Sei sulla pagina 1di 3

L'ITALIA DELLA PRIMA REPUBBLICA: LA RICOSTRUZIONE ECONOMICA

Il problema principale del dopoguerra fu quella della ricostruzione e della ripresa


economica. Le maggiori città come Torino, Bologna erano state pesantemente
bombardate e rase al suolo. Le ferrovie riscossero molti danni. I porti erano ridotti a un
cumulo di macerie e la rete stradale erano impraticabile. A sua volta l'agricoltura
mancava di macchine e di opere di irrigazione, ma soprattutto risentiva dei massicci
sequestri di prodotti e bestiame da parte dei tedeschi. Un aiuto concreto per fronteggiara
la situazione venne dagli Stati Uniti, interessati a una rapida ripresa economica
dell'Europa occidentale, anche per la paura che le dure condizioni che doveva subire
potessero favorire un'espansione dei moviementi di ispirazione comunista. A partire dal
1948 iniziarono anche gli interventi consistenti e organici del piano Marshall, che
ammontarono circa a 1500 milioni di dollari in cinque anni. Tali aiuti consentirono di
risanare la bilancia dei pagamenti e accellerarono la ricostruzione e la ripresa industriale.
Fra il 1948 e il 1953 si avviò così il primo rilevante sviluppo industriale del Paese.

La riforma agraria e l'occupazione delle terre: In un paese ancora prevalentemente


agricolo, una delle maggiori emergenze era la riforma agraria. Il quinto governo De
Gasperi cercò di combattere il latifondo improduttivo, cioè i terreni lasciati incolti dai
grandi proprietari, e diminuire la disoccupazione agrigola creando un vasto ceto medio
agrario. Il governo propose così grandi espropri, ma tale iniziativa fu ostacolata dalla
forze conservatrici in parlamento. Ecco perchè tra la fine del 1949 e 1050 i contandini
senza terra, della Calabria e della Puglia, occuparono ampi tratti di terreno incolti o solo
in parte coltivato, costringendo il governo a intervenire. Così nel 1950 furono approvati
alcuni punti della riforma, che riguardavano solamente alcune zone del delta padano, la
Maremma toscana e varie aree dell'Italia meridionale. Un deciso impegno caratterizzò gli
anni del centrismo con l'istituzione della Cassa del mezzogiorno (1950).

Un elemento imporante per la modernizzazione economica del Paese fu il diretto


intervento dello stato. Imprese pubbliche furono istituite soprattutto nel settore
siderurgico, dell'energica elettrica, dei trasporti e delle comunicazioni. Il governo si
impegnò anche nella costruzione e riorganizzazione di diversi enti, tra i quali l'Istituto
per la ricostruzione industriale (Iri), creato nel 1933, che venne ristrutturato su basi
più moderne al fine di potenziare l'industria. In campo petrolifero ed energetico nel 1953
fu fondato l'Ente nazionale idrocarburi (Eni), che iniziò l'estrazione di metano, fonte
strategica per lo sviluppo dell'industria petrolchimica. Per il rilancio dell'edilizia
popolare fu costituito un altro ente, l'Ina-Casa. Il "piano fanfani", se da una parte dette
impulso all'attività edilizia e creò nuova occupazione, non fu però privo di effetti negativi
in quanto esso dette vita, nelle periferie urbane, a enormi ghetti-dormitori privi di servizi
necessari.

L'epoca del centro-sinistra e il miracolo economico: Dal 1947, da quando le


sinistre erano state espulse dall'area governativa, il sistema politico sembrava bloccato:
non c'erano alternative reali ai governi diretti dalla Dc. La Terza legislatura (1958-
1963) si aprì dopo le elezioni del 1958, con la Dc che rimaneva il partito di maggioranza.
Però piano piano emergeva il partito di centro-sinistra in conseguenza dei profondi
mutamenti intervenuti nell'ambito della società italiana. Finiti i tempi duri del dopoguerra,
l'Italia stava vedendo una ripresa economica. Di conseguenza la società cominciava ad
aprirsi al desiderio di una sempre maggiore crescita economica. Di ciò si prese l'incarico il
settore della Dc, la cui amministrazione era stata affidata prima ad Amintore Fanfani
(1954-1959), poi ad Aldo Moro (1959-1964). Nella Dc si stava affermando una linea
politica che, attraverso l'apertura di un dialogo con il Partito socialista, puntava a
formare una nuova maggioranza parlamentare, i cui liberali sarebbero stati sostituiti dai
socialisti. Ciò avveniva mentre nel partito comunista italiano, Palmiro Togliatti iniziava
a ronoscoscere come negativi molti aspetti dell'autoritarismo sovietico e teorizzava una
"via italiana al socialismo": una via che non fosse costruita su un modello sovietico, ma
adattata sulle condizioni economiche, storiche e culturali del Paese. Tuttavia, dopo la
repressione della rivoluzione ungherese del 1956 il Pci scelse di schierarsi a sostegno
dell'Unione Sovietica.

il difficile cammino verso il centro-sinistra:

 Ottobre 1959: La Democrazia cristiana, nel suo congresso di Firenze, approva


una linea rinnovatrice: il partito non accetterò più appoggi dalle forze di destra nella
formazione dei nuovi governi.

 Marzo 1960: Cade il governo moderato di Antonio Segni. Viene incaricato di


formare un governo di transizione Ferdinando Tambroni, che si mostra disposto ad
accettare i voti dei neofascisti riuniti nel Movimento sociale italiano.

 Marzo-maggio 1960: Nel paese si diffonde una protesta estremamente decisa


contro il governo, con scioperi e manifestazioni di piazza. Tambroni e la parte della Dc
che lo sostiene rispondono autorizzando le forze di polizia a condurre una pesante
repressione.

 Giugno-luglio 1960: Il governo autorizza il Msi a tenere il proprio congresso a


Genova, città nella quale sono ancora particolarmente cici i ricordi della Resistenza.

Il primo governo di centro-sinistra (1962-1963) realizzò alcune importanti riforme, tra cui
la nazionalizzazione dell'energia elettrica (con la nascita dell'Enel) e l'istituzione della
scuola media dell'obbligo. Durante i governi di centro-sinistra si registrò un
notevole sviluppo ecnomico che determinò anche in Italia la nascita di una società di
massa, caratterizzata dall'aumento dei consumi. Non mancarono però aspetti negativi
dello sviluppo, quali lo spopolamento delle campagne, che provocò una crisi agricola e
pesanti importazioni alimentari dall'estero; l'emigrazione della manodopera dal Sud
verso il Nord, la speculazione edilizia, il degrado urbano e la disomogeneità di sviluppo
del paese.

Verso la fine del 1967 espole, la contestazione studentesca. Manidestazioni spontanee


si diffusero nelle scuole e nelle università; si formarono gruppi extraparlamentari detti
dell "nuova sinistra", i quali rifiutarono il riformismo del Pci in nome di una soluzione
rivoluzionaria. Nel 1968 si aprì una lunga fase di lotte operaie e sindacali ("autunno
caldo"), con lunghi scioperi dei lavoratori che chiedevano miglioramenti salariali e
contrattuali. La forte domanda di rinnovamento si manifestò nelle elezioni politiche del
1968, che sengarono l'avanzamento del Pci e la crisi del centro-sinistra.

Nello stesso periodo iniziò l'offensiva terroristica, che si proponeva di usare la violenza
come arma politica. Sotto la pressione del terrorismo e di una crisi economica, il
centro-sinistra entrò definitivamente in crisi. Per far fronte a questa difficile fase Enrico
Berlinguer, segretario del partito comunista, propose la via del "compromesso
storico", basato su un'alleanza di governo tra Dc e Pci. Questa svolta portò alla
costituzione di un governo con l'appoggio esterno dei comunisti. Il nuovo governo
dovette affrontare la tragica situazione del rapimento e dell'uccisione di Aldo Moro da
parte delle Brigate Rosse (marzo-maggio 1978). Dopo il 1978 nella Dc prevalse una
linea contraria alla prosecuzione dell'intesa con il Pci e propensa invece a un dialogo con i
socialisti (Psi e Psdi). Da questo orientamento ebbe inizio l'età del governo
"pentapartito". Il Psi divenne l'ago della bilancia della politica italiana, grazie anche
all'azione del suo segretario Bettino Craxi, che proponeva l'immagine di un Psi
riformista e filoccidentale. In questi anni si aggravò il problema della spesa pubblica e si
intravidero i germi di una crisi che avrebbe portato di li a poco al crollo del sistema
politico. Tale sistema entrò in crisi in modo irreversibile con la caduta del muro di Berlino
e la fine del comunismo nell'Europa orientale. Agli inizi del 1922 scoppiò lo scandalo di
Tangentopoli, che portò allo scoperto la crisi degenerativa del sistema politico.
Nell'aprile del 1933 un referendum modificò la legge elettorale, sostituendo il sistema
proprozionale con quello maggioritario, novità assoluta nella politica italiana. Intato,
tutti i partiti del dopoguerra si erano dissolti o traformati, mentre ne erano nati nuovi. Le
elezioni del 1994 videro contrapporsi due coalizioni: quella di centro-destra e quella di
centro-sinistra, conferendo al sistema politico italiano il carattere bipolare. L'epoca
delle Prima repubblica era finita.

Potrebbero piacerti anche