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05 – Gastroenterologia 12/10/2020
Prof.ssa Zentilin
Argomento: Esofagiti non da reflusso
ESOFAGITE DA CAUSTICI
Oggi parliamo delle esofagiti, ovvero dell’infiammazione della mucosa esofagea, non correlate al
reflusso e accennerò alla possibilità che questa infiammazione sia legata a un trauma.
Il primo capitolo è l’esofagite da caustici,ovviamente gli acidi quali il fosforico,solforico, nitrico,
cloridrico sono estremamente lesivi per la mucosa esofagea così pure gli agenti ossidanti come l’
ipoclorito di sodio e le basi come l’ idrossido di sodio (ovvero la soda caustica) ,l’idrossido di
potassio e di ammonio possono essere estremamente lesivi tanto quanto gli acidi. Il più delle volte
nei bambini l’ingestione è accidentale, nel senso che uno fa un travaso in una bottiglia ,il bambino
la vede e pensa di bere chissà che cosa e invece si butta giù il “disastro”; mentre invece soprattutto
negli adulti almeno un terzo dei casi è dovuta a tentativo di suicidio. Ovviamente la diagnosi è
endoscopica perché bisogna assolutamente capire che cosa è successo e l’endoscopista per
descrivere la situazione utilizza la classificazione di Zargar, ovvero:
- grado 0: la mucosa è assolutamente normale
- grado 1: c’ è edema ,la mucosa appare molto pallida, gonfia ,edematosa e rossa
- grado 2: si divide in due stadi a e b. Nello stadio a la mucosa appare fragile nel senso che lo
stesso passaggio dello strumento può creare delle lesioni superficiali,emorragia,erosioni oppure
addirittura membrane biancastre ed essudato con ulcere superficiali. Mentre 2b ci dice già che sono
presenti delle ulcere profonde circonferenziali.
- grado 3: addirittura ci sono delle aree necrotiche nel sottogrado 3a e queste piccole aree
necrotiche non sono confluenti , 3b quando c’ è necrosi diffusa.
Chiaramente può essere un riscontro importante ma soprattutto lo sono i controlli endoscopici e
radiologici a cui il paziente sarà sottoposto a un mese, a sei mesi e a un anno perché eventualmente
dovrà essere dilatato perché la stenosi il più delle volte è quello che succede in un esofago andato
incontro a questo tipo di lesione.
LESIONI DA FARMACI
È un evento piuttosto raro però sappiamo benissimo che ci sono farmaci che possono ledere o
indirettamente o direttamente la mucosa esofagea.
Il meccanismo indiretto è legato a quei farmaci che possono creare malattia da reflusso
gastroesofageo per esempio i calcio antagonisti o i nitro derivati che agiscono a livello delle
fibrocellule muscolari lisce facendole rilasciare,è ovvio che a livello dello sfintere esofageo
inferiore provocano il rilasciamento per cui la malattia da reflusso.
Oppure un meccanismo diretto:
- nei pazienti che devono fare un’integrazione di ferro ,il solfato ferroso è estremamente lesivo
perché quando si solubilizza crea una soluzione acida,
- la vitamina c (acido ascorbico) perchè se uno ha uno sfintere esofageo inferiore che è bello tonico
e fa stazionare anche per pochi secondi l’acido ascorbico che pur essendo un acido debole è
comunque un acido per cui può creare problemi,
- una soluzione alcalina caustica come succede per esempio con gli Alendronati. Tutti i pazienti che
hanno una diagnosi di osteoporosi assumono questo tipo di farmaco per os per far si che il calcio
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assimilato venga deposto nelle ossa e essendo una soluzione alcalina caustica,vedendo il foglio di
accompagnamento di questi farmaci, è consigliato di prenderli in posizione eretta bevendo molta
acqua dietro le compresse in modo tale che non si fermi a livello esofageo proprio per evitare la
lesione mucosa,
-una soluzione iperosmolare , il cloruro di potassio è iperosmolare per cui richiama acqua, disidrata
la mucosa e crea un’ erosione,
- le tetracicline, antibiotici che vengono ancora utilizzati e hanno come effetto collaterale una
tossicità diretta sulla mucosa esofagea.
Ovviamente ciò succede a quei pazienti che abbiano un esofago un pochino infastidito dai “vicini di
casa” ovvero un atrio sinistro dilatato, un arco aortico particolarmente dilatato o calcifico, delle
stenosi esofagee, dei diverticoli oppure alterazioni della motilità , tutto ciò che non consente
l’accompagnamento elegante del bolo dalla bocca allo stomaco , crea ostacolo e tutto ciò che crea
ostacolo può far stazionare la compressa più del dovuto per cui chiaramente può creare lesioni.
Sono estremamente rare le lesioni da farmaci definite dalle pubblicazioni che abbiamo a
disposizione ,alcuni però ritengono che siano sottostimate e il 15-30% di esofagiti riscontrate all’
endoscopia possano essere attribuite a lesioni da farmaci.
SINTOMI: una lesione mucosa improvvisa o che comunque è stimolata continuativamente dall’
assunzione del farmaco può comportare la comparsa di dolore toracico acuto di solito retrosternale
nella parte superiore dello sterno , irradiato al dorso e può dare anche odinofagia ovvero dolore alla
deglutizione anche semplicemente alla deglutizione d’acqua e può essere presente pirosi per la
distensione delle pareti.
La diagnosi ovviamente è endoscopica o radiologica. Abbiamo detto che le lesioni sono molto
varie e non dimentichiamo che c’è anche un quadro
drammatico in cui il paziente deve essere intubato e
rianimato prontamente.
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questo vomito incoercibile praticamente crea delle lesioni ischemiche dovute proprio ai conati uno
dietro l’altro. Altre situazioni che possono favorire questo tipo di lesioni sono, come abbiamo
detto ,l’abuso di alcol oppure l’utilizzo di aspirina.
Ovviamente l’endoscopia è terapeutica perché oltre a evidenziare le lesioni non fa altro che
causticare con l’adrenalina per cui con iniezioni sottomucose e vicino ai vasi per evitare l’
emorragia oppure si possono posizionare clip metalliche o endoloop, in ogni caso si può tentare di
fermare l’emorragia. Se non ci si riesce il paziente va trattato con embolizzazione angiografica da
interventisti .
Un’altra sindrome dovuta a lesioni e ematomi esofagei è la Sindrome di Boerhave : conati di
vomito anche qui, traumi chiusi o tosse incoercibile possono creare questo tipo di situazione.
Tra i sintomi è ovvio il dolore toracico intenso,ci può essere enfisema sottocutaneo per cui voi
quando palpate le fossa sovraclaveari del paziente sentite quasi uno “sfrigolio” al di sotto delle dita,
ci può essere un versamento pleurico con presenza di amilasi salivare per cui la diagnosi
differenziale è con pancreatite oppure un empiema.
La terapia è o endoscopica o chirurgica e comunque si posiziona uno stent plastico autoespandente
oppure si fa un drenaggio toracico.
L’ematoma esofageo spontaneo che è praticamente dovuto a un sanguinamento tra la mucosa e la
muscolaris propria è dovuto solitamente e compare nei pazienti che assumono antiaggreganti per
cui l’aspirina prima di tutto oppure anticoagulanti oppure per uno starnuto estremamente importante,
per vomito,tosse, oppure come succede per i pazienti psichiatrici per ingestione di corpi estranei.
Un'altra categoria che tende purtroppo a ingoiare i corpi estranei per potersi far ricoverare in
infermeria sono i carcerati;alcune volte succede di dover estrarre delle lamette da barba nell’
esofago di questi pazienti.
I sintomi sono sempre più o meno gli stessi ovvero dolore toracico,disfagia, l’ematemesi(ovvero il
vomito di sangue) e ovviamente la diagnosi prevede la tac perché si ha un’immagine così a canna di
fucile( ovvero l’esofago presenta due contorni) e anche la risonanza può essere utile, inoltre un’
endoscopia che comunque ci fa vedere un ombra blu al di sotto della mucosa.
La terapia ovviamente deve essere conservativa.
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ESOFAGITE EOSINOFILA
Branca di nuovo interesse, è una situazione clinico patologica immunomediata che si presenta con
sintomi di disfunzione esofagea e con il reperto istologico di almeno 15 eosinofili per campo ad alta
definizione in assenza di altre cause riconosciute. È stata definita come patologia, Straumann in
Svizzera è stato il primo a segnalarla, in pazienti che sono tutti giovani ,di solito persone allergiche.
Certamente oggi l interesse si sta moltiplicando perché basta fare le biopsie, anche in un esofago
indenne da lesioni, che purtroppo ,se c’è disfagia, se l’età è giovane , se il sesso è preferibilmente
maschile e il paziente è allergico è facile riscontrare l’esofagite eosinofila.
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È stata riportata per questioni di furbizia da questi autori che hanno biopsiato tante persone in Nord
America ,Svezia e Australia. In Europa la Svizzera è quella che ne ha constatati di più perché
Straumann si è dato da fare ,con rapporto di maschi – femmine di 3 a 1; la razza caucasica è più
colpita rispetto agli
afroamericani e rispetto
alle altre categorie etniche.
Vedete qui a lato tutte le
varie popolazioni e vedete
che le prevalenze per
centomila abitanti sono
estremamente variabili
semplicemente perché è
direttamente proporzionale
a quante biopsie si fanno.
Ronkainen in Svezia del
Karolinska Institute :400 su
centomila abitanti, sono
tantissime persone ed è
chiaro che dipende sempre da quante biopsie si fanno.
Abbiamo una predisposizione genetica, sapete che il nostro intestino oltre ad avere le cellule che
noi studiamo in tutte le mucose che se sono integre hanno una capacità di resistere ai fattori esterni,
se c’è invece una qualche disfunzione di barriera, vedi le proteina delle tight junction etc etc,
abbiamo la dilatazione degli spazi intracellulari e allora le cellule dendritiche che sono quelle che
ogni tanto viaggiano nelle nostre mucose e hanno quella specie di “proboscide” che esce dalla
mucosa e che guarda all’interno del lume ,discrimina i nemici dagli amici e nel caso avvisa i Th 2
regolatori che se riconoscono il”nemico” chiamano in aiuto le altre cellule e arrivano così i basofili,
i linfociti, i natural killer,poi arrivano le mast cells e infine gli eosinofili. Tutte queste cellule
insieme producono tantissime interleuchine , in questo caso IL5 ,IL4 e IL13. Ovviamente ci sarà
anche il growth factor e le eotassine oltre che migliaia di proteine che reagiscono o a degli antigeni
del cibo (il paziente è allergico a determinate cose e non lo sapeva) o un paziente che è già
asmatico che ha già la rinite allergica o la congiuntivite allergica, oppure dei fattori ambientali , le
famose polveri , vengono ingoiate e provocano lesioni mucose che portano alla fine alla fibrosi e il
paziente non riesce più a mangiare. Il paziente è prevalentemente giovane con aspettativa di vita di
decine e decine di anni quindi col tempo arriva alla fibrosi e non riesce a mangiare.
Vedete la mucosa normale a sinistra e tutte queste rigacce rosse che non sono altro che i nostri
eosinofili che vanno a infiltrare la
mucosa e che provocano addirittura
delle cose che non vediamo in
endoscopia come se fossero dei
piccoli ascessi. Ovviamente però la
diagnosi è istologica, per cui la
biopsia va fatta e l’anatomopatologo ci dirà che ci sono 100,200,150,70 eosinofili per campo che
chiaramente sono anche superficiali che addirittura formano microascessi e che addirittura abbiamo,
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oltre a questi riscontri, le stesse alterazioni dell’esofagite microscopica ovvero dilatazione degli
spazi intracellulari, allungamento delle papille e quando c’è un ispessimento grave e severo dello
stato basale della mucosa, questo è un fattore predittivo negativo per cui bisogna trattare il paziente
con molta molta attenzione.
Ecco qui vediamo a=normale , b=
qualche infiltrato e qualche ascessino, in
alto a destra vediamo una coroncina di
eosinofili superficiali, un ascesso
provocato da eosinofili. Col tempo
avremo delle problematiche di fibrosi di
conduzione del bolo, per cui motilità
alterata. Abbiamo infiammazione con un
sacco di eosinofili infiltrati e poi la
stenosi o la stenosi fibrotica ancora
peggio che si è visto dopo 10 anni può
comparire serenamente.
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è anche per(vuoto registrazione) esempio nei globuli bianchi e gli eosinofili fanno parte di questi
per cui bloccando questa pompa protonica si ha un effetto anti-eotassina che è l’ ultima proteina
che viene mandata in circolo dagli eosinofili e quindi succede che avendo una attività
“antinfiammatoria” si ha la possibilità di far regredire le lesioni e far diminuire l’infiltrato
eosinofilo.
Dopo 8 il paziente sospende la terapia ,viene purtroppo(non abbiamo altri metodi) sottoposto di
nuovo a esofagogastroduodenoscopia e se ha risposto continuerà con mezza dose e se non ha
risposto dovremo andare avanti con la terapia che è o con steroidi topici, Budesonide preparata
galenicamente come se fosse uno sciroppo comune o un diluente che sia viscoso in modo tale che si
appiccichi sulle pareti esofagee e possa agire ,oppure con una dieta e anche qui vedremo se risponde
o meno dopo le 8 canoniche settimane. Purtroppo la dieta , o quella con eliminazione dei 6 alimenti
base oppure la dieta da eliminazione che si usa nei bambini , è terrificante perché si comincia da
alimenti elementari e tutte le volte che si aggiunge un alimento bisogna rifare l’endogastroscopia.
Ci sono i vari passaggi della terapia negli anni , tutto sommato, nata intorno al ’95 e poi definita
intorno al 2000/2005, nel 2007 c’era già un idea di quello volevamo fare ma da un punto di vista
pratico a noi interessa il 2017 cui corrispondono le ultime linee guida.
Analizzando cosa succede con gli inibitori di pompa protonica nell’ esofagite eosinofila e vediamo
che per fortuna con i PPI per esempio l’esofagite da Candida è molto più rara, addirittura non esiste,
che la risposta è buona e che c’ è una netta diminuzione degli eosinofili con una risposta istologica
che va con il 98%(non si sente bene il numero percentuale dalla registrazione) per cui molto
positiva( studio fatto con Omesoprazolo ) .
Chiaramente esiste anche una terapia endoscopica perché davanti a una stenosi essa non passa con il
corticosteroide o con i PPI, ma bisogna purtroppo dilatarla, essa non è usata come terapia di prima
linea però va fatta se il paziente presenta una stenosi perché ha una storia di malattia molto lunga.
Ovviamente vanno fatte da mani estremamente esperte e un buon endoscopista può riportare delle
complicanze piuttosto rare, si riporta la perforazione allo 0%.
E qui vediamo qualche accenno ai farmaci che sono a disposizione perché abbiamo il
Mepolizumab che è un anticorpo anti-IL5 che va a bloccare la chiamata da parte dei linfociti b
degli eosinofili e ovviamente bloccando questa via le IgE non vengono più secrete e ho si e no una
discreta risposta.
Reslizumab è un altro anticorpo anti IL 5 e nel 40 % dei casi da una buona risposta.
Il Dupilumab forse è un pochino più interessante perché è un anticorpo contro sia l’IL4 che l’IL13
per cui abbiamo decisamente una minore infiltrazione di eosinofili anche in circolo e tutto ciò aiuta
notevolmente la guarigione dalla situazione.
Un altro anticorpo monoclonale contro l’ IL13 selettiva fa si che addirittura non si abbia la risposta
a livello tissutale delle cellule t , degli eosinofili, per cui manca in circolo l’ eutaxina, non c’è la
risposta del TNFalfa né dell’ IL1 beta per cui abbiamo una situazione molto favorevole ma questi
sono ancora in studio, sono tutti in fase 3/4.
L’Omalizumab è un altro anticorpo monoclonale contro le IgE ma anche questo è in studio e poi
abbiamo ancora l’Infliximab che è l’ultima spiaggia ed è l’ anticorpo monoclonale chimerico
contro il TNFalfa, lo stesso utilizzato nelle malattie croniche intestinali.
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In conclusione questa malattia impatta tremendamente la qualità di vita dei pazienti perché questi
raccontano che da anni hanno imparato a mangiare lentissimamente perché altrimenti gli rimane
tutto lì.
Sicuramente la prima cosa è somministrare PPI perché hanno pochi effetti collaterali e possono
darci delle belle soddisfazioni, è chiaro che non vi ho accennato alla dieta dell’ eliminazione che è
praticamente solo il togliere glutine, latte, uova, frutta con guscio e pesce e crostacei negli adulti ;
nei bambini addirittura si utilizza una dieta con elementi per cui trigliceridi a catena
corta,amminoacidi , glucidi che è non “palatabile” a usare un eufemismo ,si può utilizzare nei casi
molto gravi, con sondino nasogastrico , con il ricovero ma è una cosa pesantissima. Oltre a ciò c’è il
fatto che per controllare se un alimento crea o no infiltrazioni eosinofile dobbiamo fare alla fine
delle 8 settimane una endoscopia con biopsia per cui estremamente complessa e pesante sia dal
punto di vista di qualità di vita che di peso sociale perché non si è ancora riusciti a far avere un’
esenzione a questi pazienti che si pagano le visite , i farmaci , le endoscopie e tutto il resto. Ciò è
molto pesante ma dobbiamo riconoscerla per poterla trattare, ovvero come facevano i medici nell’
antico Egitto ,questa malattia la conosco, la riconosco e la curo.
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