
propri morti o che li tumulano in segreto. Si parla anche di traffici, per così dire,
con i monasteri e i castelli della Chiesa, che, si dice, in certi casi accettavano i
corpi per dare loro esequie e degna sepoltura. Peraltro, corre voce che accada
ancora oggi che, ogni tanto, in barba alla minaccia dei lavori forzati, qualcuno
faccia sparire qualche cadavere dai monaci della Certosa.
Ma sto divagando. Quelli che occultano i cadaveri, o li cremano, innescano nel
resto della comunità sentimenti contrastanti: da un lato il biasimo per quella
che è, oggettivamente, l’irrazionale sottrazione di un bene che potrebbe giova-
re all’intera comunità; dall’altro c’è una preoccupata empatia: un giorno, pro-
babilmente presto, la ruota girerà e toccherà a noi. Chi è che, dall’inizio della
Caduta, non ha perso qualcuno?
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
I costrutti entrano da subito a far parte della vita quotidiana, nei primi anni
come strumenti agricoli, poi, via via, come manodopera e forza lavoro. Sem-
pre più specializzati in ogni forma di attività produttiva o domestica, ai nostri
giorni sconfinano addirittura nei divertimenti e negli svaghi: pensa ai baristi del
Re Ruben…
La loro presenza diventa pervasiva, un elemento sempre più costante del pano-
rama. Dal ‘58 non si può più passare per le campagne, di giorno o di notte, sen-
za vedere frotte di biomacchine che lavorano senza interruzione; i fischi delle
loro caldaie diventano un rumore di sottofondo; soprattutto, l’odore – via, devo
ammetterlo, la puzza – come un sandalo di pelle portato giorno e notte per tutta
un’estate… È il metabolismo della super-mioglobina, in realtà. Non ha a che
vedere con la concia vera e propria. Anche se probabilmente ai modelli di prima
generazione si aggiungeva un vago sentore di decomposizione. Non ci voglio
pensare e sto di nuovo partendo per la tangente.
Il punto è che un’esposizione così diretta e così massiccia ha avuto da subito un
forte impatto sulla psiche e l’equilibrio nervoso della popolazione, che già non
è che partisse proprio da una condizione di solida e serena stabilità.
Dal ‘58 al ‘60 i casi di psicosi, disturbi della personalità e disturbi gravi, crisi
di ansia, panico e quant’altro aumentano esponenzialmente. Ovviamente l’o-
spedale fa il suo: il reparto di psichiatria lavora a pieno regime, aprono consul-
tori, gli psichiatri fanno periodici giri di visite a domicilio su tutto il territorio
cittadino, fattorie e frazioni extramurarie comprese (al tempo poi, con le mura
non ancora ricostruite, la divisione tra città e campagna era molto meno netta
e sentita).
Bene o male, anche grazie al protocollo di profilassi psichiatrica elaborato dalla
Cittadella, nell’arco di un paio d’anni si arriva a un nuovo traballante equili-
brio. È cambiata la definizione di stato di sanità mentale, ma dico a livello cli-
nico, eh. Nei manuali di psichiatria.
Vengono ridefinite un sacco di cose, in realtà. Cambia la percezione della mo-
rale, cambiano i tabù. E ci credo, cazzo! Il più grande tabù, che ciò che è morto
deve restare morto, è stato sovvertito!
Cambia l’approccio alla violenza e, cosa più sottile ma, secondo me, molto più
consistente, l’approccio al giudizio.
Però qui, a parer mio, vanno fatte
delle precisazioni.
È insindacabile che l’impatto sulla
psiche sociale e sulla società in tut-
ti i suoi aspetti sia stato travolgen-
te, soprattutto a seguito della legge
2/2064, che sanciva la “diretta e im-
mediata proprietà della Cittadella

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
delle Scienze di Firenze su ogni cadavere umano o animale, ove non macellato
a scopo alimentare, finalizzata alla riconversione in costrutti lavoratori di pub-
blica o privata utilità, salva delibera di nulla osta alla restituzione dei corpi per
manifesta inutilizzabilità a insindacabile giudizio della Commissione analitica
della Cittadella delle Scienze di Firenze, sezione Costruttori e Artefici”. Però
questo si è espresso principalmente nello sviluppo di nevrosi e psicosi causate
dalla convivenza con i costrutti e nei processi di elaborazione del lutto, venen-
do a mancare di colpo il supporto dei rituali di esequie, del culto dei morti, sor-
gendo la consapevolezza che tuo padre, per dire, era diventato una motozappa.
Sono cose che segnano.
Ma da un punto di vista di moralità, etica ed equilibrio sociale a cui accennavo
prima, secondo me ha avuto molto più peso il galoppante progresso medico,
che ha portato la gente a dare l’integrità fisica per scontata, annacquando il ri-
spetto per il corpo, proprio e altrui.
Un discorso a parte, poi, va fatto per alcune realtà particolarmente lontane e/o
isolate. Sebbene la Cittadella abbia sempre offerto le prestazioni sanitarie e
ospedaliere a tutte le comunità sotto la propria influenza, va detto che, per una
mera questione logistica, i borghi più decentrati non sempre hanno goduto nel-
la pratica dello stesso livello medico. Soprattutto in ambito psichiatrico: sai, se
ti tagli un braccio e il segossa del paese è un veterinario alcolista, te lo fai il
viaggio fino a Firenze. Ma magari, finché sei tutto intero, non sfidi lupi e bri-
ganti per assicurarti che qualche tua nuova, strana tendenza non vada a minare
la tua salute psichica. Ed è così, stratificando traumi e psicosi, anche a livello di
massa e di intere comunità, che si sono sviluppate nel tempo le cosiddette Cit-
tadelle devianti. Almeno, questa è la mia personale opinione, anche se, ci tengo
a dirlo, non ho una formazione da psichiatra.

t o r i ch eè
nde r e
d o m a
t u tt e que ste a ro m io.
Fa re nte, c e!
stanca tto solo per t
b i a mo f a
Lo ab

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
L: Cosa sarebbero le Cittadelle devianti?

M: Non ne hai mai sentito parlare?

L: No.

M: Cittadelle che non seguono il Giuramento del Costruttore.

L: Cioè?

M: Davvero non ne hai mai sentito parlare? Incredibile… Be’, è il giuramento


che ogni Costruttore recita alla Consegna di camice e grembiule, e costituisce il
codice secondo il quale giura di impegnarsi a operare per sempre nell’esercizio
della professione. Di fatto è una versione riadattata del Giuramento di Ippocra-
te. È così:
“Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’im-
pegno che assumo, giuro di esercitare la medicina e la concia in libertà e indi-
pendenza di giudizio e di comportamento, rifuggendo da ogni indebito condi-
zionamento.
Di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uo-
mo e il sollievo della sofferenza.
Di perseguire la salvaguardia e la conservazione del corpo umano dopo la mor-
te per la prosperità della comunità.
Di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno.
Di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una
persona.
Di favorire ogni nascita, ritardare ogni morte e proteggere la vita umana in ogni
sua manifestazione.
Di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina, della
concia e della comprensione dell’estinzione umana.
Di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che
mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della
mia professione o in ragione del mio stato.
Di tutelare l’identità del defunto annullandone all’atto della concia ogni tratto
somatico e segno particolare che ne possa portare all’identificazione.
Di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e pru-
denza e secondo equità.”

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
L: E c’è veramente qualcuno che, nella pratica, non lo segue?

M: Pare…
Dunque, questo nuovo assetto psico-sociale di cui dicevo, che resta più o meno
invariato fino a oggi, subisce un altro discreto scossone dopo il ‘70. Infatti, la
nuova generazione di costrutti, grazie alle ultime più complesse funzioni e, so-
prattutto, alla programmazione vocale, risulta molto più umanizzata. Questo dà
adito al sorgere di leggende metropolitane di ogni tipo, che vanno dal “l’anima
resta imprigionata nel corpo del costrutto ed è costretta ad assistere impotente
alla sua vita da macchina” al “a volte i costrutti si risvegliano e ricordano chi
erano in passato” e via dicendo. Queste storie alimentano una nuova ondata di
luddismo dei costrutti, che brucia sotto la cenere fino a venire raccolto dalla Ca-
scata e dalla LST quando… Che c’è?

L: …

M: Link, questa è la storia ufficiale. E nessuno di noi è mai salito sul Carrozzo-
ne. Dai, dopo vedi di tagliare anche questo. Andiamo avanti.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de26: LM_13/4/2077_
Empr
Emporio della Cittadella delle Scienze
Intervista al dottor Luca Moretti, Costruttore della Cittadella
delle Scienze di Firenze
Registrazione di Link, 13 Aprile 2077

M: Vabbè, sull’emporio non c’è molto da dire. È la rivendita ufficiale dei pro-
dotti della Cittadella, dove si comprano i costrutti, la supermio e alcuni stru-
menti e farmaci di automedicazione. Un tempo vendeva anche diverse appa-
recchiature a uso civile provenienti dalle Fucine, ma ormai ci sono officine e
orologiai in tutta la città e se ne occupano loro.
Le politiche dell’emporio
sono estremamente popolari.
I costrutti modello base co-
stano sempre tra i novecento
e i mille fiorini, che è pratica-
mente il costo vivo del proce-
dimento di concia e delle parti
meccaniche. Sono una risorsa
primaria: chiunque porti avan-
ti un’attività produttiva ha bi-
sogno di possederne per lavo-
rare ed è interesse della Citta-
della che questo possa sempre
avvenire. Per questo il prezzo
agevolato.
Più accessoriato, potente e raf-
finato uno lo vuole, più sale
il prezzo. Ci sono modelli di
costrutti da difesa che posso-
no arrivare anche a cinquanta,
sessantamila fiorini e per quel-
li da intrattenimento, come i
musicisti, gli amanuensi o i
baristi, si parte da una base di
centomila. Però sono garantiti
a vita, non un anno come i mo-
delli base.
48
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Stesso discorso per la supermio, anzi. Il prezzo fissato è inferiore al costo reale
per produrla, ma questo in fondo non è un problema: tutte le spese sono coperte
dalla tassa proporzionale per le Scienze. Non la distribuiscono gratis solo per
responsabilizzare i fruitori.
Peraltro, gli accordi con Firenze prevedono che le Cittadelle applichino le stes-
se politiche alla vendita della supermio e, quelle attrezzate a produrne, anche a
quella dei costrutti.

Pacchetto de27: LM_13/4/2077_


Lbrt.spr.av.
Laboratorio di sperimentazione avanzata
Intervista al dottor Luca Moretti, Costruttore della Cittadella
delle Scienze di Firenze
Registrazione di Link, 13 Aprile 2077

L: Parliamo del Laboratorio di sperimentazione avanzata.

M: Mmm… Sì, be’, è la struttura dove si portano avanti gli studi di frontiera
in campo biologico. La maggior parte delle scoperte più rilevanti degli ultimi
tempi, sia in campo medico che nella concia, sono state realizzate dalla squadra
di ricerca e sviluppo del Laboratorio di sperimentazione avanzata.

L: Quali sono i progetti attivi al momento?

M: Cosa? È riservato! E comunque non ne ho idea.

L: Ne dubito seriamente, visto che sei l’assistente di Apollo Nosi, che è il diret-
tore del Laboratorio…

M: Cosa? E tu che ne sai di chi fa cosa in Cittadella? Chi te l’ha detto? Fanculo,
basta. Questa intervista è finita. E vedi di tagliare i pezzi che ti ho detto, Link,
o ti giuro sul Codice del Costruttore che ti concio!

Il buon dottor Moretti… Un brillante Costruttore, un affidabile pianificatore;


non esattamente un grande oratore. Indubbiamente stanno combinando
qualcosa di grosso sotto la Cittadella, al momento. Dovrò indagare: potreb-
be interessare a te e di sicuro interessa a me.
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de33: PM_8/5/2077_Cdc.
Sctf
Il Codice Scientifico
Intervista al commissario della Milizia fiorentina Piero Malvasi
Registrazione di Linux, 8 Maggio 2077

Commissario Malvasi: Be’, in realtà da un punto di vista giuridico, la base del


sistema non è tanto l’organo Cittadella, quanto il Codex Scientificus. Per capir-
lo basta analizzare l’espansione del modello nei primi anni. Quando alla fine
degli anni Cinquanta i poli scientifici iniziavano ad acquisire già una certa im-
portanza al centro della vita cittadina delle varie realtà, e Firenze, ovviamente,
aveva presentato al mondo i costrutti e già cominciava a esportarne l’utilizzo, si
mostrò subito la necessità di regolamentare le procedure e i rapporti tra la Cit-
tadella delle Scienze e le realtà locali. Erano gli stessi anni in cui a Firenze si
andava affermando de iure il potere che sino ad allora la Cittadella aveva avuto
soltanto de facto.
Erano anche anni di profonda carenza di risorse. Ricordate che il ‘57 era sta-
to l’apice della carestia, e se ne stava uscendo a fatica. Occorreva recuperare
il terreno perduto – molto spesso letteralmente – produrre, ottimizzare. Fu in
questo contesto che nacque il Codex, che tutte le realtà locali adottarono a brac-
cia aperte.
Il bello è che il Codex è più una matrice che un vero codice legislativo, tant’è
che la prima parte del corpus, quella che studiano Artefici e Costruttori, non è
altro che una serie di moduli e questionari, risolti i quali si ottengono le giuste
declinazioni per una data località.
Faccio un esempio: frutteti. Le principali fonti di antiossidanti e vitamina C
sono, nell’ordine, acerola, guava, ribes nero, kiwi giallo e kiwi verde. Il kiwi
verde, però, è una variante inefficiente di quello giallo – contiene poco più del-
la metà di acido ascorbico – e il guava, a Firenze è svantaggioso perché, temen-
do il freddo, richiederebbe accorgimenti ben più costosi degli altri in lista. Mo-
rale? Si coltivano acerole, ribes neri e kiwi gialli. Fine. Vuoi le arance? Ti attac-
chi al cazzo.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Ora articoli del genere risultano bizzarri se non folli, ma vanno contestualizzati
nel periodo di drammatica scarsità e bisogno di ottimizzazione in cui sono stati
codificati.
Comunque, il Codex non è sterile e fermo. L’élite scientifica che lo ha redatto
ha tenuto in buon conto il margine di discrezionalità dato dalla variabile umana,
e infatti la seconda parte del corpus, che è quella che studiano i miliziani, con-
tiene appunto i coefficienti di tolleranza e le modalità con cui applicarli.
Esempio: vuoi coltivare arance nella tua fattoria? Un tempo era illegale. Ti
confiscavano i terreni. Oggi? Controlliamo il coefficiente di tolleranza: qual è il
rapporto attuale di necessità di acido ascorbico e produzione di frutti nell’area
di efficienza aurea? Tot. Bene, allora puoi liberamente coltivare le tue arance,
se credi, ma dovrai venderle a un prezzo inferiore ai kiwi, anche se sono più
rare e la logica di mercato imporrebbe quindi il contrario. Una cosa è certa: ne
venderai un sacco.
E questo è come funzionano le equazioni normative, che sono la maggior parte
e regolano quasi la totalità degli aspetti della vita comune; ma tipo anche cose
come le lesioni personali.
Poi ci sono le leggi, la più famosa delle quali è probabilmente la 2/2064, che
sancisce la “diretta e immediata proprietà della Cittadella delle Scienze di Fi-
renze su ogni cadavere umano o animale, ove non macellato a scopo alimen-
tare, finalizzata alla riconversione in costrutti lavoratori di pubblica o privata
utilità, salva delibera di nulla osta alla restituzione dei corpi per manifesta inu-
tilizzabilità a insindacabile giudizio della Commissione analitica della Citta-
della delle Scienze di Firenze, sezione Costruttori e Artefici”; pena, i lavori for-
zati a vita, come per l’omicidio e la procurata invalidità permanente. Le leggi
sono inderogabili, inabrogabili e immodificabili.
È in questa maniera che il Codex Scientificus è alla base di quello che viene im-
propriamente chiamato “Impero Scientifico”: quando una nuova comunità (che
sia una cittadina che supera addirittura qualche centinaio di abitanti, o un bor-
ghetto con sei o sette fattorie e una sala comune con gli attrezzi del meccanico
e del dottore) decide di legarsi a Firenze e abbracciare il Codex, manda i suoi
scienziati a essere istruiti alla Cittadella. O almeno, così è avvenuto per tutto il
corso degli anni ‘60, finché l’influenza di Firenze ha continuato a espandersi.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Ormai ha probabilmente raggiunto i suoi limiti fisiologici a livello geografico:
non si vede una nuova Cittadella da più di quindici anni.
Una nuova Cittadella può essere guidata da un medico o un ingegnere – che,
davvero, possono essere anche il veterinario delle vacche o il meccanico che
ripara i trattori, in certi casi – ma è buona norma che, quando possibile, inviino
almeno un medico e un tecnico. Quando arrivano a Firenze, sai qual è la prima
cosa su cui si sfondano il cervello per mesi, senza superare la quale col cavolo
che prendono in mano un bisturi o una chiave inglese? Diritto. Si studiano la
prima parte del corpus finché non la padroneggiano al punto da riuscire a risol-
vere le equazioni normative in funzione della loro realtà locale.
Idem dicasi per quelle realtà abbastanza grandi da avere una loro milizia.

Linux: E poi come viene applicato questo diritto? Ci sono tribunali, avvocati?
Questo, tra l’altro, mi interessa al di là della guida perché è una cosa che non ho
mai approfondito e non la so neanch’io.

M: In realtà sì, il tribunale c’è. O meglio, c’è a Firenze e nelle poche altre realtà
sufficientemente grandi da poterne istituire uno, tipo Volterra. Però non ci sono
gli avvocati. Non in senso stretto.
Se si arriva a una causa, per un’imputazione o per un contenzioso civile, i mi-
liziani istruiscono l’impianto d’accusa, Costruttori e Artefici quello di difesa.
La giuria viene poi composta da due membri del Consiglio della Cittadella – di
norma un Costruttore e un Artefice, ma non per forza – due alti ufficiali della
Milizia e un cittadino sorteggiato che abbia superato il test attitudinale di ido-
neità.
[…]

52
Sam Mazzotti (Order #22771542)
c o m m is s a r io andava
L’inter vista col , p e r o ra , il re sto te
io m a
avanti parecch o era que sto per com-
succ
lo ris par m io. Il a C itt a d ell a del-
r so sull
pletare il disco r n o d i F ir e nze e tutta
g o v e
le Scie nze, il s e r v irà p e r giocare a
e ti
que sta roba ch dino.
mo

Ora, se ti
applichi,
pas sare S hai abba
toria Co stanza m
ntem pora ateriale d
ce lo avre nea 1. O a
sti se le m alme no,
se le caga aterie um a
s sero anc n istiche e s
gnano pi o ra, m a inv ociali
ù dagli a ece non l
pas sato m n ni ‘40. A e inse-
a non su ltro retagg
p e rato della io sor-
grande ca me ntalità
re stia, as s della
ieme al k
iwi giallo
.

53
Sam Mazzotti (Order #22771542)
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Directory bg2: Dentro_le_mura.
int
Pacchetto bs_19: FI_est&flv
Firenze: estetica e flavour

Questo gioco ti porterà qui.


Per farlo, deve essere evocativo, deve richiamare odori, sapori, suoni, sen-
sazioni. Attraverso i sensi si accendono i sentimenti, attraverso i sentimenti
ci si immedesima. Vediamo di provare a darti gli strumenti per immedesi-
marti. Ti porteranno qui molto più di mille pippardoni sulla Cittadella e i suoi
Costruttori.
Tieni gli occhi sul foglio, isolati dal resto, ignora lo spazio che hai attorno.
Non senti più odori, nessun suono, nessun rumore. Vieni con me.
È un crepuscolo nebbioso, umido e freddo. Inverno, magari, col buio sceso
presto e la città ancora operosa. I globi dei lampioni a gas sembrano lune
nane che galleggiano nel vapore. Creano isole di luce fioca e calda; rischia-
rano il metroquadro ai loro piedi lasciando tutto il resto immerso in un
fiume di ombra sempre più scura.
Alle orecchie ti arriva un concerto di fischi e schiocchi metallici, leggeri,
lontani e continui, da ogni direzione. È il vapore delle caldaie, le mar-
tellate, le pinze che mordono l’ottone e l’acciaio. Un parlottio, forse
qualche risata, sempre dietro l’angolo, sempre oltre un muro, un palaz-
zo, una via. La strada sembra deserta, sempre deserta. C’è una figura,
laggiù; cammina lenta e ingobbita. È un tizio con uno zaino o un co-
strutto? Nella nebbia, nel buio, non lo sapresti dire. Finché non ti passa ac-
canto, almeno. Poi quella zaffata di piede macerato in un sandalo ad agosto,
che è l’odore del metabolismo a supermio, che è l’odore dei costrutti, che è
l’odore che dentro le mura può affievolirsi ma mai sparire del tutto, ti fuga
ogni dubbio. E se non bastasse ci pensano il filo di fumo e il fischio leggero
che si levano dalla sua schiena a fare chiarezza. Un costrutto da solo? In una
via deserta a tarda sera, ti chiedi. Se cammina sta certamente eseguendo un
programma, ma…
Passi oltre, giri un angolo, la via sfocia in una piazza. Uno dei rari punti di ag-
gregazione.
Svoltare angoli come questo dà sempre la sensazione di cambiare mondo;
non importa quante volte hai camminato per Firenze: non ti ci abituerai mai.
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
I banchi di un mercatino iniziano a smontare; baracche su ruote di legno e
tela, come quasi tutto ciò che non è in pietra e metallo, si chiudono su se
stesse e vengono portate via. Costrutti da carico le trascinano o trasportano
casse fischiando vapore; costrutti netturbini iniziano a ripulire il lastricato. C’è
un’osteria. L’insegna incisa a fuoco nel legno penzola da anelli di ferro nero,
illuminata da una lanterna a gas. Dall’interno, voci e risate, luce calda e odori
di cibo. È quasi ora di cena. La senti la fame? Senti la fame!
Ti guardi attorno, osservi le persone, quelle vive, quelle che lo sono ancora.
L’estetica è strana; la moda, per così dire; lo stile. Ha qualcosa di rétro, so-
prattutto nei materiali, e qualcosa di moderno, addirittura postmoderno, nel
taglio. Un taglio pratico. È tutto pratico, sempre tutto pratico. Funzionale,
efficiente. Ma con un certo vezzo. Personale, indubbiamente. Non c’è più la
paccottiglia fatta in serie, qui. Ognuno si fa la sua, come piace a lui.
Gente pratica, vestita semplice ma con qualche vezzo stravagante, a volte
inquietante.
Chi era, Ted Bundy? No, Ed Gein, che rubava pezzi di cadavere al cimitero
per farne lampade, suppellettili, utensili; arrivò ad “abbellire” la casa con una
cintura di capezzoli che le correva tutto attorno. Avrebbe ucciso lo stesso, se
fosse vissuto qui e ora? Non lo so. Forse sì, e sarebbe finito ai lavori forzati a
vita. Forse non ne avrebbe avuto bisogno. In tal caso, ti posso garantire che si
sarebbe trovato molto più a suo agio nel mio mondo che nel tuo. Purtroppo.
D’altronde, se uno va in giro con al collo una scheda madre o un carburatore,
che fai? Lo etichetti come strambo e archivi il caso. Qui, però, abbiamo una
meccanica diversa…
Un pesante scalpiccio attira la tua attenzione. Un tiro di sei buoi morti, con-
ciati, con enormi caldaie impiantate sul dorso fa il suo ingresso nella piazza
fischiando fino a graffiarti le orecchie e trascinando il vagone dell’omnibus.
Passa sotto la ferrovia soprelevata, che ha iniziato a vibrare e levare quel
canto basso e metallico: il treno sta arrivando. Qui le coincidenze sono pun-
tuali.
Dai, puoi risvegliarti. Più o meno hai ca-
pito, no? L’hai afferrato il sapore?
Ricorda: fischi, come quello della pen-
tola a pressione di tua mamma; ottone,
tanto, tantissimo ottone; legno e tela; e
quella puzza. È ovunque. Se per caso è
estate e hai passato la mezza giornata,
levati una ciabatta, infilaci il naso e in-
spira a fondo. Quello è l’odore del mio
mondo.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_20: Gr.Dsc
La Grande Discarica

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.


Questo è quello che ha deciso un’intera città.
Hanno iniziato ad ammassare roba fuori da porta San Frediano, verso l’iso-
lotto, arrivando quasi a Scandicci. Per primi i veicoli, caricati con tutto il resto:
computer, forni, frigoriferi sui furgoni, e poi lampade, insalatiere di plastica.
Li portavano fuori a spinta, uno al volante e dietro tre, cinque, venti persone.
Oppure li aggiogavano ai cavalli e ai buoi.
Quando dal ‘58 i costrutti si affermarono, Nitish Kapoor ne raccolse una
squadra per organizzare il lavoro e in pochi mesi tutto quanto della Vecchia
Era era rimasto in città venne “ordinatamente” ammassato tra le rovine del
quartiere abbandonato, prendendo il nome di Grande Discarica. Ma il trasfe-
rimento era iniziato molto prima; tre, quattro anni prima. A forza di braccia,
sottraendo alla sussistenza tempo e risorse che, altrimenti, erano completa-
mente assorbite dagli sforzi per sopravvivere.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Perché l’hanno fatto? Perché da un momento all’altro una
città intera non ha più potuto e voluto sopportare la vista
di semplici oggetti? Perché si sono rotti la schiena per al-
lontanare plastica e metallo, e adesso la Cittadella invia
spedizioni periodiche di costrutti da carico per recuperare
acciaio, alluminio, perfino vetro, da rifondere per le Fuci-
ne, quando avrebbero potuto comodamente tenerselo a
due passi?
Gli psichiatri sostengono si sia trattato di un atto di ca-
tarsi sociale, una sorta di psico-magia collettiva, un gesto
simbolico potente che esorcizzasse il dolore per un intero
mondo perduto.
È per questo che prima, quando ti ho guidato per le vie
della città, non hai visto una carcassa di automobile, un
vecchio palo della luce del secolo scorso, un’insegna al
neon, anche rotta; niente: hanno fatto sparire tutto. Tutto
quello che non possono replicare, che non sono più in gra-
do di ricreare, sostituire. Addio, si volta pagina.
Che poi, secondo me, è anche il motivo per cui si sono
reinventati da zero una tecnologia completamente nuova,
che poggia su basi abbandonate secoli fa per manifesta
inefficienza o addirittura su aberranti follie come risveglia-
re i cazzo di morti! Un colpo di spugna, si inizia da capo,
quel che ho perso non lo voglio vedere. È vero, per far ri-
partire l’industria elettronica ci servono numeri che non
abbiamo. Però adesso abbiamo i costrutti. Cazzo, perché
non usano quelli per rimettere in piedi l’industria e man-
darli definitivamente in pensione in una o due generazio-
ni? Per il gusto del macabro? Naaa… È che ancora non ce
la fanno; è il loro modo di metabolizzare il lutto.
A ogni modo, che vuoi che ti dica? Ci hanno preparato un
parco giochi a cielo aperto dove se sai cercare trovi degli
autentici tesori… E loro vengono a prendersi solo gli scarti:
sportelli di macchine ferme, pali, carene.
Una volta ho trovato un quantum annealer di settima ge-
nerazione!
No, davvero, la Grande Discarica è il paradiso dei Tecnoso-
fi. Non esiste altro luogo conosciuto che ammassi così tan-
to materiale utile in un posto solo. C’è gente che affronta
viaggi folli per visitarla e approvvigionarsi, dalle giungle di
Roma, dall’area bonificata di Milano. Una volta un vecchio
ha viaggiato per sei mesi, per arrivarci da Foggia.
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_21: Csrt.dlM
I costrutti in citta’

Eccoci al punto focale: i costrutti sono ovunque.


Prima cosa da tenere a mente: l’odore. Mi stancherò di ripeterlo il giorno che
passandogli accanto riuscirò a non notarlo.
E poi quella loro presenza… inumana ma antropomorfa. Li schivi se esci la
mattina presto, mentre sono in giro a frotte a pulire le strade, o all’imbrunire,
quando girano con le aste bunsen per accendere i lampioni a gas. Te li trovi
che martellano dentro l’officina in cui vai a comprare un pezzo, ti passano
accanto trasportando casse al mercato…
Una volta ho visto un video, una di quelle compilation di incidenti buffi ed
errori. Un tizio, camminando distratto col naso nello smartphone, dentro
un centro commerciale, andava addosso a un manichino. Si scusava per
mezz’ora prima di accorgersi che era una cosa inanimata. Ecco: coi costrutti
è costantemente così.
La maggior parte, da lontano, con la nebbia, il buio o la coda dell’occhio,
quasi li puoi confondere con persone vive. Solo i costrutti pesanti, da difesa
e guardianeonati hanno l’esoscheletro servoassistente. Ma l’odore non per-
dona. E quell’altra cosa: quel silenzio, quella fissità. Il fischietto continuo del
vapore non nasconde quel silenzio: non respirano. Il respiro, nelle persone,
è una di quelle cose di cui ti accorgi solo quando non c’è.
Ormai ce ne sono di ogni tipo: puliscono, scrivono sotto dettatura. Alcuni,
addirittura, suonano uno strumento o hanno registrata in memoria la voce
del padrone e fanno tutto quello che gli viene detto, senza bisogno di pre-
mere la levetta che azzera il programma. Intendiamoci, quello è codice di
primissima classe, ordini su commissione che costano mazzi di fiori con più
di centomila gambi. Ma sono arrivati anche a questo.
Sono ovunque. È probabile che a Firenze ci siano più costrutti che persone,
ormai. Di sicuro nelle campagne è così. Pensaci…

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_22: dp=np/s
Edifici e densita abitativa

Ormai ci sono più case che


abitanti. Quello che certo
non manca a Firenze è lo
spazio: appartamenti da abi-
tare, ambienti da occupare e
trasformare in attività com-
merciali, magazzini o quel
che ti viene in mente.
C’è anche una legge a riguar-
do. Anzi, pardon, un’equa-
zione normativa. In sostan-
za, se occupi uno spazio e
nessuno apre un contenzio-
so per il suo possesso ne-
gli immediati trenta giorni
successivi, puoi rivendicar-
lo e a quel punto è tuo. Da
quel momento, però, sei re-
sponsabile per il suo decoro
e ti fai carico della manuten-
zione interna ed esterna. In
molti se ne fregano: occu-
pano gli spazi che trovano
comodi, non rivendicano un
cazzo e nessuno gli rompe
le palle. D’altronde, Firenze
centro era abituata a ospita-
re milioni di persone tra re-
sidenti, studenti e turisti, ai
tuoi tempi. Oggi siamo cin-
quantamila e di certo non in
crescita. Fatti i tuoi conti.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_23: mrkt&ecn
Il mercato e l’economia

Il mercato…
Ah, belli i tempi in cui si poteva comprare su Amazon, eh, bastardello?
Qui siamo tornati al fiorino. Che è più o meno l’unità di misura standard. Le
cose piccole costano un fiorino. Che ne so, una pagnotta? Costa un fiorino.
Una pinta di birra? Tre fiorini. Un biscotto? Un quarto di fiorino. Mezzo, se è
particolarmente buono. Un miliziano prende sui quattrocento fiorini a set-
timana.
Verso metà degli anni Sessanta, quando si iniziava di nuovo a stare bene –
economicamente parlando – la dottoressa Ursula Virginia Ciardi riunì i com-
mercianti della città in una corporazione. Dal loro sforzo congiunto, nel Giu-
gno del ‘68 riaprì il Vecchio Mercato Centrale di San Lorenzo, diretto da Elisa
Dominici. Ci trovi di tutto, dal cibo, all’erboristeria, ai manufatti. Più o meno
tutto quel che non è così specialistico da richiedere un laboratorio o un’offi-
cina per essere realizzato (e a volte anche roba del genere).
Per il resto, botteghe e officine, sparse qua e là per la città.
Tendenzialmente tutte le cittadine, i paesi e i borghi nell’Impero Scientifi-
co hanno adottato il fiorino, che ovviamente si conia e si stampa a Firenze.
Comunque sia, tutte le comunità e la maggior parte dei pazzi che viaggia-
no fuori dalle mura di un abitato, lo prendono senza battere ciglio. Perfino
a Venezia.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_24: ostr
Le osterie

Te ne devo parlare per forza: sono fondamentali per l’atmosfera e per il fla-
vour, e ne avrai bisogno per mille motivi, quando sarai qui. A partire dalla
fame.
Sono i posti più vivi di Firenze, per lo meno tra quelli aperti al pubblico. Cer-
to, al mercato c’è un bel movimento e in Cittadella non ne parliamo. Ma gli
unici posti che si avvicinano allo svago, a parte, ultimamente, il teatro, sono
le osterie. E il Re Ruben, ovviamente, ma quello non è per tutti.

Pacchetto de41: TG_3/3/2079_ostr


Le osterie di Firenze
Di Thomas Galli, cronista di Firenze Nazione

A Firenze ci sono un sacco di cose da vedere, ancora adesso, dopo tutto quan-
to. Ancora adesso che la pittura, l’architettura, la storia dell’arte non hanno più
valore. Ma se ci capiti in questo strano e cupo periodo storico, amico giocatore,
sta’ sicuro che i posti che più di tutti vorrai visitare saranno le sue osterie.
Posti in cui, di solito, si mangia bene e si lasciano fuori della porta le brutture
del mondo, almeno per un po’. La maggior parte, le hanno aperte dove sorge-
vano i locali dei ruggenti anni venti (lo so, non erano ruggenti, erano piangen-
ti. Quelli ruggenti erano cent’anni prima, ma lasciami sognare, una volta che
posso) e ne richiamano stile e atmosfera. La mia idea? Le spine della birra e i
banconi sono difficili da installare e il vintage ha sempre il suo fascino. A ogni
modo, funziona e piace.
Ecco quindi la mia personale classifica delle migliori osterie della capitale.

La locanda del Violinista


Sorge in piazza Santa Maria Novella, sulla destra guardando la chiesa, proprio
dove fino a cinquant’anni fa c’era il pub irlandese. Se entri e allarghi le braccia,
con la sinistra sfiori il muro e con la destra il bancone fornito di spine, troppe
per tenerle tutte in uso. La locanda si espande in profondità, con ampie sale dal-
le volte a botte e vecchie foto incorniciate appese al soffitto.
Hanno sfondato la parete nella stanza del biliardo, raggiungendo l’albergo,
dove tengono allestite alcune camere per i viaggiatori. Va detto che le camere le
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
usano in pochi: perché pagare? Per una stanza calda; lenzuola, pavimenti e ba-
gni puliti; per questo genere di servizi, certo. Ma chi viene da fuori non sempre
ne comprende e ne apprezza il valore, e di buchi al coperto dove accamparsi e
stare asciutti, la città abbonda. Se, quando sarai qui, cercherai una stanza in af-
fitto, al Violinista vai sul sicuro.
Il mio voto? Cibo, sei su dieci. Vino e birre, sette su dieci. Atmosfera, otto su
dieci. Camere, per quel che vale, nove su dieci. Più che valida.

L’osteria del Vecchio Mercato


È forse la più antica, tranquilla e tradizionale. Proprio di fronte al mercato, si
mangia e si beve vino. Ai tavoli fuori, con qualsiasi tempo, estate e inverno, ci
troverai bighellonare le solite mandrie di vecchini inossidabili.
Cibo, sette. Vino, sette. Atmosfera, sette, che però diventa dieci se la fauna lo-
cale è in vena di dare spettacolo.

La Massaia
È probabilmente la più raffinata osteria di Firenze; la trovi in via dei Ginori. Un
organo a canne di spine – tutte operative e pronte a spillare, qui – e grandi spazi
con arredamenti curati e stravaganti. Preparazioni particolari. Da un punto di
vista ristorativo se la può giocare col Re Ruben.
Cibo, nove. Vini, birre e preparazioni, dieci. Atmosfera, nove. Da non perdere.

L’osteria di Angie
L’osteria di via dei Neri è senza infamia e senza lode: un buco stretto e lungo
con due stanzette sul fondo in cui si beve decorosamente e non si mangia male.
È l’oste il suo valore aggiunto. Se sei un trafficone, devi fartelo amico.
Giangorilla, eterno ragazzone che si è guadagnato il soprannome per le moven-
ze dinoccolate, è il contatto e l’agente dentro le mura della LST (Libera Società
Tecnosofica, n.d.c.), nonché un tizio pieno di risorse che ha una lunga lista di
favori da ricevere e da rendere.
Cibo, sei. Vino e birra, sei. Atmosfera, sei. Servizi extra, non hanno prezzo.

Le Grate.
Una bettola squallida, proprio di fronte alla Cittadella. Un buco con l’intonaco
scrostato in cui entrano a malapena i due tavolini rotondi e il piccolo banco da-
vanti alla porta delle cucine.
Tre le peculiarità.
1) Insospettabilmente, si mangia parecchio bene.
2) La gestisce una stangona cinese strafiga e sempre scosciata, di nome Nì-Hǎi,
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
che pare vivere lì notte e giorno.
3) Ai lati della minuscola sala ci sono due archi di pietra vecchi quanto la città,
sbarrati da due grate di ferro battuto. Conducono in due cripte sotterranee, blin-
date e insonorizzate da due o tre braccia di roccia piena, che la bellezza esotica
affitta a ore a chi ha affari discreti da condurre in perfetta sicurezza e intimità.
È una vera zona franca, spesso luogo di incontro e confronto tra esponenti di
fazioni che mai si mostrerebbero assieme altrove.
Sono certo che, quando sarai qui, arriverà il momento in cui questa informazio-
ne ti farà la differenza. Ricordatela.
Cibo, otto. Vino e liquori, sei. Atmosfera, da quattro a dieci. Servizi extra, non
hanno prezzo.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de43: TG_3/3/2079_G.
Qui parte un dis
Opr S
creto pippardon
e.
e vuoi, saltalo,
soprattutto se
Le grandi opere n o n s a ra i tu il Meccanic
Di Thomas Galli, cronista di Firenze Nazione
o.

Da quando la Scienza dei costrutti ha risolto il problema della manodopera a


buon mercato, la città ha vissuto una nuova stagione di crescita, per lo meno a
livello di economia e lavori pubblici. Tra questi, un ruolo preminente lo hanno
avuto le grandi opere.
Già nel ‘59, la Cittadella ha istituito l’EGO – Ente per le Grandi Opere, un acro-
nimo che è tutto un programma – a compartecipazione pubblica, a cui ha dele-
gato in toto i lavori di ammodernamento e adeguamento urbano, dalla proposta
del piano regolatore alla realizzazione dei progetti delle singole opere, fino alla
gestione degli appalti per i lavori.
Presieduto dalla professoressa Teresa Mancini, l’Ente ha realizzato a oggi una
bella quantità di progetti. Alcuni sembrano dettati più dalla ricerca del prestigio
e dall’affermazione dell’identità nazionale che dall’utilità pratica – d’altronde,
sono frutto dell’EGO, no? – ma, per dirla con le parole del cliente d’osteria,
“fanno colore, tengono alto il morale e occupano la gente” per cui, a conti fatti,
ne è valsa la pena.
Quella che segue è una carrellata delle grandi opere e dei più importanti pro-
getti che la città di Firenze ha intrapreso e che ne hanno mutato radicalmente il
volto e il vivere quotidiano.

Il Macrodigestore e la Centrale del gas


Da quando il mondo ha iniziato a perdere colpi, lo spirito di autosufficienza ha
ripreso terreno, soprattutto nelle campagne, dove, di necessità virtù, ci si deve
arrangiare.
I contadini sono tutti un po’ tecnosofi: non si abbandonano ai sofismi; se qual-
cosa risolve il problema, allora è la soluzione giusta, a prescindere dal secolo in
cui ne siano state progettate le componenti.
E uno dei primi accorgimenti che quasi ogni fattore adotta è scavare un bel
buco, assemblarci dentro un digestore di metano, buttarci tutta la materia orga-
nica disponibile e usare il gas per riscaldare la casa, cucinare, alimentare, ma-
gari, un trattore dotato di impianto a gas, e così via. Si parla ancora degli anni
Trenta e Quaranta, i costrutti sono lontani da venire.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Partendo da queste basi, la prima sfida con cui l’Ente per le Grandi Opere si
confrontò fu la realizzazione di un macrodigestore cittadino. Il metano prodotto
avrebbe trovato tre principali utilizzi: alimentare il treno, alimentare la futura
centrale elettrica a uso e consumo della Cittadella e, ovviamente, alimentare
l’illuminazione urbana.
Il treno, unico collegamento rimasto con una realtà ormai lontanissima come
Venezia, consumava una quantità di pellet eccessiva. Con l’aumento della pro-
duzione e dell’uso di costrutti, che andava a incidere pesantemente sui magaz-
zini, occorreva un’energia alternativa.
L’ospedale, le Fucine e i Laboratori avevano bisogno di elettricità per i loro
processi e i generatori a pellet o a “turbina a moto biomeccanico” erano ben
lontani dal sopperire al reale fabbisogno.
Progettati e realizzati dall’equipe dell’ingegner Bernardo Mario Spinelli, che
ne è tutt’oggi il direttore, Macrodigestore e Centrale del gas furono completati
e inaugurati nel ‘59. Quand
o m anovrano la
vasca di m acerazi saracine sca dell
one, è for se l’unic a
puz za peggio dell o posto che
a Cittadella.
La stazione e il treno a metano
La stazione è un simbolo importante. È l’unica cosa a essere sopravvissuta alla
Caduta assieme all’ospedale. Tutte le sue sorelle e i suoi fratelli, nel mondo,
sono morti: porti, aeroporti, stazioni dei treni, dei pullman, dei bus. Niente è
sopravvissuto, per quanto ne sappiamo. Tranne la stazione di Santa Maria No-
vella, e la sua gemella veneziana, Santa Lucia.
La dirige Matteo Righi.
Che non ha veramente un caz zo da fare!
Ogni martedì il treno parte per Venezia dal binario 9, alle 9:45. Ogni venerdì
arriva al binario 9, alle 18:00.
La stazione è in buona parte in rovina; d’altronde, sottoporla a manutenzione
costante e completa con un solo binario attivo per una par-
tenza e un arrivo settimanali è uno sforzo che la città non
può permettersi di sostenere. Ciò nonostante, Righi è uno
degli uomini più influenti di Firenze, perché la stazione –
è bene ripeterlo – è un simbolo importante.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
La Centrale elettrica
Quarant’anni fa, le reti elettriche
di tutto il mondo si avviarono al
collasso. Iniziò con i blackout
sempre più frequenti, proseguì
con il razionamento ed entro il
‘50 terminò con il completo ab-
bandono.
L’elettricità come risorsa, però,
non scomparve del tutto. Chi
aveva i mezzi e, soprattutto, le La ce ntral
e el
conoscenze, si dotava di genera-
ridere se pa ettrica fa
ra
quelle catte gonata a
tori, anche improvvisati; a gas,
chi possedeva anche un digesto-
dr
re, a legna o pellet, chi non l’a-
nergia che ali dell’e-
a
fino agli a ve vate voi,
veva. Poi, quando arrivarono, a
spinta di biomacchine, di nor-
n ni
ma costrutti bovini. Paradossal-
va detto, è u ‘40. Però,
mente, scorreva più elettricità in na gran
campagna che in città. cosa: non
èf
La centrale elettrica, progettata e care un def acile cari-
ibrill
m anovella atore a
inaugurata nel ‘60 dall’ingegner
Raphael Armando Alvarez e la
sua squadra, non è altro che un
. Per dire.
generatore a metano un po’ più
grosso degli altri. Alimenta quasi
esclusivamente la Cittadella, ma
fa la differenza sia nella produ-
zione che in corsia.

L’illuminazione urbana
Nel ‘63 è steso e interrato l’ultimo raccordo, eretto l’ultimo lampione. Da allo-
ra, ogni sera al crepuscolo, i costrutti netturbini della scuderia di Nitish Kapoor
si sparpagliano per la città, ognuno armato di asta bunsen e programmato per
fare il giro dell’area di propria competenza, infilare la punta rovente della sua
lancia nel globo di vetro e accendere ogni singola fiammella danzante all’inter-
no delle mura.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
I trasporti pubblici
Sono g Di pari passo con la voglia di chiudersi dentro le mura
ros
roz zoni d s i car-
e liberarsi di tutto quel che potesse ricordare il passato
perduto ammassandolo nella Grande Discarica, la città
il
trainati d egno sembrò trovare un ulteriore modo per accettare e meta-
a
doz zina una
bolizzare il cambiamento nella passione per i mezzi di
trasporto pubblico. Volendo essere obiettivi, non occor-
d
conciati c i buoi rono più di venti minuti, mezz’ora a piedi per attraver-
ia
Ge neral scuno.
sare con comodo la città da un estremo all’altro.

fer m ano me nte,


Eppure, attualmente sono attive tre linee di omnibus a
trazione di costrutti bovini (la linea 1 collega porta San
in orario
. Gallo e porta San Niccolò, passando per ponte alle Gra-
zie; la 2 costeggia l’Arno dalla Zecca a Porta al Prato e
la 3 fa il giro delle mura) e il fiore all’occhiello della cit-
tà è niente popò di meno che una ferrovia sopraelevata,
che disegna una sorta di otto tangente alle mura, che si
incrocia alle spalle del Palazzo della Signoria.

Le Mura
Grande opera per eccellenza, il cantiere di ripristino del
cerchio murario lungo i viali di circonvallazione fu
inaugurato nel Gennaio del ‘59 e diretto dalla professo-
ressa Mancini in persona. Nel Luglio del ‘64 i lavori si
conclusero; le mura erano di nuovo integre e Firenze
tornava a essere una cellula circondata da una membra-
na impermeabile.

L’im pre sa col rap


porto s pe sa/re sa
di cui abbia nozi più folle
one. Però, porca tr
il giro del ce ntro oia,
a cinque, se i metri far s i
su un tre no che da ter ra
fischia e sfer rag
figata as soluta! lia
Una volta l’ho p è una
re sa an-
ch’io.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de48: TG_3/3/2079_
As.pol&gr.int
Assetto politico e gruppi di interesse
Di Thomas Galli, cronista di Firenze Nazione

L’intero Impero Scientifico poggia completamente sui costrutti per la propria


sussistenza e sopravvivenza, motivo per cui le redini della politica restano ben
salde nelle mani del Consiglio della Cittadella delle Scienze. Questo non signi-
fica che non esistano altri gruppi di interesse e centri di potere.
La ripresa economica avviata negli anni Sessanta ha portato allo sviluppo di
numerose attività non direttamente collegate alla sussistenza, come le grandi
opere, i servizi, un più florido commercio di beni non di prima necessità e, da
ultimo, la timida ricomparsa di alcune forme di svago e attività culturali.
Questo ha formato una nuova classe imprenditoriale che, nel decennio succes-
sivo, ha prosperato, si è rafforzata, organizzata, consorziata, divenendo un vero
e proprio gruppo di pressione, capace di mettere in discussione l’egemonia tec-
nocratica, e di farlo in maniera sempre meno velata.
I nuovi magnati, ricchi commercianti, direttori di attività private o semi-pri-
vatizzate come l’azienda ferroviaria, il macrodigestore e la centrale del gas, la
centrale elettrica, l’azienda di nettezza urbana (che possiede da sola quasi un
centinaio di costrutti operativi), lo stesso Ente per le Grandi Opere e, talvolta,
alcuni vertici dell’Esercito, vengono apostrofati dai sostenitori della Cittadella
come “la cricca dei maggiorenti”.
Riparandosi dietro atteggiamenti pacati e collaborativi, hanno sollevato più di
una volta obiezioni e perplessità sull’operato del Consiglio, dando mostra di
avere tra loro un legame ben più stabile e sfaccettato di un’occasionale conver-
genza di opinioni.
Voci di corridoio mai confermate sostengono che siano arrivati a fomentare e
sponsorizzare non meglio specificate “operazioni segrete”, atte a destabilizzare
il legittimo governo della Cittadella.

69
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de35: PM_8/5/2077_Mlz
La Milizia
Intervista al commissario della Milizia fiorentina Piero Malvasi
Registrazione di Linux, 8 Maggio 2077

Linux: La Milizia, commissario: quando e come nasce? Ho provato a indagare


ma pare esistere da sempre, salvo nel periodo in cui ancora non esisteva.

Commissario Malvasi: *ride*


Non si sa quando nasce, ragazzo; perché non c’è una data precisa.

L: Credo di essere più vecchio di lei.

M: Sono vecchio dentro. E chiamo tutti “ragazzo”. Dicevamo.


La Milizia deriva dalla Polizia Municipale di Firenze.
Quando, dai primi anni Quaranta le cose iniziarono a buttare male, Fi-
renze tenne botta molto meglio della maggior parte delle altre città. Per
la carenza di comunicazioni e trasporti, le forze dell’ordine operanti su scala
nazionale, come polizia e carabinieri, divennero presto inefficienti. Nel ‘47,
praticamente, già non esistevano più. Qui in città, per la sicurezza, si faceva
sempre più affidamento sulla polizia municipale.
Però, ovviamente, anche quella fu colpita, come tutto il resto, dal caos che una
mortalità impazzita e del tutto casuale portava con sé. La gente moriva a caso e
i vigili non facevano eccezione. Misero a punto un programma di addestramen-
to intensivo e iniziarono ad appoggiarsi a squadre di ausiliari. Senza che fosse
troppo chiaro il passaggio – non lo è tuttora – già nei primi anni Cinquanta la
polizia municipale aveva smesso di chiamarsi così ed era diventata la Milizia.
E, di fatto, questo la rende la più antica istituzione pubblica di Firenze dopo
l’ospedale.

70
Sam Mazzotti (Order #22771542)
L: Quali sono i compiti principali della Milizia e come vengono
gestiti?

M: Il compito è uno soltanto, anche se ha molte sfaccettature: mantenere l’or-


dine pubblico. La Milizia è il punto di riferimento della popolazione in caso di
bisogno, nonché l’unica forza istituita. Scoppia un incendio? Interviene la Mi-
lizia con le squadre di costrutti pompieri. Esonda l’Arno? Milizia con costrutti
da carico a rinforzare gli argini. E via così.
Fermo resta che il nostro primo e principale lavoro è quello di polizia, il che
vuol dire indagini quando c’è bisogno e tanto, tanto monitoraggio e manteni-
mento dell’ordine pubblico.
Logisticamente, la Milizia è organizzata in tre caserme principali.
Quella in via dei Castellani è il quartier generale, sede della prefettura e degli
uffici e laboratori investigativi.
Quella in via delle Terme, che ha il ruolo storico più rilevante in quanto sta-
zione della Polizia Municipale, è preposta alle attività di pattugliamento delle
strade e controllo dell’ordine pubblico. In soldoni, è la sede del grosso dei mi-
liziani che fanno il grosso del lavoro: battere le strade e risolvere i problemi
sul nascere.
Per finire, c’è quella in piazza della Stazione, che è l’accademia dove si adde-
strano le reclute. La cosa buffa è che esci dal retro e ti ritrovi nel chiostro dei
Figli del Fiume…

L: E riguardo alle attrezzature?

M: Oh, ne abbiamo per ogni evenienza.

La dotazione base è composta da mazza e balestra –


anche se della balestra andrebbe fatto un uso più
di deterrenza che altro, in teoria – e, fon-
damentale, il fischietto. Come usava
in marina fino a due secoli fa,
col fischietto puoi ritma-

Sam Mazzotti (Order #22771542)


re comandi e messaggi anche in assenza di linea visuale. Soprattutto di notte è
di un’utilità difficile da comprendere per i non addetti.
Come l’esercito, abbiamo anche fumogeni per coordinare le operazioni diurne
e bengala per quelle notturne. Ogni colore ha un significato.
E poi i carri, i carri medici, le attrezzature antisommossa, che non so perché
continuino a chiamarsi così, quando è dal ‘42 che non abbiamo sommosse. Un
sacco di roba.
Non abbiamo quelle diavolerie alla Siesai, però, da un punto di vista di medi-
cina legale e scientifica, grazie all’appoggio della Cittadella siamo parecchio
avanti.

L: C.S.I.?

M: Pensavo di parlare con


un Tecnosofo…

L: Allora ho capito bene…

M: Te l’ho detto che sono vecchio.

L: *ride*

M: Il grosso, comunque, come sempre da che mondo è mondo, lo fanno i bravi


agenti e i bravi investigatori.
Se proprio devo fare un appunto e dire la mia in fatto di dotazioni, sarebbe ora
di rivedere certe posizioni della Cittadella in quanto a decreti sulle strumenta-
zioni. Capisco l’ideologia dietro la scelta di non adottare tecnologie che non
siamo in grado di controllare, mantenere e replicare, ma il fatto che non lo fac-
ciamo noi non implica che non lo facciano i delinquenti, anzi. Per esperienza,
e lo sai bene, posso dire che gli aggeggi tecnosofici ci hanno aiutato a risolvere
più di un caso, quando le cose si erano fatte complesse. Soprattutto fuori dalle
mura. Se non si cambia direzione e si continua a scendere questa china, prima
o poi arriveranno i guai seri. Questo mi dice l’intuito. E raramente si sbaglia.

L: Sfonda una porta aperta. Quando vi danno il via libera dai piani alti, sapete a
chi chiedere. Andando avanti, com’è la situazione crimine in città?
72
Sam Mazzotti (Order #22771542)
M: Qui lo dico e qui lo nego ma, come già accennavo, il grosso è mantenere
l’ordine pubblico. I furti sono rari: in quest’epoca paradossale, i beni materiali
non scarseggiano e interessano anche poco. Per lo meno, all’interno delle mura,
che è l’ambito principale di nostra competenza.
All’esterno ormai interveniamo solo in casi eccezionali: se stiamo seguendo
un’indagine o se è esplicitamente richiesto il nostro intervento. Un tempo era
diverso, ma ora, di quel che accade fuori dalle mura, se ne occupano i mastini
dell’esercito. Alla fin fine, meglio così.
I disordini più frequenti sono risse ed episodi di violenza, che si verificano
spessissimo ma quasi mai degenerano in qualcosa di più.
La morte è cambiata. Uccidere con intenzione è qualcosa di inaccettabile fuori

dalle mura, inconcepibile all’interno.


Certo, ci sono state eccezioni, è inevitabile. Tipo il casino del ‘73 che conosci
bene; quando ci conoscemmo per via dell’indagine sui furti dei costrutti.

L: Già. Poi come andò a finire?

M: Non ne ho idea. Segreto di Stato. Prova a chiedere al nano cinese, se vuoi


risposte. Io ho capito che non ne avrò, almeno per un bel pezzo…
Ad ogni modo, due anni dopo fece scalpore il caso del Conciatore. Uccise
“solo” tre donne, in realtà, ma ne seguì un casino immenso. Nel senso che la
città intera stette tre mesi in stato d’allerta. Alla vigilia del quarto omicidio –
sventato dal miliziano Giacomo Tarchi – c’erano tutti, ma davvero tutti i mili-
ziani sul campo. Congedati, riservisti, tecnici… quasi duemila uomini e donne,
sguinzagliati in pattuglia singola per coprire l’intera città. Roba da pazzi, se ci
ripenso.
E l’anno dopo ancora, lungo la Bolognese, sopra Trespiano, vennero trovati
massacrati decine di briganti. Una cosa agghiacciante.
Ma il Conciatore fu comunque il caso più scioccante per la città, perché succes-
se tutto all’interno delle mura.

L: Mmm… L’avete preso, no? Però c’era chi diceva che non fosse solo, che
fosse un burattino. Un po’ come col Mostro, cent’anni prima, no?

73
Sam Mazzotti (Order #22771542)
M: Negativo. È stato Alibrandi e ha fatto tutto da solo. L’ispezione della bot-
tega e dell’appartamento non lasciano spazio ai dubbi. Tutto il resto finì in una
villa in collina, dove non accadde nulla di nulla, io non mi presi nessun qua-
drello nella coscia e l’indomani, disgraziatamente, andò tutto a fuoco con un
sacco di vittime.

L: Capisco. Edit: per quanto


as surdo, con Cio
m i sa che hann ni
o fatto una capp
ellata.

d ic e v o ? V e la p re n dere ste
Che vi
q u al cu n o ch e de co ra la
con
p r ia ca s a co n p is to ni rotti e
pro
puter?
pe z zi disme s s i di com

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_27: pns&flsf
Pensiero e filosofie

Lo so che è palloso, ma te lo devo mettere. Altrimenti si rischia che non ti


siano chiare le differenze, invisibili all’occhio ma abissali, tra la mia società e
la tua.

Pacchetto de42: VP_4/8/2068_ast.


scl
Il nuovo assetto
Appunti del professor Vincenzo Pisani, neurochirurgo e Costrutto-
re della Cittadella delle Scienze di Firenze, direttore del Laborato-
rio di sperimentazione avanzata, 4 Agosto 2068

“La sanità mentale è sempre stata un concetto aleatorio basato su convenzioni


sociali più o meno condivisibili. Ma ormai la protratta convivenza con l’orro-
re, con la quotidiana accettazione di quelli che erano considerati tabù, com-
binati alla sconvolgente resilienza dell’essere umano, rende tutti i precedenti
parametri di valutazione della “sanità mentale” obsoleti e anacronistici. Ora
che il confine ultimo è stato varcato, tutti gli altri sembrano così labili e insi-
gnificanti…
Ci si sta dirigendo verso un assetto sociale caratterizzato dalla sospensione del
giudizio: lungi dall’essere prossimi alla sparizione di quella necessità sociale
del pettegolezzo, della spontanea maldicenza e ancor più lontani dal liberar-
si da quella insana e insulsa abitudine dell’esprimere giudizi non richiesti, sta
mutando il rapporto con ciò che è socialmente considerato strano: la varia-
bilità discreta della stranezza non è più quantificabile; non ci sono stranezze
più strane e meno strane, tutto quanto diverge dalla norma è, semplicemente,
“normalmente strano”.
L’unica norma etica interiormente ancora in vigore è un generico persegui-
mento del bene comune e il contenimento della violenza entro limiti accettabili.
A scopo di esempio, un uomo che picchi la moglie – o una donna che picchi il
marito, perché no – non desta preoccupazione sociale finché lei – o lui – non
si lamenta apertamente ricercando aiuto o finché non palesa evidenti e gravi
traumi fisiologici. A quel punto, e mai prima, qualcuno potrebbe decidere di in-
tervenire. Affrontando il marito, forse; dandogli una lezione, magari... sempre
senza esagerare. Altresì, se qualcuno decidesse di decorare la propria casa con
75
Sam Mazzotti (Order #22771542)
i pezzi di cadaveri conciati, verrebbe considerato un personaggio particolare,
con gusti discutibili, al limite eccentrico o perfino guardato con sospetto da ta-
luni. Ma, fintanto che la cosa non andasse oltre, nessuno avrebbe il coraggio di
esprimere severi commenti o prendere provvedimenti radicali: secondo i prin-
cipi correnti, non avrebbe (ancora) commesso nulla di sbagliato.”

Pacchetto bs_27.1: pscl


Psicologia

Te la schematizzo che facciamo prima:

Sanità mentale
Una volta, secondo l’OMS, la salute mentale era “uno stato di completo be-
nessere fisico, psichico e sociale, e non semplicemente assenza di malattia o
infermità”. Oggi, secondo il vademecum psichiatrico della Cittadella è “uno
stato di completa autosufficienza, capacità di provvedere ai bisogni propri e
dei congiunti e assenza di pulsioni di morte”. Non so, cogli qualche differenza?

Tabù: violenza e morte


Un tempo la morte era quasi inaccettabile. Oggi il quasi è caduto.
La violenza? Al tempo, grosso modo, altrettanto inaccettabile. Oggi? Mah, se
non ammazzi o debiliti qualcuno in maniera permanente (ed è difficile, coi
mezzi medici attuali, riuscire a realizzare la seconda condizione in assenza
della la prima), finché la risolvi in qualche modo, nessuno si scompone. Tagli
il braccio al tuo vicino e glielo mangi davanti? Se poi vi chiarite e non viene
sporta una denuncia, non è successo niente. La Cittadella gliene coltiva uno
nuovo, in pochi mesi lui è di nuovo intero, tu, magari, gli paghi il disturbo in
fiorini o favori e siete tutti amici come prima. E c’è davvero chi ha una cintura
di capezzoli attorno alla casa: si chiama Stelio Martelli, ha una fattoria sotto
Fiesole e, a parte un’inquietante passione per l’arredamento necrofilo, è pure
una brava persona.

L’elaborazione del lutto


Questo è forse il punto più spinoso.
Impegnati per evocare le emozioni che cercherò di trasmetterti con quanto
segue, ma proprio a livello profondo, empatico. Cerca di figurarti i sentimenti
che proveresti al pari di come ti figuri il colore rosso se ti dico “chiudi gli occhi

76
Sam Mazzotti (Order #22771542)
e pensa a un giubbotto rosso”, ok?
Bene.
Ora pensa che muoia la persona che ami di più.
Se ci riesci, pensalo tenendo presente il valore che quel legame può avere
in un mondo contaminato e spostato tre passi accanto come quello che sto
cercando di raccontarti; ma se non ce la fai, fa niente.
Quindi, la persona che più ami è morta, adesso. Che farai? Piangerai e urlerai
al mondo il tuo dolore? Sì, quello va bene, è permesso. Ma subito dopo? Ci
sono cose da fare: la vita continua.
Chiamerai le pompe funebri? Organizzerai il funerale? Inizierai ad avvisare
amici e parenti, i più stretti dei quali, probabilmente, verranno da te per aiu-
tarti e consolarti?
Col cazzo.
Chiami la Cittadella, che manda uno stronzo con due costrutti che – mentre

Sam Mazzotti (Order #22771542)


lui ti parla con tutta la dolcezza e l’empatia possibile a questo mondo, per
carità – si caricano il corpo che fino a poco prima è stato la persona più im-
portante per te al mondo e se lo portano via.
In Cittadella, nelle sale di concia.
Dove diventerà un cazzo di macchinario che verrà venduto a qualcuno che
lo userà come meglio crede, magari con il rispetto e la cura che si riserva a
uno strumento costoso, magari molto peggio.
Sia come sia, tu non rivedrai quella persona mai più, e nemmeno quel corpo.
Se hai fortuna.
Nessun funerale. Nessuna tomba. Nessuna foto, se non sei un tecnosofo e
non hai amici tecnosofi. Forse un ritratto e solo qualche oggetto, qualche
vestito, come ricordo.
E questo capita spesso. Hai una persona a cui vuoi molto bene? Statistica-
mente questo succederà a te o a lei, e presto, perché qui si muore come le
mosche.
E probabilmente lo affronterai – o lo affronterà – da solo o quasi, perché, per
lo stesso motivo, una famiglia o delle amicizie che durino negli anni sono un
lusso. Perché la gente muore.
E siccome la morte non ha tregua, gli si dà anche il giusto peso, perché se no,
cazzo, staremmo sempre a qualche veglia funebre o a qualche funerale, e
invece bisogna fare anche altre cose, tipo coltivare i campi, costruire i mac-
chinari, curare le persone.
Ecco, sei riuscito a figurarti tutto questo? Hai in mente qualcuno molto ama-
to da immaginare morto? Riesci a sentire a che profondità, in questo modo,
ti viene portato via?
Noi sì.

Lo sai che n
on abbiamo
me nte, m a, p p
er il 25 D iù il Natale, ovvia-
le giornate ch icem
e s i riallung bre, per fe steggiare
ro de i ve stiti”,
decorandolo ano, facciamo “l’albe-
coi ve stiti e g
chi è morto? li oggetti di
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_27.2: flsf
Filosofie

Passato un certo tempo, appena si calmano i morsi della fame, l’uomo pare
dover esprimere il bisogno di qualcosa in cui credere. Non dico che sia un
male.
Quando nel ‘57 sono spuntati i costrutti, il papa ha lanciato i suoi anatemi, ha
richiamato i suoi preti e, tutti insieme, si sono incastellati in rocche e mona-
steri sperduti nel nulla. Vivono in autosufficienza? Sono tutti morti? Sono in
realtà in contatto tra loro, una rete efficientissima che non ha bisogno di tec-
nologia su cui appoggiarsi, come del resto hanno fatto per secoli in passato?
Non lo so e mi interessa il giusto. Di certo, nel tessuto sociale hanno lasciato
un bel buco. Per un po’ nessuno ci ha pensato ma a un certo punto questo
bisogno irrazionale eppure inestinguibile ha ripreso a grattare.
Così è nato lo Scientismo.
E qualche anno dopo la Cascata, perché ogni prete ha bisogno dei suoi fric-
chettoni.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de47: CA_29/12/2078_
Stsm
Lo Scientismo secondo la Sciente Cassandra Achillea
Registrazione di Giangorilla, 29 Dicembre 2078

Sam Mazzotti (Order #22771542)


Giangorilla: Prima di tutto, Sciente Cassandra, la ringrazio a nome dell’orga-
nizzazione della guida per la sua disponibilità, che s’apprezza davvero tanto.

Sciente Achillea: Si figuri. È un piacere, un dovere e un privilegio, per noi


Scienti, cogliere ogni opportunità di esporre e divulgare la natura e i precetti
dello Scientismo.

G: Allora, Sciente Cassandra, dello Scientismo s’è sentito di tutto e di più. An-
che se l’è la religione di Stato, la c’ha molti detrattori. Una volta per tutte, che
può fare chiarezza per i nostri lettori?

A: Molto volentieri e grazie.


Prima di tutto, lo Scientismo, sebbene si sia dotato nel tempo di una ritualistica
e di un cerimoniale, non è e non vuole essere una religione, bensì una filosofia,
uno strumento psicologico per gestire l’esistenza e una pratica meditativa col-
lettiva, va bene?
Molti commettono l’errore di non comprendere questo primo principio e fini-
scono per considerarlo una religione ridicola, con postulati ancora più fantasio-
si e irrazionali degli antichi monoteismi o delle religioni pagane.
La causa di questo errore origina proprio nella più abile sottigliezza dello
Scientismo: la mistica che propone è intesa in senso completamente allegorico
e simbolico, ma l’approccio è pienamente fideistico, al fine di ottenere un po-
tente effetto sulla psiche della persona, bypassando la coscienza razionalizzante
e giungendo direttamente all’inconscio, va bene?
Lo Scientismo, a conti fatti, non è altro che una meditazione guidata progres-
siva e collettiva, una forma ultraevoluta di training autogeno. È chiaro fin qui?
Bene.
La mistica su cui poggia è elementare: il crollo demografico è inteso come l’ul-
timo grosso salto evolutivo verso il perfezionamento della specie. Una prova a
sostegno di ciò è il progressivo livellamento demografico, che vede un tasso di
natalità stabile dal ‘42 e un tasso di mortalità tutt’ora in calo dal ‘58. L’avvenire
che si prospetta è un paradiso terrestre in cui la specie umana vivrà in abbon-
danza di risorse e serenità, selezionata dal crollo demografico e virtualmente
immortale grazie a una sapienza medica ormai pressoché perfetta e infallibile;
che, si crede, arriverà a curare, quindi riparare in perpetuum anche i costrutti.
Va bene?
Ovviamente, messa così, sebbene possa apparire confortante per qualcuno, è
sicuramente tacciabile di superficialità e infantilismo da ogni mente appena più
analitica, va bene?
Tuttavia, officiare le cerimonie di celebrazione della Scienza, ripetendo le for-
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
mule rituali come mantra e seguendo un copione attentamente elaborato e svi-
luppato da un collegio di psichiatri e mentalisti, aiuta a porre l’osservante in
uno stato psichico di serenità, benessere e ottimismo che lo rende proattivo e
più sano, va bene?
E così si ottiene che la credenza di essere selezionati da un agente superiore in
vista di un’evoluzione della specie aiuti a lenire il dolore delle perdite, o alme-
no a dare un senso; la fede incondizionata nella tecnica e nella medicina riaf-
ferma a livello profondo la capacità umana, coltivata nei secoli e perduta nei
decenni, di imporre l’ordine al caos; la fiducia in un domani idilliaco spinge la
mente a proiettarsi verso il futuro, evitandole di corrodersi con un passato do-
loroso o stagnare in un presente incerto. E così via, va bene?
Lo Scientismo predica la fede nella Scienza ed è esso stesso un atto di fede nel-
la Scienza e come tale va preso: se lo approcci con la convinzione che esso sia
uno strumento affinato da medici e scienziati per la salute della psiche comune,
e ne segui la posologia, per così dire, sospendendo il giudizio, ne trarrai grande
giovamento, va bene? Se, però, lo consideri una frivola religione e te ne distac-
chi con scherno e sufficienza o, peggio ancora, lo abbracci con cieco fanatismo,
allora non te ne verrà nulla di buono.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de48: FD_23/2/2079_
Csct Sono degli sciroccati ma
tal volta tirano fuori dal
La Cascata secondo Fratello David
cilindro de i conigli parecchio
Registrazione di Link, 23 Febbraio 2079
gros si. Abbiamo iniziato a
Fratello David: Devo parlare qui dentro? stringere legam i da un po’.
Condividiamo l’idea che
Link: Non occorre. È un microfono i costrutti possano anche
ambientale.
Parla pure normal-
es sere stati neces sari, ma
mente. che sia il caso di sostituirli
con qualcos’altro prim a che
D: Ok. accada qualcosa di brutto.
L: Ti va di presentarti
ai nostri lettori?

D: Ma certo. Salute a
tutti. Sono David, ma
se ci incontreremo e
ne avrete voglia, po-
trete chiamarmi fratello
David. Oppure solo David, come preferite.

L: Potresti dire qualcosa di più sul tuo ruolo nella Cascata?

D: Non c’è granché da dire. A un certo punto, probabilmente non troppo dopo
che sono tornato dai boschi in cui ho incontrato Claudio…

L: Chi è Claudio?

D: Il “Ragazzo che parlò al costrutto”, ma ci arriviamo dopo.


In quel periodo i miei confratelli, per qualche motivo, presero a chiedere il mio
consiglio in varie occasioni, sempre più di frequente. È così che mi sono ritro-
vato mio malgrado nello scomodo e poco invidiabile ruolo di guida spirituale.
83
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Io continuo a sostenere che per guidare gli altri bisognerebbe almeno saper gui-
dare se stessi, ma loro non mi danno retta.

L: Che cos’è la Cascata?

D: Vedo che ti piace arrivarci per gradi… Che cosa sia la Cascata è qualcosa
che nessuno sa davvero. Di sicuro non io. Sul serio, non è per essere elusivo. È
un movimento spontaneo, è basato sul “sentire” e sul “fare”, è nato da sé.
Indubbiamente, tutto è iniziato quando Claudio, il “Ragazzo che parlò al co-
strutto”, parlò al costrutto. La leggenda racconta che un giorno come tanti,
come aveva fatto già mille volte, questo ragazzo brillante e curioso parlò a uno
dei costrutti della sua fattoria. E quello gli rispose.
Da allora abbandonò tutto, si ritirò sui monti, nei boschi, e non se ne seppe più
nulla per un bel po’.
Non ho idea com’è che questa storia divenne leggenda. Non ho idea di chi fu il
primo a raccontarla. Claudio non credo e il costrutto… ne dubito. Però qualcu-
no la raccontò, e divenne leggenda. Certe cose succedono e basta.
Iniziò nelle campagne, fuori dalle mura. Nei borghi e nelle fattorie. La storia di
Claudio Evangelisti, che allora, per tutti noi, ancora non aveva un nome, volò
di bocca in bocca e sempre più gente, ognuno per conto proprio, ognuno se-
guendo una personale e segreta esigenza, mollò tutto e prese la via dei boschi.
Probabilmente avevamo solo bisogno di un esempio da seguire, di qualcuno
che dimostrasse con la propria esistenza che si poteva fare e che potevamo far-
lo anche noi.

L: Tu però non vivevi in campagna, no?

D: No, infatti. Sono cresciuto in città. E da quando hanno richiuso le mura, le


ho sempre sofferte. Non so se sia vera per tutti, la storia dell’esempio. Di sicuro

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
era vera per me. Qualcuno aveva mollato una vita agiata per cercare se stesso.
Lo feci anch’io.
E il bello è che, anche se ognuno di noi era mosso da spinte e motivazioni per-
sonali e non agiva di concerto con nessuno, facemmo più o meno tutti lo stesso
percorso, arrivando a conclusioni molto simili, quasi identiche.
La verità è che quando smetti di parlare e inizi ad ascoltare senti un suono com-
pletamente nuovo, che è quello del mondo quando la voce nella tua testa tace.
Sono stato nei boschi per oltre un anno la prima volta. Non credevo di essere
partito per trovare me stesso; nella mia testa, ero convinto di cercare lui. Sono
passati quattro mesi, di solitudine, di silenzio. Ho imparato dalla natura, ho ri-
acceso sensi in coma. E poi l’ho incontrato, una mattina. Abbiamo parlato per
cinque minuti. Io ero eccitato come una ragazzina; gli raccontavo che eravamo
in tanti, che seguivamo il suo esempio. Quanto gli sono apparso sciocco…
Cinque minuti, ora posso dirlo, davvero sprecati a parlare di cose vuote. A un
certo punto ha girato attorno a un albero. E non c’era più. Finivano le orme. Era
sparito. Solo farfalle e raggi di sole smeraldo.
L’ho cercato per nove mesi, poi sono tornato a Firenze. Te l’avevo raccontato,
no?

L: Sì. La sera in cui hai resuscitato Paci.

D: Parole forti per una spintarella leggera alle forze della guarigione… Ma non
perdiamoci. Quello che furono quei nove mesi successivi, nei precedenti nean-
che potevo sospettarlo. Quando apri gli occhi, le orecchie e, soprattutto, la men-
te e il cuore, l’intero Universo ti parla.
Noi lo chiamiamo la Parola, o il “Canto del mondo che dorme”.
È difficile da descrivere. Ovviamente. È come un ritmo, una melodia ritmica,
che però senti più con il corpo che con le orecchie, qualcosa di tattile, che è poi
il cervello a tradurre in suono per via del ritmo. E poi, a tratti, si completa con
immagini, schemi. Talvolta note, raramente schegge di parole.
Claudio, poco prima di… be’, una volta mi ha detto di vedere, ogni tanto, come
dei mandala animati, come schemi di innumerevoli forme geometriche colorate
che sfrecciano e si compenetrano in una danza tridimensionale. Diceva di intu-
ire un senso, impossibile da spiegare, ma possibile da usare.
Il Canto ci ricorda che tutto è connesso, che tutto è uno nella maniera in cui non
c’è un confine netto tra una cosa e un’altra, solo ombreggiature sfumate. Alla
fin fine è questo su cui poggia la Cascata.

L: Perché “la Cascata”?


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Sam Mazzotti (Order #22771542)
D: Guarda, sai che non lo so? Sono quelle cose che nascono da sé. In tutta one-
stà, se ha qualche origine precisa, io non la conosco o l’ho scordata. Ci siamo
sempre chiamati “Figli del fiume” e il nostro gruppo è La Cascata. Ti potrei
dire che è perché l’acqua è il simbolo primigenio di vita e purezza, che
come il fiume vogliamo lavare la terra e fluire nuovamente verso il
mare dell’armonia, che la cascata è l’espressione della forza passi-
va ma dirompente di ciò che scorre verso la sua meta naturale,
assecondando perfettamente la propria ragione di esiste-
re… ma probabilmente sarebbero un cumulo di idiozie.

L: *ride*
Ok. Come vivono i Figli del Fiume? Che
fanno?

D: Sai, all’inizio vagava-


mo per i boschi ognu-
no per conto suo.

Sam Mazzotti (Order #22771542)


Poi abbiamo preso a frequentarci. Abbiamo formato alcune piccole comunità
nelle campagne, piccole tendopoli, fattorie abbandonate. Alla fine non abbiamo
potuto resistere al richiamo della città: è qui che c’è più bisogno di noi; è qui
che la gente ha bisogno che qualcuno gli proponga un’alternativa all’abominio.
I costrutti, qualcosa talmente contro natura, un peccato contro l’Armonia così
grande e totale… credimi, saranno l’agente della rovina ultima.

L: Ma non è proprio un costrutto alla base della vostra fede?

D: Non è esattamente una fede ma non importa.


Sì, lo è. Un costrutto che ha risposto. Un costrutto che ha parlato. Riesci a com-
prendere la portata delle implicazioni di questa cosa? Riesci a capire cosa po-
trebbe voler dire se in quei cervelli conciati fosse imprigionato anche solo un
barlume di coscienza? Riesci a moltiplicarlo per il fatto che anche tu, anche io,
se qualcosa non cambia, un domani saremo conciati? Questa cosa va fermata
subito. Ma mi sto lasciando trasportare.
Oooh… ah, sì. Allora, eravamo un gruppetto sparuto ed eterogeneo. Arrivam-
mo a firenze con le poche cose che avevamo e ci sistemammo sotto il ponte Ve-
spucci, là dove c’è quell’ampio tratto di terra. Là fondammo il villaggio, dove i
più duri e puri di noi vivono ancora adesso. Perlomeno quelli che non sono im-
pegnati a vagare per i boschi o che non hanno abbandonato la vita in comunità.
Iniziammo a predicare. Te l’immagini? Vestiti con tuniche sporche, una corda
in vita, i sandali, agli angoli della strada, nella capitale della Scienza e della ra-
gione, a inveire contro i costrutti e predicare il ritorno all’Armonia. Ci manca-
vano giusto un paio di furgoncini Volkswagen, come si chiamavano? I Westfa-
lia, e potevamo saltare indietro di cent’anni secchi.
Però andammo avanti, perché se non l’avessimo fatto non saremmo riusciti a
guardarci allo specchio.
Oh, non me lo spiego neanche io ma, piano piano, la gente ha iniziato ad ascol-
tarci, sempre di più.
Tant’è che oggi siamo qui. La Cittadella ci ha riconosciuto l’uso di Santa Maria
Novella – tranne le aree della caserma, ovviamente – e abbiamo oltre cinque-
mila seguaci. Cioè, ci pensi? Un fiorentino su dieci ha abbracciato la Cascata.

L: Mi ricordo che il giorno che consacraste la chiesa – quand’era? Neanche


quattro mesi fa?

D: Il trentuno Ottobre scorso.

L: Sì. Io non c’ero, ma ricordo successe un gran casino.


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Sam Mazzotti (Order #22771542)
D: Già. Claudio si trasmutò in luce sotto gli occhi di tutti e ascese al cielo.

L: Vedo che ti piace arrivarci per gradi…

D: È quel che è successo.

L: E tu ci credi?

D: Io c’ero.

L: Sì, ma ci credi? Voglio dire, io ho visto un sacco di cose che hanno ingannato
i miei sensi… So di averle viste e so che non erano vere.

D: La Cascata è basata sul sentire. A noi non interessa credere.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de49: GG_21/9/2079_V.
Rl
Le vecchie religioni
Resoconto di Giangorilla, 21 Settembre 2079

Questo gl’è un fenomeno particolare: non ha a che vedere con la Chiesa.


C’è una forte base cristiana, ma anche paganesimo, filosofie orientali. Si mi-
schia tutto con tutto, anche perché ormai quasi mezza popolazione, la viene
dall’altro capo d’i’ mondo.
Non si sa neanche bene come la sia nata. Nessuno sospettava ci fossero dei reli-
giosi tra le mura, poi, di colpo, dopo trent’anni cheti, mossi dall’intuito o dalla
fortuna, l’hanno presa a riunirsi in Piazza del Limbo per ragionare di religione,
fede e filosofia. E tra loro non mancano scientisti e Figli del fiume! Pare che,
giorno dopo giorno, stia prendendo forma (e piede) una dottrina nuova che in-
tegra i precetti e le gnosi di tutte quelle da cui deriva, limando e acconciando
affinché stia tutto insieme senza scricchiolare.
Incredibilmente, c’hanno pure un loro simbolo: che sia per ironia, per esorci-
smo, perché incarna lo spirito dei tempi, perché rispecchia, come il mostro di
Frankenstein, qualcosa che è creato artificialmente con pezzi di creature diver-
se e che però vive, che sia per tutto questo insieme, non si sa; fatto sta che il
loro simbolo gl’è un costrutto con l’aureola.

P iù
o
ge me n
da ner o è
tutt e. l un
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art i un a
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89
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_28: clt&svg
Cultura e svago
Un’inchiesta di Thomas Galli

Quando una società emerge dal proprio periodo fondante di pragmatica lotta
per la sopravvivenza e l’affermazione, iniziano a chiedere soddisfazione biso-
gni secondari, di solito nel seguente ordine: mistica e spirito, interessi di pos-
sesso e potere, cultura e svago. È successo in Mesopotamia, in Egitto, in Gre-
cia, a Roma e in un sacco di altri luoghi e periodi che non ho avuto ancora modo
di studiare. Ed è successo anche a Firenze nel ventunesimo secolo.
Quando la società intera guarda la morte negli occhi, le priorità si riorganizzano
a livello profondo. Un senso di urgenza totalizzante e inestinguibile ha soggio-
gato tutti da prima della Grande Ecatombe a ora: quando ogni energia va in-
vestita nel fare, l’animo non trova spazio per il resto: non gli interessa, anzi, si
sente in colpa, come stesse sprecando il tempo e le risorse sue e di tutti gli altri.
Per oltre trent’anni, l’apice ricreativo del popolo è stato imbracciare una chitar-
ra e due tamburi e improvvisare due salti a tempo, mentre la formazione offerta
nelle scuole si riassumeva in scienza, tecnica, tecnica e scienza.
Adesso, timidamente, qualcosa inizia a risorgere. Esiste di nuovo una biblio-
teca, ovviamente a opera di volontari; in molti locali, o nelle feste nelle ville,
sono tornate la musica e le danze; ha riaperto il teatro! Il teatro Verdi, rimesso
in sesto dopo decenni di abbandono, vede ancora il proprio palco calcato da ar-
tisti e attori.
Dietro a tutto questo c’è la spinta e l’energia inestinguibile di una persona sola:
Vanessa Innocenti.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto
de52: VI_8/9/2077_Csct
Vanessa Innocenti: la biblioteca e il teatro
Registrazione di Thomas Galli, 8 Settembre 2077

Thomas Galli: Vanessa, psichiatra, bibliotecaria, ballerina, attrice. Sembra che


una grossa fetta di tutto quel che pareva morto e sepolto si sia reincarnato in te.
Raccontaci da cosa è nato tutto questo.

Vanessa Innocenti: Grazie, Thomas.


Dottoressa in psichiatria. Non esercito, quindi non sono psichiatra. Io amo l’es-
sere umano e la psichiatria era la carriera di studi più antropocentrica a dispo-
sizione. Tutto qui.
Come nasce? È un bisogno, un’esigenza naturale. La storia umana è spesso sta-
ta fatta da sociopatici, schizofrenici e, più in generale, individui dotati di una
psiche molto lontana dalla norma. Credo che sia una sorta di autoregolamen-
tazione della specie. Quando un determinato organismo sociale ha bisogno di
fare un salto, genera degli individui peculiari, per molti versi squilibrati, con
pulsioni inestinguibili e una determinazione che rasenta l’ossessione, o ci scon-
fina apertamente. Credo di appartenere a questa schiera.

G: Eri ancora giovanissima quando hai deciso di recuperare la vecchia biblio-


teca nazionale. Come sono andate le cose?

I: Esattamente così. Continuavo a rimuginare sulla quantità di libri ammassati


a marcire, a tutta la storia, la conoscenza, l’arte che ancora contenevano ma che
era ogni giorno a rischio più serio. Mi rodevo pensando a quanto fosse già an-
dato perduto. Avevo quattordici anni la prima volta che ci entrai. Mi verrebbe
da dire che mi ci intrufolai, ma non è corretto: era solo abbandonata a se stessa,
nessuno proibiva a nessuno di entrarci. Così la esplorai e iniziai a leggere. Là
dentro c’era il mondo. Dovevo rianimarlo.

91
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Diciamo che la natura è stata generosa con me con… chiamiamolo magnetismo
animale. Non è stato difficile reclutare tra i miei compagni una squadra che mi
desse una mano. E, da cosa nasce cosa, restaurando la biblioteca leggevamo,
scoprivamo, imparavamo. Come un incendio, la fame di conoscenza e scoperta
infiammò anche loro.

G: Se non ci si sofferma troppo su questo “magnetismo animale”, fin qui ti si


direbbe quasi un topo da biblioteca. Come si passa da questo agli spettacoli nei
locali?

I: È tutto parte di un lucidissimo piano folle, ovviamente. L’obiettivo è risve-


gliare l’anima della gente, quella parte della psiche che decenni di necessità
pressante hanno mandato in coma. E per farlo devo prenderli per l’istinto, ac-
cendendo quel lato passionale, viscerale, che nulla se non la morte può spegne-
re. Attraverso quello si potrà sperare di raggiungere gli stati più alti.
E poi, ovviamente, essere al centro della scena, avere addosso gli occhi di tutti i
presenti, donne e uomini, sentirli bruciare di desiderio – di avere o di essere – è
qualcosa che mi manda in pressione come nient’altro e a cui non rinuncerò mai.
*ride*

G: Quindi fa tutto parte di un piano in più fasi per riaffrancare l’uomo dallo
stato di bestia razionale in cui è precipitato? Il teatro come si colloca in questo?

I: Certo che sì, esatto. Il teatro è la fase successiva.


Prima fase: prepari il terreno, rendendo disponibile la conoscenza per le menti
che, risvegliate, ne avranno fame. Dovrà essere pronta quando sarà il momento;
non ci sarebbe tempo di farlo dopo. E poi è in biblioteca che ho imparato tutto
quel che mi è servito, mi serve e mi servirà per il resto.
Seconda fase: riaccendi il desiderio consapevole. Fai capire con schiaffi e ca-
rezze che c’è di più del mero nutrirsi, produrre e tentare disperatamente di ri-
prodursi. Che si può avere altro, di meglio, se si ha la forza di lottare e di esplo-
rare.
Terza fase: trasmetti concetti attraverso simboli. Ed è qui che entra il gioco il
teatro. Non c’è altro di simile. È da poco più di un anno che abbiamo reinaugu-
rato il Verdi. C’è sempre un flusso continuo. In molti tornano a tutte le repliche.
Stiamo facendo breccia.

[…]
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_28.2: gnl
Giornali
Un’inchiesta di Thomas Galli

Come la mia professione attesta, un certo ruolo è stato mantenuto dalla carta
stampata. Non un solo romanzo, che io sappia, ha visto la pubblicazione dagli
anni Quaranta a ora; la manualistica prolifera, peraltro in un linguaggio tecnico
che rasenta l’ermetismo, inaccessibile ai non addetti; i quotidiani (o quasi), che
è ciò di cui volevo parlarti, resistono combattivi.
Ad oggi, esistono tre testate giornalistiche.

Firenze Nazione
È il giornale per cui, modestamente, lavoro. Il più letto in tutto l’Impero Scien-
tifico.
Come suggerisce il nome, è discendente dell’antico quotidiano “La Nazione”,
chiuso nel ‘51. Le rotative sono state rimesse in moto nel ‘59, il 13 Luglio, in
corrispondenza del bicentenario della sua fondazione. Da allora la nostra reda-
zione si dà un gran da fare per tenere tutti informati su tutto, con la maggior
obiettività e precisione di cui siamo capaci.
Costa un fiorino.

La Gazzetta delle Scienze


Organo di stampa ufficiale della Cittadella, un tempo bollettino tecnico-scienti-
fico, oggi si occupa di informazione a trecentosessanta gradi, dando particolare
risalto all’ambito scientifico e politico.
Costa mezzo fiorino.

L’Arnaccio
Esce quando vuole, è gratuito e non ha peli sulla lingua. È l’inaspettata evolu-
zione dei pamphlet ciclostilati dei Figli del Fiume. Oggi fanno parte della reda-
zione – se vogliamo concederle questo titolo – in buona parte Figli del Fiume,
ma anche gente che non ha legami con la Cascata e che vuole dare voce a chi
canta fuori dal coro.
Metti insieme Lotta Comunista, una qualsiasi rivista olistica e il Vernacoliere
(mio zio me ne ha fatti leggere alcuni, da piccolo. Non capivo la metà delle allu-
sioni ma era da sbellicarsi) e otterrai una rappresentazione abbastanza accurata
di un numero dell’Arnaccio.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_28.4: RRbn
Il Re Ruben
Un’inchiesta di Thomas Galli

Sam Mazzotti (Order #22771542)


Uno spazio tutto suo, lo merita il Re Ruben. Ogni etichetta è riduttiva: non è un
semplice bordello, non è una normale locanda, non è banale svago. Il Re Ruben
è la casa delle esperienze più intense ed estreme che tu possa provare senza fare
o farti del male.
resti cor reggere…
Rileggendo, que sta for se, Thom as, la dov
Quel che succede a Las Vegas resta a Las Vegas. E l’herpes lo abbiamo debel-
lato da una vita.
(Non sai da quanto sognavo di fare questa battuta a qualcuno, ma qui, se azzar-
do una citazione del genere, mi sento rispondere “che cos’è la svega?”. Sono
vecchio.)
In via San Niccolò, sotto il giardino Bardini, un cancello dà accesso a una cor-
te interna. Una fontana al centro, con attorno un giardinetto, circondata da un
vialetto di ghiaia. Tavolini e divanetti agli angoli. Se ci vai di notte sembra il
bosco delle fate, pieno di lucine, con l’acqua che gorgoglia. Dal lato opposto,
l’ingresso, presidiato da due costrutti. Hanno un abito nero da sera cucito ad-
dosso e maschere lattee di foggia animalesca. Solo la caldaia li tradisce. Tutti i
costrutti al Re Ruben hanno abito e maschera.
Dentro, luci soffuse e gusto. A sinistra il bar, con un grande bancone nero e lu-
cente, di fine pelle e ottone. Un costrutto maggiordomo, con movenze legnose,
ti invita a prendere una targhetta da una bacheca e appuntartela addosso. Scegli
il tuo nome di fantasia. Nessuno usa il proprio, qui: quel che succede al Re Ru-
ben resta al Re Ruben.
Tavolini, chiacchiere piacevoli, atmosfera raffinata. Dietro il banco un barista,
anche lui in abito e con una maschera da volpe che copre metà del viso, sebbene
vivo, comanda due costrutti baristi. Fanno i migliori cocktail della città; hanno
ingredienti che non dovrebbero nemmeno esistere più.
Poco oltre, tavoli con divani e separé, dove l’occhio allenato coglie un’atmosfe-
ra più calda, mai volgare ma vibrante di eros.
Quando questo tracima, a coppie, o a gruppetti, clienti e “professionisti” lascia-
no il bar e attraversano l’androne. Di fronte, si stende il corridoio con camere
pulite e lussuose, sempre pronte a regalare intimità e piacere.
Il piano terra.
Roba da pivelli.
Vieni con me, saliamo di sopra.
Oh, qui troviamo solo due portoni, che si specchiano, massicci, sontuosi e pian-
tonati da due guardiani; fasci di muscoli senza caldaia. Evidentemente ciò che
c’è oltre quelle porte, sulle cui targhe di lucido ottone leggiamo “suite Reale” e
“suite Rubino”, richiede per la propria tutela un discernimento superiore a quel-
lo di cui è capace un cervello conciato.
95
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Qui non c’è nulla per noi. Purtroppo. Per ora. Saliamo ancora.
Eccoci, finalmente, alle porte del paradiso.
La struttura richiama il primo piano: camere a destra, bar a sinistra; ma tutto è
diverso.
Entriamo nel locale, uno squisito arabesco di veli e reti, che regala intimità ad
alcove di divani bassi, pouf e tappeti, attorno a tavolini e narghilé, pur lascian-
do tutto in piena vista e soddisfacendo così al contempo entrambi i desideri.
Dietro al piccolo bancone un uomo elegante e scaltro: trasuda esperienza e sa-
voir-faire, intrattenendo gli ospiti con conversazioni brillanti mentre prepara
cocktail superiori perfino a quelli del bar al pianterreno. Con grazia e destrezza,
spesso sfila dalla bacheca alle sue spalle dei fazzoletti colorati e li consegna a
chi ha pagato per averli.
Aspettami un secondo, il tempo di comprarne uno: ci servirà a farci raccontare
le meraviglie di questo giardino da qualcuno ben più capace e piacevole di me.

Bell
a la s
For se cusa d
que sto el gio
posto rnalis
piacer mo , v e
à anch ro?
e a te.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de55: IB_11/8/2078_
RRbn.clr
Il Re Ruben: la corte dei colori.
Registrazione di Thomas Galli, 11 Agosto 2078

Thomas Galli: Buonasera… Ippodamia Briseide. Usi sempre questo nome?

Ippodamia Briseide: Tutte le volte che è disponibile quando arrivo. Ippodamia


basta; è già abbastanza lungo.

G: Come ti accennavo, sto collaborando a realizzare una guida delle meraviglie


dell’Impero Scientifico, e il Re Ruben non poteva certo mancare. Avresti voglia
di raccontarci che cos’è, come funziona, quali sono le elaborate regole dell’eti-
chetta di questo posto?

I: Tesoro, lo sai: i fiorini che hai speso per quel bel fazzoletto rosso mi fanno
venire voglia di tutto quello che mi chiedi.
Che cos’è il Re Ruben? È tutto. È la fuga da tutto quello che c’è là fuori. E la
prova è nel fatto che non chiudiamo fuori i costrutti: gli mettiamo un vestito e
una maschera. Qui puoi sognare. Qui puoi essere chiunque e fare tutto quello
che in nessun altro luogo e tempo potresti fare.
L’etichetta è raffinata, ma non così elaborata, una volta che la conosci.
Quando entri, come già sai, scegli un nuovo nome. Mai rivolgersi a qualcuno
con un nome diverso da quello che porta addosso, neanche se vi conoscete da
una vita.
Il piano terra è un posto sereno e sopraffino, ma questo, là, è tutto quel che ti
serve sapere. Il resto ti verrà umidamente sussurrato nell’orecchio al momento
giusto, o almeno di solito va così.
Qui su è un po’ più interessante.
Se qualcuno ha un collare colorato, puoi comprare la sua compagnia. Oltre le
scale ci sono le camere. Un nastro colorato sulla porta suggerisce il tipo di al-
lestimento…

G: E che significato hanno i vari colori?

I: Di solito preferiamo non rivelarlo. Ci piace che l’ospite scelga la sua com-
97
Sam Mazzotti (Order #22771542)
pagnia sulla spinta dell’istinto e del feeling più che per
qualcosa di più freddo e specifico. Ma per i tuoi lettori farò
un’eccezione.
Noi collari rossi siamo gli scherzi della natura. I prodigi. Qualcosa di sba-
gliato, o rotto, che amplifica la nostra bellezza, a volte in modo grottesco, altre
sublime.
Il nero è per chi ama frustini, catene, dominare ed essere dominato. Cera bol-
lente, corde, pinze, quella roba là. Il blu, invece, è per chi si diverte a cantare
sotto la pioggia dorata, o a leccare i piedi, o qualsiasi altra perversione fetici-
sta ti venga in mente. Personalmente sono tutte cose che possono avere il loro
fascino, divertenti, piccanti e tutto il resto; non le giudico male. Però, dopo un
paio di volte che le hai provate, finiscono per assumere un che di grottesco e
diventa tutto ridicolo. Non so, è la mia idea, eh.
Poi ci sono i viola ma stanne alla larga. Non lo so nemmeno io cosa fanno di
preciso. Qualsiasi cosa sia, non lo fanno qui: non ci sono stanze viola in tutto il
corridoio, né altrove. I collari viola sono sempre solo un paio, non si mischiano
mai con noi e cambiano spesso. Hanno qualcosa, non lo so, di sbagliato, lo sen-
to a pelle. Chi va con loro – è raro, eh – ha sempre una vena di follia che si vede
a occhio nudo, è gente spezzata. E non tornano quasi mai. I pochi che lo fanno,

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
dopo un bel pezzo, qualche mese, stanno messi peggio di prima.

G: Ho visto dietro al bar dei fazzoletti gialli, ma nessun collare dello stesso co-
lore.

I: *ride*
Oh, sei proprio un attento osservatore… I fazzoletti gialli vanno per la maggio-
re e non ho mai capito il perché. È un po’ come andare all’osteria e portarsi il
fiasco pieno da casa. Ci si entra solo in coppia, o se esce qualcuno del tuo sesso
– cosa che non succede quasi mai – e soltanto ospiti: non puoi portare nessuno
del bordello, né col collare né senza.
Là dentro, se ne stanno a mangiare roba ricercata, tipo pesce crudo con rafano
verde e storie del genere, e ogni due tre parte l’orgia se-
condo l’ispirazione. Roba da scambisti, insomma. Non
capisco perché uno debba venire qui a pagare quando
potrebbe organizzare tutto a casa, ma il cliente ha sem-
pre ragione, no?

G: Indubbiamente. E la corona? Quella sotto i fazzoletti. Ha anche lei un signi-


ficato?

I: Certo. E c’è anche un rubino, di solito, nello scompartimento accanto. Si


vede che ora la suite Rubino è occupata. La corona e il rubino sono l’equiva-
lente dei fazzoletti, con cui affitti le suite al piano di sotto. Lì, be’, giochi fuori
dagli schemi, organizzi cose. Puoi portarti collari diversi, o ragazze e ragazzi da
sotto, andarci con gli amici. Puoi perfino prenotarle e fare delle richieste specia-
li. Nei limiti del possibile, il Re Ruben realizza ogni tua fantasia. E i limiti del
Re Ruben stanno parecchio lontano.

G: Perdonami la franchezza, Ippodamia: com’è lavorare per il Re Ruben?

I: Meraviglioso.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de59: Mr
Le mura
Di Thomas Galli, cronista di Firenze Nazione

Sappiamo già che i lavori sono iniziati nel ‘59 e che nel ‘64 le mura erano di
nuovo in piedi e complete. Devo spendere, però due parole in più, o potresti er-
roneamente pensare che le mura siano soltanto un’enorme recinzione di pietra
che circonda la città. E invece sono molto di più.
Prima di tutto sono un simbolo.
Ci sono altre città con le mura. Perfino con mura più solide, che magari sono
sempre state lì, non ricostruite. Pensa a Lucca, ad esempio.

Ma queste mura sono il confine tra la capitale e il resto del mondo, tra la vera
Cittadella delle Scienze e tutto il resto.
Demarcano un ecosistema. Dentro è città, fuori campagna. Gli altri borghi, pa-
esi, cittadine? Sono campagna. Venezia? Probabilmente nella mente di un fio-
rentino è comunque campagna.
E sono esse stesse un ecosistema: le mura sono vive e abitate.
C’è un’intera compagnia di miliziani che si occupa solo delle mura. Gli altri,
con scherno, li chiamano “gli uscieri”.
Aprono le porte la mattina, le chiudono la sera, tranne Porta San Gallo, l’uni-
ca che resti aperta giorno e notte; fanno le ronde e tengono i baluardi operativi
e riforniti. In molti, sia nella Milizia che al di fuori, li considerano quasi dei
mangiapane a tradimento. Se mai arriverà davvero qualche minaccia a premere
sulle mura della città, probabilmente quel giorno cambieranno tutti opinione.
E delle mura fa parte la Fortezza da Basso, ormai semplicemente la Fortezza,
quartier generale della famosa e famigerata Divisione Tecnopotenziata dell’e-
sercito. Ma questo è un discorso parecchio sfaccettato e complesso, ed è bene
che te ne parli qualcuno ben più preparato di me.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
a s c io c ch e z z a , r is a-
A l m argine tr r of e z ie .
ta e l ib ro d i p
r n a c c io è q u a s i un
Leggere l’A IB .
ob b l ig o all a M

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Directory bg3: Fuori_dalle_
mura.int
Pacchetto bs_35: wdft
The woods are dark and full of terrors

Eccoci a un altro importante capitolo di flavour e atmosfera.


Ora ti racconto non la campagna com’è, ma come viene percepita. Cerca di
seguirmi come al solito, ok? Immergiti nelle sensazioni. Ti direi “chiudi gli oc-
chi” ma mentre leggi viene male, quindi fai come se.
Poche centinaia di metri oltre le mura cittadine. Antiche periferie in stato di
abbandono, campi coltivati a perdita d’occhio dove novantotto figure antro-
pomorfe su cento hanno una caldaia sulla schiena, boschi di alberi o sterpa-
glie privi di sentieri percorribili per chi non ha l’occhio del cacciatore.
Qui sei da solo.
Neanche l’Esercito, neanche la leggendaria Divisione Tecnopotenziata ha
occhi e mani ovunque. Non ci sono più regole, può succederti di tutto.
Bande di briganti ti attendono nel folto del bosco lungo le vie maestre, pron-
ti a sopraffarti, impossessarsi di ogni tuo avere e fare scempio del tuo corpo
o farti loro schiavo per sempre.
Orde di predoni invadono nottetempo le fattorie più ricche e lontane dalla
città, se ne impossessano e soggiogano gli abitanti; li torturano per giorni,
sottoponendoli alle peggiori umiliazioni, ai più sadici e deviati abusi psico-
logici, fisici e sessuali, per poi smembrarli pezzo a pezzo per cibarsene, co-
stringendoli a guardare mentre cucinano i loro arti, mentre mangiano con
gusto i succulenti organi dei congiunti.
Lupi, orsi e altre bestie feroci attendono famelici il passaggio delle agognate
prede bipedi; se osservi nell’ombra del fogliame potrai sicuramente intrave-
derne gli occhi scintillanti e rossi di furia folle, che ti scrutano aspettando il
momento propizio per saltarti addosso.
Costrutti impazziti tendono agguati ai viaggiatori e li squartano vivi, per ven-
dicarsi sulla razza umana, o in alternativa li conciano per sostituire le proprie
parti danneggiate.
Sono tutte stronzate? Certo che sì.
Perché la fantasia umana è debole e non sa inventare nulla ma solo trasfor-
mare ciò che già conosce.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Ce ne sono di cose, qua fuori, che basterebbe scoprirne la metà per non dor-
mire mai più. Per fortuna, per rubare le parole di un altro solitario, “viviamo
su una placida isola d’ignoranza in mezzo a neri mari d’infinito”. O no?

Pacchetto bs_35.1: ftr


Le fattorie

Non è che c’è da farci su un trattato, eh. Le fattorie sono la base del sosten-
tamento di tutti.
Di norma le mandano avanti una o due persone con un pugno di costrutti,
o, nei casi più agiati e fortunelli, addirittura una coppia o una famiglia, magari
pure con un guardianeonati, una manciata di braccianti e qualche decina di
bio-macchine di varia tipologia.
Tendenzialmente sono isolate o quasi.
Si difendono come possono.
A volte si aggregano in borghi, con un nugolo di case nel mezzo strette in un
muro di cinta o una palizzata, e i campi tutto attorno.
Quelle solitarie cercano di fortificare i propri confini con staccionate rinfor-
zate, mura e trappole.
Le fattorie sono in eterna lotta coi briganti, ma ormai la vita è strana.
Un paio d’anni fa, per esempio, girò la voce che una banda di scalzacani rac-
cattati, cinque o sei morti di fame che tiravano a campare nei boschi, provò
a razziare la fattoria di un certo Lamberto, sopra la via Faentina. Lamberto
era in più modi benedetto dalla fortuna, e infatti sua moglie aveva dato da
pochi mesi alla luce un nanerottolo. E la cosa, ovviamente, gli era valsa un
cazzutissimo costrutto guardianeonati dalla Cittadella. Ma questo i poveri
fessi non lo sapevano.
Il guardianeonati li pestò come l’uva; ruppe più ossa lui quella notte che uova
Lamberto in tutto l’anno, e considera che ha una ventina di galline. Sia come
sia, una vita è una vita, dentro e fuori dalle mura. Lamberto li rattoppò come
poteva, li caricò sul carro e li portò in Cittadella. Vennero curati e si fecero un
anno di lavori forzati. Ora fanno i braccianti nella fattoria di Lamberto.
In campagna funziona così: non è tutto rose e fiori, anzi, è l’esatto contrario,
però non sempre tutto finisce in una pozza di sangue e merda.
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_35.1.1: csrt.agrc
Costrutti agricoli

Se in città i costrutti sono dappertutto, in campagna sono onnipresenti.


Sono alla base di tutto. Ci sono perfino i costrutti pastore. Ecco le principali
tipologie.

Costrutti umani
Sono i più classici e diffusi, per la loro versatilità, ovviamente: hanno le brac-
cia e un cervello assai più performante delle altre specie.
Il modello standard è un costrutto basilare con programmazione agricola, in
grado di eseguire la maggior parte delle operazioni per coltivare, tipo “zappa
tutto il campo, prendi dal capanno i semi di girasole e seminalo tutto” op-
pure “strappa tutte le erbacce” o “dai il concime nel campo dei pomodori.
Quantità livello 2”; cose così.
Ci sono poi i costrutti da carico e lavori pesanti, che si riconoscono a occhio
nudo perché hanno l’esoscheletro di pistoni servoassistenti che gli corre lun-
go tutto il corpo.
Qualche riccone potrebbe avere anche uno o due costrutti da difesa: corpi
ben piazzati, esoscheletro servoassistente e una programmazione al com-
battimento corpo a corpo e alla protezione dei membri della fattoria con un
ordine di priorità decrescente (hai visto mai che decidessero di tirarsi tra loro,
il costrutto deve sapere con chi schierarsi). Possono eseguire anche compiti
di routine o agricoli, dipende dalla programmazione che uno ha richiesto e
pagato.

Costrutti animali
Chi non ha grandi mezzi e manda avanti, magari da solo, una fattoria piccola,
di solito investe in qualche costrutto umano, ma almeno un bue o un asino
conciati ce li hanno tutti. Sono fondamentali per la trazione, dei carri, degli
aratri, un po’ di tutto. Spesso e volentieri sono anche il motore dei veicoli con
cui ci si sposta, con cui si portano le merci in città e, cosa fondamentale, con
cui si va in Cittadella a comprare la supermio.
Un modello molto apprezzato (e costoso) sono i cani-pastore, indubbia-
mente più rapidi negli spostamenti e quindi nel recupero del bestiame delle
loro controparti umane.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Macchine ibride a componenti biomeccaniche
I “costrutti a pezzi” tanto sono snobbati in città quanto sono apprezzati in
campagna. Devi mettere sottovuoto la conserva di pomodoro? Una sola
caldaia, un nastro idraulico continuo, un artificio per il dosaggio e la chiusu-
ra ermetica, un cervello col lobo parietale compromesso che non potrebbe
servire a un cazzo di altro, due occhi e quattro braccia.
Potresti usare un artificio conservatore, ma ti costa quasi uguale e se qualco-
sa nel procedimento si inceppa ti va a puttane tutta la catena. Così, invece,
il primo braccio mette il barattolo sul nastro, il secondo tira la leva per riem-
pirlo con la giusta quantità di conserva, il terzo aziona la chiusura ermetica
del tappo sul barattolo e il quarto mette il barattolo nella cassa. E se qualco-
sa si rovescia ci sono due occhi, un cervello e quattro braccia che sono pro-
grammati per coordinarsi e risolvere il problema. Costo? trecentocinquanta,
quattrocento fiorini. Costo di un costrutto base e di un artificio per la chiusu-
ra ermetica? Dai mille ai milleduecento fiorini.
In campagna si guarda al risultato.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Costrutti guardianeonati
C’è poco da dire: quando ti capita la botta di culo, anzi, il miracolo di avere un
figlio, è una festa e una ricchezza per la comunità intera. Per proteggerlo, la
Cittadella ti affida un guardianeonati. Ovvero un marcantonio di due metri
in perfetta forma fisica con esoscheletro servoassistente di ultima genera-
zione e una programmazione corpo a corpo da far impallidire Chuck Norris.
Praticamente il T-800 col rivestimento vintage.
È settato per difendere a tutti i costi la vita del neonato da ogni minaccia, il
che vuol dire che se il bambino perde i sensi, il guardianeonati se lo carica in
braccio e corre a ottanta all’ora al pronto della Cittadella (o dal medico regi-
strato più vicino). A seguire, difende dalle minacce fisiche la madre, il padre,
congiunti o eventuali colleghi/dipendenti e, infine, gli umani in generale.
Non mollerà il bambino neanche un istante nei successivi dieci anni, ma del-
la serie che lo segue anche al cesso. Le nuove generazioni crescono avendo
come tata e migliore amico un cadavere robotico di due metri campione di
arti marziali; è fottutamente inquietante ma io, da piccolo, avrei dato l’anima
per averlo.

Pacchetto bs_35.1.2: tnc


Le tecniche in campagna

Come ormai avrai capito, in campagna ci si arrangia. Si deve fare da sé e quel


che funziona è sempre ben accetto. Per questo, ripeto, i contadini sono tutti
un po’ Tecnosofi.
Quasi tutti hanno un digestore per produrre metano; in molti compostano
ogni forma di letame, compreso il proprio, per ottenere concimi, hanno filtri
a carboni attivi per purificare le acque correnti, creano serre, sanno aggiusta-
re o sostituire un po’ tutto quello che gli serve, o almeno ci provano. Poi ci
sono anche eccellenze fuori scala come Marco Giusti, ma qui siamo su tutto
un altro livello.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de63.2:
MB_4/3/2079_a.o
Un ambiente ostile
intervista al maggiore Marco Berti della Divisione Tecnopotenziata
dell’Esercito di Firenze
Registrazione di Link, 4 Marzo 2079

Link: Maggiore Berti, com’è la logistica fuori dalle Mura?

Maggiore Berti: Lo sai meglio di me, ma a beneficio dei tuoi lettori te lo rias-
sumo in tre parole: un fottuto puttanaio.
Le strade sono in rovina: le poche sterrate hanno ormai solchi che sembrano
canyon e su quelle asfaltate va pure peggio perché la struttura è talmente com-

Sam Mazzotti (Order #22771542)


promessa da renderle il più delle volte impraticabili per
mezzi con ruote a raggi. Che poi è uno dei motivi per
cui la Tecnopotenziata ha investito molto di più sulla
fanteria corazzata che sui carri.
Il problema è che nei primi tempi, diciamo dalla secon-
da metà degli anni Quaranta, la manutenzione di strade e
autostrade è stata completamente abbandonata, ma non il
loro utilizzo, cosa che ne ha prodotto l’usura fino al limite
ultimo, specialmente a opera dei mezzi pesanti, tipo camion.
Ora che avremmo i mezzi e, soprattutto, la manodopera per
farlo, la situazione nelle campagne è talmente allo sbando che
ci vorrebbe una tale movimentazione di forze difensive, per
operare in sicurezza, da costituire uno sforzo insostenibile o
quasi. Tocca scegliere molto accuratamente dove investire.
A parte le principali arterie dell’Impero, il resto della rete stra-
dale resta giocoforza abbandonato a se stesso. Per ora abbiamo la
Bolognese, la Faentina, il tratto viale Europa, via Roma e statale
che arriva fino a Sant’Ellero, e la Senese. C’è un grosso progetto
per bonificare, mettere in sicurezza e lastricare la FI-PI-LI per re-
cuperare uno sbocco al mare, ma è complicato e dubito che inizie-
remo prima di almeno un paio d’anni.

L: “La situazione nelle campagne è allo sbando. Occorre movi-


mentare forze difensive.” Qual è l’effettiva incidenza della crimi-
nalità fuori dalle mura? Chi sono i briganti e come operano?

B: È un discorso complicato.
Fenomeni di banditismo e brigantaggio se ne sono visti rispuntare
fin dalle prime fasi della Caduta, però è dal ‘54, ‘55 che ha iniziato
a essere un problema davvero concreto.
Che poi, in realtà, sono pochi i briganti che campano solo di ru-
berie. C’è troppo spazio e troppa feccia fuori dalle mura perché
possa sfamarsi tutta sulle spalle di chi produce per sé e per la città. I più sono
cacciatori che campano di espedienti e non disdegnano di rapinare qualche
viaggiatore o depredare qualche fattoria quando butta male.
Non è che ci troviamo a fronteggiare una forza armata e organizzata pronta a
schiacciare l’Impero. E a ben vedere il brigantaggio non è mai stato questo, in
nessun periodo storico. Il brigantaggio nasce e prospera in epoche in cui i col-
legamenti e i trasporti sono deboli, in epoche in cui la popolazione ha numeri
bassi.
Se potessimo riunire in una piana tutti i briganti dell’Impero, da qui a Volterra,
109
Sam Mazzotti (Order #22771542)
a Siena, a Marradi e oltre, li arresteremmo in un quarto d’ora senza versare una
goccia di sangue e li spediremmo ai lavori forzati. Ma mica sono cretini.
Il problema non è il rapporto di forza, è il controllo del territorio. L’Esercito
non può essere ovunque, non può pattugliare costantemente ogni ettaro di terra.
Per questo il brigantaggio prospera: sanno come muoversi senza incrociare la
nostra strada, ma incrociando sempre quella di chi viaggia – e qui il fatto che
ce ne siano uno sputo di percorribili fa parecchio il loro gioco – o andandogli a
bussare direttamente alla porta di casa.
La cosa che mi fa incazzare è che le fila dei briganti, negli ultimi anni, sono sta-
te rimpinguate dagli esiliati.
Ora, in questi tempi di drammatica carenza di manodopera e vita, l’esilio è una
pratica che io trovo di un’idiozia e di un’inefficienza inarrivabile, eppure l’ef-
ficientissimo Codice Scientifico la contempla. D’altronde si sa che Firenze ha
sto vizietto da secoli e, di fatto, ci ha costruito sopra la sua potenza in passato.
Solo che questi non sono facoltosi nobili che fondano avamposti nelle capitali
europee; sono poveracci che finiscono a vivere fuori dalle mura senza nessuna
preparazione e, se gli va bene, si danno alla caccia e al brigantaggio; se gli va
male, crepano rapidamente. Cambiamo argomento che è meglio.

L: Quindi la maggior parte dei briganti, in realtà, viene da dentro le mura?

B: Non la maggior parte. Una parte. Che poi, anche se si mescolano, lo ricono-
sci sempre un esiliato da uno nato fuori.

L: Cioè?

B: Allora, è semplice: incontri un brigante e quello, di base, per poter avviare


la conversazione, ti punta contro la balestra. Se ti accorgi che sta mirando alla
testa o agli organi vitali le cose sono due: o sta bluffando, o non ha mai vissuto
dentro le mura.

L: Quindi ogni tanto ci scappa il morto?

B: Che fai, Link, provochi? Ci sono solo altre cinque persone che lo sanno bene
come me e te. E almeno una non lo ammetterà mai.
Sì, ogni tanto quei bastardi ammazzano.
Sì, ogni tanto ci tocca ammazzarli.
È talmente stupido e triste che li ammazzerei una seconda volta per la rabbia.
Davvero, cambiamo argomento.
110
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de63.5: MB_4/3/2079_
Esrc
L’Esercito
intervista al maggiore Marco Berti della Divisione Tec-
nopotenziata dell’Esercito di Firenze
Registrazione di Link, 4 Marzo 2079

Link: Parlami dell’Esercito.

Maggiore Berti: Mmm… Ok.


Nasce nel ‘74. Io ero nella prima leva di cadetti che venne spe-
dita alla Fortezza per essere addestrata con le prime armature.
Le cose andarono così: il caos che, dalla fine degli anni Cinquanta, nelle cam-
pagne non aveva fatto che aumentare (anche grazie a quella stronzata dell’esi-
lio, perdonami se ci torno sopra) aveva costretto la Milizia a organizzare un’in-
tera compagnia che si occupasse di quel che accadeva fuori dalle mura e pro-
teggesse le fattorie e le vie di comunicazione principali.
Però non erano addestrati. Avevano una formazione da poliziotti: diritto, inve-
stigazione, combattimento urbano. Non avevano alcuna esperienza di combat-
timento tattico, sopravvivenza e orientamento, logistica extramuraria. Né erano
in grado, peraltro, di portare avanti efficaci investigazioni in campagna, come il
semplice seguire le tracce di un gruppo di briganti in un bosco, per dire.
Morale, i capi della divisione fecero comunella con Alfonso Parisi, un ufficiale
dell’Esercito Italiano ritirato da oltre vent’anni, con lo scopo di militarizzare la
compagnia extramuraria. Per prima cosa, misero a punto un addestramento am-
bientale, facendosi istruire da cacciatori e boscaioli sul mondo fuori dalle mura
e le sue regole. Poi, raggiunta un’accettabile padronanza del territorio, Parisi li
formò in tattica e strategia. Sostituiti i fucili con le balestre, era la minestra che
aveva mangiato per tutta una vita.

111
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Questo andò avanti – non proprio in segreto ma comunque con ben poca pub-
blicità – per un paio d’anni, finché, dal primo Gennaio del ‘74, tutti i miliziani
della compagnia extramuraria diventarono soldati, non più facenti capo alla
milizia ma alle dirette dipendenze del generale Parisi, il nuovo Capo di Stato
Maggiore.
La cosa ganza fu che per quell’anno – solo per quell’anno – non chiesero alle
reclute dove volessero andare. Fecero dei test: in base alle attitudini ti smista-
vano tra Milizia, Esercito regolare e Divisione Tecnopotenziata. Io mi arruolai
nella prima e finii nella terza. Gran botta di culo!

Pacchetto de63.5.2: MB_4/3/2079_


Dv.Tcpz
La Divisione Tecnopotenziata
intervista al maggiore Marco Berti della Divisione Tecnopotenziata
dell’Esercito di Firenze
Registrazione di Link, 4 Marzo 2079

Maggiore Berti: Nel mentre, tra questi nuovi soldati, c’era un cinese intrapren-
dente, che aveva una visione più grande. Si chiamava Nicola Fènnù e imma-
ginava una divisione di questo nascente esercito supportata dalla migliore tec-
nologia della Cittadella. Chiese udienze, espose con abilità le sue idee e le sue
ragioni e ammaliò tutti. Questo gli fruttò il grado di tenente e la direzione del
progetto.
Alla Divisione Tecnopotenziata venne allocata la Fortezza da Basso. Nei sot-
terranei dell’ex polo fieristico sarebbe stata realizzata la primissima Cittadella
militare. Su questo progetto lavorò la coppia reale in persona. Fu Nosi a dise-
gnare e realizzare la prima armatura tecnopotenziata, sulle misure di Fènnù,
nera, come quella che ha oggi. E il Chimera e il Behemot sono progetti della
Gori in persona.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de63.5.3: MB_4/3/2079_
Frtz
La Fortezza
intervista al maggiore Marco Berti della Divi-
sione Tecnopotenziata dell’Esercito di Firenze
Registrazione di Link, 4 Marzo 2079

Link: Mi puoi dire qualcosa della Fortezza?

Maggiore Berti: Certo. Dunque, fu costruita nella se-


conda metà degli anni Trenta del Cinquecento per vole-
re di Alessandro de’ Medici, progettata e realizzata da
Pierfrancesco da Viterbo e Antonio da…

L: Dai, Berti, se vogliono sapere la storia vanno alla Bi-


blioteca! Dicci come funziona oggi.

B: Oh, ok.
Be’, negli ultimi tempi della Vecchia Era non era più
usata come fortezza. Cioè, in realtà non ha mai sostenu-
to assalti o azioni di guerra in tutti i suoi cinque e spicci
secoli… Sì, sì, ci arrivo. È che ci avevano fatto un polo
fieristico, dentro.
Vabbè, allora è inglobata nel perimetro mura-
rio e ha cinque porte – questo lo posso dire?
– tre verso il centro città, che sono Porta Santa
Maria Novella, Porta Faenza e Porta alle Carra,
e due sull’esterno delle mura, Porta Mugnone e
Porta alla Campagna.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Il blocco di edifici a ovest comprende tutta la roba classica di servizio: rimesse,
depositi, stalle, infermeria, alloggi di soldati e ufficiali. Sono enormi per noi ma
ci piace stare larghi. Nel mezzo c’è la piazza d’armi, immensa, anche perché gli
allenamenti con armature e carri un po’ di spazio lo chiedono. A est, l’attico di
quello che un tempo si chiamava Padiglione Spadolini è il quartier generale, al
pianterreno la sala d’armi e nel piano interrato i Laboratori di concia dei Co-
struttori. Il lungo casermone a sud-est ospita gli alloggi delle reclute e, parola

mia, se potesse parlare, lui sì che varrebbe la pena intervistarlo. Mentre gli edi-
fici a nord-est sono principalmente occupati dalle Fucine degli Artefici, e il re-
sto da uffici e magazzini. Molti spazi, in realtà, sono ancora inutilizzati, ma
durerà poco perché siamo in costante espansione, soprattutto la Cittadella mili-
tare.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de63.5.4: MB_4/3/2079_
Amtr.Tcpz&csrt.blc
L’Armatura Tecnopotenziata e i costrutti bellici
intervista al maggiore Marco Berti della Divisione Tecnopotenziata
dell’Esercito di Firenze
Registrazione di Link, 4 Marzo 2079

Link: Dai, siamo arrivati al momento che tutti i lettori stanno sicuramente
aspettando: descrivici l’Armatura.

Maggiore Berti: Eh, tanta roba, sì! Ti giuro, è una droga: una volta che impari
a usarla non te la leveresti neanche per dormire.

L: Sì, mi pare di avertelo sentito dire, una volta o due…

B: Dunque, prima di tutto devi indossare la tuta da combattimento, che è pra-


ticamente una seconda pelle finissima e ultra-aderente con una zip sottilissima
che va dal pacco al pomo d’Adamo. Con quella addosso sei nudo, anche perché
sotto non puoi portare niente; eppure, quando usi l’armatura, ti fa la differenza
tra uscirne roseo come un neonato o scuoiarti vivo che Torquemada levati.
Mi ricordo che, il primissimo giorno, appena arrivati ce le fecero indossare e ci
misero in fila in piazza d’armi, in attesa di assegnarci le armature. Cazzo, non
riuscivo a staccare gli occhi dal culo di Erika e intanto inseguivo l’illuminazio-
ne tantrica cercando di smorzare l’erezione che, diciamo, sarebbe stata un po’
in vista…

L: Ti capisco. Ogni tanto, quando ci ripenso, ancora mi pento di averle detto


che c’era il bagno sul Carrozzone.

B: Attento a come parli del maggiore Liù…


Comunque, sopra la tuta assembli direttamente l’armatura. Prima indossi la
corazza, serri le cerniere e slacci i giunti. Da qui ti conviene stare col peso in
avanti e le ginocchia piegate o la caldaia rischia di tirarti indietro. Poi ti infili
la scarsella, che in realtà è un sistema di piastre a geometria variabile che pro-
tegge inguine e bacino – praticamente mutandoni in acciaio temprato – ma le
hanno dato comunque il nome storico. A questo punto cosciali e stivali; sopra,
gli schinieri e, a fermare, i ginocchielli. A questo punto allacci i giunti e, per
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
comodità, la accendi, almeno ti tiene su. Spallacci, bracciali, cubitiere, guanti,
colleghi i giunti superiori e sei pronto. La celata è alloggiata nella parte supe-
riore del blocco caldaia e si comanda a scatto.
Pesa dai cinquanta agli ottanta chili, a seconda delle misure di chi la indossa,
e calcola che è forgiata in leghe ultraleggere in proporzione alle sollecitazioni
che riesce a reggere.
Le prime settimane di addestramento sono ad armatura spenta. Fatti i tuoi conti.
Poi, però, quando la accendi godi come una belva.
I pistoni servoassistenti ti permettono di fare scatti a ottanta chilometri orari,
salti di decine di metri. Col maglio puoi letteralmente sfondare i muri. Cazzo,
ti senti un dio!
Se hai attivato le servoplacche ammortizzatrici sei praticamente invulnerabile,
perché le camere del vapore le estrudono e quindi aggiungono alla durezza l’as-
sorbimento cinetico. Guarda è una figata.
La cosa inquietante, invece, è che ogni Armatura ha una siringa di supermio
puntata sul cuore. Se rileva parametri vitali prossimi alla morte o se ti accorgi
di essere spacciato e la attivi con un pulsante sotto il pettorale, ti inietta la su-
permio nel cuore. È definitivo: la supermio in circolo ti ammazza in poche ore
ma per una manciata di minuti sei invincibile e inarrestabile. È l’equivalente di
farsi saltare in aria per portarne il più possibile all’inferno con te.
E poi, avoglia a roba: e l’arpione, e le pinze idrauliche, e la balestra, e le lame,
e il compensatore. E gli Artefici militari sono sempre sotto a testarne di nuovi.

L: Boia, un sacco di optional! Dev’essere l’arma più devastante del nostro tem-
po…

B: Be’, ovviamente la Fortezza si spacca in due su questo argomento: i Co-


struttori sostengono che l’arma definitiva siano i costrutti bellici. Il Chimera
è un corpo di cavallo con due torsi umani uno dietro l’altro. È completamente
servoassistito a ogni articolazione, corazzato che praticamente non si vede un
centimetro di pelle o quasi (montano anche loro le servoplacche ammortizzatri-
ci), armato con quattro mazze per la mischia; ma il punto è che ha due balestre
pesanti a vapore: quello davanti tira ed è un cecchino, quello dietro, coperto di
caricatori fin sulla testa, ricarica a diritto. Una grandinata di dardi. La cosa più
spaventosa, ovviamente, è la programmazione: è talmente complessa che in di-
versi sospettano che, in una certa misura, pensi.
Il Behemot, invece, è un costrutto bovino ultracorazzato che monta una balestra
116
Sam Mazzotti (Order #22771542)
a nastro da contrassedio. È comandato da un carrista, che è anche il balestriere.
Molto più grezzo ma a suo modo efficace.
Posto che mi rende molto, molto felice sapere che noi e i costrutti bellici gio-
chiamo nella stessa squadra, ti dico la mia, che sarà anche di parte ma è dettata
dall’esperienza: sì, l’Armatura Tecnopotenziata è l’arma più devastante del no-
stro tempo. E non solo per la versatilità: per quanto sofisticata possa essere la
programmazione del Chimera, una mente in grado di valutare e improvvisare in
combattimento è insostituibile.
Il Tecnofante è il soldato del futuro, virtualmente invincibile…

A meno che…

L: … Non colpiscano esattamente il


condotto di alimentazione principale.

B: Già.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
L: …

B: … Ti giuro: avevo già l’indice sul pulsante quando ho


sentito Paci armeggiare.

L: Già…

B: Grazie ancora per averla salvata.

L: Pensavo solo a salvare il culo. Chiudiamola qui, prima


di finire a parlare di David. Piuttosto, seriamente: ma vi ser-
ve davvero tutta ‘sta roba contro quattro briganti raccattati?
Che minacce vi aspettate, che state tenendo nascoste alla
popolazione?

B: Non è che c’è qualcosa che teniamo nascosto… Potreb-


be. Noi non sappiamo nulla, sia chiaro. Ma non è che i pa-
paveri alti siano tutti un branco di idioti. Firenze è soprav-
vissuta, l’Impero Scientifico malgrado tutto se la cava. Ve-
nezia, anche, è sopravvissuta. E tu saprai meglio di me che
un po’ di gente in giro c’è. Poca, ma c’è. Chissà cosa è so-
pravvissuto. Chissà come si sono organizzati gli altri. E che
risorse hanno.
Ad esempio noi abbiamo scarso accesso alle sostanze per
sintetizzare polveri propellenti. Per le nostre necessità, la
balistica ad arco è immensamente più vantaggiosa di quella
da fuoco. Ma che ne sai di cosa hanno a Roma, a Milano, a
Zurigo, a Vienna? E se domani ci arrivano sotto casa con fu-
cili e bombe? O con qualche mostruosità elettronica addor-
mentata da decenni, che neanche voi Tecnosofi riuscireste a
concepire? Che dovremmo fare?

L: Già, giusto… Sfondi una porta aperta, in effetti. Li ho già


visti entrambi, e li ha rimessi in riga proprio un’Armatura…

B: Eh?

L: Come credi sia stato pagato il vostro giro in Carrozzone?

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_37: LST
La Libera Societa Tecnosofica

Eccoci.
È il momento di parlare della mia cricca.
Finalmente.
Gli smanettoni esistono da sempre. Erone è forse il primo di cui conosciamo
il nome, o almeno di cui conosco il nome io, ma era uno smanettone anche
il primo homo erectus che batté due sassi insieme o sfregò due legni fino ad
accendere un fuoco.
Per cui, anche se la Libera Società Tecnosofica inizia a darsi una parvenza di
119
Sam Mazzotti (Order #22771542)
struttura attorno al ‘68, gli smanettoni come me e molti altri non hanno mai
smesso di esserci; checché se ne dica, non siamo mai scomparsi.
La LST nasce tra i ruderi e le giungle urbane delle metropoli collassate. Du-
rante la Caduta, sono state le grandi città ad accusare il colpo prima e più
di tutto il resto, perché erano troppo specializzate e troppo dipendenti da
una logistica eccessivamente complessa ed elaborata per il proprio sosten-
tamento.
Il periodo di transizione è stato folle. Le metropoli, negli anni cinquanta e
sessanta, erano una realtà delirante, quasi onirica nella propria assurdità, e
lo sono tuttora.
Panorami post-apocalittici con la natura che ha reclamato moderni palazzi,
metropolitane, aeroporti, si alternano a oasi di caos futuristico, il tutto attra-
versato in lungo e in largo da gang seminomadi che si contendono il con-
trollo di chissà poi cosa.
Comunità autarchiche di gente che coltiva orti idroponici intensivi sulle fac-
ciate dei grattacieli rivolte a sud o sui tetti; che distilla l’umidità dall’aria e sala
l’acqua piovana per renderla potabile.
Gente che ha imparato a utilizzare ogni cosa, nei modi più impensati, da far
piangere di vergogna MacGyver; che ha appreso tutto quello che poteva da
tutto quello che trovava. Gente che non ha mai fatto il bagno, anche.
C’è di tutto là fuori, amico mio, solo che gli spazi sono tornati vasti e imper-
corribili e quindi ogni realtà è un’isola nel nulla; tutti sono isolani e tutti sono
isolati. A parte noi.
Perché? Be’, se volessimo svestire la LST di ogni gloria ed epicità, la potrem-
mo definire il circolo dei radioamatori.
Esatto, una cosa così banale: abbiamo le radio. E le radio, in un mondo come
il nostro, vogliono dire volare, vogliono dire divorare lo spazio e arrivare a co-
noscere e sapere oltre i limiti imposti.
Certo, oh, poi parecchi c’hanno pure la macchina, ma questo è un altro di-
scorso.
Comunque, come accennavo prima, attorno al ‘68, tra i nomadi, i briganti, i
reietti, le comunità sorte nelle vecchie metropoli, iniziò a costituirsi una so-
cietà sotterranea, occulta e trasversale di “scienziati”. Usavamo tecnologie di

Se lo sentono in Cittadella gli vie ne un


infarto.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
recupero – certo, ovvio che c’ero anch’io – ed
eravamo capaci di riaccomodare e riattivare
vecchie componenti elettroniche.
Non mi ricordo, se mai l’ho saputo, chi co-
niò il termine “Tecnosofo” e perché. Di sicuro
era ironico. So solo che prese piede subito e,
quasi per scherzo, un po’ per volta la LST divenne una realtà, quasi istituzio-
nale.
Si dice di noi che siamo in grado di sfruttare e manipolare la Tecnologia degli
Antichi al punto di replicarne i prodigi, di creare automi complessi e, addirit-
tura, che i più rispettati possiedano conoscenze e strumentazioni informati-
che e siano in grado di creare robot.
Non è vero, ovviamente.
Sappiamo fare molto di più. Perlomeno i migliori.
La triste (?) verità, però, è che la passione per la tecnologia della Vecchia Era
ci unisce ma, spesso, non abbiamo in comune molto altro.
Abbiamo una sorta di codice etico, tipo che se uno di noi è nella merda, una
mano proviamo a dargliela, ma a parte questo, idee poche ma confuse.
Non ci piacciono i costrutti, questo sì, almeno alla maggior parte di noi. Pen-
siamo che, oltre che assai discutibili e facilmente sostituibili, siano anche
una bomba biologica a orologeria pronta ad esploderci sotto il culo.
Lo so che prima ho detto che il guardianeonati è una figata, ma nel senso
che da bambino mi avrebbe gasato a palla. Anche io, di base, sono contrario
ai costrutti.
Abbiamo una frequenza, ecco, questo sì: la frequenza base della LST, quel-
la dove ascolti tutti e parli con tutti. È 172,08 MHz, “Tecnosofia” secondo la
conversione alfanumerica di Leibniz. Che poi lo “08” è un vezzo per far tor-
nare la cosa, perché ovviamente non incide granché sulla ricezione.
Ce ne sarebbero di cose da dire… Poi, quando uno parla del suo, non smet-
terebbe mai, ma credo che l’infarinatura di base che ti serviva ormai tu ce
l’abbia. Oh, se vuoi saperne di più, vieni e me lo chiedi.
Cioè, questo per quanto riguarda il discorso in generale, la storia e queste
cose qui. Riguardo, invece, alla pratica ci sono un’altra manciata di cose che
è bene tu sappia.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_37.1: Gr.Dsc
La Grande Discarica

Se decidi di avere a che fare con la LST, se hai bisogno di qualcuno di noi,
o se deciderai di essere uno di noi, non potrai evitare a lungo la Grande Di-
scarica.
I resti della Vecchia Era sono sparsi un po’ ovunque – a parte dentro le mura,
chiaro – ma in nessun altro posto troverai un tale ammasso di materiale di
qualità. Tanta roba, pochi rischi, vasta scelta.
Tant’è che, infatti, non c’è un altro posto che veda la presenza di così tanti
Tecnosofi stanziali, nemmeno le giungle urbane e le oasi delle metropoli.
Poi, va da sé che la maggior parte di noi ha la vocazione del nomade, come
Link, che vive nel Carrozzone, ma tanto anche lui ronza sempre qui attorno.
Insomma, è parecchio preziosa. Per fortuna c’è chi la controlla…
X’D

122
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto bs_37.1.3: grd.
Gr.Dsc_13/10/2078
Intervista al guardiano della Grande Discarica
Registrazione di Linux, 13 Ottobre 2078

Guardiano: Allora, di cosa dobbiamo parlare?

Linux: Di quello che fai. È per la mia guida. Cominciamo presentandoti ai let-
tori, che non ti conoscono. Chi sei?

G: Di quanti atomi sei composto?

L: Ok. Proviamo a partire con qualcosa di più semplice. Perché fai la guardia
alla Grande Discarica?

G: Perché è super affollata!

L: Super affollata? Parli dei Tecnosofi e delle squadre della Cittadella?

G: Parlo degli Spiriti-macchina. Quei dementi sotto al ponte picchiano sui tam-
buri come invasati cantando il fiume, il vento, il monte e non si accorgono di
tutti gli spiriti che gli saltellano sotto il naso… Ma non capite che un posto
come questo è speciale anche per gli standard del mondo antico? Cioè, ma
guarda un po’! Li vedi? Li senti? Cioè, saranno decine di migliaia. Quelli picci-
ni, degli orologi, e quelli lenti e catarrosi dei furgoni. I computer, tamarri, eru-
diti, scattanti. Frigoriferi distaccati, magnetron dei microonde che schizzano in
un secondo dall’amore alla furia, dalla gioia alla disperazione. Qui brulica di
vita e non ve ne accorgete, e continuate a piangere un mondo morto…

L: Quindi fai la guardia agli spiriti?

G: Ai loro simulacri. Alle loro ancore. Ai loro proiettori. Quelli della Cittadel-
la… Loro non capiscono davvero nulla. Prendono il metallo. Io glielo lascio
fare. Prendono i pezzi più grossi, quelli più morti, più pesanti. Poi però, se si
avvicinano alla roba importante, come le schede, i forni, gli accumulatori…
allora li scaccio. È raro, perché non gli interessano, ma qualche volta succede.
123
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Il glifo rip
L: E ti danno retta?
ortato era
s imile a qu
e sto:
G: Non a me, agli Spiriti-macchina! Io traccio
il glifo e loro possono passare. Gli indesiderati
se ne vanno subito e non sanno neanche per-
ché.

L: Che glifo?

G: Questo. *Raccoglie un bastone. Disegna il


simbolo nel fango secco, poi lo spazza via su-
bito con il tacco.*

L: E perché con noi Tecnosofi non lo fai?

G: Lo faccio, lo faccio. Quando serve. E non


ve ne accorgete. Ma il più delle volte non ser-
ve. Gli Spiriti-macchina vi seguono volentieri.
Voi non lo sapete ma siete i loro sacerdoti: li
nutrite, li fate vivere. Non tutti, però. Te li ricordi quelli che vennero a sparare,
cos’era? Tre, quattro anni fa?

L: Cinque.
Me li ricordo sì! Me ne portarono uno rotto in casa. Un costrutto da carico con
un processore quantistico piantato nel cranio, dove di norma stanno le interfac-
ce. Aveva un transceiver per essere controllato da remoto – tutt’ora cerco di ca-
pire da chi – ma la cosa più assurda è quel che c’era sul disco: il fantasma di un
soldato dell’Esercito Italiano. Cioè, roba tosta, degli anni Quaranta. Qualcuno
ha ciucciato la memoria, la personalità, l’addestramento, tutto, insomma, l’ani-
ma di un soldato della Vecchia Era; e poi, almeno trent’anni dopo, lo ha ficcato
in un costrutto. E gli ha messo in mano un mitra carico.
Cazzo, mi chiedo quanto ci vorrà prima che venga in mente a qualcun altro.

G: Eh… No, quelli non andavano bene per niente. Gli Spiriti-macchina non li
volevano. Ho dovuto disegnare un sacco di glifi: hanno chiesto l’aiuto di tutti,
quella volta.

L: Abbiamo combattuto tutti, è vero; ognuno a modo suo.


124
Sam Mazzotti (Order #22771542)
G: Sono andati via. Com’è finita poi?

L: Sto ancora cercando di scoprirlo…

Pacchetto bs_37.4: vl.Dmt


Villa Diamante

Villa Diamante è qualcosa di particolare davvero.


È il feudo personale di Fabio Cioffi, uno dei più grandi Tecnosofi che io cono-
sca (e per dirlo io, fidati, non è poco).
Pare sia figlio di Giada Artusi Cioffi, grande amica della Gori. Faceva parte
della loro cricca, negli anni Cinquanta, solo che era un ingegnere elettronico:
probabilmente non condivideva le idee del resto del gruppo riguardo ai co-
strutti. Fatto sta che li piantò in asso e sparì poco prima della grande rivela-
zione della Scienza dei costrutti.
Villa Diamante fino agli anni Cinquan-
ta si chiamava Parco Mediceo di Pra-
tolino, o Villa Demidoff. Un parco
strafigo, immenso, tanti edifici e de-
cine di ettari di bosco e prato. Den-
tro c’è pure un gigante di pietra.
Il nome – non so se gliel’abbia dato
Fabio o sua madre – deriva dal
motivo per cui sono andati lì: il
Diamante.
Il Diamante è la figata più fo-
tonica che ci sia rimasta, per lo
meno tra quelle che non ten-
tano di ucciderti: una centrale
elioelettrica con accumulatori,
capace di erogare un flusso di
elettricità costante superiore
a quello della centrale di Fi-
renze, e parecchio più stabi-
le. Sono sicuro che sia Giada
che Fabio l’abbiano modifi-
cato nel tempo, rendendo-
125
Sam Mazzotti (Order #22771542)
lo parecchio più performante rispetto al progetto originale, fatto sta che ora
alimenta l’intera tenuta e tutti gli aggeggi di Fabio, che sono sicuramente più
di quanti io e te possiamo immaginare. Roba che mi fa vergognare del tetto
del mio palazzo che ho tappezzato di pannelli fotovoltaici.
Ormai a villa Diamante vive una nutrita comunità di persone, almeno qual-
che decina, alcuni Tecnosofi, molti no. Sono completamente indipendenti:
coltivano, allevano, producono. Ovviamente, all’interno delle mura non ve-
drai mai neanche l’ombra di un costrutto.
Fabio è un Tecnosofo atipico per molti aspetti e quello più evidente è, pro-
babilmente, la sua socialità. Ama farsi i cazzi suoi, come tutti i Tecnosofi, e ha
offerto nel tempo molte dimostrazioni a tutti, Firenze compresa, di quanto
sia meglio lasciarglieli fare, tant’è che tra contadini, cacciatori e briganti che
vivono o bazzicano dalle parti della Bolognese, circolano leggende di ogni
tipo sul parco e gli orrori misteriosi che nasconde. Tuttavia, quelli che con-
tano in città, sono stati tutti a una festa a villa Diamante almeno una volta.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de_68.4: GF_11/6/2079_
Ctdle
Le Cittadelle
intervista al miliziano scelto Giovanni Fantappie
Di Thomas Galli, 11 Giugno 2079

Thomas Galli: Cosa fa oggi un Miliziano della compagnia extramuraria?

Miliziano scelto Fantappie: No, attenzione, io non sono della extramuraria.


L’extramuraria non esiste più, è diventata l’Esercito. Noi “Miliziani a chiama-
ta”, come ci chiamano per scherzo gli intramurari, siamo ufficialmente in forze
alla sezione investigativa. E di fatto, almeno formalmente, le chiamate arrivano
sempre perché c’è un’indagine da portare a termine.

G: Di cosa vi occupate, esattamente?

F: *ride*
Di tutto. Ci rechiamo sul posto per un contenzioso aperto, che può spaziare da
un furto di bestiame o di costrutti – spesso ibridi, peraltro – fino a cose più gra-
vi come rapimenti o omicidi. Quando arriviamo lì, però, il più delle volte ri-
maniamo per dei mesi, soprattutto se l’abitato in questione è molto piccolo e la
Cittadella più una formalità istituzionale che una realtà tecnica e burocratica sul
territorio. Hanno difficoltà a risolvere e applicare le equazioni normative, non
hanno sufficienti strumenti per la manutenzione di macchinari e costrutti, sono
arretrati da un punto di vista medico, hanno problemi coi briganti, la gente non
vuole consegnare i cadaveri. Di tutto, ci tocca fare.

G: Mi permetta di fare un passo indietro. Può spiegare ai lettori della guida chi
siete “voi”, come siete organizzati e qual è la vostra mansione?

F: Certo. “Noi” siamo le cosiddette cellule di sostegno. Quando una Cittadella


che ha adottato il Codex Scientificus, e che quindi fa parte dell’Impero Scien-
tifico, ha un problema che non è in grado di risolvere in autonomia, richiede
a Firenze una cellula di sostegno. Le cellule, di norma, sono composte da un
Miliziano scelto con esperienza e profonda conoscenza del Codex, e da un Co-
struttore o un Artefice freschi di camice, più raramente entrambi (mi pare chiaro
chi è la balia e chi il principino).
127
Sam Mazzotti (Order #22771542)
La premessa è che, in caso l’indagine porti a una causa legale e a un processo,
siano presenti in loco le risorse umane minime necessarie per istruire accusa,
difesa e giuria.
Poi, di fatto, quando arriviamo lì, come dicevo prima, ce ne sono mille e una da
risolvere oltre al caso per cui ci hanno chiamati, e c’è parecchio da fare anche
per l’Artefice e il Costruttore. È un ottimo modo per i novellini della Cittadella
di farsi le ossa e scoprire come gira il mondo fuori dalle mura.
Mi ricordo, una volta, fummo chiamati dalla Cittadella di San Gimignano per
una questione di capre e un costrutto bovino rubati. Eravamo io e una giovane
Costruttrice, sarà stato più di dieci anni fa. Abbiamo risolto il caso e trovato un
accomodamento stragiudiziale tra le parti in trentasei ore. Siamo ripartiti sei
settimane dopo. La dottoressa ha dovuto improvvisarsi ispettore biochimico per
arrivare alla fonte di un’epidemia intestinale che neanche nel diciannovesimo
secolo, e io mi sono trovato a formare e addestrare una milizia cittadina di ben
quattro volenterosi ragazzotti tra i quaranta e i sessant’anni.
Diamine, a volte ho l’impressione che appena ripartiamo dopo aver aggiustato
l’aggiustabile, arrivi qualcuno a scombinare di nuovo le cose. San Gimignano,
per dire, richiese un’altra cellula di sostegno due o tre anni dopo. Non andai io,
perché stavo per partire per Siena, ma dubito che a chi rispose a quella chiamata
sia andata meglio che a noi…

[…]

Directory cm0: Necropunk


Ti ho raccontato casa mia.
Se incontra i tuoi gusti (in caso contrario mi dispiace per i soldi che hai speso
ma non me ne assumo la colpa) potrai anche pensare che è una grande figa-
ta. E in effetti lo è; anche a me, che mi sono drogato di ogni fumetto, roman-
zo, videogioco, film o serie tv su cui sono riuscito a mettere le mani, sembra

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
una figata, quando mi scordo per un po’ di guardare dalla finestra.
Qualcuno, dal tuo lato, ha definito questa merda “Necropunk”.
“Punk”, una spinta rivoltosa verso il sistema o, comunque sia, l’identificazio-
ne di un sistema malato, inefficiente, insalubre e corrotto, inumano, a cui ci
si dovrebbe opporre.
“Necro-”, inerente alla morte. Ma non la Morte. Quello sarebbe “Tanato-”.
Qui è intesa proprio nel senso terra terra, cadaveri, decomposizione, fine di
alcune reazioni biologiche e inizio di altre, ad opera di attori ben diversi.
Riformulando liberamente quanto sopra, questa merda – il mio mondo, la
mia casa – è un sistema malato, insalubre e corrotto basato sull’aspetto più
squallido e crudo della morte.
Suona bene?
Come ti sentiresti se ti svegliassi e scoprissi di essere un motore ancora acer-
bo in una carrozzeria non ancora pronta? Di essere una macchina che oggi
si guida da sola ma domani sarà guidata da qualcuno, padrone del tuo corpo
al posto tuo?
Riesci a immaginare cosa potresti provare scoprendo che il tuo robottino
aspirapolvere – lo so che ce l’hai, o tu o un tuo conoscente – ha in realtà
braccia e gambe come le tue, occhi, un cervello? Solo che è morto prima di
riprendere a lavorare ed è questa, in fondo, l’unica cosa che lo differenzia da
te; una cosa che, presto o tardi, anche a te succederà, e non puoi fare asso-
lutamente nulla per evitarlo.
E appena metti il naso oltre la porta – quella di casa o delle mura cittadine, è
uguale – ti accorgi che qualcosa non torna.
E vorrei ben vedere, dirai. No, non in quel senso. Non torna nel senso che
tutto scricchiola, che a tratti l’orizzonte ti sembra un fondale di legno dipinto
che potrebbe andare giù con un soffio di vento.
I monaci che mi hanno insegnato a nuotare nelle profondità dell’informati-
ca, al Green Data Center, sono dei fuori di cervello, ma non hanno tutti i torti:
se scavi a fondo non rimane sostanza.
Io l’ho presa nel verso mio. È un mondo di carta, per così dire.
Per te, poi, neanche per così dire: cazzo, è un libro!
Facciamola corta, ok? Il resto te lo spiego quando arrivi.
È l’ora di darti le regole del gioco. È l’ora che tu capisca cosa vuol dire essere
ridotto a un mazzetto di carte coperte e scoperte.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Directory cm1: Regolamento
The Gear
Sistema
The Gear è un sistema di regole per gioco di ruolo in cui ogni gioca-
tore usa un mazzo di carte da gioco con semi francesi. Esso rappre-
senta l’insieme delle abilità, conoscenze e possibilità del personaggio.
Nella creazione del personaggio e nella sua evoluzione, il giocatore modifi-
cherà il proprio mazzo, influenzandone le possibilità di successo o fallimento.
Proprio per queste particolarità, è fondamentale acquisire un’infarinatura
delle meccaniche di gioco prima di scoprire come creare il personaggio.

i
o d ell e b u one carte?” “s
ntito dire “h a m ani-
Hai m ai se carte” “ho un as so nell
sue
è giocato le ca”
d ato il 2 di picche”?
“m i h a

Il mazzo
Rappresenta il corpo della scheda e, quindi, le caratteristiche del personag-
gio, ma anche il serbatoio di risorse e possibilità da cui si attingerà ogni volta
che il personaggio compirà un’azione che richieda una giocata.
All’inizio del gioco, ogni giocatore pescherà dal proprio mazzo una mano di
sei carte, che saranno l’espressione delle sue attuali possibilità.

Le carte rappresentano il pote nziale di


ogni cosa.
In questo mondo, letteralmente

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
La scheda
La scheda del personaggio è anche la radice sulla quale viene creato il mazzo.
Possiede quattro caratteristiche: Carne, Acciaio, Vapore e Ingranaggio, asso-
ciate a loro volta ai quattro semi del mazzo, rispettivamente Cuori, Quadri,
Fiori e Picche.
Ogni caratteristica avrà sempre un valore compreso tra 1 e 10.
A ogni caratteristica è associata una lista di abilità, che rappresentano quello
che il personaggio sa fare.
A ogni caratteristica corrisponde un contatore di traumi, che tiene traccia
dei danni permanenti subiti dal personaggio in quella sfera della propria vita.
In aggiunta, ci sono le figure, aspetti peculiari che rendono unico il perso-
naggio: i Jack sono capacità acquisite; le Queen sono capacità innate; i King
sono difetti e handicap.
Concludono la scheda l’inventario e il contatore delle esperienze.

La giocata e il successo
Ogni volta che un giocatore vuole far compiere al proprio personaggio un’a-
zione il cui risultato può modificare l’ambiente circostante, la storia o il per-
corso del gioco, dovrà effettuare una giocata in un’abilità, scegliendo e gio-
cando dalla mano una carta. In base al valore e al seme della carta, l’azione
avrà o meno successo.
Le giocate si effettuano in due occasioni:
• Quando il personaggio vuole agire sulla realtà circostante, influenzan-
dola o modificandola (ad esempio: “attacco il brigante”, “scassino la ser-
ratura”, “accuso il miliziano di menzogna”). Questa è un’azione.
• Quando il personaggio deve reagire a una situazione che potrebbe ave-
re delle conseguenze (ad esempio: “il brigante ti attacca”, “senti scattare
la serratura della porta di casa tua”, “il miliziano si alza e, indicandoti, di-
chiara al collegio di Costruttori che stai mentendo”). Questa è una rea-
zione.
Le azioni possono essere suggerite dai giocatori, ma è sempre il
Meccanico a dover indicare la giusta abilità in cui effettuare la
giocata e le eventuali conseguenze all’azione.

Le reazioni vengono richieste esclusivamente dal Meccanico,


che deve stabilire quante e quali conseguenze vadano fronteg-
giate, e quale sia la giusta abilità in cui effettuare la giocata.

132 Meccanico è il nome che ho dato al master


Sam Mazzotti (Order #22771542)
Sam Mazzotti (Order #22771542)
I successi
Un giocatore, facendo una giocata, cercherà di ottenere uno o più successi.
I successi danno la misura di quanto bene il personaggio riesca a fare ciò che
il giocatore si era prefissato e si ottengono in due modi:

Attraverso il valore numerico.


La soglia numerica del successo è 8: se giocando una o più carte si ottiene
dalla somma totale dei valori un risultato di 8 o più, quello è un successo.
Multipli di 8 significano più successi (ad esempio: giocando un 7 e un 9 si
avrebbe un risultato di 16, quindi due successi).
d i una ca rta. .
c a re più
C ome gio
Attraverso il seme. te lo spiego più avanti.
Tutte le giocate si fanno in un’abilità, e ogni abilità è riferita a una delle quattro
caratteristiche. Giocando una carta del seme corrispondente alla caratteristica
a cui è riferita l’ abilità si ottiene un successo, a prescindere dal valore numerico.
Tutti i successi in una giocata sono cumulabili, per cui, ad esempio, giocare
un 8 del seme richiesto permette di ottenere subito due successi, così come
giocare un 7 e un 9, entrambi del seme richiesto, equivale a quattro successi.
In alcuni casi, oggetti, salute o condizioni del personaggio
potrebbero applicare alla giocata un modificatore.
Esistono due tipi di modificatori:

Bonus o malus ai successi: alla giocata vengono aggiunti o sot-


tratti un numero di successi. Il modificatore si applica alla fine
della giocata. Non è possibile ottenere un numero negativo di
successi ma è possibile ottenere un successo grazie al bonus
anche se con la giocata non se ne fosse ottenuto nessuno.

Bonus o malus al valore della carta: la carta o le carte della


giocata sono aumentate o diminuite di un valore definito dal
modificatore. Per esempio, un modificatore “+1 al valore di Ac-
ciaio” fa sì che tutte le carte di Quadri giocate assumano un va-
lore più alto di un punto (gli assi varranno 2, i 2 varranno 3, ecc.).
Non è mai possibile rendere il valore di una carta inferiore a 1 o
superiore a 10.
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Addestramento alle abilità
Quando il Meccanico richiede una giocata, il giocatore può calare una singola
carta dalla sua mano. Questo è vero per ogni tipologia di azione in cui il per-
sonaggio non è particolarmente addestrato o competente. Per ogni azione
che, invece, ricada nell’ambito di una delle abilità in cui il personaggio è ad-
destrato, il giocatore potrà calare dalla mano fino a due carte.

Spingere oltre il limite


Quando, nel corso di una giocata, il giocatore ha calato tutte le carte che gli
è consentito calare ma non è ancora soddisfatto del risultato, può spingere
oltre il limite, ovvero attingere a una riserva di energie, capacità o fortuna
extra. Per farlo dovrà scartare una carta dalla mano, pescare la prima carta
coperta del proprio mazzo e aggiungerla alla giocata.
È possibile spingere oltre il limite solo quando si ha almeno una carta in
mano da poter scartare: non è possibile trovare risorse extra dove non ce ne
sono più.

Come utilizzare i successi


Il giocatore spenderà i successi ottenuti con la giocata per dare forma all’a-
zione (ovvero quando cerca di influenzare le cose di propria iniziativa) allo-
candoli nelle seguenti categorie:

Successo
Si ottiene il risultato ricercato al livello standard, senza alcun effetto ag-
giuntivo o migliore. Il primo successo di ogni giocata va obbligatoria-
mente speso in questa categoria. Quando è appropriato, spendere più
successi in questa categoria aumenta l’intensità dell’ azione, ad esempio
per infliggere più volte il danno base di un’arma.
Esempi: colpire un nemico infliggendogli il danno base dell’arma usata
(o aumentare il danno, se si spendono più successi in questa categoria);
riuscire a scassinare la porta; convincere la guardia a farti accedere al la-
boratorio.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Persistenza
Si protrae il risultato dell’azione nel tempo o si causa un effetto perma-
nente su qualcosa. È la categoria di successo che permette di rompere
gli oggetti. Alcuni oggetti particolarmente resistenti possono richiedere,
a discrezione del Meccanico, la spesa di più successi in persistenza per
essere rotti. In combattimento, con ogni successo speso in persistenza
si causa un trauma al nemico.
Esempi: causare un trauma al nemico colpito; scassinare la serratura e
sabotarla affinché non si possa richiudere; convincere la guardia a farti
accedere al laboratorio ogni volta che ne avrai bisogno.

Accuratezza
Si ottengono effetti molto specifici o accurati, proposti dal giocatore e
concordati con il Meccanico. Ogni successo speso in questa categoria
permette di aggiungere un effetto.
Esempi: colpire il nemico aggiungendo una condizione (come bloccato,
accecato, disarmato, ecc…); far scattare la serratura senza fare il minimo
rumore né lasciare tracce; far credere alla guardia di avere pieno titolo
per accedere al laboratorio.

Estensione
Si estende il risultato oltre il suo bersaglio o raggio d’azione specifico
(sempre nei limiti del buonsenso e comunque in accordo con il Mecca-
nico).
Esempi: mettere a segno il colpo con il danno base dell’arma anche su
un secondo nemico; scassinare la serratura e richiuderla alle tue spalle;
convincere la guardia a far entrare nel laboratorio anche i tuoi compagni.

Annullamento
Si elimina una conseguenza della propria azione (se il Meccanico ha sta-
bilito e dichiarato che l’azione avrà delle conseguenze), ogni successo
speso in questa categoria elimina una conseguenza.

Il giocatore impiegherà i successi ottenuti con la giocata per tentare una re-
azione spendendoli per annullare le conseguenze.
Ogni successo annulla una conseguenza ma, se le conseguenze sono più di
una, è il Meccanico a decidere quali vengono annullate per prime e in che
ordine.
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Il Meccanico e le conseguenze
Il Meccanico non effettua giocate. Mai.
Influenza gli eventi stabilendo le conseguenze di ciò che accade, sia a se-
guito dell’ azione di uno o più personaggi giocanti, sia a seguito di minacce
inaspettate o sviluppi imprevisti, a cui i personaggi giocanti potranno sempre
opporre una reazione.

Le tipologie di conseguenze tra cui il Meccanico può scegliere sono:


• Spossatezza.
Perdere un numero di carte pari alla minaccia.
• Ferimento. tipo il p
Subire un trauma in una caratteristica. ellet o
l’elettric
• Consumo.
Consumare una o più cariche di una risorsa consumabile.
ità.
• Perdita.
Subire lo smarrimento o il danneggiamento di un equipaggiamento.
• Isolamento.
Essere divisi dal resto del gruppo o isolati.
• Stordimento.
Essere storditi o confusi.
• Accentramento.
Essere messi al centro dell’attenzione (ovvero divenire il bersaglio di mi-
nacce e attenzioni negative).
• Altro.
Ciò che il Meccanico reputa pertinente nella data situazione.
Analizziamole nel dettaglio.

Spossatezza
La conseguenza spossatezza danneggia il personaggio in maniera tempora-
nea, riducendone di fatto le immediate possibilità come effetto di stanchez-
za, shock, dolore, confusione. Si esprime attraverso la perdita di carte dalla
mano, che il Meccanico pescherà a caso e aggiungerà alla pila degli scarti del
giocatore.
L’ammontare di carte perse può corrispondere al valore del dan-
no inflitto dall’arma di un avversario o a un valore arbitrario fissa-
to dal Meccanico per rappresentare, ad esempio, una pessima cadu-
ta, una notizia tremenda, un insulto bruciante o qualsiasi altra circo-
137
Sam Mazzotti (Order #22771542)
stanza il Meccanico reputi tale da squassare e spossare il personaggio.
È la conseguenza più comune e si applica molto spesso. Se le carte sottratte
da una o più conseguenze spossatezza subite da un personaggio giocante
svuotano la mano del giocatore, il personaggio subisce un trauma nella ca-
ratteristica appropriata. Subisce un ulteriore trauma nella caratteristica per
ogni ulteriore conseguenza spossatezza subita con la mano ormai vuota.

Trauma
La conseguenza trauma danneggia il personaggio in maniera permanente. Il
danno può esprimersi attraverso ferite fisiche o malattie (trauma di Acciaio);
onte sociali, scandali o profondo dolore emotivo (trauma di Carne); squilibri,
patologie mentali o shock profondi come il causare una morte (trauma di
Vapore); danni diretti a ciò che ti rende unico (trauma di Ingranaggio).
Tutto ciò che danneggia a lungo termine l’integrità e le capacità del perso-
naggio è un trauma; questa conseguenza può essere applicata a ogni gioca-
ta e colpire ogni caratteristica, purché il Meccanico lo reputi coerente con la
scena in corso.
Tranquillo, i traum i di Ingranag gio te li
Consumo spiego per bene dopo.
Ogni conseguenza consumo subita da un personaggio, sottrae dalle sue ri-
serve una carica/munizione/dose di un equipaggiamento che possieda l’e-
tichetta “cariche”, di un’arma che faccia uso di munizioni o di un oggetto o
veicolo in qualsiasi modo alimentato, come un costrutto o un carro a vapore.
Consumo è una conseguenza frequentemente associata alle azioni dei per-
sonaggi, più raramente alle reazioni (dove è più probabile la perdita).

Perdita
La conseguenza perdita elimina un oggetto dall’ inventario del personaggio.
Questo può essere smarrito o rotto e non è più immediatamen-
te utilizzabile; tuttavia, un oggetto smarrito si può provare a cerca-
re, e uno rotto, con le necessarie abilità e strumentazioni, si può riparare.
Se si applica per la seconda volta la conseguenza perdita sullo stes-
so oggetto, questo viene distrutto ed è quindi irrimediabilmente perduto.
Perdita è una conseguenza frequentemente associata alle reazioni, quando
una minaccia esterna o l’ambiente stesso cercano di strappare al personag-
gio i suoi averi. Attraversare un fiume può infliggere una conseguenza per-
dita a causa della corrente, così come andare a fare domande nei bassifondi
può infliggere una conseguenza perdita a causa dei borseggi.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Isolamento
La conseguenza isolamento isola il personaggio, separandolo dal resto del
gruppo e ponendogli di fronte una serie di difficoltà per potersi ricongiunge-
re coi compagni.
La conseguenza isolamento frammenta la forza e le possibili-
tà del gruppo e usarla in modo adeguato può accrescere il pathos di
una situazione o addirittura spingere l’avventura verso nuove direzioni.
Ad esempio, far cadere un personaggio prigioniero dei predoni durante uno
scontro con la conseguenza isolamento potrebbe portarlo a parlare con il
capobanda, lanciando nuovi spunti per l’avventura.

Stordimento
La conseguenza stordimento priva temporaneamente il personaggio di al-
cune capacità; potrebbe essere fortemente assonnato, sotto shock, limitato
nei movimenti.
La conseguenza stordimento si sposa bene con i traumi: quando un perso-
naggio ha già subito dei traumi può essere molto coerente e indicato inflig-
gere delle conseguenze stordimento per sottolineare il suo status.

Accentramento
La conseguenza accentramento pone il personaggio al centro dell’azione,
rendendolo bersaglio di tutte le possibili conseguenze imminenti. L’ accen-
tramento può esprimersi rapidamente o con tempi più lunghi. Il personag-
gio potrebbe aver offeso un gruppo criminale, o mancato di rispetto alla Cit-
tadella durante un processo o semplicemente essere il tecnofante più gros-
so e quindi il primo ad essere bersagliato dai predoni. Quali che siano i modi
e le ragioni, le forze avversarie si concentreranno su di lui.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Le conseguenze nell'azione e
nella reazione
Il Meccanico è l’arbitro che, con giudizio insindacabile, decide e proclama le
conseguenze a cui i personaggi vanno incontro. Tuttavia, il modo in cui lo fa
in caso di azione e di reazione ha delle differenze sostanziali:
• Durante l’ azione è il giocatore che espone le intenzioni del personaggio;
il Meccanico lo informa quindi di quali e quante sono le esatte conse-
guenze a cui va incontro prima che lui effettui la giocata. A questo pun-
to, il giocatore sceglie in piena autonomia se desistere o intraprendere l’
azione lo stesso e, nel caso, quanti successi allocare all’ annullamento,
decidendo anche quali conseguenze eliminare.
• Durante la reazione è il meccanico che pone il giocatore (o i giocatori) di
fronte a una minaccia o uno sviluppo imprevisto che il personaggio (o
i personaggi) deve fronteggiare. In questo caso il Meccanico rivelerà al
giocatore (o ai giocatori) quante sono le conseguenze che sta per subire,
così che questi possa fare le dovute valutazioni sulla giocata di reazione,
ma non rivelerà di quali conseguenze si tratta e deciderà del tutto arbi-
trariamente in che ordine annullarle a seguito dei successi ottenuti dal
giocatore.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Come riprendere carte in mano
Riprendere fiato, Energizzare, Rimescolare
il Mazzo.
Bene, ora sappiamo come utilizzare i successi ottenuti dalle varie giocate.
Ma a un certo punto le sei carte della mano finiranno. Come recuperarle?
Indubbiamente con un riposo completo, che equivale a una mezza giorna-
ta (orientativamente otto ore) che il personaggio dedicherà interamente al
sonno, al riposo o allo svago. A seguito di un tale periodo, il giocatore può
scartare tutte le carte che vuole dalla mano e ripescare fino ad avere nuova-
mente in mano sei carte.
Ci sono però altre vie, più rapide, per riportare carte nella propria mano.

Riprendere fiato
Il modo più semplice per rimpinguare la mano è riprendere fiato.
Riprendere fiato vuol dire staccarsi un attimo da quel che si sta facendo e
raccogliere le energie. In una situazione non combattiva può voler dire bere
una birra, fumare una sigaretta, fare due passi o sedersi cinque minuti sul
divano. Qualcosa che stacchi il personaggio dagli eventi e dai compagni per
cinque, dieci minuti, e che lo porti a prendersi cura di sé, raccogliendo le idee
e le forze.
In combattimento, invece, si tratta davvero di prendere una boccata d’aria,
fare un respiro profondo per ossigenare i muscoli e il cervello sotto sforzo,
guardarsi attorno e fare un rapido punto della situazione. Questo vuol dire
perdere un’azione nel corso del combattimento, rimanendo esposti a ogni
minaccia senza possibilità di opporvisi nell’arco di quel breve ma potenzial-
mente vitale arco di tempo.
Quando un personaggio riprende fiato, il giocatore può scartare una carta
dalla mano, se vuole, e ripescare dalla cima del proprio mazzo fino a riem-
pire nuovamente la mano.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
È molto facile rimanere senza carte in The Gear. Quindi non solo
è permesso ai giocatori riprendere fiato appena ne hanno oc-
casione, ma sono proprio incentivati a farlo, soprattutto tra una
scena e l’altra (inizialmente potrebbe essere il Meccanico stesso
a suggerirlo, per portare i giocatori a familiarizzare con questa
meccanica)!

Energizzare
Alcuni personaggi, giocanti o non, sono dotati di abilità, capacità o strumen-
ti che li rendono in grado di applicare l’effetto energizzare. Può trattarsi di
somministrare delle sostanze stimolanti, delle droghe, infusi d’erbe e strani
intrugli, o di accendere lo spirito infervorando gli animi, incitando, blanden-
do. All’effetto energizzare è sempre abbinato un valore numerico. Quando
un personaggio è bersaglio di un effetto energizzare, il suo giocatore pesca
un numero di carte pari al valore di energizzare e le aggiunge alla mano, su-
bito pronte per essere usate.
Un personaggio che, per qualsiasi ragione, abbia già in mano più car-
te del proprio massimale, non può subire l’effetto energizzare.
Un personaggio che effettui un riposo completo avendo ancora in mano più
carte del proprio massimale per via di un effetto energizzare dovrà, al termi-
ne, riportare la mano al proprio massimale abituale.

Rimescolare il mazzo
Capiterà, a un certo punto, che un giocatore debba pescare un determinato
numero di carte dalla cima del mazzo, ma questo sia finito. Molto sempli-
cemente, quando termina il mazzo, si rimescolano gli scarti e si completa la
pescata rimasta in sospeso.
Oh, Meccanico, tienilo a mente che per energiz zare un
bel discor so, o magari ancche un urlo al mome nto giu-
sto, possono valere quanto un intruglio chimico, eh!
142
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Hai svuotato la mano?
Giochi al buio
Potrà capitare di ritrovarsi senza carte in mano. Forse perché ci si trova nel
mezzo della battaglia e non ci si può permettere di fermarsi per riprendere
fiato, né si ha con sé qualcuno che possa energizzare. Forse perché, sempli-
cemente, troppe conseguenze spossatezza hanno privato la mano di carte.
Che succede?
Un giocatore che rimanga senza carte in mano, fino al momento in cui non
avrà modo di riprendere fiato, effettuare un riposo completo o subire un
energizzare, giocherà al buio: ogni volta che il Meccanico gli chiederà una
giocata, lui pescherà direttamente le carte dalla cima del suo mazzo, nel nu-
mero previsto dalle sue eventuali abilità e potenziamenti, che continuano
ad applicarsi normalmente.

è u n a c o s a pericolosa. .
que sta
n a v ig a r e al buio . non
è come
v e v a i e f in is ci troppo
sai do
p e s so p e r s b attere.
s

143
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Spossatezza, traumi, morte e
altre cose sgradevoli per la
salute
Spossatezza
Ora che abbiamo scoperto come ottenere successi e subire conseguenze,
abbiamo capito quanto sia facile fare e subire del male.
The Gear ci porta in un mondo in cui, da un lato, la vita è cruda ai limiti del
sostenibile e ci si fa male spessissimo e in mille modi, non solo fisici ma an-
che mentali, sociali e speciali; dall’altro, la scienza medica e altre vie rendo-
no molto più facile e immediato riprendersi da qualsiasi malessere, ferita e
trauma.
In sostanza, ci si fa tanto male e si guarisce facilmente.
Il combattimento fisico, ma anche altre situazioni, possono causare spos-
satezza ai personaggi, andando a ridurre il potenziale d’azione, rendendoli
fiacchi, confusi, demoralizzati. Tale dinamica si esprime scartando carte dal-
la mano (che il Meccanico pescherà alla cieca dal ventaglio che il giocatore gli
porge) per un numero pari al valore della conseguenza spossatezza (o delle
conseguenze spossatezza) subita dal personaggio.
in effetti potevo spremerm i di più
Esempio banale
Un brigante attacca con una balestra un personaggio. Il Meccanico dichiara
l’attacco e minaccia il giocatore con tre conseguenze (il brigante ha messo a
segno un bel colpo!). Il giocatore riesce a giocare solo due successi (decisa-
mente non male). Il Meccanico rivela che le tre conseguenze pianificate erano
spossatezza, spossatezza e accentramento. Con i due successi ottenuti dal
giocatore, il Meccanico annulla le conseguenze accentramento e spossatez-
za. Rimane una conseguenza spossatezza, che per una balestra normale ha
un valore di 3. Il Meccanico pesca a caso tre carte dalla mano del giocatore e
le aggiunge alla sua pila degli scarti.
Riprendiamo l’esempio banale di cui sopra, ma immaginiamo che il giocatore
ottenga solo un successo e il Meccanico annulli accentramento, infliggendo
due conseguenze spossatezza. Il giocatore ha in mano cinque carte, dato
che una l’ha appena giocata per ottenere il successo. Il Meccanico dovrebbe
scartare sei carte dalla sua mano, ma ne ha solo cinque. Vengono tutte scar-
tate, ma dal momento che la spossatezza eccede le carte della mano, il per-
sonaggio subirà un trauma nella caratteristica Acciaio.
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Traumi
I traumi sono le menomazioni fisiche, mentali, sociali e speciali che un per-
sonaggio può subire. Possono essere frutto di attacchi o azioni portati da
personaggi giocanti e non, ma anche di avvenimenti e situazioni, quali il
crollo di un palazzo, uno sforzo sovrumano, l’assistere a una scena terribile
e così via.
I traumi si dividono in quattro tipologie rapportate alle quattro caratteristi-
che. Un personaggio può sopportare fino a 3 traumi per caratteristica.
• Il primo trauma in una caratteristica non avrà effetti sulle capacità del
personaggio, costituendo, nelle meccaniche, un elemento esclusiva-
mente narrativo.
• Il secondo trauma in una caratteristica infliggerà al personaggio una pe-
nalità, imponendo un modificatore di -1 successo a tutte le giocate ef-
fettuate in abilità che ricadano sotto quella caratteristica.
• Il terzo trauma in una caratteristica infliggerà al personaggio una penali-
tà, imponendo un modificatore di -1 successo a tutte le giocate.
Tutte i modificatori imposti dai traumi sono cumulativi.
Esempio: un personaggio che abbia subito 3 traumi in Acciaio e 2 in Vapore,
subirà un modificatore di -2 successi a tutte le giocate in abilità che ricada-
no sotto Acciaio, un modificatore di -2 successi a tutte le giocate in abilità
che ricadano sotto Vapore e un modificatore di -1 successo a tutte le giocate
in abilità che ricadano sotto Carne o Ingranaggio.
Potrebbe stare molto meglio e ha certamente bisogno di cure e riposo.
Esempio estremo: un personaggio che abbia subito 3 traumi in Acciaio, 3 in
Vapore e 2 in Carne, subirà un modificatore di -3 successi in tutte le giocate
in abilità che ricadano sotto Acciaio, un modificatore di -3 successi in tutte le
giocate in abilità che ricadano sotto Vapore, un modificatore di -3 successi
in tutte le giocate in abilità che ricadano sotto Carne, e un modificatore di -2
successi in tutte le giocate in abilità che ricadano sotto Ingranaggio.
Indubbiamente deve recarsi quanto prima in Cittadella; se per essere curato
o conciato, quello si vedrà quando ci arriva.
• Il quarto trauma in una caratteristica porta inesorabilmente alla perdita
del personaggio, a prescindere da quanti traumi abbia o non abbia subi-
to nelle altre caratteristiche.

145
145
Sam Mazzotti (Order #22771542)
esempi di trauma
I traumi possono avere diverse forme e variano molto da una caratteristica
all’altra. Segue un elenco, come al solito per nulla esaustivo, in grado di offri-
re alcuni spunti per assegnarli (e interpretarli) correttamente.
• Trauma in Carne: una profonda umiliazione; un pesante errore (aver
messo a rischio la vita di un caro); un’offesa bruciante. Qualcosa che ac-
cenda in voi o verso di voi sentimenti che destabilizzano negativamen-
te.
• Trauma in Acciaio: il colpo ben assestato di una balestra; l’ingestione di
una tossina; una distorsione o lussazione. Qualcosa che debiliti il fisico.
• Trauma in Vapore: una situazione di stress eccessivo; l’esposizione a
qualcosa di terrificante o assurdo; l’assunzione di droghe psicotrope o
veleni psicoattivi. Qualcosa che comprometta le capacità cognitive.
I traumi di Ingranaggio sono qualcosa di più intimo e personale. Un perso-
naggio ne subisce uno ogni volta che mette a repentaglio il proprio eroismo,
la propria unicità e in generale le proprie capacità speciali. Le modalità con
cui ciò può avvenire variano per ogni Jolly. Ecco qualche esempio di trauma
in Ingranaggio per ogni tipo di personaggio.

• Artefice: perdere l’accesso al banco da lavoro; smarrire un progetto im-


portante; fallire grossolanamente l’esposizione di un ragionamento in
un’assemblea di Costruttori.
• Costruttore: trovarsi a dover conciare una persona vicina; perdere un
paziente per la propria negligenza; infrangere il Giuramento del Co-
struttore.
• Miliziano: essere sospeso dal servizio per demerito; venire degradato;
venire inquisito.
• Tecnofante: sviluppare tremori da stress post traumatico che compro-
mettono l’uso dell’Armatura; subire danni all’Armatura tali da non essere
in grado di ripararla da solo; vedersi requisita l’Armatura.
• Tecnosofo: distruggere per errore o imperizia una tecnologia inestima-
bile come un processore quantistico; vedere la tecnologia della Vecchia
Era soverchiata e sconfitta da quella contemporanea; non riuscire a ri-
parare una propria creazione per mancanza di conoscenze.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Sebbene la conseguenza trauma aggiunga un trauma nella caratteristica
appropriata, quale sia il livello, traumi di differente livello hanno diversi ef-
fetti sulle meccaniche di gioco e diverso impatto sull’interpretazione. Gli ef-
fetti sulle meccaniche li abbiamo visti sopra. Ecco qualche spunto per l’in-
terpretazione.

Avere un trauma di 2° essere il centro costante dello scherno e dell’ostilità;


livello in Carne è come: essere abbandonati dall’amore della propria vita.
Avere un trauma di 2° aver subito una grave ferita al ventre; aver subito un
livello in Acciaio è come: colpo di arma da fuoco della Vecchia Era.

Avere un trauma di 2° essere in crisi di astinenza da droghe pesanti; soffrire


livello in Vapore è come: di una devastante emicrania che rende incapaci di
pensare; essere preda di un attacco di panico o con-
fusione.
Avere un trauma di 3° sentirsi responsabile della morte di una persona
livello in Carne è come: cara; essere un nemico pubblico.

Avere un trauma di 3° avere subito la perdita dell’avambraccio; aver subito


livello in Acciaio è come: lo sfondamento delle costole e dello sterno.

Avere un trauma di 3° cadere preda di un’ossessione profonda e radicata;


livello in Vapore è come: soffrire di allucinazioni e perdere ogni contatto con
la realtà.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Morte e perdita del personaggio
Raggiunto il quarto trauma in una stessa caratteristica, il giocatore perde il
personaggio.
Questo può avvenire perché le ferite subite lo conducono alla morte o per-
ché il peso degli eventi lo ha schiacciato al punto da renderlo completa-
mente folle, instabile, emarginato o radicalmente cambiato. Quale che sia
il motivo, arrivato a questo punto il personaggio cessa di esistere in quanto
se stesso.
Se il quarto trauma è in Carne, si sarà reso talmente sgradevole, meritevo-
le di biasimo o odiato da venire ormai completamente estromesso da ogni
relazione sociale e ostracizzato da tutti, non avendo più modo di interagire
con nessuno. Esule, si avvierà verso terre sconosciute e verso un destino che
non fa parte di questa storia.
Se il quarto trauma è in Acciaio, il personaggio avrà subito una ferita morta-
le. Avrà quindi l’occasione di pronunciare le sue ultime parole o compiere le
ultime gesta per poi morire.
Se il quarto trauma è in Vapore, la sua psiche avrà raggiunto il punto di rottu-
ra, scagliandolo oltre la soglia di una follia totale e irrecuperabile.
Se il quarto trauma è in Ingranaggio, la sua unicità sarà irrimediabilmente
compromessa. Non morirà ma perderà tutto ciò che lo rende diverso e spe-
ciale; diventerà una persona qualunque, smettendo di essere il personaggio
che è stato fino a quel momento.

Guarigione
A differenza della spossatezza, i traumi non possono essere curati riposan-
do, né, tantomeno, con effetti di energizzare o riprendere fiato.
I traumi sono ferite serie, con lacerazioni, fratture, lesioni interne, oppure
profondi traumi psichici che fanno scricchiolare la mente del personaggio,
o ancora gravi onte e stigmati sociali che lo rendono un paria, o, peggio di
tutto, avvenimenti che lo allontanano dalla sua vera essenza, da ciò che lo
rende unico. Sono condizioni talmente negative da poter essere trattate e
rimosse solo da personaggi specializzati o, comunque, in grado di farlo per
precise ragioni.
Per rimuovere un trauma, un personaggio dovrà possedere un’abilità ade-
guata (come, ad esempio, medicina avanzata o jack: conoscenze proibite:
medicina avanzata per i traumi d’Acciaio; medicina avanzata o jack: psichia-
tra per i traumi di Vapore; politica o Queen: confidente per i traumi di Car-
ne; qualsiasi cosa di adeguato per i traumi d’Ingranaggio).
Il giocatore del personaggio in possesso di un’abilità adeguata dovrà fare una
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
giocata in tale abilità e ottenere successi pari al livello del trauma per riuscire
nel trattamento. Dopo un ciclo di riposo completo, il trauma sarà rimosso e
non avrà più effetto sul personaggio.
Il giocatore del personaggio che effettua il trattamento può scegliere di im-
piegare un ulteriore successo per far sì che i benefici del suo trattamento
siano immediati, rimuovendo il trauma e tutti i suoi effetti all’istante, senza
bisogno di attendere un riposo completo.
Ogni livello di trauma va trattato singolarmente, a partire dal più grave, e
deve essere rimosso con una singola giocata. Se il personaggio che tratta il
trauma non totalizza successi a sufficienza, il trauma rimane (potrà sempre
tentare di nuovo in un secondo momento).
Una volta rimosso il trauma di livello più grave, il personaggio che effettua il
trattamento può, se vuole, procedere a trattare i traumi di livello decrescen-
te, applicando le stesse regole, con l’unica eccezione che, se non ha speso
un successo extra per rimuovere istantaneamente un trauma di livello più
grave, non potrà farlo neppure per i livelli meno gravi che vengano trattati
prima del ciclo di riposo completo, anche se con la giocata avesse totalizza-
to sufficienti successi.
Quando è un personaggio non giocante a trattare i traumi, le modalità con
cui questo avviene sono prettamente narrative e rimesse all’arbitrio del
Meccanico.

SALUTE
• Valore di spossatezza subita = numero di carte scartate a
caso dalla mano.
• Se il valore di spossatezza eccede le carte in mano, si
trasforma in un trauma nella caratteristica dell’abilità
della giocata.
• 2 traumi in una caratteristica = -1 successo nelle giocate
in abilità di quella caratteristica.
• 3 traumi in una caratteristica = -1 successo a tutte le gio-
cate.
• 4 traumi in una caratteristica = personaggio perso.
• Per guarire un trauma, giocata del guaritore con tanti
successi quanti sono i traumi nella caratteristica = guari-
to il trauma più grave dopo un riposo completo.
• Per guarire immediatamente un trauma, giocata del gua-
ritore con tanti successi quanti sono i traumi nella carat-
teristica +1 = guarito il trauma più grave subito.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Creazione del personaggio
Ora che abbiamo un’infarinatura delle meccaniche di gioco siamo pronti a
scoprire come creare il personaggio e come scolpire il mazzo in modo che
ne rispecchi le peculiarità.

I semi, le carte e le
caratteristiche
Come tutti saprete, il mazzo di carte francesi ha quattro semi: cuori, quadri,
fiori e picche. In The Gear i semi rappresentano le caratteristiche del vostro
personaggio, ovvero il potenziale grezzo che esso possiede nei differenti
campi del fare. Vediamo di che si tratta:
• Cuori: rappresenta la caratteristica Carne. A questa caratteristica fa rife-
rimento tutto ciò che riguarda la sfera sociale ed emotiva del personag-
gio, dalla gestione dei sentimenti e delle emozioni alle capacità di rela-
zionarsi e agire propriamente nei contesti sociali.
• Quadri: rappresenta la caratteristica Acciaio. A questa caratteristica fa
riferimento tutto ciò che è fisico, dalla salute del personaggio alla sua
forza, velocità, resistenza, per arrivare al suo aspetto e all’impatto che
ha sul prossimo.
• Fiori: rappresenta la caratteristica Vapore. A questa caratteristica fa rife-
rimento tutto quanto rientra nella sfera mentale del personaggio, dalla
sua intelligenza pura alla consapevolezza dell’ambiente che lo circonda
fino ad arrivare alla sua coordinazione.
• Picche: rappresenta la caratteristica Ingranaggio. A questa caratteristi-
ca fa riferimento tutto ciò che rende unico e speciale il personaggio, in
particolare ciò che è legato alle sue figure (che vedremo tra poco). È at-
traverso Ingranaggio che il personaggio ha accesso alle sue capacità più
strabilianti, talvolta oltre i limiti di ciò che è naturale.

In fase di creazione del personaggio, ogni giocatore disporrà di 20 punti ca-


ratteristica che potrà distribuire tra le quattro caratteristiche, purché nessu-
na di esse abbia un valore inferiore a 3 o superiore a 8. Una volta definiti i
punteggi di caratteristica, il giocatore selezionerà dal proprio mazzo le carte
per ogni seme, partendo dall’asso e arrivando alla carta col valore numerico
pari al punteggio di caratteristica di quel seme.
Ad esempio, un personaggio che abbia valori di 3 in Carne, 5 in Acciaio, 8 in
150
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Vapore e 4 in Ingranaggio, selezionerà le carte dall’asso al 3 di cuori, dall’as-
so al 5 di quadri, dall’asso all’8 di fiori e dall’asso al 4 di picche, mettendo da
parte tutte le altre.
Le carte selezionate confluiscono nel mazzo, ovvero la controparte fisica
della scheda del personaggio, nonché il serbatoio di potenziale a cui esso
attingerà.

CARATTERISTICHE
• Si distribuiscono 20 punti nelle 4 caratteristiche:
Carne, Acciaio, Vapore, Ingranaggio.
• Minimo 3 massimo 8 per singola caratteristica.
• Si prendono dal mazzo completo le carte dall’as-
so al valore della caratteristica associata; le carte
prese formano la base del mazzo.

Le abilità
Le abilità sono quei campi del fare in cui il personaggio ha avuto modo di
specializzarsi ed è più capace e preparato.
L’addestramento in un’abilità permette di giocare fino a due carte anziché
una soltanto per ogni azione (o reazione) che ricada nel suo ambito.
Se, ad esempio, un personaggio è addestrato nell’abilità combattimento, il
suo giocatore giocherà due carte anziché una per ogni azione di combatti-
mento.
È il momento di addestrare i personaggi nelle prime abilità. In questa fase
ogni giocatore ne sceglierà 6, marcando le rispettive caselle addestramento.
In alternativa, è possibile scegliere 5 abilità in cui addestrare il personaggio,
e assegnare a una di queste 1 potenziamento.

Le abilità in cui il personaggio è addestrato andrebbero selezionate dalla li-


sta delle abilità, riportata in seguito. Esse sono ad ampio spettro e raccolgo-
no grossomodo ogni possibile azione al proprio interno. È tuttavia ammes-
151
Sam Mazzotti (Order #22771542)
so creare abilità nuove e personalizzate di comune accordo tra giocatore e
Meccanico seguendo due semplici linee guida:
che non siano troppo generiche o troppo specifiche (“fare cose” o “pescare
trote” non sono esempi funzionali di abilità);
che non siano metaconcettuali (“riuscire” o “sconfiggere” non sono esempi
funzionali di abilità).

Quando il Meccanico richiede una giocata, la richiede sempre


in un’abilità.

Se è un’abilità in cui il personaggio è addestrato, si giocheranno


fino a due carte.

Se è un’abilità in cui il personaggio non è addestrato, si giocherà


un’unica carta, ma la giocata sarà sempre possibile (eccezion
fatta per le abilità che ricadono sotto la caratteristica Ingra-
naggio)

V
se il per sonagegdioi?
è adde strato,
annerisci
l’ingranaggio!

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Lista delle abilità
Carne
Ambito emotivo e sociale, seme di Cuori
• Manipolazione:
è la capacità di far fare qualcosa agli altri senza che ne siano consape-
voli. Può essere realizzata attraverso la retorica, la seduzione, il piagni-
steo o qualsiasi altro mezzo, purché il risultato sia quello.
• Fermezza:
è la solidità nei propri propositi e nelle proprie idee, la capacità di non
essere manipolati. Con fermezza resisti ai tentativi di manipolazione,
vieni riconosciuto come integerrimo e incorruttibile, trovi la forza per
non mollare nelle avversità, ecc.
• Empatia:
è la capacità di percepire, decifrare e comprendere emozioni e senti-
menti altrui. Permette tanto di creare rapporti umani ed entrare in sin-
tonia con il prossimo, quanto di carpirne gli stati d’animo al fine di in-
gannarlo o colpirlo dove fa più male.
• Carisma:
è la capacità di far fare qualcosa agli altri quando ne sono consapevoli.
Può originare da un’aura di timore reverenziale, dall’ammirazione, dall’a-
more, dalla fascinazione. Gli altri potrebbero amarti, venerarti, temerti
o rispettarti, fatto sta che sentono il bisogno di compiacerti e quanto tu
dici loro fanno.
Oh, Meccanico, soprattutto dell
’ultimo as petto,
Acciaio tie nine conto e chiedi una gi
ocata in fermez-
za quando appropriato
Ambito fisico, seme di Quadri
• Combattimento:
è la capacità di combattere in mischia, con armi bianche o nel corpo a
corpo. Ricade sotto di essa anche il lancio di armi particolarmente pe-
santi, come asce, lance o massi.
• Atletica:
è la capacità di praticare attività a corpo libero, quali saltare, correre, ar-
rampicarsi, ecc.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
• Resistenza:
è la capacità di contrastare o sopportare le minacce fisiche, quali tossi-
ne, veleni, fatica, sonno, fame, sete, caldo, freddo, dolore ecc.
• Aspetto:
è la capacità di impattare sul mondo circostante grazie al proprio aspet-
to, che si tratti di una bellezza e una sensualità animale capaci di man-
dare in tilt gli ormoni del sesso opposto (e non solo), di una stazza e
una tonicità muscolare da incutere timore, o di una bruttezza in grado
di spaventare (quando ci si addestra in questa abilità è bene fare una
descrizione accurata del personaggio).
a s petto è un’abil ità com ple s sa
H ey , M ec ca n ic o,
Vapore Valoriz zala,
m a dà le sue gioie.
non la trascurare
Ambito mentale, seme di Fiori
• Occhio/mano:
è la capacità di collegare le mani e il cervello per compiere i più fini la-
vori di destrezza. Raggruppa le capacità basate sulla mira, come sparare
e usare armi da tiro o da lancio (purché leggere come coltelli), e quelle
basate sulla destrezza, come scassinare, disegnare (che vuol dire saper
fare schizzi istintivi ben più dignitosi degli omini stecchini ma non di-
pingere o scolpire, che rientrano invece in queen o jack), ecc…
• Ragionamento:
è la capacità di esercitare l’intelletto puro attraverso la logica, il pensiero
analitico, deduttivo e laterale, così come la capacità di eseguire calcoli
complessi e di attingere alla memoria.
• Percezione:
è la capacità di estrapolare informazioni dal mondo circostante attra-
verso i cinque sensi.
• Prontezza:
è la capacità di intuire minacce nascoste, così come di reagire istanta-
neamente a situazioni impreviste.
Oh, Meccanico, tieni a me nte anche
questa: di solito,
a me no che proprio non si tratti di nin
ja com pe netrati alle
pareti, se c’è una minaccia improvvisa,
una giocata di pron-
tez za fagliela fare,
e n o p er v edere di annulla-
quanto m ue nza, ok?
re q u al ch e co n seg
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Ingranaggio
Ambito speciale, seme di Picche
Le abilità dell’Ingranaggio sono determinate dal Jolly scelto.
Devono essere copiate sulla scheda e completano la lista delle abilità del
personaggio. Una volta copiate, si marcheranno gli addestramenti seguendo
le normali regole.
Le abilità di Ingranaggio valgono al pari di tutte le altre per l’assegnazione dei
6 addestramenti in creazione e seguono le normali regole per l’acquisto di
abilità e potenziamenti con la spesa di punti esperienza.

il it à di
t ro v a re le ab aio
Per ti u n p
, v a i a van
n a ggi o se z ione
In g ra nell a
u a r d a
p a g in eeg
di ”.
“Jolly

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Abilità Potenziate
Con l’esperienza e l’apprendimento un personaggio potrebbe riusci-
re ad affinare le proprie capacità in un’abilità, potenziandola e perso-
nalizzandola in un modo che rispecchi il suo approccio alla situazione.
A questo scopo in The Gear esistono i potenziamenti, aggettivi da affiancare
a un’abilità in cui si è addestrati.

Potenziamenti
• Dirompente
Permette di giocare un’ulteriore carta durante le giocate dell’abilità. Al
termine della giocata, comprensiva di un eventuale spingere oltre il li-
mite, va scartata l’intera mano restante.
• Preparata
Permette di riprendere in mano una delle due carte della giocata (ma
non l’ eventuale carta pescata con spingere oltre il limite).
• Disperata
Permette di ottenere un successo automatico al costo di un trauma in
una caratteristica narrativamente pertinente e indicata dal Meccanico.
• Istintiva
Permette, quando si gioca al buio, di pescare una carta in più del dovu-
to, scegliere quale o quali giocare e scartare quella non selezionata.
• Instancabile
Permette, subito dopo una giocata, di pescare e aggiungere immedia-
tamente alla mano tante carte quante quelle appena giocate meno
una.
• Eccellente
Il valore delle carte giocate nell’abilità potenziata subisce un modifica-
tore di +1.
• Sicura
Permette, qualora con la giocata nell’ abilità potenziata non si ottenes-
se neppure un successo, di rimuovere comunque una conseguenza, se
presente.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Le figure
Jolly
I Jolly racchiudono le capacità speciali del personaggio, il cammino persona-
le che ha percorso per elevarsi al di sopra degli altri comuni mortali (sì, ogni
personaggio giocante è, per alcuni aspetti, al di sopra della media della spe-
cie umana).
In creazione, tutti i personaggi ricevono un Jolly, che il giocatore aggiungerà al
proprio mazzo (il colore del Jolly non è importante); questo rappresenta, oltre
all’unicità del personaggio, la sua particolare carriera nel mondo di The Gear.
Ogni Jolly offre al giocatore aspetti fondamentali del background del perso-
naggio, nonché la lista delle abilità di Ingranaggio da aggiungere alla scheda.
Nelle giocate, il Jolly varrà sempre 1 successo, a prescindere dal seme che
determina il successo per l’ abilità in cui si sta giocando.
Le carriere e i rispettivi Jolly sono: Artefice, Costruttore, Miliziano, Tecno-
fante e Tecnosofo.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Artefice
Il personaggio che possiede questo Jolly ha appreso la Scienza della mecca-
nica e della termodinamica avanzata ed è a tutti gli effetti un membro della
Società degli Costruttori. Padroneggia le basi di meccanica di precisione, ter-
moidraulica e meccanica automatizzata a vapore.

Abilità di Ingranaggio
Ingegneria e progettazione
Questa abilità permette di studiare, proget-
tare e riparare le più complesse opere mec-
caniche, nonché di comprendere il funzio-
namento di oggetti sconosciuti o di nuova
progettazione e riuscire a utilizzarli.
Costruzione meccanica e chimica
Avendo a disposizione un’officina, questa
abilità permette di produrre armi, oggetti
meccanici e preparati chimici di vario tipo,
seguendo le regole per la creazione di og-
getti.
Armeria di fortuna
Questa abilità permette di costruire armi
con pezzi di fortuna, anche in assenza di un
banco da lavoro o un’officina.
Inoltre, può essere usata al posto delle abi-
lità combattimento o occhio/mano per
combattere utilizzando le armi create.
Tutte le armi create con questa abilità han-
no l’etichetta ingombrante non rimuovibile
e diventano inutilizzabili alla fine del primo
combattimento in cui vengono usate.
Politica
Questa abilità rende il personaggio un abile
tecnocrate e gli permette di muoversi all’in-
terno della burocrazia della Cittadella e di
sfruttare la propria carica come leva in città
e nelle località fedeli all’Impero Scientifico.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Costruttore
Il personaggio che possiede questo jolly ha appreso la Scienza dei costrutti
ed è a tutti gli effetti un membro della Società dei Costruttori. Padroneggia
le basi della concia dei cadaveri e della programmazione necroneurologica.

Abilità di Ingranaggio
Medicina Avanzata
Ogni costruttore è un medico e un chirurgo. Questa abilità permette di applicare le
basi di medicina generica, effettuando diagnosi, prescrivendo terapie e praticando
interventi di pronto soccorso. Permette di rimuovere i traumi.
Programmazione necroneurologica
Questa abilità permette, adoperando le interfac-
ce neurogalvaniche dei costrutti, di riprogram-
marli per svolgere compiti al di fuori della pro-
grammazione di base, oppure di ispezionarli per
decodificare i comandi precedentemente impar-
titi loro.
Neo-farmacologia d’urgenza
Questa abilità permette di applicare le più avan-
zate conoscenze di medicina e biologia per realiz-
zare, al momento del bisogno, composti, stimo-
lanti, droghe o altro con mezzi di fortuna.
Tutte le creazioni hanno l’etichetta monouso non
rimuovibile.
Politica
Questa abilità rende il personaggio un abile tec-
nocrate e gli permette
di muoversi all’interno
della burocrazia della
Cittadella e di sfruttare
la propria carica come
leva in città e nelle lo-
calità fedeli all’Impero
Scientifico.

Sam Mazzotti (Order #22771542)


Miliziano
Il personaggio che possiede questo Jolly ha scelto una carriera all’insegna
dell’ordine e della legge scientifica della Cittadella. Questo fa di lui un tutore
della legge e un investigatore, ma anche un giurista e, in sede di processo,
un istruttore dell’accusa.

Abilità di Ingranaggio
Codex Scientificus
Questa abilità indica la conoscenza del Codex Scien-
tificus in vigore in tutto l’Impero Scientifico e delle
matrici con cui si declina in ogni Cittadella. Permet-
te di conoscere e interpretare le equazioni normati-
ve e le leggi. Permette anche di manipolare e sfrut-
tare a proprio vantaggio la legge.
Interrogatorio
Questa abilità permette di reperire informazioni da
altre persone, nei modi e nei metodi decisi dal per-
sonaggio (dall’interrogatorio, alla lettura a freddo,
alla tortura). Richiede tempo e uno spazio dedicato.
Effettuata la giocata, il giocatore può interrogare il
Meccanico, che fornirà un’informazione sincera e
completa per ogni successo su quanto domandato.
Si può utilizzare solo una volta per bersaglio.
Ricerca di tracce
Questa abilità permette di individuare tracce e indi-
zi, e ottenere informazioni da un ambiente. Richie-
de tempo.
Effettuata la giocata, il giocatore può interrogare il
Meccanico, che fornirà un’informazione sincera e
completa per ogni successo su quanto domandato.
Si può utilizzare solo una volta per ambiente.
Iter burocratico
Questa abilità permette di richiedere alla macchina
della burocrazia scientifica permessi e moduli spe-
ciali, attraverso i quali è possibile inoltrare richie-
ste di rinforzi o equipaggiamento supplementare.
Avendo tempo a sufficienza per compilare la mo-
dulistica, il personaggio può ottenere un supporto
all’indagine a prescindere dal volere del Meccanico.

160
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Tecnofante
Il personaggio che possiede questo jolly ha ricevuto l’addestramento da re-
cluta della Divisione Tecnopotenziata dell’Esercito di Firenze.
Grazie all’insegnamento metodico dei loro istruttori, una ferrea disciplina e
tanto duro lavoro, i Tecnofanti hanno imparato come muoversi in perfetta
simbiosi con la loro Armatura Tecnopotenziata, la più devastante arma co-
nosciuta nel mondo di The Gear.

Abilità di Ingranaggio
Combattimento tecnopotenziato
Questa abilità permette di attingere alle incre-
dibili prestazioni offensive dell’Armatura Tec-
nopotenziata in situazioni di combattimento.
Ogni giocata in questa abilità consuma una
carica di pellet dell’Armatura e attiva gli effet-
ti di uno degli armamenti implementati, nei
quali si potranno spendere i successi secondo
le normali regole.
Movimento sovralimentato
Questa abilità permette di sfruttare le enormi
capacità di movimento dell’Armatura Tecno-
potenziata.
Ogni giocata in questa abilità consuma una
carica di pellet dell’Armatura e attiva gli effetti
di uno dei dispositivi servoassistenti imple-
mentati, nei quali si potranno spendere i suc-
cessi secondo le normali regole.
Manutenzione degli armamenti
Questa abilità permette di riparare, ricaricare e
sostituire le parti che compongono l’Armatura
Tecnopotenziata.
Sopravvivenza extra-urbana
Questa abilità permette di procurarsi cibo e
acqua al di fuori delle mura cittadine, nonché
di trovare oggetti comuni di un passato di-
menticato ma ancora utilizzabili, come un col-
tello o dei fiammiferi.

Sam Mazzotti (Order #22771542)


Tecnosofo
Il personaggio che possiede questo Jolly ha studiato le tecniche e le scien-
ze perdute, spesso da autodidatta, al punto da entrare a far parte a pieno
titolo della Libera Società Tecnosofica. Grazie alla sua curiosità viscerale, ha
appreso i rudimenti della Tecnologia degli Antichi, imparando a riconoscere
congegni elettronici, informatici e motori a idrocarburi, che può provare a ri-
attivare, utilizzare e modificare.

Abilità di Ingranaggio
Elettronica e informatica
Questa abilità indica una
certa conoscenza delle lin-
gue perdute Basic, Cobol,
Simula, Smalltalk, C++, Beta,
Python, Delphi e molte altre.
Permette di interfacciarsi
con le macchine antiche e
relazionarsi con la maggior
parte di esse.
Assemblaggio elettronico
Avendo a disposizione un’of-
ficina, questa abilità per-
mette di produrre strumenti robo-
tici o elettronici di vario tipo, se-
guendo le regole per la creazione
di oggetti.
Archeo-pilotaggio
Questa abilità rappresenta la ca-
pacità di guidare la maggior parte
dei veicoli della Vecchia Era, non-
ché la possibilità di pilotare e co-
mandare Droni.
Sopravvivenza extra-urbana
Questa abilità permette di procu-
rarsi cibo e acqua al di fuori delle
mura cittadine, nonché di trovare
oggetti comuni di un passato di-
menticato ma ancora utilizzabili,
come un coltello o dei fiammiferi.

162
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Jack, Queen e King
Jack, Queen e King caratterizzano il personaggio, conferendogli tratti perso-
nali e talvolta unici.
Durante la creazione del personaggio, ogni giocatore sceglierà una figura
Jack o Queen. Potrà selezionarla dalle liste di seguito o crearne una propria
di concerto con il Meccanico.
Scelta la figura per il proprio personaggio, la annoterà sulla scheda, ripor-
tandone il seme, il valore numerico assegnato dal Meccanico e una breve
descrizione, quindi la aggiungerà al mazzo. Da quel momento la figura di-
venterà una carta come tutte le altre.
Nel caso in cui si voglia creare una figura ex novo, occor-
re ricordare che tanto più è potente e influente la capacità appre-
sa dal personaggio, tanto più basso dovrà essere il suo valore numerico.
Il seme della figura dovrà rispecchiare al meglio la caratteristica alla quale è
legata; nel caso in cui esistano già nel mazzo del giocatore delle figure uguali
e dello stesso seme, si dovrà riformulare la capacità: non possono esistere
due carte uguali nel mazzo.
Nello specifico:

Jack
Sono conoscenze acquisite, addestramenti ricevuti, studi mes-
si a frutto e applicati. Un Jack è qualcosa di particolarmente complesso
e specifico che il personaggio ha imparato a fare nel corso della sua vita.
Per capirci, saper operare chirurgicamente, medicare ferite o somministra-
re psicofarmaci è l’espressione dell’ abilità medicina avanzata, ma riuscire a
ricostruire un intero lobo cerebrale portato via dal quadrello di una balestra,
minimizzando i danni alle funzionalità e preservando in massimo grado la
memoria del paziente è qualcosa a cui si può sperare di accedere solo se il
proprio personaggio ha il Jack Neurochirurgo.

Queen
Sono capacità innate, talenti o doni naturali, di cui il personaggio è dotato dalla
nascita o che ha sentito risvegliarsi in sé a un certo punto della propria esisten-
za senza ben comprendere il processo che era in atto. Possono essere capa-
cità quasi sovrumane, caratteristiche fisiche o mentali del tutto fuori dall’or-
dinario (come possedere una memoria eidetica o essere di taglia gigante).
Per intenderci, resistere alla fatica, al sonno, al caldo e al freddo con costan-
za e tenacia può voler dire essere addestrati nell’abilità resistenza, e magari
averla rinforzata con un potenziamento. Altra cosa è riuscire a mangiare una
163
Sam Mazzotti (Order #22771542)
bistecca rimasta al caldo per tre giorni, chiaramente più che andata a male a
colpo di naso, magari anche cruda, e ripartire dopo il banchetto rinfrancati e
rinvigoriti: questo è avere la Queen Stomaco di ferro.

King
Sono qualcosa di completamente diverso dalle altre figu-
re. Essi rappresentano dei gravi difetti capaci di ostacolare le azio-
ni del personaggio. Può trattarsi di turbe psichiche, come ossessio-
ni o fobie; difetti fisici, come grave miopia, zoppia, mutilazioni; difet-
ti sociali, come la balbuzie grave, la timidezza patologica o quant’altro.
Nessun giocatore è obbligato ad avere dei King.
Se sceglie di averne uno in fase di creazione, lo aggiunge al mazzo. Il
King non ha alcun valore. Quando viene pescato, va scartato immediata-
mente e rimpiazzato nella mano con una nuova carta pescata dal mazzo.
Nell’arco della scena in corso, il giocatore dovrà interpretare il proprio di-
fetto in una maniera che metta oggettivamente in difficoltà il personag-
gio. In caso non lo faccia o lo faccia, a giudizio del Meccanico, in modo
non adeguato, subirà un trauma nella caratteristica del seme del King.
Acquistare un King dà al giocatore un forte vantaggio: permette di acquistare
una seconda figura a scelta tra Jack e Queen, indipendentemente da cosa si
sia scelto in precedenza.

FIGURE
• Si sceglie un Jolly, si aggiunge al
mazzo e si riporta sulla scheda il
tipo di Jolly e le quattro abilità di
Ingranaggio collegate.
• Si sceglie in creazione una figu-
ra Jack o Queen e si aggiunge al
mazzo.
• Se si desidera si può scegliere
una figura King per prendere
una seconda figura Jack o Que-
en e si aggiungono entrambi al
mazzo.

164
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Esempi di Jack
Neurochirurgo Sei un medico specializzato. Puoi fare interventi al li-
mite dell’impossibile se riguardano il sistema nervoso.
4 Quando fai giocate in abilità riguardanti la medicina del siste-
ma nervoso, ottieni successi sia da Picche che da Fiori.
Navigato Hai fatto tesoro di ogni singola esperienza nella tua vita e non
è facile prenderti alla sprovvista. Quando giochi al buio peschi
2 2 carte e scegli.

Cresciuto per Conosci i bassifondi e le zone oscure della tua città. Modifica-
strada tore di +1 ai valori delle carte di Cuori quando parli o ti muovi
nei bassifondi.
6
Artista 8 - Sei un artista in un ambito specifico, come teatro, pittura,
4o poesia o simile. Sei apprezzabile ma nulla più.
6 - Sei un artista rinomato in un ambito specifico. Guadagni
6o dalla tua arte ma non è sufficiente per mantenerti.
4 - Sei un artista rinomato in un ambito specifico e conosci
8 le basi di quasi tutte le arti. Sei in grado di vivere dei proventi
della tua arte.
Conoscenze Puoi aggiungere un’ abilità di un Jolly diverso dal tuo alla tua
proibite lista delle abilità di Ingranaggio.
3
Psichiatra Sei uno psichiatra riconosciuto. Puoi effettuare giocate nell’a-
bilità ragionamento per rimuovere traumi in Vapore.
5
Giocatore Sei un giocatore d’azzardo navigato che può mantenersi col
gioco. Non sempre, però, tutto va bene… A discrezione del
6 Meccanico.

Arte marziale Ti sei addestrato in un’arte marziale e que-


sto ha reso le tue mani armi a tutti gli effetti.
4 I colpi a mani nude infliggono spossatezza (2)

165
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Esempi di Queen
Leggiadro
Grazia e agilità ti conferiscono movimenti sinuosi ed eleganti.
5 Quando fai giocate nell’ abilità atletica ottieni successi sia da
Quadri che da Picche.
Marcia in Più
2 Hai una marcia in più in tutto quel che fai. La tua mano nor-
male è di 7 carte anziché 6.

Petto dell’albero Il tuo abbraccio è lenitivo.


4 Restando per una notte abbracciato a un paziente, puoi ri-
muovere un primo trauma da una qualsiasi caratteristica.
Senso sviluppato
Quando fai una giocata in abilità percezione legata al tuo
5 senso sviluppato, hai un modificatore di +1 al valore di tutte
le carte, indipendentemente dal seme.
Enorme Hai una stazza enorme, praticamente gi-
3 gantesca: superi i 2,10m e sei oltre i 150 kg.
Aggiungi uno spazio extra privo di malus nel contatore dei
traumi di Acciaio.
Resilienza
Scegli una caratteristica, nella quale ignorerai il modificatore
3 di -1 successo che subiresti ricevendo il secondo trauma.

Avvezzo alle corde


Quando fai una giocata di abilità per liberarti da qualsiasi
8 forma di imprigionamento fisico, ottieni successi anche da
Picche.
Confidente Hai il dono di saper ascoltare e consigliare. Puoi effettuare
5 giocate nell’abilità empatia per rimuovere traumi in Carne.

Puoi ingerire qualsiasi tipo di cibo a qualsiasi livello di cottura


Stomaco di Ferro e, soprattutto, di conservazione, senza subirne alcuna con-
seguenza ma anzi traendone ottimo nutrimento. Ottieni un
7 successo automatico in tutte le giocate di abilità resistenza
contro tossine ingerite.
ngia un coniglio
Occhio, Meccanico: se uno, per dire, si ma
seguenze “vo-
mez zo putrefatto crudo, lo minacci con le con
non essere nato”,
miti l’anim a”, “caghi a spruz zo” e “vor resti
nto!
166 chiaro? Non minacciare solo in combattime
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Esempi di King
Balbuzie o altro evidente difetto di pronuncia che subentra
Balbuzie
nei momenti peggiori.

Cicatrici vistose di una mor-


Riparazioni te evitata all’ultimo secondo con cure di fortuna.
vistose Sempre visibili, sono rivoltanti, nonché dolorose in alcuni mo-
menti.

Variazione
Psicosi o turbe mentali di qualsivoglia forma.
Mentale

Odii l’umanità. Il tuo sentimento a volte sfocia in un palese


Misantropia
disprezzo o addirittura nella violenza.

Ultimo tra gli ultimi, sei sempre stato messo da parte: nel tuo
Ostracismo gruppo, nel tuo settore, nella tua comunità. Vieni spesso ves-
sato e ostacolato, che sia per invidia o per semplice nonnismo.

Sebbene la tua intelligenza non sia inferiore a quella degli altri,


Lento
hai bisogno di più tempo per raggiungere gli stessi obiettivi.

Un danno neurologico o fisiologico ti ha privato del senso


dell’olfatto; questo può causarti dolore e stress, ma anche sof-
Naso morto
ferenza emotiva o panico quando avverti la tua incapacità di
percepire un odore familiare.

Come il figlio d
i La
più a e ntrare nell mberto che non rie sce
a st
pacita di non se n alla perché non s i ca-
tire l’odore di fie n
o e letame.

167
Sam Mazzotti (Order #22771542)
CREAZIONE DEL PERSONAGGIO
• Si suddividono 20 punti nelle 4 caratteristi-
che. Minimo 3 massimo 8.
• Si sceglie un Jolly.
• Si sceglie un Jack o una Queen.
• Se si desidera, si prende un King per avere
un ulteriore Jack o Queen.
• Si selezionano 6 abilità e si marcano le ri-
spettive caselle addestrato, oppure si selezio-
nano 5 abilità e si applica 1 potenziamento
a una di esse.
• Nome, dettagli e background a volontà.

Meccanica di precisione
Combattimento
Quando un personaggio giocante entra in combattimento, il suo giocatore
farà una giocata appropriata e spenderà i successi secondo la lista dell’ azio-
ne per il combattimento:

Successo
Per ogni successo speso, infligge all’avversario spossatezza pari al valore
di danno dell’arma. Il primo successo deve sempre essere speso in questa
categoria, altrimenti l’azione non riesce.

Persistenza
Per ogni successo speso, infligge un trauma all’avversario o rompe un og-
getto (a discrezione del Meccanico, oggetti particolarmente elaborati o re-
sistenti come un automa o una mazza di acciaio temprato potrebbero ri-
168
Sam Mazzotti (Order #22771542)
chiedere più di un successo speso in persistenza per essere rotti; in tal
caso, il Meccanico è tenuto a dichiararlo prima che il giocatore abbia speso
il successo).

Accuratezza
Per ogni successo speso, il giocatore può aggiungere un effetto al colpo
andato a segno, come azzoppare, accecare, disarmare, ecc.

Estensione
Per ogni successo speso, infligge spossatezza pari al valore di danno
dell’arma a un ulteriore bersaglio. (Nota: è possibile spendere ulteriori suc-
cessi anche sui nuovi bersagli per cui si è scelto estensione, ma ogni effet-
to ulteriore va “pagato” singolarmente)

Annullamento
Per ogni successo speso, il giocatore può annullare una conseguenza.

Se a combattere tra loro sono due o più personaggi giocanti, il giocatore di


ogni personaggio farà una giocata appropriata. Ai successi del giocatore (o
alla somma dei successi della coalizione) che ha fatto la giocata più alta,
verranno sottratti quelli del giocatore (o la somma di quelli della coalizione)
che ha fatto la giocata più bassa. I rimanenti verranno allocati dal giocatore
(o dalla coalizione di giocatori) in base alla lista dell’azione per il combatti-
mento.

Il turno di combattimento e l'iniziativa


Nel regolamento di The Gear l’iniziativa non è contemplata. Se i personaggi
giocanti sono consci del pericolo, i giocatori agiscono per primi, in caso con-
trario subiscono subito una o più conseguenze causate dalla minaccia nemi-
ca. A questo punto si passa al turno.
Il turno inizia con l’azione dei personaggi giocanti. Terminate le azioni dei
personaggi giocanti e risolte le conseguenze applicate in risposta delle loro
azioni, il meccanico può minacciare uno o più personaggi giocanti con delle
ulteriori conseguenze. La minaccia è facoltativa e rappresenta lo strumento
a disposizione del meccanico per completare e bilanciare il flusso e le sor-
ti della battaglia dopo l’azione dei personaggi giocanti. Può essere posta in
essere da uno, alcuni, tutti i personaggi non giocanti, o da fattori ambientali
o casuali.

169
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Sembra l’inizio
di una bar zelletta

Esempio:
Un Costruttore, un Miliziano e un Artefice percorrono un vicolo dei bassifondi.
Il Meccanico richiede ai tre giocatori una giocata in prontezza, dichiarando 3
conseguenze per ogni personaggio.
Ippocrate, che gioca il Costruttore, ottiene 1 successo; Erone, che gioca l’Artefice,
ne ottiene 2 (non era addestrato ma ha scelto di spingere oltre il limite e la for-
tuna lo ha ripagato); sir Robert Peel, che gioca il Miliziano, riesce a ottenerne 3.
Il Meccanico dichiara che le conseguenze sono spossatezza (2), spossatezza
(2) e isolamento.
Il Costruttore, il dottor Vittorio Pietrafranca, viene colpito da una sassata alla
fronte (spossatezza: il Meccanico pesca a caso e scarta due carte dalla mano
del suo giocatore), incespica contro un vecchio portone che cede sotto il suo
peso e rovinosamente rotola sul selciato polveroso di una corte interna in disuso
(isolamento: è separato dal resto del gruppo). Ippocrate si ritrova con 3 carte
in mano (una giocata per ottenere il successo e due perse per la spossatezza);
non tutto è perduto. Il Meccanico ha scelto di annullare una spossatezza.
Anche l’ingegnere Antonio Forti, l’Artefice, viene colpito da un sasso scagliato
con forza, alla bocca dello stomaco (spossatezza: il Meccanico pesca a caso e
scarta due carte dalla mano del suo giocatore). Erone si ritrova con 2 carte in
mano (1 carta giocata e 1 scartata per spingere oltre il limite, con cui ha otte-
nuto i due successi, e due perse per la spossatezza); sarebbe il caso di ripren-
dere fiato se solo fosse possibile. Il Meccanico ha scelto di annullare una spos-
satezza e isolamento.
Il Miliziano Martino Trivelle carpisce qualcosa con la coda dell’occhio; istinti-
vamente si abbassa su un ginocchio urlando «Imboscata!» mentre un sasso
scagliato con violenza fischia dove un attimo prima era la sua testa. Tutte le
conseguenze sono state annullate. Sir Robert Peel ha ancora in mano 4 carte
(addestrato in prontezza ha giocato un 4 e un 5 entrambi di Quadri, ottenendo
2 successi per il seme e 1 per il valore).

170
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Personaggi non giocanti, salute e
conseguenze.
Le sfide, i nemici e, in alcuni casi, anche i mostri creati dall’uomo hanno in
The Gear due principali indicatori rappresentati da un mucchietto di carte sul
tavolo:
• un valore di danni che possono sopportare prima di svenire (equipara-
bili alla spossatezza per i personaggi giocanti), rappresentati dalle carte
scoperte
• un valore di traumi che possono sopportare prima di morire, rappresen-
tati da carte coperte.
Come i personaggi giocanti, un personaggio non giocante che ricevesse un
ammontare di danni superiore alle carte scoperte che gli restano, subirebbe
immediatamente un trauma.
Le carte coperte, oltre a rappresentare i traumi che il personaggio non gio-
cante può subire prima di morire, rappresentano anche il numero di conse-
guenze con cui il Meccanico minaccia il personaggio o i personaggi giocanti
che ci stanno interagendo.
Va da sé che infliggere traumi al nemico ne riduce le capacità di nuocere, di-
minuendo le conseguenze che è in grado di causare.
ator i, occhio,
Se nti, Meccanic E voi, gioc ere traum i
o, que sta più che g
regola è una lin una che a inflig segue nze,
ea g con
che se i costretto a uida, ecco. Non è riducete le te atte nti la
s sta
aiutare a farti un eguirla, però ti può m a se non è che poi il
’idea za
s i s iano gli avver di quanto pericolo- consegue n nzo muore!”
sari che schierera
i. povero stro
A titolo di mero esempio, un brigante può avere un valore di 2
traumi e 3 danni, un leader o un soldato può avere 3 traumi e
5 danni, e un costrutto programmato per ucciderti può avere 5
traumi e 30 danni. Se riesce nell’intento, termina la program-
mazione e sta fermo. Sa i che cons
olazione!
Per vedere qualcosa di un po’ più strutturato, consulta la sezione
bestiario.
Ma davvero giusto un po’
171
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Per capire meglio, riprendiamo il nostro terzetto da dove lo avevamo lascia-
to poco sopra.
Esempio:
Il Meccanico informa sir Robert Peel che il Miliziano Trivelle ha intravisto gli
aggressori: dalle finestre del primo e secondo piano, poco oltre, quattro lo-
schissimi figuri in abito nero stanno ricaricando le rapide balestre a proiettile
con cui hanno appena aggredito il gruppo. Quindi, dispone sul tavolo quattro
mazzetti, ognuno composto da due carte coperte (traumi e conseguenze) e
tre scoperte (danni).
Il Miliziano Trivelle sibila «Ci attaccano dai piani alti. Stia al coperto, ingegne-
re» e mette mano alla balestra.
«Li attacco» dichiara sir Robert Peel. Il Meccanico gli ricorda che deve giocare
in occhio-mano. Sir Robert annuisce e cala un 6 di Quadri e un 7 di Fiori. Con
cipiglio da pokerista navigato, scarta la penultima carta dalla mano e pesca
la prima coperta del mazzo: un 4 di Cuori. Incredibilmente ottiene 3 successi,
che spende in successo, estensione ed estensione, scegliendo di non annullare
alcuna conseguenza e concentrarsi per massimizzare il danno. La balestra di
Trivelle fa 3 danni e sir Robert incrocia le dita sperando che i manigoldi non
abbiano una protezione sotto l’abito. Non ce l’hanno. Trivelle scocca tre dardi
in rapida successione dando di manovella alla balestra, ma il proiettile del più
rapido di loro è già stato scagliato. Mentre due manigoldi si accasciano, spa-
rendo oltre il davanzale con un grido strozzato, e il terzo piove dalla finestra sul
lastricato del vicolo con uno schiocco poco rassicurante, il ciottolo colpisce con
violenza la fronte del miliziano, lasciandolo dolorante e disorientato (il Mecca-
nico applica le 2 conseguenze del primo avversario colpito: spossatezza (2),
che, eccedendo le carte restanti in mano a sir Robert, si traduce in un trauma
in Acciaio, e stordimento. Non applica immediatamente quelle degli altri due,
in quanto l’utilizzo di estensione non lo prevede).
L’ingegner Forti, intanto, al riparo sotto il loggiato, sta frugando nella sua bor-
sa aperta, armeggiando rapido con pinza e giratubi. Erone dichiara di voler
assemblare un’arma e, con l’assenso del Meccanico, si accinge a giocare in ar-
meria di fortuna. Cala il 4 e il 5 di Picche, ottenendo 3 successi. Scorre la lista
delle etichette per valutare come comporre l’arma.
Del dottor Pietrafranca non c’è traccia, quindi ora il Meccanico si accinge ad al-
locare le conseguenze residue. L’unico avversario ancora in piedi, con spaven-
tosa rapidità, inizia a bersagliare l’area in cui Forti sta armeggiando, costrin-
gendolo alla fuga (isolamento su Trivelle, isolamento su Forti), colpendolo
alla nuca (ferimento, trauma in Acciaio) e danneggiandogli le lenti (perdita).
Poi inizia a urlare a squarciagola per chiamare rinforzi (accentramento). Il

172
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Meccanico ritiene che la minaccia sia stata adeguatamente espressa e rinun-
cia ad allocare la sesta conseguenza residua.
Sir Robert si prepara a giocare al buio. Può farcela: dal turno successivo le con-
seguenze con cui il Meccanico minaccerà lui ed Erone sono solo due. Il punto
ora è: chi arriverà per primo? Il dottor Pietrafranca con qualche intruglio ener-
gizzante o i banditi di rinforzo attirati dalle grida?

Oggetti e creazione
Oggetti nel gioco
The Gear tratteggia un mondo che è allo stesso tempo contemporaneo, an-
tico e avveniristico, in cui gli oggetti di tutti i giorni spaziano dalla fantasia al
ricordo.
Molti di essi avranno una funzione legata esclusivamente alla narrazione e
non avranno bisogno di essere supportati da regole. Tutti gli altri, invece, sa-
ranno descritti da alcuni aggettivi: le etichette.

173
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Le Etichette
Le etichette sono descritte da un simbolo (+ per etichette dal valo-
re positivo, - per etichette dal valore negativo, +- per etichette dal va-
lore neutro) e una descrizione dell’effetto sulle meccaniche di gioco.
Quella che segue è una lista abbastanza ampia di etichette utilizzabili. Come
sempre, è consentito e ben visto personalizzarle o crearne di nuove. In tal
caso, va fatta attenzione a mantenerne i vantaggi o gli svantaggi in linea con
quelli della lista.

• Automatico (+):
l’oggetto agisce spontaneamente dopo un’attivazione. Acquistabile più
volte: ogni acquisto permette un nuovo compito/effetto.
• Dannoso (1) (+):
Oh, il valore di
con un attacco andato a segno, l’oggetto fa 1 dan-
no. Acquistabile più volte: ogni acquisto aumenta
di 1 il danno base dell’oggetto. “dilagante”

l’oggetto applica i suoi effetti in un’area del diame- indica
Dilagante (1) (+): i succe s s i in
a
tro di un metro (se diffuso, tipo un gas o un im-
e ste n s ione che ti regal
tto.
l’ar m a o l’ogge -
pulso) oppure su un ulteriore bersaglio, come se
fosse speso un successo in estensione. Acquista-
bile più volte: ogni acquisto aumenta di un metro
P o i ci p u o i sem pre ag
(m) il diametro dell’area o aggiunge un ulteriore
che fai
bersaglio (b). giungere quelli
eh
• Energizzante 1 (+):
l’oggetto fa pescare 1 carta dal mazzo. Acquistabi-
con la giocata,
le più volte: ogni acquisto aumenta di 1 il valore di
energizzare.
Parlando
di
m aneggio roba che
• Nascosto/Silenzioso (+):
l’oggetto è/rende difficile da individuare.
io
• Performante (+): riferir s i ta , potrebbe
n
l’oggetto dà +1 ai valori di tutte le carte giocate in
m icros pia, to a una
un’abilità specifica. che è piccol
• Potenziante (+): q u a n to a una tu a,
l’oggetto aggiunge 1 successo alle giocate in una
ca, che è… ta m imeti-
data abilità. m imetica
• Protettivo 1 (+):
riduce di 1 il valore di ogni conseguenza spossa-
tezza subita. Acquistabile più volte: ogni acquisto
riduce di 1 il valore di ogni conseguenza spossa-
tezza subita.
174
Sam Mazzotti (Order #22771542)
• Resistente (+):
l’oggetto, per essere rotto, richiede 2 conseguenze perdita. Alla stessa
maniera, ne servono altre due per renderlo definitivamente distrutto.
• Stordente (+):
l’oggetto stordisce, abbaglia o debilita uno o più sensi del bersaglio.
• Teleoperativo (+):
l’oggetto agisce a lunga distanza.
• Traumatico (+):
l’oggetto causa un trauma o rompe un oggetto con un attacco andato a
segno (senza richiedere la spesa di un ulteriore successo in permanen-
za).
• Ingombrante (+-):
occorrono due mani per impugnare l’oggetto, che però acquisisce l’eti-
chetta dannoso (1).
• Ricaricabile (2 cariche) (-+):
ogni utilizzo dell’oggetto consuma una carica. Ricaricabile. Acquistabile
più volte: ogni acquisto aggiunge ulteriori 2 cariche.
• Vistoso (-+):
l’oggetto è/rende individuabile da lunga distanza.
• Alimentato (-):
l’oggetto deve essere collegato a una fonte di alimentazione molto
grande.
• Fisso (-):
l’oggetto deve essere fissato a qualcosa (il terreno, un veicolo) o non
trasportabile.
• Debilitante (-):
l’oggetto infligge spossatezza (1) all’utilizzatore a ogni utilizzo.
• Fragile (-):
l’oggetto è rotto se in una giocata fatta per utilizzarlo non si ottiene al-
cun successo. Una conseguenza perdita sull’oggetto lo distrugge anzi-
ché romperlo.
• Lento (-):
gli effetti dell’oggetto si applicano il turno successivo all’utilizzo.
• Monouso (-):
l’oggetto perde ogni effetto dopo un singolo utilizzo.
• Pesante (-):
l’oggetto è pesante e difficile da trasportare. Impedisce di correre.
• Specialistico (-):
solo un personaggio competente (con abilità, jack, queen o jolly idonei)
può utilizzare l’oggetto.
175
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Due passi al mercato
Una lista di oggetti a scopo di esempio

Fa luce in un cono di fronte a sé per qualche de-


Lanterna a carica manuale cina di minuti dopo essere stata vigorosamete
scossa.
Lento
Costo: 3 fiorini.

Valigia da investigatore Valigia dotata di ogni strumento necessario per


un’indagine sul campo: reagenti per analisi, rileva-
Ricaricabile (2);
tori e molto altro che aiuta le indagini dei Miliziani.
performante (ricerca di trac-
ce); specialistico (Miliziano) Costo: -- (fornita dalla Milizia)

Impianto idraulico con innesto necromeccanico


Assistente da spalla di avambraccio e sistema cerebro-oculare.
Vistoso, pesante; Nel caso il soggetto riceva un trauma in Acciaio,
energizzante (3); il meccanismo si attiva e inietta nel portatore un
automatico rinvigorente ad alto potenziale.
Costo: 200 fiorini

Banco da lavoro e da scrittura con un innesto


necromeccanico di braccio e sistema cerebro-o-
Copiatore da banco
to-oculare, per copiatura in tempo reale del testo
Fisso scritto o scrittura sotto dettatura.
Costo: 650 fiorini

Granata che emette un lampo e fumo dolciastro


Granata per gli sciocchi
e appiccicoso, usata come antisommossa per di-
Monouso; stordente; sperdere assembramenti, o nei blitz.
dilagante (3 m)
Costo: -- (fornito dalla Milizia)

Zaino per il trasporto di un modulo-caldaia. At-


Compressore tivandolo genera pressione sufficiente per rica-
ricare uno strumento alimentato trasportabile.
Ingombrante; pesante;
Consuma pellet.
ricaricabile (8)
Costo: 80 fiorini

176
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Una postazione di cottura dotata di arti necro-
meccanici e sistema cerebro-oculare. Cottura
Cucina da campo deambu-
e necromeccanica sono alimentati dalla stessa
lante
caldaia. Segue l’utilizzatore mentre le vivande si
Lento; automatico cuociono.
Costo: 140 fiorini

Un cilindro delle dimensioni di un bicchie-


Forzatore re che, appoggiato contro una serratura, la
scassina distruggendola in assoluto silenzio.
Monouso; performante (oc-
Si distrugge nell’utilizzo.
chio/mano); silenzioso
Costo: 40 fiorini

Set di lenti montate su occhiali a doppio disco che


Lenti proiettive
permettono una visione quasi microscopica. Se
Performante (percezione); disallineate, perdono ogni funzione.
fragile
Costo: 80 fiorini

Valigia portavalori
Valigia rinforzata per il trasporto di valori o equi-
Pesante; paggiamenti preziosi.
resistente

Set per la manutenzione dell’Armatura Tecnopo-


Fabbro in scatola
tenziata. Ogni carica ripara un armamento/dispo-
Ricaricabile (2); sitivo danneggiato in 30 minuti. Non richiede una
specialistico (manutenzione giocata.
degli armamenti)
Costo: -- (fornito dalla Fortezza)

Borsa attrezzata con strumentazio-


ne per la rianimazione d’emergenza sul
Borsa medica
campo, matrice staminale totipoten-
Ricaricabile (2); specialistico te, cicatrizzante nebulizzato e quant’altro.
(medicina avanzata); Potenzia le giocate in medicina avanzata per il
Potenziante (1) trattamento di traumi in Acciaio.
Costo: -- (fornito dalla Cittadella)

Tuta da lavoro estremamente pesante e scomo-


Gabbia termoisolante di da che permette la manutenzione delle caldaie
Hun Wei in funzione. Rende immune al calore ma causa
spossatezza.
Debilitante (1)
Costo: 60 fiorini

177
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Banco da lavoro di grandi dimensioni che sup-
Banco dell’artificio porta le realizzazioni di meccanica di precisione.
Si trova comunemente nelle Fucine degli Artefici
Fisso;
in Cittadella. Potenzia le giocate di costruzione
potenziante (1);
meccanica e chimica.
fragile
Costo: -- (fornito dalla Cittadella)

Drone da ricognizione
Drone a sei zampe telecomandato con camera
Teleoperativo; fragile; ri- integrata. Permette ricognizioni a distanza.
caricabile (2); performante
Costo: un favore medio o una strumentazione di
(percezione); specialistico
pari valore.
(archeo-pilotaggio)

Battle Tortuga Drone a quattro ruote corazzato e dotato di un


cannoncino a rotaia ad aghi magnetizzati.
Teleoperativo; dannoso (2);
lento; resistente; ricaricabile Costo: un favore grande o una strumentazione di
(2), specialistico (archeo-pi- pari valore.
lotaggio)

Granata che rilascia una aerosoluzione bassa e


Nebbia fisiodopante da densa.
battaglia
Respirata per qualche minuto stimola le funzioni
Dilagante (1m); potenziante biologiche e prepara allo scontro.
(combattimento); energiz-
zante (4); monouso; lento Costo: -- (fornito dalla Milizia). 300 fiorini al mer-
cato nero.

178
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Due passi
a
in armeria
scopo di
e sem pio!
Una lista di armi
Nb: nel valore di danno delle armi è già
conteggiato il + 1 di quelle ingombranti.

Coltello Coltello da combattimento, nato per ferire


Dannoso (2) uomini, non pagnotte.

Grembiule di Cuoio della Citta-


della Status symbol della casta tecnocratica dei
Protettivo (1); specialistico (poli- Costruttori e degli Artefici.
tica)

Balestrino
Balestra ad una mano a ricarica automatica.
Dannoso (2); teleoperativo; fragile

Manganello sonico Manganello in uso alla Milizia. All’impatto,


il timpano d’ottone sulla punta emette uno
Dannoso (1); stordente schianto sonoro che stordisce la vittima.
Balestra a ripetizione
Balestra da 300lbs con ricarica ad aria com-
Dannoso (3), Dilagante (2b); in- pressa: un’arma letale. Ogni carica è un cari-
gombrante; teleoperativo; ricari- catore da 5 dardi.
cabile (2)

Giustacuore potenziato Giustacuore con dotti irroranti che integra


due cariche fumogene: in caso di necessità,
Protettivo (2); ricaricabile (2); l’utilizzatore può azionarle per nascondere il
Nascosto proprio attacco o la propria fuga.
Mazza da Forgia
Dannoso (3); ingombrante; pe- Martello usato nella forgiatura.
sante

C.C.C. (cannone a compressione Cannone alimentato a Pellet, produce una


calorifera) pressione capace di sparare una sfera di
Dannoso (5); lento; ricaricabile (2) piombo da mezzo chilo lungo una canna ri-
o alimentato (vapore); teleopera- gata di 150 cm. Gittata lunghissima e forza
tivo; fragile; pesante d’impatto devastante.

179
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Fucile a risonanza
Dannoso (1); traumatico (acciaio); Fucile terminante in un trombone acustico:
ricaricabile (4) o alimentato (pres- emette una sequenza di schianti localizzati
sione); dilagante (3b); ingom- che squassa le ossa ai bersagli.
brante; specialistico (Miliziano o
Tecnofante)

Guardia nera della gomma Armatura lamellare realizzata usando residui


Protettivo (2); Resistente; specia- di gomma vulcanizzata e reti metalliche in-
listico (Tecnosofo) trecciate; praticamente indistruttibile.

Postazione taser animata


Automatico; stordente; teleope- Torretta difensiva utilizzata dai Tecnosofi a
rativo; alimentato; specialistico protezione dei loro territori
(Tecnosofo)

Archibugio a butano Archibugio alimentato a butano, basato sul


Ricaricabile (2); dannoso (2); in- principio del motore a scoppio. Una camera
gombrante; traumatico (acciaio); viene inondata di gas che detona espellendo
dilagante (3b); specialistico (Tec- dalle 100 alle 300 scaglie di ferro a cortissi-
nosofo) mo raggio.

Pistola Tesla
Arma simile a un’arcaica pistola; emette una
Dannoso (2); teleoperativo; spe- scarica ad alta tensione simile ad un fulmine
cialistico (Tecnosofo); ricaricabile in miniatura.
(6)

Fucile elastico “Lasloo” Fucile ad aria compressa. La tensione assisti-


Dannoso (2); ingombrante; ricari- ta dall’aria compressa permette il rilascio di
cabile (4); traumatico (Acciaio) frecce altamente perforanti.

Balestra a nastro da contrassedio Enorme balestra su cavalletto infisso nel


terreno o su un veicolo grande, con blocco
Dannoso (4); dilagante (5); auto- di ricarica automatica alimentato a vapore.
matico (ricarica); teleoperativo; Spara dardi da un nastro di 150, con gittata e
fisso; alimentato (vapore) potenza devastanti.

i cos i
a q u e
l i a u n po’ r la
om ig i pe
A s s e usate vo quea
ch
e s c a subac
p
180
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Inventario
L’immensa varietà di oggetti che un personaggio può portare con sé è limi-
tata solo dalla fantasia e dall’inventario: ogni personaggio, infatti, può tra-
sportare un massimo di sei oggetti con etichette.
Ciò che si trasporta a bordo di un veicolo non è conteggiato nell’inventario
di un personaggio.
Ovviamente, non poter trasportare più di sei oggetti con etichette non im-
pedisce affatto di possederli.

Perlome no per q
uanto ne sanno
te ste di m icroscop le
io in Cittadella…

L'Armatura Tecnopotenziata
L’Armatura Tecnopotenziata è il nonplusultra della tecnica, l’apice della mec-
canica di precisione e della termoidraulica, l’armamento bellico più potente
che si possa incontrare in tutto l’Impero Scientifico.

Indossare o svestire l’Armatura Tecnopotenziata è complicato e richiede cir-


ca dieci minuti.
Il peso va dai 50 agli 80 kg, a seconda delle misure del Tecno-
fante su cui è forgiata, ed è trasportabile in un voluminoso scri-
gno che i Tecnofanti sono addestrati a portare sulle spalle con fatica.
Indossata, accesa e tenuta al minimo del consumo, un’Armatura Tecnopo-
tenziata assume le etichette:
protettivo (2)
dannoso (2)
ricaricabile (10)

181
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Utilizzo dell'Armatura
Tecnopotenziata
Spendere una carica dell’Armatura Tecnopotenziata permette al giocatore
di un Tecnofante di attingere alla sua piena potenza e poter quindi effet-
tuare giocate nelle abilità di Ingranaggio combattimento tecnopotenziato e
movimento sovralimentato.
Ogni giocata in combattimento tecnopotenziato consuma una carica e atti-
va gli effetti di uno e uno solo degli armamenti dell’Armatura.
Ogni giocata in movimento sovralimentato consuma una carica e attiva uno
e uno solo dei dispositivi servoassistenti attivi dell’Armatura.
I dispositivi servoassistenti passivi consumano normalmente una carica per
essere attivati ma non richiedono una giocata e non impegnano l’azione. Per
ognuno di essi è indicata la durata dell’effetto.
Ogni armamento o dispositivo servoassistente dell’Armatura può essere
rotto con la conseguenza perdita secondo le normali regole.
Ogni Tecnofante può possedere e implementare alla propria Armatura un
totale di armamenti e dispositivi servoassistenti pari al suo attuale valore di
Ingranaggio.
Armamenti e dispositivi servoassistenti sono reperibili, riparabili o sostitui-
bili in Fortezza, presso la fureria della Divisione Tecnopotenziata, redigendo-
ne corretta e motivata domanda.
Ogni armatura monta di serie l’armamento lame a estrusione e il dispositivo
servoassistente spinta servoassistita.

182
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Tabella degli armamenti
Lame a estrusione
Coppia di lame a doppio taglio lunghe 40 cm
(di serie)
che si estrudono dagli avambracci per fissarsi
Dannoso (4); dilagante (2b); sul dorso dei guanti.
resistente

Maglio
Maglio idraulico che rimpiazza uno dei guanti.
Dannoso (4); traumatico; re- Non permette manipolazioni
sistente

Arpione assicurato a un rocchetto di cavo d’ac-


ciaio. Se colpisce un avversario, il giocatore
può spendere un successo in permanenza
per, anziché causare un trauma, agganciare il
Arpione bersaglio e tirarlo a sé, portandolo a distanza
di corpo a corpo entro il turno successivo, con
Dannoso (3); teleoperativo la forza delle braccia. L’arpione non è in grado
di tirare a sé un bersaglio autonomamente ma,
una volta sganciato, un piccolo verricello recu-
pera il cavo permettendo di ricaricare l’arma-
mento.

Balestra a ripetizione Uno dei guanti è rimpiazzato da una balestra


Dannoso (3); dilagante (2b); a ripetizione. Non permette la manipolazione.
teleoperativo; resistente Ogni caricatore contiene 5 dardi.

Entrambi i guanti sono rimpiazzati da una cop-


Pinze idrauliche pia di pinze idrauliche. Sebbene nasca come
dispositivo servoassistente per deformare e
Dannoso (4); traumatico; stor- squarciare le strutture in metallo, rientra fra gli
dente; resistente armamenti per il suo ingente potenziale dan-
noso.

Obice montato direttamente sul blocco cal-


Obice a pressione daia. Spara un nugolo di sfere metalliche con
Dannoso (2); teleoperativo; una parabola anche molto arcuata, permet-
dilagante (3m); resistente tendo di attaccare aree protette da difese ver-
ticali quali mura, trincee, vegetazione ecc…

183
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Tabella dei dispositivi servoassistenti
Dopo aver accumulato pressione, i pistoni servoas-
Spinta servoassistita
sistenti dell’Armatura esplodono in un salto che può
(di serie; attivo) raggiungere i 15 m in altezza e 30 m in lunghezza.
In alternativa, l’energia può alimentare per qualche
Lento; resistente
minuto una corsa a velocità fino a 80 km/h.

Servoplacche ammortiz- Le placche corazzate su tutto il corpo vengono


zatrici estruse dalle camere del vapore sottostanti, ag-
giungendo alla protezione offerta dalla durezza
(passivo) dell’acciaio quella data dall’assorbimento dell’ener-
Protettivo (2 cumulabile); gia cinetica.
resistente Rimane attivo per 3 turni.

Lenti termoreattive Sistema di ottiche polarizzate che permette, a se-


conda della regolazione, la visione termica o a in-
(passivo)
frarossi. Gli effetti durano fino allo spegnimento
Lento manuale.

Polveri elettrochimiche
addensate Nube di polveri sottili elettrosensibili che, rilasciata,
si deposita sull’Armatura e quanto nelle sue imme-
(passivo) diate vicinanze, conferendo una lieve protezione e
Protettivo (1 cumulabile); un effetto occultante.
dilagante (1m); nascosto; Gli effetti durano per 5 turni.
ricaricabile (2)

Commutatore di pres-
sione Collegando al commutatore un oggetto o un’arma
alimentati a vapore o pressione, si possono usare
(passivo)
le cariche dell’Armatura per alimentare l’oggetto.
Automatico (alimenta- Continua ad alimentare l’oggetto o l’arma finché
zione); lento (solo per il non viene scollegato.
primo utilizzo)

Raccordi di By-pass d’e-


mergenza Se un qualunque armamento o dispositivo viene
rotto a seguito di conseguenze perdita, attivando
(passivo)
i raccordi di By-Pass è riparato il turno successivo. I
Monouso; automatico raccordi sono completamente consumati.
(riparare)

184
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Compensatore di Fibodei
(passivo) Il compensatore aumenta l’accuratezza dei giroscopi
dell’Armatura, rendendola più sensibile ai comandi.
Performante (1) (movi- Questo, però, implica che un uso maldestro ne am-
mento sovralimentato); plifichi i danni strutturali.
performante (1) (combat-
timento tecnopotenziato); Rimane attivo per 3 turni.
fragile

Abbagliatore Le placche frontali si sollevano a scoprire una bat-


teria di fiale contenenti una soluzione fotogena ter-
(attivo)
moreattiva che, surriscaldate dal vapore, emettono
Vistoso; dilagante (5m); un lampo abbagliante che acceca chiunque sia ri-
stordente volto verso il Tecnofante.

Rampino con 50 metri di cavo d’acciaio. Sparato


Rampino
contro un bersaglio fisso e resistente come un tet-
(attivo) to, il muro di un edificio, un ponte o simili, si aggan-
cia e trasporta il Tecnofante al punto d’impatto in 1
Teleoperativo; resistente
turno grazie a un potente verricello.

avanza im-
Tu non vor resti vederlo un Tecnofante che
schiena.
bracciando un C.C.C.? Io sì, ma solo di

Titanismo
Tutte le Armature Tecnopotenziate hanno, sotto al pettorale sinistro, un di-
spositivo contenente una fiala di super-mioglobina, la sostanza che alimen-
ta i costrutti e che, se iniettata in un mammifero vivente, lo conduce verso
una morte atroce in poche ore, ma non prima di avergli concesso alcuni mi-
nuti di forza incontenibile.
Quando un Tecnofante subisce il quarto trauma ad Acciaio (l’Armatura lo ri-
leva autonomamente), o quando ritiene di trovarsi in una situazione dispe-
rata e senza via di scampo, optando quindi per l’innesco manuale, il disposi-
tivo si attiva e inietta la supermio direttamente nel cuore.
Questo, qualora dovesse verificarsi, interrompe il gioco per il giocatore del
Tecnofante, che si limiterà a narrare le gesta epiche della sua gloriosa batta-
glia finale, di come ha soverchiato nemici impossibili, di come ha abbattuto
minacce, ostacoli, edifici. Alla fine di ciò, inequivocabilmente, il Tecnofante
morirà, molto spesso dopo aver pronunciato le sue ultime parole ed essersi
spezzato il collo da solo per risparmiarsi le successive ore di agonia, come
viene insegnato a ogni recluta.
185
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Creazione degli oggetti
Per creare un oggetto un giocatore deve descrivere al Meccanico la forma e
la funzione di ciò che ha in mente di realizzare.
Il Mecanico assegna quindi all’oggetto una prima etichetta, che determinerà
la base del suo funzionamento, tra le seguenti:
• Monouso
• Alimentato
• Fisso
• Ricaricabile (2)
• Ingombrante

A questo punto il giocatore effettuerà una giocata in un’abilità appropriata.


Per ogni successo ottenuto, il giocatore potrà:

• Assegnare all’oggetto un’etichetta neutra (+-).


• Assegnare all’oggetto un’etichetta positiva (+), a cui il Meccanico ne ag-
giungerà a una negativa (-).
• Rimuovere dall’oggetto un’etichetta negativa (-).

186
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Una volta spesi tutti i successi ottenuti con la giocata, il Meccanico potrà ag-
giungere, se lo riterrà opportuno, un’ulteriore etichetta di qualunque genere.
Sta al Meccanico indicare tempi ed eventuali costi di realizzazione dell’og-
getto.

Non è possibile accumulare successi nel corso di più giocate per


realizzare oggetti molto complessi e potenti.

Oggetti di questo tipo richiedono tempi di lavorazione, strumen-


tazioni e capacità che non soggiacciono alle meccaniche del re-
golamento e sono invece ottimi spunti per trame e sottotrame
da gestire narrativamente di concerto con il Meccanico.

Modificare oggetti preesistenti è estremamente difficile se non


impossibile. Si possono riparare; si può cercare di copiarli, ma il
procedimento artigianale di creazione di ogni oggetto rende lo
studio necessario per operare la modifica talmente complesso
da risultare spesso svantaggioso rispetto al crearlo da zero.

187
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Esperienza:
L’esperienza è l’unità di misura della crescita e dello sviluppo del personaggio.
Ogni personaggio fa esperienza individualmente, attraverso 4 ambiti:

• Sbagliare
• Ferire
• Copiare
• Creare

I 4 ambiti sono riportati nel contatore delle esperienze, alla base della sche-
da del personaggio, accompagnati da una casella vuota.
Appena un personaggio compie un’azione significativa in uno dei 4 ambiti, il
giocatore marca la casella corrispondente.
Quando tutte e quattro le caselle del contatore delle esperienze sono mar-
cate, il personaggio guadagna 1 punto esperienza.
Effettuato il primo riposo completo successivo, il contatore delle esperien-
ze viene svuotato: il giocatore cancella le marcature nelle caselle e può, se
vuole, spendere tutti o parte dei punti esperienza fino ad allora accumulati.
Solo dopo aver svuotato il contatore delle esperienze è possibile ricomin-
ciare a riempirlo marcando le caselle quando il personaggio compie un’azio-
ne rilevante in uno degli ambiti.
È il Meccanico il giudice ultimo e incontestabile di quale azione sia o non sia
considerabile rilevante in un dato ambito.

Analizziamo più nel dettaglio che tipi di azioni possono considerarsi rilevanti
nei vari ambiti:

188
Sam Mazzotti (Order #22771542)
• Ferire
Il personaggio riceve un trauma in un conflitto op-
pure ferisce profondamente un avversario.
• Creare
Il personaggio crea un oggetto fisico che si rivela Oh, ti ricordo,
utile per il gruppo oppure crea un nuovo legame come orm ai
con un personaggio non giocante.
• Copiare
dovresti sapere,
Personaggio fa, o assume il ruolo di, qualcosa di che ferire qui
profondamente diverso da lui, oppure dà un buon
consiglio che viene seguito con profitto. vuol dire tante
• Sbagliare cose, non solo
Il personaggio fallisce un’azione le cui conseguen-
ze lo mettono in grave difficoltà oppure riesce a
botte…
salvare un altro personaggio da un pericoloso falli-
mento.

189
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Avanzamento
Un giocatore può spendere i propri punti esperienza precedentemente ac-
cumulati dopo ogni riposo completo.
Di seguito, la lista dei modi in cui è possibile spendere i punti esperienza,
raggruppati per costo:

Avanzamenti da 1 punto esperienza


• Eliminare una carta
Si rimuove dal mazzo la carta del valore più basso di un determinato
seme.
• Aggiungere una carta (≤7)
Si aggiunge al mazzo la carta del valore di 1 punto superiore a quello
dell’attuale carta più alta in un dato seme, fino a un valore massimo di 7.

Avanzamenti da 2 punti esperienza


• aggiungere una carta (≥8)
Si aggiunge al mazzo la carta del valore di 1 punto superiore a quello
dell’attuale carta più alta in un dato seme, per un valore di 8 o superio-
re.
• nuova abilita
Si sceglie una nuova abilità in cui il personaggio è, da quel momento,
addestrato.
• potenziamento abilita
Si sceglie un potenziamento e si associa a un’abilità posseduta.

Avanzamenti da 3 punti esperienza


• Jack
Si sceglie (dalla lista o creato ex novo) un nuovo Jack e si aggiunge alla
scheda e al mazzo con descrizione e valore assegnato dal Meccanico.
• Queen
Si sceglie (dalla lista o creata ex novo) una nuova Queen e si aggiunge
alla scheda e al mazzo con descrizione e valore assegnato dal Meccani-
co.
190
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Bestiario
Allora, Meccanico, abbandono un attimo il tono tecnico che ho provato a
dare alla parte delle regole per spiegarti al volo questo aspetto, che però in
un commento a margine non mi ci sta, ‘stavolta.
Questa lista rachitica non è per nulla esaustiva ed è solo un spunto per capire
come costruirti i tuoi antagonisti. Tutto sta nel trovare la giusta proporzione
tra danni e traumi e creare la giusta pool di conseguenze.
Attingi a piene mani dall’ambientazione, immagina quel che ti pare: se ti
sembra che ci stia bene, sicuramente esiste. Poi può trattarsi tanto di un co-
strutto con un supercomputer piantato nel cranio, animato da una IA e con
un mitra a tracolla, quanto di una vecchina armata di scopa e mattarello; ho
vissuto nella Grande Discarica nel ‘73, e conosco la madre di Lamberto: li ho
visti entrambi.
Sta tutto nelle giuste conseguenze: decidi cosa fa, che problemi crea, tradu-
cilo in conseguenze, crea una pool che le contempli tutte e poi, a ogni turno,
rispondi all’azione del giocatore (o dei giocatori) scegliendo dalla pool le con-
seguenze più adatte al momento nel numero di carte coperte, ovvero trau-
mi, che l’antagonista in questione ha ancora a disposizione. O nel numero
che ti sembra adatto per qualsiasi buon motivo.
Ora, come si diceva, per farti un’idea, dai un occhio a quanto segue.

Brigante
Un uomo che, preso dalla fame, dalla disperazione, dalla rabbia o da una vi-
sione del mondo in conflitto con quella dell’Impero Scientifico, ha deciso che il
brigantaggio è la soluzione. Sarà probabilmente armato di mazza, randello o
balestra.
Molti briganti non sono assassini e tendono a essere malmenati e ricacciati da
dove arrivano; quando non vengono arrestati.
Pool di conseguenze suggerita:
Spossatezza (2); trauma; perdita; accentramento; isolamento.
2 traumi e 6 danni (un veterano può arrivare a 3 Traumi e 8 Danni).

191
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Costrutto
Un corpo rianimato dalla Scienza e potenziato dalla meccanica, creato per un
compito preciso, che di norma non è il combattimento. In caso di scontro si limi-
ta a ripetere un singolo programma, è facilmente battibile con l’astuzia
Pool di conseguenze suggerita:
Spossatezza (3); trauma; consumo; perdita.
4 traumi e 20 danni
Il costrutto non sviene quando i suoi danni raggiungono lo 0.
Non è possibile portare a 0 i suoi traumi se i suoi danni non sono già a 0.

Costrutto Aberrante
Un corpo conciato con innestate parti provenienti da altri corpi, anche di altre
specie, o addirittura la fusione di più corpi assieme comandati da un unico cer-
vello o da un sistema di cervelli, il più delle volte potenziato da un esoscheletro
di massicci pistoni servoassistenti.
Può avere una programmazione anche molto complessa e, in alcuni casi, essere
recettivo a stimoli diretti, come codici sonori, sequenze di fischi, una voce speci-
fica, con i quali può essere comandato a distanza in tempo reale.
Se non comandato a distanza, facilmente battibile con l’astuzia.
Pool di conseguenze suggerita:
Spossatezza (3); trauma; consumo; perdita; stordimento.
5 traumi e 30 danni
Il costrutto non sviene quando i suoi danni raggiungono lo 0.
Non è possibile portare a 0 i suoi traumi se i suoi danni non sono già a 0.

192
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Costrutto Tecnosofico
Per i canoni dell’Impero Scientifico, un’inaccettabile aberrazione. Costrutto,
spesso potenziato da un esoscheletro di massicci pistoni servoassistenti, con le
interfacce neurogalvaniche collegate a un impianto tecnosofico o della Vecchia
Era. Questo può renderlo capace di eseguire programmi di complessità inimma-
ginabile e ampio grado di autonomia; può permettere di controllarlo da remoto;
può addirittura dotarlo, nei casi più eccezionali, di un’intelligenza artificiale che
lo renda totalmente autonomo.
Potrebbe essere equipaggiato con armi da fuoco o altri armamenti devastanti
della Vecchia Era; ha le basi del combattimento tattico di guerra e guerriglia.
Un avversario tremendo e letale da ogni punto di vista.
Pool di conseguenze suggerita:
Trauma; consumo; perdita;
stordimento; accentramen-
to; isolamento.
6 traumi e 20 danni
Il costrutto non sviene
quando i suoi danni rag-
giungono lo 0.
Non è possibile portare a 0
i suoi traumi se i suoi danni
non sono già a 0.

193
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Tecnosofo in armatura
Un Tecnosofo belligerante che ha deciso di declinare le Armature Tecnopoten-
ziare fiorentine secondo il suo stile. O, più semplicemente, che ha trovato qual-
che giga di film della Marvel e super sentai.
Il suo più grande potenziale è la creatività umana: combatte con ingegno e… con
una luuunga lista di optional.
Pool di conseguenze suggerita:
Spossatezza (5), trauma; consumo; perdita; isolamento; stordimento; ac-
centramento.
4 traumi e 15 danni (un veterano può arrivare a 5 traumi e 18 danni)

Sciame di Droni
Uno degli innumerevoli sistemi di difesa dei Tecnosofi: un vero e pro-
prio nugolo di macchine arcaiche e ronzanti che con zampe, eliche e ruo-
te si accavallano l’una sull’altra nel tentativo di bloccare un intruso.
Equipaggiati con i più disparati armamenti, possono agire in modalità automa-
tica o essere pilotati da remoto.
Pool di conseguenze suggerita:
(in automatico) spossatezza (1)
(pilotati da remoto) spossatezza (1); consumo; perdita; isolamento; stordi-
mento; accentramento.
8 traumi e 10 danni

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
oh, que sta l’ho m
e s sa in fondo, co
nascosta ne i vec me la bonus track
chi CD, perch ,
po e de i cas i dovre é per la m aggior la traccia
te far finta che n parte del
on e s ista, d’accord tem-
o?

Giocate a seme multiplo


Il Meccanico, quando lo ritiene opportuno, può chiedere una giocata in cui i
successi si possano ottenere con 2 semi diversi (come se la giocata attinges-
se anche da una seconda abilità).
In giocate come queste il giocatore è molto avvantaggiato ed è bene che
siano più uniche che rare al di fuori di quando previsto da un Jack o da una
Queen.
Tuttavia, può capitare che il Meccanico, per qualche motivo contingente a
lui noto, decida che una determinata giocata sia a seme multiplo. Questa è
una regola talmente eccezionale che sarebbe stato meglio non menzionarla
neppure. Vediamo di capire perché l’ho scritta lo stesso grazie a un esempio
e andiamo a ripescare il buon dottor Pietrafranca.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Esempio
Il dottor Pietrafranca si rialza dolorante in mezzo alla corte interna in
cui era rotolato. Prima ancora di avere il tempo di guardarsi intorno,
un energumeno in giacca e cravatta neri, con un crisantemo viola sul
bavero, gli rivolge un sorriso di insperata soddisfazione e si scaglia su
di lui.
Pietrafranca non è addestrato in combattimento ma, spinto dalla
necessità, estrae il suo bisturi dalla borsa medica e lo brandisce con-
tro il nemico.
L’aggressore è un navigato rissaiolo: ha imparato a combattere per
strada e tiene la guardia alta, proteggendo bene il petto e il viso. Il
Costruttore, tuttavia, è un esperto chirurgo e anatomopatologo: non è
addestrato ma sa dove colpire.
Il Meccanico dichiara che, in virtù di ciò, questa giocata in combat-
timento è a seme multiplo e Ippocrate può ottenere successi sia con
Quadri che con Picche (in virtù del fatto che medicina avanzata è
un’abilità di Ingranaggio, quindi legata al seme di Picche).
Ippocrate fa un sorriso furbetto. Ha scolpito il suo mazzo puntando
tutto su Picche e ora questo lo ripaga: può giocare una sola carta, non
possedendo l’abilità adeguata, e non ha nessuna carta di Quadri, ma
cala un bel 7 di Picche, scarta la penultima carta e spinge oltre il li-
mite. Qualunque cosa spunti dalla cima del mazzo, è sufficiente per
garantirgli almeno 2 successi. E infatti, 3 di Cuori, 2 successi! Ippocra-
te dichiara successo e trauma.
Il Meccanico sottrae al mucchietto dell’aggressore due carte scoperte
(il bisturi è dannoso (2)) e una coperta.
Il dottor Pietrafranca affonda la lama del bisturi nel fianco sinistro,
in profondità, dritta nel fegato. L’aggressore si accascia a terra ran-
tolando.

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Qui la carne scarseggia
eppure per vade ogni cosa.
Incapaci di riprodurre,
ma estri del conser vare,
pre pariamo fantasmi in scatola,
come lattine di tonno
e fagioli, che sfamano
i sopravvis suti dei film antichi,
per decenni, a volte per secoli,
dopo il funerale del mondo.
Qui la vita scarseggia
e per que sto diciamo che è sacra.
Scarseggia in ogni sua for ma,
in ogni sua espres sione.
Amicizia, amore, odio…
aromi artificiali dis idratati.
Annacquali a piacimento
e sentirai qualcosa:
il ricordo di un sapore.
Les siamo le emozioni
finché non sono pronte,
finché sono abbastanza ins ipide
per essere consum ate
senza patire in ecce sso
la straziante consapevolez za
che pre sto la solita falce
calerà anche se ha per so il ritmo,
mieterà il suo raccolto.
Avida, ingorda, folle,
demente di bramos ia.
Con cosa si sfamerà
mietuta l’ultima spiga?
197
Sam Mazzotti (Order #22771542)
198
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Directory bg4: Un_mondo_vasto_
oscuro&misterioso.int
Qui ti sbatto un paio di file secretati. Non che non ce ne fossero, sopra, ma
questa è roba pesante. È la roba per cui potrebbero venirci a cercare, per
esempio; per cui potrebbero piantarci un dardo nel cranio. Ma tanto questo
manuale non te lo puoi portare dietro. Spero.
Si vedrà.
Comunque, è la punta dell’iceberg; è quello che abbiamo messo insieme
finora. So già che c’è parecchio, parecchio altro. Ci arriverò. E ti aggiornerò.

Pacchetto de71:Onrz.
L’Onoranza
un’inchiesta di Thomas Galli.

C’è qualcosa che inseguo da tempo. Qualcosa che si muove sotto la pelle di Fi-
renze, forse di una bella fetta dell’Impero, addirittura. Non ho prove, né testi-
moni che si sognerebbero di ripetere quel che mi hanno raccontato, per cui, per
ora, non posso parlarne altro che qui. E siccome è una delle più grandi inchieste
dai tempi della Vecchia Era, anzi, la più grande inchiesta, non spiffererò quel
che so alla Milizia prima di pubblicarla, se non ci sarò costretto. Lo so, sono un
pezzo di merda. Probabilmente qualcuno morirà per questo, di sicuro in molti
soffriranno. Be’, fai pace con la coscienza se ti serve: sono un giornalista e un
Game Designer, non una Sorella della Pietà. Io perseguo la verità, non la giusti-
zia. La mia, di coscienza, è a posto così. E se non ti piace quello che ho scoperto
e che sto per raccontarti, ricordati che hai tutti gli strumenti per venire qui a fare
una bella pulizia e rimettere le cose a posto.

199
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de71.2: IB_11/8/2078_
arn.p.p.
Arena al primo pezzo
testimonianza di Ippodamia Briseide
Registrazione di Thomas Galli, 11 Agosto 2078

Thomas Galli: Chi è che gestisce il Re Ruben? Chi è il proprietario?

Ippodamia Briseide: E chi lo sa? Tutti, nessuno, un fantasma. Lavoro qui da


quando ha aperto e non l’ho mai saputo. D’altronde, le targhette coi nomi la di-
cono lunga sul rapporto tra il Re Ruben e il riserbo. Sono abbastanza sicura che
nessuno di loro conosca il mio nome, quindi siamo pari, no?

G: Non trovi inquietante non sapere per chi lavori?

I: No. I patti sono stati chiari fin dall’inizio e tutti li hanno sempre rispettati.
Nel mio mondo, questa è una garanzia ben più solida di un nome e un cognome.

G: Ok. Invece, che sai dirmi dell’Arena al primo pezzo?

I: Bravo, giornalista. Conosci la tua città, eh? O sei bravo, o sei un po’ marcio
anche tu.
In realtà non è male. Ci trovi di tutto, tranne una cosa.

G: Ovvero?

I: Il giudizio. Lì non importa a nessuno chi sei e cosa fai. Un po’ come qui…

G: Già. Non ti fa riflettere?

I: Se avessi voluto riflettere avrei studiato in Cittadella. Nella mia personale


scala di priorità è più in alto farmi i fatti miei.

200
Sam Mazzotti (Order #22771542)
G: Ci sei stata spesso?

I: All’Arena? Sì. Almeno una o due volte a settimana ci faccio un salto, se pos-
so.

G: Perché?

I: Te l’ho detto. Per l’atmosfera. Tu ci sei


mai stato?

G: Non ancora.

I: È un vecchio parcheggio interrato. Il primo piano è un po’ l’inferno dei vivi.


Gira ogni tipo di droga e sostanza, all’Arena, e là gli spezzati, i persi e gli sfigati
se ne stanno a farsi tutto il santo giorno. Sembrano una tribù di primitivi, come
se l’umanità avesse fatto il giro; in effetti, un po’ è così. Bracieri dove brucia
la peggio spazzatura e fiaccole; un fumo che fa piangere anche solo a guarda-
re dentro dalla porta, graffiti di carbone su tutti i muri e le colonne. E derelitti
di ogni età, ceto, professione, che se ne stanno contro il muro a fissare il nulla
nell’estasi chimica, o che si accapigliano in ridicoli scleri tra zombie per qual-
che cazzata per loro vitale.
Ma sotto è tutta un’altra musica. Sotto è un posto vivo, frizzante, elettrico.
Nella gabbia combattono per tutta la notte, un incontro dopo l’altro. Il pre-
sentatore ha un microfono con l’amplificatore elettrico. Una figata. E mentre
i gladiatori si fanno a pezzi a due a due, attorno la gente si foga, scommette,
compra. Ci sono banchi, sai? Dalle carabattole all’eroina, droghe di ogni tipo,
favori. Sembra il posto più pericoloso del mondo, a raccontarlo, e invece non ci
succede mai un cazzo di male.

G: Come funzionano i combattimenti?

I: Due entrano nella gabbia. Prima scelgono le armi: ne hanno una tavolata per
ciascuno e alcune sono davvero ridicole. Ferro ama usare sempre gli attrezzi
più improbabili e, ora che lo sanno, gli fanno trovare roba sempre più assurda.
Una volta mi ricordo che staccò una gamba a un tizio con una pala per le pizze.
Sai, di quelle per infornarle e rivoltarle in cottura, hai presente?

G: Certo. Chi è Ferro?

201
Sam Mazzotti (Order #22771542)
I: Il campione in carica, per così dire. Non che ci sia una classifica o nulla del
genere. Roba troppo elaborata. Però combatte quasi sempre, a volte due o tre
incontri a sera, e non perde quasi mai. La gente lo adora: è completamente paz-
zo.

G: Capisco. E come si arriva all’Arena? Come fa una cosa così in voga a mante-
nere il minimo di segretezza che impedisca, che ne so, una retata della Milizia?

I: Questo non so se posso dirtelo. Prova a chiederlo al tizio che vende il lampre-
dotto nel chioschetto in Sant’Ambrogio, uhm?

G: Chiaro. Senti, invece cosa sai dello Snuff Theatre?

I: Niente.

G: Niente? Un po’ diretta come risposta. Sembrerebbe il contrario…

I: Sei un giornalista o un Miliziano? Non ne so niente, non ci sono mai stata,


non ho idea di cosa sia né di cosa ci facciano. Però sono cresciuta nelle giun-
gle di Roma, dove la Vecchia Era non è ancora così vecchia, e lo so cosa vuol
dire snuff. E non mi piace. Se devo proprio dirti qualcosa, ho la sensazione che
possa aver a che fare in qualche modo coi collari viola. Ma si tratta di questo:
solo una sensazione.

202
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de71.4:
T_13/8/2078_tcsf.
cnv
Tecnosofi conniventi
testimonianza di Taser
Registrazione di Thomas Galli, 13 Agosto 2078

Taser: Bellino quel giocattolo. Te l’ha dato Linux?

Thomas Galli: Sì.

T: E lo sai usare?

G: Mi ha spiegato le basi, sì. Mi ha anche detto che probabilmente hai informa-


zioni che potrebbero avere a che fare con un’inchiesta che sto seguendo. Dice
che è da un po’ che tieni d’occhio un gruppo di Tecnosofi… strani.

T: Certo, può darsi. Ma perché dovrei parlarne con te? Qui alla Grande Discari-
ca non basta essere amico di amici per guadagnarsi un favore. Qui i favori sono
valuta corrente.

G: Ok. Posto che valgano qualcosa, che cosa vorresti per le tue informazioni?

T: Mmm… Un favore medio. Ci stai?

G: Andata. Racconta.

T: Non c’è molto da dire. Ma quel poco è buono, fidati. Non so se siano un
gruppo vero e proprio o dei freelance ingaggiati singolarmente. Non ho nean-
che idea di quanti siano; io ne ho contati almeno tre o quattro.
Non si mescolano con noi, non parlano, non comunicano via radio. O, perlo-
meno, a me non mi hanno mai cagata di striscio, né a nessun altro che conosca.
La Grande Discarica la bazzicano poco e niente. È come se non avessero quella
curiosità che ci contraddistingue. Però sono Tecnosofi, su questo non ci piove:
sono quasi tutti meccanici; si spostano su mezzi a idrocarburi, spesso pickup.
203
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Che sarebbero quei grossi veicoli, alti, con un cassone aperto per il carico
sul retro. Hai presente? Credo sia questo il principale servizio che offrono.
Quello e le radio: so che ce le hanno, ho misurato il segnale. Però hanno
dei sistemi di criptaggio davvero tosti. Non c’è stato verso di intercettare
cosa dicono; e ci ho provato, eh.
Fanno avanti e indietro, sprecano un sacco di metano. Trafficano qualcosa,
tra dentro e fuori le mura, e in tutta la campagna attorno a Firenze e chissà
fino a dove.

G: Perché credi traffichino qualcosa?

T: Una volta ne ho seguito uno col drone. Il telo del cassone era allacciato
male e a una curva il vento l’ha scostato. Aveva tre corpi ammassati là sot-
to. Trafficano qualcosa, dai retta. Qualcosa di grosso e rovente.

G: Trafficano corpi?

T: Corpi, parti anatomiche, organi; magari costrutti clandestini. Non ne ho


idea. Però se hai un minimo di intuito puoi trarre le tue conclusioni da solo
e non dovresti andarci troppo lontano, no?

G: Certo. Hai detto che… le consegne? Le possiamo chiamare così? Sono


probabilmente il principale servizio che offrono. E le radio. Ma a chi li of-
frono questi servizi?

T: E io che ne so? Non mi hanno ancora pestato i piedi e non fanno cose
interessanti. A parte le radio criptate, ma è l’unica e finisce lì. Perché dovrei
buttarci sopra dell’altro tempo?

G: Giusto. Chiaro. È tutto?

T: È tutto. Mi devi un favore medio.

G: Vedrò di tenerlo a mente.

204
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de71.7:
F_16/8/2078_Bcmt.
Beccamorti
testimonianza di Ferro
Registrazione di Thomas Galli, 16 Agosto 2078

Thomas Galli: Puoi presentarti ai nostri lettori?

Ferro: Sono Giorgio Ferrino. Ormai, in arte Ferro.

G: Il tuo soprannome, Ferro, è sinonimo di campione dell’A-


rena. Vuoi raccontarci la tua storia?

F: *ride*
Le voci girano parecchio, eh?
*ride*
Certo, che te la racconto, la mia storia. La mia storia è che
avevo una fattoria. Ci vivevo col mio compagno, mia sorella,
suo marito e loro figlio, mio nipote, che quella mattina aveva
tredici anni.
Io ero in Cittadella a comprare supermio.
C’è stato un problema col digestore. Qualcosa ha fermentato troppo. Tutto in
linea, no? La nostra famiglia era toccata dalla troppa grazia. Buoni rapporti,
buoni raccolti, perfino un figlio. Ovvio che anche i rifiuti, che anche la merda,
a noi fermentasse di più che agli altri.
Usavamo batteri termofili, che sono più rapidi. Va be’.
Immagino abbiano dovuto provare ad aprire la valvola di sfogo al volo, ma ov-
viamente era piantata perché non si usava mai. Come vederli, tutti lì a cercare
di far girare quel cazzo di rubinetto finché non esplode ogni bene.
Sono morti tutti, sul colpo. Corpi inadatti alla concia. Pensa quanto erano messi
male…
Oh, queste merdate capitano un giorno sì e l’altro anche, ormai. Però io non
l’ho presa benissimo.
Ho iniziato a deprimermi, che ci vuoi fare? In Cittadella mi hanno dato sec-
chiate di antidepressivi, regolatori del tono dell’umore, droghe ricreative. Un
cazzo di nulla.
205
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Ho iniziato a frequentare il Re Ruben. Lo conosci?

G: Quanto basta.

F: Bravo.
*ride*
Stavo sempre di sopra, giù è per chi è rimasto umano.
Ho iniziato a rompere le palle al barista, ma lui sì che ha gran classe: non si è
mai scomposto, si è fatto in quattro per darmi una mano.
*ride*
Mi trovava ogni droga che in Cittadella non ti danno, quelle vietate. L’eroina,
soprattutto, che è l’unico nettare che spegne qualcosa, per un po’. Ma è durata
poco.
Ho iniziato a scoparmi tutto quel che avesse un collare colorato. Te l’ho detto,
giù è per chi è rimasto umano. Tutto quel che respirava e aveva un collare, io ci
andavo. E qualche volta è stato anche divertente, qualche volta mi sono quasi
distratto. Stavo per restare al verde; la fattoria chi la cagava più? Ma, oh, si vive
una volta sola, no? Chi se ne frega!
Solo che non serviva a un cazzo. Niente serviva a un cazzo. Alla fine ho com-
prato un collare viola.
Quelli viola, li hai visti, no? Non sono mai più di un paio, due tizie, o un tipo
e una tipa. Vestiti anonimi, non puoi dire brutti ma insignificanti sì, e hanno un
senso di sbagliato, di sgraziato. Se non fossero così insignificanti e appartati,
quasi stonerebbero con l’ambiente. Insomma, non ti verrebbe mai voglia di
scoparteli, davvero. E infatti non lo devi fare.
Se arrivi a comprare un fazzoletto viola, vuol dire che sei alla frutta.
Insomma, pago e mi avvicino alla donna coi capelli a caschetto, maglione az-
zurro e jeans: miss nessuno al mercato. Non un sorriso, non il minimo sforzo
per piacere. Incrocia appena il mio sguardo, si alza e si avvia alle camere, senza
nemmeno vedere se la seguo. E la cosa è strana, perché non ci sono camere col
nastro viola. Infatti arriviamo a una in fondo al corridoio, che dà già su Via San
Niccolò e sembra più il ripostiglio delle scope. Indica una brandina e mi dice
«Sdraiati» e l’unico sentimento che trasuda è noia. E io, stranamente, non sen-
to nulla: sono distratto, per un attimo non sto soffrendo. Perché sono spiazzato
dall’assurdità della situazione.
Armeggia con qualcosa nel comò, poi mi fa un’iniezione. Con naturalezza,
come se fosse certa che non avrei obiettato.
E mentre mi accorgo che la brandina su cui sono sdraiato, in realtà, è una barel-
la, che ora si muove, spinta da lei, perdo contatto coi miei arti, col corpo, con
lo spazio e il tempo. Ketamina. L’ho scoperto dopo.
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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Non so quanto passa, non penso tanto, e sono in una specie di teatro. È piccolo,
ospiterà trenta, quaranta persone; ma non ne ho idea, in realtà, perché il palco,
dove sono io, è illuminato a giorno, e il resto è buio e non lo vedo. Però sento
un brusio, sommesso, pacato. La gente c’è.
La tipa, ora, ha un costume di scena, e mi chiedo come abbia potuto non accor-
germi di quanto è figa; ma è facile, adesso, con le cosce di fuori, i lustrini e una
coda di piume di pavone.
Ci sei fin qui, drugo?

G: Ci sono. Vai avanti.

F: *ride*
Un’altra tipa scosciata, che non riesco a vedere in faccia da dove sono, porta un
carrello con una grossa ruota. È divisa in spicchi, con dei disegni. Mi è rimasto
impresso quello con un pene e una vagina. Ovviamente. Che banale, l’atten-
zione.
La folla rumoreggia un po’, sembrano eccitati. La ragazza fa girare la ruota e
solo lì mi accorgo di essere nudo.
Quando la ruota si ferma, coda di pavone mi lega un laccio emostatico sopra il
bicipite destro e inizia a lavorare di bisturi e sega.

Drugo, combatto nell’Arena da una vita, ormai. Di solito vinco ma qualche


volta ho perso. Di pezzi me ne hanno staccato più d’uno. Ti giuro, con tutto il
dolore che provi – che è un picco di una soglia tale che non te lo puoi immagi-
nare, drugo, se non l’hai provato. Ti dovrei tagliare una mano per farti capire. Ti
taglio una mano? Eh, drugo? Quanto vuoi andare a fondo con la tua inchiesta?
Ti taglio una mano?

G: Preferirei evitare, potendo. Accetto la definizione di dolore inconoscibile.

F: *ride*
Insomma, con tutto il dolore che provi quando ti tagliano un pezzo, non si
avvicinerà minimamente all’orrore che ti monta dentro quando lo fanno e…
non senti niente. Cioè, lo vedi, sei lì, cosciente, vedi tutto, e lo senti anche, in
una certa misura, ma non fa male, e non si muove, non è più tuo. Ed è proprio
207
Sam Mazzotti (Order #22771542)
staccandotelo senza che accada nulla che ti dimostrano QUANTO!
DAVVERO! QUESTO CAZZO DI CORPO! NON È! PIÙ! TUO!
Capisci, Drugo?
Da lì iniziano le allucinazioni. È la ketamina, dice che lo fa. Io mi
ricordo che mi hanno staccato il braccio destro, lo hanno collegato
a un cazzo di macchinario e lo hanno manovrato per accarezzar-
mi come fosse una signorina lasciva, mentre decine di degenerati
nell’ombra applaudivano entusiasti. Ma potrebbe anche essere un
delirio della droga, eh.
*ride*
Il braccio non me l’hanno ridato. Ho dovuto farmelo ricoltivare in
Cittadella.
Un collare viola non l’ho più comprato e non credo risuccederà mai,
però farmi un giro allo Snuff Theatre mi è servito a mettere le cose in
prospettiva. È stata quell’iniezione di orrore e follia che mi ha fatto
sentire vivo. Non nel senso positivo, ma me lo sono fatto andare bene
lo stesso. Ha funzionato.
L’Arena: non mi era mai interessata perché la guardavo dal lato sba-
gliato della rete.
Non avevo mai combattuto in vita mia ma ci sono andato e ho chiesto
di entrare nella gabbia. Là ho scoperto che il mio istinto di conservazione si è
rotto, e che questo può essere un gran talento.
*ride*
Ora non posso farne a meno. Non c’è giorno in cui non combatta almeno una
volta e se c’è, sta’ sicuro che è una bella giornata di merda!
Oh, io gli voglio bene ai poveri stronzi che entrano in gabbia con me! Gli vo-
glio bene, perché è grazie a loro se sono ancora vivo.
Avrò fatto più di mille incontri, ormai. Ho perso tre volte. Ogni volta che ti
staccano un pezzo, fai un pieno di orrore che ti basta a pomparti per altre dieci,
cento, mille vittorie.

G: È una storia davvero incredibile la tua… Senti, ma che collegamento c’è tra
il Re Ruben, lo Snuff Theatre, l’Arena al primo pezzo? Perché mi sembra di
capire che un collegamento c’è, no?

F: E certo che c’è! Sono i ragazzoni eleganti col crisantemo.

G: …

208
Sam Mazzotti (Order #22771542)
F: I Beccamorti. Dai!
Grossi, minacciosi, tutti
in abito nero e cravatta, con un crisantemo di seta viola appun-
tato sul bavero. Mi vuoi dire che scavi nella merda da un pezzo e ancora non li
hai visti né sentiti?
*ride*

G: Mi ero fatto l’idea di un’organizzazione, in effetti, ma di questi Beccamorti


non so nulla. Chi sono?

F: Al Re Ruben sono più discreti, è chiaro. Non li vedi e, se li vedi, passano de-
filati e composti come clienti qualsiasi. Ma all’Arena sono ovunque. Control-
lano l’ingresso e l’uscita, controllano l’Arena e sedano ogni possibile bega sul
nascere. E, non posso dirlo per certo perché ero strafatto, ma sono abbastanza
convinto di averli visti anche allo Snuff Theatre. E di certo ce ne sono nelle fu-
merie dove smerciano la roba pesante. Che poi non è che si fumi granché, ma
pare che abbiano una certa passione per le nomenclature vintage.
*ride*

G: E di cosa si occupano, oltre alla gestione dell’intrattenimento al limite? Traf-


fici? Magari di roba medica?

F: Ah, lo vedi che allora qualcosa la sai? Eh, al limite… Oltre il limite, vor-
rai dire! Comunque, non ho idea di cosa combinino al di là di questo. Non mi
ha mai interessato e non ho mai chiesto. Però qualcosa fanno di sicuro. Il mio
braccio, per dire, non è che l’avranno buttato ai maiali…

G: Si appoggiano a dei Tecnosofi per le loro attività?

F: Non ne ho idea. Però ogni Beccamorto – non ti confondere coi ragazzotti in


prova che sono tutta un’altra cosa, eh – ha una radio. Tu cosa dici?
*ride*
209
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Senti, vedo che ti interessano parecchio. Io quel che so te lo dico senza peli sul-
la lingua, però non so molto perché non sono granché curioso. Trova il dottor
Chicco. Oddio, dottore… Di fatto. Non credo abbia la laurea. Però i pezzi li ri-
attacca alla perfezione, posso garantire.
Se lo fai sentire abbastanza al sicuro, e di certo un bel mazzo di fiori aiuta in
questo, lui è l’uomo giusto per farti spifferare tutto.

G: Il dottor Chicco? Non ce l’ha un nome vero? Dove lo trovo?

F: Ce l’avrà, ma non lo so. Comunque lo trovi all’Arena. Quasi sempre.

G: Ferro, io ti sono immensamente grato per queste informazioni che mai avrei
sperato di ottenere ma devo chiedertelo: perché diamine lo fai? Chi te lo fa fare
di esporti così? Non hai paura delle ritorsioni?

F: Tu chiedi e io rispondo. Mi piace chiacchierare. Ah, amico mio… MAGARI


AVESSI PAURA DI QUALCOSA! MAGAAARIII!
*ride*

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Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de71.9: drC_21/8/2078_
Onrz.
L’Onoranza
testimonianza del dottor Chicco
Registrazione di Thomas Galli, 21 Agosto 2078

Sam Mazzotti (Order #22771542)


Dottor Chicco: Come puoi garantirmi che non spiattellerai tutto alla
Milizia?

Thomas Galli: Perché non ne ho interesse. È un’inchiesta che sto


portando avanti per una guida rivolta a gente ben lontana da Firenze.

C: Ok, ma se io ti parlo dell’organizzazione, cosa ti impedisce poi di


passare le dritte alla Milizia?

G: Sono un giornalista, ok? Uno bravo. Proteggo sempre le mie fonti.

C: Amico, se poi la cosa viene fuori e quelli vanno a fare qualche domanda a
Ferro, quel pazzo gli racconta tutto per filo e per segno e siamo tutti morti. Se
ci va bene… L’hai visto com’è: non tiene la bocca chiusa.

G: Non verrà fuori nulla, te lo garantisco. Questa guida, praticamente, è per


gente di un altro mondo. Fidati.

C: Non lo so… Hai idea di cosa fanno quando sgarri di brutto? Io rattoppo la
gente all’Arena ma a volte anche al teatro, ok? Una volta ho visto il palco d’o-
nore. È tutto vero. Cazzo, ha un ragazzo e una ragazza conciati. Se li tiene sem-
pre accanto, nudi, lividi. La cosa più disturbante è quello scroto blu rinsecchito.
Lo scroto, capisci? Se sgarri, ti conciano così come sei, niente annullamento
dei tratti somatici e sessuali, niente asportazione dell’adipe, niente rasatura del
cuoio capelluto. Te ne stai lì, nudo, con una caldaia piantata nella schiena, a de-
comporti mooolto lentamente e a eseguire tutti i comandi che ti impartiscono.
Dice che quei due sfigati siano la sua ex compagna e l’amante. La compagna…
avrà avuto quarant’anni di meno! E ora è una bambola morta condannata a ob-
bedire e vergognarsi per l’eternità. Io non ci voglio finire così, capito? Ti rendi
212
Sam Mazzotti (Order #22771542)
conto di quanto non gliene frega un cazzo della legge per fare cose del genere?
Quella è gente capace di uccidere. E hanno Costruttori che col Giuramento ci
si puliscono il culo, ok?

G: Non farti prendere dal panico, dottore. Ti ho detto che non verrà fuori nulla
e nulla verrà fuori. Diciamo, se non sei convinto, che puoi lasciarti agilmente
persuadere dai cinquemila fiorini che ti ho foraggiato sull’unghia, eh?
Sì, sulla m ia di
unghia, la m aial
C: Ok. a di tu’ m a’…
Che vuoi sapere?

G: Tutto quanto. Chi sono, cosa fanno, dove hanno le mani in pasta. Tutto quel-
lo che sai.

C: Ora non farti strane idee. Non è che io sappia tutto. Solo chi ha il crisantemo
sul petto conosce i segreti dell’Onoranza…

G: L’Onoranza?

C: Sì, è il nome dell’organizzazione. Non so bene da dove nasca ma


è vecchio. Secondo me c’erano già prima della Grande Ecatombe,
in una forma o nell’altra, con un nome o un’altro. Si atteggiano da
becchini, ma la capiscono solo loro, l’ironia, visto che è un mestiere
che si è estinto ventun anni fa.
Fanno tutto quello che può rendere, ti direi. Di per certo il Re Ru-
ben è loro, anche se nessuno lo sa e loro sono ben lieti che sia così.
Poi l’Arena al primo pezzo, il teatro snuff, le fumerie, come le chia-
mano loro.
Trafficano medicine, prestazioni mediche clandestine, organi e parti
anatomiche. Non potrei confermarlo, ma sono più che convinto che
producano e smercino anche costrutti clandestini. Li ho visti, con le
finiture grossolane, la meccanica scadente e zero numero di telaio.
Eppure funzionano.
Prima che tu me lo chieda, ti avviso già che non ho idea di dove se
li procurino, i corpi per i costrutti, però ti dico questo: conciano chi
piscia fuori dal vaso, spacciano costrutti clandestini. Metti insie-
me i pezzi e vedrai se non hanno dalla loro dei Costruttori deviati,
gente formata in qualche Cittadella; perché la concia non la impari
leggendo due libri.

213
Sam Mazzotti (Order #22771542)
G: Tu sei un Costruttore? Hai studiato la concia?

C: See, magari. Io sono un dottore – più o meno; diciamo che me la cavo – però
la concia è su tutt’un altro livello; non avrei nemmeno idea da dove cominciare.

[…]

Pacchetto de74: ncl.dvt


Nuclei deviati

Ne succede di roba, fuori dalle mura, che la metà basta (e pure dentro, in re-
altà, come hai visto). Non tutti i cervelli si sono adattati a questa era delirante.
La maggior parte della gente, se finisce in bolletta, inizia a contare i soldi,
a risparmiare sui centesimi, a fare economia. Ma alcuni prendono gli ultimi
spicci che gli restano e li buttano via, se li bruciano in cazzate, come se, non
sopportando quel logorante impoverimento, volessero metterci un punto
fermo rapidamente e una volta per tutte.
Con la vita succede uguale: ogni tanto, qualcuno con una testa più bacata
delle altre decide che ormai non vale più un cazzo e ci si può fare quello che
si vuole.

214
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Pacchetto de74.1: FC_3/11/2076_
Mrd.
Cittadella deviata di Marradi
testimonianza della dottoressa Linda Zanieri
Registrazione di Fabio Cioffi, 3 Novembre 2076

Fabio Cioffi: Ora si calmi, beva un po’ di tè e mi racconti che è successo.

Dott. Linda Zanieri: Devo andare a Firenze, devo parlare al Consiglio! La Tec-
nopotenziata! Devono mandare l’Esercito, subito!

C: Dottoressa, si calmi. Mi racconti cos’è successo. Le do la mia assoluta paro-


la – e può credermi – che dentro alle mura di Villa Diamante qualsiasi cosa la
stesse inseguendo non entrerà. D’accordo? Si calma?

Z: … D’accordo.

C: Ha bisogno di un aiuto? Posso far chiamare il dottor Anselmi.

Z: Non serve. Ce l’ho.


*ingoia delle pasticche prese dalla borsa medica*
Siamo stati inviati a Marradi, come cellula di sostegno. Siccome il viaggio è
parecchio lungo, ci hanno affiancato due Tecnofanti.
Siamo arrivati alle porte della città al tramonto del secondo giorno. Era inquie-
tante, aveva un che di strano. Le mura serrate, deserte… Fiaccole a illuminare
il perimetro. Era il silenzio, mi rendo conto, l’aspetto più innaturale.
*trema*

C: Che cosa è successo in città?

215
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Z: Ci hanno accolti. Ha una Cittadella, Marradi. Sono cinque o sei consiglieri,
anche grande per gli standard dei borghi di confine…
Quelli che avevano inoltrato la richiesta non c’erano, hanno detto. La richiesta
per la cellula…
Non c’era nessuno per le strade.
*fissa il vuoto tremando*

C: Continui.

Z: Tenevano la gente soggiogata! Quasi un centinaio di persone schiavizzate da


un pugno di vecchi pazzi e mezza dozzina di sedicenti miliziani…
“Permettete che vi presenti i funzionari che hanno inoltrato la richiesta” ha det-
to il Costruttore, smanettando su un aggeggio della Vecchia Era che produceva
un sibilo snervante.
Era un costrutto aberrante, almeno tre persone fuse in quel groviglio di carne e
acciaio: i funzionari che avevano inoltrato la richiesta di aiuto.
Sono stati ammazzati e conciati per averlo fatto.
Il miliziano scelto Giovannelli non ha fatto in tempo ad alzare la balestra che
l’abominio gli ha fratturato le cervicali. Correva su sei gambe umane, maledet-
tamente veloce…
Spuntavano costrutti aberranti da tutte le vie, in quella luce rossa delle fiaccole.
Era come se fossero manovrati col pensiero, comandati da quel sibilo…
“Vattene!” mi ha urlato il caporale, mandando in pressione la caldaia e piazzan-
dosi assieme al collega a fare da muro tra me e loro.

C: Era un’imboscata?

Z: … Ci hanno accolti ma era tutto artefatto… Avremmo dovuto accorgercene


all’istante, ma la ragione ha soppresso l’istinto…
Io lo so, lo so che si sono iniettati la supermio!
*piange*
Ho corso, ho trovato un cavallo. Sono montata in sella e gli ho scaricato in vena
tutta la supermioglobina che avevo nella borsa, poi ho pensato solo a cercare di
rimanergli in groppa, puntando come potevo verso Firenze.
Loro sono rimasti lì.
DUE TECNOFANTI DELL’ESERCITO DI FIRENZE SONO MORTI PER
UN PUGNO DI STRONZI DEGENERATI!
Ma l’hanno raso al suolo, quel buco di merda, fino all’ultimo mattone. Ne sono
216
Sam Mazzotti (Order #22771542)
certa.
L’HANNO RASO AL SUOLO QUEL PAESINO DI MERDA!
*si accascia a terra piangendo a dirotto*

C: *bisbiglia*
Manda a chiamare il dottor Anselmi, per favore.

Sam Mazzotti (Order #22771542)


Directory cm2: Nella tana del
bianconiglio
E alla fine è quasi fatta, sei quasi arrivato. Hai portato degli amici? Conver-
rebbe.

Va bene, ora vai avanti solo se sei il Meccanico, altrimenti fermati qui.
Oppure leggi, che mi frega? Il manuale l’hai già comprato, o copiato, o ruba-
to. ‘Sti cazzi, tanto io non vedo un soldo comunque.

Sia come sia, se pensi di aver bisogno di ambientarti un at-


timo, ti lascio qui un bel fascicoletto su una beguccia che sta
dando problemi proprio in questi tempi e che tu e i tuoi amici
potreste rendervi parecchio utili risolvendo.
Ecco quello che abbiamo scoperto finora:

Ar rivato
fin
che da qu qui, im m agino tu ab
e ste parti bia capito
della s pa e di que sti
riz tem
la vita è s ione di per sone no pi peggio
acra, i cor
pi pre zios n c’è nulla:
inaccettab i, la s parizione
ile

• Stanno sparendo delle persone. Un po’ troppe, per la ve-


rità: si parla ormai di qualche decina al mese. Nessuno sa
che fine abbiano fatto, nessuno le vede più.
• I decessi, invece, stanno calando quasi in proporzione.
Questo ci porta a pensare che qualcuno stia facendo sparire
i cadaveri, principalmente.
• La Milizia sta battendo palmo a palmo la città con le uni-
tà fiutamorti (che sarebbero costrutti cinofili conciati e pro-
grammati appositamente per fiutare i processi decompo-
sitivi dei corpi umani fin dalle prime ore e recuperare così
218
Sam Mazzotti (Order #22771542)
eventuali cadaveri adatti alla concia dispersi) ma nisba: i soliti due o tre
poveracci di routine, morti in solitudine come hanno vissuto. I conti non
tornano. Questo ci porta a pensare ancor più intensamente che qualcu-
no stia facendo sparire i cadaveri.

• L’unico tratto comune ai dispersi è l’avere parenti stretti o congiunti in


vita molto anziani, o l’essere loro stessi altrettanto anziani. Ma vecchi
davvero, eh! Ti parlo di gente nata prima del 1970, qualcuno anche pri-
ma del ‘60.

• Il sospetto che va per la maggiore è che che vengano fatti uscire clan-
destinamente dalle mura e portati alla Certosa con la speranza di una
degna sepoltura. Probabilmente, l’età avanzata è indice di persone con
una lunga vita prima della caduta e con convinzioni sulla morte, la se-
poltura, le esequie e l’eventuale aldilà profondamente radicate in loro,
laiche o religiose che siano.

Da qui iniziano le nostre congetture.

• Facendo delle ricerche su qualcuno o qualcosa fuoriuscito dalle mura


illegalmente nel corso del tempo, emergerebbe di sicuro l’evasione, ri-
salente a quattro, cinque anni fa, di alcuni condannati ai lavori forzati a
vita, fuggiti da una casa lungo la cinta muraria, rilevata e messa poi in
sicurezza dai Miliziani murari della divisione “San Miniato -
San Niccolò”.
• Se nel gruppo ci fosse un Miliziano (o in alternativa un Ar-
tefice o un Costruttore, in grado di fare pressioni per ottenere il suppor-
to della Milizia) basterebbe una rapida indagine per ottenere queste in-
formazioni.

219
Sam Mazzotti (Order #22771542)
• Se, in seguito a ciò, il gruppo andasse a interrogare gli
“uscieri” della divisione “San Miniato - San Niccolò”, di
certo questi racconterebbero loro che, quattro o cin-
que anni fa, i quattro condannati ai lavori forzati evasi
furono visti sparire in una casa al termine di Via dei
Bastioni, proprio dove il tratto di mura nuove unisce
i bastioni a Porta San Niccolò. Non ne uscirono mai e
nessuno li vide mai più. Ispezionando la casa fu tro-
vata una breccia verso l’esterno delle mura. Murata la
breccia e murata la casa.
• Se nel gruppo ci fosse un Tecnosofo, che decidesse
di scandagliare le frequenze radio nella zona attor-
no alle due porte, o facesse almeno qualche doman-
da al riguardo ai propri colleghi alla Grande Discari-
ca, scoprirebbe quello di cui in diversi tra noi si sono
già accorti: comunicazioni criptate in tutta l’area e
movimenti sospetti lungo Via dei Bastioni. Certo, è
una zona tra due porte, vero (e, peraltro, Porta San
Niccolò è una torre altissima) ma l’ultima svolta del-
le mura offre un angolo cieco che, se sfruttato con
discrezione, mette al sicuro dalle attenzioni degli
“uscieri”.
• Poco oltre, a Piazzale Michelangelo, che si raggiunge
risalendo la collina, ha luogo in certe notti uno strano
via vai di antichi mezzi a motore.
• Stanti così le cose, ci siamo convinti che, se il gruppo
ispezionasse gli edifici immediatamente adiacenti alla
casa murata, scoprirebbe nella cantina di uno di essi,
probabilmente quello due porte più a ovest, un tun-
nel che sbuca proprio all’interno dell’edificio nel quale
la breccia attraverso le mura è stata sicuramente ria-
perta e abilmente camuffata.

220
Sam Mazzotti (Order #22771542)
• Siamo pronti a scommettere che, se il
gruppo andasse a fare qualche doman-
da tra i contadini delle fattorie attorno
alla Certosa (o riuscisse incredibilmente
a introdursi nel monastero), anche con-
ducendo gli interrogatori con gli infallibili
quanto a volte discutibili mezzi di un Mi-
liziano, scoprirebbe di aver fatto un buco
nell’acqua: senza ombra di dubbio, i lo-
schi traffici su cui si sta indagando non hanno nulla a che fare con i reli-
giosi (sempre che ci sia ancora qualcuno di vivo dentro la Certosa). Qual
è, allora, la destinazione reale di questo contrabbando di corpi?

A questo punto, non possiamo che ipotizzare i vari scenari possibili.

• Il gruppo potrebbe decidere di appostarsi nei pressi della casa con la


breccia. Dopo un’attesa difficile da quantificare, probabilmente assiste-
rebbero all’arrivo dei trafficanti di cadaveri (e, perché no, magari anche
di anzianissimi morituri consenzienti, convinti di andare a trascorrere
in pace i loro ultimi giorni al monastero in attesa di una degna sepoltu-
ra). Se dovessi scommettere, direi che arriverebbero a bordo di un carro
della nettezza pubblica rubato o contraffatto.
• Vedrebbero quindi i cadaveri (e gli eventuali morituri consenzienti) tra-
sportati attraverso gli edifici e fuori dalle mura, e presi in carico da al-
cuni operativi che, sicuramente, attendono nell’angolo cieco. Probabil-
mente questi ultimi avranno con sé dei costrutti – clandestini, mi ci gio-
co le palle – con cui trasportare il carico in cima alla collina, attraverso il
boschetto.
• Se i nostri decidessero di pedinare gli operativi fino al piazzale, e riu-
scissero a non farsi scoprire, evitando così di metterli in fuga o scatena-
re il probabile scontro armato, li vedrebbero caricare corpi e morituri su
antichi mezzi a motore e partire nella notte.

221
Sam Mazzotti (Order #22771542)
• Se il gruppo tentasse, a questo punto, di pedinare
– o catturare – i trafficanti dentro le mura (finendo
inevitabilmente per innescare uno scontro arma-
to), qualora riuscisse a fare prigionieri e ottenesse
un buon successo nell’estorcere loro informazioni,
finirebbe quasi certamente per scoprire l’esistenza
di un importante presidio operativo dell’Onoranza.
Io sono convinto, vista anche l’esposizione logistica,
che il quartier generale risulterebbe essere l’ospedale
di Ponte a Niccheri.
• Se il gruppo tentasse di inseguire i veicoli (un Mi-
liziano potrebbe seguirne le tracce, un Tecnosofo
potrebbe pedinarli con un drone, un radiotraccian-
te o un veicolo, se lo ha, mentre un Tecnofante po-
trebbe… be’, inseguirli a piedi spingendo al massimo
l’Armatura), e ottenesse successo, verrebbe proba-
bilmente condotto al loro presidio operativo, che, ci
scommetto, sarebbe l’ospedale di Ponte a Niccheri.

• Il gruppo potrebbe anche decidere, invece, di appostarsi


all’interno della casa-breccia e tendere un’imboscata ai traf-
ficanti di corpi. Al loro arrivo nella casa, lo scontro armato
sarebbe pressoché inevitabile e, qualora ci fossero, potreb-
bero rimanere feriti o uccisi dei morituri. Se i nostri avessero
la meglio e riuscissero a fare dei prigionieri, interrogandoli
con successo scoprirebbero probabilmente l’esistenza di un
importante presidio operativo dell’Onoranza. Come ho già
detto più volte, resto convinto che il quartier generale risul-
terebbe essere l’ospedale di Ponte a Niccheri.

222
Sam Mazzotti (Order #22771542)
• Una volta raggiunto il presidio di Ponte a Niccheri, il grup-
po lo troverebbe di certo ben guardato da Beccamorti ben
armati, attrezzati Tecnosofi e costrutti da difesa clandestini
(non saranno all’altezza di quelli della Cittadella ma fanno
comunque il loro sporco lavoro e non hanno limiti alla pro-
grammazione offensiva).
• Se avessero modo di esplorare furtivamente il complesso
ospedaliero (o se riuscissero a bonificarlo per poi esplorarlo),
immagino finirebbero per scoprire che i cadaveri vengono
conciati per ottenere costrutti clandestini o macchine ibri-
de, mentre gli anziani morituri vengono visitati e, se trovati
in buona salute, sedati e messi in una sorta di vivaio vege-
tativo, in cui tenerli in vita mentre vengono sezionati pezzo
dopo pezzo e organo dopo organo per alimentare il giro dei
trapianti clandestini, fino alla morte, a seguito della quale
quel che resta di loro viene indubbiamente conciato per far-
ne macchine ibride; se invece risultano già in pessima salute,
come sarebbe più probabile vista l’età troppo avanzata (d’al-
tronde stiamo supponendo siano andati spontaneamente a
morire sperando in una degna sepoltura, quindi è probabile
che siano già a un passo dalla concia) vengono soppressi e
conciati.

Se tu e i tuoi amici provaste a seguire questi indizi e scopriste


che le cose stanno proprio come suppongo, be’, non vi reste-
rebbe che fare la dovuta pulizia. Vi ricordo, però, che qui la
vita è scarsa e sacra, e l’obiettivo, come sempre, è l’arresto e
la condanna ai lavori forzati a vita per la pubblica utilità, e non
l’eliminazione diretta. Provate a tenerlo a mente.

223
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Sam Mazzotti (Order #22771542)
v e n ut o. .
B en

225
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Directory 444: ringraziamenti

Grazie a Hermes

Grazie al geniale e pericoloso Nicola Santagostino, per aver


dato un nome a tutto questo coniando il termine “necropunk”
e per aver dato vita a una delle organizzazioni criminali più
orrende di sempre, l’Onoranza. La sua esperienza da attivi-
sta antimafia è stata preziosa per questo.

Grazie al dottor Vincenzo Valerio Pisani, direttore del Labo-


ratorio di sperimentazione avanzata e consulente per tutte
le questioni chirurgiche de L’Ingranaggio. Le cose inaccurate
sono quelle che abbiamo fatto da noi senza chiedere.

Grazie alla dottoressa Francesca Rosetto per aver realmente


sintetizzato la super-mioglobina. Se Elisabetta Gori ha un
avatar nel nostro piano, è probabilmente lei.

Grazie ai nostri eroici playtester, che hanno contribuito a


saggiare i limiti di questo mondo e a plasmarne numerosi
aspetti: Sara “Lenna” Cruicchi, Luca “Nocciolo” Lai, Gabriele
“Alec” Monaci, Federico “Mujab Malvasi” Trentanove, Matteo
“Felipe” Vacca e Francesco “Wu Lì” Valli.

Grazie ai nostri peer reviewer Alessandro Rossi, Nicola San-


tagostino (che è sempre quello di prima), Gregorio Taddei e
Federico Tempesti: gli spunti che ci avete dato erano validis-
simi. Se qualcuno non l’abbiamo colto, è perché non ce la
possiamo fare.

Grazie a chi ci è stato vicino e ha avuto la costanza e la pa-


zienza di sostenere questa folle impresa.

Grazie a Nicoletta Baldari, per la presenza costante.

226
Sam Mazzotti (Order #22771542)
I N
Directory ild: L’Ingranaggio.int
D I C E
• Pacchetto bs4: doc.min.collasso_globale. • PAG 7
• Pacchetto bs7: E.Gori_3/7_W.C.D.C. • PAG 16
• Pacchetto bs8: E.Gori_4/7_CdS • PAG 17
• Pacchetto bs9: E.Gori_5/7_SdC • PAG 19

Directory pd2: Manuale+G.Designer • PAG 21

Directory bg1: Cittadella.ext


• Pacchetto de17: GdG_22/10/74 • PAG 25
• Pacchetto de21: LM_13/4/2077_H - L’ospedale della • PAG 27
Cittadella
• Pacchetto de22: LM_13/4/2077_FdA/LdC - Fucine • PAG 32
degli Artefici e Laboratori di concia
• Pacchetto de23: LM_13/4/2077_csrt - I costrutti • PAG 34
• Pacchetto de24: LM_13/4/2077_svl.evl_csrt - Svi- • PAG 39
luppo ed evoluzione dei costrutti
• Pacchetto de25: LM_13/4/2077_impt.sc.pol_csrt - • PAG 43
Impatto sociale e politico dei costrutti
• Pacchetto de26: LM_13/4/2077_Empr - Emporio • PAG 48
della Cittadella delle Scienze
• Pacchetto de27: LM_13/4/2077_Lbrt.spr.av. - Labo- • PAG 49
ratorio di sperimentazione avanzata
• Pacchetto de33: PM_8/5/2077_Cdc.Sctf - Il Codice • PAG 50
Scientifico

Directory bg2: Dentro_le_mura.int


• Pacchetto bs_19: FI_est&flv - Firenze: estetica e fla- • PAG 55
vour
• Pacchetto bs_20: Gr.Dsc - La Grande Discarica • PAG 57
• Pacchetto bs_21: Csrt.dlM - I costrutti in città • PAG 59
• Pacchetto bs_22: dp=np/s - Edifici e densità abitati- • PAG 60
va
• Pacchetto bs_23: mrkt&ecn - Il mercato e l’economia • PAG 61
• Pacchetto bs_24: ostr - Le osterie • PAG 62
• Pacchetto de41: TG_3/3/2079_ostr - Le osterie di • PAG 62
Firenze
227
Sam Mazzotti (Order #22771542)
• Pacchetto de43: TG_3/3/2079_G.Opr - Le grandi • PAG 65
opere
• Pacchetto de48: TG_3/3/2079_As.pol&gr.int - As- • PAG 69
setto politico e gruppi di interesse
• Pacchetto de35: PM_8/5/2077_Mlz - La Milizia • PAG 70
• Pacchetto bs_27: pns&flsf - Pensiero e filosofie • PAG 75
• Pacchetto de42: VP_4/8/2068_ast.scl - Il nuovo • PAG 75
assetto
• Pacchetto bs_27.1: pscl - Psicologia • PAG 76
• Pacchetto bs_27.2: flsf - Filosofie • PAG 79
• Pacchetto de47: CA_29/12/2078_Stsm - Lo Scien- • PAG 80
tismo
• Pacchetto de48: FD_23/2/2079_Csct - La Cascata • PAG 83
• Pacchetto de49: GG_21/9/2079_V.Rl - Le vecchie • PAG 89
religioni
• Pacchetto bs_28: clt&svg - Cultura e svago • PAG 90
• Pacchetto de52: VI_8/9/2077_Csct - Vanessa In- • PAG 91
nocenti: la biblioteca e il teatro
• Pacchetto bs_28.2: gnl - Giornali • PAG 93
• Pacchetto bs_28.4: RRbn - Il Re Ruben • PAG 94
• Pacchetto de55: IB_11/8/2078_RRbn.clr - Il Re Ru- • PAG 97
ben: la corte dei colori
• Pacchetto de59: Mr - Le mura • PAG 100

Directory bg3: Fuori_dalle_mura.int


• Pacchetto bs_35: wdft - The woods are dark and full • PAG 103
of terrors
• Pacchetto bs_35.1: ftr - Le fattorie • PAG 104
• Pacchetto bs_35.1.2: tnc - Le tecniche in campagna • PAG 107
• Pacchetto de63.2: MB_4/3/2079_a.o - Un ambien- • PAG 108
te ostile
• Pacchetto de63.5: MB_4/3/2079_Esrc - L’Esercito • PAG 111
• Pacchetto de63.5.2: MB_4/3/2079_Dv.Tcpz - La • PAG 112
Divisione Tecnopotenziata
• Pacchetto de63.5.3: MB_4/3/2079_Frtz - La For- • PAG 113
tezza
• Pacchetto de63.5.4: MB_4/3/2079_Amtr.Tcpz&csrt. • PAG 115
blc - L’Armatura Tecnopotenziata
228
Sam Mazzotti (Order #22771542)
• Pacchetto bs_37: LST - La Libera Società Tecnosofi- • PAG 119
ca
• Pacchetto bs_37.1: Gr.Dsc - La Grande Discarica • PAG 122
• Pacchetto bs_37.1.3: grd.Gr. Dsc_ 13/10/2078 - in- • PAG 123
tervista al guardiano
• Pacchetto bs_37.4: vl.Dmt - Villa Diamante • PAG 125
• Pacchetto de_68.4: GF_11/6/2079_Ctdle - Le Cit- • PAG 127
tadelle

Directory cm0: Necropunk • PAG 128

Directory cm1: Regolamento


• Sistema • PAG 131
• Creazione del personaggio • PAG 150
• Le abilità • PAG 151
• Le figure • PAG 157
• Combattimento • PAG 168
• Oggetti e creazione • PAG 173
• Armatura Tecnopotenziata • PAG 181
• Esperienza • PAG 188
• Avanzamento • PAG 190
• Bestiario • PAG 191

Directory bg4: Un_mondo_vasto_oscuro&misterio-


so.int
• Pacchetto de71:Onrz. - L’Onoranza • PAG 199
• pacchetto de71.2: IB_11/8/2078_arn.p.p. - arena al • PAG 200
primo pezzo
• pacchetto de71.4: T_13/8/2078_tcsf.cnv - tecnosofi • PAG 203
conniventi
• pacchetto de71.7: F_16/8/2078_Bcmt. - Beccamorti • PAG 205
• pacchetto de71.9: drC_21/8/2078_Onrz - Testimo- • PAG 211
nianza del dottor Chicco
• Pacchetto de74: ncl.dvt - Nuclei deviati • PAG 214
• Pacchetto de74.1: FC_3/11/2076_Mrd - Cittadella • PAG 215
deviata di Marradi
Directory cm2: Nella tana del bianconiglio • PAG 218
229
Sam Mazzotti (Order #22771542)
Sam Mazzotti (Order #22771542)
䰀䔀 䌀伀一匀䔀䜀唀䔀一娀䔀
匀倀伀匀匀䄀吀䔀娀娀䄀 ⴀ 倀攀爀搀攀爀攀 挀愀爀琀攀 瀀愀爀椀 愀氀氀愀 洀椀渀愀挀挀椀愀⸀
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䄀䰀吀刀伀 ⴀ 䌀椀 挀栀攀 椀氀 䴀攀挀挀愀渀椀挀漀 爀攀瀀甀琀愀 瀀攀爀琀椀渀攀渀琀攀⸀

䤀 匀唀䌀䌀䔀匀匀䤀
匀唀䌀䌀䔀匀匀伀
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Sam Mazzotti (Order #22771542)


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Sam Mazzotti (Order #22771542)

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