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Leonardo Resciniti

5^SB

Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831)


Punto di riferimento filosofico e dominus intellettuale della Germania e dell’Europa dell’800; influenza
nel bene e nel male la cultura del suo tempo e dei decenni successivi (pensatori hegeliani e
antihegeliani). L’obiettivo della filosofia di Hegel è cercare di riassumere rendendo comprensibile e
razionale il significato filosofico dell’esistente in un “sistema”. È il massimo pensatore della corrente
dell’idealismo.
Ha una formazione di stampo teologico che poi evolve in posizioni più “laiche” e possiede grandi ed
estese conoscenze in molti ambiti, che gli permettono di trattare diversi argomenti (logica, diritto,
religione, politica,…).
Opere principali: Fenomenologia dello Spirito, Enciclopedia delle Scienze Filosofiche in compendio,
Lineamenti di Filosofia del Diritto, Scienza della Logica.

 La dialettica hegeliana
Il linguaggio hegeliano è uno degli elementi chiave per la comprensione del suo messaggio filosofico ma
è allo stesso tempo complicato da comprendere poiché si fonda sulla “dialettica”. A differenza della
dialettica antica, fondata su due termini contrapposti “A” e “non A”, la dialettica di Hegel si basa su 3
termini ed è detta “dialettica triadica”: tesi (in sé), antitesi (per sé), sintesi (in sé e per sé). Questi 3
termini non sono altro che momenti dello Spirito, che indicano lo svolgersi dialettico di Pensiero e
Realtà, e per questo possono essere indicati come: positivo razionale (tesi), negativo razionale
(antitesi), speculativo razionale (sintesi).
Il termine dialettico della sintesi permette di mediare gli opposti (tesi e antitesi) senza disperderne le
caratteristiche, bensì confrontandoli e superando
la contraddizione portando il tutto su un piano di
maggior significato rispetto a quello di partenza,
che diventa poi a sua volta il principio di un nuovo
e ulteriore processo dialettico.
Per Hegel la Realtà è un divenire dinamico
guidato dalla razionalità e comprensibile tramite
lo schema triadico; nel sistema non esiste quiete
poiché la quiete equivale alla morte.

 Introduzione al Sistema e lo storicismo hegeliano


La Realtà è il prodotto della diversificazione dell’Assoluto (elemento unitario dinamico), che è in sé
identità (è ciò che è ed è anche le sue diversificazioni); per Hegel l’Assoluto è razionale, e di
conseguenza lo sono anche le sue diversificazioni, è “totalità processuale organica” (non esce da sé ma
si fa altro da sé, si svolge in sé stesso). Di conseguenza per Hegel “ciò che è reale è razionale”.
La novità introdotta da Hegel è la concezione del soggetto come sostanza e della sostanza intesa come
qualcosa di dinamico: i pensatori prima di lui (ad esempio Spinoza) sono dovuti ricorrere a spiegazioni
articolate per illustrare il passaggio dall’uno alla molteplicità (Spinoza usa gli attributi e i modi), mentre
la spiegazione di Hegel si avvale dell’elemento della Storia.
L’Assoluto si oggettiva dinamicamente nella Storia e staticamente nella Natura.
La Storia è il luogo di oggettivazione, manifestazione e realizzazione dell’Assoluto, ed è di conseguenza
razionale; si dispiega in un disegno provvidenzialistico che tende al bene, e di conseguenza si può
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arrivare ad accettare qualsiasi intervento e azione in virtù di ciò che può provocare (giustificazionismo).
Nel corso della storia l’Assoluto, dopo essersi fatto altro ed essersi riconosciuto in quanto infinito,
ritorna in sé; “l’Assoluto nella Storia riconosce la sua storia, identificando e riconoscendo sé stesso”.
L’Assoluto hegeliano si ricomprende quindi nella Storia, tramite le proprie oggettivazioni e
individuando il proprio percorso di riconoscimento, oppure nella Logica come successione di momenti:
il momento soggettivo, il momento oggettivo, e il momento assoluto.
Nella riflessione hegeliana le diverse filosofie sono delle “istantanee” dello sviluppo del pensiero e
dello Spirito fino a quel tempo; dice Hegel “la Filosofia […] è il proprio tempo appreso con il pensiero”.
Caratteristiche fondamentali del Sistema: un primo inizio naturale (studio delle funzioni dell’uomo/
degli esseri viventi) e uno sviluppo astrattivo (dalle analisi della Natura emerge lo Spirito).

 Opere minori
Nelle opere giovanili la riflessione religiosa è preponderante, viene sottolineato lo spirito positivo della
religione cristiana e viene rifiutata l’istituzionalizzazione della Fede (rifiuto della dipendenza della Fede
da celebrazioni e liturgie).
La vita di Gesù e La positività della religione cristiana: è una ricostruzione basata sui Vangeli, presenta la
particolarità di considerare il Cristianesimo nell’ottica del fine kantiano del perfezionamento morale e
quindi la figura di Cristo come una sorta di “profeta kantiano”.
In quest’opera inizia a delinearsi un confronto che viene sviluppato nelle opere successive: la
contrapposizione fra spirito ebraico e spirito greco. Il popolo ebraico è il popolo scelto da Dio, ma
questo provoca una sorta di dissidio interiore poiché Dio è irraggiungibile e un enigma indecifrabile;
nella cultura ebraica c’è quindi la ricerca dell’Assoluto, che però non si manifesta. Lo spirito greco è
immagine della “bella armonia” e della “bella eticità”, mentre l’etica ebraica è basata su delle
proibizioni.
Fede e Sapere: è un’opera che segna un distacco con la fase precedente, poiché Hegel comincia ad
abbandonare il primato etico della Religione per occuparsi della Filosofia, considerata come
rappresentazione più adeguata dell’Assoluto. La Filosofia assume quindi il significato di “coscienza più
elevata” e la Religione si configura come subordinata alla Filosofia.
Con questa opera e l’inizio della scrittura della Fenomenologia dello Spirito Hegel segna definitivamente
il distacco da:
o Filosofia kantiana e intellettualismo, poiché non coglie le relazioni fra le cose
o Illuminismo
o Idealismo soggettivo di Fichte
o Idealismo oggettivo di Schelling

 La Fenomenologia dello Spirito


Scritta nel 1807, ripercorre e spiega il processo-percorso attraverso cui il Geist (Spirito) si fa coscienza, e
da coscienza capisce e comprende gradualmente di essere infinito. Quello della Fenomenologia è un
percorso di coscienza definibile come “scienza dell’esperienza della coscienza”.
In quest’opera inoltre, Hegel definisce la Realtà come ciò che a partire dall’esperienza sensibile e dalla
percezione viene elaborato come oggetto unitario in grado di essere pensato per astrazione.
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o Coscienza: particolarizzazione del Geist come attività dello Spirito Finito, si occupa dell’Essere
Altro.
Certezza sensibile
È il primo passo della Coscienza, sembra piena di significato ma è la determinazione più vuota che si
può fare, poiché si basa su uno schema che prescindendo dal contenuto rimane generico e inaffidabile:
questo, qui, ora.
Gli elementi su cui si basa questo schema dipendono e sono legati alle variazioni della percezione,
quindi la certezza sensibile non può valere sempre poiché al variare di uno dei tre “parametri” cambia la
determinazione.
Percezione
È un momento in cui non vi è ancora astrazione e si è ancora legati alla natura e alla cosalità (qualità in
relazione alle sue proprietà ontologiche, concretezza); si arriva all’unificazione delle qualità
dell’oggetto. Anche non cogliendo sensibilmente la totalità si integra la sensazione.
Come si ha la percezione delle cose astratte? Scomponendo in qualità e prefigurandosi qualcosa che si
avvicina alla stabilità della cosa.
Intelletto
“Organo del Finito”. L’intelletto in Hegel, a differenza di quanto detto da Kant, propone una visione
disorganica e un’articolazione senza connessione; mentre la ragione viene svalutata da Kant e
considerata un momento dello Spirito di significato maggiore rispetto quello dell’intelletto da Hegel.
Secondo l’articolazione dialettica delle opere e del sistema hegeliano, l’intelletto si configura come la
sintesi fra certezza sensibile e percezione (si colgono le differenze ma si conserva l’unità della
percezione).
Con il momento dell’intelletto si passa alla sfera della “permanenza dell’oggetto”.
L’unificazione degli aspetti della certezza sensibile non è sufficiente, perciò si compie un passo ulteriore
nell’indagine e ricerca delle leggi della Natura, che per Hegel è oggettivazione statica dell’Assoluto,
antitesi dell’idea, eterno passato dello Spirito e contraddizione insoluta.
La conoscenza della Realtà che ci è data dall’intelletto è una conoscenza parziale, frammentata e
giustapposta (non connessa, non integrata organicamente).
L’intelletto, guidato e governato dalle leggi naturali, prende consapevolezza di produrre egli stesso
quelle leggi che ricerca; le leggi naturali sono una produzione della mente umana, e quando lo Spirito
riconosce questa relazione acquisisce consapevolezza di sé. La Natura stessa è una produzione della
mente umana (e quindi dello Spirito), questo ultimo passaggio apre le porte all’Autocoscienza.
La Scienza per Hegel: le problematiche individuate da Hegel riguardo all’intelletto sono riconducibili
alla Scienza, poiché nemmeno essa riesce a comprendere l’esistenza delle cose e non consegna agli
uomini la verità, ma la semplice spiegazione di fenomeni singoli e particolari; per Hegel quindi la
scienza è fenomenica ed intellettualistica. Inoltre la Scienza non considera la totalità e l’aspetto
dialettico della realtà (scienza predialettica). Hegel è quindi interessato ad una “sintesi delle scienze” e
non al mondo particolare, considera la Filosofia l’unica vera scienza.

o Autocoscienza: momento dello Spirito in cui esso ha coscienza di sé e delle sue produzioni e
leggi. È Spirito separato dalla Natura, è “verità della coscienza” e coscienza cosciente di sé.
Servo e Padrone
L’incontro delle autocoscienze porta ad uno scontro in cui, per paura della morte, un’autocoscienza si
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sottomette all’altra: chi si sottomette diventa servo, e si impegna a lavorare per chi non ha tremato di
fronte alla morte ed è diventato padrone. Nel rapporto servo-padrone Hegel, come Rousseau ritiene
che, la sottomissione uno all’altro e lo scontro giocano un ruolo politico chiave nella creazione dello
Stato.
La dialettica servo-padrone è un esempio di dialettica concreta poiché collocabile storicamente (società
feudale), ed “ha inizio” quando ognuno riconosce nell’altro il suo opposto e quando ci si accetta nella
reciproca dimensione dialettica.
Il servo è tale perché ha un padrone, il padrone è tale perché ha un servo; prerogativa del servo è il
lavoro e il legame con la cosalità (intesa come concretezza della produzione).
Lavoro
Il padrone, avendo molti servi che lavorano per lui, non deve preoccuparsi della propria sussistenza e
diventa involontariamente dipendente dai servi; si ha per cui un ribaltamento dialettico in cui il servo
diventa padrone e il padrone diventa servo (ribaltamento che, nella visione di Marx, prefigura la lotta
di classe).
Hegel considera il lavoro un appetito, ovvero la “predisposizione a consumare le cose. Nel rapporto
servo-padrone quindi, il servo predispone ciò che viene consumato da padrone e trattiene il proprio
appetito; non tutto ciò che viene prodotto dal servo viene quindi consumato (principio produttivo
economico).
Dalla dipendenza produttiva del padrone dal servo e nello svolgimento della dialettica servo-padrone,
emerge una terza figura: il servo che, una volta resosi conto di provvedere al padrone e di essere quindi
lui padrone di fatto, sviluppa la propria autocoscienza e diviene un soggetto in grado di pensare e
volere autonomamente, libero nell’interiorità.
Stoicismo
La figura dello stoico nasce in seguito allo sviluppo e alla liberazione dell’autocoscienza dalla sua
condizione servile; molto spesso infatti il saggio stoico è un ex-schiavo.
Il presupposto dello stoicismo sta nella concezione della realtà esterna come fenomeno secondario, in
quanto tutta l’attività avviene nell’interiorità; l’ideale di vita del saggio stoico è l’atarassia, la totale
indifferenza dal mondo esterno.
Lo Stoicismo nella concezione di Hegel è la prima affermazione della libertà dell’autocoscienza come
libertà astratta, ovvero la libertà di chi non può esercitare la propria volontà in nessun ambito poiché
non ha un dominio.
In questo passaggio si nota un’“inesattezza” storica: lo stoicismo viene prima nella Storia rispetto alla
società feudale. Nella concezione di Hegel però i momenti logici possono corrispondere a momenti
storici ma possono non rispettarne la cronologia.
Scetticismo
Nasce dalla convinzione stoica che la realtà sia un nulla. Gli scettici mettono in dubbio e contestano la
veridicità di qualunque cosa e, per questo atteggiamento contraddittorio, Hegel definisce lo scetticismo
come un “litigare di ragazzi testardi”.
Lo Scetticismo porta alla negazione fine a sé stessa e crea continue scissioni che portano alla
contraddittorietà dei ragionamenti, tanto che arrivano a considerare la realtà esterna un nulla poiché
possono negarla; si configura quindi nell’uomo una ricerca di stabilità.
Coscienza Infelice
La coscienza infelice è ciò che unisce la dimensione dell’autocoscienza a quella della ragione, e in essa
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l’anima non è appagata, poiché rapportandosi con l’Infinito essa contempla la propria inferiorità e
miseria. Per Hegel è definita come infelice poiché avverte la scissione e la contingenza del mondo;
questa scissione che la coscienza infelice avverte è quella fra il finito e l’infinito, e si traduce nella
ricerca da parte dell’uomo di pratiche pie (ricerca dell’intrasmutabile, di completo appagamento),
poiché nasce da una sofferenza di carattere religioso.
Nel momento della coscienza infelice si possono cogliere 2 aspetti della religiosità umana: il primo che
evidenzia il sentimento di nostalgia dato dalla netta separazione fra il piano umano e quello divino
(concezione dell’Ebraismo), il secondo che sottolinea l’infelicità data dalla tensione inappagata verso
l’assoluto (concezione del Cristianesimo medievale).
La figura della coscienza infelice viene poi reinterpretata in chiave esistenzialistica da Kojève.
Devozione
È la ricerca da parte dell’uomo della soddisfazione con pratiche pie, è una forma di religiosità che si
appaga con la semplice ritualità formale.
Ha un effetto “calmante” sulla coscienza del devoto: lo porta, dedicandosi interamente, a sentirsi più
unito e più vicino all’Assoluto. La devozione si manifesta attraverso comportamenti rituali, ma una
volta concluse le celebrazioni lascia nuovamente spazio al senso di vuoto e lacerazione cui si tenta di
sopperire con le “azioni della coscienza”.
Azioni della Coscienza
Sono opere caritative-assistenziali volte a riempire il senso di vuoto che il devoto ha in sé, ma
anch’esse una volta concluse lasciano il vuoto. Un esempio di azione della coscienza secondo Hegel sono
le Crociate, poiché possono essere azioni discutibili dal punto di vista umano, che non portano al
risultato sperato, e mantengono vivo nell’uomo quello spirito di ricerca della stabilità che culmina con
la Negazione dell’Io.
Negazione dell’Io
È la negazione dell’Autocoscienza individuale che si autosopprime rendendosi conto di essere infinita
e ritornando all’Assoluto; è la negazione del Finito che si è riconosciuto come Infinito, il
riassorbimento dell’individualità nell’Assoluto di cui è parte.

o Ragione: sintesi di coscienza e autocoscienza, oggettività in sé e per sé dell’Autocoscienza. È


ciò che cerca di darsi una realtà.
Ragione Osservativa
La ragione arriva a porre sullo stesso piano soggettività e oggettività, in quanto vi è omogeneità e
identità fra i due.
Il percorso della Ragione ricomincia dalla certezza sensibile che diventa “Osservazione della Natura”, è
la ragione che ricerca sé stessa osservando il rapporto dell’autocoscienza con l’effettualità esterna e si
ricerca come prodotto dell’organizzazione.
La ragione osservativa si perde però in speculazioni che secondo Hegel sono rappresentate dalle
“pseudoscienze”:
o Frenologia: fondata da Lavater e Gall si pone l’obiettivo di tradurre le inclinazioni della mente
umana in grandezze misurabili fisicamente, e per Hegel ciò corrisponde a “ridurre lo spirito ad
un osso” e a materializzare l’attività pensante dell’uomo.
o Fisiognomica: si pone l’obiettivo di “leggere” i tratti dello Spirito nel viso della persona, per
Hegel questa equivale alla ipostatizzazione (individuazione come realtà concreta) dello Spirito.
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Ragione Attiva
È la seconda oggettivazione della ragione, ovvero la ragione che produce e si concretizza nel rapporto e
nelle azioni; si interroga su come vivere (aspetto quasi morale).
Tentativo di emersione e affermazione della razionalità.
Piacere e Necessità
Quando la ragione è attiva ricerca il piacere, che però è influenzato dalle “dinamiche del desiderio”, le
quali ammettono la possibilità che il desiderio non si realizzi; le condizioni da affrontare per far
verificare il desiderio sono l’elemento della necessità.
Il desiderio si scontra con limite oggettivo, quando la ricerca del piacere non è razionalmente verificata.
In questa parte della Fenomenologia Hegel introduce il concetto di anima bella, quando si ha una
chiusura in sé della ragione e la coltivazione della sensibilità individuale e delle sensazioni più elevate.
Legge del Cuore e Delirio della Presunzione
La legge del cuore per Hegel è quell’insieme di principi e di comportamenti appaganti che l’uomo cerca
di imporre a tutti i costi elevandoli appunto a legge; questo comportamento sfocia nel delirio della
presunzione, che per Hegel è rappresentato dal percorso della Rivoluzione Francese e in particolare da
Robespierre, che raggiunge il potere facendo leva sul concetto di virtù e di popolo virtuoso.
Virtù e Corso del Mondo
La virtù è il fondamento del delirio della presunzione, di piacere e necessità e della legge del cuore.
Tutto si scontra con il corso del Mondo: la ragione cerca di imporre alla Storia le proprie leggi, ma ciò
succede solo se ci sono determinati motivi che lo consentono; in caso contrario, le cause dell’insuccesso
della ragione sono:
o Le leggi della ragione sono in contrasto con la natura umana
o L’uomo e la Natura non sono in grado di tradurre in modo concreto e adeguato le proprie
intenzioni morali
Individualità in sé e per sé
Emerge dal rapporto fra l’osservazione della Natura e l’attività della ragione, essendo la sintesi di
questi due aspetti è razionale in sé e per sé.
Regno animale dello Spirito
È il punto di partenza dell’individualità, rappresentato dalla “piatta esistenza borghese”.
Rappresenta lo Spirito come ragione presente a sé stessa e si riconosce come infinita che “esce” dalle
preoccupazioni quotidiane ed emerge come “organizzazione dell’esistenza individuale”.
Ragione Legislatrice e Ragione Esaminatrice delle Leggi
In questo momento la ragione non si limita a ricercare le leggi della Natura come faceva l’intelletto,
bensì fa essa stessa le leggi, anche in senso giuridico per regolare la convivenza civile e lo Stato.
Una volta compiuta quest’azione legislatrice, la ragione esamina le leggi che ha prodotto e che sono
esse stesse espressione della ragione e che poi si traducono in istituzioni.
Hegel in questa parte esprime un forte ideale antilluministico: non pensa che si possano considerare le
leggi come produzioni astratte della ragione, ma sostiene che in esse si debba ritrovare il percorso dello
Spirito.
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 La Scienza della Logica


Per Hegel la Logica è ciò che esprime la struttura della sostanza, è la Scienza dell’Idea, è definita come
“pensiero del pensiero”.
“La Logica è l’esposizione dell’eterna essenza di Dio” dice Hegel, perciò il Mondo non è altro che
Spirito; questa concezione non è lontana da quelle di San Tommaso e di Aristotele.
Come visto, nella concezione del Sistema, la Logica è la struttura fondante dell’Assoluto, ed è ciò che
permette di ricostruirne e comprenderne le articolazioni (“grammatica dell’Assoluto”).

o Essere: nella Logica hegeliana vi è corrispondenza fra pensiero ed essere, che non è un’entità
statica come in Parmenide bensì è articolazione dialettica. L’essere è pensiero senza
mediazione. La Logica dell’Essere è collocabile storicamente nei secoli fra Parmenide e Platone,
ha nell’immediatezza e nel problema del cominciamento le sue caratteristiche peculiari. Il
problema del cominciamento nasce dal tentativo di Hegel di pensare ciò che non è pensabile: un
cominciamento da Dio (dall’Essere) o dal Nulla.
Qualità
L’essere inteso come pensiero immediato non ha qualità particolari e determinate, è il concetto
soltanto in sé, è indeterminato (privo di determinazioni particolari).
Essere Determinato
Considerando l’essere come ente/oggetto particolare possiamo descriverne le qualità, secondo Hegel
questa descrizione delle qualità avviene secondo i principi della Logica di Platone, i generi sommi
(essere, identico-diverso, quiete-moto), e segue il principio che “ogni cosa è ciò che è e non è tutto il
resto”.
L’essere determinato è in relazione dialettica con sé stesso (identità) e con le cose esterne (diversità).
Nulla
Per Hegel il nulla è solo un elemento necessario della dialettica, poiché esso, non avendo qualità, è
assimilabile e può essere identificato come l’essere indeterminato.
L’identità fra essere e nulla in Hegel non genera una contraddizione poiché essi sono la stessa cosa ma
sono elementi dialetticamente opposti (il nulla è la negazione dialettica dell’essere).
Divenire
Il divenire deriva dall’essere (inteso in quanto determinato) e dal nulla in quanto ne è la sintesi.
Per pensare il divenire bisogna pensare al rapporto fra essere e nulla, che gli dà inizio.
L’inizio del divenire è il momento della Creazione.
Quantità
Si contrappone alla qualità dell’essere.
Si considera l’essere in termini “matematici” (Finito-Infinito, discreto-continuo, estensioni-intensioni).
Misura
Nasce dal rapporto qualità-quantità, è la qualità nella quantità e la quantità nella qualità.

o Essenza: verità dell’Essere, pensiero che cerca di cogliere l’oggetto anziché sforzarsi di
comprendere l’essere, nel momento dell’Essenza il pensiero è mediato. L’Essenza cerca di
interpretare e comprendere il mondo empirico, infatti la mediazione consiste nel riferire
dialetticamente il fenomeno (altro) e la riflessione (in sé).
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Nella Logica dell’Essenza vi è una netta separazione fra il piano delle cose e l piano della verità:
le cose fisiche riflettono una verità che è lontana dal mondo fisico; l’Essenza è priva di
concretezza.
La Logica dell’Essenza è collocabile storicamente nei secoli fra Platone e Kant.

Realtà Effettiva
Consiste nelle categorie kantiane reinterpretate.
È l’unione della cosa in sé e della sua manifestazione, si riuniscono gli elementi che permettono di
formalizzare la riunificazione fra pensiero ed essere.
Nell’essenza le determinazioni sono soltanto relative, il concetto è presente ma non è ancora per sé.

o Concetto: determinato in sé e per sé, è “unità separata e articolata”, è caratterizzato da


concretezza, organicità, autonomia. Il concetto è la verità della cosa, non c’è concetto senza
corrispondenza fra pensiero ed essere.
Si basa su:
o Soggettività: strutture formali del pensiero
o Oggettività: identificabile con il Mondo naturale, l’immediatezza

Idea
Sintesi di soggettività e oggettività; assoluta verità, perfettamente compiuta in sé stessa. Identificabile
con la conoscenza dell’Assoluto e con l’Assoluto stesso. Nel momento dell’idea si ha corrispondenza fra
Mondo naturale e pensiero.
L’idea si realizza nella vita e nella conoscenza, è il processo che si compie, si realizza in sé stesso e si
riconosce come totalità assoluta. Nell’idea lo Spirito riconosce sé stesso dopo essersi fatto altro nelle
determinazioni formali e nelle determinazioni dell’oggettività; essa raccoglie tutte le manifestazioni del
Finito e le riconosce come manifestazioni dell’Infinito, tutto converge quindi nella vita del Tutto.
La Natura è l’idea nella forma dell’essere altro, è la negazione dell’idea poiché ha caratteristiche
opposte, il concetto di Natura non è nella Natura stessa ma nel soggetto che lo pensa.

 La Filosofia della Natura


La Filosofia della Natura è la parte meno rilevante di tutto il Sistema dal punto di vista filosofico, poiché
tratta della Natura che è il momento di oggettivazione dell’Assoluto meno importante.
La Natura per Hegel è una sorta di “schermo” su cui si svolge l’Assoluto, e viene definita riprendendo la
definizione di Schelling di Natura come “Spirito addormentato”, che in Hegel diventa “eterno passato
dello Spirito”. I momenti della Natura “cadono uno fuori dell’altro”, ovvero sono indifferenti uno con
l’altro.
Meccanica e Fisica
Hegel critica il newtonianesimo poiché sostiene che meccanica e fisica non siano il fondamento
epistemologico della conoscenza.
Nella meccanica e nella fisica l’Assoluto è individuabile e conoscibile solo come legge ma non come
organizzazione.
Hegel vede la Natura dal punto di vista meccanico come un gioco di forze e corpi che si combinano
unicamente in virtù di accidentalità e necessità delle leggi naturali che ne determinano il rapporto.
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Fisica Organica
Nella Natura “inorganica” il concetto è esterno, mentre nella Natura “organica” comincia ad emergere
l’organizzazione interna delle cose sotto forma di manifestazioni e momenti di intelligenza e
individualità.
o Natura Geologica: punto di contatto fra il mondo inorganico e quello organico, presenza
estremamente debole dello Spirito, appena osservabile.
o Natura Vegetale: poche tracce dello Spirito, non vi è separazione fra l’aspetto spirituale e
quello materiale, non c’è autocoscienza.
o Organismo Animale: ha una propria intelligenza ed è capace di autonoma scelta, lo Spirito è
presente in forma di “concetto che prende vita come individualità”. Lo Spirito nell’organismo
animale si configura come coscienza (che successivamente compie il percorso della
Fenomenologia). Inizialmente agisce secondo istinto e provvede alle proprie funzioni.

 Lo Spirito Soggettivo
Questa parte del Sistema indaga lo Spirito inteso come unico barlume di coscienza e sensibilità
nell’organismo animale. Cerca di capire come esso, in quanto soggettività, si “stacchi” dalle necessità
fisiche del mondo naturale.
I passaggi esposti in questa parte del Sistema spiegano come la soggettivazione sia un percorso di
emersione dell’individualità sempre più definita, ovvero padrona di sé stessa e consapevole.

o Antropologia: primo momento dello Spirito Soggettivo, è il momento di “risveglio” degli


uomini che iniziano a distinguere loro stessi dalla Natura e ad avere coscienza di sé come entità
pensanti. Si parla dell’anima come “verità della Natura”.
Anima Naturale
Come primo passo lo Spirito si cerca nella Natura, infatti nell’anima naturale gli uomini si considerano
esclusivamente come esseri naturali, ovvero come parte della Natura.
Anima Senziente
L’anima senziente è idealità semplice, ovvero percepisce che le sensazioni e i sentimenti che prova
sono interne a sé, l’uomo ha quindi coscienza di sé come essere pensante.
Anima Reale
È la sintesi dialettica di anima naturale e anima senziente, acquista la caratteristica della concretezza
poiché è anima legata ad un corpo e sta come soggetto singolo per sé.
È l’anima che sente di essere naturale ed è la Natura che sente di essere reale. È definita come “identità
dell’interno con l’esterno”.

o Fenomenologia: indagine l’anima individuale e il percorso compiuto da essa per riconoscersi


come Infinito e come Spirito.
I momenti della Fenomenologia, i passaggi da coscienza ad autocoscienza fino alla ragione e le loro fasi
sono descritti e spiegati da Hegel all’interno della Fenomenologia dello Spirito.

o Psicologia: passaggio dalla sfera puramente logica del pensiero a quella dello Spirito Libero.
Tratta dello Spirito (individuale) inteso come verità dell’anima e della coscienza.
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Spirito Teoretico
È astratto, ha a che fare con il razionale inteso come determinazione immediata; è razionalità non
ancora realizzata. È determinato dagli oggetti poiché è un momento della conoscenza, ha scala
ascendente intuizione-immaginazione-memoria-pensiero.
Spirito Pratico
È concreto, ha a che fare con la volontà e in esso la razionalità inizia il suo processo di realizzazione. Lo
spirito pratico, legato alla volontà quindi, è determinato da ciò che attrae, per questo Hegel rivaluta
impulso e sentimento, proponendo che anch’essi vengano sottomessi all’universalità della ragione.
Spirito Libero
Riunisce teoresi e prassi, da cui nasce la volontà razionale, coincidente per Hegel con la libertà. A
questa nuova condizione dello spirito individuale segue il rapporto dell’individualità e della soggettività
con altre individualità e soggettività.
Lo spirito libero è in grado di realizzare ciò che vuole ma non è onnipotente, poiché la sua volontà deve
sottostare all’universalità e al dovere.

 Lo Spirito Oggettivo
Lo Spirito Oggettivo è definito come l'Idea "nella forma della realtà, come di un mondo da produrre", lo
Spirito si manifesta e si realizza in istituzioni sociali concrete, facendosi mondo a livello sociale.
Alla spiegazione dello Spirito Oggettivo Hegel dedica una parte dell’Enciclopedia delle scienze filosofiche
in compendio, i Lineamenti di Filosofia del Diritto del 1821 (unica opera di rilievo risalente al periodo
berlinese) e alcuni passi di un’opera postuma, le Lezioni sulla Filosofia della Storia.

o Diritto Astratto: è il momento della pura esteriorità, riguarda la manifestazione del volere
libero del singolo individuo, considerato come persona giuridica, ossia nella sua capacità
esteriore di compiere atti giuridicamente corretti.
Proprietà
È da intendersi come oggettivazione della volontà dell’individuo, come dominio entro cui la libertà
personale regna sovrana.
Contratto
Consiste nel reciproco riconoscimento delle proprietà e nell’incontro fra due volontà libere.
Può essere anche un modo per acquisire la proprietà su qualcosa, in questo caso il contratto che viene
stipulato fra gli individui non deve avere “vizi di volontà”, poiché altrimenti può essere ritenuto nullo
dal punto di vista giuridico. Il contratto deve sottostare a leggi regolatrici e deve rispettare i diritti,
quando questo non succede si compie un reato.
Diritto contro il Torto
Per Hegel l‘attacco al diritto, l’infrazione/negazione delle leggi è qualcosa di irrazionale che si traduce in
un “taglio nel tessuto delle leggi”, il reato. L’esistenza di un determinato diritto, infatti, ammette
automaticamente la possibilità del reato, in cui la libertà altrui viene lesa.
Il reato nega il diritto, il diritto si riafferma tramite le leggi in due momenti: l’affermazione della
superiorità delle leggi e la pena inflitta. Per Hegel la legge deve avere funzione rieducativa, e per questo
il condannato deve pentirsi; nel momento in cui un individuo compie un reato infatti si auto-esclude
dall’universalità di cui faceva parte, e l’unico mezzo per tornare nella società consiste nel ricevere la
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punizione e riconoscerla interiormente. il pentimento personale però non è materia del diritto ma
della moralità.

o Moralità: è il momento della pura interiorità, si occupa delle intenzioni considerando il


soggetto singolo responsabile. La moralità è riflessione della volontà in sé come intenzione e
per sé come azione.
Attraverso le azioni e le intenzioni si configura lo scontro fra la finitezza della volontà soggettiva
e la realizzazione della natura umana.
La moralità conduce al conflitto tra essere e dover essere, tra la razionalità oggettiva e quella
ideale dell’imperativo categorico kantiano. Per Hegel essere morali significa avere una
propensione interiore al bene.
Proponimento e Colpa
Con l’uso e l’esercizio della volontà l’individuo si ripropone di non compiere determinate azioni, e
riconosce l’eventualità in cui ciò non accade. Se il proponimento non si realizza si è davanti alla colpa, la
negazione dialettica del proponimento.
Non essere all’altezza del proprio proponimento in Hegel equivale a non essere all’altezza della
massima della propria volontà in Kant, ma per Kant è una condizione che può essere accettata, mentre
per Hegel non è tollerabile.
Intenzione
L’intenzione è la volontà non ancora oggettivata, ma ha un obiettivo che a seconda del motivo per cui
non si realizza, che può essere per impossibilità o carenza di determinazione, determina la volontà
buona o cattiva dell’intenzione e di conseguenza la colpa.
Per far si che l’intenzione non degeneri nell’intenzione astratta e pretenda di determinare cosa è Bene
e cosa è Male, le intenzioni fanno riferimento a questi due concetti come loro “ancora”.
Bene e Male
Il bene e il male sono concetti anticipati da Hegel nella Fenomenologia, e nella moralità soggettiva
(espressa dalla “Legge del Cuore”) una cosa è bene se fa sentire bene. Per questo si corre il rischio di
trasformare la Legge del Cuore in qualcosa di universale e di imporlo, elevando quindi l’individualità
ad unico giudice; proprio questo è ciò che Hegel critica a Socrate, che assume il proprio giudizio
personale come legge ed è un esempio dell’individualismo etico, che si traduce in una contestazione
dei valori tradizionali e della morale pubblica.
Un altro rischio che si corre nell’ambito della morale soggettiva e dell’intenzionalità buona è che un
individuo rinunci a tradurre le sue intenzioni in qualcosa di oggettivo e definito, “chiudendosi” in sé
stesso e nell’ideale personale di perfezione che la fa sentire “Anima Bella”.

o Eticità: è la sintesi di esteriorità e interiorità, realizzazione concreta del diritto e del bene, la
sostanzialità etica di un popolo (corrispondenza fra ethos e etnos) che si traduce in istituzioni e
norme comportamentali ben definite (oggettivazione delle azioni eticamente giustificate).
L’Eticità è definita come luogo e ambito dell’esercizio della libertà, è “il concetto di libertà
divenuto mondo esistente e natura dell’autocoscienza”.
L’eticità definisce il Bene e il Male, nulla è lasciato alla libera determinazione e alla volontà
individuale; il Bene si traduce in realtà secondo l’agire consapevole dell’autocoscienza.
Onestà e Virtù
Nella concezione di Hegel la virtù consiste nell’agire etico, Hegel riprende la “Bella eticità” del mondo
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5^SB

greco e il concetto di aretè mentre l’onestà è “l’adeguatezza di un individuo ai doveri dei rapporti ai
quali appartiene”.
Famiglia
È la prima comunità etica, fondata sull’amore come legame che da 2 fa 1. La famiglia in Hegel non è la
celebrazione dell’amore romantico ma la condivisione oggettiva di valori morali e l’eticità nel suo
momento immediato e naturale, è strumento per preservare/tramandare i valori e oggettivazione del
senso di responsabilità: verso l’altro nel matrimonio, verso sé stessi nell’amministrazione del
patrimonio e verso i figli con l’educazione al giusto sistema di valori. In Hegel questo stesso sistema di
valori trasmessi diventa una seconda natura dell’uomo, e considera l’etica e i valori della religione
cristiana superiore alle altre.
Nell’educare i figli i genitori devono “rendersi inutili”, portando i figli ad essere educati e autonomi, in
modo da non avere più bisogno di alcun supporto esterno nella loro vita.
Per Hegel l’educazione dei figli, è il momento di compimento ma anche di disgregazione della famiglia,
poiché “i figli escono dalla vita concreta della famiglia, cui originariamente appartengono diventando
esseri per sé, destinati a fondare altre famiglie”.
Società Civile
È il risultato della frantumazione-disgregazione della famiglia; nella società civile non esistono buoni
sentimenti né solidarietà, è un sistema di rapporti egoistici e ha carattere universale (in quanto
riguarda tutti gli individui) ma diviso, non ha come oggetto la collettività bensì l’individualità.
Sistema dei Bisogni
Asse portante della società civile, è un sistema in cui gli individui vengono visti da un lato come
soggetti con particolari bisogni che devono essere soddisfatti, dall’altro come soggetti dotati di capacità
in grado di soddisfare i bisogni altrui. Ne consegue, per Hegel, la divisione in classi della società:
o Classe Sostanziale: costituita da chi “ha il suo patrimonio nei prodotti naturali di un terreno che
lavora”, ossia dagli agricoltori.
o Classe Formale: costituita da “chi ha per sua occupazione il dar forma al prodotto naturale”,
ossia dagli artigiani.
o Classe Generale: costituita da chi si cura che l’interesse individuale venga soddisfatto negli
interessi generali dello Stato, ossia i funzionari pubblici.
Amministrazione della Giustizia
La società civile si occupa di amministrare la giustizia poiché se fosse compito dello Stato si
macchierebbe l’integrità etica dell’istituzione statale.
La giustizia si concretizza nell’affermazione di principi universalmente validi e nella parità di diritti e
doveri fra gli individui.
Polizia e Corporazioni
Per evitare rivendicazioni e azioni sovversive la società civile si serve di alcuni strumenti fra cui le leggi
(e quindi la giustizia) e l’apparato di polizia.
Le corporazioni, o corpi intermedi, sono organizzazioni di carattere collettivo che si occupano della
difesa del lavoro, ovvero della difesa degli interessi economici dei singoli rispettando e soddisfacendo
lo Stato.
Quando si conservano gli strumenti e le strutture della società civile e anche il fondamento della
solidarietà e della convivenza caratteristici della comunità familiare si ha la costituzione dello Stato.
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Stato
Lo Stato è il complesso di istituzioni e norme che un popolo si dà nel corso del tempo per regolare la
propria vita collettiva e associativa. È “realtà dell’idea etica”, “volontà manifesta”, “finalità assoluta
della ragione”, è perciò giusto in sé.
Nella sua concezione dello Stato Hegel si rifà all’organicismo, ovvero considera lo Stato come organismo
vivente formato dai singoli che sono come “cellule”; questa concezione implica quindi una superiorità
dello Stato nei confronti dell’individuo.
Lo Stato hegeliano è uno Stato etico elevato ad identità sovraindividuale ed è oggettivazione dello
Spirito; tutto ciò che è fatto in nome dello Stato è giusto. In questa concezione Hegel è vicino alle idee
di Hobbes, anche se prende le distanze dal giusnaturalismo e rifiuta il contrattualismo: per lui lo Stato
non è frutto di un contratto fra i cittadini e non è accettabile una costituzione “a tavolino”, poiché non
sarebbe espressione dello spirito del popolo (un esempio che fa Hegel è quello di Napoleone con la
Costituzione di Cadice). Hegel rifiuta anche il giuspositivismo, poiché essendo lo Stato un momento di
oggettivazione dello Spirito non è influenzato in alcun modo dalle convenzioni umane.
Per Hegel non è il popolo che fa lo Stato, ma lo Stato che fa il popolo realizzando e incarnandone la
sostanzialità etica.
Nello Stato di Hegel la forma di governo migliore è la monarchia costituzionale, che è espressione di
unità politica e unità etica.
Per Hegel il Sovrano deve essere uno, poiché la parola stessa “sovrano” implica che non esiste nulla di
superiore. La sovranità è quindi unica e non può essere divisa ma può essere articolata ed esercitata da
diversi organi; i poteri vanno distinti ma non divisi, poiché la divisione del potere sarebbe la distruzione
della dimensione dialettica e la frammentazione dello Spirito. Dividere i poteri sgretolerebbe la
sovranità del Principe che è (omaggiando Machiavelli) culmine e principio della totalità, incarnazione
dello Stato.
Diritto Esterno
Riguarda il diritto che regola i rapporti internazionali dello Stato. In esso, Hegel sostiene la non
esistenza di un organismo superiore in grado di accordare gli Stati, in contrasto con l’ipotesi kantiana
di una “pace perpetua”: l’unico modo per risolvere le controversie è la guerra, considerata “momento
etico”, momento strutturale della storia, tribunale del Mondo.
Alla Storia poi Hegel dedica una sezione del sistema a sé, la Filosofia della Storia.

 La Filosofia della Storia


La Filosofia della Storia è spiegata da Hegel nei Lineamenti di Filosofia del Diritto e nelle Lezioni sulla
Filosofia della Storia, questo momento si colloca tra lo Spirito oggettivo e lo Spirito assoluto, poiché in
esso gli Stati, massima espressione dello Spirito oggettivo, si rivelano come manifestazioni storiche
della Ragione Infinita.
Per Hegel il rapporto tra gli Stati non è qualcosa di statico: dalla molteplicità, in dinamica evoluzione
nasce la Storia, che si manifesta come incontro-scontro fra Stati (di conseguenza momento e luogo di
oggettivazione dello Spirito) e come luogo d’incontro fra Finito ed Infinito.
Tutto ciò che accade nella Storia ha una sua ragione, una sua necessità, come momento del dispiegarsi
della Ragione assoluta; anche la guerra è giustificata, è un “momento etico” ed è bene, né può essere
eliminata (interpretazione che si distacca sia dal Cristianesimo sia da Kant).
La concezione hegeliana della Storia si avvicina a quella dell’ordine segreto mistico dei Rosacroce
(Rosenkreuzer), che interpretava la Storia come il “cammino progressivo dell’umanità”, mentre per
Hegel la Storia è realizzazione del progetto dell’Assoluto. Non esiste perciò niente di metastorico. Non
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esiste giustizia metastorica (non esiste un diritto naturale metastorico).


Per Hegel l’affermazione della razionalità e del razionale nella Storia sono l’affermazione di ciò che
permane e orienta gli sviluppi storici successivi; ciò che permane sono i presupposti e le manifestazioni
del Destino.
Secondo Hegel la Storia va vista come un “intreccio di Libertà e Destino”, in cui si ha un processo di
liberazione progressiva tramite il riconoscimento e il perseguimento della Razionalità: un individuo è
tanto più libero quanto più partecipa coerentemente e coscientemente al disegno razionale
dell’Assoluto. Per questo la Libertà secondo Hegel si articola nei momenti della Filosofia del Diritto:
famiglia-società civile-Stato-Spirito del Mondo.

o Spirito del Mondo: lo Spirito del Mondo è essenzialmente il razionale corso dell’Assoluto che si
incarna di volta in volta nel popolo o negli individui che ne interpretano meglio degli altri il disegno e
il cammino nel corso della Storia.

Spirito del Mondo


La Natura fa da “schermo” alla Storia nei luoghi in cui essa si svolge: Africa, Asia ed Europa.
Per Hegel il luogo geografico più importante è il Mediterraneo, definito come “asse della storia del
Mondo”, poiché è lì che nasce la filosofia (momento più alto dello Spirito Assoluto), ed è da lì che è
andato diffondendosi il Cristianesimo.
Individui cosmico-storici
Sono i “grandi attori che interpretano al meglio il dramma della Storia” (dramma poiché è scenario di
conflitti, definita metaforicamente “banco del macellaio”), coloro sono in grado di andare al di là del
proprio tempo e di collocarsi su un piano superiore interpretando e comprendendo il cammino dello
Spirito del Mondo, coloro che sono grandi creatori di valori o di organismi politici; alcuni esempi che
Hegel dà sono Achille, Alessandro Magno, Cesare e Napoleone.
Questi individui sono allo stesso tempo interpreti e fantocci dell’Assoluto, poiché si pensano liberi di
agire ma in realtà con le loro azioni contribuiscono al dispiegarsi del disegno dello Spirito del Mondo, e
sono quindi influenzati dalla “Astuzie della ragione”.
Popolo Leader
È il popolo che meglio incarna lo Spirito del Mondo, che illumina e guida tutti gli altri popoli.
Agisce secondo ragione in quanto contribuisce al disegno dell’Assoluto, ed è influenzato anch’esso
dalla “Astuzia della ragione”; tuttavia si serve anche delle passioni, poiché nulla di grande è stato mai
fatto senza passione.

o Suddivisione del Mondo: per Hegel il Mondo è suddiviso in tre fasi storiche, detti mondi
storici, nei quali si viene manifestando progressivamente la libertà. Lo sviluppo storico
segue un percorso eliodromico, da Oriente ad Occidente. La Storia secondo Hegel è
eurocentrica.
Mondo Orientale
Età infantile della Storia, caratterizzata da un dispotismo in cui il sovrano viene divinizzato ed è l’unico
individuo libero (dispotismo teocratico) e dalla sottomissione di tutti al despota. Nel Mondo orientale
le istituzioni sono indistinte.
Mondo Greco-Romano
Età della Storia in cui la società è fondata su un modello aristocratico/oligarchico, che garantisce la
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libertà di pochi individui e la schiavitù/sottomissione di altri. Le istituzioni sono parzialmente


autonome. È caratterizzato dal culto di divinità antropomorfe.
Mondo Cristiano-Germanico
Età della Storia in cui vi è una riconciliazione fra uomo e Dio, in cui la politica e la religione sono
immagini del divino e le istituzioni sono pienamente autonome nel loro agire eticamente (vi è una
corrispondenza fra religione e ragione e fra ragione politica ed eticità). Caratteristica peculiare del
Mondo cristiano-germanico è la libertà di tutti gli individui.
Per Hegel la forma più alta è rappresentata dall’Impero Germanico, di religione luterana.
Essere un buon cristiano equivale ad essere un buon cittadino.

 Lo Spirito Assoluto
Lo Spirito Assoluto è il momento dello Spirito tornato in sé, che ha piena conoscenza della propria
infinità ed è “sapere dell’Idea Assoluta”; è il concetto che ha sé stesso come contenuto e che riguarda
la verità (di conseguenza vi è nello Spirito Assoluto identità fra forma e contenuto).
Lo Spirito Assoluto è “identità eternamente in sé, unica e universale sostanza”.
Il ritorno dello Spirito in sé come consapevolezza della propria infinità è il risultato di un processo
dialettico che si articola nei momenti dell’Estetica, della Religione e della Filosofia.

o Estetica: è la filosofia dell’Arte, spiegata da Hegel nelle Lezioni di estetica, una raccolta
redatta dai suoi allievi dell’Università di Berlino; in esse viene definita la teoria dell’Arte e del
Bello.
Il Bello
È l’unione di forma sensibile ed intuizione del Vero. Ciò che per Hegel è “bello” è ciò che appare
dell’Assoluto sotto forma di intuizione sensibile. È quindi uno dei momenti di sintesi di Spirito e Natura,
ovvero manifestazione dello Spirito che si concretizza come Natura nella Natura.
Questa sintesi è operata e mediata da due elementi:
o Fantasia: ciò che permette all’individualità di cogliere ed esprimere in diversi modi
l’Assoluto
o Stile: è il segno soggettivo nell’Oggettività, è il tratto che individualizza le rappresentazioni.

L’Arte
Per Hegel l’Arte è il momento più basso fra i tre dello Spirito Assoluto, e qui si nota una differenza
importante con Schelling il quale pensava che l’Arte fosse “la migliore metafisica possibile”.
Nell'Arte l’Idea si coglie ancora “intrappolata” in un involucro materiale, il contenuto (l'Idea) è racchiuso
in una forma materiale; da qui Hegel distingue e classifica i vari tipi di arte in base al loro rapporto con
la Natura, si passa per Architettura-Scultura-Pittura-Musica-Poesia.
L’arte secondo Hegel si è evoluta e sviluppata nel corso della Storia, cercando sempre un modo
migliore di esprimere l’Assoluto.
o Arte Simbolica: si fonda sul Simbolo, qualcosa che rimanda ad altro ma che non lo riesce ad
esprimere pienamente. Nell’Arte simbolica il segno è troppo primitivo per raggiungere il
significato che vuole esprimere, e per cercare di riuscirci si arriva a divinizzare la Natura.
Vi è squilibrio fra forma e contenuto che non si appartengono.
o Arte Classica: è esaltata da Hegel, in particolare l’Arte Greca, in quanto vertice estetico
insuperabile e culmine della perfezione artistica. Rappresenta la forma storico-artistica in cui
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l’Assoluto può essere colto nelle sue forme sensibili ed umane; viene quindi esaltata la
scultura.
Nell’Arte classica secondo Hegel vi è armonia ed equilibrio fra forma e contenuto.
o Arte Romantica: la soggettività creativa tende a prevalere sulla oggettività materiale, per cui la
forma trabocca del contenuto. Rappresenta un nuovo momento di squilibrio fra forma e
contenuto, poiché in essa lo Spirito individuale è consapevole che qualunque forma di
rappresentazione sensibile è insufficiente ad esprimere il carattere infinito, universale e
assoluto dello Spirito.
Per questo motivo si ha una crisi dell’Arte, nota anche come “fine dell’Arte”, in cui la si rispetta e
ammira ma si passa a forme più adeguate di rappresentazione e comprensione dell’Assoluto.

o Religione: ha lo stesso contenuto della Filosofia, che è il momento più alto dello Spirito
Assoluto, ma se ne differenzia in quanto la Religione vede quello stesso contenuto come una
serie codificata di rappresentazioni. Dio viene immaginato come un Essere trascendente (ciò
che per Hegel è sbagliato).
La Religione è la negazione dialettica dell’immediatezza dell’Arte.
Per essere compresa dalla soggettività, in quanto facoltà intermedia fra sensibilità e pensiero
dell’Assoluto, la Religione necessita di immagini, elementi e rappresentazioni concrete che
simboleggino l’Assoluto.
Le verità religiose vengono presentati come dogmi, in quanto vengono considerate vere senza
sapere qual è il loro fondamento di verità.
Hegel individua 3(+1) diversi tipi di Religione, che seguono nel loro percorso di sviluppo la
direzione Oriente-Occidente.
Tra tutte le religioni sono da ritenersi privilegiate quelle monotestiche, che ammettono che il
Divino sia Infinito e unico. E tra i monoteismi eccelle il Cristianesimo.
Religione Naturale
Concezione religiosa che identifica Dio come “immerso nella Natura” (visibile e venerabile secondo il
momento della Stregoneria), è caratterizzata dal culto delle cose materiali (che si configura come il
momento del Feticismo).
Il momento di sintesi della Religione naturale è il Panteismo Orientale, ovvero l’identificazione di tutto
il mondo naturale con Dio. In quanto la visione panteistica non è verità dello Spirito il Panteismo
“scopre il nulla delle cose” (escatologia nichilistica).
Religione della Libertà
Nel culto mazdeista (o zoroastriano) viene valorizzato l’elemento della Luce, come ciò che permette
all’individualità di emergere e ciò che fa da confine fra materiale e immateriale.
Si ha un passaggio dalla divinizzazione della Natura per prima ad una Religione metafisica-dualistica, e
poi alla Religione egiziana, caratterizzata da rappresentazioni teriomorfe (divinità animali).
Religione dell’Individualità Spirituale
Racchiude le tre Religioni ebraica, greca e romana.
o Ebraica: monoteismo, fa riferimento ad un Dio persona che crea ed è su un piano inconciliabile
con quello umano, è irraggiungibile.
o Greca: ritorno al politeismo, pantheon antropomorfo e personificazione di forze naturali. Tratto
distintivo la celebrazione e il culto dei misteri eleusini, dionisiaci, orfici e pitagorici.
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5^SB

o Romana: politeismo, gli dèi romani sono personificazioni di funzioni politiche-pubbliche.


Nel mondo romano si ha la sintesi di religione e politica che funge da guida e da riferimento
anche per il mondo moderno.
Religione Assoluta
Per Hegel la Religione Assoluta, la Religione migliore, è il Cristianesimo luterano, in cui c’è la verità
dello Spirito che si riconosce come Libertà.
Nella visione cristiana, secondo Hegel, lo Spirito è la storia dell’idea di Dio, che si suddivide nelle tre
età del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (riferimento alle concezioni medievali, in particolare a
Gioacchino da Fiore) e si riconosce nella figura della Trinità.
Per Hegel il Cristianesimo è Religione assoluta poiché si fonda sulla Rivelazione (idea eterna del Padre
oggettivata nel Figlio, “logos incarnato”) e poiché in essa l’uomo scopre che il suo stesso spirito è
infinito, scopre la sua appartenenza alla totalità divina.

o Filosofia: piena e perfetta autocoscienza dello Spirito, che valendosi finalmente della ragione,
del concetto, si sa ormai Dio, sa di essere la totalità, l'Infinito. La Filosofia è “discoprimento di
Dio quando egli si fa”. La Filosofia è progresso dello Spirito razionale.
La Filosofia è la scienza dell'Assoluto, cioè la scienza che ha per oggetto l'Assoluto e in cui l'Assoluto
giunge ad avere consapevolezza di sé. È la comprensione razionale della realtà e del presente (“il
proprio tempo appreso con il pensiero”).
Secondo Hegel lo sviluppo della Filosofia segue lo sviluppo dello Spirito nella Storia; le diverse filosofie
sono considerabili come istantanee dello Spirito in un dato momento e situazione storica. Quando in
un certo periodo si sviluppano più filosofie esse sono diversi lati di uno stesso elemento, si confutano
vicendevolmente.
Hegel traccia un percorso a tappe della Storia della Filosofia evidenziandone i momenti più importanti
a partire dalla prima formulazione di una sorta di Idea Assoluta fino a Kant:
Parmenide (Essere come totalità omnicomprensiva) - Platone (Idee come essenza universale) -
Aristotele (Concetto come categorizzazione dell’esistente) - Ellenismo (unificazione Concetto-Soggetto) -
Medioevo (Idea come Spirito religioso) - Cartesio (elevazione della soggettività a universalità) - Spinoza
(identità/opposizione fra Pensiero ed Essere) - Kant.
In questo percorso secondo Hegel si ha una realizzazione graduale della Filosofia.
Hegel, in tutto il Sistema, è molto ispirato da Aristotele, tanto che egli stesso definisce il suo Sistema
come un “Grande Sillogismo”, che ha per termini l’Idea (Scienza della Logica), la Natura (Filosofia della
Natura) e lo Spirito (Filosofia dello Spirito).
Hegel e Aristotele condividono numerosi aspetti della concezione di Dio: secondo Aristotele Dio ha vita
beata poiché contemplativa e poiché essa è realizzazione dell’essenza razionale; secondo Hegel invece
Dio è vita eterna e vita migliore, in cui vi è corrispondenza piena fra concetto e idea (intesa come
totalità) e fra pensiero ed essere.
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La “Nottola di Minerva”
“La nottola di Minerva spicca il volo sul fare del tramonto”.
Hegel identifica la Filosofia con un animale, la civetta (animale che indica la sapienza, la nottola di
Minerva), che vola per posarsi sui rami appena prima del crepuscolo, così da poter osservare il Sole che
tramonta e poter ripensare in quell’attimo tutta la giornata appena trascorsa.
La Filosofia si comporta esattamente allo stesso modo, in quanto giunge una volta che il processo si è
compiuto per poter riflettere su tutto ciò che è accaduto e in modo da trarre il senso delle cose e le
proprie conclusioni una volta che esse si sono concretizzate e compiute; la Storia della Filosofia
dimostra quindi che “ciò che è” è “ciò che lo Spirito ha voluto”.

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