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Foglietto parrocchiale di Carpesica - Cozzuolo - Formeniga

16 gennaio 2022 - II D
   T. O.
S T   V  

V  
 
Dal Vangelo di Luca 5, 1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la pa-
rola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche
accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in
una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Se-
dette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le
vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta
la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”.
Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si
rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venis-
sero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a far-
le quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia
di Gesù, dicendo: “Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore”.
Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la
pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo,
che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in
poi sarai pescatore di uomini”. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto
e lo seguirono.
S T   V  ,
San Tiziano, appartenente ad una facoltosa e distinta famiglia, nacque circa l'anno
555 d.C.: nell'isola di Melidissa, chiamata Eraclea.
Nella sua adolescenza fu inviato ad Oderzo, dove era vescovo San Floriano che,
ebbe cura di educare ed istruire il giovane.
Tiziano sentì maturarsi in lui la vocazione al sacerdozio, sollecitato dalla sua inclina-
zione a mettersi al servizio della povera gente ma anche dagli esempi del suo maestro
San Floriano, che fu felice di ordinarlo diacono e poi sacerdote.
In seguito a San Tiziano fu affidato l'incarico di economo e di arcidiacono della Chiesa
opitergina. Nell'esercizio di queste mansioni di fiducia, trovò una nuova occasione di
esercitare la carità verso i poveri che anche in quei tempi erano molti.
Avendo San Floriano rinunciato all'episcopato, desideroso di farsi missionario tra i pa-
gani, clero e popolo opitergini elessero San Tiziano a succedergli come vescovo per
circa 25 anni.
Nei secoli VII e VIII, la vera fede era insidiata soprattutto da due eresie: la dottrina di
Ario, che in pratica negava la divinità di Cristo, e lo scisma da Roma detto dei Tre
Capitoli, da parte di vari vescovi delle Venezie, per divergenze teologiche, disciplinari
e politiche. Contro questi errori San Tiziano ebbe a lottare strenuamente tanto che la
Diocesi di Oderzo rimase immune da cedimenti nei riguardi dell'ortodossia.
Pure la situazione civile, a quei tempi, era profondamente sconvolta dall'invasione dei
Longobardi (568 d.C.)
Durante l'episcopato di San Tiziano, Gisulfo, duca longobardo del Friuli (a.568 – 610
d.C.), morendo lasciò in Cividale quattro figli: due adolescenti Taso e Caco, e due an-
cora fanciulli Radoaldo e Grimoaldo.
Taso e Caco, i maggiori dei fratelli, ebbero assieme il governo del Ducato. Ma i due
duchi durarono poco ed ebbero una fine tragica proprio ad Oderzo, uccisi a tradimen-
to dal patrizio ravennate Gregorio, governatore bizantino di Oderzo (615).
Difficile dire tutta l'amarezza provata dal santo vescovo Tiziano, per questa strage
compiuta, si può dire, sotto i suoi occhi.
Grimoaldo non dimenticò mai il delitto compiuto a Oderzo e divenuto re dei Longobar-
di, vendicò la terribile offesa distruggendo Oderzo dalle fondamenta (a. 665 o 668).
San Tiziano, circondato dalla fama di taumaturgo, morì nell'anno 632 il 16 gennaio.
Fu deposto in sepolcro distinto presso la chiesa della sua città, dove il popolo accorse
subito numeroso a venerarlo come santo, riconoscendone i grandissimi meriti acquista-
ti in vita e testimoniando i molti miracoli che si ottenevano per sua intercessione. Gli
eracleani dal canto loro non tardarono a rivendicare le reliquie, ma invano per la stre-
nua opposizione degli opitergini.
Concittadini e parenti di San Tiziano, venuti un giorno a Oderzo da Eraclea col prete-
sto di visitarne il sepolcro, calata la notte, trafugarono il suo corpo, lo misero in una
barca ormeggiata nelle acque del fiume Monticano e cercarono di fuggire per raggiun-
gere il fiume Livenza. Gli opitergini, accortisi dell'accaduto, si diedero ad inseguire i
rapinatori e li raggiunsero nelle vicinanze del castello di Motta, dove il Monticano con-
fluisce nel Livenza. A questo punto entra in campo una bella leggenda.
Opitergini ed eracleani si trovarono gli uni contro gli altri armati. Quando già stavano
per azzuffarsi, comparve un vecchio misterioso che li esortò a non ricorrere alla violen-
za, ma a lasciare il corpo del Santo nella barca, pregando Dio affinché indicasse dove
voleva che fosse portato. Poi, il vecchio disparve. La barca allora cominciò prodigiosa-
mente a risalire il Livenza fino a Portobuffolè dove si fermò. Il corpo fu caricato su un
carro trinato da buoi, avendo in animo gli opitergini di riporre il Santo nella loro città.
Ma i buoi non riuscivano a smuovere il carro.
Riapparve il vecchio misterioso, che esortò tutti a pregare il Signore, perché facesse
conoscere il suo divino oracolo. Dopo un digiuno di tre giorni, una buona vedova del
luogo fu mossa da una divina rivelazione ad attaccare a un carro la mucca ed il vitello
che possedeva, poi a collocarvi sopra il corpo di San Tiziano e lasciare quindi che i due
animali trainassero il carro per la strada voluta dal Signore. Quegli animali si diressero
verso Ceneda. Alle porte della città San Tiziano compì un grande miracolo, risanando
all'improvviso una giovane donna da molto tempo gravemente ammalata.
Il corpo del Santo fu, con tutti gli onori, collocato a Ceneda nell'antica chiesa dedicata
alla Madonna Assunta.
Questi fatti sarebbero avvenuti nell'anno 652 d.C. circa, un decennio dopo la conquista
di Oderzo (639 – 640) da parte di Rotari, re dei Longobardi.
Secondo studi recenti i fatti si sarebbero svolti nel modo che segue.
Poco prima che Rotari occupasse Oderzo, il vescovo San Magno e una parte della po-
polazione si erano già messi in salvo nelle isole dell'estuario veneto.
I Longobardi avevano attivato nelle nostre terre l'amministrazione civile creando, nel
568 d.C., il Ducato di Ceneda. Più tardi diedero anche vita ad una nuova sede vescovile
a Ceneda (fine sec. VII o inizio sec. VIII) per colmare il vuoto che il vescovo San Ma-
gno aveva lasciato. Per convalidare tale decisione, i Longobardi provvidero a trasporta-
re a Ceneda il corpo di San Tiziano già riconosciuto come patrono a cui erano legati,
tradizione, diritti e privilegi dell'antica sede opitergina.

A  S##

II D./01234 506 T0/7. O8521482. - S41 T29241. V0-
:3.;., 74<8.1. 50664 1.:<84 D2.30:2
Dom
15.30 Cattedrale: Solenne Pontificale presieduto dal Vescovo
16 Gen
Corrado in onore di San Tiziano.
20.00 Carpesica: Rosario in suffragio di Da Dalt Elio.
Sant’Antonio abate
Lun
14.30 Carpesica: Funerale di Da Dalt Elio.
17 Gen
20.30 Carpesica: Incontro dopocresima giovanissimi I-III sup.
Mar Inizia la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
18 Gen 20.30 Formeniga: Prove di canto della Corale.
Mer
19 Gen
Gio 20.30 Carpesica: Catechesi per gli adulti e Lectio Divina a par-
20 Gen tire dalle letture della domenica.
Ven Sant’Agnese vergine e martire
21 Gen
15.30 Castello di San Martino: Santa Messa in suffragio del
Sab
Vescovo Alfredo Magarotto
22 Gen
16.30 Carpesica: Confessioni fino alla Santa Messa
Dom III D./01234 506 T0/7. O8521482.
23 Gen
I#  S# M
08.30 Cozzuolo + Claudino e Agnese
Dom
16 Gen 09.45 Formeniga + Grava Teresa; + Perinot Vittorio
11.00 Carpesica + Dei Tos Giovanna
Lun 14.30 Carpesica + Funerale di Da Dalt Elio
17 Gen 18.00 Carpesica + Fam. Tinelli; Maso Fiorella
Mar
18 Gen 18.00 Cozzuolo
Mer 18.00 Carpesica
+ Francesco
19 Gen San Fermo
Gio
20 Gen 18.00 Formeniga
Ven
18.00 Carpesica + Casagrande Elvira
21 Gen
Sab 18.00 Carpesica
22 Gen
08.30 Cozzuolo
Dom 09.45 Formeniga
23 Gen +Casagrande Anna in Cuzzolin; Secondo
11.00 Carpesica
le intenzioni dell’offerente

Le intenzioni delle Sante Messe sono celebrate da don Matteo.


Si invita a richiedere le intenzioni delle Sante Messe almeno 15 giorni prima della
data desiderata: ciò ci permette di tenere aggiornato il calendario esposto, senza tra-
lasciare le intenzioni stesse.
Nelle giornate lasciate “in bianco” la Messa viene comunque celebrata. Il “bianco” è
perché non ci sono intenzioni!!! Ricordiamoci che la Santa Messa è la forma più effi-
cace attraverso cui discende la Grazia divina su di noi ed il regalo più prezioso che
possiamo fare ai nostri cari vivi e defunti.

Canonica di Carpesica: Tel.: 0438.560167; e-mail: upvalledeifiori@gmail.com


Sito dell’Unità Pastorale: https://www.carpesicainfo.wixsite.com/asoni
Don Matteo D’Arsié: Tel.: 340.7113070; e-mail: lord_mithrandir@libero.it

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