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2 -PSICHIATRIA 07/10/2021
Prof. Serafini
Argomento: isteria, DSM 4 e 5, ansia patologica, paura, attacchi di panico, fobie.
ISTERIA
Questi sono i vecchi disturbi somatoformi nel DSM4 che sono rimasti sostanzialmente quelli. Il disturbo di
somatizzazione dove tutto è incentrato sul corpo. Le somatizzazioni altro non sono che il trasferimento della
sintomatologia ansiosa attraverso il meccanismo di conversione dall’aspetto psichico a quello somatico. Per
cui questi sono i pz che di solito sono poco amati all’interno degli ambienti internistici, sono quelli che
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soffrono di mal di schiena, quelli che soffrono di dolori gastroenterici non in maniera specificati, sono quelli
che spesso i colleghi specialisti non psichiatri definiscono funzionali. Probabilmente andando avanti le
neuroscienze e la neurobiologia ci diranno
molto sui disturbi. Già adesso noi abbiamo
una eziopatogenesi che si definisce
multifattoriale, però abbiamo una serie di
disturbi che stanno sempre più
confermando l’organicità di queste malattie.
Quindi non è che oggi come oggi nella
maggior parte dei casi non esista una
eziopatogenesi organica, è che le nostre
conoscenze non sono in grado di
chiarificare questo aspetto. Era lo stesso
Sigmund Freud che parlando delle nevrosi,
si esprimeva chiaramente dicendo che erano
malattie organiche. Quindi andando avanti
chiariremo sempre di più questo aspetto.
Disturbi di conversione sono la conversione del disagio psichico nel disagio somatico. Il disturbo algico ha al
centro il dolore, come suggerisce il nome stesso. La vecchia ipocondria è diventato disturbo somatoforme,
DSM4. L’ipocondria è la convinzione morbosa di poter avere un certo tipo di patologia che può diventare
anche delirio ipocondriaco, cioè laddove questa condizione assuma le caratteristiche che vi ha mostrato il
prof. Amore nelle prime lezioni, quindi il delirio diventa una convinzione privata e privatistica nel degno
dell’assurdità delle tematiche, è impermeabile alla critica e al giudizio altrui ed è nel senso
dell’autoriferimento, allora è diventata una convinzione delirante a tema ipocondriaco. Questo si esprime
anche nelle sindromi depressive, questa connotazione prevalentemente ipocondriaca.
Il dismorfismo corporeo è la convinzione legata all’alterazione presunta di una parte del corpo. Questo è
molto interessante perché lo si trova spesso nelle pz con anoressia nervosa, cioè nella storia di queste
pazienti andando a spulciare bene nei
rilievi anamnestici si nota spesso la
presenza di questo tipo di disturbo
che poi pian piano nel tempo diventa
vera e propria distorsione
dell’immagine del corpo e assume
caratteristiche molto gravi del
disturbo alimentare appunto noto
come anoressia nervosa.
Alla base dei disturbi somatoformi vi
è lo stesso concetto che vi ho
mostrato a proposito dell’isteria: non
vi è la condizione organica che possa
giustificare la sintomatologia che si
manifesta nel malato.
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Argomento: isteria, DSM 4 e 5, ansia patologica, paura, attacchi di panico, fobie.
Nel disturbo da sintomi somatici e correlati, nell’attuale DSM 5 si riprende la concezione dei disturbi
somatoformi, però c’è un aspetto interessante che vale la pena sottolineare: mentre nel DSM4 il disturbo da
somatoforme negava l’esistenza a priori di un aspetto organico (cioè la malattia doveva essere o funzionale o
organica), nel DSM 5 non è così. Nel DSM5 il disturbo somatoforme, denominato in maniera diversa,
denominato disturbo da sintomi somatici, può anche nascondere una eventuale eziologia organica. Perché si
è proceduto attraversi questo cambio di paradigma? Perché si è constatato che in tante situazioni l’eziologia
organica esisteva, ma non si era in grado di metterla in evidenza, quindi proprio per una questione legata a
un affinamento delle conoscenze, a una capacità clinica che spesso non era soddisfacente non si riusciva ad
arrivare alla diagnosi. Quindi il DSM 5 riconosce questo aspetto e riconosce anche al clinico una importanza
di potere andare a identificare quel certo tipo di quadro clinico, poter porre la diagnosi differenziale e
ammettere l’esistenza di entrambi i disturbi. Esiste una eziologia organica dalla quale parte un certo tipo di
fastidio e questo fastidio nel tempo si trasforma in disturbo somatoforme , ma ha una base più che sicura,
non ha a che fare con il panorama nevrotico di un soggetto in pasta ?, ma poggia all’interno di un rimando
organico.
Domanda: [Quando parlavamo del fatto che in molti casi ci sia un correlato organico rispetto a quello che
era il quadro nevrotico, ma significa che ancora non si sono scoperti altri casi o solo in alcuni casi si ha un
correlato organico? La seconda domanda era cosa si intende per quadro organico, ovvero se si intende
l’effetto sul corpo o si tratta di una alterazione preesistente?]
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Argomento: isteria, DSM 4 e 5, ansia patologica, paura, attacchi di panico, fobie.
Risposta: [Per rispondere a questo quesito spesso si parla di correlato, anche quando si fanno gli studi
neuroimaging, oggi si trova la parola correlato neuroanatomico e si associa a quel tipo di disfunzionalità.
Questo cosa significa? Che se noi non sappiamo a priori, non possiamo dire se si tratta del disturbo che
determina quel livello di alterazione e quindi c’è una causalità diretta o se c’è un correlato e le due cose
coesistono, e quindi è difficile andare a comprendere se viene prima l’uno o l’altro.
Per quanto riguarda la prima domanda penso che le nostre conoscenze non siano ancora adeguate da poter
filtrare il dato neuroanatomico, neurobiologico in generale e quindi darci un rimando che sia più specifico a
questo tipo di patologia. C’è un livello di complessità intrinseco, nell’ambito degli studi che riguardano
La neurobiologia che sia la genetica, che sia la neuroimmunologia, che sia l’epigenetica. Ci sono molte
branche che stanno approfondendo questi concentti, ma l’unico problema è la replicabilità degli studi.
Molto spesso quando tu hai dei dati di correlazione questi dati non possono essere replicati, ripetuti in
esperimenti che sono alla base della scienza di Galileo Galiei che ci ha dimostrato chiaramente che per
avere un dato affidabile e specifico, devi avere la replicabilità.]
C’è ancora molto da scoprire e questo può essere molto stimolante in discipline come la psichiatria, però
certo bisogna fare estrema attenzione perhcè ci muoviamo in un ambito di precarietà e anche le nostre
definizioni nosografiche sono in rapida modifica, in rapido cambiamento nel tempo. Se voi prendete il
DSM1,2,3,4 e 5 notate tutti questi cambiamenti nosografici molto accentuati nel corso del tempo.
Due parole sui disturbi dissociativi, dobbiamo procedere rapidamente e poi cercheremo di organizzare delle
ADE per i più interessati di voi, che possono essere momenti interessanti di approfondimento. Poi vi dicevo
oggi ci sono anche delle lezioni su Youtube che sono molto dettagliate.
l’alimentazione,l’esercizio fisico, l’ambiente più o meno stimolante possono andare ad agire direttamente su
questo. Quindi questo sta svelando qualcosa che ipoteticamente era stato intuito dalla psicologia e dalla
psicologia tempo fa. Di solito è accaduto quasi sempre qualcosa di stressante e traumatico nella vita di questi
soggetti e questo qualcosa determina questo importante evento amnesico. Molto spesso questa diagnosi viene
fatta in modo differenziale, cioè si va prima a escludere che non ci siano stati altri eventi cerebrovascolari,
ma non solo, e bisogna stare particolarmente attenti. Quando troverete queste caratteristiche andate prima a
escludere ovviamente qualsiasi causa che può essere puù comunemenete associata a tutto questo. Quindi
andate a indagare l’organicità, cioè quello che conosciamo.
Domande: [Ma il disturbo dissociativo, di cui ne avevo sentito parlare,che è legato a un trauma invece,
quindi un vento traumatico dal quale il pz si dissocia in quale rientra?]
Risposta: [In tutti e quattro, sappiamo che l’eziologia è comune, sappiamo soltanto che dipende dal trauma.
I disturbi dissociativi hanno quella come origine, poi ovviamente per capire quale tipo di trauma oggi come
oggi bisogna fare attenzione. Già la definizione di trauma può essere un problema, perché quello che è un
trauma per me, magari non lo è per voi. Tanto è vero che il DSM cerca una definizione quanto più
universale possibile, deve essere o una lesione grave o qualcosa che ha messo a repentaglio la vita, ecco
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questo può essere sufficientemente traumatico. Però l’unico grande problema che rimane abbastanza
irrisolto è perché in alcuni soggetti quel determinato acquisisca quelle determinate caratteristiche
traumatiche e in altri no. Quello che penso io, è che a fare la differenza sia il livello di reattività
dell’individuo, la sua sensibilità e le caratteristiche caratteriali, temperamentali che fanno la differenza,
cioè che determiano la modalità reattiva. Perché altrimenti non si spiega come mai certe cose siano una
valenza traumatica generale. Ma anche dopo le grandi calamità naturali, che sono definibili in qualche
modo traumatiche, ci sono dei soggetti che sviluppano un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress
e quelli che invece sono immuni da tutto questo. Quindi questo è un problema che dobbiamo risolvere.]
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Al secondo punto: il sentimento penoso di apprensione è diventato aspecifico, si stende a tutto. Non è più
l’ansia della madre che ha due figli piccoli in casa e non riesce a far fronte alla situazione particolarmente
stressante nella quale vive ed è poco aiutata. Può nascere così all’inizio il disturbo ansioso, laddove si
incontrano tutta una serie di fattori di rischio diventa disturbo d’ansia, e allora si svincola completamente
dall’oggetto, non è più legato alla situazione dei bambini in casa, diventa ansia patologica legata a qualsiasi
contesto.
Difficoltà nel controllare il proprio livello di preoccupazione, questo è fondamentale. Tutti abbiamo le nostre
preoccupazioni però alcuni riescono a mantenere una capacità di autocontrollo, nel soggetto ansioso questa
capacità viene completamente perduta. Non è soltanto il troppo che altera la qualità della vita, è il troppo che
non riesce più a essere controllato dal soggetto. Questa è una delle caratteristiche che si vede bene nel
panico, nella triade psichica del panico. Uno degli aspetti fondamentali è proprio l’impossibilità a controllare
anche lo stesso livello di aggressività del soggetto. Proprio la incapacità a controllare i propri pensieri
disfunzionali.
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Ricordatevi sempre che l’ansia colpisce entrambi i versanti, sul piano del versante psichico determina un
vero e proprio senso di impotenza: il soggetto che soffre di ansia giunge a non riuscire a dare una
spiegazione plausibile del proprio livello di malessere e si genera questo penoso senso di impotenza. Sul
piano somatico, lo avete visto, si manifesta da diversi punti di vista.
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Argomento: isteria, DSM 4 e 5, ansia patologica, paura, attacchi di panico, fobie.
può essere una tipica situazione agorafobica. Ma anche addirittura indossare cravatte strette, collane, anelli,
cinture di sicurezza o andare a prendere il brevetto da subacqueo possono essere situazioni innescanti la
cosiddetta agorafobia.
Esistono tutta una serie di misure controfobiche interessanti, che se parlate bene e a lungo con i vostri
pazienti, magari loro riusciranno anche a esprimere. Per esempio coltivare amicizie con i medici, muoversi
sempre in prrossimità dei presidi sanitari o in qualche modo portare occhiali scuri, avere le goccine
ansiolitiche nella borsetta, sono tutte tecniche controfobiche che si utilizzano per fronteggiare in maniera
adattativa la situazione disfunzionale.
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