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Il Monachesimo Benedettino

Il Monachesimo Benedettino nacque con la fondazione di Montecassino e fu quello che in


Italia ebbe più prospettive.
In Italia , il Monachesimo si diffuse grazie a tre figure molto importanti:
 SAN GEROLAMO;
 AMBROGIO DA MILANO;
 PAOLINO DI NOLA;
Furono importanti anche per la nascita dei monasteri femminili, tra questi vi è il “VIVARIUM”
non proprio un monastero, che fu creato da Cassiodoro nel 540.

Benedetto da Norcia

Il Fondatore del Monachesimo Benedettino fu Benedetto da Norcia un uomo agiato che, dopo
un soggiorno a Roma, decise di isolarsi dal mondo, fondando uno dei monasteri più
importanti, quello di Monteccasino (la casa madre del monachesimo benedettino). La maggior
parte delle informazioni, relative alla vita di San Benedetto, sono state ritrovate all'interno dei
“Dialoghi” di Gregorio Magno, scritti in un latino molto agievole.
Il monastero di Montecassino, negli anni subì varie devastazioni, tra cui quella delle armate
anglo-americane che lo bombardarono ritenendo fosse una cellula importante dei nazi-
fascisti.
Il Monastero di Montecassino

Fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia sul luogo di un'antica torre e di


un tempio dedicato ad Apollo, situato a 519 metri sul livello del mare, ha subito nel corso della
sua storia un'alterna vicenda di distruzioni, saccheggi, terremoti e successive ricostruzioni.
Alla comunità monastica si accedeva presso la chiesa di San Martino, stabilita da San
Benedetto nel tempio dell'acropoli, nella zona sud-occidentale rispetto all'attuale monastero,
in una zona meno impervia.[1] In cima al monte vi era l'oratorio di San Giovanni, stabilito dal
santo sul luogo di un'ara di Apollo, secondo quanto ci ha tramandato Gregorio Magno: in
questo oratorio Benedetto volle esser sepolto assieme alla sorella Scolastica.[1]
Attorno al 580, durante l'invasione dei Longobardi, il monastero venne distrutto per la prima
volta dai longobardi di Zetone[1] e la comunità dei monaci, con le spoglie del santo fondatore,
dovette riparare a Roma, trovando ospitalità presso il Palazzo del Laterano[2]. Ricostruita
intorno al 718 sotto l'impulso di Petronace di Montecassino, l'abbazia venne distrutta una
seconda volta dai Saraceni nell'883, venendo riedificata per volere di papa Agapito II solo
nel 949. Per tutto il medioevo, l'abbazia fu un centro vivissimo di cultura attraverso i
suoi abati, le sue biblioteche, i suoi archivi, le scuole scrittorie e miniaturistiche, che
trascrissero e conservarono molte opere dell'antichità .

Il monachesimo in Italia, si diffuse da Monteccassino per tutto il territorio. Tra i più


importanti, oltre a Montecassino, troviamo: – Nonatola – Farfa – Novalesa – San Vincenzo al
Volturno.

Il Monachesimo Femminile

Nel medioevo la donna aveva un ruolo marginale rispetto all'uomo, essa veniva fortemente
bistrattata e vista con sospetto da parte della chiesa. Infatti, un fenomeno poco conosciuto fu
quello delle donne che lasciavano tutto per cercare Dio nella solitudine di un deserto. Le
madri del deserto, come affermò Gabriel Ziegler, non erano combattenti solitarie, al contrario,
erano in rapporto con le sorelle e si consigliavano tra di loro. Le donne, essendo l'eremitismo
solo di tipo maschile, si riunivano tra di loro nelle proprie case dando vita a delle piccole
comunità (prima forma di monachesimo femminile che venne rafforzata da Scolastica, sorella
di San Benedetto). Una prima fioritura del monachesimo femminile in Italia, si avrà tra il VII e
VIII secolo con l'arrivo dei longobardi.

Il Monastero Benedettino

Chiesa abbaziale: residenza dell'abate


Dormitorio: dei monaci
Foresteria: dormitorio dei non religiosi
Chiostro: dedicato alla preghiera e al pensiero dei monaci

La Regola Benedettina

Nella "Regola" San Benedetto fa tesoro anche di una breve esperienza personale di vita
eremitica che gli fece capire quanto le debolezze umane allontanino di più dalla
contemplazione di Dio. Per questa ragione propone di vincere l'accidia (una certa "noia"
spirituale), con il cenobitismo, cioè una vita comunitaria che prevede un tempo per la
preghiera ed uno per il lavoro e lo studio (Ora et labora), che significa prega e fai fatica ,
lontana dalle privazioni e mortificazioni estreme imposta dalla vita in solitudine scelta dagli
asceti e, quindi, attuabile anche da persone comuni.
L'attività primaria divenne in diversi monasteri la copiatura di testi antichi, specie di quelli
biblici. A tal proposito si è fatto notare che «il monaco che ricopia e medita e rivolve e
commenta e diffonde la parola biblica aperse la via alle nuove scienze linguistiche".
In particolare, per i Benedettini la "Preghiera" è intesa come la contemplazione del Cristo alla
luce della Parola Sacra ed è praticata sia comunitariamente attraverso i canti (sono i canti
gregoriani), la partecipazione a funzioni e l'ascolto delle letture in diversi momenti della
giornata (ad es. durante i pasti), sia nel chiuso della propria cella sia attraverso lo studio.
Luoghi inospitali e disabitati dove erigevano le loro abbazie, ma anche lo studio e, un tempo, la
trascrizione di testi antichi (non solo religiosi ma anche letterari o scientifici). Del resto per
loro un'alta forma di preghiera è anche il proprio atteggiamento verso il lavoro.
Così San Benedetto organizza la vita monastica intorno a tre grandi assi portanti che
permettono di fare fronte alle tentazioni impegnando continuamente ed in modo vario il
monaco:

1. Preghiera comune
2. Preghiera personale
3. Lavoro
Lo studio non era compreso. La maggior parte dei monaci benedettini era analfabeta. Compito
del monaco è, con l'aiuto della comunità monastica di cui fa parte, di adempiere a questi tre
obblighi con il giusto equilibrio, perché quando uno prende il sopravvento sugli altri il
monachesimo cessa di essere benedettino. I monaci che seguono la regola di San Benedetto,
infatti, non devono essere né dei contemplativi dediti unicamente all'orazione, né dei liturgisti
che sacrificano tutto all'Ufficio, né degli studiosi, né dei tecnici o degli imprenditori di
qualsivoglia genere di lavoro.

Giornata Monastica

La Giornata dei monaci all’interno dei monasteri era cosi organizzata:


La loro attività era divisa in preghiera e lavori manuali.

 00:00 Vigilia;
 02:00 Riposo/Preghiera personale;
 04:00 Preghiera Collettiva;
 04:30 Riposo;
 06:00 Ora prima (cambiava in base alle stagioni);
 06:30 l’Abate dava indicazioni ai monaci;
 07:30 inizio lavoro manuali;
 12:00 ora sesta;
 12:15 pranzo tutti insieme;
 13:00 riposo;
 14:00 preghiera nona;
 14:30 lavoro;
 18:30 celebrazione dei Vespri;
 19:00 cena tutti insieme;
 20:00 riposo;

Abbazia di Nonantola Abbazia di Novalesa

Abbazia di Subiaco Abbazia di Farfa

Agricoltura e Commercio
Il monastero dell'alto medioevo si configurava come centro culturale, centro di fede, ma anche
come centro di slancio dell'attività economica: i prodotti lavorati venivano poi inseriti in un
circuito definito. Si parla, infatti, di economia curtense, o locale (ovvero un'economia che
nasce in piccoli centri collegati fra loro) proprio grazie al forte valore posseduto dallo scambio
di prodotti rispetto alla produzione monetaria, in quel tempo ridotta. All'interno delle officine
di elaborazione culturale venivano prodotte anche molte opere significative. La lavorazione o
confezione del manoscritto era un lavoro molto delicato e dispendioso. Processo di confezione
del manoscritto:
1) conciatura delle pelli;
2) stesura sul telaio e raschiatura;
3) utilizzo della cera;
4) utilizzo della penna d'oca;
5) squadratura e rilegatura;
6) correzione;

- CULTURA
In questi secoli la cultura era un prerogativo delle classi ecclesiastiche, mentre il resto della
popolazione era del tutto ignorante. Proprio per questo venivano utilizzati dei codici miniati
che davano la possibilità a chi non sapeva leggere di capire ugualmente. I centri di cultura più
importanti in questo periodo erano quelli nelle cattedrali, veniva infatti trasmessa un tipo di
educazione religiosa, e gli insegnamenti venivano impartiti tramite il sistema della scolastica,
ovvero quello delle 7 arti liberali, che faceva riferimento alla scuola palatina:
-TRIVIUM: – grammatica – retorica – logica (dialettica – filosofia)
-QUADRIVIUM: – geometrica – aritmetica – fisica – musica*
*La musica fu una di quelle attività portate avanti dai monasteri. Un esempio di primo
pentagramma con la mano guidoniana:
Il vero e proprio pentagramma arriverà verso il 400 - 500 I testi ritenuti più validi per la
cultura del buon cristiano erano le Auctoritates. Tra gli autori di riferimento c'erano:
- Galeno (medicina);
-Tolomeo (astronomia);
-Aristotele (metafisica);

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