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LA RIVOLUZIONE
CONVERSAZIONI CON
MICHEL FOUCAULT, HERBERT MARCUSE,
GILLES DELEUZE, FELIX GUATTARI,
ALAIN TOURAINE, HENRY LEFEBVRE,
HANS MAGNUS ENZENSBERGER
Res Gestae
Il cambiamento radicale della società è stato il sogno di molti intellettuali
e filosofi. In questo libro, i grandi maitre à penser Foucault, Marcuse,
Deleuze... vengono interrogati, in una serie di interviste immaginarie,
sul tema della rivoluzione.Tutti conoscono e utilizzano l'opera di Marx,
ma non più come corpo dottrinale da illustrare, arricchire o abbattere,
semplicemente come materiale essenziale per la riflessione da cui bisogna
essere pronti a prendere le distanze. Il rispetto religioso non fa più presa.
Il risultato è un pensiero nuovo - ognuno a suo modo - e finalmente
contemporaneo. Un percorso nell'immaginario dell'eresia marxista che
può insegnarci ad allenare il nostro spirito critico e ad acuire lo sguardo
sulla società contemporanea.
ISBN 978-88-6697-125-2
14,00 euro
Scansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche
ASPETTANDO
LA RIVOLUZIONE
C onversazioni con
M ichel F oucault, H erbert M arcuse,
G illes D eleuze, F elix G uattari,
A lain T ouraine, H enry L efebvre,
H ans M agnus E nzensberger
^ Res Gestae
Titolo originale dell’opera: C ’e s t d e m a in la velile.
L’editore ha effettuato, senza successo, tutte le ricerche necessarie al fine di identificare gli
aventi titolo rispetto ai diritti dell’opera. Pertanto resta disponibile ad assolvere le proprie
obbligazioni.
Indice
Premessa 7
M ic h e l F o u c a u lt 19
H e r b e r t M arcu se 39
R oel V an D uyn 61
H e n ri L e fe b v re 77
cfdt , J e a n n e t t e L a o t e F r e d o K r u m n o w 93
G i l l e s D e le u z e , F é l i x G u a t t a r i 113
A la in T o u r a in e 133
C h a r le s F o u r ie r 131
5
Premessa
7
verlo, esso occupò a sinistra la maggior parte dello spazio
intellettuale per alcuni decenni e giunse, ancora alla metà
degli anni sessanta, ad intimidire quegli stessi che l’avevano
abbandonato o che ancora esitavano a dargli la propria ade
sione.
È una lunga storia. In Francia, fin dall’inizio del secolo,
la povertà del pensiero era stupefacente. Un positivismo
ed un razionalismo indolenti tenevano banco già con cento
anni di ritardo. La Sorbona non aveva imparato nulla dopo
Kant. Peggio ancora: essa credeva di saper tutto con una
soddisfazione beota. Hegel era assolutamente ignorato-. nel
l’Università non se ne faceva parola; Marx, raramente, veniva
letto attraverso il filtro del settarismo primitivo di Guesde;
e poi Nietzsche, Freud, la fenomenologia... Dopo la fine del
la prima guerra mondiale alcuni giovani arrabbiati ne presero
coscienza. Si sbarazzarono finalmente di Brunschvicg e si mise
ro a sghignazzare davanti a quella platea che si abbandonava
alle buffonate dolciastre di Bergson. La collera era sacrosanta
e ci ha portato, fra le altre, le migliori pagine di Nizan. Ma
non ci ha portato una nuova riflessione: soltanto una critica
di quell’ideologia ignorante e pomposa che si nascondeva dal
l’uomo e si nascondeva dalla società. Ma a partire da questo
punto, tutto avrebbe ancor dovuto essere scoperto.
Un pìccolo gruppo ci provò per un istante-, erano i « filo
sofi » del 1925-1926, Henri Lefebvre, Georges Politzer, Geor
ges Friedmann, Pierre Morhange e la loro R e v u e m a r x is t e .
Nizan li frequentò con un certo riserbo. Il gruppo inseguì le
piste di Hegel e di Marx, si infarinò con la psicanalisi, restò
gomito a gomito col surreliasmo: la Storia, il sogno ed il
linguaggio, una miscela sovversiva. Ma se ne allontanò pre
sto : V abbagliamento tardivo provocato dai principi del-
Vhegelo-marxismo, le pesanti certezze del partito comunista
adolescente, l’appello all'azione ebbero la meglio. Dopo l’i
gnoranza reazionaria della Sorbona, tenendosi lontano dalle
grossolane furberie di Alain o di Valéry, quel che allora si
spacciava per marxismo apparve loro come una filosofia in-
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teramente compiuta, tanto più vera in confronto con gli idea
lismi che essi professavano. Lefebvre dice: « Questi marxi
sti si trovarono ben presto di fronte ad un marxismo già
interpretato, rielaborato, “ ripresentato ”, e non solo da Le
nin, ma ancor più da Stalin. Il marxismo-leninismo del pe
riodo di Stalin non veniva presentato storicamente nella
sua formazione, ma già imposto e arci-imposto. Ancora in
compiuto corrispondeva effettivamente a certe aspirazioni
intellettuali, ma non le chiariva, non le penetrava, non le fe
condava. Coloro che giunsero al marxismo in quegli anni, vi
si aggrapparono come naufragi ad un’asse dopo un naufra
gio ( ...) . Giunsero al marxismo sulle rovine della loro gio
vinezza »
Come tanti intellettuali che li seguirono, i « filosofi »
ebbero brutalmente l ’impressione di passare dal non-sapere al
sapere : quel che resterebbe da fare è soltanto illustrare i princi
pi e battersi per essi. Per altri, come Sartre, sarà necessario un
lungo e faticoso cammino attraverso la fenomenologia e l’he-
gelismo per arrivare, trenta anni più tardi, a ritrovare il pro
blema al punto in cui Marx ed Engels l’avevano lasciato. In
Francia, fra il 1920 e il 1930, si evita l’ostacolo oppure lo
si salta a piè pari; non c’è nessuno che giunga ad abbracciare
la Storia e la società in un’analisi innovatrice: quasi che la
debolezza e il ritardo dell’ideologia borghese rimbalzassero
sulla filosofia rivoluzionaria.
In questo periodo, il pensiero sociale progrediva. In Ger
mania e in Europa occidentale, nutrite della dialettica e di
un marxismo più familiare già scavato dalla tradizione tede
sca, Kautsky o Rosa Luxemburg, gli anni venti e trenta fu
rono permeati da una creatività straordinaria: Reich, Korsch,
Lukacs, Pannekoek... un nuovo rilancio della filosofia della
storia e della teoria politica, una seconda tappa della psica
nalisi, la giovinezza di Marcuse e di Adorno 12. È più stimo-
9
laute dibattere con Lenin o scontrarsi con Freud che batta
gliare col signor Bergson. Ma questa reinterpretazione del
marxismo scomparirà a sua volta sotto i colpi congiunti del
nazismo e dello stalinismo. L ’opera di Gramsci non conosce
una sorte migliore. Prigione, esili negli Stati Uniti o sottomis
sioni al comuniSmo, e la scintilla si spegne. Bisognerà aspet
tare la destalinizzazione, e più spesso il 1968, perché un in
teresse nasca nuovamente e per ripartire tenendo conto di
questo varco decisivo. Nel frattempo, rimasto solo di fronte
all’ideologia borghese, Vhegelo-marxismo incastonato nello
stalinismo s’era insediato solidamente. Attraverso semplifi
cazioni successive, esso nella prova politica ben presto tende
va soltanto a ridar vita ad un positivismo radicato ed incon
scio, mettendogli il cappello di un sommario messìanesimo
proletario. Nizan e Lefebvre abbandonano la riflessione per
la politica; e Politzer, per ordine del Partito, abbandona la
psicologia per consacrarsi ad un’economìa politica utilitaria.
Seconda e terza ondata di manicheismo, la guerra mondiale
e la guerra fredda : esse sommergono il mondo di antinomie
ancora più fruste. Le scienze umane che si sviluppano empi
ricamente — soprattutto negli Stati Uniti — per i marxisti
sanno lontano un miglio di sociologia poliziesca, e può così
accadere addirittura che semplicemente le si ignori. È per
dieci anni il regno, postumo, dello zdanovismo. Ed è già mol
to tardi quando la morsa si allenta, nel 1956, con il permes
so del rapporto Chruscev. L ’innesto Lenin-Stalin era stato
fatto ad un livello troppo basso-, impossibile ripartire dai pie
di rianimando il giovane Marx oppure, al contrario, il socia
lismo scientifico delle maturità. Di volta in volta condannato
dall’ufficio politico nonostante le loro rispettose prudenze, gli
scrittori di Althusser e di Garaudy, fra loro contrapposti, rap
presentano la duplice impasse. E ]ean-Paul Sartre, la cui opera
si è in parte sfiancata in dispute col comuniSmo, fornisce,
con la C r it ic a d e ll a r a g io n e d ia le t t ic a , l’ultimo rampollo
— geniale, incompiuto e non conducibile a compiutezza —
dell’hegelo-marxismo.
10
Che si occupassero di cosmogonie oppure di analisi par
ziali, tutti avevano lasciato che l’evidenza diventasse esclu
sivo patrimonio del pensiero conservatore, per il solo fatto
di aver scansato le domande originarie, semplicissime e per
ciò stesso totem e tabù: perché la teoria del proletariato di
Marx, fondamento dell’azione rivoluzionaria, non ha per nul
la funzionato fino in fondo negli stati industriali dell’Occi
dente, che hanno finora impedito l’avvento al potere di quel
la classe che la dottrina designava come soggetto della Sto
ria? Perché la schiacciante maggioranza delle ricerche e delle
scoperte nelle scienze umane si sono verificate al di fuori del
marxismo, e persino di esso, ed il marxismo è stato contro
di loro? E che nome dare a quella prodigiosa alienazione
che instaura l’oppressione negli stati che si richiamano al so
cialismo? Porre queste domande, anche senza ancora rispon
dervi, significava uscire dalla « Volgata », smettere di giudi
care il marxismo in base alle sue promesse ed al suo discor
so —esorbitante privilegio che arroga a se stesso e rifiuta alle
teorie ad esso vicine —, confrontare finalmente il comuni
Smo con la realtà della sua analisi e con l’analisi della sua
realtà, come direbbero graziosamente i nostri hegeliani. Ben
pochi vi si sono arrischiati, all’infuori di Merleau-Ponty e
di Marcuse !.
Anche se corrosa, oggi, dalle sue disavventure politiche,
la « Volgata » è sempre presente nel sottofondo: consiste
nell’ambizione filosofica e politica di dar coronamento ad un
sistema ordinato delle scienze dell'uomo e delle scienze della
natura — e, secondo i vari progetti, con Vannessione forzata
di Freud o dello strutturalismo —: sistema che abbraccerebbe
tutto lo scibile umano e che offrirebbe la chiave, nello stes
so momento, dell’azione e della Storia. Vecchia libido che
ispirò dapprima le religioni, e poi, sul loro esempio, lo stesso
razionalismo; formula universale e quanto mai rassicurante
che mette ogni cosa al suo posto, integra il Male e garantisce
1 Maurice Merleau-Ponty, Les Aventures de la dialectiijue, Gallimard; Herbert
Marcuse, Le marxisme soviétìque, Gallimard, coll. ‘ Idées
11
una felice finalità alla Storia; che esaudisce i voti del suo
testimone divenuto suo agente. Nata sulle fondamenta del
l’idea borghese di progresso, la Storia cosiddetta dialetti
ca viene concepita sulla falsa misura degli ultimi sviluppi del
la civiltà occidentale. Dall’età primitiva ai nostri giorni, dal
la rivoluzione borghese alla rivoluzione proletaria, attraverso
un’evoluzione ineluttabile alla quale i più avvertiti concedono
qualche sfasatura di funzionamento, l’uomo si realizzerebbe
per tappe successive in insiemi sempre più complessi, il cui
significato diverrebbe agevolmente decifrabile non appena si
venga a prender parte al movimento in considerazione, e non
appena si venga a conoscenza del suo tautologico principio
di trasformazione. Tutto qui è meraviglia-, la schiavitù eco-
nomico-sociale concede pure alla libertà la parte che le spet
ta; la negatività è al servizio di ciò che è positivo; lo sfrut
tamento del proletariato è l’annuncio del suo trionfo così co
me un tempo la morte del Cristo annunciava la Redenzione;
il passato che è stato abolito si conserva in una sintesi supe
riore e la rivoluzione riconcilierà l’uomo con se stesso e con
la natura distruggendo V'alienazione per sempre; essa è, come
la grazia, allo stesso tempo necessaria —il capitalismo si con
danna alla rivoluzione —, contingente — anche la libertà del
l’uomo deve concorrere ad essa —, e perfino sufficiente... Ri
voluzione sempre sognata e mai fatta, proiettata in un av
venire immaginario ed esotico senz’altra preoccupazione se
non quella di ridare al mondo e all’uomo quel senso della
trascendenza che essi avevano perduto con la morte dì Dio.
Si tratta, molto precisamente, di una filo so fia o c c id e n t a le d e l
la S t o r i a , ultimo sbocco del pensiero europeo che si guarda
bene dal rappresentare, pur magnificandoli, l’evoluzione, i ri
sultati e i desideri di un continente preciso e privilegiato:
in una parola, e malgrado tutte le smentite, l’apoteosi del-
Vid e a hegeliana.
A partire dagli anni cinquanta tuttavia, al di là delle ideo
logie liberali e tecnocratiche, era nata un’obiezione, primor
diale e discreta, a proposito di quello che è convenzione chia-
12
mare strutturalismo. Per un’antropologia nascente c soprat
tutto per l’etnologia, a meno che non si voglia assumere l'at
teggiamento del missionario o del colono, non esiste una sto
ria universale: la magia non è meno complessa della scienza
ed ognuna di esse si articola nella ricchezza del sistema cui
essa corrisponde. Non ci sono popoli primitivi e popoli evo
luti, bensì delle strutture diverse, in sé perfettamente con
nesse, disseminate in diversi punti dello spazio e del tempo-,
si tratta di descriverle in se stesse, nel sistema di significati
e di riferimenti che è loro proprio, di scoprire il loro senso
nascosto e di concepire semplicemente il fatto che è stori
camente possibile, in determinate circostanze, passare da un
sistema ad un altro in seguito ad un mutamento del codice
genetico delle società. Credere alla storia universale, inter
pretare i « primitivi » in funzione di un futuro che non sa
rebbe poi altro che il nostro presente, significa per Lévi-
Strauss proiettare sulle altre società il sistema di pensiero
che caratterizza noi stessi ed interpretare ogni cosa secondo
quelli che sono i nostri miti. La prima, l’etnologia, si rifiuta
di considerare i nostri valori come la perorazione dello spiri
to umano e la misura di tutte le cose. L ’analisi era chiara
e solida. E dal momento che per definizione essa non aveva
né supporto né mire politiche, per molto tempo è restata
argomento di discussione a livello specialistico.
Ma le rivolte della gioventù occidentale, contrapponendosi
frontalmente alle istituzioni ed all’ideologia borghesi, si do
vevano necessariamente imbattere in un marxismo che dava
di esse l’immagine riflessa e rovesciata. L ’atteggiamento dei
partiti comunisti di fronte ai movimenti studenteschi, così
come i carri armati di Praga, ebbero un grande peso-, è vero
del resto che le migliori dimostrazioni a c o n t r a r i o sono spes
so basate sui fatti, e talvolta su fatti militari. Dopo di al
lora, i movimenti sono divampati e gli sconvolgimenti non
hanno più avuto limiti-, negli Stati Uniti e in Europa, le no
zioni stesse di politica, di organizzazione, di insegnamento,
di cultura, di famiglia, di lavoro, di tecnologia, di civiltà
13
vengono messe in discussione da una formidabile ondata di
utopia. Dai creatori dei gruppi di rock o di comunità alle
fondatrici dei movimenti di liberazione della donna, dall’eco
logia all’uso degli allucinogeni, passando attraverso la vita
della strada, viene elaborata una contro-cultura che non è
più gran che debitrice aU’hegelo-marxismo. I rifiuti sono
massicci, assoluti e sommari, in proporzione alle frustrazioni
da cui sono scaturiti. Non è un caso se, ben al di là della
politica, la rock music si è imposta come l’unico denomina
tore comune di tutte le manifestazioni, dalle più individua
li alle più concertate-, essa esprime un nuovo comporta
mento ed una nuova sensibilità piuttosto che una nuova ideo
logia, tanto più violenti quanto meno sono discorsivi. Come
avrebbe potuto la « Volgata » sfuggire a questo scrollone
che colpiva direttamente quella che è la sua molla centrale:
il principio di autorità?
L ’utopia non è sempre data. Al contrario essa fa la sua
comparsa in momenti precisi dell’evoluzione delle società,
per sottolinearne le rotture più profonde: rousseauismo nel
x v i i i secolo, socialismi pre-marxisti all’inizio del x i x , onda
ta anti-autoritaria alla fine del x x secolo. Denunciando la so
cietà dominante in contrapposizione al progetto di una so
cietà futura, l ’utopia preannuncia e rende possibili i nuovi
modi di pensiero e di azione. Oggi, conosciamo le grida, il
ritmo e ì miti; siamo ancora in attesa del linguaggio arti
colato che, in un secondo tempo, dovrebbe conferire al mo
vimento tutta la sua dimensione storica.
Alcuni elementi tuttavia già esistono, anche se stanno
un po’ indietro rispetto al fronte della rivolta che è, occupa
to a fronteggiare i compiti più urgenti senza molto curarsi
delle proprie retrovie. Alcuni vengono da lontano, scampati
allo stalinismo nascente; altri da correnti autonome che so
no comparse non senza fatica in disparte tanto dal marxismo
che dall’ideologia tecnocratica e che rifioriscono ormai a con
tatto con la rivolta; altri ancora sono stati generati più di
rettamente dai movimenti di contestazione attuali. Ne pre-
14
sentiamo qui un primo panorama, anche se un po’ arbitrario-,
fra tanti altri, Foucault, Marcuse, Roel Van Duyn, Lefeb-
vre, la cfdt , Deleuze, Guattari, Touraine espongono un
pensiero nuovo — ognuno a modo suo — e, finalmente, c o n
t e m p o r a n e o . Tutti conoscono e utilizzano l’opera di Marx e
dei suoi epigoni, ma non più come un corpo dottrinale da
illustrare, da arricchire o da abbattere: semplicemente come
materiale essenziale per la riflessione, da cui bisogna esser
pronti a prendere le distanze. Il rispetto religioso non fa più
presa. Si tratta, in gradi diversi, dell’inizio di un’analisi so
ciale: per la nostra società, così come per l’individuo psica
nalizzato, la cosa può andar bene o può andar male. È troppo
tardi per rimpiangere i miti o le rimozioni del passato.
Ciascuno di questi uomini, più moderato o più radica
le — e in sensi diversi — contesta naturalmente l ’analisi del
vicino, e ancor più probabilmente, questa vicinanza stessa e
le opinioni qui sopra espresse. Se di una corrente di idee si
tratta, essa è evidentemente altrettanto condivisa da altri
quanto lo furono la filosofia dei Lumi, da Voltaire a Ros-
seau, oppure le teorie socialiste dell’inizio del xix secolo.
Ma queste analisi sono costrette alla coesistenza, anche se
ognuna si vuol presentare come la sola vera (cosa che del resto
non accade sempre, ed anche questa è una novità). Fortuna
tamente incapaci di suscitare corti di discepoli abbastanza in
condizionati da semplificarle subito in precetti settari, esse
incominciano ad influenzare simultaneamente e contraddito
riamente un movimento che è esso stesso diversificato e con
fuso : il che è la condizione stessa della creatività. Per un
anno, A c t u e l ha regolarmente pubblicato le conversazio
ni qui sotto riportate. Le uniamo adesso in questa raccolta.
MICHEL-ANTOINE BURNIER
15
Aspettando la
RIVOLUZIONE
Michel Foucault
M ic h e l F o u c a u l t , p r o f e s s o r e c h e s i p o n e v a p r o b le m i m a
a p o lit ic o , a u t o r e d i u n a n o t e v o leHistoìre de la folle à Vage
classique, e r a p o c o c o n o s c iu t o a llo r c h é c o m p a r v e Les Mots
et les choses n e lla p r im a v e r a d e l 1 9 6 6 . F u u n f r a g o r e , il p r i
m o s u c c e s s o f i lo s o f ic o in F r a n c ia d o p o L ’Essere e il Nulla
d i J e a n - P a u l S a r t r e . F o u c a u l t r e s p in g e c o n f o r z a il d is c o r s o
g e n e r a le c h e c e r c a d i r a c c h iu d e r e t u t t a l ’a t t iv i t à u m a n a in
u n a s in t e s i m e t a f is ic a , d ia le t t ic a , s t o r ic a . V u o le s c o p r ir e il
r e t r o t e r r a d e l s a p e r e , i c o d ic i f o n d a m e n t a li d i u n a c u lt u r a .
E g l i s p ie g a : « Q u e llo a c u i p e n s ia m o è l ’in t im it à d i u n p e n
s ie r o a n o n im o e c o s t r it t iv o c h e è il p e n s ie r o d i u n ’e p o c a e
d i u n l in g u a g g io . P e n s i e r o e l in g u a g g io h a n n o le l o r o le g g i
d i t r a s f o r m a z io n e . I l c o m p it o d e lla f i l o s o f i a a t t u a le ( . . . ) è
q u e llo d i r ip o r t a r e a lla lu c e q u e s t o p e n s ie r o che è p rece
d e n t e a l p e n s ie r o , q u e s t o s is t e m a c h e v ie n e p r im a d i o g n i
s i s t e m a ... È q u e sto il f o n d o d a l q u a le il n o s t r o p e n s ie r o
“ lib e r o ” em erge e b r illa per un is t a n t e » '. E a g g iu n g e
— e q u i s t a t u t t o lo s c a n d a lo : « L ’e r e d it à p iù p e s a n t e c h e
c i g iu n g e d a l x i x s e c o lo - e d i cu i è d av v ero o ra d i sb araz
z a r s i — è l ’u m a n e s im o . ( . . . ) S a lv a r e l ’u o m o , r is c o p r ir e l ’u o m o
d e n t r o l ’u o m o , e c c ., q u e s t o è lo s c o p o u l t i m o d i t u t t e le im
p r e s e f a t t e d i c h ia c c h ie r e , te o r ic h e e p r a t ic h e , p e r r ic o n c ilia
r e , a d e s e m p io , M a r x e T e ilh a r d d e C h a r d in : im p r e s e in t r is e
d i u m a n e s im o ch e h a n n o c o n d a n n a to a lla s t e r ili t à d a m o lt i
a n n i a q u e s t a p a r t e , t u t t o il l a v o r o in t e lle t t u a le . ( . . . ) T u t t i i
r e g im i d e l l ’E s t e d e l l ’O v e s t e s p o n g o n o la l o r o m erce sea-
19
d e n t e n e llo s t a n d d e l l ’u m a n e s im o » « C o n fo rto e p r o fo n
d o s o l lie v o , d ic o n o t u t t a v ia Les mots et les choses, n el p en
s a r e c h e l ’u o m o è s o l t a n t o u n ’in v e n z io n e r e c e n t e , u n a f i g u r a
c h e n o n h a a n c o r a d u e s e c o li, u n s e m p lic e p u n t o n e l n o s t r o
s a p e r e , e c h e e s s o s c o m p a r ir à n o n a p p e n a t a le s a p e r e a v r à
tro v a to u n a fo rm a n u o v a » .
A s in is t r a , a d e c c e z io n e d i q u a lc h e p r o f e s s o r e in f lu e n z a
t o d a L é v i - S t r a u s s , d a L a c a n o A lt h u s s e r , s i v a in c o lle r a
c r e d e n d o d i s c o p r ir e d ie t r o q u e s t e a ff e r m a z io n i u n a r i f o r
m u la z io n e s is t e m a t i c a d e lla f i lo s o f ia di G isc a rd d ’E s t a i n g .
A ll o r a S a r t r e è c a te g o r ic o : « S i v u o le d a r v it a a d u n a n u o v a
id e o lo g ia u l t i m o s b a r r a m e n t o c h e l a b o r g h e s i a p o s s a a n c o r a
in a lz a r e c o n t r o M a r x » 12.
P a s s a il m o v im e n t o d i M a g g io . N e l l ’a u t u n n o 1968, Fou
c a u lt in s e g n a a V in c e n n e s in m e z z o a l l ’a g it a z io n e d i q u e s t a
n uova b ase ro ssa d e ll ’U n iv e r s it à . Un g io r n o del fe b b ra io
1 9 6 9 , e g li s p u n t ò a lla tr ib u n a d e lla M u t u a l it é a f ia n c o d i
J e a n - P a u l S a r t r e . S o r p r e s a p e r i m ilit a n t i: l ’ in t e lle t t u a le d i
s t a c c a t o s i è b u t t a t o n e lla p o lit ic a r iv o lu z io n a r ia . C i s i d o m a n
d a v o le n t ie r i c o m e e g li p o s s a c o n c ilia r e il g a u c h is m o c o n la
s u a f i l o s o f i a g e l id a d e l s is t e m a d e l l ’Archeologia del sapere 3,
c h e p u b b l ic a lo s t e s s o a n n o s u lla s t e s s a lin e a r e t t a d e i Mots et
des choses. La s p ie g a z io n e t u t t a v ia è s e m p lic e a fo rza d i
g r a t t a r e le r a d ic i d e l s a p e r e e d e l l ’u m a n e s im o , g li è v e n u t a
la v o g lia d i s t r a p p a r l e . A q u e s t o liv e llo , n e s s u n o è p iù e s t r e
m o d i lu i: è il n o s t r o « p e n s ie r o c h e v ie n e p r im a d e l p e n
s ie r o » c h e F o u c a u l t v u o le d is t r u g g e r e , e in s ie m e a l c a p it a
lis m o i l « s is t e m a c h e v ie n e p r im a d e l s is t e m a » : r o v e s c ia r e
t u t t e le is t i t u z i o n i p e r c a n c e lla r e le g r a n d i r ip a r t iz io n i c o s t i
t u t iv e d e lla c iv ilt à o c c id e n ta le , il b e n e e il m a le , il n o r m a le
e il p a t o l o g ic o , l ’in n o c e n z a e la c o lp e v o le z z a , il s o g g e t t o e
l ’o g g e t t o ... S e c o n v e r g e c o s ì c o n l ’u l t r a s in is t r a p i ù a r r a b b i a
t a , p o l it ic a e n o , F o u c a u l t d iv e n t a t u t t a v ia il c o m p a g n o d i
1 Ibid.
2 L'Arc, n. 30, 1966.
3 Michel Foucault, L'archeologia del sapere, ed. Rizzoli, Milano 1971.
20
s t r a d a c r it ic o d e i m a o is t i : n o n t a n t o p e r a c c o r d o s u i p r in
c ip i — è p r o b a b il e c h e e g li n o n a p p r e z z i m o lt o il v o c a b o la
r io m ilit a r e n é le v i r t ù d e l l ’o r g a n iz z a z io n e m a r x is t a - le n in i
s t a — q u a n t o p e r s o s t e n e r e u n a v io le n z a m ilita n te c h e s v e la
ed a ffro n ta le fo n d a m e n ta dei p o teri s o c ia li. L ’o f f e n s iv a
d e v e s e c o n d o lu i a n d a r e b e n a l d i là d e i p u r i e s e m p lic i s c o n
tr i p o lit ic i, a s u o p a r e r e s e m p r e in v is c h ia t i n e l l ’ u m a n e s im o
e in u n a p r e o c c u p a z io n e d i r ic o s t r u z io n e d i c u i e g li n o n v u o l
c u r a r s i. P r e c is o e o s t i n a t o , F o u c a u l t l a v o r a c o n il G r u p p o
d ’in f o r m a z io n e s u lle p r ig io n i ( gip ) ed a p p re sta u n a s s a lt o
c o n tr o la p s ic h ia t r ia . Q u i d e i r e d a t t o r i e d e i l e t t o r i d i Actuel
c o n v e r s a n o c o n lu i.
m ichel foucault Q u a l è l a f o r m a d i r e p r e s s io n e p iù in
s o p p o r t a b il e p e r u n lic e a le d e l g io r n o d ’o g g i: l ’ a u t o r it à f a m i
lia r e , il c o n t r o llo q u o t id i a n o c h e la p o liz ia e s e r c it a s u lla v i t a
d i o g n i u o m o , l ’o r g a n iz z a z io n e e l a d is c ip lin a d e i lic e i, o p p u
r e q u e lla p a s s i v i t à c h e v i è i m p o s t a d a lla s t a m p a , iv i c o m
p r e s o f o r s e u n g io r n a le c o m e Actuel?
serge L a r e p r e s s io n e n e i l ic e i: e s s a è e v id e n t e d a l m o m e n
to c h e v ie n e u s a t a c o n tr o u n g r u p p o c h e s i s f o r z a d i a g ir e . È
p iù v io le n t a e l a s i s e n te p iù a c u t a m e n te .
Alain N o n b i s o g n a d im e n tic a r e la s t r a d a , le is p e z io n i al
Q u a r t ie r e L a t i n o , i flic c h e b lo c c a n o il v o s t r o s o l e x c o n la
lo r o m a c c h in a p e r v e d e r e s e n o n a v e t e d e lla d r o g a . È una
p r e s e n z a c o n t in u a : io n o n p o s s o s e d e r m i p e r t e r r a se n z a ch e
u n u o m o in d iv is a m i c o s t r in g a a r ia lz a r m i. D e t t o c iò , la
r e p r e s s io n e n e l l ’in s e g n a m e n t o , l ’in fo r m a z io n e o rie n ta ta , è
f o r s e p e g g io ...
serge B i s o g n a d is t i n g u e r e : in n a n z it u t t o l ’a z io n e d e i g e n i
to r i, c h e v i im p o n g o n o i l lic e o c o m e u n a t a p p a v e r s o u n a d e
t e r m in a ta s it u a z io n e p r o f e s s i o n a le e c h e s i s f o r z a n o d i a llo n
ta n a r e d a s u b i t o c iò c h e p o t r e b b e n u o c e r e a q u e s t a s i t u a
z io n e ; p o i l ’ a m m in is t r a z io n e , c h e v i e t a o g n i a z io n e lib e r a e
c o lle t t iv a , p e r q u a n t o a n o d in a p o s s a e s s e r e ; in fin e , l ’in s e
g n a m e n to s t e s s o , m a q u i l a q u e s t io n e è p iù c o n f u s a ...
21
J ean-Pierre I n numerosi casi, l’insegnamento del professo
re non è vissuto immediatamente come repressivo, ma lo è
profondamente.
m ichel foucault C e r t a m e n t e , il s a p e r e t r a s m e s s o a s s u m e
s e m p r e u n ’a p p a r e n z a p o s it iv a . In r e a ltà , e sso fu n z io n a se
c o n d o t u t t o u n g io c o d i r e p r e s s io n e e d i e s c lu s io n e ; il m o
v im e n to d i M a g g io in F r a n c ia h a f a t t o p r e n d e r c o s c ie n z a ,
c o n f o r z a , d i c e r ti s u o i a s p e t t i : e s c lu s io n e d i c o lo r o c h e n o n
h a n n o d ir i t t o a l s a p e r e , o c h e n o n h a n n o d ir i t t o s e n o n a
u n c e r to t ip o d i s a p e r e ; im p o s iz io n e d i u n a c e r ta n o r m a , d i
u n c e r t o f i lt r o d e l s a p e r e c h e si n a s c o n d e s o t t o l ’a p p a r e n z a
d is in t e r e s s a t a , u n iv e r s a le , o b b i e t t iv a d e ll a c o n o s c e n z a ; e s i s t e n
z a d i q u e lli c h e si p o t r e b b e r o c h ia m a r e « c irc u iti r is e r v a t i
d e l s a p e r e » , c h e s i fo r m a n o a l l ’in t e r n o d i u n a p p a r a t o a m
m in is t r a t iv o o g o v e r n a t iv o , d i u n a p p a r a t o p r o d u t t i v o , e d a i
q u a li n o n è p o s s ib i le a v e r e a c c e s s o d a l l ’e s t e r n o .
Ph ilippe Secon do l e i, il n o stro s is t e m a d ’in s e g n a m e n
to , p iu t t o s t o che tra sm e tte re un v ero sap e re, te n d e re b b e
p r im a d i t u t t o a f a r e u n a d is t in z io n e f r a i b u o n i e i c a t t i
v i e le m e n ti s e c o n d o i c r it e r i d e l c o n f o r m is m o s o c ia le .
m ichel foucault L a c u lt u r a a c c a d e m ic a , q u a le v ie n e d i
s t r ib u it a d a l s is t e m a s c o la s t ic o , im p lic a e v id e n te m e n t e una
c o n f o r m it à p o l it ic a : in s t o r i a , v i v ie n e c h ie s t o d i s a p e r e u n
c e r to n u m e r o d i c o s e , e d i n o n s a p e r e le a lt r e ; o , m e g lio ,
u n c e r to n u m e r o d i c o s e c o s t it u is c o n o i l s a p e r e n e l s u o c o n
te n u t o e n e lle s u e n o r m e . D u e e s e m p i. L a c u lt u r a u f f ic ia le
h a s e m p r e r a p p r e s e n t a t o il p o t e r e p o l it ic o c o m e la p o s t a d i
u n a lo t t a a l l ’in t e r n o d i u n a c la s s e s o c ia le ( d i s p u t e d in a s t ic h e
n e l l ’a r is t o c r a z ia , c o n f lit t i p a r la m e n t a r i n e lla b o r g h e s i a ) ; o a n
c o r a c o m e l a p o s t a d i u n a l o t t a f r a l ’a r is t o c r a z ia e la b o r
g h e s ia . Q u a n t o a i m o v im e n t i p o p o la r i, e s s i s o n o s t a t i p r e
s e n t a t i c o m e c a u s a t i d a lle c a r e s t i e , d a ll e im p o s t e , d a ll a d i
s o c c u p a z io n e ; m a i c o m e u n a l o t t a p e r il p o t e r e , c o m e s e le
m a s s e p o t e s s e r o s o g n a r e d i m a n g ia r b e n e , m a c e r ta m e n t e n o n
d i e se r c it a r e il p o t e r e . L a s t o r i a d e lle l o t t e p e r il p o t e r e , e
q u in d i d e lle c o n d iz io n i r e a li d e l s u o e s e r c iz io e d e l s u o m a n
22
t e n im e n t o , r e s t a p r e s s o c h é in t e r a m e n t e im m e r s a . L a c u lt u r a
n on v i fa n ep p u re cen n o: si tr a tta d i co se ch e n on d e v o n o
e s s e r e s a p u t e . A lt r o e s e m p io : q u e llo d i u n a c u lt u r a o p e r a ia .
E s i s t e d a u n la t o t u t t o u n s a p e r e te c n ic o d e g li o p e r a i c h e è
s t a t o o g g e t t o d i u n ’in c e s s a n t e e s t r a z io n e , tr a s la z io n e , t r a s f o r
m a z io n e d a p a r t e d e l p a d r o n a t o e c o n la m e d ia z io n e d i c o lo r o
c h e c o s t it u is c o n o « i q u a d r i te c n ic i » d e l s is t e m a in d u s t r ia le :
d ie t r o la d iv is io n e d e l la v o r o , a t t r a v e r s o e s s a e g r a z ie a d e s s a ,
t u t t o u n m e c c a n ism o d i a p p r o p r ia z io n e d e l s a p e r e , c h e m a
s c h e r a , c o n fis c a e s c r e d it a il s a p e r e o p e r a io (o c c o rre re b b e
a n a liz z a r e in q u e s t a o t t ic a le « g r a n d i s c u o le s c ie n tif ic h e » ) .
E s i s t e p o i t u t t o il s a p e r e p o lit ic o d e g li o p e r a i ( c o n o s c e n
z a d e ll a lo r o c o n d iz io n e , m e m o r ia d e lle l o r o l o t t e , e s p e r ie n
z e d i s t r a t e g i e ) . È il s a p e r e c h e è s t a t o u n o s t r u m e n t o d e lla
l o t t a d e lla c la s s e o p e r a ia e c h e s i è v e n u t o e la b o r a n d o a t t r a
v e r s o q u e s t a lo t t a . N e l p r im o e s e m p io c h e c i t a v o , s i t r a t t a v a
d i p r o c e s s i r e a li c h e v e n iv a n o t e n u t i l o n t a n i d a l s a p e r e a c
c a d e m ic o . N e l s e c o n d o , s i t r a t t a d i u n s a p e r e c h e è s ia d i
s a p p r o p r i a t o , s ia e s c lu s o d a p a r t e d e l s a p e r e a c c a d e m ic o .
jean -francois N e l t u o lic e o , a d e s e m p io , c ’è u n a f o r t e
p e r c e n t u a le d i a llie v i d i o r ig in e o p e r a ia ?
Alain U n p o ’ m eno del 5 0 % .
jE A N -F R A N g o is N e l le le z io n i d i s t o r i a v i h a n n o p a r la t o d e i
s in d a c a t i?
Alain N e l la m ia c la s s e no.
serge N e l la m ia n e p p u r e . G u a r d a t e c o m e s o n o o r g a n iz
z a t i g li s t u d i : n e i p r im i a n n i d i s c u o la , c i s i o c c u p a s o lt a n t o
d e l p a s s a t o . B i s o g n a a v e r e 1 6 o 1 7 a n n i p e r a r r iv a r e f i n a l
m e n t e a i m o v im e n t i e d a lle d o t t r in e m o d e r n e , i s o li c h e p o s
s a n o e s s e r e u n p o ’ s o v v e r s iv i. A n c h e in t e r z a , i p r o f e s s o r i d i
f r a n c e s e s i r if i u t a n o a s s o lu t a m e n t e d i a f f r o n t a r e g li a u t o r i
c o n t e m p o r a n e i: m a i u n a p a r o l a s u i p r o b le m i d e lla v i t a r e a
le . Q u a n d o f in a lm e n te li s i s f io r a , in p r im a o n e l l ’u ltim o a n
n o , l a g e n t e è g ià c o n d iz io n a t a d a t u t t o l ’in s e g n a m e n to p r e
ce d e n te .
23
Mich el foucault S i t r a t t a d i u n p r in c ip io d i l e t t u r a - e
q u in d i d i s c e lt a e d i e s c lu s io n e — p e r t u t t o q u a n t o o g g i a c c e
d e , o v ie n e d e t t o o f a t t o . « D i t u t t o q u e l c h e a c c a d e , t u n o n
c a p ir e i n é p e r c e p ir a i s e n o n c iò c h e v ie n e r e s o in t e lle g ib ile
d a q u a n to è sta to a c c u r a t a m e n te p r e l e v a t o n el p a ssa to ; e
c h e , a d ir e il v e r o , è s t a t o p r e l e v a t o s o l t a n t o p e r r e n d e r e in in -
t e lle g ib ile il r e s t o » . S o t t o le s p e c ie d i q u e llo c h e d i v o l t a
in v o lt a è s t a t o c h ia m a t o v e r it à , u o m o , c u lt u r a , s c r it t u r a , e c c .,
si tra tta sem p re di s c o n g iu r a r e c iò ch e accade: l ’a v v e n i
m e n t o . L e f a m o s e c o n t in u it à s to r ic h e h a n n o la fu n z io n e a p p a
r e n t e d i s p ie g a r e ; g li e te r n i « r it o r n i » a F r e u d , a M a r x , e c c ,
h a n n o la f u n z io n e a p p a r e n t e d i f o n d a r e ; n e l l ’u n o c o m e n e l
l ’a lt r o c a s o , v ie n e e s c lu s o il m o m e n t o d i r o t t u r a d a t o d a l
l ’a v v e n im e n t o . P e r d ir la g r o s s o la n a m e n t e , l ’a v v e n im e n t o e d
il p o t e r e s o n o le c o s e c h e v e n g o n o e s c lu s e d a l s a p e r e e c h e
s o n o o r g a n iz z a t e n e lla n o s t r a s o c ie t à . I l c h e n o n f a m e r a
v i g l ia : il p o t e r e d i c la s s e (c h e d e t e r m in a q u e s t o s a p e r e ) d e v e
a p p a rire in a c c e s s ib ile a l l ’a v v e n im e n t o ; e l ’ a v v e n im e n to in
c iò c h e e s s o h a d i p e r ic o lo s o d e v e v e n ir e s o t t o m e s s o e d i s
s o l t o n e lla c o n t in u it à d i u n p o t e r e d i c l a s s e c h e n o n v ie n e
n o m in a t o . I l p r o l e t a r i a t o , a l c o n t r a r io s v il u p p a un sap e re
c e n t r a t o s u lla q u e s t io n e d e lla l o t t a p e r il p o t e r e , s u l m o d o
in c u i b i s o g n a s u s c it a r e l ’a v v e n im e n t o , r is p o n d e r e ad e sso
e v it a r l o , e c c .; un sap e re a s s o lu t a m e n t e in a m m is s ib ile per
l ’a lt r o p e r c h é im p e r n ia t o a tto rn o a lle q u e s t io n i d e l p o t e r e
e d e l l ’ a v v e n im e n to .
È q u e s t a la r a g io n e p e r c u i n o n b i s o g n a f a r s i il lu s i o n i
s u lla m o d e r n iz z a z io n e d e l l ’in s e g n a m e n t o , s u lla s u a p o s s i b i l i
tà d i a p r ir s i s u l m o n d o a t t u a le : il s ig n if ic a t o d i u n a s im ile
o p e r a z io n e s a r e b b e q u e llo d i m a n t e n e r e il v e c c h io s u b s t r a t o
t r a d iz io n a le d e l l ’« u m a n e s im o » , e d i f a v o r ir e , p o i , l ’a p p r e n
d im e n t o r a p id o e d e f fic a c e d i u n c e r t o n u m e r o d i te c n ic h e
m o d e r n e f i n o r a tr a s c u r a t e . L ’u m a n e s im o g a r a n t i s c e il m a n t e
n im e n t o d e l l ’o r g a n iz z a z io n e s o c ia le , la te c n ic a p e rm e tte a
q u e s t a s o c ie t à d i s v il u p p a r s i , m a s u lla lin e a c h e le è p r o p r ia .
24
j e a n -f r a n £ O IS Q u a l è l a v o s t r a c r it ic a d e l l ’u m a n e s im o ?
E c o n q u a li v a lo r i p u ò e s s e r e s o s t i t u i t o in u n a lt r o s is t e m a
d i t r a s m i s s io n e d e l s a p e r e ?
m ic h e l fo ucault P e r u m a n e s im o io in t e n d o l ’in s ie m e d i
q u e i d is c o r s i c o n i q u a li è s t a t o d e t t o a l l ’u o m o o c c id e n t a le :
« P e r q u a n t o t u n o n e s e r c it i il p o t e r e , p u o i u g u a lm e n t e e s
s e r e s o v r a n o . M e g li o a n c o r a : p i ù tu r in u n c e r a i a d e s e r c it a r e il
p o t e r e e m e g lio t i s a r a i s o t t o m e s s o a c iò c h e ti v ie n e im p o
s t o , p iù tu sa ra i so v ra n o » . L ’u m a n e s im o c o n s is t e n e l l ’in
v e n z io n e s u c c e s s iv a d i q u e lle s o v r a n it à a s s o g g e t t a t e c h e s o
n o l ’a n im a ( s o v r a n a s u l c o r p o , s o t t o p o s t a a D i o ) , l a c o s c ie n
za (so v ran a n e l l ’o r d in e d e l g iu d iz io , so tto m e ssa a l l ’o r d in e
d e lla v e r it à ) , l ’in d iv id u o (so v ra n o t it o la r e d e i s u o i d ir i t t i ,
s o t t o m e s s o a lle l e g g i d e ll a n a t u r a o a lle r e g o le d e lla s o c ie t à ) ,
la l ib e r t à f o n d a m e n t a le ( in t e r io r m e n t e s o v r a n a , e s t e r io r m e n
te c o n s e n z ie n t e e « c o n c o r d a n te c o l s u o d e s t in o » ) . I n b r e
ve, l ’u m a n e s im o è tu tto c iò g r a z ie a l q u a le in O c c id e n t e
è stato bloccato il desiderio del potere, p r o i b it o v o le r e il
p o t e r e , e s c lu s a la p o s s i b i l i t à d i p r e n d e r lo . I l c u o r e d e l l ’u m a
n e s im o è la te o ria del soggetto (n e l d u p lic e sen so d e lla
p a r o la ') • E c c o p e r c h é l ’O c c id e n t e r e s p in g e c o n t a n t o a c c a n i
m e n t o t u t t o q u a n t o p u ò f a r s a lt a r e q u e s t o c h ia v is t e llo . C h i a
v is t e llo c h e p u ò e s s e r e a t t a c c a t o in d u e m o d i. O a ttra v e rso
u n « d is a s s o g g e t t a m e n t o » d e lla v o lo n t à d i p o t e r e (c io è c o n
la l o t t a p o l it ic a i n t e s a c o m e l o t t a d i c l a s s e ) , o c o n u n la v o r o
d i d is t r u z io n e d e l s o g g e t t o c o m e p s e u d o - s o v r a n o (c io è c o n
l ’a tt a c c o « c u lt u r a le » : s o p p r e s s io n e d e i t a b ù , d e lle l im it a z io
n i e d e lle d iv is io n i s e s s u a li; p r a t ic a d e l l ’e s is t e n z a c o m u n it a
r ia ; d is in ib iz io n e n e i c o n f r o n t i d e lla d r o g a ; r o t t u r a d i t u t t i i
d v ie t i e d i t u t t e le c h iu s u r e m e d ia n t e le q u a li s i r ic o s t i
t u is c e e s i r ip r o d u c e l ’in d iv id u a lit à n o r m a t iv a ). P e n s o q u i a
t u t t e le e s p e r ie n z e c h e l a n o s t r a c iv ilt à h a r e s p in t o o c h e
h a a m m e s s o s o l t a n t o p e r q u a n t o c o n c e r n e l ’e le m e n to d e lla
le t t e r a t u r a .
1 I due sensi sono più espliciti in francese, dove sujet significa anche “ sud
dito ” (NdT),
25
jE A N -F R A N g o is A p a r t i r e d a l R in a s c im e n t o ?
m ichel foucault A p a r t ir e d a l d ir it t o r o m a n o , q u e s t a
a r m a t u r a d e lla n o s t r a c iv ilt à c h e è g ià u n a d e fin iz io n e d e l
l ’in d iv id u a lit à c o m e s o v r a n it à a s s o g g e t t a t a . I l s is t e m a d e ll a
p r o p r ie t à p r iv a t a im p lic a u n a s im ile c o n c e z io n e : il p r o p r i e
t a r io è s o lo lu i p a d r o n e d e l s u o b e n e , n e u s a e n e a b u s a , e
t u t t a v ia si so tto m e tte a l l ’in s ie m e d e lle l e g g i c h e sta n n o a
f o n d a m e n t o d e lla s u a p r o p r ie t à . I l s is t e m a r o m a n o s t r u t t u
r a v a l o S t a t o e d a v a i fo n d a m e n t i d e lla p r o p r ie t à . S o t t o m e t
te v a la v o lo n t à d i p o t e r e c o l f i s s a r e u n « d ir i t t o s o v r a n o d i
p r o p r ie t à » c h e n o n p o t e v a v e n ir e e s e r c it a t o s e n o n d a c o lo
r o c h e d e t e n e v a n o i l p o t e r e . I n q u e s t o g io c o a in c a s t r o l ’u
m a n e s im o s i è is t it u z io n a liz z a t o .
jean -pierre L a s o c i e t à c o s t it u is c e un tu tto ben con ge
g n ato . E s s a è p e r n a tu ra r e p re ssiv a , d a l m o m e n to ch e cerca
d i r ip r o d u r s i e d i p e r s e v e r a r e n e l s u o e s s e r e . C o m e l o t t a r e :
a b b ia m o a c h e f a r e c o n u n o r g a n is m o g lo b a le , in d i s s o c i a b il e ,
r e t t o d a u n a le g g e g e n e r a le d i c o n s e r v a z io n e e d i e v o lu z io n e ,
o p p u r e c o n u n in s ie m e p i ù d if f e r e n z ia t o n e l q u a le u n a c la s s e
a v r e b b e a m a n t e n e r e l ’o r d in e d e lle c o s e e d u n ’a lt r a a r o v e
s c ia r lo ? P e r m e l a r i s p o s t a n o n è a f f a t t o e v id e n t e : non m i
s e n t o d i s o t t o s c r iv e r e la p r im a ip o t e s i , m a la s e c o n d a mi
s e m b r a t r o p p o s e m p lic is t ic a . E s i s t e e f f e t t iv a m e n t e u n ’in t e r
d ip e n d e n z a d e l c o r p o s o c ia le c h e s i p e r p e t u a d a s é .
m ichel foucault I I M a g g io o f f r e u n a p r im a r i s p o s t a :
g li in d iv id u i s o t t o m e s s i a l l ’in s e g n a m e n to , s u i q u a li p e s a v a n o
le fo r m e p iù c o s t r it t iv e d e l c o n s e r v a t o r is m o e d e ll o s p ir it o
r ip e t i t iv o , h a n n o c o n d o t t o u n a b a t t a g l ia r iv o lu z io n a r ia . In
q u e s t o s e n s o , l a c r is i d i p e n s ie r o a p e r t a in m a g g io è stra o r
d in a r ia m e n t e p r o f o n d a . E s s a la s c ia la s o c ie t à in u n a p e r p l e s
s it à e in u n a d i f f i c o l t à d a c u i è b e n lo n t a n a d a l l ’u s c ir e .
jean -pierre L ’in s e g n a m e n t o n o n è l ’u n ic o v e ic o lo d e l l ’u
m a n e s im o e d e ll a r e p r e s s i o n e s o c ia le ; v i s o n o a n z i b e n a lt r i
m e c c a n ism i, p i ù e s s e n z ia li, p r im a a n c o r a d e lla s c u o la o a l d i
fu o r i d i e s s a .
26
Michel foucault Sono m o lt o d ’a c c o r d o . A g ir e a l l ’in
te r n o o a l l ’e s t e r n o d e l l ’U n iv e r s it à : q u e s t o è u n d ile m m a p e r
u n u o m o c o m e m e c h e p e r l u n g o te m p o h a in s e g n a t o . D o b
b ia m o r it e n e r e c h e l ’U n iv e r s it à è s p r o f o n d a t a in m a g g io , c h e
i c o n t i s o n o s t a t i r e g o la t i , e p a s s a r e a d a lt r o c o m e f a n n o a t
t u a lm e n t e d e i g r u p p i in s ie m e a i q u a li io la v o r o : l o t t a c o n tr o
la r e p r e s s io n e n e l s is t e m a c a r c e r a r io , n e g li o s p e d a l i p s ic h ia
t r ic i, n e l s is t e m a g iu d iz ia r io , n e lla p o l iz ia ? O p p u re non si
t r a t t a c h e d i u n e s p e d ie n t e p e r s f u g g ir e a l l ’e v id e n z a — c h e
a n c o r a m i t u r b a — c h e la s t r u t t u r a u n iv e r s it a r ia s i m a n t ie n e
in p ie d i e c h e o c c o r r e c o n tin u a r e a m ilita r e s u q u e s t o t e r
ren o ?
jE A N -F R A N g o is P e r s o n a lm e n t e , non p en so ch e l ’U n iv e r
s it à s ia s t a t a v e r a m e n t e d e m o lit a . C r e d o c h e i m a o is t i a b b ia
n o c o m m e s s o u n e r r o r e c o n l ’u s c it a d a l c a m p o u n i v e r s it a r i o ,
c h e a v r e b b e p o t u t o c o s t it u ir e u n a b a s e s o l id a , p e r c e r c a r e
n e lle f a b b r ic h e u n r a d ic a m e n t o d if f ic ile e r e la t iv a m e n t e a r t i
fic ia le . L ’U n iv e r s it à s c r ic c h io la v a : si sare b b e p o tu to a p p ro
f o n d ir e l a f a ll a e p r o v o c a r e u n a r o t t u r a ir r im e d ia b ile n e l s i
s t e m a d i t r a s m i s s io n e d e l s a p e r e . L a s c u o la , l ’U n iv e r s it à r i
m a n g o n o s e t t o r i d e t e r m in a n t i. N o n t u t t o è d e c is o a l l ’e t à d i
c in q u e a n n i, a n c h e s e s i h a u n p a d r e a lc o liz z a t o e d u n a m a
d r e c h e s t ir a n e lla c a m e r a d a le t t o .
jean -pierre L a r iv o l t a u n iv e r s it a r ia s i è p r e s t i s s im o s c o n
t r a t a c o n u n p r o b le m a , s e m p r e Io s t e s s o : n o i - c io è i r iv o l u
z io n a r i o c o lo r o a i q u a li n o n g lie n e f r e g a v a u n g r a n c h e d e l
l ’in s e g n a m e n t o - e r a v a m o b lo c c a ti d a lla g e n t e c h e v o le v a l a
v o r a r e e im p a r a r e u n m e s t ie r e . C h e c o s a b i s o g n a v a f a r e ? C e r
c a r e le s t r a d e d i u n n u o v o in s e g n a m e n to , d i n u o v i m e t o d i e
c o n t e n u t i?
J ean-frantoi s C o s a c h e a v r e b b e , in u lt im a a n a lis i, m i
g li o r a t o il r e n d im e n t o d e lle stru ttu re e siste n ti e fo rm a to
d e lle p e r s o n e p e r il s is t e m a .
Ph ilip p e A s s o l u t a m e n t e n o . S i p u ò im p a r a r e u n a c u lt u r a
d iv e r s a in u n m o d o d iv e r s o s e n z a r ic a s c a r e n e l s is t e m a . S e
s i a b b a n d o n a l ’U n iv e r s it à d o p o a v e r le d a t o u n p o ’ d i sc o s-
27
s o n i, s i l a s c ia in p ie d i u n ’o r g a n iz z a z io n e c h e c o n t in u e r à a
fu n z io n a r e e d a r ip r o d u r s i p e r fo r z a d ’in e r z ia f in t a n t o c h é
n o n s i p r o p o r r à n u lla d i a b b a s t a n z a c o n c r e t o c h e p e r m e t t a d i
c o n q u is t a r e l ’a d e s io n e d i c o lo r o c h e n e s o n o le v i t t im e .
m ichel foucault L ’U n iv e r s it à r a p p r e s e n t a v a l ’a p p a r a t o
is t it u z io n a le c h e p e r m e t t e v a a lla s o c ie t à d i a s s ic u r a r s i il r i
c a m b io , tr a n q u illa m e n t e e c o n c o s t i m in im i. I l d is o r d i n e n e l
l ’is t it u z io n e u n i v e r s it a r i a , l a s u a c o n d a n n a a m o r t e — r e a le
o a p p a r e n t e , p o c o im p o r t a — n o n h a n n o a f f a t t o l e s o l a v o
lo n t à d i c o n s e r v a z io n e d e lla s o c ie t à l a v o lo n t à d i r im a n e r e
sem p re u g u a le , d i r ip e t e r s i . C h ie d e v a t e che co sa occorre
r e b b e f a r e p e r s p e z z a r e q u e s t o c ic lo d i r ip r o d u z io n e s o c ia le
d e l s is t e m a . N o n s a r e b b e s u f f ic ie n t e s o p p r im e r e l ’U n iv e r s i
t à o g e t t a r la n e l c a o s : o c c o r r e r e b b e q u in d i r iv o l g e r s i a n c h e
a lle a lt r e f o r m e d i r e p r e s s io n e .
jean -pierre A l c o n t r a r io d i P h ilip p e , io n o n c r e d o m o l
t o a d u n t i p o d i in s e g n a m e n t o « d iv e r s o » . M i in t e r e s s e r e b
b e , a l c o n t r a r io , c h e l ’U n iv e r s it à in v e r t is s e l a p r o p r i a f u n z i o
n e s o t t o la p r e s s io n e d e i r iv o lu z io n a r i, c h e c o n t r ib u is s e c o s ì
a d e c o n d iz io n a r e , a d is t r u g g e r e i v a l o r i e le c o n o s c e n z e a c
q u is it e . C ’è d ’a lt r a p a r t e u n n u m e r o c r e s c e n t e d i p r o f e s s o r i
d a p o t e r in s e r ir e in q u e s t o t ip o d i a t t iv i t à .
frédéric S e a n c h e v a n n o in p o r t o , le e s p e r ie n z e d i q u e
s t o t ip o r im a n g o n o p e r ò is o la t e . N o n c o n o s c o a lt r i s e n o n
S é n ik , q u a n d o in s e g n a v a f i l o s o f i a a B e r g s o n n e l 1 9 6 9 , c h e
s ia r iu s c it o a f a r s a l t a r e il r u o lo s t e s s o d e l l ’in s e g n a n t e e d e l
s a p e r e . M a è s t a t o r a p id a m e n t e is o l a t o , t a g li a t o f u o r i. L ’i
s t it u z io n e u n i v e r s it a r i a p o s s ie d e an co ra d e i m e c c a n is m i d i
d if e s a p o t e n t i. R im a n e in g r a d o d i a s s im il a r e m o l t e c o s e e
d i e lim in a r e i c o r p i e s t r a n e i n o n in t e g r a b ili.
V o i p a r l a t e c o m e s e l ’U n iv e r s it à f r a n c e s e p r im a d e l m a g
g io 1 9 6 8 f o s s e s t a t a a d a t t a a d u n a s o c ie t à in d u s t r ia le c o m e
la n o s t r a . A m io a v v i s o , n o n e r a a f f a t t o c o s ì r e d d it i z i a , c o s ì
fu n z io n a le , e r a a n c o r a t r o p p o a r c a ic a . I l m a g g io h a e f f e t t i
v a m e n t e s p a z z a t o v i a i v e c c h i q u a d r i is t i t u z i o n a li d e l l ’in s e
g n a m e n to su p e rio r e : m a il b ila n c io è p o i c o s ì n e g a t i v o p e r
28
la c la s s e d ir i g e n t e ? L e h a p e r m e s s o d i r ic o s t r u ir e u n m m c ih .i
m o lt o p iù a d e g u a t o . D i te n e r f u o r i le « G r a n d e s I s o l e . -,
p e z z o f o r t e d e lla s e le z io n e t e c n o c r a t ic a . D i c r e a r e u n e m i r o
c o m e D a u p h in e , l a p r im a b u s i n e s s s c h o o l a l l ’a m e ric im .i .ipet
ta in F r a n c ia . I n f in e , d a tr e a n n i a q u e s t a p a r t e , la c o n t e s t a
z io n e v ie n e c o n f in a t a a V in c e n n e s e in a lc u n i d ip a r t im e n t i
d i N a n t e r r e , s a c c h e u n i v e r s it a r i e s e n z a a lc u n a in flu e n z a su l
s is t e m a e s e n z a s b o c c h i: u n a m a s s a e n t r o c u i s o n o s t a t i in
tra p p o la ti i p e s c io lin i g a u c h is t e s . L ’U n iv e r s it à e lim in a le
p r o p r ie stru ttu re a r c a ic h e e si adegua c o n c re ta m e n te a lle
e sig e n z e d e l n e o c a p it a l is m o ; s a r e b b e q u e s t o il m o m e n t o d i
sc e n d e r e d i n u o v o in c a m p o .
m ichel foucault M o r t e d e l l ’U n iv e r s it à : io pren d evo
l ’e s p r e s s io n e n e l s u o s ig n i f ic a t o p i ù s u p e r f ic ia le . I l m a g g io
1 9 6 8 h a u c c is o l ’in s e g n a m e n t o s u p e r io r e n a t o n e l l ’8 0 0 , q u e
s t o s t r a n o in s ie m e d i is t i t u z i o n i c h e t r a s f o r m a v a u n a p ic c o la
p a r t e d i g io v a n i in é lit e s o c ia le . R im a n g o n o i g r a n d i m e c c a
n is m i s e g r e t i, m e d ia n t e i q u a li u n a s o c ie t à t r a s m e t t e il p r o
p r io s a p e r e e si t r a m a n d a e s s a s t e s s a s o t t o le s e m b ia n z e d e l
sap ere: s o n o s e m p r e l à , g io r n a li , te le v is io n e , s c u o le te c n ic h e
e d i lic e i a n c o r p iù d e l l ’U n iv e r s it à .
serge N e i lic e i l ’o r g a n iz z a z io n e r e p r e s s i v a n o n è s t a t a in
ta c c a ta . La s c u o la è m a la ta . Ma c ’è s o lo una m in o r a n z a
c h e s e n e r e n d e c o n t o e l o r if iu t a .
ALAIN E n e l n o s t r o lic e o l a m in o r a n z a p o lit ic iz z a t a d i d u e
0 tre an n i f a o g g i è sc o m p a rsa .
jean -francJOIS E i capelli lunghi hanno ancora un qual
che significato?
Alain A s s o l u t a m e n t e n o ; a n c h e i d a m e r in i s i s o n o la s c ia t i
c r e sc e r e i c a p e lli.
jE A N -F R A N go is E la d r o g a ?
serge N o n r a p p r e s e n t a u n fe n o m e n o di p e r se ste ssa . P e r
1 lic e a li c h e la p r e n d o n o r a p p r e s e n t a u n a b b a n d o n o t o t a le
d e ll ’id e a d e lla c a r r ie r a . I lic e a li p o lit ic iz z a t i p r o s e g u o n o g li
s t u d i , q u e lli c h e s i d r o g a n o n e e sc o n o c o m p le t a m e n te .
29
Michel foucault L a l o t t a a n t id r o g a è un p re te sto p e r
a u m e n t a r e l a r e p r e s s io n e s o c ia le : o p e r a z io n e d i p o liz ia , m a
a n c h e e s a lt a z io n e d e l l ’u o m o n o r m a le , r a z io n a le , c o s c ie n t e e
in s e r it o . S i r it r o v a q u e s t a im m a g in e t ip o a t u t t i i liv e lli. D a t e
u n ’o c c h ia ta a France-Soir d i o g g i c h e r ip o r t a q u e s t o t i t o lo :
il 5 3 % d e i F r a n c e s i f a v o r e v o l e a lla p e n a d i m o r t e , c o n t r o il
38% d e l m ese sco rso .
j e a n -f r A N fo i s P u ò d a r s i c h e d ip e n d a a n c h e d a lla r iv o lt a
n e l c a r c e r e d i C l a ir v a u x ?
m ichel foucault E v id e n t e m e n t e . S i c o lt iv a il t e r r o r e
d e l c r im in a le , s i u s a l a m in a c c ia d e l m o s t r o p e r r a f f o r z a r e
q u e s t a id e o l o g ia d e l b e n e e d e l m a le , d e l le c ito e d e l l ’ille c it o
c h e la s c u o la d i o g g i n o n o s a t r a s m e t t e r e c o n la s t e s s a s ic u
r e z z a d i u n a v o lt a . L e s t e s s e c o s e c h e il p r o f e s s o r e d i f i l o
s o f i a n o n o s a p iù a f f e r m a r e n e l s u o lin g u a g g io c o n t o r t o , v e n
g o n o p r o c la m a t e s e n z a c o m p le s s i d a l g io r n a lis t a . V o i m i d i r e
te : è s e m p r e s t a t o c o s ì, i g io r n a li s t i e i p r o f e s s o r i d i filo s -
f i a s o n o s e m p r e s t a t i f a t t i p e r d ir e le s t e s s e c o se . M a o g g i i
g io r n a lis t i s o n o s p in t i, s o n o in v it a t i, s o n o o b b l ig a t i a d ir l e ,
c o n s e m p r e m a g g io r fo r z a e c o n s e m p r e m a g g io r in s is t e n z a ,
d i p a r i p a s s o c o l f a t t o c h e i p r o f e s s o r i p o s s o n o d ir le s e m p r e
m en o.
V o g l io r a c c o n t a r v i u n a s t o r i a . L a r iv o lt a d i C l a ir v a u x h a
p r o v o c a t o u n a s e t t im a n a d i r a p p r e s a g l ie in t u t t e le c a r c e r i.
Q u a e là i s e c o n d in i h a n n o r o t t o il m u s o a i d e t e n u t i, in p a r
tic o la r e a F le u r y - M é r o g is , il c a r c e r e g io v a n ile . L a m a d r e d i u n
d e t e n u t o è v e n u t a a c e r c a r c i; s o n o s t a t o c o n le i a l l ’R TL p e r
c e r c a r e d i f a r p u b b l ic a r e la s u a t e s tim o n ia n z a . C i h a r ic e v u t i
u n g io r n a li s t a , c h e c i h a d e t t o : « N o n m i s t u p i s c o , p e r c h é i
s e c o n d in i s o n o g iu n t i p r e s s ’a p o c o a llo s t e s s o liv e llo d i d e
g e n e r a z io n e d e i d e t e n u t i » . S e u n p r o f e s s o r e p a r la s s e c o s ì in
u n lic e o p r o v o c h e r e b b e u n a p ic c o la s o m m o s s a o s i p r e n d e
re b b e un c e ffo n e .
Ph ilippe E f f e t t iv a m e n t e un p ro fe sso re non p a r le r e b b e
c o s ì: m a è p e r c h é n o n p u ò p iù f a r lo , o p p u r e p e r c h é lo d ir e b
be in altro modo, c h e è p o i il s u o r u o l o ? S e c o n d o le i, c o m e
30
b iso g n a lo tta r e c o n tro q u e sta id e o l o g ia , e c o n t r o i m e c c a
n is m i d e lla r e p r e s s io n e , a l d i l à d e lle p e t iz io n i e d e lle a z io n i
r if o r m is t e ?
m ic h e l fo ucault P e n so che a z io n i s p e c ific h e e lo c a li
p o s s a n o a n d a r e m o l t o lo n t a n o . C o n s id e r a t e l ’a z io n e d e l g ip
( G r u p p o d ’in f o r m a z io n e s u lle p r ig io n i) d u r a n t e l ’u lt im o a n
n o . I s u o i in t e r v e n t i n o n si p r o p o n e v a n o c o m e s c o p o s o l
t a n t o c h e le v i s i t e a i c a r c e r a t i p o t e s s e r o d u r a r e t r e n t a m i
n u t i, o c h e le c e lle v e n is s e r o d o t a t e d i s c ia c q u o n e . M a s i
p r o p o n e v a n o d i m e t t e r e in d is c u s s io n e la d is t in z io n e s t e s s a ,
s o c ia le e m o r a le , f r a in n o c e n ti e c o lp e v o li. P e r f a r sì c h e
q u e sta p ro p o sta non r im a n g a s u l p ia n o f i lo s o f ic o o p u ra
m e n te u m a n it a r io , o c c o r r e c o n c r e t iz z a r la n e l l ’a z io n e , in si
tu a z io n i b e n d e t e r m in a t e . A p r o p o s i t o d e l s is t e m a c a r c e r a
r io , l ’u m a n is t a d ir e b b e : « i c o lp e v o li s o n o c o lp e v o li e g li in
n o c e n ti in n o c e n t i. R e sta t u t t a v ia che il c o n d a n n a t o è un
u o m o c o m e t u t t i g li a lt r i e c h e la s o c ie t à d e v e q u in d i r i
s p e t t a r e q u a n t o d i u m a n o v i è in lu i: d i c o n s e g u e n z a , s c ia c
q u o n i! » L a n o s t r a a z io n e in v e c e n o n c e r c a l ’a n im a o l ’u o m o
dietro il c o n d a n n a t o , m a cerca d i c a n c e lla r e q u e sto s o lc o
p r o f o n d o f r a l ’in n o c e n z a e la c o lp e v o le z z a . È la d o m a n d a ch e
p o n e v a G e n e t a p r o p o s i t o d e lla m o r t e d e l g iu d ic e d i S o le d a d
o d i q u e l l ’ a e r e o d ir o t t a t o d a i P a le s t in e s i in G i o r d a n ia . I g i o r
n a li v e r s a v a n o la c r im e s u l g iu d ic e e su q u e g li s f o r t u n a t i t u
r is t i s e q u e s t r a t i in p ie n o d e s e r t o se n z a u n a r a g io n e a p p a r e n
t e ; G e n e t d ic e v a : « U n g iu d ic e s a r e b b e in n o c e n t e ? e u n a s i
g n o r a a m e r ic a n a c h e h a d e n a r o s u ffic ie n te p e r f a r e la t u r is t a
in q u e l m o d o ? »
Ph il ip p e C i ò s ig n if ic a c h e v o i c e r c a te p r im a d i t u t t o d i
c a m b ia r e la c o s c ie n z a d e lle p e r s o n e e t r a s c u r a t e , p e r a d e s
s o , l a l o t t a c o n t r o le is t it u z io n i p o lit ic h e e d e c o n o m ic h e ?
m ic h e l fo ucault M i a v e te c a p it o m a le . S e s i t r a t t a s s e
s e m p lic e m e n te d i to c c a r e la c o sc ie n z a d e lla g e n t e , b a s te r e -
b e p u b b lic a r e d e i g io r n a li e d e i l ib r i, o l u s in g a r e u n r e g i s t a
d e lla r a d io o d e ll a t e le v is io n e . N o i v o g lia m o a t t a c c a r e l ’i s t i
tu z io n e fin o al p u n to in cui e ssa c u lm in a e s ’in c a r n a in
31
u n ’id e o lo g ia s e m p lic e e f o n d a m e n t a le com e le n o z io n i d i
b e n e , d i m a le , d i in n o c e n z a , d i c o lp e v o le z z a . V o g l ia m o c a m
b ia re q u e sta id e o l o g ia v issu ta a ttra v e rso lo sp esso re del
f i l t r o is t it u z io n a le d i c u i è r iv e s t i t a , e g r a z ie a l q u a le s i è
c r is t a lliz z a t a e r ip r o d o t t a . P e r s e m p lif ic a r e , l ’u m a n e s im o c o n
s is t e n e l v o le r c a m b ia r e il s is t e m a id e o lo g ic o s e n z a to c c a r e
l ’ is t it u z io n e ; il r if o r m is m o n e l c a m b ia r e l ’is t it u z io n e se n z a
to c c a r e il s is t e m a id e o lo g ic o . L ’a z io n e r iv o lu z io n a r ia s i d e f i
n is c e a l c o n t r a r io c o m e u n o s c u o t im e n t o s im u lt a n e o d e ll a c o
sc ie n z a e d e l l ’is t i t u z i o n e ; il c h e p r e s u p p o n e c h e s i c o lp is c a n o
i r a p p o r t i d i p o t e r e d i c u i e s s e s o n o l o s t r u m e n t o , l ’a r m a
t u r a , l ’in t e la ia t u r a . C r e d e t e f o r s e c h e s i p o t r à in s e g n a r e la
f i l o s o f i a n e llo s t e s s o m o d o , e c o s ì p u r e il s u o c o d ic e m o r a le ,
s e s p r o f o n d a il s is t e m a p e n a l e ?
j e a n -p i e r r e E in v e r s a m e n t e , si p o treb b e ro m e tte re le
p e r s o n e in g a l e r a a llo s t e s s o m o d o d i a d e s s o , s e l ’in s e g n a
m e n t o f o s s e in t e r a m e n te s c o n v o lt o ? È im p o r t a n t e n o n r e s t a
r e l im it a t i a d u n s o l o s e t t o r e , s e n o l ’ a z io n e r is c h ia a lla fin e
d i im p a n t a n a r s i n e l r if o r m is m o ; b e n s ì p a s s a r e d a lla s c u o la
a lle c a r c e r i, d a lle c a r c e r i a g li o s p e d a li p s ic h ia t r ic i... D ’a lt r o n d e
è a n c h e q u e s t a la v o s t r a in t e n z io n e ?
m ichel foucault A b b ia m o e f f e t t iv a m e n t e in iz ia t o a
in t e r v e n ir e n e g li o s p e d a l i p s ic h ia tr ic i. C o n m e t o d i s im ili a
q u e lli u t iliz z a t i p e r le c a r c e r i: u n a so rta d i in c h ie s ta - lo tt a
r e a liz z a ta , p e r lo m e n o in p a r t e , d a q u e lli s t e s s i c u i l ’in c h ie s ta
è r iv o lt a . I l r u o lo r e p r e s s i v o d e ll ’o s p e d a l e p s ic h ia t r ic o è c o
n o s c iu t o : v i s i r in c h iu d e la g e n t e e la s i s o t t o p o n e a u n a te
r a p ia — c h im ic a o p s ic o lo g ic a — s u lla q u a le e s s a n o n h a a lc u n
c o n t r o llo , o p p u r e a u n a n o n - t e r a p ia , c h e s i c h ia m a c a m ic ia
d i f o r z a . M a la p s ic h ia t r ia s p in g e le s u e r a m ific a z io n i b e n p iù
lo n t a n o , r a m if ic a z io n i c h e r it r o v ia m o n e g li a s s is t e n t i s o c ia li,
n e g li s p e c i a l is t i d e l l ’o r ie n t a m e n t o p r o f e s s i o n a le , n e g li p s i c o
lo g i s c o la s t ic i, n e i m e d ic i c h e si o c c u p a n o d i p s ic h ia t r ia s e t
t o r ia le : tu tta q u e sta p s ic h ia t r ia d e lla v ita q u o t id ia n a che
c o s t it u is c e u n a s p e c ie d i s tr u m e n to d i r in c a lz o d e lla r e p r e s
s io n e e d e lia p o liz ia . Q u e s t a in filtr a z io n e s i e s t e n d e n e lle n o
32
s t r e s o c ie t à , s e n z a c o n t a r e l ’in flu e n z a d e g li p s ic h ia t r i d e lle
r u b r ic h e d e i g io r n a li, c h e d if f o n d o n o i l o r o c o n s ig li. L a p sic o -
p a t o l o g ia d e ll a v i t a q u o t id i a n a r iv e la f o r s e l ’in c o n s c io d e l d e
s id e r i o ; la p s ic h ia tr iz z a z io n e d e ll a v i t a q u o t id i a n a , s e l a si
a n a liz z a s s e d a v ic in o , r iv e le r e b b e f o r s e l ’in v is ib i lit à d e l p o
te re .
j e a n -f r a n <j o i s A q u a le l iv e llo c o n ta te d i a g ire ? Ve la
p r e n d e r e t e c o n g li a s s is t e n t i s o c i a l i?
mchel foucault N o . . . V o r r e m m o l a v o r a r e c o n d e i l i
c e a li, d e g li s t u d e n t i , d e lla g e n t e d e lla s c u o la v i g i la t a , t u t t i
in d iv id u i c h e s o n o s t a t i s o t t o p o s t i a lla r e p r e s s io n e p s ic o lo
g ic a o p s ic h ia t r ic a n e lla s c e lt a d e i l o r o s t u d i , n e i l o r o r a p
p o r t i c o n l a f a m ig li a , n e lla s e s s u a lit à o a p r o p o sito d e lla
d r o g a . C o s t o r o c o m e s o n o s t a t i r ip a r t i t i, in q u a d r a t i, s e le z io
n a ti, e s c lu s i in n o m e d e lla p s ic h ia t r ia e d e l l ’u o m o n o r m a le ,
v a le a d ir e in n o m e d e l l ’u m a n e s im o ?
jEAN-FRANgois E l ’antipsichiatria, il lavoro all’interno del
l’ospedale psichiatrico assieme agli psichiatri, è cosa che non
vi interessa?
m ichel FOUCAULT È q u e s t o u n c o m p it o c h e g li p s ic h ia
tr i s o n o i s o l i a p o t e r s v o lg e r e n e lla m is u r a in c u i l ’in g r e s s o
n e ll’o s p e d a le n o n è lib e r o . B i s o g n a t u t t a v ia f a r e a tt e n z io n e :
il m o v im e n t o d e l l ’ a n t ip s ic h ia t r ia , c h e s i c o n t r a p p o n e a lla n o
z io n e d i « a s y lu m » , n o n d e v e p o r t a r e a d e s p o r t a r e l a p s i
c h ia tr ia a l l ’e s t e r n o c o n la m o ltip lic a z io n e d e g li in t e r v e n t i n e l
la v i t a q u o t id ia n a .
frédéric L a s it u a z io n e n e lle p r ig io n i è a p p a re n te m e n te
p e g g io r e , d a l m o m e n t o c h e n o n v i e s is t o n o a lt r i r a p p o r t i se
n o n q u e llo d e l c o n f li t t o f r a le v it t im e e g li a g e n ti d e ll a r e
p r e s s io n e : « p r o g r e s s is ti » da a ttra rre v erso il m o v im e n t o
n on so n o r e p e r ib ili. N e l l ’o s p e d a l e p s ic h ia t r ic o a l c o n t r a r io
d e lla l o t t a n o n s i s o b b a r c a n o le v i t t im e b e n s ì g li p s ic h ia t r i:
g li a g e n ti d e lla r e p r e s s i o n e l o t t a n o c o n tr o la r e p r e s s io n e . M a
q u e sto è r e a lm e n t e u n v a n t a g g i o ?
m ichel foucault N o n ne so n o s ic u r o . A d if fe r e n z a
d e lle r iv o lt e d i p r ig io n i e r i , il r if i u t o d e l l ’o s p e d a le p s ic h ia t r i
33
c o d a p a r t e d e l m a la t o t r o v e r à s e n z a d u b b io m o lt a d if f ic o lt à
a d a f f e r m a r s i c o m e u n r if i u t o c o lle t t iv o e p o lit ic o . I l p r o b l e
m a è q u e llo d i s a p e r e s e d e i m a la t i s o t t o p o s t i a lla s e g r e g a
z io n e d e l m a n ic o m io p o s s o n o r iv o l t a r s i c o n tr o l ’is t it u z io n e
e f in a lm e n te d e n u n c ia r e la d is c r im in a z io n e s t e s s a c h e li h a
d e s ig n a t i e d e s c lu s i c o m e m a la t i m e n t a li. L o p s ic h ia t r a B a
s a g lia h a t e n t a t o in I t a l i a e s p e r im e n t i d i q u e s t o g e n e r e : e g li
r iu n iv a a m m a la t i, m e d ic i e p e r s o n a l e o s p e d a lie r o . N o n si t r a t
t a v a d i r if a r e u n s o c io d r a m m a d u r a n t e il q u a le o g n u n o a-
v r e b b e f a t t o u s c ir e i s u o i f a n t a s m i e r e in t e r p r e t a t o la s c e n a
p r im it iv a , b e n s ì d i p o r r e l a d o m a n d a : le v it t im e d e l m a n ic o
m io in t r a p r e n d e r a n n o u n a l o t t a p o lit ic a c o n tr o l a s t r u t t u r a
s o c ia le c h e li d e n u n c ia c o m e p a z z i ? G l i e s p e r im e n t i d i B a
s a g l ia s o n o s t a t i b r u t a lm e n t e v ie t a t i.
frédéric L a distinzione fra normale e patologico è ancora
più forte di quella fra colpevole e innocente.
Michel foucault O g n u n a r a f f o r z a l ’ a lt r a . Q u a n d o
n o n è p iù p o s s ib i le e n u n c ia r e u n g iu d iz io in t e r m in i d i b e n e
e d i m a le , lo s i e s p r im e in te r m in i d i n o r m a le e d i a n o r m a le .
E q u a n d o s i d e v e d a r e u n a g iu s t if ic a z io n e a q u e s t ’u lt im a d i
s tin z io n e , s i r it o r n a a d e lle c o n s id e r a z io n i su c iò c h e è b u o
n o o n o c iv o p e r l ’in d iv id u o . S i t r a t t a d i m a n if e s t a z io n i d i u n
d u a lis m o c h e è c o s t it u z io n a le n e lla c o sc ie n z a o c c id e n ta le .
P i ù in g e n e r a le , c iò s ig n if ic a c h e il s is t e m a n o n lo s i c o m
b a t t e u n p e z z e t t o a lla v o l t a : n o i d o b b ia m o e s s e r e p r e s e n t i
s u t u t t i i f r o n t i, U n iv e r s it à , p r ig io n i, p s ic h ia t r ia , n o n c e r to
n e llo s t e s s o is t a n t e ( le n o s t r e f o r z e n o n s o n o a n c o r a s u f f i
c ie n ti), m a d i v o lt a in v o lt a . S i b a t t e , s i p e s t a c o n tr o g li o s t a
c o li p iù s o l id i: il s is t e m a s i s c r e p o la in u n a lt r o p u n t o , s i
in s is t e , s i c r e d e d i a v e r v in t o e l ’is t it u z io n e s i r ic o s t it u is c e
p iù lo n t a n o , a llo r a c i s i r ip r o v a . È u n a l o t t a lu n g a , r ip e t i t iv a ,
in c o e r e n te in a p p a r e n z a : la s u a u n it à le v ie n e d a t a p r o p r io
d a l s is t e m a e d a l p o t e r e c h e a t t r a v e r s o d i e s s o si e s p r im e .
Alain D om anda b a n a le , c h e p e r ò non si p o trà e te rn a
m e n te s c a n s a r e : c h e c o s a m e t t e r e a l p o s t o d i q u e s t o s i s t e m a ?
34
M ic h el fo u ca u lt Io p en so che im m a g in a r e un a lt r o
s is t e m a è c o s a c h e a t t u a lm e n t e f a a n c o r a p a r t e d e l s is t e m a
F o r s e è p r o p r io q u a n t o è a c c a d u t o n e lla s t o r ia d e l l ’U n io n e s o
v ie t ic a : le is t it u z io n i a p p a r e n t e m e n t e n u o v e s o n o s t a t e d i f a t
to c o n c e p ite a p a r t i r e d a e le m e n ti p r e s i in p r e s t i t o d a l s i
ste m a p re c e d e n te . R ic o s t it u z io n e di un e s e r c it o ro sso r i
c a lc a t o s u l m o d e llo z a r i s t a , r it o r n o a l r e a lis m o a r t is t i c o , a d
u n a m o r a le f a m il ia r e t r a d iz io n a le : l ’U n io n e s o v i e t ic a è r ic a
s c a t a in n o r m e is p ir a t e a lla s o c ie t à b o r g h e s e d e l x i x s e c o lo ,
p iù p e r u t o p is m o , f o r s e , c h e n o n p e r a d e r e n z a a lle r e a lt à .
FRÉDÉRic L e i n o n h a r a g io n e in t e r a m e n te . I l m a r x is m o si
e r a d e f in it o , c o m e s o c ia lis m o s c ie n t if ic o in c o n t r a p p o s i z io
n e a l s o c ia lis m o u t o p is t ic o . E s s o s i e r a r if i u t a t o d i p a r la r e
d e lla s o c ie t à f u t u r a . I l p o t e r e s o v ie t ic o è s t a t o t r a s c in a t o d a i
p r o b le m i c o n c r e t i, d a lla g u e r r a c iv ile . B i s o g n a v a v in c e r e la
g u e r r a , f a r f u n z io n a r e le f a b b r ic h e : s i fe c e r ic o r s o a i s o li
m o d e lli d is p o n ib il i e im m e d ia t a m e n t e e f f ic a c i, la g e r a r c h ia
m ilit a r e , il s is t e m a T a y lo r . S e l ’U n io n e s o v ie t ic a h a c o s ì p r o
g r e s s iv a m e n t e a s s im il a t o le n o r m e d e l m o n d o b o rg h e se , è
p r o b a b il m e n t e p e r c h é n o n n e a v e v a d i a lt r e a d is p o s iz io n e .
Q u i n o n è in g io c o l ’u t o p ia , m a p r o p r io la s u a a s s e n z a . L ’u t o
p ia h a f o r s e u n r u o lo d i f o r z a m o t r ic e c h e d e v ’e s s e r e m e s s a
in c a m p o .
JE A N -F r a n c o i s L ’a t t u a le m o v im e n t o a v re b b e b iso g n o di
u n ’u t o p ia , e d i u n a r if le s s io n e t e o r ic a , c h e o l t r e p a s s in o l ’a m
b it o d e lle e s p e r ie n z e v i s s u t e , in d iv id u a li e r e p r e s s e .
m ic h e l fo ucault E s e si d ic e s s e il c o n t r a r io : c h e o c c o r
r e r in u n c ia r e a lla t e o r ia e a l d is c o r s o g e n e r a le . Q u e s t o b i s o
g n o d i te o r ia f a a n c o r a p a r t e d i q u e s t o s is t e m a c o n c u i si
v u o le c h iu d e r e la p a r t i t a .
j e a n -f r a n ^o is L e i c r e d e c h e il s e m p lic e f a t t o d i f a r r i
c o r s o a lla t e o r ia h a a n c o r a a c h e v e d e r e c o n la d in a m ic a d e lla
c u lt u r a b o r g h e s e ?
m ic h e l fo u ca u lt S i , f o r s e . I n c a m b io , io c o n t r a p p o r r e i
l ’e s p e r ie n z a a l l ’u t o p ia . L a s o c ie t à f u t u r a s i p u ò f o r s e t r a t t e g
g ia r e a t t r a v e r s o e s p e r ie n z e c o m e la d r o g a , i l s e s s o , la v i t a
35
c o m u n it a r ia , u n ’a lt r a c o s c ie n z a , u n a lt r o tip o d i in d i v id u a l i
t à ... S e il s o c ia lis m o s c ie n t if ic o è s c a t u r it o d a l s u p e r a m e n t o
d e lle utopie d e l x i x s e c o lo , la s o c ia liz z a z io n e r e a le s c a t u r ir à
esperienze.
f o r s e , n e l x x s e c o lo , d a lle
jEAN-PRANgois E l ’esperienza del maggio ’68, indubbia
mente, l’esperienza di un potere. M a essa già presupponeva
un discorso utopistico: il maggio significava occupare uno
spazio con un certo discorso...
Ph ilipp e ...D i s c o r s o c h e r e s t a v a in s u f f ic ie n t e . L a r if l e s s i o
n e g a u c h is t e a n te c e d e n te n o n c o r r is p o n d e v a s e n o n in m a n ie
r a s u p e r f ic ia le a lle a s p ir a z io n i c h e v e n iv a n o l ib e r a n d o s i . I l
m o v im e n t o s a r e b b e f o r s e a n d a t o m o lt o p i ù lo n t a n o s e f o s s e
s t a t o s o s t e n u t o d a u n a r if le s s io n e c h e g li a v e s s e f o r n i t o le
su e p r o sp e ttiv e .
m ichel foucault N o n n e s o n o p e r s u a s o . M a J e a n - F r a n -
p o is h a r a g io n e d i p a r la r e d e l l ’e s p e r ie n z a d i u n p o t e r e . È d i
im p o r t a n z a c a p it a l e il f a t t o c h e d e c in e d i m ig lia ia d i p e r s o
n e a b b ia n o e s e r c it a t o u n p o t e r e c h e n o n a v e v a a s s u n t o la
f o r m a d e l l ’o r g a n iz z a z io n e g e r a r c h ic a . E s s e n d o il p o t e r e s o l
t a n t o , e p e r d e f in iz io n e , c iò c h e l a c la s s e a l p o t e r e a b b a n
d o n a m e n o f a c ilm e n t e e tie n e a r e c u p e r a r e p r im a d i o g n i a l
tr a c o s a , l ’e s p e r ie n z a h a p o t u t o r e g g e r e , p e r q u e s t a v o lt a ,
n o n p iù d i q u a lc h e s e t t im a n a .
Ph ilipp e S e h o b e n c a p it o , le i p e n s a a n c h e c h e è in u tile
o p r e m a t u r o r ic r e a r e d e i c ir c u it i p a r a l le li , c o m e le u n iv e r s i
tà lib e r e n e g li S t a t i U n it i, s p e c ie d i d o p p i o n i c h e a ff ia n c a n o
le is t it u z io n i c o n t r o c u i s i c o m b a tte .
m ichel foucault Se voi v o le t e che al p o sto d e lla
s t e s s a is t it u z io n e u f f ic i a l e u n ’ a lt r a is t it u z io n e p o s s a a d e m p i
r e a lle s t e s s e f u n z i o n i, m e g lio e in m o d o d iv e r s o , v o i s ie t e
g ià r i a s s o r b i t i n e lla s t r u t t u r a d o m in a n te .
jEAN-FRANgois Io non arrivo a credere che il movimento
debba arrestarsi alla tappa attuale, a questa ideologia del-
l'underground così vaga, così slegata, che si rifiuta di addos
sarsi il più piccolo lavoro sociale ed il più piccolo servizio
comune a partire dal momento in cui essi vanno al di là
36
d e l l ’im m e d ia t o a m b ie n t e c i r c o s t a n t e . A q u e s t o l iv e llo , i g r u p
p i r e s t a n o in c a p a c i d i a s s u m e r e l ’in s ie m e d e lla s o c ie t à , o p e r
f in o d i c o n c e p ir e l a s o c i e t à c o m e u n in s ie m e .
m ichel foucault V o i v i c h ie d e te s e u n a s o c ie t à g l o b a
le p o t r e b b e f u n z io n a r e p a r t e n d o d a e s p e r ie n z e c o s ì d iv e r g e n
t i e d is p e r s e , p r iv e d i u n d is c o r s o g e n e r a le d ie t r o . I o c r e d o
a l c o n tr a r io c h e s ia l ’id e a s t e s s a d i u n « in s ie m e d e ll a s o c ie
tà » a t r a r r e la p r o p r i a o r ig in e d a l l ’u t o p ia . Q u e s t a id e a è
n a ta n e l m o n d o o c c id e n t a le d e n t r o q u e lla lin e a s t o r i c a b e n
s p e c if ic a c h e h a a v u t o c o m e s b o c c o il c a p it a lis m o . P a r la r e
d i u n « in s ie m e d e ll a s o c ie t à » a l d i f u o r i d e l l ’u n ic a f o r m a
in c u i n o i lo c o n o s c ia m o , s ig n i f ic a s o g n a r e p a r t e n d o d a g l i e le
m e n t i d e lla v e g lia . S i c r e d e f a c ilm e n t e c h e c h ie d e r e a d e lle
e sp e r ie n z e , a z io n i, s t r a t e g i e , p r o g e t t i d i te n e r c o n to d e l l ’ « in
sie m e d e lla s o c ie t à » , s ia i l m in im o c h e p o s s a e sse re lo ro
c h ie s to . I l m in im o r ic h ie s t o p e r e s is t e r e . I o p e n s o in v e c e c h e
s ig n ific h i c h ie d e r l o r o il m a s s im o ; c h e s ig n ific h i p e r f in o im
p o r r e l o r o u n a c o n d iz io n e im p o s s ib i le : « l ’in s ie m e d e lla s o
c ie tà » f u n z io n a i n f a t t i p r e c is a m e n t e e p r o p r io in m a n ie r a
ta le e d a llo s c o p o c h e e s s i n o n p o s s a n o n é a v e r l u o g o , n é
r iu s c ir e , né p e r p e t u a r s i. « L ’in s ie m e d e lla s o c ie t à » è c iò
d i c u i a p p u n t o n o n b i s o g n a te n e r e c o n to , s e n o n c o m e d e l l ’o b -
b ie t t iv o c h e s i d e v e d is t r u g g e r e . P o i , s p e r ia m o b e n e c h e n o n
e s i s t e r à p i ù n u lla c h e a s s o m ig l i a ll’in s ie m e d e lla s o c ie t à .
frédéric I I m o d e llo s o c ia le d e l l ’O c c id e n t e s i è u n iv e r
s a liz z a to c o m e u n « in s ie m e d e ll a s o c ie t à » in c a r n a t o d a ll o
sta to : n o n p e r c h é f o s s e i l m ig lio r e , m a s e m p lic e m e n te p e r
c h é e r a d o t a t o d i u n a p o t e n z a m a t e r ia le e d i u n ’e f f ic a c ia
s u p e r io r i. I l p r o b le m a è c h e f in o a d o g g i tu t t e le r iv o lt e v i t
t o r io s e c o n t r o q u e s t o s is t e m a n o n s o n o p o t u t e r iu s c ir e se
n o n fa c e n d o r ic o r s o a d e i t ip i d i o r g a n iz z a z io n e a d e s s o p a
r a g o n a b ili, o r g a n iz z a z io n i p a r t ig ia n e o s t a t a li , c h e s i c o n t r a p
p o n e v a n o p u n t o p e r p u n t o a lle s t r u t t u r e d o m in a n t i e p e r
m e t t e v a n o c o s ì d i p o r r e la q u e s t io n e c e n tr a le d e l p o t e r e . V i e
n e m e s s o in c a u s a n o n s o l o il le n in is m o , m a a n c h e il m a o i
s m o : o r g a n iz z a z io n e e d e s e r c it o p o p o la r i c o n tr o o r g a n iz z a z io -
37
n e e d e s e r c it o b o r g h e s i , d it t a t u r a e s t a t o p r o l e t a r i o ... Q u e s t i
s t r u m e n t i c o n c e p it i p e r la p r e s a d e l p o t e r e s i r it ie n e s c o m p a
r ir a n n o d o p o u n a t a p p a d i tr a n s iz io n e . M a n o n è v e r o n u lla ,
c o m e h a d im o s t r a t o l ’e s p e r ie n z a b o ls c e v ic a ; e la r iv o lu z io n e
c u lt u r a le c in e s e n o n li h a d i s s o l t i t o t a lm e n t e . C o n d iz io n i d e l
l a v i t t o r ia , e s s i c o n s e r v a n o u n a d in a m ic a lo r o p r o p r ia c h e si
r iv o l t a b e n p r e s t o c o n t r o q u e lle s p o n t a n e i t à c h e e s s i c o n t r i
b u is c o n o a l ib e r a r e . È q u e s t a u n a c o n tr a d d iz io n e c h e è f o r s e
la c o n t r a d d iz io n e f o n d a m e n t a le d e l l ’a z io n e r iv o lu z io n a r ia .
m ichel foucault C i ò c h e m i c o lp is c e nel v o stro ra
g io n a m e n t o è c h e e s s o v ie n e te n u t o n e lla f o r m a d e l « f in o a d
o g g i » . M a u n ’im p r e s a r iv o lu z io n a r ia è ta le p r e c is a m e n t e in
q u a n t o d ir e t t a n o n s o l t a n t o c o n t r o il p r e s e n t e , l ’o g g i, b e n s ì
c o n t r o la le g g e d e l « f i n o a d o g g i » .
38
Herbert Marcuse
H e r b e r t M a r c u s e h a v i s s u t o le b a r r ic a t e s p a r t a k i s t e del
1 9 1 9 e l ’a s s a s s in io d e lla C o m u n e d i B e r li n o d a p a r t e d i u n
g o v e r n o s o c ia lis t a , s i è s c o n t r a t o c o l n a z is m o , h a g ir a t o a t
to r n o a llo s t a lin is m o s e n z a p e r ò m a i c e d e r e a d u n a f f a s c in a
m e n to ch e ha t r a s c in a t o , per poi t r a v o lg e r le , tre gen era
z io n i d i in t e lle t t u a li m a r x is t i. N o n o s t a n t e l ’e s ilio n e g li S t a t i
U n it i e la g u e r r a f r e d d a , e g li s a l v a g u a r d a l ’id e a d i u n p e n
s ie r o r iv o lu z io n a r io in d ip e n d e n t e a lla c o n flu e n z a t r a M arx
e F reu d , che va a ffe rm a n d o si a p a r t ir e d a g li an ni c in
q u a n ta : Eros e civiltà 1 Il marxismo sovieti
(B o sto n 1 9 5 5 ),
co'123( N e w Y o rk 1 9 5 8 ), L ’uomo a una dimensione3 ( B o s t o n
1 9 6 4 ) . M a r c u s e f u u n o d e i p r im i a r iv a l u t a r e in u n a p r o s p e t
tiv a r a d ic a le l ’a n a lis i d e i m e c c a n ism i e d e lle c o n t r a d d iz io n i
d e lle s o c ie t à in d u s t r ia li a v a n z a t e . D a l l ’a lt r o l a t o , m o lt o p r i
m a d e lle d is illu s io n i d e l c o n f li t t o c in o - s o v ie t ic o , d e l m a g g io
1 9 6 8 e d e lla C e c o s lo v a c c h ia , e g li a n a liz z a la m is u r a d e lla d e
g e n e r a z io n e d e l c o m u n iS m o p o s t - s t a lin ia n o : Il marxismo so
vietico s v e la il sen so ed il f u n z io n a m e n t o di un s is t e m a
c h e r ic o n d u c e il d is c o r s o r iv o lu z io n a r io a l r a n g o d e l l ’id e o
l o g ia : r a p p r e s e n t a z io n i e m e n z o g n e s u llo s f o n d o d e l l ’o p p r e s
s io n e .
N e l m a g g io 1 9 6 8 s i b i s b i g l i a n e lle r e d a z io n i p a r ig in e c h e
R u d i D u t s c h k e e D a n ie l C o h n - B e n d it h a n n o l e t t o u n c e r t o
H erb ert M arcu se . « O scu ro p ro fe sso re di filo s o fia a m e ri-
39
c a n o d i o r ig in e te d e s c a » , a g g iu n g e c o n a r ia d i s u f f ic ie n z a
F r a n c o i s P o n c e t , m e m b r o d e l l ’A c c a d e m ia d i F r a n c ia . M a c e
n ’è a b b a s t a n z a t u t t a v ia p e r c h é la F r a n c ia s c o p r a a s u a v o l
t a u n u o m o g ià c e le b r e o v u n q u e , e g li a t t r i b u is c a — q u a s i
p e r r ip a r a r e a lla p r e c e d e n t e d is a t t e n z io n e — u n r u o lo n e lla
g e n e s i d e lle r iv o lt e s t u d e n t e s c h e c h e e g li s t e s s o r e s p in g e .
M a rc u s h a c o n d o tto n u m e ro si d ib a ttiti co n i r a p p re se n
t a n t i d e l g a u c h is m o t e d e s c o . I n q u e llo c h e r ip o r t ia m o qui
s o t t o , H a n s M a g n u s E n z e n s b e r g e r , g io v a n e s c r it t o r e e m ili
t a n t e , g li c o n t r a p p o n e t u t t o i l v ig o r e d e ll a s u a o r t o d o s s ia .
40
g r u p p i p a r a - m ilit a r i q u a li i « M in u t e m e n » , l ’a t t r ib u z io n e d i
p o t e r i e c c e z io n a li a lla p o liz ia , in p a r t ic o la r e c o n la « n o k n o c k
la w » , q u e s t a le g g e s c e lle r a ta c h e a b o lis c e l ’a n tic a in v io la b i
l i t à d e l d o m ic ilio ; s e s i e s a m in a n o le s e n te n z e e m a n a t e d a i
t r ib u n a li n e l c o r s o d e g li u l t i m i a n n i, q u a n d o s i v ie n e a s a
p e r e c h e t r u p p e s p e c ia li, i « c o u n te r - in s u r g e r y c o r p s » , v e n
g o n o a p p o s it a m e n t e a d d e s t r a t e in v i s t a d i u n ’e v e n t u a le g u e r
r a c i v il e ; s e s i p r e n d e in c o n s id e r a z io n e l a c e n s u r a q u a s i d i
r e t t a c h e g ià p e s a s u lla s t a m p a , l a r a d io e l a t e le v is io n e , a l
lo r a s i p u ò a g i u s t o t i t o lo p a r la r e d i u n f a s c is m o m o n t a n t e .
C e r t o , i o c o n o s c o l ’o b ie z io n e : le c r it ic h e r a d ic a li d e l s is t e m a
so n o m o lto m e g lio t o lle r a t e n e g li S t a t i U n it i c h e in a lt r i
p a e s i , in F r a n c ia in p a r t ic o la r e . I l f a t t o è c h e p r o v v is o r i a
m en te la s o c ie t à a m e r ic a n a p u ò an cora so p p o rtare q u e sto
t ip o d i c r it ic h e n e l m o m e n t o in c u i e s s e r e s t a n o p r iv e d i
e f f e t t i im m e d ia t i.
hans magnus Enzensberger C e r t i e le m e n ti c o s t it u t i v i
d e l f a s c is m o - p e r lo m e n o n e lla s u a f o r m a c la s s ic a - m a n c a n o
an cora: a d e s e m p io , u n « F ü h r e r » c a r is m a t ic o . P e n s a c h e
g e n t e c o m e N ix o n , A g n e w o R e a g a n a b b ia n o la s t o f f a d e l
p e rso n a g g io ? F in o a d o r a , l ’a p p e llo d ir e t t o a lle m a s s e n o n
h a a s s u n t o g li a s p e t t i c h e a b b ia m o c o n o s c iu t o n e lla G e r m a
n ia h it le r ia n a o n e l l ’I t a l i a m u s s o lin ia n a .
Herbert m arcuse N o n p e n s o c h e u n « F ü h r e r » s ia in
d is p e n s a b i le a l f a s c is m o c o n t e m p o r a n e o . C o s ì c o m e o g n i m o
v im e n t o e d o g n i o p p r e s s io n e , il fe n o m e n o f a s c i s t a d ip e n d e
d a llo s t a t o d e lla s o c ie t à g lo b a le . I l f a s c is m o a m e r ic a n o si d i
s t in g u e r à d a l f a s c is m o t e d e s c o n e lla s t e s s a m is u r a in c u i la
s o c ie t à a m e r ic a n a d i o g g i d if f e r i s c e d a lla s o c ie t à te d e s c a d e l
1933. Il so rg ere d i u n « F ü h rer » c a r is m a t ic o non è ip ù
n e c e s s a r io . R ic o r d ia m o c i q u e lla fra se d i W illia m S h ir e r il
q u a le p e r c a r it à , è b e n lo n t a n o d a l l ’e s s e r e u n a u t o r e s o c ia li
s t a : S h ir e r d ic e c h e il f a s c is m o a m e r ic a n o s a r à p r o b a b ilm e n
te i l p r im o a d a r r iv a r e a l p o t e r e a t t r a v e r s o le s t r a d e d e lla
d e m o c r a z ia , e d a p p o g g ia n d o s i s u d i e s s a .
41
HANS magnus Enzensbeuger Com e s v il u p p a la su a
a n a l is i d e l f a s c is m o a m e r ic a n o ? G e n e r a lm e n t e s i s p ie g a il
n a z is m o in r ife r im e n t o a lla c r is i e c o n o m ic a d e l 1 9 2 9 . G li
S t a t i U n it i a t t r a v e r s e r e b b e r o d u n q u e a t t u a lm e n t e u n a c r is i
p a r a g o n a b i le a q u e lla , a n c h e s e le c o n t r a d d iz io n i e c o n o m ic h e
e s o c ia li s o n o a d e s s o v i o l e n t e ?
Herbert marcuse C red o che e sista un f a s c is m o p re
v e n t iv o . N e l c o r s o d e g li u lt im i d e c e n n i, n o i a b b ia m o c o n o
s c iu t o u n a c o n tr o - r iv o lu z io n e p r e v e n t iv a : u n a r e a z io n e c h e
m ir a v a a d a llo n ta n a r e il p e r ic o lo d i u n a r iv o lu z io n e c h e si
te m e v a , ch e n on v i è s ta ta e ch e n o n è n e p p u re su l p u n to d i
s c o p p ia r e o g g i. N e l lo s t e s s o m o d o s i a r r iv a a l f a s c is m o p r e
v e n t i v o . I l d e p e r im e n t o d e llo s t a t o c o s t it u z io n a le è d ir e tt a -
m e n t e in fu n z io n e d e l c r e s c e r e d e lle c o n t r a d d iz io n i d e l l ’im -
p e r i a lis m o a m e r ic a n o . N e l l ’im m e d ia t o , il s is t e m a c o n t r o lla
a n c o r a le s u e c o n t r a d d iz io n i — m a p e r q u a n t o t e m p o ? ma
q u e s t e m in a c c ia n o d i a p p a r ir e in p ie n a lu c e , a n c h e p e r le
m e n t i p i ù in d o t t r in a t e . Q u e s t e c o n t r a d d iz io n i, le c o n o s c ia m o
b e n e : la c o n tr a d d iz io n e f r a l ’e n o r m e r ic c h e z z a s o c ia le e l ’u s o
p e n o s o e d is t r u t t i v o c h e s e n e f a ; f r a l a p o s s ib i li t à d i r i
d u r r e g li a s p e t t i p i ù a lie n a n ti d e l la v o r o e d il l o r o s is t e m a
tic o m a n t e n im e n t o ; f r a il p e r s is t e r e d e lla p o v e r t à e d e lla m i
s e r ia ed uno sp re co f a n t a s t ic o . A ll a f i n e , l ’e s p r e s s io n e di
q u e s t e c o n t r a d d iz io n i v e r r à r e p r e s s a n e lla v io le n z a . I v a lo r i
n e c e s s a r i a lla s o p r a v v iv e n z a d e l c a p it a lis m o te n d o n o a d i
s g r e g a r s i : e d a n c h e la d is c ip lin a n e l la v o r o . O v u n q u e s i s v e la
l ’ a s s u r d i t à — g u e r r a n e l V ie t n a m , d i t t a t u r a in G r e c i a e in
A m e r ic a L a t i n a s o s t e n u t e d a g li S t a t i U n it i — a t a l p u n t o c h e
i c a m u f f a m e n t i e le m e n z o g n e p e r d o n o q u a ls ia s i e ffic a c ia .
I l s is t e m a s i ir r ig id is c e e d o g n u n o d e i s u o i a t t i d iv e n t a u n
m e s s a g g io r iv o l t o a g li o p p o s i t o r i : s e v o i d iv e n t a t e p e r ic o lo s i
p e r n o i, n o i v i r in c h iu d e r e m o p e r e lim in a r v i.
hans magnus Enzensberger È p o s s ib ile , seco n d o le i,
t r a d u r r e le c o n t r a d d iz io n i d e lla s o c i e t à a m e r ic a n a in t e r m i
n i d i lo tta d i c la sse ?
42
Herbert m erc u se E s s e v a n n o b e n a l d i là . M a r x n o n
h a m a i p r e t e s o c h e le c o n t r a d d iz io n i d e l s is t e m a c a p it a l is t a
c o lp is s e r o la s o l a c la s s e d e g li o p e r a i d e l l ’in d u s t r ia . E s s e d o m i
n a n o a l c o n t r a r io la s o c ie t à n e l s u o in s ie m e , la s u a in f r a
s t r u t t u r a a lt r e t t a n t o q u a n t o la s u a s o v r a s t r u t t u r a . I l lo r o im
p a t t o è d iv e r s o a s e c o n d a d e lle c la s s i m a s i t r a t t a p u r s e m
p r e d i c o n t r a d d iz io n i d e lla s o c ie t à g lo b a le .
hans magnus Enzensberger N o n p e n sa che q u e ste co n
t r a d d iz io n i si e s p r im a n o in n a n z it u t t o n e llo s c o n t r o f r a c a p i
ta le e l a v o r o ?
HERBERT m arcuse Q u e sto è un a sp e tto . M a il m a r x i
s m o n o n d e v e c o n d u r r e a d u n f e t ic is m o d e l c o n c e t to d i c l a s
se . I l c a p it a lis m o h a c o m p iu t o u n ’e v o lu z io n e e c o n e s s o a n
ch e le c la s s i s o c ia li. È in a m m is s ib ile e p e r ic o lo s o f i s s a r s i su
d i u n ’id e a r e if ic a t a d e lla c la s s e o p e r a ia .
hans magnus enzensberger V o rre i c it a r e un p asso
dell’Uomo a una dimensione c h e è s t a t o v i o le n t e m e n t e c r it i
c a to d a lla s in is t r a e u r o p e a . L e i s c r iv e v a : « S e s i c o n s id e r a
la s it u a z io n e a t t u a le d e lle c la s s i la v o r a t r ic i n e lla s o c i e t à in
d u s t r ia le a v a n z a t a , s i p u ò d ir e c h e il c o n c e t to m a r x ia n o d i
“ p r o l e t a r i a t o ” è u n c o n c e t to m it o lo g ic o » .
C h e c o s a in t e n d e d ir e c o n c i ò ? Q u a le a n a lis i c o n c r e t a d e l
p r o le t a r ia t o c o n t r a p p o r r e b b e a l c o n c e t to f e t i c c io ?
Herbert m arcuse I I p r o l e t a r i o d i M a r x h a le c a r a t t e
r is tic h e d e l l ’o p e r a io in g le s e d e lla m e t à d e l x i x s e c o lo . C o n
l ’in n a lz a m e n to d e l l iv e llo d e i s a la r i e la c o s t it u z io n e d i s in d a
c a ti p o t e n t i, il p r o l e t a r i a t o s i è t r a s f o r m a t o p e r d iv e n t a r e la
c la s s e o p e r a ia d e lle n o stre s o c ie t à c a p it a lis t ic h e av an zate.
U n a c la s s e s e m p r e o p p r e s s a , m a n o n p iù in m o d o c o s ì m a n i
f e s t o e b r u t a le c o m e a l te m p o d i M a r x . P a r la r e o g g i d e l
p r o le t a r ia t o s e n z a a n a liz z a r e la s itu a z io n e c o n c r e t a d e g li o p e
r a i, s ig n if ic a r e if ic a r e il c o n c e t to m a r x is t a .
hans magnus enzensberger Q u e s t a e v o lu z io n e n o n m i
s e m b r a u n a c o s a f o n d a m e n t a le . C e r t o , n o n s i p u ò p i ù p a r la r e
d i im p o v e r im e n t o a s s o l u t o n e lle s o c ie t à c h e s i p o n g o n o « a l
l ’a v a n g u a r d ia del p ro gresso te c n ic o » ; ma l ’im p o v e r im e n t o
43
r e la t iv o r im a n e e s i a g g r a v a . Lo sfru tta m e n to d e lla c la sse
o p e r a ia n o n s i p u ò g iu d ic a r e s o l o in te r m in i d i l iv e llo d i
v i t a — i f r ig o r i f e r i e le a u t o m o b ili n o n c a m b ia n o a f f a t t o i
t e r m in i d e ll a q u e s t io n e —, m a e s s o è a i g io r n i n o s t r i a n c o r a
p i ù v i v o , a n c h e a t t e n e n d o c i a i c r it e r i d e f in it i d a M a r x . L a
c o n t r a d d iz io n e f o n d a m e n t a le ha assu n to a lt r e fo rm e ; ma
c o n t in u a a d e s i s t e r e e r im a n e , c o m e s e m p r e , il m o t o r e d e lla
l o t t a d i c la s s e .
HERBERT m arcuse L e i h a r a g io n e s u u n p u n t o : il c o n
c e t t o d i im p o v e r im e n t o r e la t iv o r iv e s t e u n ’im p o r t a n z a d e c i
s iv a n e l p r o c e s s o r iv o lu z io n a r io d e lle s o c ie t à in d u s t r ia li a v a n
z a te . N e l le m e t r o p o li c a p it a l is t e , q u e s t a r iv o lu z io n e n o n p u ò
n a s c e r e d a ll a s o l a m is e r ia f i s i c a ; a n c h e n e lle s u e a s p ir a z io n i
p i ù e le m e n t a r i, e s s a v a g ià m o lt o a l d i l à d i u n a p u r a e s e m
p lic e a b o liz io n e d e ll a p o v e r t à . I l c h e s ig n ific a c h e n o n si p u ò
l im it a r e l ’a n a lis i e l a s t r a t e g i a a lla c la s s e d e g li o p e r a i d e l l ’in
d u s t r i a . O c c o r r e c o n t e m p o r a n e a m e n t e r ip e n s a r e l a s it u a z i o
n e d i q u e s t a c la s s e e te n e r c o n t o d e l l ’e s is t e n z a d i a lt r i g r u p p i
s o c ia li.
hans magnus enzensberger Lei p a r la v a poco fa di
a n a lis i d i c la s s e . A q u e s t a l a v o r a l ’e s t r e m a s in is t r a e u r o p e a .
N o i a b b ia m o d ’ a lt r o n d e c o n c lu s o c h e u n s im ile c o m p it o n o n
p o t e v a p o r t a r s i a b u o n f in e n e l s e n o d e l l ’U n iv e r s it à , m a c h e
e r a n e c e s s a r io in v e c e d ib a t t e r e c o n la c la s s e o p e r a ia le s u e
c o n d iz io n i d i e s is t e n z a , m a t e r ia li e in t e lle t t u a li. L ’ a n a lis i d e
v e a llo r a in t e g r a r s i c o n u n ’ a z io n e p o lit ic a . N u m e r o s i c o m p a
g n i s o n o a n d a t i a l a v o r a r e in f a b b r ic a o in a lt r i lu o g h i d i
la v o ro : p e r l o r o , u n la v o r o te o r ic o n o n p o r t a d a n e s s u n a
p a r t e s e s i d is t a c c a d a ll e l o t t e c h e s i s v ilu p p a n o n e lla p r o
d u z io n e .
■Herbert m arcuse N on è c e r to an dan do a la v o r a r e
c h e c i s i m e t t e in g r a d o d i v e d e r e e d i c o m p r e n d e r e le c o n
tr a d d iz io n i c h e n a s c o n o d a i r a p p o r t i d i p r o d u z io n e . C e r t o ,
l ’a n a lis i d e lla c l a s s e o p e r a ia d e v e e s s e r e il p iù c o n c r e t a p o s
s ib ile . M a i o t e m o c h e i l la v o r o in f a b b r ic a c o n d u c a n e llo
s t e s s o t e m p o i m il it a n t i g a u c h is t e s a d is p r e z z a r e o a r e sp in -
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g e r e la t e o r i a , d a l m o m e n t o c h e s i s e n t o n o d a e s s a s o r p a s
s a t i. S i r ic a d e a llo r a in p ie n a s o c io lo g ia b o r g h e s e . È n eces
s a r io c o n s e r v a r e u n ’a m b iz io n e t e o r ic a , s f o r z a s i d i d e lin e a r e
i c o n c e t ti, r if i u t a r e u n ’id e a fe t ic c io d e l p r o l e t a r i a t o , e d a n
d a r e a n c h e n e lle f a b b r ic h e . M a s e q u e s t o f a r s i a s s u m e r e v i e
n e c o m p iu t o a s p e s e d i u n p r o g r e s s o t e o r ic o , s i r ic a d e nel-
l ’e m p ir is m o e in u n s e n s o f a l s i f i c a t o d e l l ’im m e d ia t o .
hans magnus Enzensberger I g r u p p i c h e v a n n o n e lle
f a b b r ic h e s i r if e r is c o n o s u tu tti i p u n ti a d una t e o r ia , la
t e o r ia d i L e n in .
Herbert m arcuse C h e m i f a c c ia n o d u n q u e v e d e r e d o
v e L e n in h a m a i p o t u t o s c r iv e r e c o s e s im ili: io n o n n e h o
m a i v i s t o la m in im a t r a c c ia n e lle s u e o p e r e .
hans magnus Enzensberger La d it t a t u r a d e l p r o le ta
r ia t o r e s t a l ’o b i e t t i v o d i t u t t i i v e r i m a r x is t i. L e i n e è a n c o r a
p ersu aso ?
Herbert m arcuse S e il te r m in e d i p r o l e t a r i a t o d e s ig n a
g li « o p e r a i d e l l ’in d u s t r ia » q u a li M a r x li h a d e s c r i t t i — il l a
v o r o v iv o n e l p r o c e s s o d i p r o d u z io n e — io r it e n g o c h e n e lla
n o s t r a e p o c a q u e s t a fo r m u la z io n e è d e l t u t t o in s u f f ic ie n t e .
P e r M a r x , la d i t t a t u r a d e l p r o l e t a r i a t o e r a — lo s i d im e n tic a
t r o p p o fa c ilm e n t e — l a d it t a t u r a d i u n a sc h ia c c ia n te m a g g io
ra n z a s u u n a m in o r a n z a . I l « p r o l e t a r i a t o » d e f in it o d a M a r x
r a p p r e s e n t a f o r s e u n a m a g g io r a n z a n e i p a e s i in d u s t r ia li a v a n
z a t i ? È f o r s e l a s o l a c l a s s e c h e s ia v i t t im a d e llo s f r u t t a m e n t o
n e lla n o s t r a s o c ie t à m o d e r n a ?
HANS MAGNUS ENZENSBERGER E c h i a lt r o a ll o r a ?
Herbert m arcuse G l i o p e r a i d e l l ’in d u s t r ia n o n rap p re
s e n ta n o p i ù l a m a g g io r a n z a d e ll a p o p o la z io n e , n o n son o i
s o li a d e s s e r e s f r u t t a t i . U n e s e m p io : si è sp esso d is c u s s o
p e r s a p e r e s e i m ilio n i d i im p ie g a t i d e l l ’in d u s t r ia p u b b lic i
t a r ia a m e r ic a n a c r e a n o o p p u r e n o u n p lu s v a lo r e , c io è s e e s s i
s ia n o o p p u r e n o d e g li s f r u t t a t i n e l s e n s o m a r x is t a d e l t e r
m in e . D a p a r t e m ia , i o r it e n g o d i s ì. Q u e lle p e r s o n e v e n d o
n o d ir e t t a m e n t e l a l o r o fo r z a - la v o r o , il c h e c o r r is p o n d e a l
la n o z io n e m a r x is t a d i s f r u t t a m e n t o . I lo r o s a l a r i n o n r a p p r e -
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s e n t a n o s e m p lic e m e n te u n c a p it o l o d e lle s p e s e g e n e r a li. E s s i
s o n o a s s o lu t a m e n t e n e c e s s a r i a l p r o c e s s o d i p r o d u z io n e c a
p it a lis t ic o .
HANS magnus Enzensberger N e c e s s a r i a l l ’e s t r a z io n e d e l
p lu s v a lo r e ...
Herbert m arcuse N on u n ic a m e n te . S o n o g ià n e c e s s a r i
a l liv e llo d e lla p r o d u z io n e : l ’im p ie g a t o d e l l ’in d u s t r ia p u b b l i
c it a r ia d e t e r m in a in a n t ic ip o la f o r m a d e lla m e rc e ( p e n s a t e s o l
t a n t o a l l ’a u t o m o b ile ) , la s u a q u a li t à , e d a n c h e la s u a q u a n t it à .
C i ò v a le u g u a lm e n te p e r i te c n ic i, g li in g e g n e r i, g li s c ie n z ia ti,
g li p s ic o lo g i e d i s o c io lo g i in t e g r a t i n e l p r o c e s s o d i p r o d u
z io n e , tu tt e c a t e g o r ie in p ie n a e s p a n s io n e . Q u e s t i fe n o m e n i
c o m p o r t a n o c o m e c o n t r a c c o lp o d e lle m o d if ic a z io n i n e lle s t r u t
t u r e s t e s s e d e lla c l a s s e o p e r a ia . S a p p i a m o a d e s s o c h e il n u
m e r o d e i « c o lle t ti b ia n c h i » a u m e n t e r à p r o g r e s s iv a m e n t e a
s c a p it o dei « c o lle t t i b lu » , che l ’e q u ilib r io n u m e r ic o fra
l a v o r a t o r i m a n u a li e la v o ra to ri in t e lle t t u a li si m o d if ic h e r à
a v a n t a g g io d i q u e s t i u lt im i, i q u a li v e d r a n n o a u m e n t a r e la
p r o p r ia p a rte a l l ’in t e r n o d el p ro c esso p r o d u t t iv o . E tu tto
c iò d o v r e b b e in c ita r e a d u n a g r a n d e p r u d e n z a q u a n d o n o i
m a n e g g ia m o i c o n c e t ti d i p r o l e t a r i a t o e d i d i t t a t u r a d e l p r o
le t a r ia t o .
hans magnus Enzensberger S e c o n d o il m io p u n to d i
v ista , c iò s ig n if ic a s e m p lic e m e n te che c e ti s o c ia li p rov e
n ie n ti d a lla b o r g h e s i a v e n g o n o a d e s s e r e r a p id a m e n t e p r o l e
ta r iz z a ti in s e g u it o a llo s v il u p p o d e l c a p it a lis m o .
Herbert m arcuse L a p a r o la p r o le t a r iz z a z io n e m i s e m b r a
q u i in e s a t t a . N o n è p o s s i b i l e s e p a r a r e il c o n c e t to d i p r o l e
t a r ia t o d a lle n o z io n i c h e lo a c c o m p a g n a n o , e in p r im o lu o g o
il d e p a u p e r a m e n t o m a t e r ia le .
hans magnus enzensberger P r e n d a il c a s o d e i g r a n
d i s t u d i d i a r c h it e t t i c o m e o r m a i n e e s is t o n o in G e r m a n ia .
V i s i t r o v e r a n n o d e lle p e r s o n e c h e , q u a n d o e r a n o s t u d e n t i ,
s o g n a v a n o a n c o r a u n e s e r c iz io lib e r a le e d a u t o n o m o d e l l ’a r
c h it e t t u r a , c io è la p r o s p e t t i v a d i u n a p r o f e s s i o n e b o r g h e s e .
S i s o n o r it r o v a t i d e n t r o u n ’im p r e s a in d u s t r ia le , s e d u t i a i lo r o
46
t a v o li d a d is e g n o a c c a n to a d o z z in e d i a lt r i g io v a n i a r c h ite tt i.
I l l a v o r o s i è s p e c ia liz z a to e d e s s i p o s s o n o c o n s t a t a r l o t u t t i
i g io r n i : o g n u n o s i a p p lic a a d u n s o l o p a r t ic o la r e a r c h it e t t o
n ic o — l e f i n e s t r e a d e s e m p io — s e n z a a v e r e a lc u n d ir i t t o d i
d e c is io n e . S i t r a t t a d i u n b u o n e s e m p io d i p r o le t a r iz z a z io n e .
Herbert m arcuse M i p a r li u n p o ’ d i q u e s t o g io v a n e
a r c h it e t t o q u a n d o la s e r a r ie n t r a in c a s a . D o v e a b i t a : in u n
a p p a r t a m e n t in o d i u n a o d u e s ta n z e s p o r c h e e m a l m e s s e ?
N o n p o s s i e d e l ’a u t o m o b ile ? N o n h a f o r s e a c c e s s o a i d iv e r s i
p r o d o t t i d i l u s s o c a r a t t e r is t ic i d e lla p r o d u z io n e d e l c a p it a l i
s m o p o s t - in d u s t r ia l e ?
HANS MAGNUS ENZENSBERGER S ì, certo...
Herbert m arcuse A ll o r a s ig n if ic a f a r s i b e ffe d e l v ero
p r o l e t a r i o d e s ig n a r e q u e s t i la v o r a t o r i c o m e fa c e n t i p a r t e d e l
p ro le ta ria to .
hans magnus Enzensberger B e n e , d ’a c c o r d o . S e le i d e
fin is c e il p r o l e t a r i a t o in b a s e ad un ra p p o rto d i co n su m o
p iu t t o s t o c h e in b a s e a d u n r a p p o r t o d i p r o d u z io n e , s e , in
f o n d o , v a l u t a o s c u r a m e n t e il s u o liv e llo d i v i t a p a r a g o n a n d o
lo a q u e llo d e l 1 8 5 0 , le i d e v e e f f e t t iv a m e n t e a m m e t t e r e ch e
il p r o l e t a r i a t o e u r o p e o e a m e r ic a n o è in v i a d i e s t in z io n e .
M a s i p u ò d ir e c h e q u e lla s ia u n a b u o n a d e f in iz i o n e ? N o n
e s i s t e f o r s e , p i u t t o s t o , u n a d if fe r e n z a c h e s e m p r e p i ù s i c a n
c e lla f r a le c o n d iz io n i d i v it a d i q u e l l ’ a r c h it e t t o e , a d e s e m
p io , q u e lle d i u n m e c c a n ic o a d d e t t o a lle r ip a r a z io n i in u n a
f a b b r ic a a u t o m a t iz z a t a ?
Herbert m arcuse Q u e sta d is t a n z a d im in u is c e in f a t t i.
M a in s e n s o in v e r s o : è il v e c c h io p r o l e t a r i a t o c h e s i t r o v a
« d e p r o le t a r iz z a t o » . Con l ’a u t o m a z io n e , il la v o r o d iv e n t a
e s t e n u a n t e e f a t i c o s o s u l p ia n o n e r v o s o : c iò n o n è s u f f ic ie n t e
p e r f a r e d e l l ’o p e r a io c h e lo e s e g u e u n p r o l e t a r i o . L ’a u t o m a
z io n e s o s t it u is c e l ’e n e r g ia fis ic a c o n u n a t e n s io n e m e n t a le ,
e d e s i g e a lt r e s ì u n a q u a lific a z io n e . L ’o p e r a io q u a lif ic a t o t r a
d iz io n a le — c h e in c e r t o q u a l m o d o r e s t a v a v ic in o a l l ’ a r t i
g ia n o — s c o m p a r iv a a p o c o a p o c o . M a lo s v il u p p o d e lla p r o
d u ttiv ità e sig e u n a lt r o t i p o d i q u a lif ic a z io n e , d e i te c n ic i,
47
d e g li in g e g e n e r i, d e i « c o lle t t i b ia n c h i » in n u m e r o c r e s c e n t e ,
e n o n il c o n t r a r io .
hans magnus Enzensberger Le s t a t is t ic h e p e r p r o f e s
s io n e r ig u a r d a n t i g li u lt im i q u in d ic i a n n i c i d im o s t r a n o c h e
il n u m e r o d e i la v o r a t o r i m a n u a li d im in u is c e in m o d o e s t r e
m a m e n t e l e n t o , a m m e s s o c h e d im in u is c a .
Herbert m arcuse E p erch é? N e l la m a g g io r p a r t e dei
c a s i i s in d a c a t i f r e n a n o il m o v im e n t o , p e r lo m eno n e g li
S t a t i U n it i. È a lt r e t t a n t o v e r o c h e la g e n e r a liz z a z io n e d e l l ’a u t o
m a z io n e pone d e i p r o b le m i te c n ic i, seb b en e e ssi ven gan o
p r o g r e s s iv a m e n t e r is o l t i. L a te n d e n z a è t u t t a v ia n e t t i s s im a :
g li in v e s t im e n t i e f f e t t u a t i n e i r a m i p i ù m o d e r n i e p iù a u t o
m a t iz z a ti d iv e n t a n o s e m p r e p iù r e d d it i z i , i te r m in i d e l r a p
p o r t o c a p it a l e c o s t a n t e — c a p it a le v a r ia b ile s i s p o s t a n o .
HANS MAGNUS enzensberger P r o se g u a n el su o r a g io n a
m e n t o . Q u a l è , n e lla s u a o t t ic a , la c l a s s e d ’a v a n g u a r d i a , il
g r u p p o s o c ia le c a p a c e d i a v v ia r e e d i g u id a r e u n a l o t t a r iv o
l u z io n a r ia ? S u q u a li in t e r e s s i si f o n d a u n a s t r a t e g i a r iv o lu z io
n a r ia , s e g li in t e r e s s i d ir e t t i d e lla c la s s e o p e r a ia — i n t e s a n e l
s e n s o a m p i o — d iv e r g o n o f r a d i lo r o a lm e n o p a r z ia lm e n t e ?
N on s p e tta fo r s e , co m e se m p re , al p ro le ta ria to in d u s t r ia le
d i d ir ig e r e il m o v im e n t o ?
Herbert m arcuse D o v e h a v i s t o u n a c o s a s im il e ? I n u n
lib r o e , q u e l c h e c o n t a , in u n l ib r o s c r it t o a n n i f a .
hans magnus enzensberger S e p r e f e r is c e , io r in u n c io
p e r a d e s s o a lla r is p o s t a c la s s ic a d e l m a r x is m o . R e s t a il p r o
b le m a : q u a l è la f o r z a c h e d e v e p r e n d e r e la d ir e z io n e d e l
m o v im e n t o ?
Herbert m arcuse M o lt o f r a n c a m e n t e — e p a r lo c o m e
m a r x i s t a — n o n m i p ia c e m o lt o q u e s t o m o d o d i p o r r e l a q u e
s t io n e . A l l a f i n f in e n o n c ’è n é u n D i o n é u n a f a t a l it à n é
u n lib r o c h e p o s s a a c o lp o s ic u r o d e s ig n a r e l ’a v a n g u a r d ia d i
u n m o v im e n t o . A lt r im e n t i s i c a d e in u n m a r x is m o r e if ic a t o .
D o v e n a s c e r à la c o s c ie n z a s t o r ic a e l ’a z io n e p iù r a d ic a le ? È
im p o s s ib i le d e c id e r lo m a n ip o la n d o s e n z a p iù r if l e t t e r e d e lle
s e d ic e n t i c a t e g o r ie , g li « s t u d e n t i » , la « n u o v a c l a s s e o p e -
48
r a ia » , l a « c la s s e o p e r a ia » . T u t t o d ip e n d e d a l liv e llo d i s v i
l u p p o d i u n p a e s e e d a g l i a s p e t t i d e l s u o c a p it a lis m o .
hans magnus Enzensberger I n s i s t o s u l c o n t r a r io : que
s t a q u e s t io n e è f o n d a m e n t a le , e d i g r u p p i r iv o lu z io n a r i d e l
l a G e r m a n i a F e d e r a l e , c h e a t t r a v e r s a n o u n a f a s e d i a u t o c r it i
c a , l a p o n g o n o n e l m o d o p i ù a c c e n tu a t o . N o i v o g lia m o t r a r r e
la le z io n e d a g li e r r o r i c o m m e s s i d a l m o v im e n t o s t u d e n t e s c o ,
d a l s u o f a llim e n t o . L e f o r m e d i o r g a n iz z a z io n e c h e s i e r a n o
s p o n t a n e a m e n t e m e s s e in p ie d i h a n n o p a le s e m e n t e c o n d o t t o
a ll ’im p a s s e . O g g i i g r u p p i c o n d a n n a n o a s t r a t t a m e n t e il lo r o
p a s s a t o , s c o n f e s s a n o g li a s p e t t i a n t i- a u t o r it a r i d e lla l o r o a z io
n e , s p e s s o p e r p u r a e s e m p lic e r e a z io n e d i r ig e t t o . L a n u o v a
p r a t ic a r iv o lu z io n a r ia s i d e f in is c e in n a n z it u t t o c o n u n la v o r o
n e lle f a b b r ic h e , c o n i t e n t a t i v i d i c o s t it u z io n e d i u n p a r t it o
c o m u n is t a s t r u t t u r a t o s e c o n d o i p r in c ip i d e l c e n t r a lis m o d e
m o c r a tic o q u a li s o n o e n u n c ia t i n e l Che fare ? L e i cred e an
c o r a a l l ’e ff ic a c ia d i ta li p r in c i p i? E s e n o , c h e c o s a m e t t e r e b
b e a l lo r o p o s t o ?
Herbert m arcuse I I s u o r a g io n a m e n t o p a r t e d a lle in
s u ffic ie n z e e d a g li e r r o r i d e l m o v im e n t o s t u d e n t e s c o . Q u a l i
son o?
HANS MAGNUS Enzensberger II m o v im e n t o stu d e n te
s c o è s t a t o d e t e r m in a t o d a lla s itu a z io n e d i c la s s e d i c o lo r o
c h e lo c o m p o n e v a n o , d a i l o r o in t e r e s s i e d a lla c o sc ie n z a c h e
e s s i a v e v a n o d e lla lo r o s it u a z io n e . I n G e r m a n ia F e d e r a l e , g li
s t u d e n t i s o n o p e r la m a g g io r p a r t e d i o r ig in e b o r g h e s e .
Herbert m arcuse S c u s i, m a s i t r a t t a d i u n m a r x is m o
p a r e c c h io v o lg a r e . Che un m o v im e n t o s ia d e t e r m in a t o da
u n o s t a t o d i c o s c ie n z a ...
HANS MAGNUS enzensberger una situa
...M a a n c h e d a
zione materiale. L a classe operaia è sotto-rappresentata nelle
università tedesche...
Herbert m arcuse ... I l c h e n o n v u o l d ir e c h e n o n s i
p o s s a t r a s c e n d e r e u n o s t a t o d i c o sc ie n z a s o g g e t t iv o , a n a liz
z a re l ’in s ie m e d e i r a p p o r t i s o c i a l i e d e f in ir e l a l o r o a r t ic o
la z io n e . C o s a c ’e n t r a q u e s t o c o l f a t t o c h e s i p r o v e n g a o p p u r e
49
n o d a ll a b o r g h e s i a ? A n c h e M a r x e d E n g e l s e r a n o d e i b o r
g h e s i.
Hans magnus Enzensberger N o n s i t r a t t a d i u n ’a n a li
s i p e r s o n a le e m o lt i l ’h a n n o c o n s t a t a t o c o m e m e : si tra tta
d e l c a r a t t e r e d i c la s s e d i u n m o v im e n t o , d i u n a r e a lt à o g g e t
t iv a . G l i s t u d e n t i d i o r ig in e o p e r a ia r a p p r e s e n t a n o d a l 6 al-
l ’8 p e r c e n to d e lla p o p o la z io n e u n i v e r s it a r i a t e d e s c a . Q u e s t o
è u n fa tto .
Herbert m arcuse M a c h i le h a d e t t o c h e u n B u o n D i o
o u n b u o n D e s t in o a b b ia n o s c e lt o la c la s s e o p e r a ia p e rc h é
e s s a a c c o lg a in s é l a V e r it à ! Q u e s t o è fe t ic is m o !
HANS MAGNUS enzensberger È un elemento fondamen
tale della teoria marxista.
Herbert m arcuse N o n è la t e o r i a m a r x is t a . I l m a r
x is m o — p e r lo m e n o f in o a q u a n d o e s s o è r im a s t o l a t e o r ia
d i M a r x — h a s e m p r e d is t i n t o la c l a s s e o p e r a ia c o n c r e t a d a l
p ro le ta ria to o r g a n iz z a t o , i f a t t o r i o g g e t t i v i d a i f a t t o r i s o g
g e t t iv i. I l m a r x is m o n o n h a m a i c o n s id e r a t o l a c la s s e o p e
r a ia c o m e u n ’e n t it à c h e in c a r n e r e b b e p e r s u a n a t u r a e in
t u t t e le c ir c o s ta n z e l a V e r it à e l a L ib e r a z io n e .
HANS magnus Enzensberger M a la c la s s e o p e r a ia c o n
c r e ta è a llo s t e s s o t e m p o u n a c la s s e c h e è c o s t r e t t a a t r a
s f o r m a r s i in p r o l e t a r i a t o o r g a n iz z a t o : a d e m p ie c o s ì a l s u o
r u o lo s t o r ic o t e n d e n d o a lla p r o r p ia lib e r a z io n e .
Herbert m arcuse Può a lt r e t t a n t o e ssere co stre tta a
r e p r im e r e le s u e p u l s i o n i lib e r a t r ic i. C i s t ia m o a llo n t a n a n d o
d a lla s u a a f f e r m a z io n e : g li e r r o r i d e l m o v im e n t o s t u d e n t e
s c o ...
hans magnus enzensberger Q u e s t i e r r o r i s o n o e v id e n
ti. A p p a i o n o in n a n z it u t t o n e l f a t t o c h e i l m o v im e n t o n o n
è p o t u t o u s c ir e d a s e s t e s s o p e r m o b ilit a r e le c l a s s i l a v o r a
tric i.
Herbert m arcuse Ma si tra tta d e l l ’e r r o r e d e g li stu
d e n t i, o p p u re d e ll a s it u a z io n e o g g e ttiv a d e lla c l a s s e ope
r a ia ? Le c it e r ò u n e s e m p io a m e r ic a n o , d a l m o m e n to che
c o n o s c o m e g lio g li S t a t i U n it i. L e i m i d ir à d o p o s e c iò p u ò
50
a p p lic a r s i a d a lt r i p a e s i , in p a r t ic o la r e a lla G e r m a n i a F e d e r a
le . N e g l i S t a t i U n it i è il m o v im e n t o s t u d e n t e s c o c h e h a m o b i
l it a t o u n a p a r t e d e l l ’o p in io n e p u b b l ic a c o n tr o la g u e r r a d e l
V ie t n a m , e d è a n c o r a ta le m o v im e n t o c h e h a s v o lt o u n r u o lo
p r o p u ls o r e n e lla l o t t a p e r i d ir i t t i c iv ili. Q u e s t e a z io n i a n d a
v a n o o lt r e - d i g r a n lu n g a — a g li in t e r e s s i p e r s o n a li d e g l i s t u
d e n t i, e p e r s in o a n d a v a n o c o n t r o a d e s s i in u n c e r t o n u m e r o
d i c a s i. T a l i a z io n i h a n n o p o r t a t o l ’a tt a c c o al c u o r e s t e s s o
d e l s is t e m a im p e r ia lis t a . S e l a c l a s s e o p e r a ia n o n è a n d a t a
d ie t r o , n o n è p r o p r io , D i o m io , c o lp a d e g li s t u d e n t i , m a si
s p ie g a c o n la s it u a z io n e m a t e r ia le e s o g g e t t iv a d e g li o p e r a i
a m e r ic a n i.
hans magnus enzens berger P e r c h é n o n s a r e b b e c o lp a
d e l m o v im e n t o s t u d e n t e s c o ? P e r c h é l a c la s s e o p e r a ia s a r e b
be s t r u t t u r a lm e n t e in c a p a c e di c a p ir e la r iv o lu z io n e v ie t
n a m it a ?
Herbert m arcuse N o n è c h e s ia in c a p a c e . E s s a s a d o v e
s ta n n o i s u o i in t e r e s s i im m e d ia t i e q u a l è q u i l a p o s t a in g i o
c o . S a c h e la fin e d e ll a g u e r r a d e l V ie t n a m s ig n if ic h e r à la
d is o c c u p a z io n e p e r u n g r a n d e n u m e r o d i o p e r a i. H a v isto
b e n is s im o d a q u a le p a rte la fe tta di pane era im b u r r a t a .
M i s e m b r a m o l t o p r e s u n t u o s o n o n f a r e a tt e n z io n e a c iò e d i
re a g li o p e r a i: a b b a n d o n a t e t u t t o e s e g u it e m i p e r f a r e la r i
v o lu z io n e .
hans magnus enzensberger M a n o n è f o r s e a n c o r p iù
p r e s u n t u o s o a s p e t t a r e c h e la c l a s s e o p e r a ia r a g g iu n g a il p u n
to d i v i s t a d e g li s t u d e n t i ? F i n o a q u a n d o s i r im a n e n e l l ’a m
b ie n t e u n i v e r s it a r i o , e non si co n o sce e non si v u o l v e
d e r e a lt r i s e n o n l a p r o p r ia c l a s s e , fin t a n t o c h é c i s i a s t r a e
dai ra p p o rti di p r o d u z io n e c o n tro i q u a li v a n n o a sco n
t r a r s i g li o p e r a i, n o n s i p u ò s p e r a r e d i m o b ilit a r e i l a v o r a
to r i.
Herbert m arcuse Io n o n p o s s o c r e d e r e c h e s ia n e c e s
s a r io a n d a r e in f a b b r ic a e la v o r a r v i p e r d e lle s e t t im a n e e
d e i m e s i p e r c a p ir e q u a n t o s ia n o p e n o s i il la v o r o e la c o n d i
z io n e o p e r a ia . G l i s t u d e n t i n o n ig n o r a n o c h e la lo r o e s is t e n z a
51
è in fin it a m e n t e p iù p ia c e v o le d i q u e lla d i u n o p e r a io . M a
c o n o s c o a n c h e c e n tin a ia d i s t u d e n t i la c u i e s is t e n z a n o n s a
r e b b e in v id ia b ile p e r n e s s u n o p e r a io . È f a l s o p r e t e n d e r e c h e
g li s t u d e n t i r a p p r e s e n t in o u n ’é lit e p r iv ile g ia t a c h e f a r e b b e
l a b e l la v it a m e n t r e l ’o p e r a io c o n o s c e r e b b e s o lt a n t o u n a v i t a
o r r ib ile . C iò n a s c e d a u n a t t e g g ia m e n t o in t e lle t t u a le , e n u lla
p iù .
HANS MAGNUS Enzensberger È p o s s ib i le che lo stu
d e n t e p o lit ic iz z a to r in u n c i a c e r t i v a n t a g g i c h e g li p r o v e n g o n o
d a ll a s u a c la s s e , m a s i t r a t t a a n c o r a u n a v o lt a d i u n a m a n i
f e s t a z io n e d e ll a s u a lib e r t à , c io è d i u n p r iv ile g io . E g l i p u ò
s c e g lie r e , e lo f a c o s c ie n t e m e n te .
Herbert m arcuse È f o r s e u n a r a g io n e p e r a b o lir e q u e
s t o p r iv ile g io e c o n c iò s t e s s o u n a c a p a c it à d i c o m p r e n s io n e
e d i d e n u n c ia c h e n o n è d a t a a g li a l t r i ? L e i d im e n tic a la c o n
t r o p a r t it a : il d o v e r e e la r e s p o n s a b il it à d i fa r e tu tto per
t r a s f o r m a r e q u e s t a s o c i e t à , c o s a n o n p r iv a d i p e r ic o li a l g i o r
n o d ’o g g i. R in u n c ia r e a q u e s t o t i p o d i p r iv ile g io s a r e b b e g ià
tr a d ir e .
HANS MAGNUS enzensberger N on si tra tta d i q u e sto .
I l m o v im e n t o s t u d e n t e s c o s i è p r e o c c u p a t o in p r im o lu o g o
d e g li in t e r e s s i d e g li s t u d e n t i , il c h e è n a t u r a le . H a p o r t a t o
a v a n ti u n a c r it ic a d e l l ’is t it u z io n e u n i v e r s it a r ia e s i è s fo r z a t o
d i c a m b ia r la .
HERBERT m arcuse N on è v e r o : n e g li S t a t i U n it i, il m o
v im e n to s t u d e n t e s c o s i è p r e o c c u p a t o d e g li in t e r e s s i d e i N e r i
n e i g h e t t i, e n o n d e i p r o p r i.
hans magnus enzesberger N e l lo s t e s s o t e m p o il m o
v im e n t o h a p r e t e s o , e c o n r a g i o n e , l a d e s t it u z io n e d e i m a n
d a r in i u n iv e r s it a r i e l a t r a s f o r m a z io n e r a d ic a le d e l l ’U n iv e r
s it à .
Herbert m arcuse L e s u e a f f e r m a z io n i n o n si a p p lic a n o
s e n o n e s c lu s iv a m e n t e a lla s it u a z io n e t e d e s c a . I t it o la r i d i
c a t t e d r e n o n s v o l g o n o l o s t e s s o r u o lo n e g li S t a t i U n it i. Q u a n
t o a g li s t u d e n t i, lo r ip e t o , h a n n o l o t t a t o p e r il « C iv il- r ig h ts
M ovem en t » e c o n tro la g u e r r a d e l V ie t n a m . Il re sto è
52
s e c o n d a r io . S e h a n n o in g a g g ia t o u n a b a t t a g l i a c o n t r o l ’a m m i
n is t r a z io n e u n i v e r s it a r i a , c iò a v v e n iv a n e lla m is u r a in cu i
ta le o r g a n iz z a z io n e s i f a c e v a c o m p lic e d e lla g u e r r a d e l V i e t
n a m , s p e c ia lm e n t e a t t r a v e r s o p r o g r a m m i d i r ic e r c a m ilit a r e .
L e i c r e d e c h e s i t r a t t i in q u e s t o c a s o d e lle r e a z io n i c o r p o r a
tiv e d i u n ’é l i t e ? S e n o n p e n s a c h e f o s s e in g io c o u n in t e
r e s s e d i o r d in e g e n e r a le , g r a d i r e i c h e le i p r e c is a s s e il s e n s o
d e lle p a r o le .
hans magnus Enzensberger A n c h e q u a n d o si r iv o l t a n o ,
g li s t u d e n t i c o n t a n o s u ll a m e d ia z io n e d e l p u b b lic o b o r g h e s e .
L a lo r o d i s p u t a c o n il p o t e r e s t a t a le è a p p e n a in t e lle g ib ile
p e r il r e s t o d e lla p o p o la z io n e . L ’a s p e t t o a n t i- a u t o r it a r io d e l
m o v im e n t o n a s c e in p a r t e d a i p r o c e s s i d i s o c ia liz z a z io n e d e l
la b o r g h e s i a , e in q u e s t a m is u r a n o n h a a lc u n s e n s o p e r u n
o p e r a io .
Herbert MARCUSE N u lla è m eno b o rg h e se del m o v i
m e n to s t u d e n t e s c o a m e r ic a n o , n u lla è p iù b o r g h e s e d i u n
o p e r a io a m e r ic a n o . I o e s a g e r o s o l o u n p o ’ . L e i u t iliz z a d e i
cliché p r iv i d i v a l o r e . C r e d e s in c e r a m e n te c h e s ia « b o r g h e
s e » f o n d a r e d e lle c o m u n i, m a n if e s t a r e p e r s t r a d a , o c c u p a r e
d e g li e d if i c i?
hans magnus Enzensberger N o n o b b lig a t o r ia m e n t e . I n
co m p e n so la s e d ic e n t e « p ro te st scen e » o p p u re la « h ip -
p ie -sc e n e » , t u t t e q u e s t e « s c e n e » m i a p p a io n o c o m e f e n o
m e n i b o r g h e s i.
Herbert m arcuse I o p e n s o p e r s o n a lm e n te c h e g li h ip p ie s
e d i d r o p - o u t n o n a d e m p io n o p iù a d a lc u n a fu n z io n e p o lit ic a .
hans magnus enzensberger I n t u t t i i c a s i q u e s t i m o
v im e n ti s o n o sta ti b en p re sto r e c u p e r a t i d a lla c u lt u r a do
m in a n te .
Herbert m arcuse P e r c e r t i a s p e t t i, e s s i s o n o a n c h e d i
v e n ta ti r e a z io n a r i. A l l ’ o r ig in e e siste v a q u e sta c o n f u s io n e
f r a u n a lib e r a z io n e in d i v id u a l e e l a lib e r a z io n e s o c ia le ...
hans magnus enzensberger S i t r a t t a p r e c is a m e n t e d i
u n lim it e c a r a t t e r is t i c o d e l m o v im e n t o s tu d e n t e s c o .
53
Herbert m arcuse N o. G li e le m e n ti p iù p o lit ic iz z a t i
r if iu t a n o q u e s t a c o n f u s io n e . E s s i n o n s o n o p iù s o l t a n t o d e
g li h ip p ie s , o n o n lo s o n o p iù a s s o lu t a m e n t e .
HANS MAGNUS Enzensberger La g e n t e p o lit ic iz z a t a s t u
d ia L e n in .
Herbert m arcuse L e n in , m a a n c h e H e r m a n n H e s s e . O g
Steppenwolf, Il lupo della steppa \ d i
g i n e g li S t a t i U n it i,
H e s s e , è u n lib r o c h e h a u n a g r a n d e in flu e n z a .
HANS MAGNUS Enzensberger A p p u n to : il p r o b le m a p o
sto d alLupo della steppa è u n p r o b le m a in t e r n o a lla b o r
g h e s ia . Q u e s t o l ib r o n o n h a n u lla d a d ir e a d u n o p e r a io .
HERBERT m arcuse A c a u s a d e l l ib r o o a c a u s a d e l l ’o p e
r a i o ? V u o le in s in u a r e c h e F a u s t o D o n C a r lo s n o n r a p p r e
s e n ta n o a lt r o c h e d e lle m erd e b o r g h e si? O p p u re si tra tta
an cora d i op ere che d o v reb b ero av ere un sen so per un
o p e r a io ?
hans magnus enzensberger N e l le c o n d iz io n i p r e s e n t i,
n o n n e h a n n o a lc u n o p e r lu i.
Herbert m arcuse Q u e sta è u n ’a lt r a co sa . E io son o
d ’a c c o r d o c o n le i. M a s o n o q u e s t e c o n d iz io n i c h e b i s o g n a
c a m b ia r e .
hans magnus enzensberger R it o r n ia m o ai p r o b le m i
o r g a n iz z a t iv i. A n c h e s u q u e s t o p ia n o a b b ia m o p o t u t o c o n
s t a t a r e le in s u ff ic ie n z e d e l m o v im e n t o s t u d e n t e s c o . L e s t r u t
t u r e p r o d o t t e d a lla s o l a s p o n t a n e it à s i s o n o r iv e la t e in s t a b i li
e p o c o s ic u r e . P e r m o l t i d i n o i, n o n s i t r a t t a v a n ie n t ’a lt r o
c h e d i u n a t e r a p ia p e r s o n a l e . C e r t i t e s t i a v e v a n o p r e v is t o
la d is in t e g r a z io n e d e l m o v im e n t o ; I’ s d s , la s o la o r g a n iz z a
z io n e s t u d e n t e s c a , è s c o m p a r s a . I n s e g u it o a c iò s i è im p o
s t a l ’id e a c h e n o i a v e v a m o b i s o g n o d i u n p a r t it o . L a c o s t r u
z io n e d i u n a s im ile o r g a n iz z a z io n e è u n ’im p r e s a d i l u n g o r e
s p ir o e , c o m e a b b ia m o c o n s t a t a t o , c o n d e i p r o g r e s s i e d e i
re g re ssi ch e c o m p o rta n o fr a z io n a m e n t i e s c is s io n i. T u tti i
t e n t a t iv i a t t u a li s i r if e r is c o n o a i p r in c ip i le n in is t i d i o rg a n iz -
'Hermann Hesse, Il lupo della steppa, Milano, Club degli Editori, 1973.
54
Scansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche
z a z io n e . S i p a r la d i « b o ls c e v iz z a r e » il p a r t i t o , si p r o c la m a
la n e c e s s it à d e l « c e n t r a lis m o d e m o c r a t ic o » . A l l ’a m b ig u it à
d e l m o v im e n t o s t u d e n t e s c o , n u m e r o s i m ilit a n t i c o n t r a p p o n
g o n o u n n u o v o d o g m a t is m o . I n c e r t i g r u p p i c iò p u ò a n d a
r e f in o a l c u lt o d i S t a li n , il c h e è a s s u r d o . Q u a l è l a s u a
o p in io n e su q u e s t a e v o lu z io n e ?
HERBERT MARCUSE I I p a r t i t o c o m p o s t o d a r iv o lu z io n a r i
d i p r o f e s s i o n e , q u a le è s t a t o c o n c e p it o d a L e n in , h a p o r
ta t o a llo s t a lin is m o f in d a g li a n n i v e n t i e l ’in iz io d e g li a n n i
t r e n ta , p o i a i p r o c e s s i d i M o s c a , e in s e g u i t o d a S t a lin a K r u
s c io v , d a K r u s c i o v a B r e z n e v e K o s s y g in , i q u a li n o n h a n n o
p iù a s s o lu t a m e n t e n u lla a c h e f a r e c o n la r iv o lu z io n e . Q u e s t o
s v ilu p p o e r a d o v u t o a l c a s o , o e r a g ià c o n te n u to - p e rlo
m e n o v ir t u a lm e n t e — n e lla s t r u t t u r a s t e s s a d e l p a r t it o le n i
n i s t a ? I o p o n g o la d o m a n d a s e n z a e s s e r e in g r a d o d i r is p o n
d e r e . M a a d o g n i m o d o il p a r t i t o d i t ip o le n in is t a h a t r o v a t o
la s u a r a g io n d ’e s s e r e e l a s u a f o r z a u t iliz z a n d o la d i s f a t t a
m ilita r e d e llo z a r is m o per s o lle v a r e l ’im m e n s o p o t e n z ia le
r iv o lu z io n a r io d e lle m a s s e in a r m i. L à d o v e ta li m a s s e m a n
c a n o , u n p a r t it o d i t ip o le n in i s t a p e r d e m o lt o d e l s u o in t e
re sse. N o n p u ò a llo r a f a r a lt r o c h e p o r t a r e e v e n tu a lm e n te
a lla d it t a t u r a d i u n p ic c o lo g r u p p o c h e b a t t e z z a s e s t e s s o r i
v o lu z io n a r io — d e i r iv o lu z io n a r i d i P r is u n i c — e s i im p o n e a l
le m a s s e . I l c h e n o n s ig n if ic a , a n z i, c h e l ’e s t r e m a s in is t r a
d e b b a r e s p in g e r e la q u e s t io n e d e l l ’o r g a n iz z a z io n e : d i l ì b i s o
g n e r à p u r p a s s a r e e r is o l v e r e il p r o b le m a . I t e m p i d e lla f e l i
c e s p o n t a n e it à s o n o f i n i t i : la c o n tr o - r iv o lu z io n e o r g a n iz z a t a
h a p o s t o lo r o fin e . U n a c o n tr o - o r g a n iz z a z io n e s i im p o n e a
s u a v o lt a . M a s o t t o q u a le f o r m a ?
U n p a r t it o d i m a s s a c o n u n ’o r g a n iz z a z io n e n a z io n a le e d
u n a d ir e z io n e c e n t r a le m i a p p a r e im p o s s ib i le n e g li S t a t i U n i
ti : l ’ a p p a r a t o g o v e r n a t iv o p o treb b e l iq u id a r lo in v e n ti-
q u a t t r ’o r e . D o b b ia m o t r o v a r e n u o v e f o r m e m o lt o d e c e n t r a
te , lo c a li e r e g io n a li. Com e c o o r d in a r e i d iv e r s i g r u p p i ?
N o n n e s o n u lla . M a n o n s i p o t r à p e r l ’e t e r n it à f a r e a m e
no d e l l ’o r g a n iz z a z io n e e d e ll a d is c ip lin a . Com e ha d e tto
55
E n g e l s , u n a r iv o lu z io n e è l a c o s a p iù a u t o r it a r i a c h e e s i s t a .
D i s c ip li n a r iv o lu z io n a r ia n o n v u o l d ir e d it t a t u r a , b e n s ì a u
t o d is c ip l in a r a z io n a le , i l c h e e s c lu d e le te n d e n z e h ip p ie s o
y i p p i e s c h e n o n n e v o g lio n o n e a n c h e s e n t ir p a r la r e .
Hans magnus Enzensberger Ci r it r o v ia m o al n o stro
d ib a ttito d i poco fa : q u e sta o r g a n iz z a z io n e d e v e r a d ic a r s i
n e lla p r o d u z io n e ? O p p u r e s i t r a t t a d i u n ’a s s o c ia z io n e d i p e r
s o n e c h e s i b a t t o n o p e r l e l o r o id e e a l l ’u s c it a d e l l a v o r o s e n
z a a v e r e le g a m i c o m u n i n e l s e n o d e l p r o c e s s o d i p r o d u z io
ne? U n ’o r g a n iz z a z io n e c o m u n is t a n o n d e v e f o r s e c o llo c a r e
l e p r o p r ie c e llu le in t u t t e le i s t i t u z i o n i d e ll a s o c ie t à , d i c u i
l a p i ù im p o r t a n t e è a n c o r a e s e m p r e l a f a b b r i c a ?
Herbert m arcuse La fa b b r ic a r im a n e , b e n in t e s o , u n
l u o g o p e r il la v o r o p o lit ic o , in p a r t ic o la r e n e i c o n fr o n t i d e lla
g io v e n t ù o p e r a ia . M a n o n p e r q u e s t o b i s o g n a r e c a r v is i p o r
tan d o i p ro p ri chiché, q u e lle id e e r e if ic a t e c h e s o n o c a p it a
lis m o , im p e r ia lis m o , r e v is io n i s m o ... S i t r a t t a a l c o n t r a r io d i
f a r v e d e r e c h e c o s a d iv e n t a n o g li u o m in i s o t t o p o s t i a l l ’in
flu e n z a d e l c a p it a l is m o , e c h e c o s a s i p u ò v e r a m e n t e c a m
b ia r e . D e t t o c iò , b i s o g n a d is c u t e r e a lt r e t t a n t o c o n le c a s a lin
g h e , g li in t e lle t t u a li o i te c n ic i.
Hans magnus enzensberger L a sto r ia d e l m o v im e n t o
o p e r a io d im o s t r a c h e si d e v e o r g a n iz z a r e l a g e n t e s e c o n d o il
c r it e r io d e i r a p p o r t i d i p r o d u z io n e , e n o n c o m e in d iv id u i c h e
m e tte re b b e ro in s ie m e d e lle id e e o d e g li in t e r e s s i c o m u n i.
N o n s i r iu n is c o n o i r iv o lu z io n a r i c o n i m e t o d i d e lle s o c ie t à
d i l e t t u r a b ib lic a . E io n o n v e d o c o m e s ia p o s s ib i le o r g a
n iz z a r e la c a s a lin g h e in q u a n t o c a s a lin g h e .
Herbert m arcuse N on vede? Le s e m b r a in c o n c e p ib ile
o r g a n iz z a r e u n m o v im e n t o d e lle c a s a lin g h e a m e r ic a n e c h e l o t
ti c o n t r o l a g u e r r a d e l V ie t n a m , s o s t e n g a g li s c io p e r i, f a c c ia
t r io n f a r e i b o ic o t t a g g i d e i g r a n d i m a g a z z in i?
hans magnus enzensberger V a b e n e , m a s o lo p e r c a m
p a g n e s im ili. N o n d i c e r t o s u d i u n v e r o p r o g e t t o c o m u n is t a .
Herbert m arcuse La lo tta per u n a s o c ie t à c o m u n is ta
è u n a q u e s t io n e d e l l ’a v v e n ir e . E s s a p r e s u p p o n e in n a n z it u t t o
56
u n l u n g o la v o r o d i e d u c a z io n e , u n c a m m in o p a z ie n t e e d i f
fic ile . R u d d i D u t s c h k e h a t r o v a t o a q u e s t o p r o p o s i t o u n a
f o r m u la e c c e lle n t e : la n e c e s s it à d i u n a l u n g a m a r c ia a t t r a
v e r s o le is t it u z io n i.
HANS magnus Enzensberger L a p ie g a c h e p r e n d o n o g li
a v v e n im e n ti n e g li S t a t i U n it i v i l a s c e r à il t e m p o d i o r g a n iz
z a r e q u e s t a l u n g a m a r c ia ?
Herbert m arcuse È p e r c h é n o n s i h a il d ir i t t o d i a r
r is c h ia r e a lla le g g e r a fo r z e a n c o r a r is t r e t t e . S a c r ific i e m a r
tiri s e r v ir e b b e r o so lta n to a lP e s t a b lis h m e n t . B i s o g n a r ic o n o
s c e r e c h e l ’a v v e r s a r io è s t r a o r d in a r ia m e n t e o r g a n iz z a t o .
hans magnus enzensberger L e su e p ro p o ste tra g g o
n o o r ig in e q u a s i e s c lu s iv a m e n t e d a ll a p e d a g o g ia , r im a n g o n o
m o lt o d if e n s iv e .
Herbert m arcuse S fo rtu n a ta m e n te io n o n v e d o a lt r e
p ro sp e ttiv e .
hans magnus enzensberger Q u a n d o s i p a r la d i a v v e
n ire n e g li S t a t i U n it i, n o n s i p o s s o n o s c a r t a r e c e r te ip o t e s i :
n o i a b b ia m o g ià p r o n u n c ia t o l ’e s p r e s s io n e g u e r r a c iv ile . S u p
p o n g a c h e u n s im ile c o n f li t t o s c o p p i: co m e sa re b b e p o ssi
b ile a tte n e rsi a q u e lla stra te g ia p ru d e n te e d if e n s iv a che
m ir a p r im a d i t u t t o a f a r e v o lv e r e le c o s c ie n z e ? L e c o n t r a d
d iz io n i d e lla s o c ie t à a m e r ic a n a r is c h ia n o di e sp lo d e re un
g io r n o , n o ?
Herbert m arcuse In q u e sto ca so , co n o scerem o p ro b a
b ilm e n t e la v i t t o r i a d i u n n u o v o f a s c is m o .
hans magnus enzensberger N o n u n a g u e r r a c iv ile ?
Herbert m arcuse N on lo cred o p r o p r io . U n a gu erra
r a z z ia le , f o r s e , m a n o n u n a l o t t a d i c l a s s e a p e r t a m e n t e p o l i
tic a . L a l o t t a d i c l a s s e r im a n e a l l iv e llo e c o n o m ic o , e n o n
v e d o c o m e p o t r e b b e a t t u a lm e n t e u s c ir n e . Q u a n t o a lla lo t t a
d e i N e r i , le B l a c k P a n t h e r s s i s o n o d is p e r a t a m e n t e s fo r z a t e
d i d a r e a d e s s a u n c o n t e n u t o p o l it ic o . M a il p o t e r e h a f a t t o
ta c e r e i l o r o d ir ig e n t i q u a n d o n o n l i h a s e m p lic e m e n te s o p
p r e s s i. D ’a lt r o n d e , i m ilit a n t i n e r i r e s t a n o m in o r it a r i, an
c h e n e i g h e t t i.
51
HANS magnus Enzensberger L e i n on p e n sa ch e la lo tta
r a z z ia le s ia una fo r m a , an cora m is t if ic a t a , d e ll a l o t t a di
c la sse ?
Herbert m arcuse La lo tta r a z z ia le non può tra sfo r
m a r s i c o s ì, s e n z ’ a lt r a f o r m a d i p r o c e s s o , in l o t t a d i c l a s s e
P e n s i a l l ’o d i o c h e p r o v a n o a n c o r a t a n t i o p e r a i b ia n c h i p e r
g li o p e r a i n e r i.
hans magnus Enzensberger Q u e s t o s t e s s o o d i o s i s p ie
g a c o n u n ’a n a lis i d i c la s s e , h a i s u o i f o n d a m e n t i e c o n o m ic i...
Herbert m arcuse B e lla l o t t a d i c l a s s e , in c u i s i c o n
t r a p p o n g o n o o p e r a i b ia n c h i e o p e r a i n e r i!
hans magnus enzensberger I n q u e s t a ip o t e s i , g li o p e
r a i b ia n c h i rap p re sen tere b b ero u n a fo rza di so ste g n o che
a c c o r r e in a iu t o d e l c a p it a le ...
HERBERT m arcuse È lei che l ’ha detto, non io.
hans magnus enzensberger S ig n o r M a r c u s e , c o m e v e
de l ’e v o lu z io n e d e lla v it a p o lit ic a a m e r ic a n a n e l c o r s o d e i
p r o s s i m i d ie c i a n n i? Q u a l è il s u o c a n o v a c c io , p e r u s a r e l a
p a r o la d i m o d a p r e s s o i fu tu r o lo g i?
Herbert m arcuse Si p o sso n o d e s c r iv e r e a lc u n e gran
d i te n d e n z e . L a r e p r e s s io n e s i v a a g g r a v a n d o , q u e s t o è c e r
to . L ’o p p o s iz io n e si s c o n t e r à c o n d e i p r o b le m i d if f ic i li d a
r is o l v e r e : il r u o lo e d i l im it i p r e c is i d e l l ’a z io n e p o l it ic a , d e l
l a c o n tr o - v io le n z a , e c c . L e c o n t r a d d iz io n i, in t e r n e e in t e r n a
z io n a li, d e l c a p it a lis m o a m e r ic a n o s i e s a c e r b e r a n n o e a n d r a n
n o c o s ì a d a lim e n ta r e l ’a z io n e r e p r e s s i v a e le te n d e n z e f a s c i
ste . L ’o p p o s iz io n e d o v rà m o b ilit a r e tu tte le p r o p r ie fo r z e
p e r e v it a r e , a t t r a v e r s o la s p ie g a z io n e , l ’e d u c a z io n e e l ’e s e m
p io , c h e la m a g g io r a n z a d e lla c la s s e o p e r a ia n o n c a d a n e lle
m a n i d e l f a s c is m o .
L ’e v o lu z io n e d e l l ’im p e r ia lis m o v e r s o il n e o - fa s c is m o n o n
è in e lu t t a b il e : le f o r z e d i o p p o s i z io n e c i s o n o . N o i n o n a b
b ia m o p a r la t o d i u n f a t t o r e d e c is iv o , l ’e c o n o m ia p o l it ic a . È
d if f ic i le d is c u t e r n e q u i r a p id a m e n t e . I n d u e p a r o le : n e lla s o
c ie t à c o s i d d e t t a « d e i c o n s u m i » , il m o d o d i p r o d u z io n e c a
p it a l i s t a si s c o n t r a c o n q u e lle c h e s o n o le p r o p r ie f r o n t ie r e ,
58
s a t u r a z io n e d e g li in v e s t im e n t i e d e l m e r c a t o d e i b e n i d i c o n
su m o . L a m a s s a d e l la v o r o « n o n p r o d u ttiv o » c re sc e p r o
p o r z io n a lm e n t e p i ù in f r e t t a d i q u e lla d e l la v o r o p r o d u t t i
v o . L ’in f la z io n e c io è l ’a b b a s s a m e n t o d e l s a l a r i o r e a l e , è u n
d a t o p e r m a n e n t e d e l s is t e m a . L ’im p e r ia lis m o a m e r ic a n o p e r
s e g u e la p r o p r i a e s p a n s io n e in a lc u n i p a e s i c a p it a l is t i m e n o
s v il u p p a t i — C a n a d a , F r a n c ia , G r a n B r e t a g n a —, e in c o n tr a
u n a r e s is t e n z a s e m p r e p i ù g r a n d e in A m e r ic a L a t i n a , in C ile ,
P e r ù , B o li v ia . L a C in a s i im p o n e c o m e u n a g r a n d e p o t e n z a
c o m u n is t a . L e g u e r r e d i lib e r a z io n e d e l V ie t n a m e d e ll a C a m
b o g ia d i m o s t r a n o c h e è u m a n a m e n te e m ilit a r m e n t e p o s s i
b ile a r r e s t a r e l a m a c c h in a d i g u e r r a p i ù d i s t r u t t i v a d i t u t t i
i te m p i. L a d is in t e g r a z io n e d e lle m o r a li d e l l a v o r o m in a c
c ia il f u n z io n a m e n t o s t e s s o d e l c a p it a lis m o . M a n e g li S t a t i
U n it i, la s o l a o p p o s iz io n e s u s c e t t ib ile d i s b a r r a r e il p a s s o a lla
c o n tr o - r iv o lu z io n e r e s t a q u e lla d e lla g io v e n t ù d i e s t r e m a s in i
s t r a e d e i g h e t t i. È u r g e n t e s o s p e n d e r e le d is p u t e s u lla s t r a
te g ia e s u lla t a t t ic a , r if i u t a r e le a z io n i c o n d a n n a t e in p a r t e n
z a , s u p e r a r e t u t t e le im p a z ie n z e e t u t t i i d i s f a t t i s m i , in n o m e
d e lla l o t t a c o m u n e : n o n è l ’o r a d i a n d a r e a l l ’a s s a l t o , m a d i
fa r e d i t u t t o p e r m a n t e n e r e il m o v im e n t o c o m e f o r z a d i c o n
te s ta z io n e r a d ic a le .
59
Roel Van Duyn
61
I Kabouters hanno fortuna: vengono un po’ ascoltati. Il
pregio di una vera democrazia è quello di prestare orecchio
al grido delle minoranze, senza soffocarle sotto una bruta
le valanga di sfollagenti. La democrazia, un’impressione biz
zarra, quando si arriva da Parigi. La televisione, per esem
pio-. c’è un monopolio, ma si vota per i programmi. Se li
spartiscono sette gruppi d’opinioni diverse. Uno di loro, il
v p r o d’origine protestante, oscilla fra pop e nuova sinistra.
62
come fossero centomila, per poi estinguersi, come la fiamma
di una candela senz’aria. Tutto ciò non meriterebbe un di
scorso più lungo di quello per la chiusura di una fabbrica
o per licenziamenti abusivi. Non è un caso se la stampa
borghese ha aperto loro le sue colonne... »
Significa, ci sembra, andare un po’ troppo in fretta al
dunque. Occorre sempre scambiare il surrealismo per uno
sciopero? È molto bello vivere ad Amsterdam e ciò non è,
oggi, una vittoria così meschina. Ecco perché Actuel si è re
cata da Roel Van Duyn, uno dei primi provos, il primo dei
Kabouters. Egli rifiuta di assumere la leadership, ma ne par
la bene. Anarchico sul punto di intraprendere altre scelte,
conosce bene i suoi classici, Marx, Kropotkine, Paul Good
man, Dada. Ma, in modo curioso, ha poco praticato i suoi
emuli dell’underground americano o del gauchismo francese.
Amsterdam lo assorbe completamente. Indirizza i senza tet
to verso gli appartamenti ospitali, organizza la lotta giorno
per giorno, si mobilita, come molti altri sui problemi del
l’ecologia. Non è mai sicuro di niente e per questo soprat
tutto merita di essere ascoltato.
ficaci.
63
r o el van duyn Tu conosci le nostre conquiste più dure
voli: occupazione di palazzi vuoti, creazione di comitati di
quartiere, di fattorie modello in campagna e sei o sette ne
gozi di prodotti genuini che servono anche i centri di agita
zione. Questi negozi vendono prodotti sani e funzionano co
me cooperative autogestite: primi pilastri di una contro-
cultura, costituiscono una spina nel fianco della società domi
nante. C’è un punto sul quale vorrei insistere: è fondamen
tale trovare un punto di contatto fra controcultura e società
dominante, ed è bene distinguere fra controcultura e sotto-
cultura. Per me, la sottocultura è, troppo spesso, soltanto
una scappatoia disperata. Si spara a zero ed è tutto.
a c t u e l Come ha fatto a scomparire l’Orange free state?
64
torità è già un inizio di autorità. Detto questo, non avremmo
però dovuto, a conti fatti, partecipare alle elezioni al prezzo
di una divisione del movimento. Di colpo, i candidati han
no messo su pancia: trentamila voti per i Kabouters in
tutta l’Olanda, contro quarantamila nella sola Amsterdam
nel 1970.
a c t u e l Come si può distinguere il movimento dei pro
65
che riesce a convincere dei membri della società dominante,
che riesce a trovare alleati fra i tecnocrati e certi borghesi,
che possono sviluppare nei nostri confronti una politica di
tolleranza che ci è utile. Tutto è relativo, in fondo.
a c t u e l Voi beneficiate della tolleranza democratica che
prevale in Olanda. Non rischiate di chiudervi in un ghetto:
l’underground si sviluppa ai margini della società e, come
in Inghilterra, finisce per bruciarvisi.
RO EL VAN d u y n Mi sono recato a Londra l’estate scorsa,
durante il processo di Oz; in effetti sono rimasto colpito
nel vedere l’isolamento del movimento undergroun inglese:
lo si direbbe un gruppo di hippies eccentrici, smarriti in una
società vittoriana, quasi immobile. Il contrasto era enorme,
l ’abisso incolmabile. Ma non è il nostro caso.
a c t u e l Voi Kabouters avete solo un piede nell’under
66
zione operaia, come nel maggio del ’68 in Francia. I Ka-
bouters si intestardiscono ad organizzare il provotariato.
Compito difficile: sono persone indifferenti, lunatiche e in
disciplinate — tutte caratterisiche queste che spingono il
provotariato contro la società dominante, ma lo rendono
inadatto al lavoro politico. Opponendosi alla disciplina im
posta dalle istituzioni, rifiutano ogni disciplina, ivi compre
sa la disciplina che la lotta di ogni giorno rende necessaria.
È per questo che numerosi progetti si arenano o falliscono.
Da un certo punto di vista non siamo che uno specchio
delle istituzioni, anche se uno specchio che le deforma.
Ma ciò non è sufficiente a creare una forma sociale distinta
da quella ufficiale. Il provotariato è esso stesso diviso in
apolitici e politicizzati, e i politicizzati sono a loro volta
frazionati in tendenze diverse, molte delle quali, di fatto
servono il regime. Solo una piccola minoranza, forse qual
che miglio di persone, costituisce realmente una contro-cul
tura.
a c t u e l A che cosa porterà tutto questo fra 25 anni?
67
ma, le free-clinics e i negozi gratuiti non servano come co
modo sostituto alle istituzioni del sistema...
r o e l v a n DUYN ... Salvo quando quando si inseriscono in
68
vedo in questo una delle ultime molle della rivoluzione...
Occorre suscitare il panico...
a c t u e l Questo panico dunque alimenterebbe il cambia
69
a c t u e l Non è 1Impressione che dà l’Olanda: non si ve
rifica qui nessun tipo di violenza fisica.
r o e l VAN d u y n L ’Olanda coltiva la grande virtù della
70
zia borghese rischia di saltare. Una volta di più lo Stato do
vrà rinforzare il suo controllo sull’economia e gli individui
e compiere un altro passo verso il sistema dittatoriale.
a c t u e l Per poter lottare, è necessario per un momento
dimenticare l’anarchia...
r o e l v a n d u y n Prevenire la catastrofe è in questo mo
prenderlo.
r o e l v a n d u y n Sì, ma non soltanto con lo scopo di
mantenerlo. Gli anarco-sindacalisti furono i primi a capire lo
sbocco del marxismo autoritario: un sistema in cui i mezzi
e l’autorità hanno il sopravvento sui loro stessi fini. Non oc
corre oltrepassare questo punto critico che vede i mezzi im
71
piegati per prendere e soprattutto per mantenere il potere
essere in contraddizione con l ’obbiettivo rivoluzionario. È
meglio perdere una battaglia che lasciarsi corrompere uti
lizzando le armi del nemico. Se no, perché si lotta?
a c t u e l Una organizzazione p u ò evitare la burocratizza
zione?
r o e l v a n d u y n Deve osare sacrificare una parte della
72
mostra che noi siamo sulla buona strada. Gli abitanti costri-
scono giardinetti e nidi d ’infanzia, occupano e restaurano
locali sfitti. La nostra segreta speranza è che essi portino
questo stesso stato d’animo nella fabbrica. Ma qui abbiamo
l’impressione di ripartire da zero: la società olandese vive,
come le altre una contraddizione fra operai e padronato,
ma da qui non deriva però nessuna diveregnza di fondo sui
fini dell’economia. Ovunque c’è lo stesso materialismo e la
stessa filosofia del progresso industriale.
Secondo me, a lunga scadenza, il solo progresso possi
bile si definisce come il miglioramento delle relazioni fra
gli uomini. Il che significa: come trovare un regime poli
tico più onesto? e come aprire il ventaglio della comunica
bilità?
a c t u e l Se ti ritrovassi al potere — o utopia — che ne
faresti?
r o e l v a n d u y n In Olanda, come in tutto l’Occidente,
73
verebbe il contatto con altre specie e un aria più pura. Sei
mesi fa, sorridendo, avevo proposto in consiglio comunale
di interrare la carreggiata delle strade e di mettere degli
ortaggi sui tetti delle macchine: la strada sarebbe stata un
giardino. Uno dei miei amici ha seguito il mio consiglio:
l’ossido di carbonio ha ucciso gli ortaggi. Un giorno sarà
pur necessario organizzare un ambiente città-campagna.
Credo che occorra modificare le priorità dell’educazione.
Le scuole sperimentali, come quelle Montessori, in cui io ho
studiato, tendono a privilegiare la creatività: molto bene,
anche troppo bene. La creatività individuale in sé e per sé di
venta una tara del capitalismo, che ne fa un tragico spreco.
Mi piacerebbe che l’educazione incoraggiasse almeno altret
tanto lo spirito di solidarietà. Si impone anche una critica
dello scientismo. Non credo affatto al positivismo: si co
mincia col conoscere ciò che è fuori di noi, per manipolarlo,
ma si trascura la coscienza di sé. È così che l’uomo si abban
dona al potere costituito e partecipa alla grande corsa ad
ostacoli del capitalismo competitivo, allo sprint verso il pro
gresso.
a c t u e l Quali sono i pensatori che hanno lasciato un se
gno su di te?
r o e l v a n d u y n Marx, Kropotkin, Marcuse, m a anche
74
banistica, quello della nuova Babilonia. Descrivere l'homo
ludens che avrebbe abitato la città del futuro. Ci ho cre
duto per un momento. Ho pensato di vedere, come lui, l’av
vento di una società post-automazione, e che l’uomo la vi
vrebbe giocando II lavoro dovrebbe sparire. Bella illusione:
era dieci anni fa.
a c t u e l È anche la fine di una bella utopia: l’uomo do
75
Henry Lefebvre
77
Profondo, rigoroso, cartesiano, dialettico, poetico, Lefeb
vre porta avanti un insegnamento insolente, porta il suo pen
siero e i suoi studenti su strade traverse, che per lui vanno
più lontano di quelle ben tracciate. Dal 1967 lascia a Nan
terre delle idee che ben presto assumeranno tutto il loro pe
so; scrive nei Prénées una serie di opere e di articoli,
interroga persone e fatti, da Varsavia a New York. Lefeb
vre è un inesuaribile “ revisionista ” del pensiero: supera sem
pre i concetti degli altri e trasgradisce le ideologie, dopo averle
esaminate. Oggi dice di aver trovato una lotta d’avanguar
dia e il nodo delle contraddizioni presenti e future: lo spazio
e la città come il tessuto stesso della nostra vita sociale, delle
sue contraddizioni e di una rivoluzione fin qui rifiutata, nel
la quale egli spera.
Questo è divenuto l’argomento di ben quattro libri. Il
quinto, la Production de l’espace \ è in preparazione e vuole
esserne una sintesi. Lefebvre ci dà qui le sue prime con
clusioni.
H e n r i l e f e b v r e Al di là delle mode e dei movimenti,
in Europa come negli Stati Uniti, credo nell’avvenire dell’un
derground. Occorre prendere questo termine nel suo signifi
cato letterario e simbolico: la vita clandestina. Le attuali espe
rienze non sono forse il segno premonitore di un fuuro te
mibile? Guardiamo i conflitti asiatici, fino agii ultimi film
cinesi sulla guerra sotterranea: la superficie è in mano al po
tere, affidata alla sua polizia, alle sue bombe, ai suoi apparec
chi da guerra; la resistenza e la rivoluzione passano per la
clandestinità. Ritroveremo, attraverso queste vie impreviste
e tragiche, ciò che Nietzsche chiamava « il senso della ter
ra », forme straordinarie e fin qui sconosciute di vita socia
le? Il problema dello spazio si pone fin da ora in tutta la
sua ampiezza.
La domanda oltrepassa di gran lunga le preoccupazioni
sul destino della natura e dell’ambiente, e si esprime dappri-
1 Edition Anthropos.
78
ma come un verbale di fallimento. Ho ben visto negli Stati
Uniti: i fallimenti si succedono, sia che si tratti di rinnova
menti, che di esperienze di città nuove o di progetti. Il fal
limento è contemporaneamente intellettuale e pratico. Lo
sfruttamento dello spazio ha fatto invano il giro dei vari
rami delle scienze, demografia, economia politica, semiologia,
linguistica...
actuel E la cibernetica?
H e n r i l e f e b v r e Anche la cibernetica. Gli sforzi di mate-
matizzazione integrale della realtà urbana negli Stati Uniti si
sono impantanati: nessun risultato da un punto di vista ope
rativo, nessuna previsione seria, anche se in Francia queste
cose ancora ci si sognano.
a c t u e l Pensa che non si possa programmare né lo spazio,
né la vita?
HENRI l e f e b v r e Esatto. Noi viviamo in società bloc
cate; blocco dell’immaginazione, blocco del pensiero. I pro
getti degli architetti e degli urbanisti manifestano questo fe
nomeno: si assomigliano tutti all’Est come all’Ovest e in
tutto il mondo. Ovunque figurine graziose e futili si anima
no sullo sfondo di uno spazio monotono. Poi viene il di
scorso, caricatura scientifica, che pretende di animare questo
spazio. Questa pseudo-disciplina si chiama urbanistica.
Società bloccate, su scala mondiale: la sociologia, che lan
ciò il termine rasenta ancora l’essenziale — la caduta degli
impulsi rivoluzionarsi, come un paraurti davanti agli attuali
sistemi. Non è la società, ma, al momento, è la rivoluzione
ad essere bloccata e, con lei, l’immaginazione sociale. Per
abbattere questo muro invisibile, teorico e pratico contem
poraneamente, occorrerà mettere tutto in movimento, ri
mettere tutto in discussione, concetti e concezioni, la filoso
fia, la storia, l’analisi e le propsettive di questa società, fino
alle categorie del pensiero. Ancora dobbiamo sottrarci al
dilemma a cui la situazione ci costringe: per cambiare una
qualunque cosa, occorre cambiare tutto, ma bisogna pur co
79
minciare da qualche cosa. C ’è sempre un senso di blocco,
questo cerchio d’impotenza, che ci rimanda continuamente
dalla parte al tutto, e dal tutto alla parte.
Non si varcherà la soglia di questo circolo vizioso, se non
con un’esperienza pratica. Per me, si tratta dell’architettu
ra e dell’urbanistica, con le quali mi sono confrontato in
anni di insegnamento, di dibattiti, di contatti in tutto il
mondo. Ho ritrovato la stessa ossessione in tutte le scuole,
in tutti i progetti: il disegno. Studenti, architetti e urbani
sti si definiscono esclusivamente come « visualizzatori », si
soffermano in una pignola perfezione del tratto, in uno spa
zio unicamente disegnato che animano con le figurine e la
retorica. Strano tipo di specializzazione pedagogica e socia
le. Circa un secolo fa, Ruskin spiegava la decadenza dell’ar
te con la mania del piano, l’abitudine della carta, una per
cezione unidimensionale.
Oggi occorre, in modo più approfondito, tirare in ballo
la visualizzazione sistematica che riguarda l’insieme della vi
ta sociale e urbana. Se il piano è un modo di « scrivere »
lo spazio, ciò richiede l ’analisi e la critica, esattamente come
le altre forme di linguaggio che hanno fin qui monopoliz
zato la riflessione letteraria e filosofica. Guardate un archi
tetto, mentre immagina un rialzo o progetta una facciata:
per lui si tratta soltanto di un piano drizzato che subisce
una rotazione di 90°, un intero volume visualizzato, un’iscri
zione mortuaria, che nega l’azione concreta e vissuta nello
spazio. Lo spazio che si costituisce è visuale e fallico. Ogni
elemento si erge al di sopra del suolo, la sua funzione è di
farsi vedere e di essere visto, è partecipe di uno spazio del
potere realizzato mediante delle strutture verticali, la loro
virilità, la loro durezza — un controllo visuale permanente,
la dittatura dell’occhio e del fallo.
a c t u e l Direi anche che l ’architetto si trasforma in un
fabbricante, che noi siamo sommersi da una tecnica ripetiti
va, da un disegno in serie...
H e n r i l e f e b v r e C’è sempre, nella monotonia e nella
80
ripetitività, la dittatura dell’occhio. Le tecniche prendono
il loro posto naturale in questo spazio dominatore e domi
nato, il disegno contribuisce a depauperare questo universo,
riducendone la forma alla funzione. Prima conseguenza — e
fondamentale: la scomparsa del corpo. Tutto si riduce ad
una visualizzazione intensa, cioè ad un rifiuto dell’esperienza
e delle cose vissute. Se ha gli occhi, il corpo non si esaurisce
però nel visibile, nel leggibile o nello scrittibile; rimane opa
co e carnale. Svanisce sotto questa lettura, che non è innocen
te o estetica, ma politica e ideologica, è restituito alla terra,
agli spazi sotterranei, alle funzioni oscure e simboliche del
la sessualità e della deiezione, che una certa psicanalisi gli
riserva. È anche lui profondamente attaccato e negato.
Si trovano già i preludi di questa analisi nella grande me
ditazione politica di Nietzsche. Michel Foucault ci ha ricor
dato di recente che Nietzsche aveva una teoria del linguag
gio, anteriore di un mezzo secolo a quella di Saussure, e, per
me, molto più profonda. Nietzsche denuncia l’ipertrofia del
la visualizzazione, che traspare da tutte le metafore della fi
losofia. L ’idea è la visione: prospettiva, punto di vista, oriz
zonte, queste metafore visuali assorbono l’elemento fonda-
mentale del pensiero che fino ai presocratici era una realtà
inseparabile dell’esistenza fisica del corpo. Ed è così, pro
babilmente, che Ü linguaggio è divenuto linguaggio di pote
re: il potere è stato stabilito attraverso il visibile e sul visi
bile. La tragedia e la musica hanno espresso il corpo, la fi
losofia, come rivincita, si è legata ad una gigantesca opera
zione di sostituzione e di trasferta, ha abbandonato la verità
del corpo a vantagggio di una visualizzazione esclusiva, fan
tasma astratto di uno spazio astratto,, ottico e geometrico.
Questo è il pensiero di Nietzsche nelle sue meravigliose ope
re sul linguaggio, paradossalmente riunite sotto il titolo di
Libro del filosofo, mentre istruiscono il processo alla filo
sofia nel suo complesso. Se è necessario tornare sul pensiero
di Nietzsche — come molti hanno la pretesa di fare, fer
mandosi però a metà strada — è però necessario andare fino
81
in fondo a capire con lui che quelli che disprezzano il corpo
sono gli uomini di potere.
E il corpo è trascurato, il corpo è negato, o, più esatta
mente, è rifiutato da questa specie di escrescenza visuale,
si riduce a una rete di segni astratti, scompare... Non solo
merce, ma merce venduta nello spazio visuale, l’ambiente
dei mercanti che lo controlla, lo sorveglia, lo domina. Marx
descriveva un mondo opposto a questo, in cui gli interme
diari prevalevano sui produttori e sui creatori. Bisogna an
dare ancor più lontano: rivoltare questo mondo, e l’altro che
oggi lo comprende e lo dirige, l’universo della dittatura del
l’occhio.
Con un senso ben diverso, MacLuhan nella Galaxie Gu-
temberg, Debord nella Société du spectacle hanno messo
in evidenza questa importuna preminenza del visuale. Mac
Luhan tuttavia si è messo a sognare una nuova società de
risoria che si costruirebbe attorno alla televisione. Più per
spicaci, Debord e i situazionisti si sono fermati ai fenomeni
spettacolari, senza cogliere realmente la scomparsa del corpo
nel visuale. Questi tentativi mancano, a mio avviso, di un
substrato filosofico, ignorano Nietzsche al di là di Marx.
a c t u e l Dalla Generazione Beat, Ginsberg, Kerouac, nel
82
actuel Come si traduce la dittatura dell’occhio nell’or
ganizzazione urbana?
H e n r i l e f e b v r e II rapporto spazio-società non è un rap
porto semplice, ma variabile e conflittuale. L ’assalto contro
la società, per esempio, conquista o rivoluzione che sia, parte
da una ridefinizione dello spazio. Prendiamo il caso del Ma
rais, spazio dell’aristocrazia nel xv m secolo, con i suoi par
chi, i suoi giardini i suoi alberghi. La borghesia ascendente
insudicia e mette sottosopra questo spazio, vi traccia delle
strade, apre i suoi negozi, i suoi laboratori, piccole mani
fatture. Ci si lamenta oggi del deterioramento del Marais, si
dimentica che è il risultato di un’intensa lotta di classe. Co
me lo fu l’azione di Haussmann, che sventò il doppio com
plotto — strade con circolazione e transito senza macchine —
che si costituiva spontaneamente in Parigi. Nello stesso mo
do i conquistatori trasformano la morfologia di uno spazio,
per prendere possesso di una società: vedi i romani o la
penetrazione spagnola nell’impero inca.
a c t u e l Lei parlava dei conquistatori e dei rivoluzionari...
83
visi in una decina di spazi collettivi superbamente equilibrati
nell’ambito di un tessuto urbano densissimo.
H e n r i l e f e b v r e L ’equilibrio di Siena derivava dalla con
correnza fra i quartieri, una separazione armoniosa dei gruppi
e delle professioni che gli attuali sistemi di comunicazione
e i continui cambiamenti della società industriale non ci per
mettono più. Ci sono altre esperienze. Mi hanno citato il
caso di una piccola città californiana, creata di recente e de
stinata ai Negri. Questa città ha conosciuto una vita intensa.
Alcuni Bianchi l ’hanno saputo e vi si sono fermati, per sfug
gire alla noia, o per divertirsi addirittura. Si è trattato, si di
ce, di un sorprendente superamento dell’odio razziale: Bian
chi che si integrano con i Negri attraverso un processo or
giastico, mentre in generale si cerca di integrare i Negri con i
Bianchi e si fallisce. L ’esperienza è interessante, se non pro
prio convincente.
a c t u e l Ma in Francia? Per me, Avignon o Aix sono cit
84
zioni di un urbanistica compiacente: strumento, certo, ma
al servizio del capitalismo e della borghesia. La società nel
suo insieme, dominata da una classe, manipola il suo spazio
per orientare a suo vantaggio le realtà demografiche, eco
nomiche e politiche.
a c t u e l Lei non crede ai benefici della pianificazione u r
bana?
H e n r i l e f e b v r e Ne critico con forza lo stesso principio.
La pianificazione urbana mira a regolare strategicamente lo
spazio della borghesia, come si delinea fin da Haussmann.
Essa rimane impotente di fronte al compito di creare, di equi
librare o di armonizzare la città moderna. Il problema è al
trove: si tratta di superare la contraddizione fra lo spazio e
la società, di trovare tra i due termini un’articolazione tale
che i loro rapporti non si concepiscano più, in un senso o
nell’altro, in termini di asservimento, di dominazione o di
lotta. Ciò implica una serie di superamenti a tutti livelli.
Per esempio, quello dell’opposizione fra monumento ed edi
ficio - il monumento aristocratico, opera di potere, l’edi
ficio destinato al popolo, serie di telai e scomparti spaziali
e morfologici. E quello del pubblico e del privato, dell’in
dividuale e del sociale, che incarna a suo modo l’antagoni
smo fra lo spazio della casetta e quello dei grandi complessi.
La Fondazione Ford di New York rappresenta, riguardo a
questo, una prima esperienza. La si potrebbe considerare una
realtà monumentale se la semplicità delle masse e l ’assenza
della facciata non si opponessero a questa definizione. Giar
dini esterni, giardino tropicale e centrale dalle pareti di ve
tro montate su cemento, che assicurano l ’unità dello spazio
esterno ed interno, e che strutturano il mondo urbano degli
uffici, aprendo contemporaneamente alla città un passag
gio fra la 42° e la 43° strada: né monumento, né edificio, la
Fondazione Ford abolisce il pubblico e il privato nella sin
tesi di continuità di uno spazio che non ha diritto e rovescio.
Si tratta di un sintomo, ancora di un caso isolato, appena
un esempio. La società futura dovrà pur capovolgere la pro
85
spettiva spaziale: una sostituzione rivoluzionaria, un nuovo
incontro, sovvertito, con il corpo.
a c t u e l Come definire un nuovo tessuto urbano in que
sta prospettiva?
H e n r i l e f e b v r e È necessario qui fare appello ad una
nozione fondamentale: quella di creazione o produzione di
spazio. Soprattutto in Francia le esperienze rimangono asso
lutamente insufficienti, a cominciare dalla più interessante,
quella delle Halles. Si trattava semplicemente di uno spazio
vuoto, in cui si riversò per un certo tempo un’attività ludica
sotto l’effimera copertura degli ombrelli di Baltard. Vi eb
be luogo l’utilizzazione e la trasformazione di uno spazio
preesistente, non la creazione di uno spazio. Altrove, i tec
nocrati ci propongono uno spazio-oggetto, senza confessare
chi lo manipola e a vantaggio di chi. La società burocratica
produce ineluttabilmente uno « spazio ad albero », secondo
l ’espressione di Christopher Alexander, cioè una struttura
in cui il tronco domina e dirige ogni ramo.
Nella Germania degli anni trenta, gli architetti del Bau-
haus hanno capito intuitivamente che, invece di continuare
a creare oggetti isolati, separati gli uni dagli altri nello spa
zio, la società moderna permetteva di creare lo stesso spa
zio. Si ritrova questa stessa idea, ma su un piano meno teo
rico, in Le Corbusier, come negli urbanisti russi del periodo
prestaliniano. Bisogna razionalizzare l’intuizione e introdurre
la nozione di produzione dello spazio come concetto fonda-
mentale.
Questo concetto ricade su tutta la storia delle nostre
società e le rischiara. Ogni sistema sociale ha avuto il suo
modo di produrre lo spazio. Nel xvii secolo la Francia e
l’Europa si coprirono di una rete di fiumi e di canali navi
gabili, si aprirono porti sul mare. Lo spazio acquatico così
prodotto crea e dà forma a città lungo i fiumi, Orléans,
Tours, Parigi naturalmente, tutto commercio e architettura.
Allo stesso modo lo spazio determinato dalle ferrovie strut
tura la società del xix secolo, l’industrializzazione, fino ai
86
cambiamenti e alle migrazioni sociali. Nel xx secolo, grazie
allo straordinario sviluppo delle forze produttive, l ’uomo
potrebbe assumere e controllare coscientemente nuove forme
di produzione dello spazio, invece di arrestarsi nella ripeti
zione di moduli stereotipati tipici delle abitazioni a basso
canone e delle autostrade.
a c t u e l Riducendone la singolarità e controllandone re
87
sia in quanto soggetto storico sminuzza lo spazio e lo rivende
all’ingrosso e al dettaglio.
a c t u e l Lei non crede che il rinnovamento di Parigi, p e r
88
niente, ora come ora, questa riflessione è un’arma critica che
mira ai tempi lunghi. Io non lavoro per gli architetti delle
Halles.
a c t u e l D ’accordo, capisco che lei rifiuti di descrivere in
89
società, bloccata, si riproduce. Non c’è più immaginazione
né creatività: è il riscatto del blocco rivoluzionario. Pren
diamo in considerazione questa enorme commedia, l’incre
dibile ripetitività borghese. Da decenni è stato rigurgitato
il passato — il regno del neo-arcaico: ripresa, rinnovamento
dei secoli passati con la copertura di un discorso modernista,
quasi in un ordine cronologico.
Tutto è passato su questa scena: il primo, il secondo Im
pero, la Belle Epoque, gli Anni folli... Ciò che si chiama cul
tura è un rimandare indietro su vasta scala, un gusto del
vomito, per qualcosa che è già stato mangiato e deglutito.
Quale cumulo di segni, e i segni della novità rivestono di
lustrini tutto il vecchio che consumiamo. Tutto accade co
me se il tempo si invischiasse, si impantanasse nel ripetitivo,
ivi compreso quello politico — lo Stato, la burocrazia, l ’as
soggettamento. Nell’architettura e nell’urbanistica non c’è al
tro che la sistemazione del ripetitivo. Gigantesca parodia
storica, che già Nietzsche imputava. Ci sono cose finite, esau
rite: del composito, un tempo conosciuto e riconosciuto in
quanto tale, rimangono solo varianti che finiscono per diven
tare insignificanti. Allora tra la soddisfazione e il disagio,
imputridisce una grande palude stagnante, infarcita di vio
lenza, che serve come distrazione.
Questa società assomiglia sempre di più ad un enorme
cono di deiezione alla base della montagna. I torrenti han
no consumato gli spigoli: è la storia. I rigurgiti del passato
si stendono in strati leggeri e successivi. La morte del Dio,
la morte della Storia, la morte dell’uomo, la morte del tem
po, la morte del corpo, la cultura... tutto è consumato. Sal
vo non so bene quali piccoli aggeggi che si presentano come
sogni e rivoluzioni. Rivoluzione nella purezza sintetica o
nel rasoio a pile. E in fondo, nascosto e turgido, un nichi
lismo latente, straordinario.
Oltre il nichilismo, dov’è l’alternativa? Si intravedono del
le possibilità attraverso il processo dominante: superamento
del pubblico e del privato, del monumento e dell’edificio,
90
della contraddizione fra spazio e società, questa visione di
uno spazio concepito, percepito e realizzato globalmente,
sistemato sul vissuto e sull’universale. Io mi ripeto: riprodu
zione, da un secolo, dei rapporti di produzione capitalistica,
estensione di questi rapporti a tutto lo spazio, ripetizione
immanente alla loro produzione, e pertanto non c’è riprodu
zione assoluta. Appaiono differenze — non è facile distin
guerle — nel quotidiano, nell’urbano, nello spazio. La diffe
renza punta sull’omogeneità e comincia la sua lotta. Arri
viamo ad un limite: sotto la spinta delle forze produttive,
la società tende alla rottura - il crollo, la guerra mondiale
o la rivoluzione.
E sono tutti all’ultimo respiro, compresi gli Americani.
La riproduzione dei rapporti sociali è sempre più fragile, co
me mostra la contestazione generalizzata, il malcontento ipo
crita, le scintille che scoccano qua e là. Le nuove società
dei nostri governanti sono solo burle, a rigore una coscienza
ancora confusa della ripetizione.
a c t u e l Ma come credere nel socialismo?
91
cfdt, Jeannette Laot e Fredo Krumnow
93
anni, in una pratica precisa. Si parla ormai di lotta di classe,
di abolizione della proprietà privata dei beni di produzione,
di autogestione e, da poco tempo, di rivoluzione. Sotto la
spinta del movimento di Maggio, la c f d t ha saputo e s t e n
dere le proprie preoccupazioni ai problemi della vita sociale
complessivamente, come alle nuove correnti di idee che tra
spaiono qua e là, a dispetto del normale settarismo.
L ’autogestione, idea chiave, rimane un concetto ancora
vago della società futura. Ma da oggi la c f d t rispetta l’au
tonomia operaia nelle lotte e rifiuta di dare parole d’ordine
verticistiche. Il suo anticapitalismo non ha nulla a che ve
dere con le voglie buroratiche del comuniSmo europeo:
si diffida tanto del leninismo e delle sue deviazioni che del
riformismo socialdemocratico e trade-unionista.
Ovunque, alla direzione, si ricerca e si dibatte, si ricevono
gauchistes o uomini politici del tutto tradizionali, si lavora
con équipes di sociologhi e di esperti in scienze umane. Ri
mane un equivoco: fra polemiche violente, la c f d t pratica
un’unità d’azione con la c g t e mantiene una simpatia ri
servata per gli sforzi unitari della sinistra parlamentare, p s
e p c f . Ideologicamente più vicina al gauchisme, rifiuta
tuttavia di lascirsi trascinare nella dispersione delle dispute
fra gruppuscoli e nell’isolamento. Aperta a tutti, ma mai
divisa, la c f d t paga questa sua ambiguità: il suo eclettismo
nasconde una solitudine più profonda.
Actuel ha intervistato Fredo Krumnow e Jeannette Laot.
Il primo fu operaio, poi impiegato nel settore tessile, alla
Mulhouse, per poi essere eletto nel 1970 membro del co
mitato esecutivo della Confederazione. È considerato uno
dei responsabili più “ gauchistes ” della direzione. La secon
da, vecchia o s dei tabacchi, è responsabile del settore Azio
ne sociale, anche lei membro della c e . Dal 1967, si occupa
in modo particolare delle lotte del settore femminile.
94
4 marzo: siete stati sorpresi da questa rinascita politica
di un gauchisme che segnava il passo ormai da quattro
anni?
f r e d o k r u m n o w C’è sempre stata una forza contesta
trice spontanea in questo paese, e ne eravamo coscienti fino
in fondo già prima del maggio ’68. Era normale che l ’assas
sinio di un operaio da parte di un poliziotto padronale pro
vocasse una simile mobilitazione.
Meno naturale è stata l’unità che i gruppi d’estrema sini
stra sono riusciti a trovare su questo fatto. Non bisogna
neppure dimenticare l ’indifferenza della classe operaia della
Renault, questa incomprensione dei lavoratori di fronte
all’azione politica dei gruppi. Le pressioni della c g t e del
padronato non sono le sole in causa: nella fabbrica, il maoi
smo è rimasto come un corpo estraneo.
Le giovani generazioni, — soprattutto la parte di loro più
impegnata — capiscono male che la classe operaia ha le sue
tradizioni di lotta, molto vecchie, ma pur sempre presenti
nella reazione collettiva. Così si spiega la reticenza dei lavo
ratori di fronte ad un intervento esterno, qualunque sia —
anche quello del partito comunista là dove ha la maggioran
za, al punto che il PC si trattiene, sovente, dall’utilizzare i
militanti della CGT all’interno di una fabbrica, anche solo per
distribuire un volantino. Questo riflesso dell’autonomia del
la classe operaia si manifesta ovunque, ma in modo partico
lare alla Renault.
je a n n e t t e LAOT La classe operaia accetta molto rara
mente le azioni minoritarie. Più ancora: la coscienza di clas
se stessa non va sempre oltre la cerchia dei militanti politici
o sindacali. E se così non fosse, ci sarebbero le condizioni per
una rivoluzione. Noi sappiamo alla c f d t che i gruppi gauchi
stes portano una ribellione e un’esigenza che sono anche
nostre. Ma noi siamo un’organizzazione di massa, non cre
diamo si possano cambiare i rapporti di forza in questo
paese, senza emancipare i lavoratori nel loro complesso: noi
non vogliamo fare la rivoluzione senza di loro; — e d’altron-
95
de, lo potremmo? Capiamo molto bene l ’impazienza dei
giovani, che non sono forse ancora alienati quanto noi nella
condizione di operai, che sfuggono contemporaneamente al
peso del passato e alle responsabilità di una organizzazione
sindacale, ma non possiamo sempre seguirli fino in fondo. È
un problema di generazioni: i giovani lavoratori rifiutano
con forza lo sfruttamento le condizioni di lavoro e la vita
che vien loro fatta subire, a differenza dei lavoratori più
anziani, più oppressi, più sottomessi, e in parte integrati
nella società dei consumi. La gioventù operaia ha manife
stato in occasione dei funerali di Overney, con la gioventù
studentesca e liceale. Alla Renault, una classe operaia più
tradizionale non ha reagito.
a c t u e l In che modo avvertite le conseguenze, voi in
96
Di contro, durante lo sciopero alla Pennaroya, i Cahjers de
mai sono venuti a girare un film. Si trattava qui di un ap
porto positivo, un modo di far conoscere lo sciopero. Ma
l’intervento diretto durante i momenti decisivi dell’azione
della classe e di massa è sovente molto mal sopportato.
j e a n n e t t e LAOT Certo, alcuni gauchistes che sono en
97
fiume, ma il risultato è lo stesso. Dice: « ascoltate, compa
gni, un lavoratore immigrato s’è rotto la testa la settimana
scorsa, nel cantiere x. Che cosa ha fatto la c f d t ? » È mol
to più abile e molto più incomodo. Ci si domanda: dov’è il
cantiere x? Abbiamo una sezione sindacale sul cantiere? C ’è
stata qualche carenza da parte nostra, o addirittura assenza?
« Allora, conclude il maoista, in ogni modo, ecco il volan
tino che distribuiamo; siete d ’accordo? » Quando si arriva
alle proposte operative, se il delegato sindacale suggerisce di
fare un’ora di sciopero, il gauchista, trotskysta o maoista
che sia, si precipita a rincarare la dose: « Bisogna fare uno
sciopero di ventiquattro ore, e non di un’ora come ha detto
il compagno ». Se la proposta era di ventiquattro ore, egli
chiede lo sciopero a oltranza. Se era lo sciopero a oltranza,
l’occupazione della fabbrica. E se anche questa era stata già
proposta, chiede il sequestro del padrone. Questo salire via
via è facile, ma non sempre è adatto all’atteggiamento collet
tivo dell’assemblea. Per praticare la lotta di classe e di massa,
bisognerebbe invece giungere a rompere lo schema tradizio
nale che separa quelli “ che sanno ” da quelli che “ non san
no. ” Il militante politico ha troppo spesso l ’impressione di
essere la coscienza della classe operaia, oltre la classe operaia.
a c t u e l Uno schema opposto a quello leninista?
98
che guadagnavano settecento, ottocento o novecentomila
franchi e pitoccavano su 10 centesimi. Ho sentito della rivolta
dei lavoratori di un maglificio, quando hanno saputo che la
loro ditta sborsava ogni anno in media 300.000 vecchi fran
chi per pagare una pubblicità di slip, mentre rifiutava un
aumento orario di 20 centesimi. C’è anche la storia dì quel
la macchina, in una fabbrica di 15.000 operai, in cui la
voravo: la macchina era costata qualche cosa come 18 mi
lioni, non era mai servita, marciva nel cortile. Un giorno un
ragazzo ci scrive sopra: « avete pagato diecimila franchi
per uno per questo ferrovecchi ». Strappare questo tipo di
informazioni, diffonderle, è un tipo di contestazone diret
ta del potere padronale sull’investimento.
a c t u e l Non credete che, da qualche anno, una parte del
99
zione o accordando ad alcune ditte una certa autonomia, che
in pratica riporta l’autodisciplina.
a c t u e l La situazione del sindacalismo in fabbrica è mi
100
così telefonare a quello precedente, per prendere informa
zioni e rifiutare così l’assunzione a tutti coloro che hanno
precedenti sindacali o politici. Oggi, la CNPF si sforza di
istituire uno schedario completo del sindacalismo. Ogni pa
drone potrà consultarlo e confrontare le proprie informa
zioni con quelle dei Renseignements généraux, collaboratori
fraterni ed efficaci. Si ricordi la questione di Cambrai: un
rapporto delle RG diffuso pubblicamente all’interno della fab
brica, per screditare un quadro sindacale, esibendo la sua
vita privata.
E poi il continuo mettere i militanti con le spalle al muro,
sotto i più diversi pretesti, scarso rendimento, riduzione del
personale o negligenza nel lavoro. Il che sta diventando sem
pre più frequente dal maggio del ’68. Ogni volta che pos
siamo, intraprendiamo un’azione legale, per ottenere una rein
tegrazione, perché è teoricamente vietato licenziare una per
sona per ragioni politiche o sindacali. Constatiamo anche
in questa materia una piccola evoluzione: qualche anno fa,
un padrone che si rifiutava di reintegrare un operaio abusi
vamente licenziato se la cavava con un’ammenda di 500
franchi; recentemente, abbiamo invece ottenuto una condan
na a 15 giorni di prigione — naturalmente con il beneficio
della condizionale - e questo potrebbe far riflettere.
j e a n n e t t e LAOT La scala di valori di alcuni magistrati
101
fondamentale: i lavoratori che occupano la propria fabbri
ca commettono un reato e la direzione può farli anche man
dar via dalla polizia, come accadde a Pennaroya, La proprietà
privata è il domicilio coniugale della fabbrica.
a c t u e l E i gruppi armati?
p o lit ic o ; v i s o n o s e t t o r i in c u i la l o t t a s i fa p iù d u r a , m a in
c u i n o n e r a m a i s t a t o f in q u i m e s s o in d is c u s s io n e il d i r i t t o
s in d a c a le .
102
Si trattano ormai i militanti che lavorano alle p t t come
quelli delle ditte private. Un po’ dappertutto, compreso il
ministero dell’Educazione nazionale, l ’amministrazione prefe
risce assumere lavoratori con contratto a termine, che non
beneficiano delle garanzie statutarie e della protezione cui
hanno diritto i titolari.
a c t u e l In Germania un lavoratore immigrato è preso in
103
derna. La diminuzione dell’orario di lavoro è annullata dai
tempi dei trasporti, l’aumento del potere d’acquisto, dal
l’aumento delle necessità della vita, gli acquisti di acqua
minerale, gli svaghi artificiali, l ’automobile troppo sovente
indispensabile, gli affitti esorbitanti. Produttore, consuma
tore, utente dei trasporti pubblici, abitante in città o villeg
giante, il lavoratore è atomizzato dall’organizzazione della
società contemporanea.
fred o krum now II capitalismo respinge fuori della
fabbrica le conseguenze delle condizioni di lavoro. Se la vede
la società se le operaie dell’elettronica o delle confezioni
sono logorate a 40 anni, e se soffrono di depressione ner
vosa. Un manovale o un os possono sperare di vivere dai
59 ai 61 anni, mentre un professionista può arrivare a 74.
Ciò significa, in media, 12 anni rubati ad un lavoratore
manuale. Le statistiche sulla mortalità, sulle malattie profes
sionali e sugli incidenti sul lavoro — 3800 in un anno — non
tengono conto dell’invecchiamento precoce dei lavoratori, di
una fatica fisica e nervosa difficilmente calcolabile. Come
fare per avere un’esatta visione del problema: anche alle
s n c f , i medici specializzati hanno dovuto rientrare clande
104
scitare un fenomeno di rigetto da parte del sindacato e di
essere allontanate dai posti di responsabilità, per il gioco in
conscio e naturale della democrazia maschile.
a c t u e l Quante eravate?
105
difficili e mal remunerati, che nessun uomo voleva. Non ren
dendomi conto della realtà dei fatti, attribuivo la mia ele
zione al senso di democrazia e l’assenza di altre donne ad
una loro colpevole negligenza.
La minoranza di sinistra, cui appartenevo, mi spingeva
ad entrare in quella commissione per mettere in crisi una
maggioranza conservatrice. Ho allora preso coscienza delle
condizioni specifiche del lavoro femminile, della sua dequali
ficazione e dell’esclusione delle donne dal dibattito sindacale.
Negli anni 1962-63 siamo intervenute su due temi: contro la
generalizzazione del lavoro a metà tempo per le donne e
contro la concessione di un salario unico, tutte proposte
che tendevano a legare la donna al focolare domestico. Sia
mo riuscite a vincere soltanto al congresso del 1970: il te
sto votato è probabilmente uno dei più avanzati della sini
stra francese, benché non si sia ancora affatto trasformato in
un profondo cambiamento dell’atteggiamento pratico.
Da due anni l ’organizzazione ristagna sul problema e la
commissione femminile è stata sostituita da una commissione
« mista ». Noi avevamo detto che la liberazione della donna
condiziona quella dell’uomo, che quest’ultimo si chiudeva
nel suo ruolo di dominatore, che l’autogestione non aveva al
cun senso, tanto che la discriminazione dei sessi rischiava di
esistere anche in una società senza classi. Era stato parlare
troppo in fretta: gli uomini si sono rassicurati approvando
il principio di un’emancipazione comune, le donne hanno
preso la cosa sul serio, e gli uni aspettano le altre per inco
minciare una lotta concreta, sempre rimandata a più tardi.
Ma, a mio avviso, le lotte che si sviluppano nelle fabbriche
a mano d’opera femminile rilanceranno fra poco il movi
mento su questo aspetto.
a c t u e l Quel è lo scarto fra il salario di una donna e
quello di un uomo?
j e a n n e t t e LAOT La differenza è meno forte per le os,
106
donne sono sovente meno qualificate, rifiutano di solito gli
straordinari, perché già hanno un doppio lavoro. La diffe
renza aumenta via via che si sale la scala gerarchica, fino ad
essere di circa il 30% per i quadri intermedi e superiori. E
si tratta ancor sempre del salario minimo controllato dal
sindacato e non del salario reale che varia in funzione di au
menti e di premi lasciati alla bontà del padrone.
a c t u e l Da prima del 1968, e soprattutto dopo, la c f d t
107
Scansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche
108
strutture di un’autogestione generalizzata, né i mezzi per
realizzarla. Se i rapporti di forza si evolveranno a nostro fa
vore, occorrerà fare affidamento sulla creatività di ogni la
voratore.
I piani dell’autogestione non vengono decisi al vertice, a
meno che non ci sia una contraddizione nel principio stesso.
È su questo problema che bisogna stimolare il dibattito in
tutta la sinistra, facendo appello ad una immaginazione fin
qui bloccata. La partita si gioca già fin da adesso nelle lotte
concrete. Noi non abbiamo l’atteggiamento della c g t di
credere di essere i depositari della verità e di avere quindi
a portata di mano soluzioni adatte in ogni circostanza. Da
ciò deriva l’importanza dell’informazione: il sindacato non
deve assumersi i problemi dei lavoratori, ma deve dare loro
i mezzi per risolverli da soli. L ’evoluzione degli scioperi dal
’67 a oggi è su questo punto molto positiva. Piuttosto di
starsene a casa in modo passivo, gli scioperanti decidono
molto più di frequentare lo sciopero come momento attivo
con occupazione della fabbrica e discussione collettiva.
f r e d o KRUMNOW In questo modo si prepara il control
109
j e a n n e t t e LAOT Per noi la classe operaia comprende tutti
ilo
po e trovare i mezzi, Come è naturale, i diversi atteggia
menti dipendono nella stessa misura da differenze regionali,
industriali e culturali. Per poter essere accettabili per tutti,
le scelte di fondo della Confederazione sovente si trovano
ad essere arretrate rispetto alle ispirazioni di alcuni e avan
zate per altri.
a c t u e l Si può ritenere che la c f d t sia ancora un’organiz
Ili
Gilles Deleuze, Félix Guattari
113
meno confessata dì riadattare l’individuo al sistema repres
sivo. La pazzia è legata alla storia, alla società e alle sue
costrizioni: come si può dissertare sul padre se si ignora il
concetto di Stato e di potere, nella loro genealogia e il loro
peso sull’ individuo ? Alla maniera dell’ antipsichiatria in
glese — Laing e Cooper — Deleuze e Guattari ritornano sul
l’analisi della schizofrenia, che per loro è la malattia pecu
liare del capitalismo, definito esso stesso come una prima
fuga. Ma più ancora di Laing e Cooper, essi collocano l’ori
gine del delirio nel campo sociale, più ancora che nella fami
glia: il métro, l ’urbanistica, il lavoro, l ’oppressione, l ’impe
rialismo alimentano la schizofrenia, in ciò rivelatrice del si
stema; il suo caso limite è pertanto inassimilabile.
L ’ Ariti - OEdipe propone una reinterpretazione radicale
dell’insieme dei fenomeni sociali: compito « violento e bru
tale » che, parallelamente a quello di Michel Foucault, deve
scoprire e inaridire le fonti del sistema e degli uomini che
questo produce, ma anche quelle dei gruppi istituzionali
politici e rivoluzionari resi nei loro stereotipi, nelle loro
immagini e nelle loro embrionali strutture costrittive. Libe
razione dal desiderio e desiderio di rivoluzione, il libro rag
giunge il tono più empirico d’un nuovo gauchisme che si
avventura ormai fuori dalla strada tracciata dal marxismo-
leninismo. Non si tratta qui di organizzare né di prevedere,
ma di togliere dai luoghi dell’esplosione tutto il materiale
sociale che potrebbe, in un secondo tempo ricoprirli. « Il mo
vimento 22 Marzo rimane esemplare a questo proposito, scri
ve Gilles Deleuze nella prefazione di un libro di Guattari
perché se fu una macchina da guerra del tutto insufficiente,
quanto meno funzionò in modo mirabile come gruppo anali
tico e di desiderio, che non solo discuteva in modo vera
mente libero, ma si è potuto costituire analizzatore di una
massa considerevole di studenti e di giovani lavoratori, senza
alcuna pretesa d’avanguardia o di egemonia, ma semplice
114
supporto che permette il transfert e la perdita delle inibi
zioni ». Ma e in caso di rivoluzione, di durata nel tempo, o
in caso di presa del potere?
115
tale di Marx: fino a qual punto egli sia affascinato dai mec
canismi capitalistici, precisamente perché, contemporanea
mente, essi sono assurdi e pure funzionano molto bene. Al
lora, qual è il razionale nella società? Dato che gli interessi
sono definiti nel quadro di questa società, il razionale è la
maniera in cui le persone li perseguono, per realizzarli. Ma
al riguardo, ci sono desideri, investimenti dei desideri da non
confondersi con gli investimenti d’interesse, e da cui gli in
teressi dipendono nella loro determinazione e nella loro di
stribuzione stessa: un enorme flusso, ogni sorta di libidine-in
conscia che costituisce il delirio di questa società. La vera
storia è la storia del desiderio. Un capitalista, un tecnocrate
di oggi non hanno gli stessi desideri di un mercante di schia
vi, o di un funzionario dell’antico impero cinese. Che le per
sone in una società desiderino la repressione, per gli altri
e per sé; che ci siano sempre persone che vogliono smerdare
gli altri, e che abbiano la possibilità di farlo, il « diritto »
di farlo, è questo che rende manifesto il problema di un le
game profondo tra la libidine e il campo sociale. Un amo
re « disinteressato » per la macchina oppressiva: Nietzsche
ha detto delle cose interessanti su questo trionfo continuo
degli schiavi, sul modo con cui gli inaspriti, i depressi, i
deboli, ci impongono il loro modo di vita.
a c t u e l Giusto, in tutto ciò che cosa è veramente pro
116
e invoca « pubblicità » anche in senso giuridico). E pertan
to niente è confessabile. È la legalità stessa che non è con
fessarle. In opposizione agli altri tipi di società, è il regime
contemporaneamente del pubblico e dell’incoffessabile. E
questo è proprio del regime del denaro, un delirio del tutto
particolare. Vedete quelli che attualmente si chiamano scan
dali: i giornali ne parlano molto, tutti fanno finta di difen
dersi o di attaccare, ma si cerca invano ciò che è illegale là
dentro, tenuto conto che siamo in regime capitalista. La bol
letta delle tasse di Chaban, le operazioni immobiliari, i grup
pi di pressione, e più in generale i meccanismi economici
e finanziari del capitale, tutto è legale, a grandi linee, salvo
piccole sbavature; ancor meglio, tutto è pubblico, soltanto
che niente è confessabile. Se la sinistra fosse stata « ragio
nevole », non si sarebbe contentata di fare una banale vol
garizzazione dei meccanismi economici e finanziari. Per ne
cessità di rendere pubblico il privato, ci si accontenterebbe
di far confessare ciò che è già pubblico. Ci si troverebbe
in una forma di pazzia che non ha l ’equivalente negli ospe
dali. Al posto, ci parlano di « ideologia ». Ma l ’ideologia
non ha alcuna importanza: ciò che conta, non è l’ideologia,
non è neanche la distinzione o l’opposizione « economia-ideo
logia », è Vorganizzazione del potere. Perché Vorganizzazio
ne del potere è il modo in cui il desiderio è già nell’economia,
la cui libido investe l’economia, ossessiona l ’economia e ali
menta le forme politiche della repressione.
a c t u e l L ’ideologia è una falsa prospettiva?
117
logia è una falsa prospettiva (o un concetto che indica de
terminate illusioni). Noi diciamo: non c’è ideologia, c’è un
concetto illusorio. È perché fa così comodo al PC , al marxi
smo ortodosso. Il marxismo ha dato tanta importanza al
tema dell’ideologia per meglio nascondere ciò che si verifica
in U R S S la nuova organizzazione di potere repressivo.
Non c’è ideologia, ci sono soltanto organizzazioni di po
tere, una volta detto che l’organizzazione di potere è l’unità
del desiderio e dell’infrastruttura economica. Prenda due
esempi. L ’insegnamento: i gauchistes nel maggio ’68 hanno
perduto parecchio tempo a pretendere che i professori si
facessero l’autocritica come agenti dell’ideologia borghese.
È stupido e lusinga gli impulsi masochisti dei professori.
La lotta contro i concorsi è stata abbandonata a vantaggio
delle dispute o della grande confessione pubblica anti-ideo-
logica. Allora, i professori più duri hanno riorganizzato il
loro potere senza difficoltà. Il problema dell’insegnamento
non è un problema ideologico, ma un problema di organiz
zazione di potere: è la specificità del potere insegnante che
appare come un’ideologia, ma è una pura illusione. Il potere
nella scuola primaria ha un suo significato, si esercita su tutti
i bambini. Secondo esempio: il cristianesimo. La Chiesa è as
solutamente felice quando la si tratta come un’ideologia. Può
discutere e ciò alimenta l ’ecumenismo. Ma il cristianesimo
non è mai stato un’ideologia, è un’organizzazione di potere
molto originale, molto specifica, che ha prodotto forme di
versissime, dall’impero romano e dal Medio Evo, e che ha
saputo inventare l’idea di un potere internazionale. È ben
altrimenti importante dell’ideologia.
F é l i x Gu a t t a r i Accade la stessa cosa nelle strutture po
litiche tradizionali. Ovunque si ritrova la stessa astuzia: gran
de dibattito ideologico in assemblea generale, e i problemi
organizzativi riservati a commissioni particolari. Queste ap
paiono come dipendenti dalle scelte politiche e da esse de
terminate. Mentre invece, i problemi principali sono quelli
organizzativi, mai resi espliciti né razionalizzati, ma poi
118
proiettati in termini ideologici. Qui sorgono le vere sfalda
ture: un trattamento del desiderio e del potere, degli in
vestimenti, degli Edipo di gruppo, dei « super-io » di gruppo,
dei fenomeni di perversione... ecc. Poi le opposizioni poli
tiche si costruiscono; l’individuo prende la tale opinione con
tro la tal altra, perché sul piano dell’organizzazione e del po
tere, ha già scelto e odiato il suo avversario.
a c t u e l La vostra analisi è convincente nel caso dell’Unio
119
so: s’è depennata la prima immagine, pur mantenendola e
si sono introdotte altre nozioni. Si moltiplicano le riunioni e
le scuole quadri, ma anche le invenzioni esteriori. C ’è in
questa volontà di desiderio, come dice Zazie, un certo modo
di far cacare gli allievi, o come dicono altri, un certo modo
di far cacare i militanti.
Quanto alla sostanza dei problemi, tutti questi gruppi
dicono più o meno la stessa cosa. Ma hanno posizioni radi
calmente opposte su un loro stile: la definizione del leader,
della propaganda, una concezione della disciplina, della fedel
tà, della modestia, dell’ascetismo del militante. Come ren
der conto di questi aspetti, senza frugare nell’economia di
desiderio della macchina sociale? Dagli anarchici ai maoisti
l’arco è molto ampio, sia politico che analitico. Senza con
tare, oltre la frangia limitata dei gruppuscoli, la massa di
gente che non sa molto bene come comportarsi fra lo slan
cio gauchista, l’attrattiva dell’azione sindacale, la ribellione,
l’aspettativa, il disinteresse... Bisognerebbe descrivere il ruo
lo di queste macchine scacci adesideri che sono i gruppuscoli,
questo lavoro di mola e di setaccio. Ê un dilemma: essere
spezzato dal sistema sociale o integrarsi nel quadro presta
bilito di queste piccole chiese. In questo senso il maggio
’68 fu una sorprendente rivelazione. La potenza del desiderio
giunse ad una tale accellerazione che fece esplodere i grup
puscoli. In seguito si sono ripresi, hanno partecipato alla
riorganizzazione insieme alle altre forze repressive, c g t , p c ,
c r s o Edgar Faure. Non lo dico per fare il provocatore. Na
120
trine, bruciare tutto, o, più semplicemente, il rilassamento
in una pigrizia vegetale. Ma poi? Che cosa potrebbe essere
un desiderio liberato collettivamente a livello di gruppo so
ciale? Ci sono esempi precisi? E che cosa significa in rap
porto alla « società nel suo complesso », se voi non rifiu
tate, come Michel Foucault, questo termine?
F é l i x g u a t t a r i Abbiamo preso come punto di riferi
mento il desiderio in una delle condizioni più critiche, più
acute, quella della schizofrenia. E lo schizofrenico che può
produrre qualcosa, oltre lo schizofrenico ricoverato, aggre
dito dalla chimica e dalla repressione sociale. Ci sembra che
certi schizofrenici esprimano direttamente un tipo di decifra
zione libera dal desiderio. Ma come concepire una forma col
lettiva di economia del desiderio? Certo non limitatamen
te a singole situazioni locali. Ho molta difficoltà a immagina
re una piccola comunità che si mantenga sulle energie della
società repressiva, come somma di individui di volta in vol
ta liberati. Se il desiderio costituisce in compenso la strut
tura stessa della società nel suo insieme, anche nei mecca
nismi di riproduzione, un movimento di liberazione può « cri
stallizzarsi » nel complesso della società. Nel maggio ’68, da
scintille in scontri locali, la scossa s’è trasmessa in modo
brutale a tutta la società. Compresi dei gruppi che non ave
vano niente a che vedere né da vicino né da lontano con il
movimento rivoluzionario, medici, avvocati o bottegai. È sta
to tuttavia l’interesse ad avere il sopravvento, ma dopo un
mese di fuoco. Andiamo verso posizioni di questo tipo, ma
ancora più profonde.
a c t u e l Ci sarebbe già stata nella storia una liberazio
ne potente e duratura del desiderio, all’infuori di brevi pe
riodi di feste, di carneficina, di guerre, o di giornate rivolu
zionarie? Oppure credete ad una fine della Storia: dopo
millenni di alienazione, l’evoluzione sociale s’invertirebbe di
colpo in una rivoluzione che sarebbe l’ultima e che liberebbe
per sempre il desiderio?
121
Né l’uno né l ’altro: né la fine definiti
F É L IX G U A T TA R I
va della storia, né un eccesso provvisorio. Ogni tipo di civil
tà, ogni periodo ha conosciuto la fine della sua storia; non è
necessariamente probante, né necessariamente liberatorio.
Quanto agli eccessi, nei momenti di festa, non è nemmeno
rassicurante. Ci sono militanti rivoluzionari, preoccupati di
sentirsi responsabili, che dicono: sì, eccessi, « nel primo sta
dio della rivoluzione », ma c’è una seconda fase, l’organiz
zazione, il funzionamento, le cose serie... Ora non c’è affat
to desiderio liberato in semplici momenti di festa. Guardi
la discussione di Victor con Foucault, nel numero di Temps
modernes sui M aoistil. Victor ammette gli eccessi, ma nella
« prima fase ». Quanto al resto, quanto alle cose serie, Vic
tor si appella ad un nuovo apparato statale, a nuove regole,
ad una giustizia popolare con tribunale, ad un’istanza ester
na alle masse, ad una terza persona in grado di risolvere le
contraddizioni delle masse. Si ritrova sempre il vecchio sche
ma: distacco d’una pseudoavanguardia in grado di operare le
sintesi, di formare un partito che sia l’embrione dell’ap
parato statale; prelievo di una classe operaia educata; e il
resto, è un residuo, un lumpen-proletariat di cui bisogna dif
fidare (sempre la vecchia condanna del desiderio). Ma queste
distinzioni stesse, sono un modo di intrappolare il desiderio
a favore di una casta burocratica. Foucault reagisce denun
ciando la terza persona, dicendo che, se c’è giustizia popo
lare, non passa per un tribunale. Fa vedere chiaramente che
la distinzione « avanguardia proletariato-popolo non pro
letarizzato » è una distinzione che la borghesia introduce
essa stessa nelle masse, e di cui si serve per schiacciare i fe
nomeni di desiderio, per emarginare il desiderio. Ogni pro
blema è quello dell’apparato statale. Sarebbe buffo contare
su un partito o su un apparato statale per liberare i desideri.
Reclamare una migliore giustizia, equivale a reclamare buoni
giudici, buoni poliziotti, buoni padroni, una Francia più pu-
1 Cf. Les te m p s m o d e rn e s, « Nouveau Fascisme, Nouvelle Démocratie » , n.
310 bis.
122
li ta, ecc. A questo proposito ci dicono: come volete unificare
le miriadi di lotte senza un partito? Come far andare ava-
ti la macchina statale senza un apparato adatto? Che la ri
voluzione abbia bisogno di una macchina di guerra, è evi
dente; ma non si tratta di un apparato statale. Che abbia
bisogno anche di un’istanza d’analisi, analisi dei desideri di
massa, è certo, ma non si tratta di un apparato di sintesi
esteriore. Desiderio liberato vuol dire desiderio nato dall’im
passe del fantasma individuale privato; non si tratta di
adattarlo, di socializzarlo, di disciplinarlo, ma di inserirlo in
tal modo che il suo processo non sia interrotto in un corpo
sociale, e produca dichiarazioni collettive. Ciò che conta non
è l’unificazione autoritaria, ma piuttosto una specie di scia
matura all’infinito : i desideri nelle scuole, nelle fabbriche,
nei quartieri, nelle case, nelle prigioni, ecc. Non si tratta di
coprire, di sommare, ma di porre sullo stesso piatto della
bilancia. Fin che si rimane ad una alternativa fra lo spontanei
smo impotente dell’anarchia e la codificazione burocratica
e gerarchica di un’organizzazione di partito, non ci sarà libe
razione di desiderio.
a c t u e l Si può ritenere che ai suoi inizi il capitalismo sia
giunto ad assumere desideri sociali?
Gi l l e s d e l e u z e Senz’altro, il capitalismo è stato ed è
sempre una formidabile macchina di desiderio. I flussi di de
naro, di mezzi di produzione, di mano d ’opera, di nuovi
mercati, tutto ciò è desiderio che scorre. È sufficiente con
siderare la serie di fatti contingenti che sono all’origine del
capitalismo, per vedere fino a qual punto sia stato un incro
co di desideri, e come la sua infrastruttura, la sua economia
stessa siano inscindibili da fenomeni di desiderio. E così
il fascismo; bisogna dire che esso ha « assunto i desideri so
ciali », compresi quelli di repressione e di morte.
La gente teneva per Hitler, per la bella macchina fascista.
Ma se la sua domanda vuol dire: il capitalismo ai suoi inizi
è stato rivoluzionario? la rivoluzione industriale ha mai coin
ciso con una rivoluzione sociale? — no, non mi sembra. Il
123
capitalismo è stato legato, fin dalla sua nascita, ad una re
pressione selvaggia, ha avuto poi la sua organizzazione di
potere e il suo apparato statale. Che il capitalismo abbia
implicato una disgregazione dei codici e dei tipi di potere
precedenti, questo sì. Ma la rotazione di potere era già im
plicita nella caduta dei regimi precedenti compreso il potere
dello Stato. Ed è sempre così: le cose non sono molto pro
gressive; ancor prima che si stabilisca una struttura sociale,
i suoi strumenti di sfruttamento e di repressione sono già
pronti, girano ancora a vuoto, ma son già pronti a funzionare
a pieno ritmo. I primi capitalisti sono come uccelli da preda
che aspettano. Aspettano il loro incontro con i lavoratori;
questo avviene a seguito della caduta del sistema preceden
te. È tutto il significato che si attribuisce a quella che chia
miamo accumulazione primitiva.
a c t u e l Io penso invece che la borghesia nascente abbia
124
nomeni di « deterritorializzazione ». La borghesia impone un
nuovo codice, economico e politico; allora la si può credere
rivoluzionaria. Niente affatto. A proposito della rivoluzione
del 1789, Daniel Guérin ha detto cose molto profonde. La
borghesia non ha mai avuto dubbi sul suo vero nemico.
Il suo vero nemico non era il sistema precedente, ma quello
che sfuggiva al controllo del sistema precedente e che essa si
poneva il compito di dominare a sua volta. Essa stessa doveva
il proprio potere alla rovina del sistema precedente; ma que
sto potere lo poteva esercitare solo nella misura in cui as
sumeva come nemici tutti i rivoluzionari del sistema prece
dente. La borghesia non è mai stata rivoluzionaria. Essa ha
manipolato, incanalato, represso un’enorme pulsione del desi
derio popolare. La gente è andata a farsi ammazzare a Valmy.
a c t u e l Sono anche andati a farsi ammazzare a Verdun.
125
vicendamento di fronti popolari e di ritrazioni settarie — e
che giungono sempre allo stesso risultato repressivo. L ’abbia
mo visto nel 1936, nel 1945, nel 1968. Per la loro stessa
assiomatica, queste macchine di massa si rifiutano di libe
rare l’energia rivoluzionaria. È, in modo subdolo, una poli
tica paragonabile a quella del presidente della Repubblica o
dei preti, ma con la bandiera rossa in mano. Noi pensiamo
che ciò corrisponda ad una precisa posizione di fronte al
desiderio, un modo di considerare l’io, la persona, la fami
glia. Di qui sorge un problema semplicissimo: o si giunge
ad un nuovo tipo di strutture, che possano portare alla
fusione del desiderio collettivo con l’organizzazione rivolu
zionaria, o si continua sullo slancio di ora, e, di repressione
in repressione, si andrà verso una forma di fascismo, al cui
confronto Hitler e Mussolini sembreranno uno scherzo.
a c t u e l Ma qual è la vera natura di questo desiderio pro
126
stiche molto particolari: le sue linee di fuga, per lui, non
sono soltanto difficoltà sopraggiunte, ma sono condizioni del
suo funzionamento. Si è costituito sull’individuazione gene
ralizzata di tutti i tipi di flusso, sul fluire della ricchezza,
fluire del lavoro, del linguaggio, dell’arte, ecc. Non ha ri
fatto un altro codice, ma ha costituito una specie di conta
bilità, di assiomatica dei flussi già decifrati e l’ha posta al
la base della sua economia. Allaccia i vari punti di fuga e
riparte in avanti. Allarga sempre i propri confini e si trova
sempre nella situazione di dover privvedere a nuove fughe su
nuovi confini. Non ha risolto nessuno dei suoi problemi fon
damentali; giunge a non saper neanche prevedere l ’aumento
monetario in un paese in un anno. Non smette di superare i
suoi limiti, che ricompaiono un po’ oltre. Si pone in situa
zioni incredibili, per quanto riguarda la produzione, la sua
vita sociale, i problemi demografici, il terzo mondo, i suoi
problemi interni, ecc. Fughe, ce n’è dappertutto, che rina
scono dai confini, via via che questi vengono spostati dal
capitalismo. E senza dubbio la fuga rivoluzionaria (la fuga
attiva, quella di cui parla Jackson quando dice: io non smetto
mai di fuggire ma mentre fuggo cerco un’arma...) è una co
sa del tutto diversa dagli altri tipi di fuga, la fuga dello
schizofrenico, la fuga del tossicomane. Ma c’è anche un altro
problema: fare in modo che tutte le linee di fuga si ricolle
ghino su un piano rivoluzionario. Nel capitalismo c’è dunque
un aspetto nuovo, preso dalle linee di fuga e da una poten
zialità rivoluzionaria di tipo nuovo. Come vede, c’è spe
ranza.
a c t u e l Parlate continuamente delle crociate: secondo voi
127
solo in seguito che il papato, sconvolto, ha cercato di dare
uno scopo a tutto questo movimento, sforzandosi di condur
lo in Terra Santa. Due vantaggi: sbarazzarsi di bande vagan
ti e rafforzare le basi cristiane del Medio Oriente, minac
ciate dai Turchi. La cosa non sempre è riuscita: la crociata dei
Veneziani s’è ritrovata a Costantinopoli; la crociata dei fan
ciulli s’è rivoltata nel sud della Francia e ha ben presto smes
so di commuovere. Città intere sono state prese e bruciate
da questi fanciulli « crociati » che le truppe regolari hanno
finito per sterminare; uccisi o venduti come schiavi...
a c t u e l Si può fare un parallelo con i movimenti contem
poranei: le comunità e la strada per fuggire la fabbrica e
l’ufficio? e ci sarà un papa per dare la copertura? Gesù-ri-
voluzione?
F é l i x g u a t t a r i Un recupero da parte del cristianesimo
non è impensabile. Fino ad un certo punto è già una realtà
negli Stati Uniti, molto meno in Europa o in Francia. Ma
c’è già un tentativo latente di prendere in mano la situazio
ne, sotto forma di tendenza naturista; l’idea che ci si po
trebbe ritirare dalla produzione e ricostruire una piccola so
cietà isolata, come se il sistema capitalista ci lasciasse facil
mente andare via.
a c t u e l Attribuite ancora un qualche ruolo alla Chiesa in
un paese come il nostro? La Chiesa è stata al centro del
potere nella società occidentale fino al xvm secolo, il vincolo
e la struttura portante della macchina sociale fino al sorgere
degli Stati nazionali.
Oggi, privata dalla tecnocrazia di questa funzione essen
ziale, appare essa stessa trascinata alla deriva, senza punto
d ’appoggio e divisa. C ’è da chiedersi se la Chiesa, trava
gliata dalle correnti del cattolicesimo progressista, non di
venga meno confessionale di certe organizzazioni politiche.
F é l i x g u a t t a r i E l ’ecumenismo? Non è forse un modo
per cavarsela sempre? La Chiesa non è mai stata più forte.
Non c’è ragione alcuna di opporre Chiesa e tecnocrazia; c’è
una tecnocrazia ecclesiastica. Storicamente, il cristianesimo e il
128
positivismo sono sempre andati d’accordo. Lo sviluppo delle
scienze positive ha una matrice cristiana. Non si può dire
che lo psichiatra abbia sostituito il prete; come non si può
dire che il poliziotto abbia sostituito anche lui il prete. C ’è
sempre bisogno del contributo di tutti nella repressione. Ciò
che nel cristianesimo si può dire invecchiato è la sua ideo
logia, non certo la sua organizzazione di potere.
a c t u e l Veniamo all’altro aspetto del vostro libro: la
critica alla psichiatria. Si può dire che la Francia sia già pro
grammata per la psichiatria di settore — e fino a che punto
si intende questo tipo di autorità?
F É L IX GUATTARI La struttura degli ospedali psichiatrici
è essenzialmente statale e gli psichiatri sono dei funzionari.
Lo stato si è a lungo accontentato di una politica coercitiva
e per un buon secolo non ha fatto niente. C ’è voluta la Li
berazione perché cominciasse a trasparire una certa speran
za: la prima rivoluzione psichiatrica, l’apertura degli ospedali,
i servizi liberi, la psicoterapia istituzionale. Tutto ciò ha
portato a quella grande utopia della politica di settore, che
consisteva nel limitare il numero dei ricoveri e nel mandare
équipe di psichiatri tra la popolazione, come i missionari nel
la savana. Errore di fiducia e di volontà, la riforma si è im
pantanata: qualche servizio modello per le visite ufficiali e,
qui e là, qualche ospedale nelle regioni meno sviluppate. Stia
mo andando verso una crisi più profonda, del tipo della
crisi dell’Università, un vero e proprio disastro a tutti i li
velli, attrezzature, formazione del personale, terapie, ecc.
Le istituzioni per l’infanzia sono invece in condizioni mol
to migliori. L ’iniziativa è sfuggita di mano allo stato e al suo
finanziamento, per tornare poi in mano ad associazioni di
tutti i tipi, per la protezione dell’infanzia, o associazione di
genitori... Le istituzioni hanno proliferato in questo settore,
sovvenzionate dalla Sécurité Sociale. Il bambino è preso in
carico da tutta una rete di psicologi, schedato fin dall’età di
tre anni, seguito per tutta la vita. Bisogna aspettarsi solu
zioni di questo genere anche per la psichiatria degli adulti.
129
Di fronte all’attuale impasse, lo Stato deciderà di denazio
nalizzare le sue istituzioni a vantaggio esclusivo di istituzioni
regolate dalla legge del 1901 e abilmente manipolate da grup
pi politici e da associazioni di famiglie reazionarie. Noi stia
mo andando effettivamente verso una ripartizione psichia
trica della Francia, se la crisi attuale non libera le sue poten
zialità rivoluzionarie. Ovunque sorge l ’ideologia più reazio
naria, una piatta trasposizione dei concetti edipici. Nelle isti
tuzioni per bambini si chiama il direttore « tonton », l ’infer
miera « maman »; ho sentito anche fare distinzioni di que
sto genere: i gruppi di gioco derivano da un principio ma
terno, quelli di lavoro da un principio paterno. La psichiatria
di settore ha l’aria progressista, perché apre gli aspedali.
Ma se questo consiste nello schedare i quartieri, si rim
piangerà ben presto il manicomio chiuso di un tempo. È co
me la psicanalisi: funziona all’aperto, ma è ancora peggio,
come forza repressiva è ancora più dannosa.
Gi l l e s d e l e u z e Un caso: una donna arriva ad un con
sultorio. Spiega che prende dei tranquillanti. Chiede un bic
chier d’acqua. Poi dice: « Lei capisce, ho una certa cultura,
ho studiato, mi piace molto leggere ed ecco che ora mi suc
cede di passare il tempo a piangere. Non sopporto più il
métro... E poi piango ogni volta che leggo qualcosa... Vedo la
televisione, vedo le immagini del Vietnam: non posso sop
portarlo... » Il medico non risponde un gran che. La donna
prosegue: « Ho fatto la Resistenza... un po’: ero una buca
delle lettere ». Il medico chiede una spiegazione. « Beh sì,
non capisce dottore? Andavo in un bar e domandavo, per
esempio: c’è qualche cosa per René? E mi davano una lette
ra da trasmettere... » Il dottore sente « René » e si scuote:
« Perché dice René? » È la prima volta che si impegna in
una domanda. Fin qui lei aveva parlato del métro, di Hiro
shima, del Vietnam, dell’effetto che queste cose produceva
no sul suo corpo, della voglia che aveva di piangere. Ma il
medico domanda solo: « Guarda guarda René... che cosa
rievoca questo René? Renato, qualcuno che è ri-nato? Il
rinascimento? La resistenza non dice nulla al medico; ma il
rinascimento sì perché si rientra nello schema generale, nel
l’archetipo: « Lei vuole rinascere ». Il medico vi si ritrova:
questo è il suo circuito. E la spinge a parlare di suo padre e
di sua madre.
È un aspetto fondamentale del nostro libro, molto con
creto. Gli psichiatri e gli psicanalisti non hanno mai prestato
attenzione ad un delirio; a loro basta ascoltare qualcuno che
delira: possono essere i Russi a tormentarlo, i Cinesi; non
ho più saliva, qualcuno nel métro mi ha inculato, ci sono
microbi e spermatozoi che brulicano dappertutto. La colpa
è di Franco, degli Ebrei, dei Maoisti: è tutto un delirio in
campo sociale. Perché non potrebbe riguardare la sessualità
di un soggetto, i suoi rapporti con l’idea di Cinese, di Bian
co, di Negro? Con la civiltà, le crociate, il métro? Psichiatri
e psicanalisti non ci capiscono niente; deformano il conte
nuto dell’inconscio, per addomesticarlo a degli enunciati-ba
se prefissati: « Lei mi parla di Cinesi, ma suo padre? —No,
non è cinese. —Allora lei ha un amante cinese? » Ê al livello
dell’istinto repressivo del giudice di Angela Davis che ga
rantiva: « Il suo comportamento non si spiega in altro modo
se non col fatto che era innamorata ». E se la libido di An
gela Davis fosse stata invece una libido sociale, rivoluzio
naria? E se fosse stata innamorata perché era rivoluzionaria?
Ecco quel che diciamo agli psichiatri e agli psicanalisti:
non sapete che cos’è un delirio, non avete capito niente. Se il
nostro libro ha un senso, è che arriva proprio nel momento
in cui molti si rendono conto che la macchina psicanalitica
non funziona più, una intera generazione comincia ad averne
abbastanza degli schemi prefissati —Edipo e castrazione, im
maginario e simbolico — che mascherano sistematicamente il
contenuto sociale, politico e culturale di ogni turba psichica.
a c t u e l Voi associate la schizofrenia al capitalismo; que
131
f é l i x Gu a t t a r i La schizofrenia è inscindibile dal sistema
132
Alain Touraine
133
siderato la sociologia come del cattivo giornalismo, qualcosa
che non esisteva al di fuori di un magro attestato di « mo
rale et socio ».
Rifiutando le arringhe della filosofia tradizionale della
Sorbona — «la sociologia è l ’insieme di ciò che sfugge al si
stema universitario » —, lo studente Alain Touraine era par
tito per l’Europa centrale a studiare la riforma agraria un
gherese, e poi le miniere di carbone: di qui datano i suoi
esordi nella sociologia industriale. Lavorò poi negli Stati
Uniti, prestando attenzione ai metodi e ai risultati, senza
tuttavia accettare i fondamenti delle scienze sociali ameri
cane, ancora legate all’establishment.
Alla fine degli anni cinquanta, la prima generazione dei
sociologi francesi si riuniva attorno al c n r s e ad alcuni isti
tuti di ricerca e di insegnamento progressivamente strappati
alla letteratura o alle scienze amministrative. Autodidatti
per necessità tutti con l’impronta del loro apprendistato fat
to negli Stati Uniti, solidali fra loro nei confronti dei pezzi
grossi della Sorbona che contendevano loro i posti e i crediti,
questi uomini si ripartirono delle specialità ancora vaghe e
moltiplicarono le ricerche sul campo. Poiché erano sfuggiti al
le intelaiature dottrinali dell’intelligenza francese e parlava
no uno strano linguaggio con bei riferimenti sconosciuti,
all’inizio non vennero per nulla ascoltati e vennero per lungo
tempo confusi fra di loro, trovando in essi, non senza ragione,
un’aria di famiglia. Con la notorietà, le sfaldature incomin
ciarono tuttavia a intravedersi: da un lato una sociologia
dell’organizzazione — come quella di Michel Crozier 1 —, se
dotta da quegli stessi apparati sociali che essa descrive e
che, naturalmente, sognerà di migliorare; dall’altro lato una
sociologia dei conflitti —simbolizzata da Alain Touraine —che
si vedrà ugualmente trascinata a collocarsi nel campo so
ciale, ma dalla parte opposta dei conformismi.
134
Oggi, l’esperienza di Nanterre ha storto verso sinistra il
vocabolario del sociologo Alain Touraine. Tecnici, giovani la
voratori, studenti, liceali si ribellano contro l’influenza e le
manipolazioni dei grandi apparati tecnocratici: ne potrebbe
nascere una nuova sociologia.
135
Ma non è più questo l’essenziale. La caratteristica princi
pale delle nostre società risiede nella loro infinita capacità
di azione su se stesse. Tutto in esse è oggetto di trasfor
inazione, compresi i fatti sociali, i rapporti degli uomini fra
di loro e, in fondo, l’uomo stesso. Se l’uomo può arrivare
fino al punto di sopprimere l’uomo, o a renderlo irricono
scibile attraverso una manipolazione generalizzata delle isti
tuzioni, dei valori e dei gruppi, allora non esiste più una
natura umana o una natura sociale. La società sarà domani
quel che essa fa oggi, a nulla serve interrogarsi sulle leggi
o sulla sua assenza: essa ha perso ogni invariante insieme
alla scomparsa della natura umana. L ’avvenire determina il
presente più di quanto il presente non sia determinato dal
passato. Il tronco comune di ogni riflessione sociologica
risiede ormai nella società riguardo a ciò che essa fa di se
stessa.
Da ciò scaturiscono sempre due analisi. Secondo la prima,
dal momento che non esistono più né valori né antivalori,
né grandi complotti, noi siamo quel che noi facevamo in un
mondo governato dal tirocinio, da un passo dietro l’altro,
dalle strategie, dai conflitti certo, ma anche da un perpetuo
negoziato e da un adattamento permanente e provvisorio ad
un ambiente mutevole. Ê questa, più ancora che un’ideolo
gia, la pratica dominante: una sociologia reale, quella dei
grandi centri decisionali e delle grandi imprese o organiz
zazioni. Questo pragmatismo neo-liberale parla sempre in
termini di mercato, ma di un mercato tanto socio-politico
quanto economico, e liquida in tal modo tutti i problemi del
contenuto e dell’orientamento sociale.
Di fronte a questo neo-liberalismo c’è quello che è il se
condo atteggiamento, che consiste nell'interrogarsi sugli ar
gomenti, i dibattiti e gli scontri di una società che è diretta
verso il cambiamento, che è definita dal suo cambiamento
stesso e non dai suoi principi o dal suo ordine.
a c t u e l Si pone il problema del potere?
136
per afferrarlo — una sorta di nucleo centrale denominato
potere, proprietà, le pretese leve dell’indipendenza, tutto
ciò non ha più senso alcuno; oppure ha un senso rituale che
ci proviene da conflitti antichi che sono oggi più verbali
che reali. In questa accezione, la rivendicazione del potere
è un allettamento illusorio: sono gli stessi centri dirigenti
che definiscono in termini di decisioni e di processi politici
una società la cui realtà si colloca più lontano e ben altrove.
Occorre vedere, al di là dell’apparato dello stato, la domina
zione dei grandi apparati che dirigono la società e che esclu
dono o disorganizzano quanto è loro estraneo o contrario,
gigantesca zona d’ombra che non trova espressione, che re
sta ricacciata indietro e proibita. Il dibattito politico cade in
un formidabile errore di prospettiva quando dà più impor
tanza alla presa del potere che non alla liberazione sociale.
Questa questione assume in Francia un rilievo eccezionale.
Dalla fine del xv m secolo, noi abbiamo avuto la tendenza
ad identificare la società e lo Stato. E di fatto la vita poli
tica francese costituita, ufficiale, si definisce oggi ancora in
rapporto al sistema statale, tanto nei gollisti che nel partito
comunista: le divergenze e gli scontri avvengono sul ruolo
dello stato, non sulla concezione della società, checché ne
dicano le varie propagande. Questo privilegio concesso allo
stato può concepirsi nelle società molto eterogenee in cui
strutture moderne coesistono con le strutture antiche. Quan
do l’industrializzazione viene compiuta non dalla borghesia
mercantile, ma dalle antiche classi dominanti, come in Ger
mania o in Giappone, lo stato svolge un ruolo centrale.
Ruolo che è ancora più importante quando le antiche forme
di dominazione resistono e non vengono attaccate se non
perifericamente da enclavi coloniali. Qui l ’opposizione po
polare assume la forma di un assalto diretto contro l’appa
rato dello stato.
Ma oggi noi viviamo in una società industriale che, nono
stante la permanenza di settori arcaici talvolta ancora consi
derevoli, tende ad affermarsi come una società omogenea
137
moderna. Improntata a tutti i livelli dalla scienza, dalla tec
nica e dall’urbanizzazione generalizzata, essa si distingue ra
dicalmente dalle società di industrializzazione che l’hanno
preceduta o che vediamo lentamente emergere dal mondo
sottosviluppato. Mutamento essenziale che dissolve l’auto
nomia del fenomeno politico a profitto dei grandi centri di
organizzazione economica e sociale e di manipolazione cul
turale. Dopo alcuni anni, al di là delle dispute politiche,
si ricomincia a porsi il problema della società.
Nonostante la confusione inerente ai periodi di transizio
ne, nuove forze si delineano: un padronato moderno che si
afferma in quanto classe strutturata e, da parte popolare, il
sorgere di movimenti sociali che non possono venir ridotti al
la loro espressione politica attuale, ammesso anche che ne
trovino una. È un grande rivolgimento per il pensiero socio
logico. La società mercantile poteva esser colta attraverso
le categorie dell’ analisi giuridica. L ’ industrializzazione ha
creato una coscienza storica: senso della storia, evoluzione,
tendenza alla trasformazione sociale. Oggi si apre l’era della
sociologia.
a c t u e l Tappe giuridica, storica, sociologica: dove collo
ca il marxismo?
A l a i n t o u r a i n e Non credo, in un primo tempo, che si
possa dissociare il marxismo dal momento storicistico del
pensiero. Da esso nasce e lo esprime a modo suo anche se si
distingue per la qualità e la logica della sua architettura intel
lettuale. Ma — come ogni pensiero molto importante — il
marxismo apporta anche qualcos’altro: l ’analisi del capitali
smo in quanto sistema. A questo livello, il marxismo ha gio
cato un ruolo primordiale e modernizzatore del pensiero so
ciale facendo apparire — contro lo storicismo della borghesia
liberale e, per una parte, contro i suoi stessi miti —la società
come un sistema che risponde ad una contraldizione fonda-
mentale. Si tratta, lo dicevo poco fa, dell’analisi della società
del passato. Ma il principio conserva metodologicamente tut
to il suo valore per il presente e per l’avvenire.
138
In compenso, la frattura epistemologica non passa, come
aveva detto Althusser, in mezzo all’opera di Marx, fra la
filosofia della storia degli scritti giovanili ed il socialismo
scientifico della maturità, all’incirca verso il 1844. Essa ar
riva ben più tardi, in mezzo al xx secolo, quando la so
cietà acquisisce una padronanza di se stessa, e con ciò ren
de possibile la sociologia. Fintantoché la società resta intoc
cabile, si rimane nell’ambito dell’interpretazione. Il sociale
viene allora spiegato con le leggi degli dei, dei principi o
del mercato. A partire dal momento in cui esso può agire
sulle proprie strutture, ed al limite distruggersi con l’arma
nucleare, diventa oggetto di esperimenti. Ecco perché io
penso che le nostre società non possono analizzarsi se non
in termini sociologici. Ma, all’inverso, ciò vuol dire anche
che la sociologia è coinvolta in questa società, che essa si ca
rica di ideologia nel momento stesso in cui progredisce come
conoscenza positiva. Non si può ridurre la conoscenza all’i
deologia —come fanno certi gauchistes - , ma non si può nep
pure concepire una conoscenza sociologica senza una critica
ed un ribaltamento dell’ideologia dominante. Non riusciremo
a capire questa società se non spezzando l’immagine che ne
viene imposta, quella della razionalità delle decisioni, del ri
spetto della domanda sociale, della concertazione generalizza
ta. Bisogna ritrovare la natura della dominazione.
a c t u e l Come si p u ò definire la realtà della nuova clas
se dirigente?
A l a i n t o u r a i n e Essa non è soltanto dirigente, ma do
minante, e non soltanto mobilitante, ma repressiva ed esclu
siva. Si tratta di vedere come questa classe serve alla società,
si serve di essa, la sviluppa, la deforma, la limita, la co
stringe. Cercare altresì la reazione: quali sono le contraddi
zioni ed i conflitti sociali centrali del giorno d’oggi, che non
si confondono più soltanto con lo scontro fra borghesi e
proletari quale viene descritto dal socialismo?
Certo, non siamo ancora molto lontani da una classe diri
gente puramente commerciale e finanziaria. E lo slittamen-
139
to verso nuove strutture non è sempre facile da svelare,
soprattutto in Francia dove esso si compie in maniera re
lativamente efficace e progressiva attraverso il regime gol
lista. Ma se noi non siamo ancora usciti dal capitalismo pro
priamente industriale, quel mondo dell’antico capitalismo vie
ne ricoperto da un’altra tappa del capitalismo, quella delle
grandi imprese e delle grandi organizzazioni. In questo qua
dro, la massimizzazione degli interessi dell’impresa ha la
meglio sulla massimizzazione del profitto del capitale. Le
due tendenze si mescolano, ma una tende a prendere il so
pravvento sull’altra.
Non è possibile confondere i conglomerati del capitalismo
finanziario più classico, oppure le holdings dell’America
degli anni venti, con un’azienda come la i b m oppure le in
dustrie nucleari o spaziali, gestite dalle imprese pubbliche.
Chiamatele neo-capitaliste, tecnocratiche, monopoli di sta
to: in tutti i modi, si tratta di un’altra realtà. E lì si mani
festa una classe dirigente, incentrata sui grandi apparati, la
cui area di controllo sociale è infinitamente più vasta che
non una volta. L ’area di comando della classe dirigente si è
straordinariamente estesa, la quadrettatura del suo scacchiere
operativo è evidentemente più fitta: ruolo dirigente nella
produzione, ma anche controllo del consumo, dell’urbaniz
zazione, dell’informazione, di tutti gli elementi del processo
sociale.
actuel Che cosa significa tutto questo al livello della
struttura interna della classe dominante?
A l a i n t o u r a i n e Innanzitutto che la continuità e la tra
smissione hanno qui un posto secondario. Senza comunque
trascurare gli uomini o le fortune, è necessario concepire gli
apparati come gli elementi centrali del sistema, vere struttu
re di comando della vita sociale, di accumulazione e di con
trollo dell’accumulazione, di orientamento dell’investimento
in funzione della massimizzazione dei loro stessi interessi.
Occorre qui distinguere tipo storico e tipo sociologico. Sto
ricamente, nessuno può confondere gli ambienti dirigenti
140
degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica. I primi sono fon
damentalmente legati al sistema capitalista, i secondi hanno
avuto radice in un movimento sociale ed in una rivoluzione
operaia. Ma sociologicamente, io non esito a dire che il parti
to comunista dell’Unione Sovietica è una classe dirigente, dal
momento che esso rappresenta quell’apparato che determina
la natura dell’accumulazione e l’uso delle risorse accumulate in
funzione di uno sviluppo di cui esso solo è giudice. Esiste
classe dirigente a partire dal momento in cui vi è controllo
degli investimenti da parte di un gruppo sociale strutturato,
e nelle nostre società ciò non esiste separatamente da un
controllo dell’insieme della vita sociale concepito come un
sistema.
Il mondo in sé dell’economia è scomparso. Nella società di
industrializzazione del xix secolo, vi era il mondo del capi
tale ed il suo contrapposto, il mondo del lavoro, l ’impresa,
le istituzioni dell’insegnamento e poi, al di fuori, ampie pla
ghe della vita sociale relativamente indeterminate, salvo che
per le forme culturali mantenute dalla famiglia, dalla Chiesa,
dai costumi. Guardando con la prospettiva, noi constatia
mo che l’inquadramento della gente nel passato restava mol
to leggero, ad eccezione che nel lavoro. Oggi gli uomini ri
spondono a sistemi di comando, di incitamento, di gerarchia
che diventano onnipresenti. Prendete anche il campo della
sessualità. Si può anche dire che un movimento di liberazio
ne distrugge le regole e i divieti, ma questo ottimismo è
pericoloso se non vede anche il crearsi di nuove norme,
l’estendersi del campo della scolarizzazione e quindi del
controllo sociale.
a c t u e l E la scuola?
141
e della mistificazione tecnocratica, dal momento che non è
proprio un sapere qualsiasi quello che porta al potere. Dinan
zi aIVaspirazione generale al sapere, il potere rifluisce: la
funzione della scuola, oggi più ancora di una volta, è di far
sì che vi siano dei non diplomati. Oppure, di fronte alla
« democratizzazione » dell’insegnamento, di mantenere la ge
rarchia. Così le nobili facoltà di Lettere sono un traboc
chetto in cui scompare — senza un grande avvenire — una
gran parte di coloro che aspirano al sapere, mentre in
disparte l ’élite dirigente si costituisce nel suo ambito ri
servato le grandes écoles. Gli allievi elle grandes écoles
non ne sanno né più né meno degli altri, ma essi sono stati
selezionati: ecco quanto basta per assicurar loro una posi
zione preponderante nel sistema.
Tutto ciò non significa affatto che noi viviamo una dit
tatura tecnocratica assoluta. In Francia in ogni caso, conser
viamo una società liberale, cioè una società in cui il proces
so politico conserva una certa autonomia nei confronti dei
poteri socio-economici, con la parte di illusorietà e di liber
tà che ciò comporta. Ma il potere si esercita ormai al livello
della società intera, non si identifica esclusivamente con il
gioco politico; e ciò comporta, a tutti i livelli, dei contrac
colpi, delle resistenze e dei conflitti.
Se esiste, da ieri a oggi, una differenza profonda nella na
tura del dominio sociale, nella sua radice, nel suo principio
e nella sua estensione, allora immmensi settori della vita
sociale un tempo al di fuori del conflitto diventano oggetto
di scelta, cioè di conflitto. La parte delle costrizioni natu
rali o meccaniche tende a ridursi, i problemi di crescita e
di modo di vita prendono il sopravvento su quelli della sus
sistenza: quello che verrà messo in causa sarà, più che le
leggi del destino o dell’universo, il sistema stesso. La manipo
lazione, l’oppressione, la sottomissione o la rivolta non riguar
dano più soltanto l ’uomo considerato nel suo lavoro ma
l ’insieme degli individui e dei gruppi nel loro rapporto glo
bale con il processo di mutamento. Dopo la lenta evolu
142
zione, la debole differenziazione e la forte riproduzione del
le società tradizionali, l’uomo attuale cambia di mestiere, di
situazione, di consumi, di valori nell’intero corso della sua
vita, è gettato in un sistema che tollera e richiede persino
il moltiplicarsi delle parole e dei segni, la proliferazione del
le norme e delle informazioni, un sistema di guida più ela
stico e nello stesso tempo più serrato. A1P« Arricchitevi! »
della società liberale è succeduto lo « Scegliete! » delle no
stre società. Ma queste scelte non sono libere. Non è il con
sumatore che sceglie gli investimenti, e quindi il tipo di con
sumo. Le antiche disuguaglianze diminuiscono molto lenta
mente e vengono sostituite da altre che sono in crescita. Gli
apparati ributtano nel silenzio e nella disciplina coloro che
devono soltanto far girare la macchina e che sono costretti
a girare insieme ad essa sempre più in fretta.
actu el In un periodo di transizione ancora segnato
dalle lotte del passato, possiamo già riconoscere ed analizza
re i meccanismi e le contraddizioni della società in gestazione
prima che queste ultime si siano manifestate sotto forma di
conflitti centrali?
A l a i n t o u r a i n e Chi avrebbe potuto dire nel 1820, o an
che nel 1830, che il conflitto centrale del secolo sarebbe
stato quello fra salariati e padronato? Come convalidare le
ipotesi in altro modo che non sia quello della pratica socia
le? Tuttavia noi possiamo far meglio che aspettare. Innanzi
tutto spiare dentro i nuovi conflitti sociali ciò che non è ri
ducibile a delle lotte di influenza o di rivendicazioni quan
titative, riconoscere nel contempo le aspirazioni profonde dei
gruppi dominati e quanto viene assolutamente rigettato dal
sistema dominante. Si può distinguere nelle nostre società
l’apparato e le persone che si identificano in esso, le persone
che vengono consumate dall’apparato - la classe operaia per
esempio —e le persone che stanno al di fuori dell’apparato. I
vecchi stanno al di fuori dell’apparato: perché non dovreb
bero esistere anche dei movimenti di vecchi? Detto ciò, la
contraddizione si proietta innanzitutto su scala mondiale nel
143
l ’enorme dislivello che separa i paesi accumulatori dai paesi
dominati. Quello che viene a torto chiamato Terzo Mondo
rappresenta un universo sottoposto alla logica della accumu
lazione dei centri decisionali dominanti in Occidente. Là si
incontra il vero impoverimento relativo, e talvolta assoluto.
I conflitti sociali fondamentali della nostra epoca oltrepas
sano di gran lunga le frontiere di una società come la Francia.
actuel II c o r p o s o c ia le è t u t t a v i a s c o s s o d a c o n f lit t i
in t e r n i: c o m e d is c e r n e r e i l o r o p r o t a g o n is t i?
A l a i n t o u r a i n e Ogni rapporto sociale essenziale susci
ta nei suoi protagonisti un comportamento corrispondente
alla situazione: se mi parlate di classe, è perché esiste co
scienza di classe. Tuttavia questa coscienza non appare mai
allo stato puro nelle sue prime manifestazioni. Essa è fran
tumata dall’alienazione oppure ossidata dai modelli del pas
sato. Tutto il xix secolo ha parlato il linguaggio della Rivo
luzione francese ed una grande parte del movimento operaio
il linguaggio repubblicano. È inevitabile che un movimento
sociale in formazione usi l ’ideologia delle forze che l ’hanno
preceduto. Così accade per rivolte culturali che conosciamo
nell’Occidente contemporaneo e che si ammantano ancora
per gran parte del linguaggio delle rivoluzioni condotte nel e
per il lavoro.
Su quale piano bisogna attualmente collocarsi? Nelle so
cietà cosiddette primitive fondate sulla caccia, sembra pro
prio che il conflitto di classe sia quello che contrappone gli
uomini alle donne. Nel mondo mercantile, esso si esprime in
termini di stato e di categorie politico-giuridiche. Nella socie
tà dell’industrializzazione, che si basa direttamente sul la
voro produttivo, la fabbrica diventa la porta in gioco, e l ’o
peraio qualificato, relativamente privilegiato, si contrappo
ne più direttamente al capitalismo. In una società caratteriz
zata dal cambiamento, quella che si solleva più direttamen
te contro la tecnocrazia è la categoria che è più aperta al
cambiamento, quella che è da esso più favorita e più scon
volta. Nel maggio del 1968, i gruppi più sensibili — gli stu
144
denti, i giovani tecnici e quadri — erano quelli che più vio
lentemente sono stati aspirati e, nello stesso tempo, ricaccia
ti indietro dal sistema, in particolare nell’apparato universi
tario. Questa contestazione culturale della gioventù, o di al
tre categorie sociali, si è poi estesa; essa non è altro che
l’avanguardia di nuovi conflitti sociali, passa nel cuore del
sistema scolastico perché la conoscenza è diventata una for
za di produzione essenziale, passa attraverso quelle strutture
fondamentali della vita sociale che sono ormai diventate l’e
ducazione l ’informazione, il consumo.
a c t u e l II che equivale ad affermare che il conflitto cen
145
novatori e più radicali. Non perché il movimento operaio
si sarebbe indebolito, o avrebbe dato le dimissioni nelle
mani di cattivi partiti o di cattivi capi, ma perché l’eser
cizio del potere capitalista all’interno dell’impresa non è più
la molla principale del sistema attuale, e dunque della lotta
sociale.
Al limitare del mondo industriale, ci fu il sorgere presso
ché puro di una coscienza di classe, difficile da distinguersi
da un’utopia di classe. Venne poi l ’azione di classe del pro
letariato, fenomeno centrale della società dell’industrializza
zione. Negli Stati Uniti e nei paesi di socialdemocrazia occi
dentale, questo conflitto fra salariati e padronato si è isti
tuzionalizzato, in modo più o meno completo. In Italia o in
Francia, società nelle quali gli ostacoli all’industrializzazione
e gli arcaismi furono maggiori che altrove, il movimento ope
raio ha conservato in parte l’orientamento rivoluzionario
che aveva acquistato nel xix secolo. E nonostante ciò tan
to il suo comportamento che le sue espressioni politiche ci
mostrano che esso è molto lontano dall'ingaggiare una lotta
frontale contro il potere. Oggi, alla fine della tappa dell’in
dustrializzazione, assistiamo nuovamente ad un fuoco d ’arti
ficio della soggettività di classe, ivi compresi, e soprattutto,
gli elementi finora meno coscienti e meno organizzati, gli
o s, i giovani, le donne. Il mondo operaio si sente sempre
intensamente sfruttato, ma anche marginalizzato. Eia perdu
to il suo mestiere nella specializzazione e nella divisione del
lavoro, ed ogni padronanza sul processo di produzione. La
gente non vuole più vivere la domenica come degli individui
normali per ritrovarsi prigioniera il lunedì di un autoritari
smo e di ritmi incredibili. La coscienza di classe rivive qua e
là, ma altresì i molteplici rifiuti individuali della condizione
operaia nell’ambito della gioventù. Questa coscienza di clas
se è esplosa, ma non riguarda l ’insieme e neppure il cuore
della classe, ma piuttosto la sua periferia. In rapporto a ciò
che abbiamo conosciuto in tutta l’Europa del xix secolo, il
fenomeno è stato socialmente e politicamente messo fuori
146
centro, sebbene resti soggettivamente di primaria importanza.
Possiamo vedere una combattività operaia abbastanza gran
de: essa è fatta in parte di quella coscienza di classe dispera
ta, in parte anche da una pressione che nasce basandosi su
dei vantaggi materiali e su di una maggiore istituzionalizza
zione dei conflitti del lavoro. Ma questi fatti, per quanto im
portanti siano, non devono mascherare l’essenziale: il con
flitto di classe si rinnova e non sarà più la classe operaia, in
quanto tale, ad animarlo. Ciò è già molto evidente negli
Stati Uniti e in Germania, senza parlare dell’Unione Sovie
tica.
Bisogna soprattutto fare attenzione al significato nuovo
delle rivendicazioni e della lotta operaia. Non si può infatti
dire che il mondo dell’alienazione culturale sia succeduto a
quello dello sfruttamento economico. Quest’ultimo si tra
sforma e diventa un aspetto particolare della dominazione
sociale e culturale. Una volta il tema centrale della lotta
operaia era la coscienza del produttore che si sentiva espro
priato di una parte delle ricchezze che egli creava Oggi l ’o
peraio si sente manipolato da un sistema semre più denso
di costrizioni: i ritmi, gli orari, il rumore. È per questo fat
to che gli os che non partecipavano attivamente alla difesa
dei « produttori » sono adesso in prima fila nelle nuove
lotte.
a c t u e l Questo per quanto riguarda i protagonisti. Ma
147
rettamente. Un tempo, il collettivo era un dato. Il villaggio
contadino, il quartiere di Siena, il faubourg Saint-Antoine,
il gruppo operaio e la sua cultura forgiavano ed inquadra
vano i gruppi sociali fin dalla loro origine. La società post-in
dustriale ha disperso gli individui mettendoli alla mercé del
le manipolazioni e del cambiamento: questa è la vera prole
tarizzazione di oggigiorno, così come il suo contrario, la vo
lontà di ritrovare una collettività e di controllarla, nella cit
tà, nel lavoro, neH’informazione, nella vita quotidiana... In
seno ad un sistema che spezza i rapporti sociali elementari,
non resta altro, al limite, che un Io isolato. Non è forse un
caso se i movimenti più vigorosi di questi ultimi anni hanno
avuto una base quasi biologica —la gioventù, la razza, le don
ne — come se questa identità restasse l ’unico bene e l ’unico
legame che non è stato ancora loro tolto dall’apparato.
a c t u e l Come valuta all’interno di questa analisi quelli
148
po i conventi, si esaurisce semplicemente nel fatto di costi
tuirsi e di mantenersi tale, senza alcuna azione sull’esterno.
L ’esperienza comunitaria è importante, ma è neutra nei
confronti dei rapporti di dominazione sociale. Non bisogna
confondere crisi culturale e conflitto sociale. Come il roman
ticismo del 1830, politicamente a destra, socialmente con
traddittorio, l’underground inteso nel senso ampio resta poli
ticamente e socialmente indeterminato. Può servire alle for
me nascenti dei conflitti sociali futuri o, al contrario, può
mascherarli e distogliere i loro protagonisti più radicali:
funzionare cioè come un rivelatore o come un alibi.
actuel Come può affermare che esiste una neutralità
in politica o in sociologia, e negare ogni forza di impatto ad
un movimento e a degli individui?
A LA IN T o u r a i n e Non dico che questo movimento non
conti nulla, così come non contesto la forza o l’influen
za del romanticismo. Ma bisogna ammettere che il roman
ticismo non ha niente a che vedere con il conflitto socia
le del xix secolo —salariati contro padronato —senza che con
ciò si voglia tuttavia ridurre l’insieme delle manifestazioni
della vita sociale del xix secolo al fronteggiarsi dei capita
listi e degli operai. La questione che si pone in ogni situazio
ne è quella dei rapporti fra crisi culturale e conflitti sociale.
Non contrapporrò mai così nettamente come nel 1968 la
Sorbona a Nanterre, la vanità arcaica della crisi culturale al
l’interesse per il conflitto sociale. La crisi e la rivolta cultu
rale sono in se stesse diventate un fenomeno sociale di ca
pitale importanza. Ma io non posso fare astrazione dalla loro
indeterminatezza originaria.
Il conflitto sociale non può collocarsi totalmente al di
fuori del sistema. Esso presuppone, come si è visto poco fa,
che esista aspirazione e ricaccianeento: che il consumo di
massa sia una realtà, ma vissuta come una frustrazione, la
possibilità di consumare come l’impossibilità di concorrere
alla creazione culturale, la manipolazione e l’integrazione co
me una non-partecipazione ed una solitudine. Esso presup
149
pone soprattutto non il rifiuto dell’ordine tecnocratico, ben
sì la sua contestazione, il farsi carico dei mezzi d’azione che
la società ha su se stessa, nell’interesse del popolo.
Questa risposta non può essere sufficiente. Non è una
spiegazione. In che cosa consistono esattamente oggi i rap
porti di classe? Quali sono la o le classi in formazione do
minate dalla nuova classe dirigente? Incominciamo a perce
pire la posta in gioco e l’agitarsi dei primi protagonisti, ma
ancora non abbiamo la risposta. Non esiste alcun motivo per
pensare che le rivolte originarie ci diano immediatamente
l ’immagine preformata di un movimento sodale che non
avrebbe più altro da fare che preservare se stesso nel suo
essere. Siamo ancora in un momento in cui la pratica deve
predominare sull’analisi. Ecco perché, per impazienza, vi so
no tante ideologie e tante utopie.
actuel 1830?
150
Charles Fourier
151
a Parigi a proporre al Direttore gli innumerevoli piani di mo
dernizzazione che ha concepito nelle lunghe serate di bivacco
sugli argomenti più diversi. Messo educatamente alla porta,
ritrova il suo punto di partenza tanto disprezzato: un posto
di viaggiatore di commercio. Una grande collera lo prende
contro queste rivoluzioni borghesi che tagliano le teste per
mantenere il matrimonio ed il commercio. E come imporre
con la violenza una società priva della costrizione?
Mediatore non autorizzato, impiegato di municipio, conta
bile, cassiere, Fourier si mette in una doppia vita: lo stare
a tu per tu con i campionari di tessuto o gli orari di uffi
cio, e un sognare potente e preciso sulla società futura. Nei
momenti liberi dal commercio, scrive pamplets, articoli e
trattati che sviluppano il suo grande sistema: La Théorie des
quatres mouvements, Le nouveau Monde industriel et so
ciétaire, Le nouveau Monde amoreux, La théorie de l’unité
universelle h.. lotta contro la civiltà, liberazione del desiderio
ed esaltazione del falansterio: comunità esemplare, quest’ul
timo, in cui il lavoro si svolge in gioco nell’utilizzazione di
tutte le competenze, nella fine delle costrizioni e dei ruoli
specializzati. Visionario ma non teorico, vuole che i suoi
scritti siano « pratici », e la probazione di dettagli che dà
sul falansterio sa più del reportage immaginario che non del
progetto politico. Al diavolo le riforme dell’economia e del
potere: si tratta al contrario di una piccola rivoluzione cul
turale: « Dimenticare ciò che abbiamo imparato, riprende
re le nostre idee all’origine, e rifare l ’intelletto umano ».
Newton non era che un gattino cieco: Fourier scopre il mo
vimento universale delle attrazioni della natura e dell’uomo
verso l’unità e l’armonia. « Io solo avrei mescolato venti
secoli di imbecillità politica, ed è soltanto a me che le ge
nerazioni presenti e future dovranno l ’iniziativa della loro
immensa felicità. Prima di me, l ’umanità ha perso diverse
152
migliaia di anni per lottare follemente contro la natura. Io,
per primo, mi sono piegato dinanzi ad essa studiando l’at
trazione, strumento dei suoi decreti. Essa si è degnata di
sorridere all’unico mortale che l’abbia incensata, mi ha affi
dato tutti i suoi tesori. Possessore del libro dei destini, io
vengo per dissipare le tenebre politiche e morali, e, sulle
rovine delle scienze incerte, io innalzo la teoria dell’armo
nia universale ». C ’è tutto: le comunità, l’ecologia e la ga
stronomia gaudente, la liberazione della donna, l’eliminazio
ne dei divieti sessuali, il surrealismo ed un approvcio del
l’inconscio in una generosità prolissa, liberale e libertaria;
c’è tutto, ed anche un po’ di più: anche una buona dose di
conformismo, perfino una nera reazione nel cuore stesso del
la sovversione: l’antisemitismo innanzitutto, e quella cre
denza che la nuova società avrà come l’antica i suoi ricchi,
i suoi poveri e i suoi re.
Così va l’uomo Faurier: dalle mezze maniche alle libe
razioni epiche, dal profetismo ai pranzi raffinati, dalle bet
tole agli amori venali. Un piccolo gruppo ormai lo circonda,
che sguazza nell’eccitazione intellettuale di questa fine-regno
di Luigi Filippo, distribuisce dappertutto i suoi giornali e
libelli e non sfugge sempre alle dispute gruppuscolari dei
socialismi nascenti. Ma la realtà è ingrata e i discepoli infe
deli. Quando questi creano un primo falansterio, nel 1832
a Condé-sur-Vesgre, Fourier li sconfessa: sfiducia negli uo
mini o reticenza ultima dinanzi a quella sperimentazione fi
no ad allora tanto desiderata? Allora comincia il vero tradi
mento dei discepoli che temono la lubricità del maestro, ed
amputano la teoria sociale del suo radicalismo e di ogni vo
lontà di esplosione sessuale. Fourier si ritiene irrimediabil
mente incompreso quando muore nel 1837 e, settatori misti
ci contro laici, si litigherà anche davanti al suo catafalco.
Per più di un mezzo secolo, nasceranno tuttavia falansteri
qua e là, che Fourier avrebbe giudicati, quasi tutti, un po’
troppo saggi. In Romania, una comune di quattrocento fami
glie contadine verrà dispersa dopo resistenza armata. Fra il
153
1845 ed il 1860, dal Massachussets al Wisconsin, una trenti
na di esperimenti societari si sparpagliano negli Stati Uniti.
La tradizione prosegue fino alla Comune di Parigi, prima che
i pesanti omaggi del « socialismo scientifico » ne facciano
una icona ingenua nel Pantheon pre-rivoluzionario. Era par
lare troppo presto e troppo affrettatamente. Charles Fou-
rier ha ancora molte cose da dirci.
154
delle manie di ciascuno, ci si applicherà ad incoraggiarle e
ad associarle per gruppi. Si dimentica che l’amore è la sfera
dell’irragionevolezza, e che, più una cosa è irragionevole, me
glio esso si allea con l’amore. Sotto questo rapporto, le manie
gli convengono eminentemente e, in Armonia, dove esse
saranno di alta utilità, verranno provocate metodicamente
fra la gioventù che oggi le sdegna perché vengono ridicoliz
zate, per l’impossibilità di farne uso.
a c t u e l Non pretenderà anche che la vita di famiglia co
155
Scansione a cura di Natjus, Ladri di Biblioteche
156
C H A R LES FO U R IER Le possibilità lussuriose sono illimi
tate. Fra le altre raffinatezze, io raccomando il « coadju-
rariat » che consiste, per gli uomini, nell’intromettersi ad
aiutare i piaceri saffici e per le donne nell’intromettersi per
favorire i piaceri pederasti; i concili gastrosofici nel corso dei
quali un areopago delibera solennemente su delle complicate
presentazioni dei piatti secondo dei criteri di degustazione;
il manierismo di Armonia il cui postulato è favorire lo svol
gimento estatico delle manie lubriche di ciascuno; i semi-bac
canali di preludio a lavori collettivi colossali di lungo re
spiro...
a c t u e l Che c o s a in t e n d e d ir e c o n q u e s t o ?
157
contenti; il centro dei cornuti propriamente detti, la sinistra
dei becchi e bastonati. Il quadro completo ne contiene ses-
santaquattro specie progressivamente distribuite in classi, or
dini e generi, a partire dal cornuto in erba fino al cornuto
postumo. Ne descriverò qui soltanto tre specie, volendo su
questo argomento, come su tanti altri, sondare quali svilup
pi mi converrà dare alla mia opera. Il cornuto è un geloso
onorevole che ignora la sua disgrazia e si crede il solo pos
sessore di sua moglie. Il becco contento è un marito sazio
degli amori domestici e che, volendo prendersi altrove i suoi
trastulli, chiude gli occhi sulla condotta di sua moglie e
l’abbandona senza esitazione ai suoi amanti. Il becco e
bastonato è un geloso ridicolo, sconveniente per la sua spo
sa, e ben informato della sua infedeltà; è un furioso che
vuole ribellarsi contro la sentenza del destino, ma che, re
sistendo in modo maldestro, diventa oggetto di scherno per
le sue inutili precauzioni, per la sua collera e il fragore delle
sue grida. E poi, bisognerebbe parlarvi dei becchi contenti
di grado superiore, undici categorie, delle specie graziose e
giovanili, cornuti brilli che se ne infischiano e si prendono
la rivincita, oppure delle specie attive, come il cornuto della
staffa, o ancora il girevole, ordine cinquantesimo, nove specie
in tre generi, un cornuto trascendente, come il super-tattico
che prende una moglie molto carina e di gran classe, poco
fortunata, ma che sa farla valere, o, sempre nello stesso or
dine, il cornuto federale, o reciproco, il cornuto per servizi...
a c t u e l Ci scusi se la interrompiamo, ma veniamo alla
parte più sociologica della sua opera. Lei è considerato co
me uno dei primi teorici moderni della vita comunitaria:
come si può definire il suo falansterio?
C h a r l e s f o u r i e r Supporremo che il tentativo venga
compiuto da un sovrano o da un privato opulento... o infine
da una potente compagnia di persone, che vorrebbe evitare
i brancolamenti e organizzare di un sol colpo la grande Ar
monia, l’ottavo periodo in pienezza. Indicherò il cammino
da seguire in un simile caso. Occorre, innanzitutto, un terre-
158
no contenente un’abbondante lega quadrata, che il paese sia
provvisto di un bel corso d’acqua, che sia spezzato da colli
ne e adatto a culture svariate, che si trovi addossato ad una
foresta e poco lontano da una grande città, ma lontano ab
bastanza per evitare gli importuni. Si metteranno insieme
dalle mille e cinquecento alle mille e seicento persone carat
terizzate da una disuguaglianza graduata nelle fortune, nelle
età e nei caratteri, nelle conoscenze teoriche e pratiche; in
questa riunione si combinerà insieme la più grande varietà
possibile; infatti più esisteranno varietà nelle passioni e nel
le facoltà qualsiasi dei soci, più sarà facile armonizzarle in
poco tempo.
actuel Contrariamente a quanto strombazzano certi
suoi discepoli gauchistes del giorno d’oggi, lei ci appare qui
come molto poco egualitario...
CH A R LES f o u r i e r L ’uguaglianza? È un veleno politico
nell’associazione. Il regime societario è altrettanto incompa
tibile con l’uguaglianza di fortune che con l’uniformità di
carattere; esso vuole in tutti i sensi la scala progressiva, la
più grande varietà di funzioni, e soprattutto la raccolta di
contrasti esterni, come quello dell’uomo opulento insieme
all’uomo privo di fortuna, del carattere bollente con l’apati
co, del giovane col vecchio, ecc.
A C T U EL Qui la riconosciamo bene, Charles Fourier: muo
vendo da un quadro tradizionale, quasi conservatore, lei ela
bora una profetica concezione della vita collettiva. In par
ticolare in materia di urbanistica e di architettura...
C h a r l e s f o u r i e r Infatti, le strade-gallerie dei miei fa
lansteri sono un metodo di comunicazione interna che baste
rebbe da sola a far disdegnare i palazzi e le belle città
della civiltà. Chiunque avrà visto le strade-gallerie di una
falange troverà il più bel palazzo civilizzato come un luogo
di esilio, un maniero di idioti che, in tremila anni di studi
sull’architettura, non hanno ancora imparato ad alloggiarsi
in modo sano e comodo... Il centro del palazzo o falansterio
deve essere adibito alle funzioni tranquille, alle sale da pran-
159
2 0 , a quelle per la borsa, del consiglio, per la biblioteca, per
lo studio, ecc. In questo centro, sono posti il tempio, la
torre per l’ordine interno, il telegrafo, i piccioni per la corri
spondenza, il carillon da cerimonia, l’osservatorio, il cortile
d ’inverno ornato di piante resinose e posta all’indietro al
cortile d ’onore. Una delle ali deve riunire tutte le officine
rumorose, come la carpenteria, la fucina, il lavoro al martel
lo; e deve anche contenere tutte le riunioni di bambini per i
loro lavori, che sono comunemente rumorosi sia nel lavoro
ed anche nella musica...
actuel I su o i f a la n s t e r i n o n a v r a n n o d e i p a r a s s i t i ir r i
m e d ia b ilm e n t e i m p r o d u t t iv i, d a to ch e e ssi co m p o rte ra n n o
n e c e s s a r ia m e n t e l ’e s is t e n z a d e i p ig r i?
Non esistono bambini pigri, anche nel
Ch a r l e s f o u r x e r
l ’epoca della civiltà. Sono tutti dei lavoratori infaticabili quan
do vengono presi dalla fantasia. Guardateli nelle loro nobili
spedizioni che essi chiamano scherzi, quando vanno a rompe
re i vetri, a suonare i campanelli, a demolire un muro, a
sradicare delle palizzate, ecc. Lavorano come maniaci. E chi
è quello che si dà da fare con più ardore? È il più piccolo,
tutto fiero di essere ammesso a fare degli scherzi con quelli
più grandi di lui. In questi casi, quei diavoletti sfidano i ri
gori dell’inverno e le fatiche, ed i pericoli del lavoro, dal
momento che questo preteso scherzo è un vero e proprio
lavoro. Non produce alcun piacere sensitivo; anzi, essi ri
schiano botte di tutti i generi, sia da parte di coloro che li
prendono sul fatto, sia da parte dei pedanti a cui vanno a
dar noia. Ma l ’attrattiva passionale li spingeva, e quando es
sa ispira un gruppo di fanciulli, fa di loro dei lavoratori
molto più ardenti degli uomini fatti, ed il loro ardore è al
trettanto grande per edificare che per distruggere. Li si
vedono spesso fare sforzi prodigiosi per costruire una diga
di ciottoli di traverso ad un ruscello, e costruire un piccolo
mulino di legno all’estremità della diga.
a c t u e l Come regolare allora il problema della scuola?
160
C h a r l e s FO U R iE R II bambino ha bisogno di andare nella
bella stagione a lavorare nei giardini, nei boschi, nei prati;
deve studiare solo nei giorni piovosi e di stagione morta, e
deve inoltre variare i propri studi.
Una società che commette l’errore di imprigionare i padri
dentro a degli uffici, può anche aggiungere la stupidità di
rinchiudere il bambino tutto l’anno in un pensionato in cui
egli viene annoiato in uguale misura dallo studio e dai mae
stri. I nostri autori politici e morali parlano in continuazione
della natura ma non vogliono consultarla un solo momento:
osservino i bambini in vacanza, quando nel numero di una
mezza dozzina, vestiti di bluse, vanno a rotolarsi nel fieno,
ad intromettersi giocosamente nelle vendemmie, nelle rac
colte delle noci, della frutta, nella caccia agli uccelli, ecc.; si
cerchi in un simile momento di offrire a questi bambini di
studiare i rudimenti, e si potrà giudicare se la natura del
bambino è tale da essere rinchiusa tutto il giorno durante
la bella stagione, con un contorno di libri e di pedanti.
a c t u e l Per quanto lo sospettiamo in anticipo, che cosa
161
morali, avrebbe potuto dare alla luce un trattatello speciale
sulla bancarotta e sulla corruzione che essa diffonde nei co
stumi. Ma i bancarottieri sono ricchi, ed allora la setta mo
rale è cieca sui loro brigantaggi. Godranno tranquillamente
dell’impunità senza che i moralisti battano ciglio. E poi que
sti sapienti hanno l’impertinenza di declamare contro il vi
zio; che cosa intendono dunque per vizio se la bancarotta è
esclusa dalle loro incriminazioni? Diteci, o moralisti, qual
è la classe di ladroni più degna del patibolo? Il ladro del
pubblico denaro? oppure il brigante di strada? Ma un Tar
tufo che inganna la probità per alcuni anni per usurpare
la fiducia ed attirare nelle sua mani i risparmi di molte fa
miglie, e che spia l ’istante del fallimento, del venir meno
per spogliare legalmente le sue vittime, sottrarsi per qualche
giorno all’indignazione pubblica, per poi sfoggiare ben pre
sto il suo lusso sotto la protezione delle leggi, non è forse a
un brigante di questo genere che bisogna riservare i supplizi?
a c t u e l Tristi tempi!
162
denti, ed il cavaliere, sul dorso del corridore, starà con
tanta mollezza quanto sopra una berlina molleggiata. Sarà pia
cevole abitare questo mondo, quando si potrà usufruire di
simili servitori.
Le nuove creazioni che si potranno veder cominciare fra
cinque anni daranno a profusione tali c tante ricchezze in
tutti i regni, nei mari così come sulle terre. Invece di creare
balene e pescicani, ippopotami e coccodrilli, sarebbe forse
costato di più creare dei preziosi servitori:
Anti-balene per trascinare i vascelli durante le bonacce;
Anti-pescicani per aiutare a braccare il pesce;
Anti-ippopotami per trascinare i battelli sui fiumi;
Anti-coccodrilli o cooperatori nei fiumi;
Anti-foche o cavalcature di mare?
Tutti questi brillanti prodotti saranno gli effetti necessari
di una creazione in aromi contro-fusi, che avrà inizio con un
bagno aromale sferico che purgherà i mari del loro bitume.
I grandi avvenimenti che hanno segnato la fine del xvm
secolo non sono che bagatelle in confronto a quelli che si pre
parano. L ’Europa volge verso una catastrofe che causerà
una guerra spaventosa, e che si concluderà con la pace per
petua
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