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Goldoni nacque a Venezia nel 1707 da una famiglia di condizioni borghese il padre

era un medico di professione sempre in movimento tra le città italiane. Il ragazzo lo


seguí Perugia dove compì i primo studi presso i gesuiti.
Tra il 1723 e il 1725 studiò legge all'università di Pavia ma la morte del padre lo mise
dinanzi alla necessità di provvedere alla madre e affettò il conseguimento della laurea
in legge a Padova. Il giovane era sempre stato affascinato dalla vita dei teatri e solo
nel 1731 una volta finiti gli studi, si dedica ad essa.
In questa prima fase della sua protezione per il teatro Goldoni affrontava generi come
la tragicommedia e melodramma, solo successivamente cominciò a contribuire a uno
stile comico e in polemica con la commedia dell'arte avvia una riforma radicale del
teatro.
Nel panorama degli intellettuali del settecento Goldoni si impone della società
borghese e rappresenta la figura in contrasti con quegli scrittori che o fanno parte dice
dei privilegiati oppure godono della protezione di un signore o di mecenate. Goldoni
infatti era uno scrittore che fa della sua professione intellettuale il suo unico riscontro
di vita infatti guadagna scrivendo, non scrive più esclusivamente per un pubblico di
letterali bensì per il mercato.
Nella sua prima fase teatrale Goldoni si stabilisce a Venezia dove il teatro era molto
più diffuso rispetto ad altre città italiane poiché Venezia era una città molto più
aperta.
Goldoni lavorò per il capocomico Medebac il quale lo convince impegnarsi come
poeta di teatro presso la compagnia del teatro di Sant'Angelo nel 1748 e 53 scrivendo
un numero elevato di commedie.
Dopo l'insuccesso di una commedia di Goldoni prese con gli spettatori impegno di
scriverle per la stagione successiva quella del 1750-51 scrisse sedici commedie nuove
e riuscì nell'impresa.
Con questa compagnia però Goldoni entrò in attrito per questioni economiche così
nel 1753 passo al teatro di San Luca in proprietà del nobile francese. Segue un
periodo difficile nel vincere la concorrenza però Goldoni scrisse opere più mature
della commedia goldoniana, tuttavia si infiltrarono polemiche portate avanti da Carlo
Gozzi, un letterario aristocratico conservatore rispetto alla riforme teatrali.
Disgustato dalla critiche alle sue innovazioni e desideroso di cambiamento, si reca a
Parigi dove riesce a imporsi al pubblico e alla corte e scrive, in francese, la sua
autobiografia, I Mémories.
Successivamente viene assunto a corte come maestro italiano tenendo una modesta
pensione che viene sospesa dall'assemblea legislativa nel 1792 quando scoppia la
rivoluzione.
Lo scrittore sopravvisse per pochi mesi in miseria e morì nel febbraio del 1793.

Poetica
Carlo Goldoni creò un tipo di commedia completamente nuovo portando sulla scena
la vita quotidiana al posto dei tipi fissi della commedia dell'arte. La commedia
dell'arte era un tipo di teatro che, affermatosi nel Cinquecento, aveva avuto grande
fortuna nel Seicento. Nella commedia dell'arte non esisteva il testo scritto: gli attori
recitavano sulla base di un canovaccio, cioè di tracce, su cui i comici improvvisavano
le loro battute (per questo era detta anche commedia dell'improvviso). Nel Settecento
questo tipo di teatro mostra segni di crisi; le rappresentazioni diventano noiose e
ripetitive, con battute sempre più scontate e volgari, fatte allo scopo di far divertire un
pubblico dai gusti grossolani.
Le commedie goldoniane sono ancora oggi messe in scena con successo, data la loro
straordinaria attualità. Infatti l'innovatore Goldoni ha saputo creare personaggi reali e
tratteggiandone con finezza la psicologia, facendoli agire in situazioni concrete,
quotidiane, ha dato vigore alla loro naturale comicità.

Goldoni è autore di più di cento commedie tra cui ricordiamo: La bottega del caffè,
La locandiera, Le smanie per la villeggiatura, Le baruffe chiozzotte, Il ventaglio.

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