Altro che accordo sui rimpatri degli immigrati.
Il governo
tunisino dice: con Frattini e Maroni non c’è stata firma y(7HC0D7*KSTKKQ(
Domenica 3 aprile 2011 – Anno 3 – n° 79
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
ALFANO CHIAMA LA PIAZZA
CONTRO I MAGISTRATI
Incredibile: il ministro della Giustizia fomenta lo scontro
per le leggi a favore del capo.
Mentre Berlusconi sfida il
Quirinale. Altri voti comprati?
Barzellette umane
di Antonio Padellaro
dc
ultima barzelletta sporca di Berlusconi
L’ è un video di “Repubblica tv”che ci
dice molto su certa classe politica ita-
liana. Non del protagonista di cui sap-
piamo proprio tutto e che può fare perfino
pena mentre lo vediamo riciclare una vec-
chissima e disgustosa storiella noiosa. Il pro-
blema è chi lo ascolta. Siamo a palazzo Gra-
zioli e nell'emiciclo dove si riunisce il par-
lamentino pdl siede una delegazione di sin-
daci campani che chiedono lo stop agli ab-
battimenti delle case abusive. Un consesso di
questuanti che tuttavia indossano la fascia
tricolore. Ebbene, mentre il barzellettiere la
tira per le lunghe, nel video si vedono i co-
siddetti primi cittadini partecipare allo sfor-
zo e quasi trattenere il fiato in vista del mesto
traguardo. Quando finalmente dopo gli ul-
timi tornanti il cosddetto premier pronuncia
le irresistibili parole “fica” e “culo”, scro-
sciante scatta l'applauso. Ah, se uno solo di
quegli ometti agghindati con i simboli delle
istituzioni lo avesse interrotto alzandosi e an-
dandosene. Non sarebbe oggi un eroe nazio-
nale? Il primo capace di ribellarsi a un rito
umiliante magari accompagnando l'eroico
gesto con la storica frase: presidente le sue
barzellette non fanno ridere nessuno. E poi-
ché il coraggio chi non ce l'ha non se lo può
dare, non ci hanno nemmeno sorpreso i vi-
stosi segni apprezzamento colti sul palco di
Lampedusa mentre l'umorista di Arcore elen-
cava gli infallibili rimedi (l'acquisto di una
villa, un campo da golf, il premio Nobel) per
risolvere alla radice l'emergenza immigrazio-
ne sull'isola. Passi per il sindaco che dovreb-
be dare spiegazioni su certi figuri sguinza-
gliati a minacciare di morte gli eventuali con-
testatori. Ma dal governatore siciliano Lom-
bardo, al posto di quei sorri-
setti ammiccanti (tipo, noi
che la sappiamo lunga) ci sa-
remmo aspettati altro. Per
esempio, una di quelle belle
frasi alla Camilleri che hanno
reso i siciliani famosi nel
mondo: ma presidente che
minchia dice... A Lombardo
che poteva diventare il poli-
tico italiano più popolare
consigliamo questa frase at-
tribuita a Nietzsche : “L'unico
peccato che non mi perdono
è aver costretto qualcuno ad
aver vergogna di se stesso”.
+#!z![!"!%
www.ilfattoquotidiano.it
Il nuovo mensile
di Emergency.
Leggi a
occhi aperti.
€ 1,20 – Arretrati: € 2,00
Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Credere, obbedire
e leccare
di Marco Travaglio
S
e non si professasse “liberale” ogni due per tre
e non scrivesse perciò sul Corriere della sera,
Piero Ostellino meriterebbe la considerazione
pressochè nulla che si deve ai tipici intellettuali
italiani che attaccano sempre il cavallo alla
mangiatoia giusta: craxiani quando comanda Craxi,
berlusconiani ora che comanda B., domani dipende
da chi comanda. Invece molti lo credono un
“liberale” per davvero, al punto che ha finito col
crederci persino lui. Tant’è che nei suoi articoli - usati
in molte sale operatorie al posto dell’anestesia totale
e riassumibili quasi sempre nel motto “I love B.” - egli
usa citare a sostegno delle sue corbellerie ora
Tocqueville, ora Stuart Mill, ora Locke, ora
Il Caimano prepara
l’offensiva: voto su
Montesquieu, ora tutti e quattro insieme
(ovviamente ignari e incolpevoli di tutto). Ieri, a
riprova del fatto che B. dev’essere davvero
processo breve e caso malmesso, di articoli ne ha scritti addirittura due in
Ruby. E una legge un sol giorno: uno a pagina 1, l’altro a pagina 57. A
per poltrone ai pag.1 sostiene che “i pm processano B più per tigna
“responsabili” pag. 6 - 7 z
Udi Furio Colombo
che per obbligatorietà dell’azione penale”, dunque,
in ossequio a un non meglio precisato “pensiero del
700 e dell’800”, urge la “separazione dei poteri”,
ergo hanno ragione B. e Alfano a mettere il potere
giudiziario al guinzaglio di quello politico.
ITALIA Sragionamento che ricorda il celebre sillogismo di
Montaigne: “Il salame fa bere, bere disseta, dunque il
FINTA salame disseta”. A pag.57 Ostellino definisce
E TRAGICA “ridicola” la presunta “intenzione” della Procura di
Roma di “incriminare B. per concussione a seguito di
ocainomane, la parola - quasi un una telefonata in cui chiedeva la chiusura di
Cplanino
sussurro - è volata come un aero-
di carta in mezzo alle grida e
Annozero”, precisando che “di tale incriminazione
non me ne potrebbe (sic, ndr) fregare di meno”.
al tumulto dell'Aula, più una dichia- Resta da capire perché allora abbia deciso di
ammorbarne i lettori, già duramente provati dal
razione che una accusa. pag. 18 z
primo articolo. In ogni caso la Procura di Roma non
ha alcuna “intenzione di incriminare” B. per le
pressioni anti-Annozero: per il semplice motivo che,
DISASTRI DI GOVERNO x Cosa resta dopo gli show dell’uomo di Arcore per quei fatti, B. è già indagato da più di un anno
(prima a Trani e poi per competenza a Roma).
LAMPEDUSA, SASSI E FIAMME Ostellino trova “ridicola” l’indagine perché, “se si
perseguissero i politici che telefonano ai direttori di
giornali affinchè non facciano scrivere i giornalisti
DUE ANNI DOPO È NOTTE A L’AQUILA
sgraditi, il Parlamento sarebbe vuoto e i tribunali
sarebbero pieni”. Evidentemente il “liberale” de
noantri, quando dirigeva il Corriere, riceveva pressioni
Amurri e Fierro pag. 2 - 3 - 4 - 5 z da politici per non far scrivere giornalisti sgraditi e
non faceva una piega, trovando la cosa
assolutamente normale. Qui però gli sfuggono un
paio di particolari. 1) La Rai non è un giornale
privato: è un’azienda pubblica i cui dirigenti -
diversamente dai direttori di giornale - sono
“incaricati di pubblico servizio”. 2) B., per far
chiudere Annozero, non chiamò un direttore della Rai,
ma alcuni membri dell’Agcom, che dovrebbe essere
un’“autorità indipendente”, invece B. la tratta come
il cortile di casa sua. Condotta che, a un vero liberale,
dovrebbe far rizzare tutti i capelli in testa. Infatti a
Ostellino “non potrebbe fregare di meno”. Anche
perché costui non sa nemmeno quel che è successo.
Brucia la roulotte delle compagnie marittime a Lampedusa (FOTO ANSA) . Resti di una Chiesa nel centro dell'Aquila (FOTO F. BUCCIARELLI) Siccome le notizie smentirebbero puntualmente ciò
che scrive, le rimuove. Non legge i giornali,
nemmeno quello che generosamente ospita i suoi
Udi Lillo e Laudadio delirii. Infatti si domanda “che è stato convocato a
fare George Clooney fra i testimoni del processo
Ruby”. Forse “per consentire ai pm di raccontare in
DELLA VALLE famiglia di aver parlato con l’uomo che fa pubblicità
E L’AFFARE Bondi e l’orrenda alla stessa marca di caffè che si beve in casa e,
magari, di averlo trattato con giusto distacco?”. Non
COLOSSEO metamorfosi sia mai che “la giustizia diventi avanspettacolo” per
“epater le bourgeois”. Ora, è affascinante il sospetto che
Ido,lmento
Colosseo. Il nostro monu-
più famoso al mon-
è stato ceduto alla Tod's.
Stefano Disegni pag. VIII z la Boccassini arda dal desiderio di raccontare in
famiglia di aver conosciuto Clooney. Purtroppo per il
nostro tapino, a chiamare Clooney come teste non è
Nel senso che l'Anfiteatro
Flavio e la sua immagine non CATTIVERIE stata la Procura, ma l’on. avv. Niccolò Ghedini,
www.libera.it
difensore di B. Come hanno scritto tutti i giornali.
sono più liberamente utiliz- Scajola avverte: “Nessuno tenti Corriere compreso. In tutte le pagine fuorchè nella
zabili dal ministero dei Beni di comprarmi o vendermi”. numero 57. Lì è vietato l’accesso alle notizie per non
Culturali. pag. 10 z Non a sua insaputa, ecco. disturbare Ostellino.
pagina 2 Domenica 3 aprile 2011

I
LA GRANDE TRUFFA

l respingimento dei clandestini
La Francia all’Ue: provenienti dall’Italia da parte delle
autorità francesi è “perfettamente”
conforme alle norme europee: lo afferma il
rispettiamo le direttive ministro dell’Interno francese, Claude
Gueant, in una lettera inviata ieri al
commissario Ue all’Immigrazione, Cecilia
comunitarie Malmstrom, che aveva duramente criticato
la Francia per i respingimenti degli
immigrati provenienti dall’Italia. Nella
missiva, Gueant si dice anche “stupito” per
le parole della Malmstrom. I rinvii degli
irregolari verso l’Italia, secondo la Francia,
“sono naturalmente e perfettamente
conformi al diritto comunitario, in
particolare, all’acquis di Schengen. La
direttiva del 2008 prevede la pratica delle
riammissioni di (cittadini, ndr) di Paesi terzi
in situazione irregolare tra Stati membri,
sulla base di accordi bilaterali esistenti”.
Gueant assicura anche che “i controlli
operati nella striscia di 20 chilometri lungo
la frontiera interna sono anch’essi conformi
al diritto europeo”.

PATACCA TUNISINA
Sbugiardati B., Maroni e Frattini: non esiste alcun accordo
Tensione a Lampedusa, solo 500 migranti portati via
di Enrico Fierro stato avvistato, a 15 miglia di previsto prima di organizzare
inviato a Lampedusa distanza, un altro barcone un’operazione fallimentare. È
con una sessantina di dispe- solo l’ultimo capitolo di una
lla fine, dopo una gior- rati a bordo. emergenza annunciata e vo-

A nata ancora con i nervi

a mille, il grande esodo
da Lampedusa si risolve
di nuovo in un flop. Partono
solo in 500, i più fortunati. I
tunisini ancora stipati sul
molo commerciale, la bidon-
ville che tutto il mondo ha
visto in queste settimane, se
ne accorgono e reagiscono
con violenza. È sera quando
un gruppo di loro comincia a
lanciare sassi e oggetti con-
tro i pullman che trasferisco-
no alcuni migranti verso il
molo commerciale per esse-
re imbarcati, e contro polizia
e giornalisti. Vogliono andar
via, anche loro hanno credu-
to alle parole del governo ita-
liano. “Entro 48-60 ore Lam-
pedusa sarà svuotato”, aveva
“Il mio sogno si è
trasformato
in un incubo”:
Mohammed non
sa che dovrà
passare un’altra
notte all’aperto
promesso Berlusconi. Di ore
ne sono passate 72 e tutto è
ancora bloccato. Perché il
vento ci ha fermato, dice il
Cavaliere, ed è la litania che
ripetono i vertici della cate-
na di comando che dirige le
operazioni.
LA VERITÀ è che alle otto
di sera, ad uso e consumo del-
le telecamere dei tg, si vedo-
Tutti avevano promesso ai di-
sperati del molo che la gior-
nata di ieri sarebbe stata quel-
la decisiva, tutti sarebbero
stati imbarcati e avrebbero la-
sciato Lampedusa. Ma qual-
cosa ha continuato a non fun-
zionare. E ciò ha reso ancora
più snervante l’attesa sul mo-
lo commerciale. Già in mat-
tinata ci sono stati momenti
di tensione, soprattutto quan-
do un ragazzo di nazionalità
marocchina ha dato fuoco ad
una roulotte abbandonata.
Mentre altre centinaia di tu-
nisini premevano per partire
subito. Le mediazioni dei
giorni scorsi sono saltate.
MIGRANTI e poliziotti si
sono fronteggiati a pochi me-
tri gli uni dagli altri. “Basta,
non siamo venuti per mangia-
re questa merda”, ha detto
uno degli improvvisati capi
della rivolta incitando gli altri
allo sciopero della fame. A
rendere ancora più incande-
scente la situazione, poi, la
decisione di imbarcare sulla
San Marco alla rinfusa. I nu-
meretti assegnati nei giorni
scorsi per stabilire l’ordine di
partenza, sono diventati al-
l’improvviso inutili. Ed è stata
questa la scintilla che ha sca-
tenato la sassaiola della sera-
ta. Sul molo molti tunisini ur-
lavano, qualcuno minacciava
il suicidio. La notte prima un
ragazzo si è messo in piedi su
un muretto dell’imbarcadero
e si è lanciato in mare. Lo han-
no salvato a stento. Moham-
med, un tunisino di Susse che
abbiamo conosciuto nei gior-
ni scorsi, è seduto sul suo bor-
sone di plastica lontano dagli
altri. Si sfoga. “È una attesa
infinita, a volte penso che vo-
gliano lasciarci in quest’isola.
luta che il governo ha gestito
in modo confuso e disorga-
nizzato ad iniziare dai rappor-
ti con la Tunisia.
Il 25 marzo scorso i ministro
Frattini e Maroni avevano an-
nunciato di aver raggiunto un
accordo con il nuovo gover-
no sul contrasto all’immigra-
zione clandestina. Ieri la
smentita. Non c’è nessun ac-
cordo, tutto è ancora da de-
finire. Anzi, le autorità di Tu-
nisi rimproverano al governo
italiano l’atteggiamento avu-
to in queste settimane e la ge-
stione dell’emergenza profu-
ghi. “La Tunisia rivolge un ap-
pello al governo ed al popolo
italiano affinchè diano prova
di solidarietà con il popolo tu-
nisino in questa tappa transi-
toria importante che vive il
paese dopo la gloriosa rivo-
luzione”. Fonti del ministero
degli Esteri tunisino ricorda-
no ancora come il paese si tro-
vi anche ad affrontare “le sfi-
de poste dalla situazione at-
tuale sul confine tunisino-libi-
co, con l’arrivo di più di 150
mila sfollati, che sono stati ac-
colti con uno slancio di so-
lidarietà senza precedenti”.
Dalla Farnesina in serata una
mezza smentita. Non c’era un
trattato con la Tunisia, ma in Il sogno italiano dei tunisini in fila al porto di Lampedusa per essere imbarcati e trasferiti. Nella pagina accanto, il fumo
tese politiche chiare. provocato dall’incendio di una roulotte. Qui in basso, uno straniero fermato mentre fuggiva dalla tendopoli di Manduria (FOTO ANSA)
MANDURIA
FIAMME E VIOLENZA, SVENTATI DUE TENTATIVI DI SUICIDIO
di Pierluigi G. Cardone mite della sopportazione. Il successo ieri a Manduria, dove migranti nei dintorni che all’in-
Manduria (Taranto) primo episodio di rottura del il dirigente dell’ufficio immigra- terno della tendopoli, e nuove,
già precario equilibrio a mez- zione della questura di Taranto, imponenti fughe di massa (e
Lza epace
mosse di un governo inca-
di gestire un’emergen-
annunciata provocano l’au-
zogiorno, quando la senatrice
di Io Sud Adriana Poli Bortone
non è potuta entrare nel centro
Antonio Calcagni, è rimasto fe-
rito al volto pur di placare l’an-
goscia incendiaria del secondo,
rientri in libertà) accolte dagli
applausi dei cittadini presenti.

no scene che sembrano tratte
da “Il giorno più lungo”, il
film sullo sbarco in Norman-
dia. In rada c’è la nave mili-
tare San Marco con i suoi mez-
zi da sbarco. È da giorni nelle
acque di Lampedusa ma nes-
suno ha voluto utilizzarla pri-
ma, e questo è uno dei tanti
misteri di questa emergenza
voluta. Gli attracchi delle al-
tre navi passeggeri non sono
riusciti, sul molo commercia-
le i 4 mila tunisini che sono lì
vedono “La Suprema”, un gi-
gante del trasporto passegge-
ri marittimo in grado di ac-
cogliere tremila persone.
Non si avvicina, il vento è an-
cora forte. Da Palermo e da
Roma non arrivano ordini,
nessuno vuole prendersi la
responsabilità di azzardare. E
allora si decide di utilizzare i
mezzo da sbarco per traspor-
tare 500 tunisini sulla “San
Marco” e portarli a Napoli, di-
rezione Santa Maria Capua
Vetere. Ma qui la gente con-
tinua ad arrivare: in serata è
Basta, sono stanco di fare file
per tutto, di aspettare una na-
ve che non arriva mai, il so-
gno di raggiungere la Sicilia e
poi l’Italia e di andare final-
mente in Francia, mi sembra
un incubo”. Non sappiamo
cosa dirgli, non abbiamo il co-
raggio di confessargli che pas-
serà un’altra notte all’aperto.
Quando cala la tensione, me-
diatori culturali in lingua ara-
ba e i funzionari di polizia che
in queste settimane hanno la-
vorato sul molo, parlano ai tu-
nisini. “Fate partire i pullman,
non tirate sassi, stanotte par-
tiranno 500 di voi, domani ar-
riveranno altre navi”. È in ar-
rivo il vento di bonaccia, as-
sicurano dalla capitaneria di
Porto e domani (domenica
per chi legge, ndr) potranno
attraccare tre grandi navi, la
“Excelsior”, la “Suprema” e
un altro traghetto. Se le cose
andranno bene l’isola final-
mente si svuoterà. Dipende
dal tempo, dalla forza dei ven-
ti e del mare che nessuno ha
tolesionismo di chi è vittima
del caos organizzativo. Bilan-
cio amaro quello di ieri nella
tendopoli di Manduria, dove la
tensione ha raggiunto livelli
mai visti nei primi sette giorni
di “accoglienza” in salsa pu-
gliese. Due tentativi di suici-
dio, un poliziotto ferito, una
sassaiola dei migranti contro le
forze dell’ordine, disordini tra
manifestanti e agenti, nuove fu-
ghe di massa, anarchia e nell’a-
ria una sensazione pesante:
che l’esasperazione degli
extracomunitari sia giunta al li-
perché bloccata da un funzio-
nario di polizia. Al di là dei can-
celli, infatti, si era appena ve-
rificata una sassaiola ai danni
delle forze dell’ordine, divenu-
te oggetto della rabbia dei mi-
granti, sconfortati dalla qualità
e dalla bassa quantità del cibo e
dalla mancanza di servizi. Il
peggio, però, doveva ancora
arrivare.
NEL PRIMO pomeriggio, un
ragazzo tunisino ha provato a
darsi fuoco e solo il pronto in-
tervento della polizia ha evitato
il ripetersi di una scena entrata
di diritto nella storia. Era il 17
dicembre scorso quando, nel
paesino di Sidi Bouzid, il frutti-
vendolo 26enne Mohamed Bo-
uazizi decise di diventare una
torcia umana per protestare
contro i continui soprusi di uno
Stato approfittatore. Era l’inizio
della fine. Bouazizi morì il 4 gen-
naio e diventò eroe nazionale:
nel frattempo il Nord Africa era
cambiato per sempre. Paralleli-
smo inevitabile con ciò che è
possibile martire tunisino. Un
episodio che, peraltro, confer-
ma la difficoltà del compito dei
militari: “L’indecisione del go-
verno nella gestione di un’e-
mergenza annunciata – ha det-
to il segretario regionale di Silp
Cgil, Pietro Colapietro – ci co-
stringe a lavorare in condizioni
di sicurezza impensabili, che
mettono a repentaglio sia la no-
stra incolumità che la qualità
del servizio che offriamo”.
Poco dopo, invece, nella stazio-
ne di Taranto sono stati i com-
pagni di sventura a far desistere
un altro disperato, che, arram-
picatosi su un albero alto dieci
metri, minacciava di buttarsi
nel vuoto o di impiccarsi con i
lacci delle scarpe pur di non es-
sere riportato nell’Hotel Man-
duria. Quest’ultimo, del resto,
nonostante l’arrivo di altri uo-
mini delle forze dell’ordine (sia-
mo a quota 500) e la loro “cac-
cia” al tunisino per le stazioni
ferroviarie di mezza Puglia (100
presi a Bari, 80 a Taranto) rima-
ne un “albergo diffuso”, con più
MENTRE da Manduria Ven-
dola è tornato a chiedere il per-
messo temporaneo per i profu-
ghi, in serata all’ingresso del
campo è riesplosa la tensione. I
disordini sono stati provocati
dai manifestanti di Slai-Cobas,
Cgil Brindisi e altre sigle di
estrema sinistra, le quali, in pre-
sidio permanente in segno di
solidarietà per gli ospiti del
campo, hanno cercato di forza-
re il cordone di polizia che ren-
de off limits la tendopoli. A pro-
posito. Da ieri, oltre ai giorna-
listi (che a sera sono potuti en-
trare), ci sono anche i politici
tra le persone “indesiderate”
nel campo: ordine del ministro
Maroni dopo la tensione di due
giorni fa durante la visita della
delegazione Fli. A questo pun-
to, però, il sospetto vien da sé:
così facendo Maroni si è caute-
lato, visto che non più di due
giorni fa aveva promesso una
sua visita a Manduria. Contesta-
zione evitata, nonché ennesima
promessa non mantenuta da un
governo in balìa di se stesso.
Domenica 3 aprile 2011 pagina 3

“B
LA GRANDE TRUFFA

erlusconi dice che che si risolve facilmente in qualsiasi festa mila persone. Berlusconi vada a Tunisi e chieda il
Bersani: “Non sanno affronterà” l’emergenza popolare, non è davvero molto pragmatico”. blocco degli afflussi. Poi si penserà a dei rimpatri
immigrati “in modo “Hanno lasciato centinaia di persone, davanti agli graduali. Intanto si dia un permesso transitorio a
pragmatico. Alla buon’ora...”. Pierluigi Bersani occhi del mondo senza bagni, senza cibo nè queste persone in modo che la Francia non le
governare, ascoltino le commenta così le parole del premier e sottolinea acqua”, incalza Bersani che rinnova la richiesta al blocchi a Ventimiglia. Ed infine la si smetta con la
che finora il governo ha mostrato tutto meno governo di ascoltare le proposte avanzate dal Pd: storia delle tendopoli perchè non funzionano. Se
che pragmatismo “perchè un governo che non “Abbiamo fatto proposte precise che riprendono fanno così siamo pronti a dare una mano.
nostre proposte” riesce a mettere più di 5 o 6 bagni chimici, cosa l’esperienza del Kosovo quando arrivarono 50 Altrimenti faranno da soli”.

Mineo,
i Radicali:
rischio che
si trasformi
in “Profughi
spa”
di Silvia D’Onghia

ui dentro il problema
“Q non è l’assistenza, è
quello che succederà tra
qualche mese”. Mario Stade-
rini è appena uscito dal cen-
tro di accoglienza per immi-
grati di Mineo, che ha visitato
insieme a una delegazione di
Radicali. Essendo un ex vil-
laggio per i soldati america-
ni, è dotato di casette in mu-
ratura stile “new town”. Un
hotel a cinque stelle rispetto

Salvini contro Berlusconi

di Davide Vecchi ai moli di Lampedusa. All’in-
Milano terno della struttura ci sono
1595 persone, tra loro anche
on so in quanti Comu- 44 minori di 16 anni. Sono

“N ni d'Italia Silvio Berlu-

sconi abbia una casa,
tutti richiedenti asilo. “Il pro-
blema è proprio questo –

“Li ospiti nelle sue case”

se ne ha novemila può
tranquillamente prendersi i no-
vemila immigrati di cui parla e
portarsene uno per ogni casa; o
anche di più, ma a casa sua. Al-
trimenti non so dove voglia met-
terli e non credo che ci sia qual-
cuno disposto ad accoglierli”.
L'eurodeputato leghista Matteo
Salvini, possibile vicesindaco di
Milano, scherza sulle dichiarazio-
ni del premier che ha invitato al-
l'accoglienza dei migranti arriva-
ti a Lampedusa aprendo alla pos-
sibilità di concedere un permes-
so di soggiorno temporaneo e
suggerendo di distribuirli uno
per ogni comune d'Italia. “Non è
credibile, noi la prendiamo come
una battuta prederby”, tenta di
scherzare Salvini. In un primo
momento è incredulo. “No dai,
non l'ha detto davvero”, ribatte a
chi gli chiede la sua opinione. Poi
se ne convince, ci pensa un mi-
nuto e risponde serioso. “Non è
una proposta credibile. Confidia-
mo nel ministro Roberto Maroni,
lunedì fortunatamente andrà an-
che lui a Tunisi con il premier. E
vanno perché l'obiettivo è quello
di rispedirli tutti a casa loro, sen-
za soldi né premi né altro, questi
migranti devono tornare a casa e
non devono esserci nuovi arrivi.
Questo è l'obiettivo, l'unico
obiettivo della missione a Tunisi.
Non ci si va di certo per organiz-
zarci su come distribuirli in giro
LA LEGA NON NE VUOLE SAPERE:
“CLANDESTINI FUORI DAI CONFINI”
per l'Italia, altrimenti sarebbe
inutile andare a trattare con la Tu-
nisia chiedendo maggiori con-
trolli delle coste e altro”.
INSOMMA quella di Silvio Ber-
lusconi “è solo una battuta”. Per
quanto riguarda invece il per-
messo di soggiorno temporaneo,
secondo Salvini, è “soltanto un
modo per risolvere le questioni
con la Francia, immagino io. An-
che se sinceramente non saprei a
cosa possa servire, né quanto i
francesi possano esserne soddi-
sfatti”. E comunque, precisa,
“davvero io non so e non capisco
per quale motivo Berlusconi ab-
bia fatto questa uscita. Immagino
ci fosse già un discorso avviato,
credo ne abbia parlato con Maro-
ni, ma per come l'ha detto posso
davvero prenderla solo come una
battuta di un super milanista che
scherza per stemperare la tensio-
ne poche ore prima del derby,
della partita decisiva”.
Anche Salvini è un milanista “ma
noi siamo qui a manifestare, a San
Siro andremo più tardi e ci pen-
seremo dopo”, dice nel primo
pomeriggio davanti al consolato
tunisino di Milano. Qui la Lega ha
riunito un centinaio di militanti
per protestare proprio contro
“l'invasione di clandestini”. E slo-
gan e striscioni mostrano in mo-
do eloquente la distanza delle po-
sizioni del Carroccio da quelle
espresse del Cavaliere. “Tunisini
clandestini tutti fuori dai confi-
ni”, cantano alcuni militanti. E il
“fora de ball”, scandito giorni fa
da Umberto Bossi, è diventato lo
slogan indiscusso della Lega. È
scritto ovunque, è ripetuto fino
alla noia. Del resto il Senatur, dice
Salvini, “ha spiegato molto chia-
ramente la nostra posizione sugli
immigrati, non c'è da aggiungere
altro. Almeno per noi”.
Eppure Lega e Pdl sono ormai
considerati una sola cosa. Per
molti. Tanto che la manifestazio-
ne del Carroccio è interrotta da
una decina di esponenti di Forza
Nuova che si scaglia proprio con-
tro i leghisti: “Buffoni, vergo-
gna”. Accusandoli di essere cor-
responsabili della situazione: “20
mila immigrati in giro per l'Italia,
grazie Bossi”.
SALVINI è già andato via. Al te-
lefono non commenta quanto
successo. Ma torna sulle parole
del premier. “Capito? La soluzio-
ne per noi è molto ma molto sem-
plice: i clandestini devono torna-
re nel loro Paese, devono essere
tutti identificati e rispediti a casa
in accordo con la Tunisia”. Un'o-
perazione da fare “con le buone,
come farà lunedì Maroni altri-
menti lo faremo in altri modi”.
spiega il segretario dei Radi-
cali –. La metà di loro era in
sparso per i Cara (Centri per i
richiedenti asilo, ndr) di tutta
Italia. Sono stati presi e por-
tati qui, per svuotare quelle
strutture che invece avreb-
bero dovuto ospitare libici e
tunisini, quindi anche gli ir-
regolari. Le procedure di ri-
conoscimento dello status di
rifugiato per queste persone
si è interrotto. Ora bisogna
attendere la costituzione di
una nuova commissione in
loco che riprenda in mano le
domande. Passeranno molti
mesi. E chi lo spiega a quel
pakistano che è stato portato
qui da Crotone proprio men-
tre stava per concludere la
procedura?”.
Ma il pericolo non è solo che
si allunghino i tempi per chi
Un premier ha realmente diritto all’asilo.
senza fiducia “Dentro ci sono anche moltis-
simi tunisini che hanno fatto
“ Per fortuna
Maroni andrà
domanda – prosegue Staderi-
ni –. Se, come ha confermato
Maroni, non ci sarà alcuna
apertura nei loro confronti,
quando verranno a saperlo
a Tunisi con lui potranno reagire male”. Pro-
blemi di ordine pubblico e
L’unico obiettivo preoccupazioni economi-
co-legalitarie: “C’è il rischio
è rispedirli che la gestione emergenziale
si trasformi in criminogena.
indietro Mineo costa all’anno tra i 15 e

ENRICO ROSSI ” i 20 milioni di euro. Chi ci as-

“FALLISCE IL MODELLO XENOFOBO DEL GOVERNO”
di Giampiero Calapà
ideologia leghista del fora de ball e la
“L’ sfrontata mancanza di garbo istitu-
zionale di Berlusconi alla prova dei fatti
falliscono. E il Pd dovrebbe smetterla di
cercare qualsiasi tipo di dialogo con una
forza, la Lega, xenofoba e razzista”.
Enrico Rossi, governato-
re della Toscana, ne ha
per tutti. Anche per quel-
la parte del Pd più vicina
a lui, che invece è agli an-
tipodi da “rottamatori”
alla Matteo Renzi.
Rossi, Berlusconi al di
là delle cose che ha
detto, a Lampedusa ci
è andato. Bersani no. È un errore?
Berlusconi a Lampedusa si comporta
come un Cesare davanti alla plebe. Ber-
sani non è andato? Forse sì, è stato un
errore. Ma chi governa deve governare.
Nel 1999 con D’Alema a Palazzo Chigi
55 mila profughi sono stati accolti sen-
za che il Paese se ne accorgesse. Adesso
per 22 mila ragazzi tunisini
non abbiamo risposte se non
inadeguate.
Però i francesi li respingo-
no a Ventimiglia.
È colpa nostra. I francesi ap-
plicano le leggi.
Perché colpa nostra?
Perché basterebbe applicare
l’articolo 20 della legge Tur-
co-Napolitano, che riconosce i permes-
si temporanei per ricongiungimenti fa-
miliari e in quel caso la Francia dovreb-
be farli passare. Ma noi, ipocritamente,
preferiamo indicarli come clandestini.
Il governo voleva aprire un centro d’i-
dentificazione nell’ex campo di con-
centramento di Coltano, in cui gli al-
leati richiudevano nazisti e repubbli-
chini, a Pisa. Poi che è successo?
Appunto, un ex campo di concentra-
mento. Questo basta a spiegare perché
ci siamo opposti. Il Viminale ci ha chie-
sto disponibilità per 500 ragazzi. Un la-
ger non si addice al paesaggio toscano.
Il nostro modello è diverso: saranno
ospitati e assistiti da volontari in piccole
comunità abitative, da 50, massimo 100
posti. In ex ospedali, ostelli, strutture
dignitose.
Il sindaco di Prato, Roberto Cenni,
non è parso entusiasta.
Premesso che Prato è una città che vive
senz’altro una situazione particolare,
Cenni è molto abile a grattare la pancia
populista delle persone.
A Lampedusa vicino a Berlusconi
c’era un sorridente Raffaele Lom-
bardo. Fino al giorno prima il gover-
natore della Sicilia è stato molto cri-
tico col governo. Insieme alla Lega
forse è un altro da cui il Pd dovrebbe
prendere le distanze, invece di so-
stenerne la giunta?
Sì, non dimentico che lui ha parlato di
mitra per respingere i migranti.
sicura che non si trasformi in
una ‘profughi spa’”?
I Radicali denunciano l’ipo-
crisia del governo, che si nu-
tre della propaganda e mostra
il pugno duro, ma induce gli
immigrati alla fuga, come a
Manduria. “L’ottusità nasce
dalla Bossi-Fini – conclude
Staderini – che parte dal pre-
supposto della detenzione.
Martedì alla Camera, grazie
agli emendamenti dei Radica-
li, sarà votato il recepimento
della direttiva comunitaria
(cosa che avremmo dovuto
fare entro il 24 dicembre scor-
so) che prevede la detenzio-
ne come estrema ratio e apre
all’accoglienza presso strut-
ture private, come la Caritas,
in cui non sia presente la po-
lizia. Confido nel buon senso
di Fli e dei parlamentari cat-
tolici della maggioranza”.
pagina 4
x
PROMESSE DA B.
L’AQUILA È MORTA
Due anni dopo
il sisma
L
che ha distrutto
l’Abruzzo,
la “zona rossa”
è ancora chiusa
e di lavori
non c’è traccia
Il premier disse:
“Faremo in fretta,
non siete soli”
LE TOMBE dei nostri
figli, ora aspettano
preghiere e giustizia
L’Avus 6 aprile 2009 è un associazione formata
dai familiari degli studenti fuori sede morti a l’A-
quila sotto le macerie del terremoto. L’associa-
zione è sorta sia per seguire le vicende legali sca-
turite dalla morte dei nostri figli, sia per tutelarne
il ricordo, sia per promuovere la prevenzione, ma
soprattutto per spezzare l’assordante silenzio
sul tragico destino che ci ha privato dei nostri figli
completamente dimenticati da enti e istituzioni.
Così come sono state completamente dimenti-
cate le nostre famiglie: nuclei familiari residenti in
varie parti d’Abruzzo ed anche in altre regioni
che non hanno ricevuto il benché minimo sup-
porto ne economico ne morale per ricostruire la
propria identità familiare; per ritrovare la forza e
portare avanti quel progetto famiglia che ognuno
dei nostri nuclei aveva intrapreso investendo
gran parte delle proprie risorse sulle capacità dei
propri figli di intraprendere gli studi universitari.
ROVINE D’ITALIA x
di Sandra Amurri
inviato a L’Aquila
Vigili del Fuoco. Lentamente camminiamo dentro
una città fantasma. Entriamo nelle case squarciate
dove il tempo è fermo a quella notte. A pianter-
E MACERIE SONO ANCORA reno di una abitazione, dove la tromba delle scale è
TUTTE QUI DENTRO, in quello un buco nero, scorgiamo un tavolo con sopra in-
che resta delle case. Mura squarciate. credibilmente intatti i piatti sporchi della cena co-
Tetti volati via assieme alla vita. Il cen-
tro storico. Il cuore de L’Aquila si è
perti di vermi. L’odore acre dell’umidità entra nel-
le narici. La polvere fa lacrimare.
fermato alle 3,32 del 6 aprile 2009
quando una scossa di magnitudo 6.2 della scala
Richter ha sepolto 309 persone. Da allora non bat-
VIA CRUCIS Sarà perché la Santa Pasqua sta per
arrivare ma quella che percorriamo ci appare una
te più. Quello che si ode camminando è solo si-
lenzio. Il silenzio della morte. Un solo rumore ri-
chiama l’attenzione: lo scorrere dell’acqua. Ci
Via Crucis dove ogni stazione è un ricordo amaro.
Rughe profonde come voragini solcano le facciate
di Palazzo Picalfieri, di Palazzo Dragonetti vere
guardiamo intorno alla ricerca di una fontana ri-
masta aperta per dare un senso a quel rumore. Lo
perle barocche. Rughe di dolore che deturpano il
loro splendore e che mai smetterà di raccontare
sguardo si perde nel nulla. Solo più tardi ci spie- un’enorme tragedia ma anche una delle più grandi
gano che si tratta di acqua che fuoriesce dalle tu-
bature spaccate dal terremoto e mai aggiustate. Il
truffe mediatiche mai allestite. Basti ricordare i
Grandi del Mondo, dirottati qui dalla Maddalena
consumo di acqua è lo stesso di due anni fa quando
in città vivevano 14 mila persone oltre agli studen-
ti. Neppure a questo ha pensato la macchina da
per dimostrare che lui, il premier del fare, avrebbe
restituito casa pane e lavoro a questa gente. Bruno
Vespa commosso con in mano l’orsacchiotto di
guerra mediatica dell’emergenza. A meno che
non si venga pagati dalle tv di Silvio Berlusconi è
peluche ha smesso di fare dirette. Il dolore, quello
fresco, si sa, regala picchi di ascolto come il rac-
impossibile dire: grazie Governo. La zona rossa è conto delle promesse. Poi di fronte alle promesse
ancora chiusa dentro le transenne di ferro presi-
diata dai militari giorno e notte. “Siamo qui al fred-
tradite cala il silenzio. L’inganno e la beffa nuoc-
ciono ai sondaggi, minano il consenso. Potrebbe
do dell’inverno e al sole cocente dell’estate”, ci suonare blasfemo, ma due anni fa quando arrivam-
dice un ragazzo dentro la sua tuta mimetica che
stringe il fucile e si guarda attorno smarrito. Riu-
mo qui a contare i morti e a raccontare la dispe-
razione dei sopravvissuti si coglieva, pur se fioca,
sciamo ad entrare accompagnati da Vladimiro una luce di speranza. Poi la speranza è stata ingoia-
Placidi, assessore comunale alla ricostruzione dei ta dalla rassegnazione. Dalla certezza che semmai
beni culturali che ci consegna il casco giallo dei qualcosa rinascerà, che semmai qualcuno tornerà
NESSUN colpevole se passa
il “processo breve”
Pierfrancesco Gagliardi e suo cognato Francesco Piscicelli il giorno del sisma
se la ridevano leccandosi i baffi mentre immaginavano i profitti che avrebbero
tratto dagli appalti per la ricostruzione. Così quelle risate raccontate dai due in una
telefonata intercettata sono divenute il simbolo del cinismo di uomini senza scru-
poli. Piscicelli ha tentato il suicidio due giorni fa. Undici gli imputati per il crollo della
Casa dello Studente in cui persero la vita 9 ragazzi accusati di omicidio colposo,
disastro e lesione colpose. Reati puniti dal codice con una pena fino a 10 anni. Ma
se passerà il “processo breve” le inchieste sarebbero destinate a perdersi per
strada. Per questa ragione i familiari delle vittime dicono “no” al ddl, per impedire
che restino impuniti i responsabili di morti annunciate: “Chiediamo a tutti coloro
che nel nostro Paese hanno a cuore la giustizia di mobilitarsi e di essere al nostro
fianco affinché venga scongiurata quella che l’Associazione nazionale magistrati ha
definito ‘ tragedia per il mondo del diritto’. La situazione degli organici al Tribunale
de L’Aquila è già precaria a causa di un organico ridotto all’osso. Tutto questo
mentre ad indagare sono due magistrati che hanno già incassato una prima vittoria:
la Cassazione ha deciso contrariamente a quanto richiesto da alcuni imputati che il
processo resterà nel capoluogo abruzzese in quanto non sussistono ‘condizioni nelle proprie ne: “State cancellando tutti i nostri sogni, c’è bi-
ambientali tali da poter turbare il suo normale svolgimento e da pregiudicare la case, non acca- sogno di spazi, di lavoro, di vita”. Prima del ter-
libera determinazione delle persone che vi partecipano e, comunque, tale da su- drà prima di remoto il centro storico era un pullulare di pub,
scitare motivi di legittimo sospetto’ ”. Un altro processo in corso è quello che dieci anni, bar, ristoranti, tavolini all’aperto dove i giovani e i
vede imputati i componenti della commissione Grandi Rischi per “omicidio col- quando il tem- turisti trascorrevano le serate. Ora la movida si
poso plurimo”. Per l’accusa non avrebbero svolto i loro compiti di informazione,
consulenza e prevenzione. Durante la riunione tenutasi a L’Aquila il 31 marzo del
po avrà consu-
mato ogni re-
chiama Via della Croce Rossa. Una strada a scor-
rimento veloce, con una discarica a cielo aperto,
2009, sei giorni prima, per analizzare lo sciame sismico, non attivarono le ne- spiro. Dalla in cui giace il pericolosissimo amianto sgretolato
cessarie misure, perciò avrebbero compiuto “negligenze fatali”. (s. a.) convinzione
che le 1500 at-
che qualcuno ha definito la favela aquilana. Ci so-
no voluti infiniti reclami affinché l’area venisse
tività commer-
ciali non ria-
non bonificata, ma solo delimitata da fasce aran-
cione fosforescente con su scritto: “Lavori in cor-
Si avvicina ormai il secondo anniversario del 6 priranno mai. Che gli studenti – quando il 31 di- so”. Qui nel degrado sono nati come funghi risto-
aprile 2009 e come al solito ecco palesarsi evi- cembre 2011 terminerà lo stato di emergenza e ranti e bar dove ascoltare musica. I proprietari dei
denti tentativi di presenzialismo e strumentaliz- calamità naturale e dovranno ricominciare a pa- locali che hanno speso soldi con tanto di autoriz-
zazione che nulla hanno a che vedere con il per- gare le tasse – non si iscriveranno più alle univer- zazione del Comune si ribellano e chiedono di mi-
durare del dolore di chi ha perso, e non potrà più sità aquilane: affitti triplicati e in luoghi non serviti gliorare la vivibilità della zona, che è e resta uno
riavere, il bene più grande. Ed ancora una volta, dai mezzi pubblici. E neppure i turisti verranno stradone in cui le auto sfrecciano, dove l’illumi-
mentre si alzano clamori e dicerie varie su come più perché non c’è più nulla da ammirare. Alla fine nazione è assente e i marciapiedi divelti, in cui c’è
gestire questa giornata commemorativa, ecco della salita c’è quello che resta dell’asilo dell’An- un solo cassonetto per l’immondizia.
perdurare l’assordante silenzio sugli studenti nunziata. Il pensiero che se la scossa fosse arrivata
fuori sede deceduti: 55 giovani vite. L’Avus 6 apri- di mattino queste macerie avrebbero seppellito VIA DELLA CROCE ROSSA “Saremmo ritor-
le 2009 chiede: che l’Università degli studi de L’A- oltre cento bambini fa rabbrividire. Tutti sapevano nati subito in centro, ma ci è stato detto che sa-
quila, il Comune e la Provincia riconoscano la va- che l’edificio non era in sicurezza, così come la rebbero serviti anni. Girava voce che avremmo
lenza degli studenti fuori sede deceduti facendosi Casa dello Studente. Quattordici palazzi costruiti avuto un’area dove ricollocare tutti i locali, ma do-
promotori e sostenitori del riconoscimento del- negli anni Sessanta, squagliati come un gelato den- po tre mesi di silenzio ci siamo sistemati qui”: è
lo status di morti sul lavoro per questi ragazzi; che tro al suo cono, dentro un boato disumano che solo una delle tante voci disperate. Sono 2400 gli
le istituzioni dello Stato vogliano commemorare non smetterà mai di risuonare nelle orecchie dei operai in cassa integrazione. Ottocento le partite
il sacrificio di questi giovani recandosi a rendere sopravvissuti. Arriviamo a Piazza Duomo. È come iva non riaperte. Quasi 14 mila persone vivono nel
omaggio alla memoria dei ragazzi scomparsi attraversare un deserto. Cani randagi sdraiati così Progetto Case, 19 insediamenti lontano dalla città
presso le rispettive tombe. avus6aprile2009.it immobili da sembrare morti. Saracinesche abbas- senza mezzi pubblici per raggiungerla. Mentre chi
sate. Appena voltato l’angolo su Corso Federico II è benestante costruisce liberamente dove vuole in
leggiamo da un grande foglio appeso alle transen- zone a destinazione agricola tra i boschi inconta-
 Domenica 3 aprile 2011

il ritorno della monnezza

NAPOLI, RIFIUTI OGGI

Blocco stradale dei cittadini, il 1° aprile, in una strada del quartiere Fuorigrotta:
buttati sulla carreggiata dagli abitanti del rione diversi cumuli di rifiuti
che in questi giorni sono ritornati a ingombrare di nuovo i marciapiedi della città (FOTO ANSA)

Antonio Cicchetti (FOTO DLM)

L’uomo di Letta
al vertice
di una parentopoli
per la ricostruzione
di Manuele Bonaccorsi non solo per il golf. Ingegnere, che gestisce in Abruzzo due re-
L’Aquila il giovane Cicchetti è uno dei sidenze sanitarie convenziona-
progettisti per la ricostruzione te dalla Regione, ma di proprie-
Centro storico senza vita ANTONIO CICCHETTI, della chiesa del Cristo Re. Tutti tà del Policlinico Gemelli.
Un’aquilana guarda sconsolata oltre ex rettore dell’Università del casa e chiesa, nella famiglia del
le transenne. Sotto, scene da container Sacro Cuore, vicecommissario vicecommissario: l’altro figlio, TRA I SOCI della Rio Forcel-
A sinistra, altre macerie (FOTO FABIO BUCCIARELLI) per la ricostruzione, nei wee- Americo, è membro della Fon- la, accanto al vicecommissario
kend corre a giocare a golf, sulle dazione Roma, ”ente morale” Cicchetti, col suo potere di in-
minati in barba ad un piano regolatore che è sal- pletamente secchi. Quando piove l’umidità è in- colline verdi che guardano L’A- nato dalla privatizzazione della dirizzo su qualcosa come 10 mi-
tato con il terremoto. Il Governo ha stanziato 4 sopportabile e camminando la casa si muove co- quila. Dopo la messa, però. Per- Cassa di Risparmio di Roma, liardi di euro attesi a L’Aquila
miliardi di euro. Niente, perché solo per ristrut- me fosse una zattera in mare aperto. Inconvenien- ché un gentiluomo di sua sani- che ha finanziato il primo can- per la ricostruzione, ci sono de-
turare il centro storico ce ne vorrebbero 6 di mi- ti sopportabili, se come avevano promesso sareb- tà, massima onorificenza eccle- tiere aperto nel centro storico cine di imprenditori del matto-
liardi, ad esclusione dei monumenti e delle Chie- bero stati alloggi figli di quell’emergenza che a siastica riservata a un laico, ha aquilano, quello della chiesa di ne. Come Eugenio Batelli,
se. Per i beni culturali il Ministero non ha stanziato conti fatti ha solo permesso di agire in deroga al doveri che vengono prima di San Biagio (costo: 3 milioni di presidente dell’Acer, associa-
un solo fondo. codice degli appalti, alle norme sul procedimento ogni altro. Anche un altro gen- euro). Americo, inoltre, inse- zione dei costruttori di Roma,
amministrativo, alle leggi sulla trasparenza della tiluomo del papa, Angelo Bal- gna Economia nell’ateneo di insieme a due consiglieri, Fa-
BUROCRAZIA L’approvazione dei progetti di pubblica amministrazione, senza produrre solu- ducci, il re della Cricca, non cui il padre era rettore, il Sacro bio De Nuntiis e Venicio Ver-
ristrutturazione è un vero circuito a ostacoli senza zioni concrete per i cittadini. Con lo spettro che perdeva un incontro con papa Cuore. Ed è responsabile scien- ticchio. E poi, Furio Patrizio
fine. Quando sembra che tutto sia andato a buon quei luoghi-dormitori, in cui non c’è segno di so- Ratzinger, tra un appalto e un tifico dell’Unità di valutazione Monaco, ex presidente degli
fine basta un cavillo per vedersi bocciare il pro- cialità, di aggregazione, di condivisione, siano per favore di Diego Anemone. Ma delle tecnologie (Uvt) del Poli- edili di Federlazio, Walter ed
getto e ricominciare daccapo. Per non parlare poi sempre. I comitati dei familiari delle vittime, il “po- subito dopo sua santità, per An- clinico Gemelli, l’ospedale dei Armidio Frezza, tra i più im-
delle responsabilità: non esistono. O meglio non polo viola”, quello delle carriole, chiedono a gran tonio Cicchetti, nominato nu- papi, gestito proprio dall’ate- portanti costruttori aquilani, e
esistono i responsabili. È un continuo rimbalzo dal voce che a ricordare il 6 aprile venga invitato solo mero due della ricostruzione neo cattolico. Un posto c’è an- tra i pochi indigeni ad essere en-
governatore dell’Abruzzo Gianni Chiodi (che è il presidente della Repubblica, Giorgio Napoli- “su richiesta di Gianni Letta”, che per il cognato di Cicchetti, trati nei ricchi appalti del Piano
anche commissario straordinario per la ricostru- tano. Mentre Berlusconi ha già fatto sapere che ci vengono putt, palline e green. Mauro Cuomo, rappresentan- Case, le new town berlusconia-
zione), al vicecommissario Cicchetti al sindaco sarà, a rinverdire il parolaio miracolo aquilano e Passione tanto forte da sfidare te legale della Rio Forcella spa e ne. E poi, ancora, Cristiano Di
Massimo Cialente (che dopo aver rassegnato le magari ad annunciare che comprerà una casa an- anche il terremoto che il 6 apri- direttore amministrativo del- Mario, rappresentante della Ci-
dimissioni più volte le ha sempre ritirate). Nel solo che qui tra le macerie, come a Lampedusa. le del 2009 ha distrutto la sua l’Opera Santa Maria della pace, ma costruzioni e la Dg investi-
bar aperto alla fine di Corso Fe- città natale. Il 29 aprile, quando menti srl, del gruppo De Gen-
derico II due signore sorseggia- le scosse scuotevano ancora le naro, influente famiglia di im-
no il caffé. Siete aquilane? chie- tende abitate da 60 mila sfollati, prenditori pugliesi. In attesa
diamo. “Purtroppo sì”, rispon-
dono e aggiungono: “Chi l’a-
vrebbe mai detto che un giorno
avremmo risposto così della
città dove siamo nate, dove ab-
i Comitati cittadini
“IL 6 APRILE BERLUSCONI NON LO VOGLIAMO”
a Santi di Preturo, frazione del-
l’Aquila, si svolgeva la prima
tappa del torneo golf carribean,
su 18 buche.
19
insediamenti
che a L’Aquila arrivino soldi ve-
ri, intanto, Cicchetti si fa notare
il meno possibile. Evita di schie-
rarsi nella lotta all’arma bianca
tra il sindaco Massimo Cialente
biamo cresciuto i nostri figli, la “Che Berlusconi venga oppure no cambia davvero poco. Noi ri- LA SEDE dell’emozionante e il responsabile della struttura
città di cui eravamo orgogliose? cordiamo il terremoto 364 giorni l’anno. Poi, ogni 6 aprile, pensiamo sfida è il San Donato Golf, ge- lontano dalla città tecnica di missione, l’ex diret-
Ci hanno tolto tutto, anche la solo ai morti”. Alessio Di Giannantonio è il portavoce del Comitato stito dalla Rio Forcella spa, pre- tore dell’Ance Gaetano Fon-
forza di ribellarci. Bambocci
siamo come bambocci”. Ma di
chi è la responsabilità? “L’Aqui-
la è lo specchio del Paese: i po-
litici o sono banditi o sono in-
3e32. In questi giorni tutti vogliono sapere da lui come si sta pre-
parando l’Aquila per il secondo anniversario dal disastro. E la risposta
è quella dell’anno scorso: “Non è cambiato nulla. Il centro è in ma-
cerie, la gente vive sfollata o in albergo, i politici litigano e noi siamo
incazzati neri”. Ieri una manifestazione organizzata da gruppi del po-
sieduta proprio da Antonio Cic-
chetti. Tra i soci, oltre figli, mo-
glie, cugini e cognati, ci sono
medici, imprenditori, costrut-
tori. Persino un magistrato,
38.057
persone mai più
tana. Sperando che sui suoi af-
fari cada l’oblio, come già acca-
duto in due occasioni. Nel
2004, quando era presidente
del comitato delle celebrazioni
capaci e non si sa chi fa più dan- polo viola ribattezzati per l’occasione Comitato per la ricostruzione e la Gianlorenzo Piccioli, presi- per la Perdonanza celestiniana,
ni”. Allungando lo sguardo ai legalità. Da non confondersi con il Comitato per la ricostruzione sup- dente vicario della Corte d’ap- ritornate a casa la più importante festa religiosa
piedi della montagna si scorge portato dai Bertolaso boys e dalla pagina Facebook pro Bertolaso. pello de L’Aquila, da poco “col- aquilana, Cicchetti era stato
uno dei diciannove insedia-
menti del Progetto Case. Abita-
zioni antisismiche consegnate
chiavi in mano con tanto di
pentole posate e perfino la bot-
“Martedì sera - conferma Di Giannantonio -, faremo una fiaccolata,
mercoledì silenzio. Naturalmente, se Berlusconi fosse così ardito da
venire in città, sapremmo come reagire”. D’accordo Giusi Pitari, do-
cente universitaria: “Lo spot all’Aquila non si può fare più. Qui la
gente ha già passato quel che sta succedendo a Lampedusa: le sce-
locato in riposo”. Ma subito ri-
chiamato con un decreto del
commissario straordinario alla
ricostruzione, il governatore
Chiodi, a cui serviva un esperto
1.300
ancora in alberghi
condannato dalla Corte di conti
per “inescusabile negligenza”
nella gestione dell’evento. Pec-
cato veniale, sanato con una
sanzione amministrativa. Poi,
tiglia di spumante in frigo, dove neggiate, le barzellette, il ghe pensi mi. Qui i cittadini sono abban- capace di “controllare tutti i nel 2010, poco dopo la sua no-
se poco poco si supera di qual- donati ai loro guai. Parlo di Berlusconi, ma anche del sindaco Cia- soggetti coinvolti nella rico- e caserme mina a vicecommissario, quan-
che chilo il peso forma, è im- lente: pure lui deve tener buona una maggioranza ingestibile, magari struzione dell’Aquila”. Tra un’i- do ancora occupava la poltrona
possibile entrare nel bagno do-
ve sono state allestite vasche
con idromassaggio, forse avan-
zi di magazzino, così grandi da
impedire di raggiungere i servi-
pensando già alle comunali 2012”. L’umore è basso, la fiducia scarsa,
il senso di abbandono potente. Anche per episodi di cronaca come
questo: un disabile cerca di entrare nel centro storico con la sua auto.
La polizia lo ferma perché il passeggero al suo fianco ha una tele-
camera e in zona sottoposta a controllo militare occorre un apposito
spezione e una riunione tecni-
ca, Cicchetti e il suo controllo-
re Piccioli avranno il tempo di
discutere dell’impresa in cui so-
no soci. Amministratore della
5
attività del centro
di rettore dell’Università Catto-
lica, giunge al Corriere una mis-
siva con la quale il giurista Al-
berto Crespi, accusa Cicchet-
ti di “mala gestio” dei conti del-
zi igienici. I tanto sbandierati e permesso. L’auto fa retromarcia, l’Aquila è ancora in gabbia. (c. pa.) società sportiva è il figlio di An- l’Ateneo. A Palazzo Chigi l’a-
costosi prati all’inglese, impre- tonio, Paolo Cicchetti, classe riaperte (su 1500) vranno presa come una lettera
ziositi dalle palme, sono com- 1971. Che a L’Aquila è tornato di referenze.
pagina 6
Pd, le primarie sono
ancora un tratto
distintivo del partito
di Fabrizio d’Esposito
a Aci Castello, in provin-
D
cia di Catania, a Riva del
Garda, il Caimano e il
suo Guardasigilli ad per-
sonam rilanciano la guerra ci-
vile sulla giustizia, dopo la set-
timana nera in Parlamento sul
processo breve, tra il “vaffan-
culo” di La Russa a Fini, le mo-
netine davanti a Montecitorio,
le preoccupate “consultazio-
ni” di Napolitano. Il ministro
Alfano si dimostra più realista
del re ed arriva ad agitare la mi-
naccia della piazza per difen-
dere la sua riforma “epocale”
della giustizia. Un vero falco,
dopo il tesserino scagliato con-
tro i banchi dipietristi giovedì
scorso in aula. Parlando a Riva
del Garda a un convegno di Re-
te Italia, una delle fondazio-
Immigrazione, processo breve e
Ruby: si apre una settimana
di fuoco per il premier
ni-correnti del Pdl, il Guardasi-
gilli ha detto: “Ci batteremo
per far passare la riforma della
giustizia nelle piazze. Sarà ne-
cessario l’impegno di un gran-
de partito come il nostro, gui-
dato da Berlusconi”.
UN PROCLAMA incendia-
rio che non solo sigilla sette
giorni di calvario per la maggio-
ranza, ma è pure l’incipit belli-
co della temuta agenda dei
prossimi giorni: martedì il pro-
cesso breve ricompare alla Ca-
mera, in una seduta che preve-
de anche il conflitto di attribu-
zione su Ruby. Mercoledì poi
c’è la prima udienza al tribuna-
le di Milano, a porte chiuse e
senza telecamere, per il caso
della “nipote di Mubarak”. Da
Aci Castello, i toni del Caimano
non sono stati meno forti di
L
e primarie sono ancora nell’agenda del Pd.
Almeno stando a quanto detto da Pier Luigi
Bersani al termine della due giorni su “Il Pd
e la trasformazione del sistema democratico”. I punti di
forza ma anche di debolezza del partito sono stati
individuati in un sondaggio Ipsos tra iscritti e elettori. Il
progetto del Pd, in base allo studio, è tuttora valido per
quasi il 60% degli iscritti e per il 56% degli elettori. Il
SFIDA AL COLLE
Berlusconi e Alfano minacciano la piazza
per difendere la riforma della giustizia
quelli di Alfano. E dire che ap-
pena due giorni fa, i capigrup-
po del Pdl avevano promesso al
Colle un clima meno rissoso, al-
l’indomani di uno spettacolo
tragico e triste in cui è stata per-
sino insultata una parlamentare
disabile dell’opposizione. In
realtà, il premier ha solo telefo-
nato in Sicilia. Il solito interven-
to a distanza al convegno di tur-
no, con qualcuno che regge la
cornetta sul palco. Teatro del
monologo stavolta è stato il pri-
mo congresso regionale dei Re-
sponsabili di Domenico Scili-
poti e Bruno Cesario. Tutti in
piedi, circa seicento persone, e
le note dell’inno ufficiale del
Movimento di responsabilità
composto dal musicista Stelvio
Cipriani, presidente onorario
del Mrn. Il premier ascolta ed
esclama, rivolto all’ex dipietri-
sta Scilipoti: “Caro Mimmo,
complimenti per la sigla, la met-
terò anche tra le canzoni del
'bunga bunga”. Da Anonimo Ve-
neziano al bunga bunga: la para-
bola di Cipriani.
Ai Responsabili, il Cavaliere
consegna una vera dichiarazio-
ne di guerra. Primo tema: la ri-
forma costituzionale: “Il gover-
no in Italia è senza potere. Il po-
tere secondo la Carta fatta dai
padri costituenti è detenuto dal
capo dello Stato, dalla Corte co-
stituzionale e dal Parlamento. Il
governo non ha poteri se non
quello di proporre. E se un di-
segno di legge si trasforma in
legge basta che non piaccia ai
magistrati della sinistra che lo
mandano alla Corte costituzio-
nale, che oggi, per come è com-
posta, la abroga”. In merito, il
retropensiero dell’inner circle
di Palazzo Grazioli è questo:
“Oggi Napolitano è il vero con-
trappeso politico a Palazzo Chi-
gi”. Altro che le finte rassicura-
zioni inviate sempre ieri dal
premier in un colloquio con il
Corriere della Sera. Il Caimano
non ha affatto intenzione di fre-
nare. Anzi, avanti tutta con la ri-
forma della giustizia. E nel frat-
tempo ci sono da debellare i
processi in corso con la prescri-
zione breve che tornerà dopo-
domani a Montecitorio. I falchi
del Pdl sono fiduciosi, al punto
da non paventare l’uso della fi-
ducia. Sempre che non si faccia-
no altri autogol sul modello La
Russa. I timori del Cavaliere so-
no soprattutto questi: che la
maggioranza si incarti un’altra
volta a causa delle “provocazio-
ni” dell’opposizione. Per quan-
to riguarda la prima udienza del
processo Ruby, Berlusconi de-
ciderà all’ultimo momento, an-
che perché sarà prevalente-
mente tecnica. Nel suo staff cir-
colano due ipotesi, opposte.
Una è aggressiva e offre la sug-
gestione di un Caimano che va
in tribunale per fare “un predel-
lino permanente della persecu-
zione giudiziaria”. L’altra inve-
ce suggerisce di non alimentare
il carattere mediatico dell’even-
to, considerato che non ci sa-
ranno telecamere in aula. In
ogni caso, l’ultima parola spet-
ta a Lui.
SULLA SCRIVANIA del
premier, che domani volerà a
Tunisi per tentare di rimediare
ai pasticci di Frattini e Maroni
sull’immigrazione, la road map
della nuova crociata di prima-
vera ha altri due step cruciali.
Incassati il processo breve e il
conflitto di attribuzione, la
maggioranza proseguirà la sua
marcia con il disegno di legge
per aumentare le poltrone di
governo. Oggi ne sono libere
undici (dodici con la recente
nomina di Romano a ministro
dell’Agricoltura). Ma non basta-
no per tutti. Ci sono da accon-
tentare i Responsabili (ieri B. ha
promesso a Scilipoti finanche
due dipartimenti ministeriali
per contenzioso bancario e me-
dicina non convenzionale), al-
tri del gruppo misto, infine az-
zurri ed ex an del Pdl. La lista è
lunga e ventitré posti potrebbe-
ro essere sufficienti. Senza con-
tare che è in corso un’altra com-
pravendita: il centrodestra do-
vrebbe arrivare a quota 330 a
Montecitorio con sette deputa-
ti provenienti da Pd e Mpa. Un
bluff? No, ma la trattativa anco-
ra non è conclusa. Rimpasto e
quota 330 sono i due paletti che
secondo i piani di B. consenti-
ranno alla maggioranza di apri-
re una nuova fase “riformista”
(con in tasca una nuova legge
ad personam), al riparo dalle
voci su nuove manovre di logo-
ramento partite con le “consul-
tazioni” del Colle, che prefigu-
rano un governo a guida diver-
sa. Magari Tremonti. Che pro-
prio ieri è stato attaccato sul
POLITICA
principale punto di debolezza è l’eccesso di divisioni
interne al partito mentre tra i punti di forza c'è che il Pd
nell’ultimo anno ha saputo individuare le priorità per il
paese. Sulla strategia di opposizione iscritti e elettori si
dividono alla pari tra chi ritiene che l'opposizione sia
troppo condizionata dall’antiberlusconismo, chi pensa
all’opposto che sia troppo tenera verso il presidente
del Consiglio e chi ritiene giusta l’attuale strategia. Sul
Giornale dall’ex ministro Sandro
Bondi, con un articolo che se-
gna il suo ritorno al ruolo di
triumviro del Pdl. “Tremonti
scopra le carte”, ha scritto Bon-
di. Ma il ministro dell’Econo-
mia non ha risposto in nome di
“un silenzio che stabilizza il
premier”, come spiega un ese-
geta di Palazzo Grazioli.
Le fibrillazioni nel partito (casi
Scajola e La Russa) non sono ar-
chiviate, ma le amministrative
faranno scattare una tregua in-
terna. Per la serie: adesso il
triumvirato non si tocca. Un
messaggio distensivo a La Rus-
sa e a tutti gli ex an in affanno.
Tra di loro si segnala l’attivismo
di Augello, che sul Secolo ha par-
lato di una federazione del Pdl.
Un progetto che avrebbe già at-
tirato l’interesse dei finiani Ur-
so e Ronchi.
ANTONIO DI PIETRO
“FAREMO OSTRUZIONISMO
LO LOGOREREMO
IN PARLAMENTO”
di Wanda Marra
ontinueremo a fare opposizione den-
“C tro il Parlamento e a fare informazio-
ne fuori”. Il leader dell’Idv, Antonio Di
Pietro, mentre per Silvio Berlusconi si pre-
para una settimana incandescente, è pron-
to a battere il ferro finché è caldo e a per-
sistere nell’ostruzionismo in Aula. Riven-
dicando per sé e per il suo partito il pri-
mato dell’opposizione dura e pura, fin dal-
l’inizio.
Onorevole Di Pietro, che farà l’oppo-
sizione nei prossimi giorni?
Continueremo a fare ostruzionismo a tutti
i provvedimenti che arrivano in Aula che
sono palesemente fatti nell’interesse del
nostro presidente del Consiglio. A comin-
ciare dal voto sul processo breve e sul
conflitto di attribuzione. In modo da far
prendere atto agli italiani che si tratta di
tutti piccoli provvedimenti ad personam.
Come?
Utilizzando tutti i modi previsti dal rego-
lamento parlamentare. Per esempio, an-
che se i tempi sono contingentati, ogni
parlamentare può parlare per un minuto:
noi abbiamo 20 parlamentari, si tratta di
20 minuti.
Lo farete con il resto dell’opposizio-
ne?
Finalmente
siamo arriva-
ti a una solu-
zione condi-
visa, che è
quella di co-
Antonio
Di Pietro (FOTO DLM)
Domenica 3 aprile 2011
tema del rinnovamento dei gruppi dirigenti il 61% degli
iscritti e il 63% degli elettori ritiene che rimanga ancora
molto da fare. Primarie aperte a tutti gli elettori nella
scelta degli amministratori locali sono chieste dal 42%
degli iscritti e dal 55% degli elettori mentre nella scelta
dei dirigenti di partito il 30% degli iscritti e il 49% degli
elettori sostengono che bisognerebbe farle sempre e
aperte a tutti.
Silvio Berlusconi (FOTO DLM)
stringere la maggioranza
in Aula ad ogni voto. Ab-
biamo visto in questa set-
timana che loro la mag-
gioranza politica non ce
l’hanno e che senza i Mi-
nistri non ce la fanno. E
l’ultima volta gli è andata
bene, perché c’era il Cdm
e quindi erano tutti vicini.
Se sono sparsi per i mi-
nisteri diventa più com-
plicato...
Ma è possibile liberarsi così di Berlu-
sconi?
Sulla carta ci sono 4 modi: la presa della
Bastiglia, ovvero la rivolta popolare che
sarebbe meglio evitare; le sue dimissioni:
ma è più facile che il sole non sorga e non
tramonti, piuttosto che lui si dimetta; la
sfiducia del Parlamento, ma è come so-
gnare la luna nel pozzo: è un Parlamento
di nominati che scilipoteggia; mostrare
sempre più chiaramente che Berlusconi
non ha più consenso politico: se dovesse
passare uno dei tre referendum che ab-
biamo proposto - quello sul legittimo im-
pedimento - questo diventerebbe chiaro e
il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano dovrebbe prenderne atto scio-
gliendo le Camere.
A proposito di Napolitano: che cosa
ha detto ai capigruppo convocati?
È preoccupato per la degenerazione del
Parlamento e per la sua capacità di lavo-
rare.
Si è parlato in questa settimana di
Aventino o addirittura di dimissioni in
blocco dell’opposizione. Perché in
realtà la stessa opposizione riesce a
incidere poco. Cosa ne pensa?
Dobbiamo cercare di capire cosa è più
funzionale. In questo momento è più fun-
zionale evidenziare la difficoltà di Berlu-
sconi e della sua maggioranza. Ma non
escludo questa possibilità per il futuro.
Non mi voglio precludere nessuna pos-
sibilità.
Che cosa farete fuori dal Parlamento?
Continuiamo ad organizzare manifestazio-
ni. Non c’è un momento in cui non siamo
stati in piazza da quando Berlusconi è pre-
sidente del Consiglio. Per esempio mar-
tedì ci sarà la notte della democrazia.
Se si dovesse arrivare alle elezioni, co-
me vi organizzerete?
Ho già detto che bisogna utilizzare tutte le
risorse in atto per mandare a casa Ber-
lusconi. Penso a un’alleanza che abbia co-
me asse portante Pd, Idv e Sel.
Domenica 3 aprile 2011
Niente telecamere in aula
Fnsi-Unci: “Vogliono
metterci un bavaglio”
stato dapprima un rumore di fon-
È
do, un pasticciaccio segreto, un
incubo incombente, una storia
fuori fuoco. Poi scandalo del bun-
ga-bunga. Ora il caso Ruby, neppure un
anno dopo il suo avvio, diventa proces-
so pubblico, giudizio immediato. La
mattina di mercoledì 6 aprile l’imputa-
to unico Silvio Berlusconi comparirà
davanti ai suoi giudici e ai mezzi d’in-
formazione di tutto il mondo. Le tele-
camere saranno molto probabilmente
tenute fuori dall’aula, ma non gli occhi
e le orecchie dei cronisti. Concussio-
ne, prostituzione minorile: a queste ac-
cuse dovrà rispondere il presidente del
Consiglio pro tempore. “Sono vittima
innocente di una persecuzione politi-
ca da parte delle toghe rosse”, si difen-
de lui. In aula si ricostruirà, pezzo dopo
pezzo, un’altra storia. Iniziata per caso
nel maggio del 2010.
POLIZIOTTI. I granelli di sabbia che
hanno bloccato i ben oliati ingranaggi
del bunga-bunga si chiamano Marco
Landolfi e Luigi Ferrazzano. Sono i due
poliziotti del commissariato di Milano
Monforte che firmano una relazione di
servizio “sull’intervento effettuato in
data 27 maggio 2010”, quando “si è
provveduto ad accompagnare presso
gli uffici della locale questura tale El
Mahroug Karima”. È una ragazza visto-
sa, ha “un toppino tipo prendisole e dei
jeans, ma non ha altro addosso”, dice un
altro poliziotto, Ermes Cafaro, che chia-
ma subito la procura dei minori. Ha 17
anni, è marocchina, si fa chiamare Ru-
by.
È stata fermata alle 19.13 in un centro di
bellezza di corso Buenos Aires: un’ami-
ca, Katia Pasquino, l’ha denunciata per
furto (3 mila euro e alcuni gioielli). Ope-
razione di routine. A Milano cose così
capitano spesso. Ma in questura succe-
de una cosa che prima non era mai ca-
pitata: alle 23.49 telefona da Parigi il pre-
sidente del Consiglio. Chiede al capo di
gabinetto della questura, Pietro Ostuni,
di lasciar andare la ragazza, perché è “la
nipote di Mubarak”. Invece di rimandar-
la in una comunità, come ordina il pm
dei minori Anna Maria Fiorillo, la si af-
fidi a una “consigliera ministeriale”
prontamente arrivata in questura. È Ni-
cole Minetti, ex ragazza-altalena della tv,
diventata consigliere regionale (ma non
ministeriale). Così insiste Berlusconi.
Ruby, che dalle comunità per minori è
già più volte scappata, viene identifica-
ta, fotosegnalata, ma poi affidata a Mi-
netti, che a sua volta la lascia nelle mani
di una prostituta brasiliana, Michelle
Coincecao Santos de Oliveira, che era
stata la prima a dare l’allarme. Aveva av-
vertito Berlusconi (di cui aveva il nume-
ro privato) che Ruby era stata portata in
questura. E Ruby, così chiacchierona (e
così minorenne), era un pericolo.
Il perché lo si scoprirà solo in seguito.
Intanto, il 5 giugno 2010 i poliziotti de-
vono tornare a occuparsi di Ruby, che li
chiama al culmine di una violenta lite
con Michelle. Le due si accusano a vi-
cenda di essere ladre e prostitute. La mi-
norenne finisce prima all’ospedale, poi
in una comunità. E parla. Racconta di
avere molti soldi a disposizione, di co-
noscere nientemeno che Silvio Berlu-
sconi, di essere stata più volte ad Arco-
re. La procura dei minori stila relazioni
che invia anche alla procura di Milano.
Se ne occupano, dapprima separata-
mente, due magistrati, Antonio Sanger-
mano (per la lite con Michelle) e Pietro
Forno (per le segnalazioni del tribunale
dei minori). È una storia strana, che a
prima vista sembra frutto di fantasie o
vanterie. La procura decide di procede-
re con i piedi di piombo: non dar credito
N
iente telecamere in aula. Tutti
fuori. Tanto che l’Associazione
Lombarda Giornalisti e il Gruppo
Cronisti Lombardi, d'intesa con la Fnsi e l’Unci,
ha “condannano” la decisione congiunta
dell'Avvocato generale, Laura Bertolè Viale e
del Procuratore generale, Manlio Minale, di
vietare l’accesso a fotoreporter e
PROCESSO RUBY
La nipote di Mubarak
ha in pugno il Caimano
Da mercoledì in tribunale: tutto
è nato da un furto e una bugia
di Gianni Barbacetto e Antonella Mascali
alla ragazza, verificare ogni sua parola,
cercare riscontri oggettivi.
Ma Berlusconi è davvero intervenuto
per “liberare” Ruby dalla questura: lo
mettono nero su bianco i due poliziotti
Landolfi e Ferrazzano in una relazione
del 28 luglio 2010. Il presidente del
Consiglio aveva paura che parlasse?
Che raccontasse quello che poi ha co-
minciato ad accennare a Forno e a San-
germano?
RUBY PARLA. La ragazza racconta
di essere stata più volte ad Arcore, a par-
tire dal 14 febbraio 2010, san Valentino.
Nega di aver fatto sesso con Berlusconi,
ma ammette di aver ricevuto denaro e
regali, descrive le feste, il giro di ragazze
e uno strano dopocena, che chiama
“bunga-bunga”: “Il primo incontro è sta-
to il 14 febbraio, sono stata chiamata da
Emilio Fede che mi ha invitata a prepa-
rarmi per andare a una cena”, racconta il
3 agosto al pm Sangermano. “Sono stata
portata ad Arcore. Dopo la cena, Berlu-
sconi mi ha proposto di scendere pres-
so il bunga-bunga dicendomi che il ter-
mine l’ha preso in prestito dal suo ami-
co Gheddafi, e sta a designare una sorta
di harem femminile, che si esibisce al
piano inferiore della villa... Nel bun-
QUESTIONI DI STATO
cineoperatori nell'aula del Palazzo di Giustizia
di Milano dove dal 6 aprile si svolgerà il
processo sul caso Ruby. “I motivi di sicurezza
addotti per giustificare questo provvedimento,
con cui viene revocata l'ordinanza favorevole
alle riprese in precedenza firmata dal
presidente del collegio giudicante, Giulia Turri,
sono irricevibili – dice un comunicato sindacale
ga-bunga tutte le ragazze sono comple-
tamente nude... Poi il presidente mi
condusse nel suo ufficio, lasciandomi
intendere che la mia vita sarebbe cam-
biata se io avessi accettato di partecipa-
re al bunga-bunga insieme alle altre ra-
gazze”. I magistrati restano allibiti. San-
no che fare sesso a pagamento con una
minorenne è un reato (prostituzione
minorile). Sanno che esercitare pressio-
ni sui funzionari della questura è un rea-
to ancor più grave (concussione). Cer-
cano riscontri. Controllano le “celle” te-
lefoniche di Arcore. Mettono sotto in-
tercettazione una quarantina di utenze.
Avviano verifiche bancarie.
I riscontri arrivano. Le “celle” dicono
che sì, Ruby è stata in sette occasioni,
alcune per più giorni, ad Arcore. Ha dav-
vero ricevuto tanti soldi e tanti regali.
Intercettata, la ragazza racconta: “Noe-
mi è la pupilla, ma io sono il suo culo”. E
poi: “Il mio caso è quello che spaventa
tutti e sta superando il caso della D’Ad-
dario e della Letizia. Io ho parlato con
–: è palese la volontà di negare la libertà dei
cronisti di informare e quella dei cittadini di
essere informati, diritti insopprimibili in uno
Stato democratico. È incalcolabile il danno che
questo oscuramento provocherà ai giornalisti,
ai quali viene impedito di svolgere la loro
attività: continua ad aleggiare il tentativo di
mettere il bavaglio all'informazione”.
27 maggio 2010:
i poliziotti scrivono
“ È una
ragazza vistosa,
ha un toppino
tipo prendisole
e dei jeans,
ma non ha
altro addosso
La notte del 14
febbraio del 2010
” ti, Lele Mora, Emilio Fede. A loro è con-
“ A San
Valentino la
prima serata
ad Arcore della
marocchina:
è ancora
minorenne
”
Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire
con qualcosa: 5 milioni”. E ancora: “Lui
mi ha chiamato dicendomi: Ruby, ti do
quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutto
in oro, ma l’importante è che nascondi
tutto. Non dire niente a nessuno”.
ANCHE IL BUNGA-BUNGA tro-
va riscontri. Racconta Maria Makdoum,
chiamata ad Arcore nel luglio 2010 a bal-
lare la danza del ventre: “Quando la ce-
na è terminata, il presidente più o meno
testualmente disse: E ora facciamo il
bunga-bunga... Era un qualcosa di ses-
suale... Chi avrebbe aderito al bun-
ga-bunga avrebbe potuto poi ‘mangia-
re’ o ricevere qualcosa in cambio. Scen-
demmo quindi in una sala non molto
grande, una piccola discoteca, in mezzo
c’era il palo della lapdance... È cambiata
la musica e le due gemelle De Vivo, che
erano in pratica in mutande e reggise-
no, hanno cominciato a ballare in ma-
niera hard, avvicinandosi al presidente,
che le toccava e le ragazze toccavano il
presidente nelle parti intime, e si avvi-
cinavano anche a Emilio Fede, che ana-
logamente le toccava il seno, altre parti
intime... Anche le altre ragazze dopo,
anche insieme, ballavano, facendo ve-
dere il seno o il fondoschiena, si avvi-
pagina 7
cinavano al presidente, che le toccava
nelle loro parti intime”.
Conferma pure Melania T.: “Sembra di
stare al Bagaglino ma è peggio. Un put-
tanaio. Con Berlusconi che toccava i cu-
li alle ragazze. Ora se quelle cose le fai in
camera da letto, sono affari tuoi, ma co-
sì, davanti a tutti! Mi chiedo, il giorno
dopo, come faccia a lavorare”.
E Natascia T.: “Mentre noi ballavamo, il
presidente ed Emilio Fede erano seduti
e guardavano. Alcune delle ragazze che
ballavano si avvicinavano al presidente,
che le toccava e loro toccavano lui... Al-
cune delle ragazze che facevano lo spo-
gliarello e che erano poi nude si avvi-
cinavano al presidente, che gli toccava
il seno o le parti intime o il sedere. In-
somma l’atmosfera era quella di un ni-
ght club, con ragazze che si spogliava-
no”.
I SOLDI. Arrivano i riscontri anche sui
soldi, sui milioni di euro con cui Berlu-
sconi finanzia la macchina del bun-
ga-bunga. Il fido ragionier Giuseppe
Spenelli, l’ufficiale pagatore del presi-
dente, prepara il contante per le buste
da consegnare alle ragazze. Ma pensa
anche alle auto da regalare (preferibil-
mente Smart e Mini) e agli affitti da pa-
gare alle più assidue dell’harem, ospiti
delle case di via Olgettina.
Le ragazze delle feste sono tante. Tren-
tatrè in un primo elenco, altre dieci in
un secondo. Per la procura si sono pro-
stituite “in cambio di denaro o altra uti-
lità”. L’“utilizzatore finale” è Silvio Ber-
lusconi, che il 15 febbraio viene rinviato
a giudizio immediato per concussione e
prostituzione minorile: per i suoi rap-
porti con la diciassettenne Ruby.
Sotto accusa anche tre persone ritenute
i “fornitori” delle ragazze: Nicole Minet-
testato il reato di aver “indotto e favorito
l’attività di prostituzione di giovani don-
ne”, maggiorenni, più la minorenne Ru-
by, che “compiva atti sessuali con Silvio
Berlusconi, dietro pagamento di corri-
spettivo in denaro e altre utilità, presso
la residenza in Arcore”.
Le ragazze del bunga-bunga, coordinate
secondo i pm da Nicole Minetti, nelle
confessioni private al telefono non sem-
brano proprio amare il “presidente”,
che pure in pubblico incensano (e usa-
no come un bankomat). “Un vecchio
dal culo flaccido”, per Nicole Minetti.
“Ah che zoccolame questa casa, questo
condominio diventa sempre più un put-
tanaio”, commentano Aris e Iris, due
ospiti di via Olgettina, il 12 ottobre
2010. E Iris Berardi, che ha iniziato a fre-
quentare Arcore ancor prima di com-
piere 18 anni: “Sto andando alla festa te-
sorino, mamma mia è incredibile lo
schiffo ke fa il denaro, in questo mo-
mento mi sto faccendo schiffo da sola!”,
scrive in sms il 26 ottobre 2010. E il gior-
no di Natale del 2010 ecco come si
“messaggiano” Nicole Minetti e Barbara
Guerra: “Oltre che per le palle bisogna
prenderlo per il caz... Domani se è aper-
to vado in un sexy shop e prendo un po’
di cose per me e te: più troie siamo, più
bene ci vorrà....Troie, troie... Tanto or-
mai abbiamo la confidenza per fare
qualsiasi cosa”. Preoccupate anche per
la loro salute. “Hai fatto? Tutto a posto?”,
chiede una ragazza. Le risponde un’a-
mica: “A posto, sì. Globuli bianchi a po-
sto, non abbiamo nessun Aids”. “Amò,
avevi dubbi, avevi?”. “Mah, sai, quando
uno va a letto con 80 donne, non si sa
mai nella vita”. Per la difesa, le feste di
Arcore erano invece sobrie ed eleganti,
Ruby non ha mai fatto sesso con Berlu-
sconi, che comunque la credeva mag-
giorenne. Ora la parola passa ai giudici.
pagina 8 Domenica 3 aprile 2011

BRUTTE VISIONI

“B? È UNA GARANZIA”

PER UN FILM ORRIDO
Presentato “Goodbye Mama” della Bonev:
la Rai ci ha investito, non si capisce perché BIaneva Boneva Dragomira, in arte Michelle Bonev ( FOTO MILESTONEMEDIA)

di Federico Pontiggia duzione importante, che

dopo 20 anni riporta il ci-
Ianeva Boneva Drago- nema bulgaro in Italia: an-
risveglia a Roma, negli occa-
sionali dintorni di Piazza
Adriana, sede di Rai Cinema.
L’attrice-produttrice ringrazia mola.
Prodotto dalla Bonev con Nu-
in tutti i modi Berlusconi: mi ha nez e Corasaniti per il 60% ita-

B mira, in arte Michelle

Bonev, è una donna
“sorpresa”, tre volte
“sorpresa”. “Sorpresa” per
la presentazione in pompa
magna alla Mostra di Vene-
zia di Goodbye Mama il 3 set-
tembre: “Ci hanno avvisati
solo 10 giorni prima, e non
eravamo preparati: con Pa-
lazzi, per alberghi, motosca-
fi e il resto abbiamo pagato
due-tre volte di più”. Tenete
a mente: “330mila euro”,
scuciti dalla Romantica En-
tertainment Srl: “Abbiamo
sostenuto tutte le spese: ho
le fatture”, rivendica Drago-
mira. Che davvero può tut-
to: con un solo colpo di te-
lefono, al Lido trovò il red
carpet spianato.
“Sorpresa” perché, attraver-
so l’attuale ministro dell’A-
gricultura Galan, Berlusconi
le fece pervenire in Sala Pa-
sinetti il suo “caloroso ab-
braccio”: “Positivamente
sorpresa, ma è una copro-
che Mueller, che l’ha visto
cinque volte, si è scusato
per questa lunga assenza”.
Ma Silvio? “Lo conosco dal
’95, non siamo amici, non ci
frequentiamo, ma tifo Milan
e ho curato l’immagine di
giocatori rossoneri”. Insom-
ma, solo “cene di pallone,
nella villa di Arcore non so-
no mai stata, ma se mi invita
ci vado”.
La donna bulgara
sotto la Madonnina
TENETE a mente, perché
c’è chi giura che a metà anni
’90 Dragomira si vantasse sot-
to la Madonnina: “Sono fidan-
zata con l’uomo più potente e
ricco di Milano”. Vai a sapere a
chi si riferiva... Ma sull’appro-
do in Italia di Michelle, che og-
gi incanterà a Domenica In, il
film glissa con ellissi di lyn-
chana memoria: il suo alter
ego Elena tenta il suicidio e si
“Sorpresa – e tre – anzi, piace-
volmente sorpresa: no, non lo
scriva, per me è solo un pia-
cere”, perché Goodbye Ma-
ma l’8 aprile arriva nelle no-
stre sale in 80 copie con il ser-
vice distributivo di 01: “Rai Ci-
nema deve aver fatto le pro-
prie ricerche di marketing e
ha deciso così”.
Decisione di cui andare fieri,
così fieri che il gotha di Rai Ci-
nema alla round table di ieri
con la Romantica trinità Bo-
nev, Licia Nunez e Giuseppe
Maria Corasaniti ha fatto sen-
tire la propria assenza al com-
pleto: complice una conven-
tion aziendale, i panni spor-
chi si sono risciacquati in Ar-
no.
Ma il dettato manzonian-an-
dreottiano non è peregrino.
Infastidita dalle troppe do-
mande su Papi, la Bonev chia-
ma in causa il Divo Giulio –
“Di lui che scrivevate?” –
mentre Corasaniti esorta i
cronisti: “Scrivete come parla
fatto pervenire il suo abbraccio
bene italiano, Michelle”. Ed è
vero, semmai i dubbi sorgono
per l’associato. Non è un one
woman show, anche Licia Del
Curatolo da Barletta, rivendi-
ca il suo “posto al sole”: “Re-
pubblica ha dovuto rettificare,
non sono mai stata indagata,
mai interrogata da un pm e
non ho mai avuto rapporti di
amicizia con Gianpaolo Ta-
rantini”. Viceversa, “non ho
mai negato quella con Berlu-
sconi: mi ha presentato lui Ta-
rantini a Palazzo Grazioli, e il
premier è una garanzia”.
Soddisfatti o rimborsati? Di-
remmo la seconda: “Credo
nella buona fede di Berlusco-
ni: ora non frequenta più Ta-
rantini”, rileva la Bonev.
Ma mai dire mai, il bel tempo è
arrivato, Villa Certosa aspet-
ta, e anche Bond è di casa:
“Non vado mai a leggere, pri-
ma di condannare i giudici de-
vono sapere le cose. Io so co-
s’è la Stasi, il KGB, e questa di
Berlusconi mi sembra una
spy-story: dicerie, stralci,
pubblicati da certi giornali
che non hanno qualità”.
La distribuzione
in ottanta sale
MA NON crediate, perché
seppur Cenerentola senza
“un Principe azzurro sul pia-
no professionale: Giuseppe
(Corasaniti, Ndr) è un fratello,
e con Saccà ci salutiamo, non
credo alle intercettazioni”,
Dragomira non vuole “fare la
guerra ai giornali: potevo
querelare, non mi interessa,
che parli il film”. Accontentia-
liano, dalla sola Bonev per il
40% bulgaro – i 300mila leva
(154mila euro) messi dal Cen-
tro nazionale bulgaro di cine-
matografia hanno garantito le
dimissioni al dg Alexander
Donev e al viceministro della
Cultura Dimitar Derelviev
(fonte: novinite) –, Goodbye
Mama ha utilizzato letteral-
mente ad personam l’accor-
do di produzione italo-bulga-
ro del ’67 e svuotato le tasche
di Dragomira & C. per 3 milio-
ni e 300mila euro, meno i
150mila bulgari, meno il mi-
lione per i diritti free e pay ac-
quisiti dalla Rai, più i 330mila
euro veneziani.
Fate voi i conti, ma incalcola-
bile è il product placement di
Re Silvio, che nel film cam-
peggia sorridente su una scri-
vania ministeriale bulgara: “È
molto amato, tutti hanno fat-
to foto con lui”.
Ma solo una è rimasta impres-
sa su pellicola: Goodbye Ma-
ma.

Il regista: “È come un coitus interruptus”

TELEINVASIONI di car. tec.

VESPA E I GENITORI DI YARA Boris “serrato” per Viperetta

pesso Bruno Vespa si traveste da agente
S dei Ris o da commissario Maigret per
risollevare i suoi ascolti in picchiata e tirar via
“U n coitus interruptus”,
secondo il regista Luca
Vendruscolo. Ma non è un
un po' di polvere dal salottino bianco. film porno, è Boris, e la con-
Porta a Porta negli anni è diventata una fiera traccezione ce l’ha messa
commerciale: plastici, biciclette, tavoli di “Er viperetta”: venerdì sera
ciliegio. Ma siccome in quel programma le la vernice all’Adriano di Ro-
ma è saltata, causa sciopero
notizie non servono e la lacrima facile è indetto intorno alle 18 dai
l’unico espediente per parlare alla pancia lavoratori di Mediaport, il
degli italiani, visto che la testa ascolta altrove, circuito di Massimo Ferre-
Vespa ha trasmesso un video di Yara ro.
Gambirasio in una gara di ginnastica ritmica.
Un breve fotogramma, un piccolo gancio nel PERCHÉ? Si vocifera, e si
passato per i suoi genitori. Nessuno può lamenta, un alterco tra un di-
pendente e il proprietario,
costringerli a condividere in pubblico un così grave da far cadere la
ricordo privato, nonostante lo sparuto gruppo serranda sulle sale capitoline
che ancora guarda Porta a Porta: “Siamo del gruppo, di cui cinque
amareggiati e sdegnati nei confronti di chi con Boris - Il Film in cartel-
continua a invadere il nostro dolore”. Avevano lone: “Un danno enorme,
chiesto di spegnere le telecamere su una 200mila euro che se ne van-
famiglia distrutta. Purtroppo Vespa sceglie no”, dicono gli amici di Renè
Ferretti alias Francesco Pan-
l’argomento di Porta a Porta per esclusione. E
gli resta poco. Se non le figuracce.
nofino, ma il testa a testa per
la vetta del box office con
Nessuno mi può giudicare di
Max Bruno non pare com-
promesso. Comunque, non
ditelo ai vip, che per quel-
l’anteprima avevano – udite,
udite! - addirittura pagato.
Ebbene, in 500, tra famosi e
non, si sono dovuti accon-
tentare dell’epitaffio in sala
di Giacomo Ciarrapico, regi-
sta a sei occhi con Mattia Tor-
re e Vendruscolo: “E’ il finale
non scritto di Boris”. Dopo
questo imprevedibile final
cut, la polizia ha scortato il
deflusso dei mancati spetta-
tori, con l’ordine a far da pro-
blema pubblico. Perché non
era finita qui: ancora alle 21,
online si vendevano i bigliet-
ti per le proiezioni successi-
ve, nonostante Mediaport
avesse chiuso i battenti an-
che per la giornata di sabato.
Un putiferio, che vale a Ven-
druscolo un’ironica consta-
tazione meta-cinematografi-
ca: “Ti aspetti una festa, e ti
ritrovi sbattuto tra i flutti.
Niente di drammatico, chia-
riamolo, ma è la dimostrazio-
ne che Boris non è solo una
commedia. Forse, questa
conclusione piacerebbe a
Ferretti”.
IMPEGNATTO sul set a
Malta, Pannofino se l’è scam-
pata, insieme a Giorgio Tira-
bassi e Antonio Catania: pre-
senti e scontenti, viceversa,
autori, il resto del cast e la
troupe, poi dirottati al Circo-
lo degli Artisti per una festa
non più sotto il segno dei pe-
sci (Boris ci perdoni), ma
della Viperetta. Lo zodiaco
conoscerà una nuova figura
domani, quando la questio-
ne sciopero arriverà sul ta-
Annullata la prima a Roma
per una protesta contro Ferrero:
tutti a casa (compresi i vip)
volo con Ferrero da un lato e
01 Distribution, che lo distri-
buisce in 338 sale (meno
qualcuna), dall’altro, ma l’ac-
qua nella boccia è già avve-
lenata. Non bastavano i pre-
cari che già avevano movi-
mentato la conferenza stam-
pa di Boris al grido di “Dai,
dai, dai che la rigiriamo l’I-
talia” né le peripezie sullo
schermo di Ferretti, che vor-
rebbe fare della Casta di Riz-
zo e Stella un film d’autore
ma si ritroverà con un cine-
panettone, la legge del con-
trappasso paga anche al ci-
nema: pesce d’aprile? E pe-
sce d’aprile sia.
fed. pon.

società ambiente etica politica Aperti al nuovo, interessati al presente,

dotati di spirito critico o semplicemente
nuove chiavi di lettura da utilizzare a
casa e nelle scuole, per capire il mon-

RACCONTATI
curiosi: sono i ragazzi dai 10 ai 18 anni a
cui MANIFESTOLIBRI dedica la nuova
collana RACCONTATI A RAGAZZE E
RAGAZZI.
A RAGAZZE E RAGAZZI Libri illustrati per parlare ai più giovani
di società e di ambiente, di etica e politi-
ca, per riflettere su ciò che li riguarda e li
circonda. Un dialogo aperto e informale,
veicolato da parole semplici e illustrazio-
IN LIBRERIA ni argute, capaci di suggerire ai giovani
TOLIBRI
CON MANIFES
DAL 17 MARZO
lettori non già le risposte ma la voglia di
farsi domande sul presente.
Educatori, insegnanti, formatori e
genitori sono il pubblico a cui si rivolge
la nuova collana RACCONTATI A
RAGAZZE E RAGAZZI, suggerendo
do in cui viviamo.
ALCUNI DEI TITOLI IN PUBBLICAZIONE DA MARZO 2011:
L’ACQUA E I BENI COMUNI di Ugo Mattei, pro-
fessore di diritto civile ed estensore dei que-
siti referendari sull’acqua, illustrato da Luca
Paulesu. in libreria dal 17 marzo
in preparazione
I PALAZZI DELLA POLITICA di Andrea Colom- LA LIBERTÀ di Pierfranco Pellizzetti, opinioni-
bo, giornalista del Manifesto, esperto in sta de Il Fatto Quotidiano e collaboratore di
politica interna, illustrato da Andrea Nicolò. Micromega.
in libreria dal 31 marzo
Il FEMMINISMO RACCONTATO ALLE RAGAZZINE
di Simona Bonsignori, giornalista ed editore.

GLI ANNI ’70 di Marco Grispigni, studioso

dei movimenti sociali e politici.

IN LIBRERIA E PER ORDINI DIRETTI WWW.MANIFESTOLIBRI.IT

Domenica 3 aprile 2011 pagina 9

CRONACHE

I PACIFISTI IN PIAZZA
CONTRO LA GUERRA CHE PIACE A TROPPI
Gino Strada: chi la chiama missione umanitaria è un delinquente

La manifestazione in piazza Navona, a Roma (FOTO DLM) Altre immagini del corteo. In alto, il fondatore di Emergency Gino Strada (FOTO ANSA)

di Paola Zanca
Roma
unico della classe politica
siamo riusciti a mettere in
Parlamento italiano e non
trova nessuno che lo rappre-
Contro l’Iraq la, chiarisce che “criminale”
è soprattutto “chi offre cam-
no. Ma scusa, non ci abbia-
mo parlato finora? Non era-

etrolio, bombe, mis-

piedi una bella giornata. Sia-
mo usciti dal coro della pro-
senti”. Non dev'essere anti- erano 3 milioni, pi da golf quando c'è chi non vamo in affari con lui? E poi

P
sione umanitaria. Le
parole sono le stesse
dell'Iraq, identiche a
quelle dell'Afghanistan. Ep-
pure questa volta, con la Li-
bia, è difficile trovare qual-
cuno a cui venga in mente di
contrapporle alla parola pa-
ce. La guerra che non è mai
stata così vicina, non è mai
sembrata così lontana. Lo si
è visto bene ieri, nelle piaz-
ze che hanno ospitato la ma-
nifestazione pacifista voluta
da Emergency. Mezze vuote,
anche se Gino Strada, com-
prensibilmente, preferisce
guardarle mezze piene. “No-
nostante la disinformazio-
ne, la censura e il pensiero
paganda bipartisan”.
GIÀ , perché la differenza
con Baghdad, con Kabul, è
che su bombardare Tripoli
sono tutti d'accordo. Ghed-
dafi è l'uomo nero, qualsiasi
cosa purchè se ne vada. Ni-
cola, 50 anni e un lavoro nel-
la comunicazione, non ci gi-
ra intorno: “Il movimento pa-
cifista è sempre stato debole.
Prima era sostenuto da una
parte politica che lo appog-
giava non per convinzione
ma per convenienza. Quella
sull'Iraq era una manifesta-
zione politica, questa è una
manifestazione informata.
Chi è in piazza oggi guarda il
politica, se ragiona in manie-
ra simile uno che la politica
la fa di mestiere. Enrico Ga-
sbarra, deputato Pd, si con-
fonde tra la folla di piazza Na-
vona. Di lui si può dire tutto
tranne che sia uno dei ribelli
del partito: ex Margherita, ex
presidente della provincia di
Roma, sempre allineato tran-
ne che sulla Libia, dove si è
astenuto: “Non mi piace que-
sta ondata di moda sulla pa-
ce. Nel 2003 eravamo tre mi-
lioni. Sono tanti quelli che
oggi non ci sono più. Se il Pd
si candida ad essere una for-
za del prossimo secolo deve
affrontare la politica interna-
zionale in modo un po' di-
verso. Non ci si può salvare
per la Libia in
poche migliaia:
“Colpa della
propaganda
bipartisan”
la coscienza con una risolu-
zione Onu”. Sotto l'egida del-
le Nazioni Unite, sembra me-
no ipocrita chiamarla “mis-
sione umanitaria”. Per Gino
Strada tutti quelli che lo fan-
no sono “delinquenti politi-
ci”. Una ragazza tunisina, Lei-
mangia da due giorni”.
MA IN PIAZZA , in mez-
zo alle bandiere di Sinistra e
Libertà, di Rifondazione, del-
la Fiom, più che di Berlusco-
ni, senti parlare ancora della
sinistra “spezzettata”. “Si è
persa l'organizzazione, i par-
titi facevano da amplificato-
re al passaparola. Ora su que-
sti temi la discussione si è
spenta”, dice Tilde, inse-
gnante 53enne. Non c'è più
nemmeno lo spauracchio
del cattivo, George W. Bush.
E poi Gheddafi è un dittato-
re: “Lo odiamo in tanti, ci
mancherebbe. Ma la carta
della discussione va giocata
sempre, anche con un tiran-
piuttosto che un'azione di
terra, meglio che rimanga
Gheddafi. Puoi farlo fuori in
un altro modo, intanto non
comprandogli il petrolio”.
Dietro di lei, una sfilza di pal-
loncini regge a mezz'aria la
scritta: “Il fine non giustifica
i mezzi”. Dal palco Gino Stra-
da sta dicendo che “solo i vi-
gliacchi” parlano di “uto-
pia”. Che in Italia ci sono tan-
te persone “che non hanno
smesso di pensare”. Dario
Vergassola aspetta che fini-
sca di parlare. Poi dice al
pubblico di guardare l'obeli-
sco al centro della piazza. In
cima c'è una colomba e un
ramoscello d'ulivo: “Prima
non c'era”.

Franca, 80 anni. Professione “periferia”

VIAGGIO NEL QUARTIER GENERALE DI UN COMITATO INQUILINI A MILANO EST
di Nando Dalla Chiesa
enedetta ragazza. Ancora non la vuol smet-
Bgiapponesi
tere. Diteglielo che la guerra è finita, che di
nella jungla non ce n’è più. Che oggi
è l’epoca del lusso e del divertimento. Che non è
aria da comitati inquilini. Il guaio è che la ragaz-
za lo sa benissimo ma è testona. Ogni giorno
arriva dalla parte opposta della città, zona Bo-
nola, con un paio di mezzi pubblici e si piazza
nel quartier generale del Comitato inquilini Mo-
lise-Calvairate-Ponti, sulla circonvallazione più
esterna, zona est di Milano. Un ufficio a pian ter-
reno. Quattro stanze su due livelli diversi più
cucina. In affitto dall’Aler. Suoni il campanello
dalla strada e qualcuno ti avvicina chiedendo
soldi per le medicine. Entri e una voce dalla
tromba dalle scale ti intima di chiudere il por-
tone, perché qui può entrare chiunque. Dentro,
alcuni volontari che stropicciano le funzioni più
diverse. Franca è il cuore di que-
sta esperienza che abbacina e
stupisce chiunque la incontri. Ogni giorno
SIAMO in una delle zone più
degradate della grande metro-
una battaglia
poli della moda e del turismo
d’affari, la città per antonomasia
per tener lontano
di escort e calciatori. Case popo-
lari lasciate andare in malora, il degrado
cortili dove si aggira una varia
umanità, anziane signore che al e la criminalità
tramonto si auto-impongono il
coprifuoco, persone afflitte da dalle case
disagi mentali di ogni tipo con-
centrate qui con assistenza a do- popolari
micilio a zero ore. Ogni tanto urla terribili dalle
case, può essere una lite da coltellate o il lamento
straziante di un essere umano disperato di soli-
tudine. Allora accorre una custode coraggiosa in-
sieme con quelli del comitato.
“Lo vede?”, Franca punta addosso gli occhi come
spilli di brace, “questa è la vita vera in tanti pezzi
di Milano. La vita delle case popolari dove non c’è
assistenza sociale, dove si insediano i criminali e
li lasciano stare. Lo sfratto lo danno ai poveri dia-
voli, ma io ricordo bene quel mafioso a cui lo
sfratto non lo dava nessuno e faceva quel che vo-
leva. Qui c’è un disagio mentale che non si ha
idea. Guardi qui questa foto, la spazzatura, gli abi-
ti a terra, sembra un’abitazione dove siano pas-
sati i vandali. Invece è la casa di un malato men-
tale così come l’abbiamo trovata un giorno, nella
sua normalità”. In effetti fa impressione. Franca
parla dei quartieri periferici, dei poveri, del ca-
pitalismo marcio e prepotente. Usa talora un lin-
guaggio che sembra ripescato
dalle ideologie più vetuste. Ha
fatto anche la consigliera co-
munale per Rifondazione co-
munista. E il linguaggio era
quello giusto. Ma c’era qualco-
sa che la rendeva diversa: la
coerenza assoluta tra le parole
che usava e le cose che vedeva
ogni giorno. E anche qui, in
via degli Etruschi al numero 1,
mentre parla è come se quel
vocabolario prendesse gra-
dualmente, come per magia,
una sua impensata attualità.
Parla, la ragazza ormai cresciu-
ta, e volentieri. Teme sempre che il suo interlo-
cutore non capisca fino in fondo la gravità di rac-
conti e denunce. Se si arrabbia, tracima dall’ani-
ma il genovese, la sua lingua natìa. Con le lingue
d’altronde va veloce, una volta faceva la tradut-
trice per Rizzoli.
“A LEI INTERESSA tanto la lotta alla crimi-
nalità, vero? Ma qui noi la combattiamo ogni gior-
no. La criminalità si infiltra negli appalti e nei luo-
ghi alti della gestione, spaccia, impone le sue re-
gole alla luce del sole. Come vuole che vengano Franca, del comitato inquilini Molise-Calvairate-Ponti a Milano
su i ragazzini in ambienti e caseggiati come que-
sti? Ecco, li vede quei tavolini? No, non sembra Franca ogni tanto ha un lampo di allegria. Che
un’aula scolastica, é un’aula scolastica. Quando arriva imprevedibile quando immagina qualcosa
non facciamo sportello per gli inquilini, ci tenia- che possa aiutarla nella anacronistica missione a
mo i doposcuola. Tagliano il tempo pieno e noi cui si è dedicata. Ad esempio quando espone il
aiutiamo i bambini e i ragazzi a fare i compiti con sogno a cui sta lavorando, insieme con le parroc-
i nostri volontari. Un centinaio lavorano gratis, chie e con tre onlus (la principale è l’associazio-
molti sono studenti universitari; dieci invece so- ne Luisa Berardi, anche lì doposcuola): fare isti-
no pagati - poco, mi creda - con il sostegno della tuire un anno europeo “per la riqualificazione
fondazione Cariplo. Gli alunni? Sono più di un dei quartieri di degrado e di esclusione delle pe-
centinaio, soprattutto immigrati di colore. È il po-
sto degradato di Milano dove c’è meno devianza
riferie urbane”. Obiettivo, dice il progetto che
mostra con pudico orgoglio, trasformare “i ghet-
minorile. Niente bande, diversamente dagli altri
quartieri a rischio. Lavoriamo insieme con le par-
ti urbani in luoghi di dignità, di bellezza, di cul-
tura, di fratellanza”. Le periferie urbane che di-
rocchie, San Pio V e Sant’Eugenio, per difendere
la dignità di queste vie. Certo, rimediamo alla di-
ventano regine di un anno europeo. Roba da non
crederci. Brillano gli occhi a questa ragazza che
struzione dello stato sociale. Lo so anch’io che non ne vuol sapere di arrendersi ai tempi, lei che
facciamo un favore alla Moratti perché rendiamo di anni ne ha ottanta e passa. Ha sperato un gior-
più sostenibile il disagio e la povertà, ma che cosa no di vedere il mondo rovesciarsi con una rivo-
dovremmo fare?”. Già, bella contraddizione luzione. Ora cerca di renderlo un po’ più bello a
quella vissuta di questi tempi dagli uomini e dalle chi non sa o non può difendersi dalle sue vio-
donne di buona volontà. E dev’essere forse per lenze. Sissignori, con un comitato di inquilini.
qualche inconscia gratitudine se il Comune le ha Molise-Calvairate-Ponti, circonvallazione ester-
dato l’Ambrogino d’oro. na, Milano est.
pagina 10 Domenica 3 aprile 2011

CAPITALI

SOLO SCARPE AL COLOSSEO

Della Valle compra l’esclusiva del monumento:
chi vuole usarlo, deve chiedere il permesso. A lui
di Marco Lillo calzaturiera che rivestirà in es- pa come un atto di puro mece-
e Vito Laudadio sa un ruolo predominante. natismo del valore di 25 milio-
L'accordo stipulato il 27 gen- ni di euro “presenta molti lati
l principe Antonio De naio scorso dal Commissario

I
oscuri”, secondo il segretario
Curtis ci aveva provato straordinario all'area archeo- generale della Uil Beni Cultura-
con la Fontana di Trevi nel logica di Roma, l'architetto li, Gianfranco Cerasoli. Il sinda-
celebre Tototruffa. Cin- Roberto Cecchi, e da Diego calista ha presentato un espo-
quanta anni dopo il Governo Della Valle prevede l'impegno sto alla Procura di Roma e alla
Berlusconi è riuscito nell'ope- da parte della società di paga- Procura della Corte dei Conti,
ra con il Colosseo. Il nostro re i lavori di restauro del Co- per chiedere di accertare even-
monumento più famoso al losseo per complessivi 25 mi- tuali profili di illegittimità. Nel-
mondo è stato ceduto alla To- lioni di euro e in cambio riser- l'esposto Cerasoli cita un pri-
d's, nel senso che l'Anfiteatro va alla Tod's il diritto esclusivo mo effetto dell'accordo: la ri-
Flavio e la sua immagine non sull'utilizzazione commercia- chiesta presentata al Ministero
sono più liberamente utilizza- le dell'immagine del Colosseo (e sospesa a causa dell'accordo
bili dal ministero dei Beni Cul- e permette allo sponsor dei la- con la Tod's) della Volkswagen
turali. Se, per esempio, lo Sta- vori di costruire un centro ser- di usare il Colosseo per il lan-
to volesse affittare il Colosseo vizi nell'area archeologica più cio di un nuovo modello. "Il
a una società cinematografica vincolata del mondo. problema sta", scrive Cerasoli
o a una casa automobilistica nell'esposto, "nella errata è gra-
per usarlo come location di OLTRE A UNA SERIE di di- ve sottovalutazione fatta dal
uno spot o come sfondo per ritti correlati come quello di Commissario nella valutazione
una campagna dovrebbe chie- apporre il marchio Tod's sui economica di un accordo che
dere il permesso alla Tod's e a cantieri del Colosseo e sui bi- qualsiasi economista valuta su-
un'associazione ancora da co- glietti acquistati dai visitatori. periore ad oltre 200 milioni di
stituire da parte della società L'accordo, descritto dall stam- euro considerando l'esclusivi-
tà concessa e la durata superio- Una suggestiva immagine del Colosseo. Sopra, l’imprenditore Diego Della Valle. In basso il dirigente del Mibac, Mario Resca (FOTO ANSA)
re ai 15 anni con un piano di
comunicazione e di commer- In cambio dei lavori pagati, che effettivamente è andata
ULTRÀ milanista cializzazione spendibile in tut-
to il mondo". l’imprenditore delle Tod’s per 15 anni
deserta. Subito dopo però ha
avviato le trattative solo con
Tod's, chiuse velocemente
con bomba. Arrestato NELL'ARTICOLO 4 del-
l'accordo si prevede che i “di- gestirà l’immagine dell’anfiteatro senza coinvolgere l'ufficio legi-
slativo e il gabinetto del mini-
eiri mattina, nelle ore precedenti il derby tra Mi- ritti concessi all'Associazione stro né l'avvocatura. Anche la
Imanette
lan-Inter o da tutto esaurito al Meazza, è finito in
uno dei capi ultrà milanisti del gruppo
e allo Sponsor sono concessi
senza limitazione territoriali e, del patrimonio culturale del do è un esempio da seguire
comunicazione dei contenuti
dell'accordo è stata poco tra-
Commandos Tigre. L’arresto di Marco Righetto a pertanto sono esercitabili sia ministero, ha confermato nel- perché porta un vantaggio al sparente. L'allora ministro San-
opera dei poliziotti della Digos di Milano è avvenuto in Italia che all'estero”. La du- l'intervista che pubblichiamo paese, che restaura il suo pa- dro Bondi aveva parlato di “ac-
a poche ore dal derby della Madonnina. Righetto, 35 rata dei diritti in capo all'asso- sotto. Il Fatto ha contattato il tromonio senza spendere un cordo storico”. Il sindaco di
anni, milanese, è stato sorpreso con un ordigno ciazione è di 15 anni eventual- Commissario straordinario Ro- euro, e alla società sponsor. Ma Roma Gianni Alemanno aveva
esplodente di fabbricazione artigianale che gli ar- mente prorogabili mentre i di- berto Cecchi ma non ha avuto non si può pretendere di rea- detto: “Della Valle fa un grande
tificieri hanno definito "di tipo micidiale", una maz- ritti dello sponsor Tod's decor- alcuna risposta. Fonti vicine al- lizzare una simile operazione regalo all'Italia”. Mentre per il
za da baseball, quattro coltelli e una bomboletta rono “dalla data di sottoscrizio- la Tod's, invece, spiegano: “Ci senza concedere l'esclusiva”. sottosegretario alla presidenza
spray urticante di tipo illegale. Armi che aveva nella ne dell'accordo e si protraggo- stupiamo dello stupore. Una La posizione di Tod's è legitti- Gianni Letta "Della Valle non è
sua auto. L’arresto è avvenuto vicino allo stadio San no per tutta la durata degli in- società quotata in borsa che in- ma. uno sponsor, ma un mecenate
Siro durante i normali controlli per permettere alle terventi di restauro e per i suc- veste 25 milioni di euro nel re- moderno”.
tifoserie di portare all’interno dello stadio il ma- cessivi due anni”. Il permesso stauro di un monumento deve QUELLO CHE LASCIA Tutto vero. L'accordo sotto-
teriale coreografico. Lo stadio Meazza è stato riem- per il lancio del nuovo modello motivare agli azionisti il suo perplessi sono le modalità del- scritto dal patron della Tod's
pito da oltre 80 mila spettatori, ingenti controlli per della Volkswagen, insomma, comportamento. Sarebbe as- la stipula dell'accordo e la sua prevede effettivamente un
la partita che può decidere il campionato italiano tra potrebbe essere solo il primo surdo non prevedere un'esclu- comunicazione. Il Commissa- onere importante per la sua
le due milanesi. di una lunga serie, come lo siva in favore di Tod's nel pe- rio straordinario Roberto Cec- azienda. Ma accanto al do esiste
stesso Mario Resca, direttore riodo dei lavori”. Secondo le chi aveva indetto una gara con un importante des rimasto fi-
generale per la valorizzazione fonti vicine alla Tod's "l'accor- scadenza il 30 ottobre del 2010 nora sotto traccia.

INTERVISTA Mario Resca, direttore generale ministero Beni culturali

“Rischiamo di perdere occasioni milionarie”

ario Resca è un uomo forte
M del ministero ma più che un
burocrate si sente un manager
della cultura nella duplice veste
di consigliere per le politiche mu-
seali e Direttore generale per la
valorizzazione del patrimonio
culturale del ministero dei Beni
culturali.
È stato spesso accusato di avere
una visione troppo commerciale
e berlusconiana del patrimonio
artistico nazionale. Stavolta però
l’ex amministratore delegato di
Mc Donald’s Italia, scelto da Silvio
Berlusconi per sfruttare al meglio
i monumenti, è stato scavalcato a
destra dal segretario generale del
ministero Roberto Cecchi con il
suo accordo con la Tod’s. Il Fatto
Quotidiano gli ha chiesto un parere
su quello che sta accadendo e lui
non si è tirato indietro.
Direttore, è vero che lo Stato
italiano non è più padrone di
concedere il Colosseo a un’im-
presa che voglia usarlo per un
evento come ha scoperto la
Volkswagen, costretta a chie-
dere il permesso a Diego Della
Valle?
È vero che c’è una proposta ar-
rivata tramite un consulente del
gruppo Volkswagen per avere la
disponibilità dell’uso del Colos-
seo per un evento che riguarda il
lancio di un nuovo modello. Ef-
fettivamente io ne ho parlato con
Diego Della Valle e ora dovremmo
vederci a breve perché, anche se
il contratto non l’ho visto, mi
sembra di capire che ci sia questo
problema.
Il segretario della Uil Gian-
franco Cerasoli sostiene che,
solo questo evento della Vol-
kswagen, poteva fruttare una
cifra intorno al milione di eu-
ro.
No, la cifra è più bassa. Prima ci è
stata scritta una lettera che con-
teneva un’offerta molto più bas-
sa. Poi a voce mi è stata fatta un’i-
potesi che, in caso di accordo po-
teva arrivare a un ammontare
molto più alto, fino a una cifra di
500 mila euro. Ma non c’è stata
negoziazione perché devo prima
incontrare Diego Della Valle per
capire bene come si possa risol-
vere questo problema.
Non ritiene che l’uso del Co-
losseo e del suo sfruttamento
commerciale sia stato conces-
so in esclusiva per 15 anni con
troppa leggerezza?
Guardi, l’unica cosa che posso
dirle è che, da quando sono ar-
rivato, io ho sempre detto che bi-
sogna attrarre i privati perché è
sempre un fatto positivo. I privati
possono mettere soldi e compe-
tenze. Ad esempio ad Ercolano da
dieci anni collaboriamo con la
Fondazione Packard (David Woo-
dley Packard, con la sua fonda-
zione Packard Humanities Institu-
te Ndr) che però ha fatto mece-
natismo puro. Ha messo denari e
ha messo competenze ed Ercola-
no è un esempio molto positivo.
È vero che in questo caso non
l’hanno coinvolta e non hanno
coinvolto nemmeno il gabinet-
to del ministro e il suo ufficio
legislativo?
Preferirei non parlare di questo
argomento. In fondo io non ho
competenza perché ricade sotto
il commissario straordinario, l’ar-
chitetto Roberto Cecchi. C'è un
decreto della presidenza del con-
siglio che gli dà i poteri.
La Volkswagen cosa voleva fa-
re?
Voleva fare un lancio della nuova
autovettura con una serie di se-
rate all’infuori degli orari per in-
vitare i loro distributori prove-
nienti da tutte le parti del mondo.
Poi però si è tutto bloccato e so
che stanno valutando altre sedi
europee. Peccato. Loro avevano
un forte interesse perché lei ca-
pisce che il Colosseo è un’icona
mondiale ma la cosa non è andata
avanti e penso si stiano ritiran-
do.
Il Colosseo secondo lei ha del-
le potenzialità di sfruttamento
commerciale inespresse?
Ma certo. Lei pensi al Gladiatore.
Siamo a dieci anni dall’uscita del
film Il Gladiatore e abbiamo visto
con grande chiarezza che certa-
mente ci ha portato in tutto il
mondo grandissima notorietà.
Non a caso noi stiamo parlando
adesso con Woody Allen perché
vuole fare un film ambientato a
Roma (il regista ha annunciato
che trascorrerà l’estate nella Ca-
pitale per girare la sua nuova pel-
licola, ndr) e noi gli abbiamo det-
to che siamo disponibilissimi ad
aiutarlo se ha bisogno di ambien-
tazioni nei monumenti di Roma,
musei. Lei immagini Il fantasma del
Louvre quanto ha aiutato Il Louvre.
Io mi occupo di comunicazione il
mio obiettivo è proprio quello di
portare più visitatore. Io da quan-
do sono arrivato ho puntato su
questo e il mio obiettivo non è la
mercificazione ma l’avvicinamen-
to dei monumenti al popolo. In
due mesi abbiamo fatto più 27
per cento di visitatori.
Se Woody Allen volesse usare
Il Colosseo, dovrebbe chiedere
il permesso alla Tod’s?
Preferisco non rispondere. Chie-
da al ministero e al sottosegreta-
rio Giro. Io le posso dire solo che
incontrerò Della Valle al ritorno
dal mio viaggio negli Stati Uniti,
tra un paio di settimane poiché
abbiamo questa richiesta specifi-
ca della Volkswagen. Ci potreb-
bero essere i numeri uno del mon-
do in quell'evento e fare un party
simile al Colosseo non sarebbe
male.
Volkswagen ha rinunciato?
Io ho parlato due giorni fa con
chi ha in mano la cosa e sono
scoraggiati ma vediamo di risol-
verla. Io vorrei condividere con
Della Valle una strategia di va-
lorizzazione che la mia direzio-
ne generale ha in mente e che è
lontana dalla mercificazione.
Ma.Li.
 Elias Vacca : “B. ha una soluzione per i clandestini di Lampedusa.
Affidarli a 5000 prostitute brasiliane”
a cura di Roberto Corradi

Mandarsi affangulo, PETRUNI DUE

digiamolo pure
di Ignazio La Russa
dc

E
hi tu, sendi un po’. Sto dicendo a te, piccolo esdre-
mista pacifisda, intollerante che molto probabil-
mente leggi questo giornale, e che mercoledì sei
venuto a contestarmi a Piazza Montecitorio e do-
po esserti preso un semplice "Vaffangulo!" dal sottoscrit- “Ascolti record in tutte le edizioni
to, hai avuto la spudoratezza di tirarmi le monetine e di del Tg1 nella giornata del terremo-
insultarmi. Ehi, tu, asgoldami! Per una volta voglio dia- to in Abruzzo. Il Tg1 ha registrato
logare con te. Ne ho viste di cotte e di crude, negli anni uno share intorno al trenta per
cento nelle edizioni delle sei e tren-
seddanda, a Milano, ho conosciuto l´odio ideologico, la ta, delle sette e delle otto con un
guerriglia di piazza quando i nostri cadevano come mo- picco del quarantrè e un per cento
sche sotto le raffiche delle mitragliette Sgorpion agitate nell’edizione delle nove e trenta. La
dai ragazzini gresciuti a pane e Comunismo! Ehi, tu, mi straordinaria delle undici, durata
stai sentendo? Non c´è bisogno di essere ipocriti, fra noi. oltre un’ora, ha realizzato uno sha-
re del trentatrè per cento e l’edi-
Lo so che tu mi odi. O meglio. Mi disprezzi, perché hai zione delle tredici e trenta il tren-
addosso l´eterna presunzione di superiorità della sini- tadue e quattro con cinque virgola
stra, quella ghe ti fa gredere che noi del Bidielle siamo sette milioni di ascoltatori. La
tutti brutti, sporchi e cattivi. Lo so che tu credi di essere straordinaria dalle quindici alle se-
migliore di me. Per una volta vorrei provare a disgutere. dici ha avuto un ascolto del ven-
Vorrei dirti che sono il brimo ministro che ha mandato tuno per cento. L’edizione princi-
pale delle venti si è confermata lea-
affangulo un Presidente della Gamera, e ghe, se bermet- der dell’informazione con uno sha-
ti, ne è pure orgoglioso. Ma vorrei anghe dirti che sono il re del trentatrè e nove per cento e
brimo ministro ghe, dopo aver mandato affangulo un con un ascolto medio di otto virgola
Presidente della Gamera, poi gli ha chiesto sgusa. Vorrei nove milioni di ascoltatori e picchi
dirti, che sono il brimo ministro che ha celebrato gli di quasi dieci milioni. Lo speciale
Tg1 Porta a Porta condotto da Bru-
uomini della Repubblica Sociale. Ma ghe ho scelto di
no Vespa con David Sassoli, inviato
farlo il 25 aprile. E tu questo dovresti abbrezzarlo, perché sulle zone del disastro, ha avuto
non ho preso la via più facile, più scontata. Sono il brimo uno share del ventisette per cento
ministro che mette al primo posto la difesa della baaàtria, e una media di sei virgola sette mi-
del tricolore ma che ha trovato la forza di tacere, lioni di ascoltatori. Record anche
quando questo tricolore è stato sbattuto nel cesso per l’edizione on line del Tg1 che
raccoglie le offerte di aiuto e vo-
dalla Lega, per profondo senso di responsabilità. lontariato. Il Tg1 è presente in
Voglio dirti che sono orgoglioso di essere tor- Abruzzo con otto inviati e nove
nato con le nostre truppe in Libia, dopo il operatori dall’alba di lunedì”.
maresciallo Graziani. Ma che al contrario di Susanna Petruni.
lui io non ho usato i gas, perché abbiamo Tg1 del 7 aprile 2009 (all’indo-
mani del terremoto dell’Aquila),
imbarato dagli errori del passato. Voglio dirti
edizione delle 13
che ero quello che agitava le manette ai tem-
pi di Mani pulite, ma che ora ho avuto la ma-
turità di votare le leggi ad persona per Ber-
lusconi. Non era fagile, sai? Ci vuole senso di
responsabilità, e io ce l´ho. Lo stesso senso di
responsabilità che mi guida quando sghiaccio i piedi a
quel testa di gazzo di Annozero, quel Formigli. Ho ec-
ceduto, digiamolo pure, ma poi me ne sono reso conto.
Ehi, tu, hai capito? Voglio dialogare con il mio avversario,
voglio abbattere gli sdeccati ideologici, voglio comuni-
Nelle immagini, Susanna
care gon te. E se tutto questo non ti va bene sai che ti
Petruni, la direttrice designata
dico? Vattene affangulo, brutto stronzetto manettaro, da Mauro Masi alla guida del
perghè mi hai rotto veramente i coglioni! Tg2, mentre sfoggia al collo il
(testo intercettato in autoblindo da Luca Telese) curriculum.
pagina IV
IL FASCISTA
MODERATO
di
Bertolotti
& De Pirro
di Bebo Storti
così è finita la cuccagna, eh?! Cari fighetti,
E comunisti, drogati, fannulloni e romano-
centrici. Ho dovuto chiedere il permesso
per la parola difficile al GCDABF, Gran
Consiglio dei Druidi Ancora Belli Freschi, mi
son dovuto dare due badilate nei maroni come
penitenza senza urlare se no si svegliavano, be-
vevano il genepy caldo per entrare in trance
(l'effetto è quello del Valium ma così vedono
ciò che noi non possiamo vedere e sentono ciò
che noi non possiamo sentire, solfeggiando
con le loffie comunicano con in nostri avi. Poi
svengono dalla spossatezza e dall'aria che si è
fatta pesante)... Si diceva, è finito il periodo del-
le vacche grasse, eh?! Il vostro mondo, fatto di
fighetteria e di happy hours, vi sta esplodendo
nelle mutande, eh?! Non è bello dire: "Noi l’a-
vevamo detto!" ma noi l'avevamo detto! Torme
di Egizi, di Tunisini, di Libici si abbatteranno sul
nostro mondo e si attaccheranno ai nostri ma-
roni (nel senso di pendagli) come chihuahua
affamati. Attaccheranno le nostre coste ed il
nostro stile di vita cambiando per sempre le
nostre abitudini e le nostre tradizioni (che pre-
vedono, per dire, la gara di "mattonate nei co-
glioni" o la sfida a "sputa più lontano e fai suo-
nare la padella con lo scaracchio"). E’ finita la
fancazzeria che fa fare i milioni solo decidendo
di comprare questa o quella azione o di rubare
sui finanziamenti europei (tipo le quote latte,
ci accusano i maligni ma sono menzogne: se
una mucca campa 96 anni è perché sta bene e
viene accudita con amore e andata a trovare
nella stalla a notte fonda in boxer e canottiera.
E' SUCCESSO ANCHE A ME! E ALLORA!? E' SO-
LO ATTENZIONE AL BESTIAME! VA BENE?).
Basta con le Volvo, le Bmw e i Cayenne che
girano liberi per le nostre belle valli: le vostre
città saranno così intasate di lavavetri che non
riuscirete più a uscir-
ne. Certo, anche noi
ne risentiremo (sem-
bra che vogliano
mandarci su
un’ottantina di
datteri da Lampe-
dusa) ma abbia-
mo già messo giù
i sacchi di sabbia
all'ingresso dei
paesi e chiuso coi
trattori rottamati
l'accesso alle valli
e ai passi. A coor-
dinare tutto, l'Umbi
(Umberto) che
tutti ci guida ver-
so un futuro mi-
gliore. Ci ha man-
dato su il Trota
(ce lo mandano
sempre su a noi
ma ora che trova la strada... che ca-
pisce dov'è... che resta immobile agli incroci
col filo di bavetta e lo sguardo perso quei venti
minuti a volta... fanno tempo a mettersi a posto
la situazione internazionale e a finire le olim-
piadi...). Comunque noi siamo preparati, la
guerra è cominciata. Noi o loro: meglio loro!
Abbiamo rispolverato le balestre e oliato le ca-
rabine. Qualcuno ha invertito le procedure e
una balestra oliata di fresco gli è scappata di ma-
no e c'è stato qualche ferito ma va bene anche
così, si può vivere benissimo con un dardo in un
orecchio. Abbiamo quindi fatto scorte di viveri
e di acqua, di riviste porno e di fieno nei fienili e
di grappa nelle osterie. Il Comune (l'osteria Il
Camoscio Spellato) è diventato il centro delle
operazioni. Qualcuno ha suggerito Head-quar-
ter ma adesso è lì che mugola in un angolo coi
maroni in mano. Noi siamo pronti perché abi-
tuati all'azione non come quei politici romani
abituati a fare un cazzo fin da giovani che ma-
gari erano tesserati del PCI, poi hanno provato a
fare i cantanti cambiando nome e facendo finta
di avere una laurea e di andare a lavorare e in-
vece andavano all'osteria a giocare a carte, vo-
glia di lavorare un cazzo, che se non entravano
in politica a rubare i soldi ai contribuenti, prima
in Italia poi in Europa (dove, per altro, non si
son mai fatti vedere), poi a Roma ladrona, erano
a spingere i carrelli al supermercato. Per dire...
Sappiatelo, fighetti delle grandi città! State a ca-
sa vostra coi vostri maghreb e non provate a
venire nelle nostre valli! Se anche quel leader
con la pelle che gli cade come a uno sharpei e
truccato come una troia (non quel leader! Cosa
avete capito? Sto parlando di
Gheddafi!)... se anche lui
si presentasse, che si
presentasse! Che come
frase subito non sem-
bra voler dire un cazzo
ma se la osservi me-
glio, capisci. I fucili so-
no carichi e le balle ci
girano. Anche perché
la grappa è già finita.
Ma questa è un'altra
storia...
Domenica 3 aprile 2011
di Marco Vicari gnato da 6 navi militari per svuotare l'isola: 3
I
l nostro Paese perde consensi all'estero.
Giorni fa, Napolitano è andato a Ellis
Island, il posto dove sbarcavano gli immi-
grati italiani. E' stato accolto dalla folla con
erano per i profughi richiedenti asilo, 3 per i
Lampedusani che erano venuti a contestarlo. Il
Presidente si è detto preoccupato per la sta-
gione turistica che deve ricominciare. Ma ha
promesso che Rai e Mediaset parleranno bene
un: "Oh, no! Ricominciano gli sbarchi!" La Mi- di Lampedusa. Mostreranno il blocco degli ar-
netti, invece, ha detto che vorrebbe fare il Mi- rivi, con servizi dai fondali di "Linea blu" e
nistro degli Esteri. In effetti la Minetti alla Far- "Pianeta mare".
nesina sarebbe perfetta. Ma mai quanto Frat- Berlusconi ha poi comprato casa nell'isola per
tini a Colorado. In compenso Berlusconi è ap- garantire che manterrà fede agli impegni. Lui è
parso mercoledì a Lampedusa. L'isola in questi così: per risolvere i problemi deve comprare
giorni ha vissuto momenti di inferno. Come ha per forza qualcosa. Non a caso per bloccare
detto Zaia, sono arrivati "falsi profughi, con le sbarchi si è appena comprato la Tunisia. Anche
scarpe da ginnastica firmate, il giubbottino al- se l'operazione è stata controproducente. Mi-
l'occidentale e il telefonino". Per non parlare gliaia di profughi, appena saputo della notizia,
delle ricche profughe sofisticate: han fatto la si sono riversati sulle coste, urlando: "Scilipoti
traversata solo per fare il parto in acqua (dopo Presidente no! Preferiamo la dittatura!" E' per
le parole di Zaia sulle coste della Tunisia, ven- quello che poi fuggono in Italia: nostalgia del
dono costumi da disperato per i profughi: un regime.
completo gessato, una cra-
vatta verde e il cartello "Ho
fame: un posto da sottose-
gretario").
In realtà nell'isola ci sono
gli immigrati ammassati gli
uni sugli altri che dormo-
no accanto alle proprie fe-
ci. Berlusconi ha notato
questo degrado e ha cal-
deggiato il suo "Piano co-
lore": mettere un pò di
phard sugli stronzi. Con
l'arrivo del Presidente del
Consiglio l'isola è vera-
mente migliorata. Il Genio
Civile ha ripulito tutte le
strade secondo la differen-
ziata: da una parte i Tuni-
sini che dormivano dentro
i sacchi neri, da un' altra gli
Eritrei che dormivano
dentro i sacchi della carta,
da un'altra i Somali che
dormivano nell'umido.
Adesso i Lampedusani at-
tendono le prossime puli-
zie con ansia. Gira voce
che nel 2015 dovrebbe ar-
rivare in visita il Papa. Da-
vanti al Municipio Berlu-
sconi ha poi esposto i suoi
progetti per Lampedusa. Il
premier è stato accompa-
Domenica 3 aprile 2011 pagina V

di Stefano Ferrante fa…! Gli ghiede di essere intransigende, re, a ringhiare, a ululare, inizia a girare
non lo offente!” La Russa intanto spiega giorno e notte intorno al suo palazzo.
con immensamente e preci- la vicenda della consulenza al ministero Alla fine il poveretto non regge alla pres-

“E’ pua rigonoscenza che mi

sendo, a nome di quandi
non mi hanno dimendicato
nella sempiterna dedizzione, di ringraz-
ziare per quesdo ingarico importande e
foriero di nuovi imbegni: per me è una
nuova edizzione del Brogesso”. Aldo Bi-
scardi è raggiante. Niccolò Ghedini lo
ha appena nominato come consulente:
“Me lo ha consigliato Moggi, lui sa come
si utilizza la moviola, dimostreremo che
La Russa non ha mancato di rispetto a
Fini”. “Ho già rivisto dutto al gomputer,
ingrandito. E’ ghiaro che Ignazio parla
educatamende, agida la mano perghé è
infastidito da una mosga, che nelle im-
magini origginali non si vedeva. E il la-
biale è chiarissimo. Dice al presidende
della Gamera: Vai giù duro! E non Vaf-
per la showgirl Hoara Borselli: “Ripeto.
Ho fatto un A-F-F-A-R-E. Una gnocca così
che ha fatto pure Ballando con le stelle,
a soli 16 mila euro l’anno! Chiedete a
Berlusconi quanto costa al mese una
consigliere regionale come la Minetti.
Silvio si è complimentato. Mi ha detto: la
prossima volta organizza tu...” Il mini-
stro della Difesa è deciso a stemperare i
toni della polemica con l’opposizione
dopo l’appello del capo dello Stato:
“Che si fottano questi segaioli” puntua-
lizza, mentre riga il cofano della macchi-
na di Franceschini. Ma è altro a preoc-
cupare La Russa. Da qualche giorno sot-
to casa sua staziona Claudio Scajola. “Lui
è fatto così” spiegano dallo staff “quan-
do sente odore di ministro in difficoltà
comincia a grattare il terreno, a sbuffa-
sione e si dimette. Con Bondi lo ha fatto
per due mesi. Ma Silvio non lo ha ancora
rimesso al Governo e Scajola continua.
E’ determinato, l’altro giorno ha messo
in fuga anche un branco di Responsa-
bili, ha morso Pionati”. Berlusconi per
ora non pensa al rimpasto, ma all’emer-
genza immigrazione. Maroni sta predi-
sponendo la mappa delle tendopoli:
“Nelle regioni del nord daremo ai Tuni-
sini la possibilità di godere dei nostri
paesaggi naturali, dei nostri ghiacciai.
Gli insediamenti saranno sopra quota
tremila” precisa il ministro dell’Interno.
E il premier sta scrivendo il decreto che
stabilisce i criteri per avere lo status di
rifugiata: “La distinzione sarà oggettiva:
quelle che hanno come misure 90-60-90
sono profughe, le altre clandestine”.

a un po' di mesi sono assillato da una do-

Q
uando si dice che la realtà supera
l'immaginazione. Signori, ma
voi l'avreste mai immaginato
un Ministro della Difesa che
manda affanculo il Presidente
della Camera solo perchè que-
st'ultimo lo stava invitando a
non perdere il controllo? Con-
trollo perso solo perchè un ma-
nipolo di manifestanti ha con-
testato, magari ha insultato e sì,
avrà pure lanciato le moneti-
ne... e allora? Hai voluto la bi-
cicletta? Pedala! Se sei un uo-
mo di potere devi metterlo in
conto che c'è chi ti potrebbe
contestare, lo sai che esiste il
pericolo che qualcuno per-
da il controllo più di te e ti
tiri qualcosa addosso. Per
questo esistono le scorte, i
servizi d'ordine e di vigilan-
za. Cosa avrebbero dovuto dire
Craxi, Andreotti e tutti i governanti
buttati giù a furor di popolo, per non
parlar degli ultimi, Ben Alì, Moubarak e
il riluttante Gheddafi? E dai, calmati
Ignazio, che così mi spaventi i bambini
mannaggia alla miseria, e oltretutto
passi dalla parte del torto, ammesso
che tu abbia mai avuto ragione. Bene,
dopo questo straordinario ma non
qualificante spettacolo, ho ascoltato i
commenti in TV. Quasi tutti comincia-
no con la frase: " Quello che abbiamo
visto non fa bene all'Italia" come se
finora avessimo assistito a una lunga
serie di imprese eccezionali. Ma vab-
bè. Della serie ‘ormai siamo in ballo
balliamo’, sono andato al cinema a ve-
dere Silvio Forever. Chi si aspetta un
film contro Berlusconi rimane deluso.
Non aggiunge e non toglie niente. Rac-
conta la storia di Silvio Berlusconi con
i c'è e lotta con noi. Ma se una legge può avere
suoi
aspetti positivi e negativi, ma sapeva-
mo già tutto. Di sicuro è da apprezzare
il lavoro di Roberto Faenza e Filippo
Macelloni, bravi nel confezionare con
sapienza cinematografica il materiale
di repertorio selezionato dalla coppia
Rizzo e Stella, quelli della Casta. Ma a
parte una battuta di mamma Rosa: "
Non vedrete mai Silvio fotografato con
donne ecc..." non si ride granché. Mi
dispiace, ma tutte le immagini del film
io le avevo già viste e non c'è stato mai
neanche un colpo di scena. Coraggio-
sa e vincente la performance di Neri
Marcorè, voce narrante fedele all'ori-
ginale. Certo è un film che ha bisogno
di appendici, come le enciclopedie. La
prima potrebbe essere quella relativa
allo show di Silvio a Lampedusa. Gran-
de attore, vuoi vedere che ci frega il
David di Donatello?
D manda: ma nei prossimi cinquant'anni cir-
ca una parte delle nostre tasse dovrà ser-
vire per pagare la pensione a Scilipoti? Per
che cosa? Per i servigi resi allo Stato? Non ce
l'ho con lui in particolare, lui non è cattivo, è
che lo disegnano così, ma di fatto è diventato il
simbolo di una logica aberrante. Diciamo – pa-
rafrasando Gaber - che non ho paura di Scilipoti,
ho paura dello Scilipoti che c'è dentro di me.
Tutta questo è stato scritto per parlare di alcuni
ragionamenti che ritengo interessanti. Parto da
lontano. Bisognerebbe introdurre il divieto di
retroattività per una legge. La retroattività mette
in gioco il concetto stesso di “rispetto” della leg-
ge. Sto parlando ovviamente di leggi democra-
tiche redatte nel pieno rispetto dei diritti umani.
Meglio dirlo altrimenti rischio che Belpietro mi
contraddica, portando l'esempio delle leggi raz-
ziali o della pena di morte. Il problema esiste. La
retroattività di una legge – idea che si sposa bene
con l'ombrello di Altan, anch'esso retro-attivo –
effetto retroattivo per modificare, che ne so?, il
falso in bilancio, perchè una legge non può can-
cellare retroattivamente delle pensioni vergo-
gnose? Credo che dovremmo iniziare a smon-
tare la bufala dei “diritti acquisiti” e, nell'ambito
della pomposa “Riforma Epocale della Giusti-
zia”, proporre l'introduzione del concetto di
“doveri acquisiti”. Se questa minaccia servisse
per riportare un po' più di dignità in Parlamento
non sarebbe male. A tale proposito, da un son-
daggio è emerso che più del 70 % degli Italiani
amano il Presidente della Repubblica e detesta-
no il Parlamento. In questo ennesimo carotag-
gio popolare rilevo il solito problema su cui in-
sisto da sempre. Infatti, mentre il Presidente del-
la Repubblica è identificato con un volto pre-
ciso, dotato di nome e cognome, il “Parlamen-
to” è qualcosa di aleatorio, di indefinito, di vago.
“Gli Italiani amano il Presidente della Repubbli-
ca” significa che gli Italiani amano Napolitano,
“gli Ita-
liani detestano il Parlamento” cosa vuol dire?
Chi o che cosa detestano? Un edificio chiamato
Montecitorio? L'idea che esista un luogo dove si
discute per fare le leggi? Mi spiegate cosa cazzo
vuol dire “detestare il Parlamento”? Si dirà: “Sei
un idiota: mi pare ovvio, quando diciamo dete-
stare il parlamento intendiamo riferirci al com-
portamento dei parlamentari...e dai!” Sostituire
“Parlamento” con “parlamentari” ci lascia anco-
ra nel vago ma non vedi le risse (mi vien da dire
Ignazio La Rissa) gli insulti poco Fini, la corru-
zione, i voltagabbana, gli slogan di parte, gli ap-
plausi e i fischi... c'è il caos! Il Parlamento non è
più credibile. Balle! La frase giusta è “questi par-
lamentari non sono più credibili”! O meglio an-
cora “molti di questi parlamentari non sono più
credibili”. Tutto merito del Porcellum. Un gra-
zie a Calderoli, ma anche a Fini e a Casini che
l'hanno votato...remember. La rissa parlamen-
tare si riversa nel Paese. È la politica che vuole
dividere il Paese, non è il Paese che esprime una
politica divisa.
Giampaolo Pansa ha scritto che siamo sull'orlo
di una guerra civile, il mondo intellettuale rileva
un problema che si profila all'orizzonte. Noi ne
stiamo già parlando da due o tre anni. Come
sempre, gli intellettuali anticipano la politica,
scoprendo cose di cui la satira si sta occupando
già da tempo. Non mi sorprende: è la differenza
che c'è tra libero pensiero e pensiero quasi li-
bero.
pagina VI
scrivo infatti dalla deliziosa isola,
uno scoglio solatìo in un mare in-
cantato, ravvivato ora dalla pre-
senza di 5-6000 simpatici giova-
notti. Il mare è pieno di bottiglie di
plastica, contengono romantici
messaggi che la corrente porterà a
fizioso e preclaro destinazione. Io sono qui che le scrivo e speriamo che la cor-
S curatore del sati-
rico foglio de ”il
Misfatto”, chi le
scrive è una sua devo-
ta lettrice della comu-
rente dell’Enel non manchi. Quello che manca sono i gabi-
netti, ma questo non è vissuto come un problema. Nooo! An-
zi! E’ una divertente caccia al tesoro, un gioco sfizioso, dove
tutti gli ospiti venuti con i barconi si prestano volentieri. Al-
lora chi corre verso un anfratto roccioso, chi su un’altura, chi
nità europea. Risiedo verso il mare, chi tra le dune, chi in un angoletto tra una barca
infatti nella bionda Al- ed un gommone, tutti alla ricerca del gabinetto. Quando, ar-
bione, sono la suddita rivati allo stremo, non lo trovano, dove capita capita, sgan-
di Sua Maestà Britanni- ciano liberamente! Questo rende qualsiasi percorso una ri-
ca: Miss Prudence schiosa avventura, un simpatico ritorno al passato. Chi trova i
Mc.Bee. Le volevo gabinetti chimici e riesce ad impossessarsene, ritorna poi al-
esprimere la gioia, il divertimento, la goduria e le sorprese che legro e saltellante sul molo sventolando la sua busta di plastica
procura il suo paese ad una Romantica Donna Inglese. Un in segno di vittoria! Viene identificato per primo e si mette in
Aaahhh! di meraviglia e di ammirazione prorompe dal mio coda in attesa del traghetto! I traghetti arrivano ma non pos-
petto. Anche la più delicata delle storie, come quella del cam- sono attraccare, forse potrebbero, allora traccheggiano, poi si
po di Manduria, sapete renderla vivace e sfiziosa. Cosa vo- fanno pagare e ripartono, vuoti! Aaaahhhh, molto pittore-
levano da voi, un campo di concentramento? Nooo! Voi, sco!! Voi siete spensierati, non siete tirchi, pur avendo un
amanti della libertà, vi siete inventati il campo di fuga! Molto sacco di debito buttate i soldi così all’aria, senza fare tante
pittoresco! E’ pittoresca anche la vicenda di Lampedusa! Vi storie! E senza risolvere i problemi. Che rimangono aperti: è
più sfizioso. Passano i giorni e tutti i profughi si chiedono:
“Ma cosa cavolo ci siamo venuti a fare, qui?”. “Io voglio
andare in Francia” dice uno e ci prova, poverino. In Fran-
cia non entra. La generosa Francia lo respinge. Un colpo di
scena molto pittoresco, in questo voi Italiani siete aiutati
dal compare del Vostro Piccoletto, il Piccoletto Francese
nasuto il borio setto Sarkonanò, sembra quell’attore De
Funès. Sarkonanò aveva un mirage nella vita e l’ha spedito
a bombardare il beduino, vestito con la coperta, da “strac-
ciarolo” come dice il mio Salvatore. Bello, Salvatore, che
mi piace a tutte l’ore! E’ un bel ragazzo anche lei, curatore
Roberto che mi piace anche all’aperto! Specialmente ora
che è dimagrito! Ma il vero salvatore è lui! Il Vostro Pic-
coletto, che tende ad apparire… tende... qui a Lampe-
dusa ce ne son poche, e poi non le vogliono… Ma lui
tende ad apparire il salvatore... e tra una tenda di fortuna
ed una tenda dell’accoglienza, lui compera una casa! Do-
ve, lui non è geloso, tutti potranno scrivergli sul muro le
parolacce! Aaahhh, molto pittoresco! Altro che quel mu-
sone di Cameron, che neanche se diventa De-Cameron
riuscirà ad eguagliare il Vostro Piccoletto. E che dire dello
spiritato La Russa, il recalcitrante ministro della Difesa
dotato non di lancia-missili ma lancia-vaffa, molto più ef-
ficaci, ma economici?! Aaaahhhh, molto pittoresco! Gio-
ca in difesa al ministero, e come collaboratrice per i gran-
di eventi, assume la giovine Hoara: “Via con l’even-
to”…domani è un altro ordine del giorno…si vedrà...

di Roberto Corradi
Roma, esterno sera. L’appuntamento è al ristorante
dove è abituale avventore il Maestro. Lo aspetto godendomi una delle
prime serate primaverili. L’occasione per l’incontro è l’uscita nelle sale di Boris, il film.
Avevo già parlato con lui esattamente un anno fa, stavolta voglio farmi raccontare di
più della sua vita e di quella di Francesco Pannofino cercando di capire chi dei due sia
l’alter ego di chi. Lo hanno definito il Roberto Saviano del cinema. Karin*, una delle
attrici di “Gli Occhi del Cuore”, di lui ha detto: “Il vecchio Renè Ferretti! Che poi,
dimose la verità: vecchio manco pe' gnente...! Quello è uno che ancora jel'am-
molla… Grande regista e persona dai modi più che squisiti! Anche perché lui lo sa
che sennò io lo faccio corcare... je faccio spara’ a le gambe! Sempre con affetto
naturalmente…" Poi, in un tripudio di sorrisi e strette di mano che lo portano fino al
tavolo, il grande regista di “Capri”, “Vento di Ponente”, “Medical Dimension” ma
soprattutto “Gli Occhi del Cuore”, arriva. Trattengo l’emozione a stento.
RobCor: Maestro, ci ritroviamo dopo quasi un anno.
René Ferretti: Esattamente. Ma tu sei ringiovanito, al contrario di me
che sono un po’invecchiato.
Beh, però lei ha sulle spalle il peso del successo.
Ragazzo, non cominciare a prendermi per il culo perché non c’è
trippa pe’ gatti. Non fare il giornalista dei miei coglioni! Sono molto
incazzato con la stampa. Tu per chi scrivi?
Per il Fatto Quotidiano, nel Misfatto dove c’è anche il suo ami-
co Pannofino.
Sì, lo leggo. Ha una rubrica. Si chiama “Una voce in platea”. All’inizio
pensavo che fosse una flatulenza, quando uno sta ar cinema e fa una
voce in platea… prot! Poi, leggendo, ho capito.
E lo sa che forse anche lei, prima o poi, sarà recensito da Pan-
nofino?
Tenderei a escluderlo. Francesco mi ha assicurato che parlerà quasi
solo di film stranieri.
Perchè?
Perché è un pavido. Ha paura che se parla male di produttori e registi
italiani, poi quelli se la prendono e non lo fanno più lavora’…
E perché lei ce l’ha con la stampa?
Certi giornali pubblicano cose non vere che mettono in allarme la
popolazione.
Voglio cogliere questa vena polemica. Mi parli del suo orien-
tamento? Lei è più vicino a qualcuno rispetto a qualcun altro?
“Ma un po’di mortazza caa polenta come ‘a vedete?”, ci interrompe il pro-
prietario del ristorante in avanscoperta sul menù. Naturalmente non ci op-
poniamo. Poi Ferretti riprende.
René Ferretti: Ecco, io sto vicino alla mortazza co’ la polenta.
Ma René come lo vede questo paese?
Messo male. C’è la rassegnazione al brutto. E a volte mi ci sono tro-
vato anche io, ragazzo. Ma che faccio? Non lavoro? Il mutuo chi me lo
paga, tu?
Forse, allora, è anche per questo che lei ha accettato nella sua
carriera, insomma… dei lavori che non sempre ha rivendicato.
Diciamo che mi sono adeguato al fango prima e alla merda poi.
Parliamo del film di Boris. Cos’è? Ha con sé i suoi collaboratori
storici?
All’inizio ho cercato di liberarmene perché si prospettava la pos-
sibilità di fare un film di qualità tratto da “La Casta” di Stella e Rizzo,
un film politico, di impegno sociale. Mi sono rivolto alla crema del
cinema italiano, quelli che che lavorano con Virzì, capito?, che fanno
un certo tipo di cose. Poi però me so’rotto i coglioni dopo pochi
istanti perché non riuscivo a girare neanche un’inquadratura in tre
giorni di lavorazione e ho mandato affanculo tutti richiamando gli
amici di sempre che mi hanno raggiunto sul set arrivando come
eroi.
E in Boris troviamo nuovamente Corinna.
Come no!! Ritorna la cagna maledetta che è imposta dall’agenzia
che ci procura un attore a cui teniamo molto. Questo perché, come
ci spiega Lopez (il delegato della rete per Gli Occhi del cuore) i due
attori sono compresi nello stesso pacchetto. Ma finalmente sono
riuscito a far avere un’espressione a Corinna.
E come?
Le ho detto: “Tu guarda in quella direzione e calcola quanto fa 8 x
12!” Risultato straordinario anche se ha sbagliato la motiplicazio-
ne.
Qual è l’innesco di tutto?
Un litigio tra me e Lopez. Lopez mi voleva obbligare a girare al ral-
lenty la scena della fiction sul giovane Ratzinger dove si vede il futuro
Domenica 3 aprile 2011
papa che corre felice tra i prati perché è stato scoperto il vaccino
dell’antipolio. Io mi sono rifiutato perché già la scena era brutta così,
al rallenty diventava una schifezza totale. E da lì è partita la storia.
Ci raggiungono Emanuela Rossi, (moglie di Francesco Pannofino, attrice e
doppiatrice tra le più brave e belle) e Andrea, il figlio tredicenne della coppia
che appare anche in una scena iniziale del film. Il personaggio di René a questo
punto vacilla e Pannofino smette i panni del regista di Boris e torna ad essere sé
stesso
Emanuela (rivolta a Francesco): Senti, ciccione, ma qui fuori io ho
freddo!
Ciccione?
Francesco: Sì, lei mi chiama così. E tu (rivolto al figlio Andrea) come
mi chiami, ‘sto periodo?
Andrea: Bombolone!
Parlatemene.
Emanuela: Io lo chiamo Ciccione! Abbiamo anche una canzoncina
in tema. Sull’aria di “Gastone” che fa: “Frangooone, Frango… tu sei
peggio di un orango, Frango, se non taci ti ci mango - licenza poetica
- Frangooo sei diventato un botonfione ma sei sempre il mio cic-
cione, Frangone, Frangooone!”…
Francesco:... Frangooo… tu sei proprio un bell’orango…
Siamo quasi al duetto. E adesso che Renè è tornato Francesco,
Emanuela mi dici che differenze ci sono tra il personaggio e la
persona?
Emanuela: Sono lo stesso uomo ma fanno mestieri diversi. Uno
entra nell’altro e viceversa.
Tu hai avuto il privilegio di conoscere René prima di chiunque
altro.
Emanuela: Penza ‘n bo’! Specialmente nei suoi scatti d’ira. Abbia-
mo avuto il privilegio di testarli di persona.
Francesco: Sì, René spesso sbrocca!
Emanuela: No, seriamente, una volta ho detto a Francesco che il
successo di Boris, oltre che alla scrittura, si deve anche alla scelta
degli attori che sono tutti perfetti. La lungimiranza degli autori è
stata riuscire a carpire da ognuno degli interpreti un pezzetto di
anima che hanno trasferito nel personaggio.
Francesco: Certe volte Sermonti un po’sembra Stanis e ha l’intel-
ligenza di farlo prendendosi in giro…
Emanuela: E quando a Francesco ho detto ‘sta cosa, una volta lui s’è
arrabbiato. “No (lo imita), io sono un attore! Io interpreto e basta (fa
versi animaleschi )”…
Francesco: Ammazza! Ruttavo, praticamente.
Vado con la domanda: dove vi siete conosciuti?
Francesco: Al leggìo!
E quali film avete doppiato insieme?
Emanuela: “Forrest Gump”, “L’età dell’innocenza”, “Un giorno per
caso”. Ci siamo messi insieme quando abbiamo fatto “Donne sul-
l’orlo di una crisi di nervi” di Almodovar.
Francesco: Però già pomiciavamo.
Emanuela: Franco era magro…
Francesco: …alto, biondo…un tipo inglese. Poi me so’ incarcato.
Mi dite quali sono state le prime cose che avete fatto?
Francesco: Io ero ragazzo quando ho fatto tutta una stagione al tea-
tro Stabile di Trieste. Lei invece ha cominciato da bambina.
Emanuela: Ti dico la mia prima cosa importante: Pippi Calzelun-
ghe. E io doppiavo Pippi Calzelunghe e sono rimasta un po’ Pippi. E
poi ne ho fatti tanti altri, di film. E poi ho incontrato Frank.
Francesco, una trasgressione alla regola del Pannofino recen-
sore cinematografico. Una voce in platea come racconterebe
“Boris, il fim?”
Francesco: Come una storia piena di colpi di scena, con un ritmo
indiavolato frutto di una sceneggiatura felice, della bravura del cast e
dei tre registi-autori, Ciarrapico, Torre e Vendruscolo che hanno
saputo confezionare un prodotto scoppiettante e veramente bril-
lante.
Che vi ricordate del giorno in cui arrivò la proposta per Boris?
Emanuela: Lui mi telefonò dicendo: “Guarda, m’hanno chiamato
per fare questa serie. Mi pare una cosa carina”. Mi ricordo che quella
volta hanno girato tutto in un giorno…
Francesco: Sì. Dalle sette de mattina fino a mezzanotte.
Era il 2007 e da allora si sono succedete tre stagioni di Boris, la
fuoriserie italiana. Quale delle tre è quella che preferite?
Emanuela: Secondo me la prima è la più bella in assoluto.
Francesco: Sì, la prima era zozza forte.
Emanuela: Andammo a vedere una proiezione per gli attori quando
ancora nessuno sapeva cosa fosse Boris e risultò evidente che si
trattava di una bella cosa. Le idee c’erano anche se era ancora girata...
un po’così... come dire?...
Francesco: Lo dico?
Dillo!
Francesco: ...a cazzo de cane!
*La dichiarazione è della vera Karin Proia che ci ha scritto una sua
impressione su Renè mutuandola da un episodio della seconda serie. La
ringraziamo per la sua simpatia.
pagina VIII Domenica 3 aprile 2011

Cose buone dal mondo

Artefatto: Giuramento...
Processo Ruby, le
Olgettine ricusano
l’aula: «Non c’è il palo
del bunga bunga»
di Lia Celi
Intercettate, vilipese, e infine sottoposte a un processo
tritacarne: che ne sarà delle Olgettine dopo il processo
Ruby? Il ministero dell´Interno sta sondando la dispo-
nibilità delle Regioni ad ospitarne un certo numero, in
appositi centri di raccolta. Intanto le associazioni per la
protezione degli animali, dall´Enpa alla Lav, si mo-
bilitano per assicurare a tutte una sorte decorosa:
«Non sappiamo nemmeno quante sono con esattez-
za» osserva un esperto «ne spuntano di nuove ogni
giorno. Si potrebbe dire che le Olgettine si riproducono
per partenogenesi, se "parthenos" non significasse
"vergine"». Urge dunque un censimento, ma siccome il
conteggio diretto è impossibile (si somigliano tutte, co-
me i pinguini) si dovrà ricorrere a quello indiretto, ba-
sato sulla stima in base alla quantità di deiezioni la-
sciate da Ruby e compagne nelle aule del Tribunale di
Milano: mozziconi di sigaretta, impronte di rossetto,
autoreggenti bucate. Dopodiché si dovrà pensare a un
loro impiego dignitoso, e, benché paia impossibile, utile
per la società. Sono già state suggerite alcune solu-
zioni.
OPZIONE FUKUSHIMA MON AMOUR
La Tepco, azienda che gestisce le centrali nu-
cleari giapponesi, ha avanzato un´offerta per
aggiudicarsi un cospicuo lotto di Olgettine da
impiegare come cavie per saggiare la radioat-
tività emessa dalla centrale lesionata di Fuku-
di RobCor shima. «Le intercapedini di silicone di cui tutte
le soubrettes sono abbondantemente imbottite
Jacques-Louis David - Il Giuramento... degli Or...azzi!. E’il 1784 quando il pittore rientra le proteggono dalle radiazioni più pericolose,»
a casa trovando l’ingresso stranamente non transennato come al solito dall’amministratore con spiega il responsabile per la sicurezza della Tep-
molti condomini che, privati di un freno geografico, sono ormai usciti al naturale e stanno co. «Del resto, per creature che sono state per
colonizzando l’androne. Con la soddisfazione del leghista Polledri (ritratto come ultimo dopo mesi a contatto intimo con Silvio Berlusconi,
Bossi e La Russa) di aver scoperto un nuovo lemma: androne. La scena che si presenta ai suoi una vecchia scoria tossica della Prima Repub-
occhi, lascia l’artista esterrefatto. Il capocondomino Napolitano ha appena disarmato altre blica che contamina da decenni un intero Paese,
spinte eversive sorte altrove (tanto, c’è l’imbarazzo della scelta), quando tre luogotenenti del il contatto con innocenti particelle radioattive è
proprietario del Palazzo gli si parano di fronte giurando eterna fedeltà ar vaffanclub (circolo del tutto innocuo». Pare che l´iniziativa nippo-
esclusivo dell’epoca). Il capocondomino appare sorpreso dall’intemerata. Testimonianze del- nica stuzzichi non poco le Minetti’s girls: «Vi-
l’epoca lo raccontano aver esclamato: “Strano, hanno visini così gentili, modi così eleganti”. Un sitare un re attore? Uau, abbiamo sempre so-
diario del pittore trovato pochi anni or sono completa la vicenda con una nota dell’artista che gnato di stare a tu per tu con Emanuele Fili-
verga di suo pugno: “Volevo regalare una copia del quadro ai soggetti, ma qualcuno m’ha berto!»
gridato ‘fora di bal’ e m’hanno rispedito in Francia. Di più, da allora, non so”. L’amaro sfogo di
un artista precursore... di tutto. OPZIONE MOLL FLANDERS
Ripopolare angoli desertici delle colonie britan-
niche, come l´intraprendente eroina di Defoe:
questa potrebbe essere la soluzione giusta per
Barbara Guerra e compagne. Dopo aver visto in
internet le foto delle Olgettine, i rudi coloni
solitari sparsi nelle zone più selvagge dell´Au-
stralia si sono fatti avanti con proposte serie,
dalla convivenza al matrimonio. «Le prostitute
russe sono troppo delicate» scrive Ken MacMa-
nus «qui nel bush ci vogliono donne dure, col
pelo sullo stomaco, che non hanno schifo di
niente. Come le gemelle De Vivo: per un gioiel-
lino cafone scuoierebbero vivo un cucciolo di
koala con la limetta da unghie». Altri però te-
mono che l´introduzione delle Olgettine si ri-
veli per l´Australia una piaga peggiore dell´ar-
rivo dei conigli. «Sono roditrici voracissime» av-
verte un colono «gioielli, macchine, apparta-
menti, il loro appetito è insaziabile». L´uomo,
per difendere le sue proprietà da eventuali at-
tacchi, ha già costruito una trappola: una pro-
fonda buca mimetizzata con rami e foglie con
sopra un cartello «Casting per la "Pupa e il Sec-
chione"».
OPZIONE MY FAIR LADY
Trasformare un´orda di smandrappe sboccate
in un´accolita di signorine chic: una sfida im-
possibile? Non per il professor Henry Higgins, il
celebre studioso di fonetica londinese esperto
nel trasformare popolane ignoranti in dame
dell´alta società. «Ho letto le intercettazioni del-
le Olgettine, e la situazione è oltremodo grave»
ammette Higgins. «Ma i casi disperati sono il mio
pane. Kate Middleton, la fidanzata del principe
William, si metteva le dita nel naso e parlava
come un portuale. La regina Elisabetta mi ha
detto: "Senti, vecchio coglione, o insegni a que-
sta puttanella a comportarsi da principessa del
cazzo o porcodd... ti faccio inghiottire questa
caccola"». Una volta rieducate al galateo e alla
retta pronuncia, le Arcore´s girls potranno aspi-
rare a ricchi matrimoni e perfino alla carriera
politica. «Ho già inviato loro il primo esercizio di
dizione» rivela il professore: «ripetere "La cagna
in Spagna azzanna la Carfagna"».

di Luca Bromo berare la mente dal parallelo volti squama- oggi l’auto ha fatto breccia più sulle donne una berlina d’alta gamma. Che è un po’ come
ti/carne mignon arrostita. Tuttavia, il lancio che sugli uomini. Che generalmente al volante prendere un buon cavallo da corsa, appog-
artiamo da un consiglio non richiesto al- della nuova SLK mi ha in qualche modo rin- hanno la concentrazione di un pesce rosso e l’ giarli un baldacchino sulla schiena e foderargli

P le case automobilistiche: quando invita-

te giornalisti nord-europei all’anteprima
mondiale di una roadster, non scegliete
luoghi vicini all’Equatore. Portateli in Scandi-
navia oppure all’isola di Wight. Altrimenti suc-
cede come al lancio dell’ultima SLK dove al
termine del test, oltre alle ditate di crema so-
lare ben distribuite nei lussuosi interni, la ce-
na di sofisticati canapè contenenti ogni pro-
teina conosciuta all’uomo è stata consumata
da facce con zigomi violacei ed ustioni di vario
grado. E una volta giunta l’ora di coricarsi, ol-
tre al necessario cicchetto di Drago Pulizan
per aiutare la digestione, bisognava anche li-
cuorato. Perché ho capito che quell’esigenza
di apparire prima di essere, non è una defor-
mazione esclusiva degli Italiani. Mi spiego me-
glio: i numeri dicono che dal 1996 ad oggi la
Mercedes ha venduto circa 565.000 unità del-
la sua coupè-cabriolet con tetto rigido e ri-
piegabile in 20 secondi elettronicamente. Ci-
fra importante per una macchina a due posti
secchi, quindi poco pratica e piuttosto costo-
sa. La SLK arriverà in’Italia a giugno con prezzi
a partire da 39.400 euro e per la terza gene-
razione, le matite dei designer si sono con-
centrati sul rendere le linee più mascoline,
visto che per loro stessa ammissione, fino ad
abilità di un pilota con le dita delle mani moz-
zate. Domandate ad una proprietaria di una
qualunque macchina da dove arrivi la trazio-
ne, o quanti cavalli ha sotto il cofano, e la loro
espressione si farà intelligente come quella di
Bondi quando gli furono chieste delucidazio-
ni sul crollo di Pompei.
È innegabile che la nuova SLK sia sinuosa e
seducente; ricorda un po’ la strepitosa SLS. Il
design è uber-cool, gli interni sono all’avan-
guardia. Può connettersi ad internet, ha un
nuovo tetto trasparente e oscurabile al tocco
di un pulsante per ridurre riflessi e calore nel-
l’abitacolo, e come optional siamo sui livelli di
gli zoccoli col velluto. Per questo, se volete
prestazioni in linea con il look servono so-
spensioni adattive, il motore da 3.5 litri con
306 cavalli e circa 54.000 euro. Invece in Ita-
lia, il 90 percento dei clienti acquisterà la SLK
base, cioè un 1.8 turbo da 184 cavalli ed al
semaforo dovrete sudare parecchio per scrol-
larvi di dosso una Mitsbushi Colt Czt. Poi molti
spenderanno qualcosa in più per avere l’en-
gine-boost, cioè un potenziatore del suono, in
modo che gli altri, sentendola arrivare, s’im-
maginino qualcosa di veramente performan-
te. Apparire non essere, per questo siamo il
paese delle entry level.
Domenica 3 aprile 2011
L’ULTIMO STALINISTA!
Grazie a un precedente (lite con un
carabiniere), io mi sono fatto 11
mesi per 15 grammi di erba. Mi è
mancata la genialità di B, che ha in-
colpato i comunisti (i magistrati),
del fatto di essere un disonesto. A
prova della sua innocenza, porta il
gran numero di accuse che gli ven-
gono mosse. Che pretesa fargli pa-
gare le sue truffe, come se fossimo
tutti uguali davanti alla legge!
Il Galeotto
Meno male che La7 c’è. Ha trasmesso
da poco il film di Agustin Yanes, ‘Sin
noticia de Dios’, con sprezzo del botte-
ghino parlato in 4 lingue. Spagnolo in
terra. Francese in paradiso (una Parigi
in bianco e nero dove la guardiana è
Fanny Ardant, e Victoria Abril l’angelo
cantante di un film anni ‘40, l’ultima
volta che le donne furono belle). Ame-
ricano all’inferno, una Guantanamo
RITA DALLA CHIESA
Ha il privilegio di occuparsi a tempo
pieno dell’unico tribunale di cui Silvio
Berlusconi riconosce l’autorità: Fo-
rum (inizialmente, peraltro, il Premier
era convinto si trattasse del nome la-
tino di una certa parte del corpo fem-
minile. Un banale equivoco). Nei gior-
ni scorsi una figurante, durante la re-
gistrazione di una puntata, s’è spac-
ciata per Aquilana ed ha lodato il Pre-
sidente del Consiglio per la ricostru-
zione quasi ultimata del capoluogo
abruzzese (?). Riuscire a fare incazzare
un’intera città con una semplice frase,
era riuscito solo a Bossi parlando di
Roma: la signora in questione è, po-
tenzialmente, un grande Ministro di
questo Governo. Per le prossime pun-
tate di Forum, sono previsti due falsi
Lampedusani entusiasti dell’arrivo dei
gommoni dal Nord Africa, un falso di-
soccupato che ringrazia l’Esecutivo
per tutto il tempo libero che ha a di-
sposizione per il tombolo, un falso al-
luvionato felice per quell’inattesa pu-
lizia delle strade, una falsa top model
che afferma di aver incontrato Rocco
Buttiglione e di aver provato immedia-
tamente un gran desiderio di dargli un
figlio. Insomma, la lezione che ci viene
impartita da questa vicenda è chiara:
non solo esiste una realtà parallela, ma
fa più schifo di quella nella quale vi-
viamo.
ITALO BOCCHINO
Eccone un altro la cui vita privata sem-
bra avere più intrecci di un cesto di
vimini: il futurista Bocchino ha con-
di aguzzi-
ni con cani
lupo. Nel palazzo di giustizia del cielo,
in latino. C’è un colpo di stato all’in-
ferno: i potenti vogliono cambiare le re-
gole, e mantenere i loro privilegi sfac-
ciati anche dopo la morte. Si rifiutano
di scontare la pena. Carico dei suoi de-
litti, arriva il capo del fondo monetario
internazionale, che per contrappasso
dovrebbe diventare un sans papier
africano, e invece esige una carica pari
a quella che aveva in vita. Il capo della
Geenna, il diavolo ragazzino Gael
Garcia Bernal, è disperato per il trion-
fo “dell’unica rivoluzione che sia mai
riuscita, la rivoluzione del ricchi. E’ la
fessato, ospite in televisione, una vec-
chia tresca con il Ministro Carfagna.
Dato che si tratta del sessantesimo par-
lamentare coinvolto in storie da gossip
erotico, viene da chiedersi: ma perché
non eleggiamo direttamente Ridge
Forrester e Brooke Logan? Come la ve-
dete Paris Hilton al Quirinale? Almeno
è gente che ha una certa pratica nel
settore e non si fa svagare facilmente.
Italo ha chiesto pubblicamente
perdono alla moglie tradita, una
scena agghiacciante che ha ricor-
dato a molti il massacro di Little
Big Corn (due Corn, naturalmen-
te…). Dal canto suo, Mara Car-
fagna, essendo Ministro delle Pa-
ri Opportunità, non ha voluto es-
sere da meno e ha risposto con
un videomessaggio su Internet:
ha finito per aggravare la situa-
zione, dichiarando di amare Mez-
zaroma (“…e l’altra mezza?” si sa-
ranno chiesti migliaia di frequen-
tatori del web). Una situazione
veramente complicata. Dopo
questo piccolo scandalo, Fini, ir-
ritato dal comportamento del
suo braccio destro, avrebbe de-
ciso di metterlo a capo di una
nuova corrente minoritaria del
suo gruppo parlamentare: Bro-
muro e Libertà.
Disneyland del male. Sono perduto”. Il
male senza il bene non esiste. Il diavolo
vede messa in pericolo la sua stessa esi-
stenza, e si allea con la capa del Para-
diso, perché torni un principio di giu-
stizia. Almeno dopo la morte, che in vi-
ta tante speranze non le ho, B. parla
sempre di comunisti perché è l’ultimo
stalinista (con metodi democratici, ov-
vero non uccide direttamente). Ma ha
imparato il metodo. Stalin sterminava
per categorie (i generali, gli ebrei, ecc.),
indicandoli come nemici del popolo e
addossando a loro i propri errori. Ora è
la volta dei magistrati. B adula il sogno
di ogni Italiano, delinquere e farla
franca. Promette un’allegra pinocchia-
ta generale, un’amnistia plenaria an-
che per i crimini a venire. I delinquenti
sono i giudici, non chi calpesta la legge.
Che festa! Qualche semplice cittadino
ci resterà male quando si accorgerà
che i suoi 15 grammi di erba continue-
ranno ad equivalere al chilo di pane
rubato da Jean Valjean, che pagherà
tutta la vita d’avere avuto fame.
Spedite le vostre mail a:
barbara.alber ti@ilmisfatto.it
MARIO BALOTELLI
Dopo tutta la fatica che sta facendo da
anni il Presidente Berlusconi per dare
all’estero un’immagine seria e affida-
bile dell’Italia, dispiace vedere un no-
stro connazionale che ci sputtana in
questo modo. Il giovane calciatore
bresciano, infatti, rilascia molto spes-
so dichiarazioni fastidiosamente pro-
vocatorie, si abbandona a gesti ecces-
sivi e discutibili: insomma, non fosse
di colore, sarebbe un leghista perfetto.
L’ultima di Balotelli, dopo risse e falli
imbarazzanti, è stata tirare freccette da
una finestra addosso ai ragazzi delle
giovanili, giustificandosi con il fatto
che si annoiava. “Ma io qualcosa la de-
vo pur fare!” ha protestato in maniera
vibrante SuperMario “permettetemi
almeno di scuoiare un raccattapalle, di
disossare un guardalinee …”. Niente
da fare, purtroppo, gli Inglesi sono
davvero noiosi. Il buon Cesare Pran-
delli, inaspettatamente, non lo ha con-
vocato in Nazionale: “Hai visto doves-
se annoiarsi in ritiro, magari mi da fuo-
co a Chiellini?” si sarà detto il nostro
Commissario Tecnico. Ci vuole pa-
zienza, una pazienza infinita. Una no-
tizia positiva per il nostro calcio, però,
c’è, nonostante tutto: al confronto del
Balotelli attuale, Antonio Cassano sem-
bra Marcellino pane e vino.
GEORGE CLOONEY
Belen Rodriguez, il maestro Apicella,
Barbara D’Urso, Elisabetta Canalis, Ai-
da Yespica: più che un processo, sem-
brerà la serata del Telegatto. Numerosi
i vip dello spettacolo chiamati a testi-
moniare al processo Ruby, tra di loro
addirittura George Clooney, testimone
della difesa. Poveretto, non ha fatto in
tempo a uscire dal tombino, che ce lo
hanno ributtato dentro. L’attore ame-
ricano s’è detto del tutto stupefatto:
“Ho visto Silvio Berlusconi solo una
volta ed era per chiedere aiuti per il
Darfur. Purtroppo non se n’è fatto
niente: il Premier pensava si trattasse
di una marca di caramelle”. Il Presi-
dente del Consiglio, come risulta da
alcune indiscrezioni trapelate in que-
sti giorni, avrebbe cercato di frequen-
tare il più possibile la nota star di Hol-
lywood, per un motivo evidente e mol-
to concreto: un conto è cercare di ri-
morchiare una ragazza raccontandole
di conoscere Cesare Cadeo, un altro è
farlo vantando un’amicizia con Geor-
ge Clooney. Difficile dargli torto. Si di-
vertirà il fidanzato della Canalis, coin-
volto suo malgrado in uno dei tanti
procedimenti giudiziari del poliedrico
Berlusconi? Probabilmente sì, perché
come dice un vecchio slogan sempre
attuale “No Ghedini, no party!”
pagina IX
Il noto specialista in emergenze,
reduce dai successi fantasiosi
che gli han concesso le benemerenze
riservate ai santon miracolosi,
atterra finalmente a Lampedusa
invasa da seimila poveretti
lasciati, come fra i padani s’usa,
senza giacigli, cibo e gabinetti.
Come a L’Aquila e a Napoli è successo
per i problem di sisma e d’immondizia,
il fanfarone ha subito promesso
agli isolan di fole una dovizia:
“In sol sessanta ore gli immigrati
saranno tutti fuori dalle balle,
poi puliremo tutto coi soldati.
Infin trasformeremo in verde valle
quest’isola pietrosa e esposta al vento
che un vero paradiso diverrà
con il mio piano di rimboschimento.
e la casa che ho comperato qua.
Non avrete più tasse da pagare
e poiché di prodigi son capace,
grazie alle vostre qualità preclare,
avrete il premio Nobel per la Pace”.
Prima della riforma di Basaglia
sarebbe sopraggiunta un’ambulanza
per portar la simpatica canaglia
d’un manicomio in una grigia stanza.
Grazie a Basaglia non ci sono più
i manicomi, luoghi infami e grigi.
Chi straparla, fa corna e fa cucù
adesso fa il premier a Palazzo Chigi.
di Fulvia Abbate
Lgioadeldicosarecente
più bella
viag-
Berlusconi a
Lampedusa è che
quest’estate sa-
premo cosa fa-
re. Ci dividere-
mo fra le attività
benefiche (tipo portare lo spritz e le
Marlboro ai poveri sfortunati migran-
ti), ma anche a quello che i Siciliani
chiamano lo “smarro”, cioè dedicarsi,
ora e sempre, a fare una porca figura in
tema di piacevolezze del vivere perso-
nale, dagli stuzzichini preparati sotto
la Luna alla grigliata di gamberoni e to-
tani vera e proprio al bagno tutte nude
cantando l’ultimo brano di Cesare Cre-
monini. So per certo che alcune ami-
che cui sta a cuore la cultura bi, se non
addirittura, tripartisan stanno metten-
do in piedi una cooperativa, intitolata
a Jacques Lacan, che, fra molto altro, si
occuperà del mantenimento del prato
del campo da golf promesso in tempi
rapidissimi proprio dal Nano Ghiac-
ciato nelle poche ore in cui ha visitato
l’isola, avamposto del Mediterraneo.
La manodopera d’altronde non do-
vrebbe mancare, assodato il flusso pe-
riodico di Tunisini. Mi dicono che per
i permessi è solo questione di ore, Ni-
cole se ne sta occupando personal-
mente. L’ultimo sms ricevuto dalle so-
cie parla chiaro: “Fulvia, prepara il pa-
reo che se tutto va bene ci raggiungo-
no anche Mara e Michela Vittoria?”
www.teledurruti.it
pagina X
di Dario Vergassola
e Marco Melloni
Sabato 26 marzo
- Per alleviare la situazione a Lampedu-
sa, La Russa ha messo a disposizione dei
profughi 13 siti alternativi. Basta seguire
le boe.
- Frattini offre agli Extracomunitari fino a
1700 euro per tornare a casa. Troppo
poco. Il suo capo offre anche 7000 euro
per restare.
- L’ex assessore alla Sanità pugliese, Te-
desco, chiederà di autorizzare il proprio
arresto. Ma sarà difficile che al Senato
accettino di fare favoritismi.
Domenica 27 marzo
- Bocchino, ospite da Fazio, ammette che
con la Carfagna ha sbagliato. Eppure
Berlusconi ne diceva un gran bene!
- Evacuata la centrale di Fukushima: la
LA METAMORFOSI 11 - IL PEGGIORAMENTO di Stefano Disegni
dimostrazione che il nucleare
è sicuro. È sicuro una cazza-
ta.
- La Guardia di Finanza costretta a scu-
rire la divisa perché troppo simile al Cor-
po Forestale dello Stato. È la fine di un
incubo per i bracconieri che portano i cin-
ghiali in Svizzera.
Lunedì 28 marzo
- Marchionne rivela a “Repor t” che il
cuore della FIAT resterà in Italia, mentre
la testa sarà tra USA e Brasile. A Termini
Imerese resterà una minchia.
- Processo Mediatrade. Berlusconi riba-
disce di essere estraneo alle accuse giu-
rando ancora una volta su quanto ha di
più caro: Ghedini e Longo.
- Emergenza umanitaria a Lampedusa:
mancano 2.000 pasti. Maroni adotta se-
vere contromisure: “Venite già mangia-
ti”.
Martedì 29 marzo
- La Carfagna, per liquidare ogni po-
lemica, ha ribadito che lei ama
Mezzaroma. E non, come si
maligna, mezzo PdL.
- In carcere Gian Mau-
ro Borzano per il crac
Aiazzone. Domani
l’interrogatorio, sa-
bato il pranzo con gli
architetti e domeni-
ca la grande festa!
- Per far alzare gli ascol-
ti, a sorpresa la Ventura
ha lasciato lo studio e ha
raggiunto l’Isola. I naufra-
ghi en-
tusiasti: “Evviva! Un canotto!”
Mercoledì 30 marzo
- Blitz della maggioranza per accorciare
il dibattito sul processo breve. Grazie a
un’ardita interpetazione del regolamen-
to, si voterà con il metodo del “chi è d’ac-
cordo, metta un dito qui sotto”.
- In futuro la Minetti sogna di prendere il
posto di Frattini. Un’altra fighetta alla
Farnesina.
- Berlusconi annuncia: “Presto a Lampe-
dusa sarà aperto un casinò”. Per lè mi-
norennì marocchinè.
Giovedì 31 marzo
- “Dopo l’arrivo di Berlusconi a Lampe-
dusa tutto è stato risolto: l’isola è stata
sgomberata, a ogni immigrato è stato da-
to un alloggio, un lavoro e un permesso di
Domenica 3 aprile 2011
soggiorno”: lo ha dichiarato un Tunisino
oggi pomeriggio a “Forum”.
- Delitto dell'Olgiata: prove evidenti in-
castrano il domestico. Incredibile! Han-
no impegato vent’anni per capire che il
colpevole è il maggiordomo...
- Bagarre in aula per il processo breve. Un
deputato del PdL colpisce Fini con un
giornale. Per fortuna era “Libero”, quindi
di poco spessore.
Venerdì 1 aprile
- Lunedì Berlusconi sarà in Tunisia. Allora
d’accordo: noi in cambio ci teniamo cin-
quemila dei vostri.
- C’è anche una soubrette del “Bagagli-
no” tra i collaboratori del Ministro della
Difesa. L’ha voluta per le bombe.
- Il miracoloso sgombero di Lampedusa
promesso da Berlusconi è stato subito in-
terrotto per il maltempo. È il modo che
sceglie Dio per punire i cazzari.
Misfatto numero 58, 3 aprile 2011
La copertina è di: Emanuele Fucecchi
Cartelli di: theHand
Ci leggiamo fra sette giorni. Per tutte le se-
gnalazioni scriveteci a:
redazione@ilmisfatto.it
NELL’ANNO DEL CENTOCINQUANTENARIO D’ITALIA, LA FILATELIA FESTEGGIA UN ALTRO COMPLEANNO STORICO

1961-2011 IL FRANCOBOLLO PIU’ FAMOSO D’ITALIA

COMPIE CINQUANT’ANNI

*T.A.N 0%, T.A.E.G. 0% salvo approvazione della finanziaria.

OGGI IL GRONCHI ROSA
PUO’ ESSERE SUO
A SOLI 87,50 EURO AL MESE
Un francobollo, il Gronchi Rosa, entrato nel vocabolario quotidiano a indicare una rarità, un pezzo ambito,
e, soprattutto, uno status symbol, il sogno di ogni collezionista. L’unico francobollo al mondo emesso
e ritirato dalla vendita lo stesso giorno, il 3 aprile 1961, perché riportava l’inesatta riproduzione dei confini del Perù,
luogo dove l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi doveva recarsi in visita ufficiale.
Oggi il Gronchi Rosa compie i suoi primi 50 anni; vogliamo festeggiare
con i collezionisti questo evento offrendo la possibilità di acquisire
il francobollo a condizioni davvero eccezionali.
Fornito con attestato di autenticità, può essere suo, a soli 1.750 euro,
anche con un comodo finanziamento a tasso zero*
a 87,50 euro al mese, con le garanzie che solo Bolaffi può dare.
Per saperne di più e ricevere la documentazione gratuita
senza alcun impegno, telefoni all’Ufficio Promozioni (011.55.76.340)
tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 18.00,
oppure invii un fax (011.517.80.25), una email (info@bolaffi.it)
o scriva a: Ufficio Promozioni Bolaffi, via Cavour 17, 10123 Torino.
0041 QU

Desidero ricevere dettagliate informazioni, senza alcun

impegno da parte mia, sul Gronchi Rosa e sulle possibilità
di un comodo finanziamento a tasso zero.

Nome e cognome
Il Gronchi Rosa è disponibile anche nei negozi Bolaffi di
Torino, via Cavour 17 - Milano, via Manzoni 7 via n.
Verona, largo Gonella 1 - Roma, via Condotti 23
CAP città prov.

www.bolaffi.it telefono cell.

professione età

BOLAFFI
per il collezionismo
firma data
Informativa. I dati personali da Lei forniti saranno trattati ai sensi del D. Lgs. 196/2003 solo per adempiere alle Sue richieste e per la comu-
nicazione di informazioni commerciali o l’invio di materiale pubblicitario su prodotti e/o servizi della Bolaffi S.p.A. e a fini contabili, fiscali e am-
ministrativi. Il trattamento dei dati personali avviene mediante strumenti cartacei, informatici e telematici. I dati personali forniti potranno essere
comunicati in ambito nazionale solo a società controllate, collegate o partecipate dalla Bolaffi S.p.A., ai soci della Bolaffi S.p.A. del nostro gruppo
oppure a società alle quali la Bolaffi S.p.A. nostra società abbia affidato l’esecuzione parziale o totale degli obblighi contrattuali verso di Lei. In
ogni momento Lei potrà richiedere la cancellazione, l’aggiornamento o la rettificazione dei dati personali ovvero esercitare gli altri diritti previ-
sti dall’art. 7 del D. Lgs. 196/2003. Il conferimento dei dati personali è obbligatorio per poter adempiere alle Sue richieste. Titolare e respon-
sabile del trattamento dei dati è la Bolaffi S.p.A. Per ogni comunicazione potete scrivere a Bolaffi S.p.A., Via Cavour n. 17, 10123 - Torino (ITALIA);
telefono: 0039+011+5576300 – fax: 0039+011+5611007.
Con riferimento ai trattamenti dei dati personali ed alla loro comunicazione, nel rispetto dell’informativa sopra riportata, di cui ho preso visione:

Do il mio consenso Non do il consenso

pagina 12 Domenica 3 aprile 2011

VITE DIFFICILI

QUEI QUARANTENNI
di Mimmo Lombezzi

“P
referirei che non ci-
tassi il mio vero no-
me. Dopo tanti anni
di precariato, una fi-
nisce per vergognarsi. Mi dico:
mamma mia, non ho combina-
to nulla. Sono una fallita”. Per
Angelina, 46 anni, la precarietà
è diventata qualcosa di fisico.
Si è somatizzata nella mobilità
degli occhi, nella tensione del-
le mani e nella voce in apnea,
compressa, prima che diventi
pianto. Eppure Angelina non si
arrende.
OGNI GIORNO esce di casa
e ricomincia a cercare. “Rispet-
to a tanti disoccupati di fascia
impiegatizia Angelina è un caso
a parte” racconta Armando Ri-
naldi, dell'Atdal, un'associazio-
ne che cerca di tutelare chi per-
de il lavoro in età matura, “di so-
lito gli ex-impiegati passano la
giornata a spedire lettere e cur-
riculum, Angelina invece batte
il territorio, non ha paura di
prendere porte in faccia”. Ma
girare per agenzie interinali è
un’attività molto dispendiosa
sia in termini di costi che di
energie psichiche.
“Oggi non mi interessa più ave-
re il ‘lavoro della mia vita’” dice
Angelina “Me ne basterebbe
uno qualunque, che mi dia un
minimo di sicurezza e mi per-
metta di far piccole cose, ad
esempio leggere un libro in san-
ta pace. Perché oggi non riesco
neanche a far quello. Ma men-
tre sto leggendo penso che in-
vece dovrei assolutamente atti-
varmi per trovarmi un altro la-
voro che mi permetta di soprav-
vivere’”. Il timer che scandisce
inesorabilmente il tempo di An-
PRECARI A VITA
CHE SI RASSEGNANO
L’odissea di Angelina, 46 anni,
nella crisi nascosta degli “incollocabili”
gelina è quello che regola la sua
indennità di disoccupazione.
Nel 2009 ha lavorato quattro
mesi. Nel 2010 solo tre. Nel
2011 neppure un giorno. A giu-
gno, diventerà una “lavoratrice
atipica”, priva cioè di qualsiasi
ammortizzatore sociale e per-
derà gli 800 euro con cui vive.
Quando torna a casa, dopo aver
passato la giornata a cercar la-
voro, Angelina si scalda con
una stufa elettrica. Il bilocale in
cui vive a mezz’ora da Milano le
costa 450 euro. Troppo per pa-
gare anche il riscaldamento.
“Vengo da una famiglia di con-
I corsi finanziati
dall’Europa
consumano
tempo ed
energie ma non
aiutano a trovare
un posto
tadini della provincia di Poten-
za - racconta - ero la più piccola
di cinque figli. Sognavo di lau-
rearmi in beni culturali e nel
mio piccolo mi sentivo una pio-
niera. Guardavo i paesi del sud,
bellissimi, e mi chiedevo come
mai non venissero valorizzati,
come mai non si incoraggiasse
un turismo d’élite. Ma l’univer-
sità è rimasta un sogno, perché
ho sempre avuto problemi di
sussistenza. All’inizio ho lavo-
rato con mio fratello facendo di
tutto, dalla fattorina all’impie-
gata, in una piccola attività
commerciale che non è mai de-
collata”.
NEL 1993 L’ ISFOL, l’Istitu-
to per lo Sviluppo della Forma-
zione Professionale dei Lavora-
tori, le consiglia, se vuole lavo-
rare e studiare, di lasciare il pae-
se e spostarsi a Milano. “Pensa-
vo che facendo l’operaia a Mi-
lano avrei trovato sicuramente
lavoro e intanto, la sera, avrei
potuto studiare’”. Così la ragaz-
za che amava i ‘beni culturali’
inizia a inscatolare tonno come
stagionale alla Bolton Alimenta-
ri che lavora e vende il prodotto
Una recente manifestazione
contro le conseguenze della crisi
fatta dai precari della scuola
(FOTO ANSA)
“Rio mare” a Cermenate. Vive
in un monolocale di 24 metri
quadrati dove rientra ogni sera
a mezzanotte. Appena finisce il
turno, infatti, corre a frequen-
tare corsi di formazione profes-
sionale iniziando un’odissea
che arriva sino ai giorni nostri
attraverso un caleidoscopio di
‘nuove identità professionali’:
“Addetto alla Promozione Turi-
stica, (corso FSE - cioè del Fon-
do Sociale Europeo – 1997/98).
“Promotore e Specialista delle
problematiche del Centro Sto-
rico” (Corso FSE 1998/99)
“Tecnico di Import Export con
conoscenze informatiche nelle
piccole e medie imprese “(Cor-
so FSE, anno 2000) “Addetto al
magazzino/scaffalatore con
cenni sulla sicurezza sul lavo-
ro”,“Operatrice di infanzia” ec-
cetera.
Le sigle sono colorate e quasi
futuriste : “LaborlLab”,“Dotela-
voro”, “Formatemp”, “Ricollo-
cami!”, ma a volte nelle aule
non ci sono neppure i compu-
ter, tal’altra ’insegnamento è
puramente teorico e altre volte
lo ‘stage’ consiste nel fare foto-
copie... Nel 2010, alla fine di un
corso promosso da “Forma-
temp” come “operatrice d’in-
fanzia” il “colloquio orientati-
vo” – a tre giorni dalla fine del
corso – si conclude cosi’ : “Ef-
fettivamente guardando il tuo
curriculum non hai molte pos-
sibilità”. Tradotto: il corso per
Angelina era inutile ma lei era
molto utile a completare il
gruppo come ‘allieva’. Due mi-
lioni e 300.000 persone in cer-
ca di lavoro infatti, alimentano
un nuovo mercato : quello dei
“corsifici”, un business che da
un lato consuma tempo ed
energie dei disoccupati, dall’al-
tro ingoia fondi pubblici per 20
miliardi di euro, come ha de-
nunciato anche un'inchiesta su
Repubblica di Davide Carlucci e
Antonio Fraschilla.
Nel frattempo la precarietà di-
venta una prigione . “Sono 6
mesi che non vedo più la mia
cerchia di amicizie - dice Ange-
lina - per evitare la famosa do-
manda Come va, lavori?”. L’uni-
ca compagnia che le è rimasta è
una gatta. Per curarla rinuncia
anche a comprarsi le medici-
ne.
LA SUA STORIA e quella di
altri disoccupati ‘over 40’ oggi
fa parte di uno splendido docu-
mentario – “Game over ? ” - rea-
lizzato dagli allievi della Scuola
di Cinema di Milano. Parla degli
‘invisibili’ prodotti dalla crisi
“che-non-esiste”. Quindi nes-
suno lo trasmetterà. “Gli over
40, gli ‘incollocabili - dice Ar-
mando Rinaldi, dell'Atdal - or-
mai sono 240.000”. Una massa
di persone che non trovano la-
voro e che non potranno mai
andare in pensione.

Ashraf, troppo povero per essere cittadino

NEL BERGAMASCO UN PAKISTANO HA VINTO LA SUA BATTAGLIA LEGALE CONTRO IL SINDACO LEGHISTA

Aso dishraf Tahir è un pakista-

no con regolare permes-
soggiorno che oggi fa il
la legge per l'esenzione dal-
la partecipazione alla spesa
sanitaria”, ovvero cinque-
discriminazione collettiva.
Ashraf, nel momento in cui
ha fatto la richiesta, aveva il
fatto”, è stata regolarmente
bocciata in tribunale e lo
stesso è avvenuto per Palo-
Di fronte a fatti del genere ci
si aspetterebbe che la chie-
sa cattolica facesse sentire
cameriere e abita a Palosco mila euro. permesso di soggiorno ma sco. A Bergamo il giudice ha la sua voce. Invece nulla. Il
(Bergamo). Nel giugno “L’ordinanza era palese- era disoccupato e quindi accolto il ricorso della Fiom “respingimento dei poveri”
scorso Ashraf si è visto ne- mente illegale”, spiega l’av- non aveva i requisiti richie- Cgil contro l'ordinanza del suscita solo i fulmini di
gare la residenza dal comu- vocato Alberto Guarisio che sti dal sindaco, ma la legge sindaco Pinetti. “E' una sen- mons. Dionigi Tettamanzi.
ne di Palosco perché era ha seguito gratuitamente la dice che per l’iscrizione ba- tenza importante – ha detto Eppure è una strategia na-
troppo povero. Il sindaco vicenda di Ashraf per conto sta il permesso di soggior- Mirco Rota, segretario gene- zionale, basti pensare a che
Massimo Pinetti (Lega dell’ Asgi (Associazione per no”. rale della Fiom Cgil Lombar- cosa è accaduto a Fossalta di
Nord), infatti, aveva varato gli Studi Giuridici sull'Immi- A Montichiari, Chiari, Ospi- dia - che servirà a ricordare a Piave in provincia di Vene-
un’ ordinanza che negava grazione) “perché richie- taletto e Brignano d’Adda, i tutte le amministrazioni le- zia. Una bimba senegalese
l’iscrizione anagrafica a chi dendo il requisito del red- difensori delle “radici cri- ghiste che non possono trat- non poteva più pagare più i
non avesse un “reddito an- dito minimo violava l’art. 6 stiane d’Europa” hanno ten- tare gli immigrati come vo- 50 euro della retta mensile
nuo di importo superiore al del testo unico sull’immi- tato di varare ordinanze si- gliono, senza rispettare la perché il padre, perso il la-
livello minimo previsto dal- grazione introducendo una mili, ma la “secessione di legge". voro era andato a cercarne Un ormai storico manifesto della Lega Nord
un altro in Belgio - così le
maestre hanno deciso di ri-
nunciare a turno ai loro buo- sentenza, dovrà affrontare
AIAZZONE “Io venditore , capro “Per 6 o 7 volte abbiamo dovuto chia-
ni per permetterle di man-
giare insieme agli altri bam-
un “danno erariale” cioè ri-
sarcire Tahir, l’Asgi Lombar-
mare i carabinieri” racconta un vendi- bini. “Danno erariale!” tuo- dia e la Fondazione Guido
espiatorio della grande truffa” tore che chiede l’anonimato “Ricordo
un cliente che cominciò a urlare: ‘mi
na il sindaco, Massimo Sen-
sini, che, prontamente,
Piccini che hanno difeso il
pachistano colpevole di
ella hit-parade delle aziende che ne- che inizia in Italia e finisce in Lussem- avete truffato', pestando pugni sul ban- proibisce la donazione. Ri- “povertà”.
Nmaginario
gli anni Ottanta hanno segnato l’im-
tv degli italiani, il mobilificio
burgo. Per i dipendenti un inferno.
Non solo per il salario – gli ultimi 300
co e calciando le pareti. Un tizio si pre-
sentò con un camion, voleva portarsi
sultato: la bambina, allonta-
nata dall’asilo senza capire il
Palosco, intanto, 7000 abi-
tanti, ha tenuto sul caso una
Aiazzone e il suo testimonial Guido An- euro sono di novembre - ma per i mesi via i mobili da esposizione. Chiamam- perché e costretta a tornare condotta tipicamente italia-
geli meritano dei primi posti, con la la passati fra l’incudine dell’azienda che mo i carabinieri e restammo a negozia- a casa all’ora di pranzo si ri- na. “E’ uno strano Paese” di-
consegna delle credenze - “in tutta Ita- non pagava e il martello dei clienti fu- re sino a mezzanotte. Se ne andò con i fiuta, piangendo, di mangia- ce Ahmed, il fratello di
lia, Isole Comprese” - e lo slogan “pro- ribondi che pretendevano mobili pa- mobili”. re. Tahir. “All’inizio chiedevano
vare per credere”. Marco Pardo, che gati in anticipo e mai consegnati. Quando Marco Pardo è andato a pro- A Palosco, la Cgil ha solle- a mio fratello: perché gua-
oggi ha 43 anni, e vive a Reggio Emilia, Racconta Sabina Bigazzi, che per la Cgil testare al comune di Modena perché citato invano il Prefetto di dagni poco? Perchè non hai
all’epoca era un ragazzino e la sua isola, segue la vertenza su scala nazionale: “A lui e gli altri dipendenti non venivano Bergamo Camillo Andreana, lavoro?. Nessuno era solida-
la Sicilia, era “compresa” dall’arcipela- Napoli i venditori hanno dovuto essere pagati, racconta Massino Caiazzo, della affinchè ricordasse ai comu- le con lui. Ma ora che il tri-
go Aiazzone. Non sapeva che un gior- scortati fuori dal punto vendita dalla Filcams-Cgil “è stato sospeso dal lavoro ni della bergamasca che la bunale gli ha dato ragione
no sarebbe entrato anche lui nel piane- polizia, perché la famiglie infuriate vo- per 20 giorni e ha rischiato il licenzia- legge va rispettata. Ma il fun- gli dicono : Bravo ! Compli-
ta Aiazzone e che ne sarebbe uscito levano linciarli. A Livorno un venditore mento”. É senza stipendio da novem- zionario ha preferito un so- menti ! Hai vinto!”. Ahmed
piallato come un asse, nelle tasche e è stato picchiato da un cliente e un altro bre: “In pochi mesi mi sono mangiato i brio “riserbo”. Chi sì è mos- è riuscito a comprarsi casa:
nell’anima. Marco infatti è uno dei 760 a Siracusa minacciato con una pistola”. 15000 euro che avevo in banca e ora so subito per Tahir stato “E' piccola, 55 metri quadra-
dipendenti di Aiazzone che aspettano I clienti non sapevano che i loro capri sono sotto di 3000. Per mangiare vado L’Ufficio nazionale anti-di- ti e oltre a Tahir ci vive mia
lo stipendio da 5 mesi. Il nome della espiatori lavoravano da mesi senza pu- a casa dai miei genitori. Per le tensioni scriminazioni razziali del moglie e due bambini, una
ditta, è, da tempo, soltanto un marchio lizie, senza riscaldamento o senza luce che si sono create io e mia moglie ci Ministero delle pari oppor- di 5 anni e uno 2 mesi, ma
con dietro un sistema di scatole cinesi - perché le utenze erano state sospese. siamo separati e lei è tornata in Puglia.” tunità di Mara Carfagna. Ma adesso Tahir lavora e io ho la
Holding dell’arredo, Emmelunga, Pan- Se scioperavano venivano additati co- Provare per credere. la sua “moral suasion” ha la- cassa integrazione. Ce la ca-
media, B&S (Borsano & Semeraro) - me la causa delle mancate consegne. Mim.Lom. sciato una traccia effimera. viamo. Non abbiamo biso-
Il sindaco Pinetti, infatti, ha gno di molto”.
tirato dritto. Ma ora, dopo la Mim. Lom.
Domenica 3 aprile 2011 pagina 13

ECONOMIA

LA DESTRA FERROVIARIA
di Daniele Martini
entre con una mano

M il ministro dell’Eco-
nomia, Giulio Tre-
monti, tagliava 149
milioni di euro al fondo uni-
co per lo spettacolo provo-
cando una mezza sommossa
tra attori, registi e musicisti,
con l’altra elargiva con sor-
prendente prodigalità 128
milioni di euro alle Ferrovie
di Mauro Moretti per un ser-
vizio che ormai è un simu-
lacro: il trasporto pubblico
delle merci. É una vicenda
esemplare, la dimostrazione
di che cosa significa, nel
concreto, esortare il gover-
no a tagliare con la testa e
non con i piedi, così come
ripete spesso il presidente
della Repubblica, Giorgio
Napolitano.
COM’È ANDATA a finire
con il fondo unico dello spet-
tacolo è noto. Dopo la pro-
testa nei cinema, teatri e piaz-
ze d’Italia, il sottosegretario
alla presidenza del Consiglio,
Gianni Letta, in extremis e al-
la vigilia di uno sciopero del
settore, il 23 marzo si è pre-
sentato davanti ai giornalisti
a palazzo Chigi per annuncia-
re con toni suadenti quella
che per lui era la buona no-
vella, ma che in realtà per gli
italiani e soprattutto gli auto-
mobilisti era il solito giochi-
no delle tre carte. In pratica il
governo ha reintegrato lo
stanziamento facendolo pe-
rò pagare ai cittadini con la
benzina: “Un piccolo sacrifi-
cio di uno o due centesimi al
litro” ha detto Letta facendo
finta di non sapere che la su-
per è aumentata del 13 per
cento in un anno.
La storia del generoso sussi-
dio al trasporto merci di Tre-
nitalia (Fs), invece, è una per-
la ancora da raccontare. La
causale formale dello stanzia-
mento a favore delle Ferrovie
è il contratto di servizio tra lo
Stato e Trenitalia Divisione
Cargo per il trasporto delle
merci su tutto il territorio na-
zionale. Sulla carta si tratta di
questo: siccome ci sono al-
cune zone del paese, come le
isole per esempio, dove per
le Fs trasportare le merci via
treno non è conveniente, al-
lora interviene lo Stato per
coprire la differenza tra i co-
sti sopportati e i ricavi incas-
sati. L’idea su cui questa pra-
tica si basa si chiama servizio
universale, ed è un principio
sacrosanto. Il fatto incon-
gruo, però, è che quel ser-
Tremonti trova 128 milioni di euro per i treni merci
delle Ferrovie dello Stato. Che bruciano soldi
Nonostante la liberalizzazione,
il governo finanzia Trenitalia Cargo
a scapito dei concorrenti privati
vizio, in pratica, non esiste
più o quanto meno non è più
universale da tempo avendo
le Ferrovie dello Stato rinun-
ciato quasi del tutto a traspor-
tare merci in Sardegna e in
Sicilia e poco in tutto il Sud e
nel resto d’Italia.
NEGLI ULTIMI ANNI il
trasporto merci delle Fs è an-
dato a rotoli, con una perdita
complessiva di circa il 40 per
cento dei volumi trasportati
dal 2006 al 2010. In seguito a
questa debacle il totale delle
merci che viaggia su rotaia è
ulteriormente sceso da circa
il 10 per cento al 7. E sarebbe
diminuito ancora di più se
dal 2004, cioè dall’anno in
cui il settore è stato comple-
tamente aperto al mercato,
non fossero entrate in pista
numerose aziende private o
miste, imprese piccole, me-
die e grandi che ora danno
lavoro a migliaia di dipenden-
ti e che si sono fatte largo ar-
rivando a trasportare un vo-
lume di merci di circa il 27
per cento sul totale della ro-
taia.
In pratica, a mano a mano
che le Fs si ritiravano dal car-
go accumulando perdite spa-
ventose (300 milioni di euro
nel 2009, 270 nel 2008, 366
nel 2007) si facevano avanti
queste nuove realtà impren-
ditoriali convinte di avere i
numeri e le potenzialità per
Illustrazione
di Marilena Nardi
coprire un vuoto.
Nonostante la liberalizzazio-
ne, il ministro Tremonti e il
suo collega dei Trasporti, Al-
tero Matteoli, hanno ugual-
mente deciso di foraggiare
Trenitalia Cargo a scapito de-
gli altri. I 128 milioni di euro
elargiti all’azienda Fs equival-
gono a un sussidio di oltre 3
euro a chilometro mentre a
tutte le altre imprese del set-
tore lo Stato ha riconosciuto
un bonus molto più mode-
sto, il cosiddetto Ferrobo-
nus, 27 milioni di euro in to-
tale, in pratica 0,70 euro a tre-
no/chilometro nonostante
inizialmente fossero stati
promessi 2 euro.
Il sussidio a Trenitalia Cargo è
stato concesso in sordina e
forse sarebbe passato del tut-
to inosservato se un deputa-
to di Futuro e Libertà, Danie-
le Toto, non avesse presen-
CERNOBBIO Nessuno
può ascoltare Tremonti
tecnici dello Studio Ambrosetti di Cernobbio lo
Izando.
prendono alla lettera anche se – pare – lui stava scher-
Il ministro Giulio Tremonti, nel seminario a por-
te chiuse sulle rive del lago di Como, dice: “Forse sa-
rebbe meglio togliere l’audio ai giornalisti a questo pun-
to”. E l’audio salta, in sala stampa, proprio quando do-
veva parlare di Italia, dopo le solite divagazioni globali.
Seguono attimi convulsi, telefonate, e l’audio viene riat-
tivato, poi il ministro si concede anche a una confe-
renza stampa . Comunque, alla fine il pensiero tremon-
tiano è chiaro, nei limiti del personaggio: nel program-
ma di riforme da sottoporre all’Europa ci sarà quella del
fisco, o almeno i suoi principi generali, dalla battaglia
su Parmalat inizia un nuovo attivismo economico del
governo che fa rimpiangere un po’ a Tremonti anche il
passato, “sarebbe meglio avere l’Iri e servirebbe avere
la vecchia Mediobanca”. E il fondo, sostenuto dalla Cas-
sa depositi e prestiti, che deve entrare in Parmalat po-
trebbe essere usato anche per l’ingresso nel capitale
delle banche. E visto che molti istituti sono in cerca di
soldi freschi, è una novità non da poco. Poi lo schiaffo a
Nicolas Sarkozy: il testo della legge antiscalata per Par-
malat verrà presentato a Bruxelles in francese.
tato un’interrogazione sul bi-
lancio dell’area merci di Tre-
Matteoli ricordandogli che
“tutte le tratte sono aperte al
nitalia. Nella risposta il sot-
tosegretario ai Trasporti, Bar-
mercato, Trenitalia Cargo ha
ormai praticamente abban-
tolomeo Giachino, ha parlato donato tutte le attività giudi-
in maniera assai fumosa del- cate non economicamente
l’esistenza di “pagamenti” sostenibili (Sud, Sardegna,
statali per il servizio univer- traffico diffuso) quindi non si
sale senza però fornire det- riesce, onestamente, a com-
tagli e tanto meno cifre. Al prendere a cosa si riferiscano
Fatto Quotidiano il ministero questi contributi”. Protesta
dei Trasporti ha confermato Giorgio Spadi, l’amministra-
l’esistenza del sussidio e l’en- tore di Nordcargo, una delle
tità, 128 milioni di euro, ap- concorrenti più forti di Tre-
punto. nitalia, posseduta da Deut-
sche Bahn e da Ferrovie Nord
FERCARGO e Assoferr, della Regione Lombardia: “Se
cioè le associazioni che rag- le Fs hanno deciso di abban-
gruppano le aziende concor- donare il settore merci, fac-
renti di Trenitalia Cargo, so- ciano pure, ma non preten-
no molto contrariate per dano sussidi. Invece di rega-
questa storia. I presidenti lare soldi a chi poi non svolge
delle due organizzazioni, il servizio, il ministro metta a
Giacomo Di Patrizi e Guido gara le tratte abbandonate da
Nicolini, hanno scritto una Trenitalia e le affidi a chi vuol
lettera durissima al ministro lavorare sul serio”.

Quando costa uscire dal nucleare dopo Fukushima

QUELLO CHE SUCCEDE IN GERMANIA È SOLO L’ANTIPASTO, CON RWE CHE FA CAUSA ALLA MERKEL PER LA FRENATA SULL’ATOMO
di Marco Maroni curezza nucleare prevedono che il go- singoli stati). Operazioni che implica- centrali con più di 30 anni di eserci- europei, faticheranno a sopportare.
verno possa fermare gli impianti solo no il blocco della produzione e ingen- zio) i reattori da fermare sarebbero, ad Una stima delle agenzie nucleari inter-

Rscainunciare all'atomo può rivelarsi

più costoso del previsto. La tede-
Rwe, quinto gruppo energetico
europeo, è ricorsa in tribunale con-
tro la chiusura delle sue centrali. Il ri-
corso è stato presentato alla corte
amministrativa dell’Assia, competen-
te per la centrale di Biblis. Il reattore
Biblis A, da 1.164 Megawatt, entrato
in esercizio nel 1974, è uno dei sette
chiusi per decreto dal cancelliere An-
gela Merkel a metà marzo in seguito
alla crisi nucleare giapponese e alla
crescente avversione all’atomo da
parte dell’opinione pubblica tede-
sca, con i verdi in crescita di consen-
si.
I SETTE IMPIANTI ai quali è stata
imposta la moratoria, in esercizio da
oltre 30 anni, saranno soggetti a revi-
sioni straordinarie e a fine giugno se
ne deciderà la sorte. La centrale di Bi-
blis conta due reattori nella lista, ma
uno era già fermo per manutenzione
periodica. “Non hanno agito a termini
di legge”, spiega al Fatto Quotidiano un
portavoce di Rwe, “le norme sulla si-
in una situazione di ‘effettivo perico-
lo’ e per l’ ‘effettivo pericolo’ ci deve
essere un anomalo livello di radiazio-
ni, cosa che non sta succedendo”. Gli
azionisti Rwe sono sul piede di guerra,
visto che il nucleare conta per il 20 per
cento della produzione elettrica di un
gruppo che nel 2010 ha portato a casa
7,7 miliardi di risultato operativo. L’al-
tro colosso energetico tedesco E.On,
che ha due centrali fermate per decre-
to, per un totale di circa 2.200 Mw di
potenza, spiega invece che non inten-
de seguire la strada di Rwe: “Nono-
stante i dubbi sulla legalità del decre-
to, crediamo che in questo periodo di
moratoria le dispute legali non debba-
no avere la precedenza”.
Il quadro che si sta delineando in Eu-
ropa a seguito dell’incidente di Fuku-
shima è di quelli da far perdere il son-
no ai vertici dei gruppi energetici che
hanno puntato sul nucleare. Il Consi-
glio Europeo la settimana scorsa ha
deciso di sottoporre le centrali a stress
test, per determinarne il grado di pe-
ricolosità e valutare se è il caso di chiu-
derle (la decisione resterà in capo ai
ti investimenti. Le procedure degli
stress test non sono state ancora sta-
bilite ed è difficile stimarne il costo.
Ma per farsi un’idea si può considera-
re che Henri Proglio, presidente della
francese Edf, primo gruppo nucleare
mondiale, nel giugno scorso ha di-
chiarato che i costi di ammoderna-
mento del parco centrali francese am-
monterebbero a 600 milioni a reatto-
re. La Francia, paese più nuclearizzato
del Pianeta, conta 58 reattori e con il
parametro tedesco (moratoria alle
oggi, 15. E gli stress test sono solo una
parte del problema.
Che lo impongano i test o il sentimen-
to antinuclearista di un’opinione pub-
blica sempre più allarmata dalle noti-
zie di Fukushima (a tre settimane dal-
l’incidente la centrale è ancora fuori
controllo), il programma di chiusura e
totale decommissioning delle vec-
chie centrali europee sta subendo
un’accelerazione. Ma abbandonare il
nucleare ha costi che i gruppi energe-
tici, e gli appesantiti bilanci pubblici
La centrale
nucleare tedesca
di Biblis, in
Germania, gestita
dalla Rwe ( FOTO ANSA)
Fermare un reattore da
1000 Mw può costare tra
1,5 e 3,9 miliardi di euro
nazionali, datata 2006, indica un co-
sto medio che va dagli 1,5 milioni per
Megawatt degli impianti raffreddati
ad acqua (Brw, Pwr, i più diffusi) ai 3,9
degli impianti raffreddati a gas, (Gcr,
gas cooled reactor, diffusi soprattutto
nel Regno Unito) dove oltre al com-
bustibile vi sono grandi quantità di
grafite da smaltire. Significa un costo
che va da 1,5 a 3,9 miliardi di euro per
un reattore da 1.000 Mw. E si tratta di
stime che prevedono lo stoccaggio
delle scorie in depositi definitivi, di
quelli in grado di non dare problemi
per almeno 100mila anni; nel caso di
stoccaggio provvisorio le cifre sono
superiore. È interessante notare che
nessun paese del mondo è riuscito fi-
no ad ora a individuare un sito di que-
sto tipo.
pagina 14
“NON MI RICANDIDO”
FINISCE L’ERA ZAPATERO
La popolarità del premier ai minimi storici
L’annuncio a ridosso delle amministrative
di Alessandro Oppes
Madrid
e ne va per non essere d’in-
S
tralcio. Zapatero getta la
spugna. Non sarà lui il can-
didato socialista alle politi-
che del 2012. L’uomo della “nuo-
va via”, l’incorreggibile ottimista,
il presidente del “cambiamento
tranquillo” asceso al potere sette
anni fa sull’onda dello choc nazio-
nale seguito all’immane tragedia
dell’11 marzo, tira le somme pri-
ma ancora che si concluda la sua
seconda legislatura di governo al-
la Moncloa e decide che la cosa
più sensata è farsi da parte.
ERA TRASCORSA mezz’ora
da quando, ieri mattina, il premier
aveva iniziato il suo atteso discor-
so davanti al comitato federale del
Psoe, nella madrilena Calle Fer-
raz, difendendo le difficili scelte
d’austerità degli ultimi mesi che
hanno consentito alla Spagna di
evitare – almeno per il momento –
il rischio della bancarotta, ma che
hanno anche contribuito a far an-
dare a picco definitivamente la
popolarità del capo del governo.
Solo allora, proprio mentre riven-
dicava il merito di essere riuscito a
mantenere le linee fondamentali
della politica sociale, Zapatero ha
Illustrazione di Paolo Platania.
La solitudine dell’abbandono: José Luis Rodriguez Zapatero in Parlamento (FOTO LAPRESSE)
sorpreso tutti con il suo annun-
cio. “Lo faccio ora per mettere fi-
ne a un’incertezza che avrebbe
potuto pregiudicare le riforme e
la creazione di posti di lavoro. So
che potrò continuare a contare
sulla vostra fiducia”.
Una scelta del tutto personale,
meditata da tempo e comunicata,
nelle scorse settimane, solo alla
moglie Sonsoles Espinosa e a un
paio di collaboratori tra i più fe-
deli, uno dei quali con ogni pro-
babilità era il braccio destro di
sempre, il ministro delle Infra-
strutture José Blanco. Dicono che
nessuno tra gli alti dirigenti del
partito abbia fatto pressioni sul
premier, né in un senso né nell’al-
tro. Ma alla fine ha prevalso la re-
sponsabilità, la lucidità politica di
un leader che vede conclusa la sua
missione, anche se non nella ma-
niera che avrebbe desiderato. Per-
ché ora, perché il 2 aprile? Perché
mancano appena 50 giorni a una
tornata elettorale che rischia di
trasformarsi in un terribile fiasco
DAL MONDO
per i socialisti. Sindaci e presiden-
ti di Regione volevano evitare che
le amministrative del 22 maggio
diventassero una specie di plebi-
scito pro o contro Zapatero. Il ver-
detto poteva risultare particolar-
mente traumatico, considerato
che il premier ha raggiunto in que-
ste settimane i livelli di popolarità
in assoluto più bassi tra tutti i lea-
der della Spagna democratica.
PARTICOLARE curioso. No-
nostante l’enorme distanza politi-
ca che lo separa dall’ex premier
popolare José Maria Aznar, ora Za-
patero finisce per seguirne l’e-
sempio, condividendone una
scelta importante: quella di ritirar-
si dopo due legislature al governo.
Nel caso di Aznar, si trattava di una
convinzione personale mai del
tutto chiarita: col tempo si è visto
che il politico conservatore, pur
abbandonando formalmente la
politica attiva, ha mantenuto
un’enorme influenza all’interno
del Pp, oltre a ottenere lauti pro-
fitti da un’infinità di contratti di
consulenza. Nel caso di Zapatero,
la scelta potrebbe avere una dop-
pia motivazione. La prima è legata
al ricordo di un’esperienza nega-
tiva, da non ripetere, che arrivò a
segnare in modo molto pesante la
storia dei socialisti spagnoli: il lun-
go “regno” di Felipe Gonzalez –
quattordici anni di governo fra il
1982 e il ’96 – finì travolto da pe-
santi accuse di corruzione. Un er-
rore che l’attuale premier non vo-
leva in alcun modo correre il ri-
schio di ripetere. La seconda ha a
che fare con l’attuale, difficile si-
tuazione dell’economia. Dopo
aver predicato a lungo la centra-
lità della politica sociale nelle sue
scelte di governo, Zapatero è sta-
to costretto ad adottare un pro-
gramma “lacrime e sangue” impo-
sto dalla Ue e dal Fondo moneta-
rio per scongiurare l’incubo del
E, Il nuovo mensile di EMERGENCY.
Per chi è stanco di farsela raccontare.
Nasce il nuovo mensile di EMERGENCY. Diretto da Gianni
Mura e Maso Notarianni, parla del mondo e dell’Italia che
vogliamo. Una rivista bella, utile e intelligente, che racconta
storie vere e approfondisce l’attualità ispirandosi ai valori di
EMERGENCY: uguaglianza, solidarietà, giustizia sociale, libertà.
Le cose in cui preferiamo credere. E queste non sono favole.
Dal 6 aprile in edicola.
> www.e-ilmensile.it
> info@e-ilmensile.it
> tel 02-801534
Domenica 3 aprile 2011
LE ELEZIONI farsa
del Kazakistan
Sdelleizakistan,
terranno oggi le elezioni presidenziali in Ka-
nazione proprietaria del 3 per cento
riserve mondiali di petrolio, prima pro-
duttrice globale di uranio. Il risultato appare
scontato: vincerà Nursultan Nazarbayev, 70 an-
ni, al potere dal 1989. A febbraio, mentre la
rivoluzione popolare tunisina contagiava l'Egit-
to, il leader asiatico ha annunciato di voler an-
ticipare di un anno le elezioni. Qualcuno ha
provato a protestare, visto che dei 22 candidati
la commissione elettorale ne ha accettati solo
tre, tutti considerati filo governativi. Risultato?
Diversi arresti, aumento della censura su inter-
net, il direttore editoriale dell'unico giornale di
opposizione sparito da nove giorni. L'Occiden-
te non ha battuto ciglio: troppi affari in ballo,
soprattutto per l'Italia. C'è Eni, attiva nei gia-
cimenti di Kashagan e Karachaganak; ci sono
costruttori come Impregilo e Salini, scelti per
realizzare una nuova strada diretta in Cina; c'è
Unicredit, in cerca di un compratore per le sfor-
tunate attività locali. Sarà per questo che Silvio
Berlusconi, recentemente, si è rivolto così a Na-
zarbayev: ”Ho visto i sondaggi fatti da una au-
torità indipendente che ti hanno assegnato il
92% di stima e amore del tuo popolo. È un con-
senso che non può non basarsi sui fatti”.
Stefano Vergine
salvataggio finanziario. A questo
punto, se ne va con la sensazione
Primarie dei
di essere riuscito a salvare la Spa-
gna. E a fine maggio, subito dopo
socialisti in cerca
le amministrative, partirà la corsa
per la successione, con due nomi
del nuovo leader
finora indicati come nettamente
favoriti: Alfredo Pérez Rubalcaba, Favoriti: il vice
vice premier e ministro dell’Inter-
no, politico di enorme esperienza Rubalcaba e
e molto popolare, e Carme Cha-
con, la prima donna ad aver rico- la ministra della
perto in Spagna la carica di mini-
stro della Difesa. Difesa Chacon
Il nuovo mensile di Emergency.
Leggi a occhi aperti.
Domenica 3 aprile 2011
IL RAID DEGLI AMICI
Insorti uccisi dagli aerei Nato vicino a Brega
Defezioni a Tripoli: il Colonnello perde pezzi
di Stefano Citati
fronte di Brega
a pizzeria degli shabab è af-
L
follata per il venerdì sera.
Sotto l'insegna della Torre di
Pisa, i ragazzi di Bengasi
mangiano hamburger e parlano
del fronte, passato e futuro. “Ve-
terani” di Ras Lanuf e novellini
che promettono: “Andiamo in
prima linea”. Il mattino dopo non
sono le stesse facce che si vedono
sulla strada per Brega, avvicinan-
dosi a singhiozzo verso la zona dei
combattimenti. Da dopo il check
point di Ajdabya le auto civili ven-
gono fermate e si contratta per
poter raggiungere il successivo
raggruppamento di armati.
A UNA QUINDICINA di chi-
lometri dal terminale petrolifero,
dove continuano gli scontri tra ri-
belli e governativi, i soldati diser-
tori dell'esercito del Colonnello
riassumono la situazione: “A ove-
st di Brega ci sono circa 2.000
gheddafiani, da questa parte sia-
mo un mezzo migliaio. Ci com-
battiamo evitando di usare grossi
calibri, altrimenti la Nato potreb-
be intervenire e finire per colpire
anche noi”, spiega Abdelsalam.
Pochi chilometri oltre giacciono
Il rogo del Corano manda in fumo
l’Afghanistan: morti a Kandahar
di Giampiero Gramaglia
Udallenaun’altra:
guerra non ne elimina
magari, la espelle
pagine dei giornali per
qualche tempo. Ma il vecchio
conflitto va avanti lo stesso e,
prima o poi, quando il nuovo
s’accheta per un istante, torna
a propinarci cronache di mor-
te e di sangue.
DALL’INIZIO dell’anno, uno
poteva credere che l’Afghani-
stan si fosse, di punto in bianco,
pacificato: le notizie dall’estero
riguardavano solo il domino dei
satrapi nell’Africa del Nord, la
Tunisia, l’Egitto, poi la Libia, do-
ve l’insurrezione di popolo s’è
trasformata in scontro armato
internazionale, per l’ostinazio-
ne sanguinaria del colonnello
dittatore Muammar Gheddafi.
Ma in Afghanistan non s’è mai
smesso di combattere, anche se
non se ne parlava più. E il Paese
non è solo insanguinato dalle
scaramucce tra talebani e forze
internazionali, che rischiano di
le carcasse dei mezzi dei patrioti
che sarebbero stati colpiti dagli
aerei Alleati. Nella stessa zona
dalle vittime del “fuoco amico”, i
cadaveri di diversi soldati libici
uccisi durante la battaglia per la
cittadina a circa 250 chilometri
da Bengasi. La ricostruzione della
strage di Brega (almeno 9 armati e
4 civili, medici e un autista che si
aggiungerebbero ai 7 morti pro-
vocati dai raid occidentali un
paio di giorni prima) risultava ieri
sera incompleta: un jet da attacco
al suolo si sarebbe sentito preso
di mira dai traccianti sparati in
cielo dai ribelli per festeggiare la
presa (almeno parziale) di Brega.
In risposta il cannoncino da 30
millimetri del cacciabombardie-
re avrebbe sparato raffiche di
proiettili lungo la strada, colpen-
do pick up e ambulanza. Alle por-
te di Brega, oltre ai medici che
raccontano l'accaduto, fiorisco-
no le versioni dei guerriglieri:
“Infiltrati di Gheddafi hanno usa-
to le nostre antiaeree per farci at-
taccare”, “gli infiltrati hanno ac-
ceso un satellitare per farsi rin-
tracciare dagli aerei Nato”. Rac-
conti poco credibili che scatena-
no discussioni tra gli stessi sha-
bab. Raggruppati nelle retrovie –
ascoltando alle radio le litanie ip-
riprendere vigore proprio in
questi giorni, dopo il lungo in-
verno, ma anche dalla violenza
integralista islamica che, in 48
ore, fa decine di vittime tra Ma-
zar-i-Sharif, Kabul e Kandahar,
da Nord a Sud dello Stato.
All’origine della carneficina, un
rogo del Corano organizzato, il
21 marzo, in Florida, negli Usa,
da un duo di pastori protestanti,
integralisti cristiani: la provoca-
zione del noto reverendo Terry
Jones e del suo vice Wayne Sapp,
era passata quasi inosservata qui
da noi, che stavamo badando al-
l’incendio nel Mediterraneo, ma
era stata condannata dalle auto-
rità pachistane e afgane. I taleba-
ni respingono ogni responsabi-
lità per quanto avvenuto ora in
Afghanistan: rivolta di popolo,
dicono, “naturale reazione” isla-
mica alla inutile provocazione
americana; e non azione milita-
re, anche se un presunto attacco
di terroristi kamikaze nella capi-
tale suscita dubbi sulla degene-
razione spontanea di manifesta-
zioni religiose. Le autorità cen-
I resti del mezzo dei ribelli colpito dagli aerei Nato; gli insorti vicino a Brega (FOTO LAPRESSE)
notiche delle canzoni tradiziona-
li o il nuovo rap arabo – i volontari
stanno accettando loro malgrado
di rimanere esclusi dalla batta-
glia, rimpiazzati dai militari pro-
fessionisti che guidano ormai le
operazioni, cercando di ridurre il
numero delle vittime inutili.
NIENTE ASSALTI disordinati
e un uso maggiore di razzi e mitra
pesanti rimandendo a una certa
distanza dal nemico. Episodi che
appaiono marginali rispetto al
quadro generale della situazione
e a quanto starebbe accadendo a
Tripoli. Dalla defezione di Mussa
Kussa, ex braccio destro di Ghed-
dafi rifugiatosi a Londra (ma la cui
famiglia sarebbe nelle mani del
regime, riducendo di molto la sua
possibilità e utilità di collaborare
con i britannici) si moltiplicano
le voci e i segnali dello sfaldamen-
to del regime. Da venerdì notte si
parla di una delle brigate speciali
di Gheddafi che si sarebbe rivol-
tata contro il Colonnello, di ecci-
di mirati nella capitale contro i
sempre più numerosi oppositori,
di una spaccatura in seno alla fa-
miglia del raìs: Aisha, unica figlia
di Gheddafi che fino a pochi gior-
ni fa prometteva di andare a com-
battere al fronte per il padre,
trali e provinciali afgane, infatti,
accusano i ribelli di avere orga-
nizzato proteste e violenze “per
sfruttare la situazione e creare
instabilità”. Dopo l’assalto di ve-
nerdì agli uffici dell’Onu di Ma-
zar-i-Sharif – sette i dipendenti
delle Nazioni Unite uccisi – gli
scontri di ieri a Kandahar, “capi-
tale” pashtun e talebana, hanno
fatto una decina di morti e oltre
ottanta feriti (fra cui due elemen-
ti delle forze dell’ordine): secon-
do testimoni, la polizia – che ha
sparato sulla folla per disperder-
la, mentre cerca di raggiungere
la sede del governo provinciale –
ha arrestato una ventina di indi-
vidui, alcuni dei quali armati. Mi-
gliaia di manifestanti scandivano
slogan del tipo “abbasso l’Ame-
rica” e “morte a Karzai”.
A Kabul, invece, le forze di si-
curezza avrebbero sventato un
attentato kamikaze: uomini ar-
mati che indossavano il burqa
avrebbero tentato di fare una
strage a Camp Phoenix. Ancora
incerto il numero di assalitori
uccisi (ma sembra siano due) e
DAL MONDO
avrebbe riparato a Tunisi. Non so-
lo Seif, il figlio indicato come suc-
cessore del dittatore, avrebbe
mandato un suo mediatore a Lon-
dra; da giorni nella capitale bri-
tannica ci sarebbe un fiduciario
del Colonnello per avviare collo-
qui e trovare una via di scampo al
raìs. Trattative che vedrebbero
anche una partecipazione italia-
na: Berlusconi e il premier britan-
nico Cameron hanno avuto ieri
sera un lungo colloquio telefoni-
co. Le voci internazionali arriva-
no a Bengasi e sul fronte di guerra
modificate e distorte dal telefono
arabo del passaparola, intrec-
ciandosi con le informazioni sul
terreno. “Non ci sono pratica-
Bashir Nafi,
l’accademico
con il mitra:
“Se prendiamo
Sirte possiamo
trattare la resa
con il regime”
Manifestazione a Kandahar; un uomo brandisce il Corano (FOTO LAPRESSE)
la dinamica dell'episodio.
IL CONSIGLIO di Sicurezza
dell’Onu chiede al governo afga-
no di migliorare la protezione
del proprio personale: una tren-
tina gli arresti operati nelle inda-
gini sul cruento attacco di ve-
nerdì, l’atto più ostile contro
una sede Onu dall’invasione del-
l’Afghanistan nell’ottobre 2001.
Nel coro delle voci di condanna
e di preoccupazione, quella del
ministro degli esteri Franco Frat-
tini: quel che è accusato “è gra-
vissimo”, anche se il rogo del
Corano è stato “sconsiderato”.
Se si torna a parlare di Afghani-
stan, ci s’interroga sul senso del-
la missione. Il ministro della di-
fesa Ignazio La Russa dice: “Re-
gistriamo grandi successi, ma
pagina 15
IL DISASTRO DI FUKUSHIMA
Acqua radioattiva
U
in mare
na perdita nel
reattore 2 della
centrale di Fukushima
riversa in mare acqua
radioattiva. È questa
l’ennesima terribile
notizia di oggi, sul
fronte giapponese. La
crepa in una vasca di
contenimento in
calcestruzzo fa filtrare
liquidi così contaminati
da rendere difficile
qualsiasi intervento.
Ieri il premier Naoto
Kan, intanto, si è recato
per la prima volta in tre
settimane nella regione
del nordest devastata
l’11 marzo dalla duplice
catastrofe
sisma/tsunami. Kan ha
incontrato le squadre
di soccorso della
centrale. Sul fronte
della crisi nucleare,
l’agenzia dell’Onu per
l'energia atomica (Aiea)
manderà due esperti in
Giappone, in aggiunta
ai 2 impegnati
nell’esame delle
radiazioni, per avere
informazioni di prima
mente più soldati libici che com- mano sui reattori della
battono contro di noi; sono quasi struttura.
tutti mercenari somali, nigerini,
ciadiani forniti di falsi passaporti
libici”, spiega un militare che alla
fine ripete il mantra: “Domani, in-
shallah, saremo a Ras Lanuf”. In ci-
ma a una collinetta un signore
dall'aria accademica osserva il
fronte con accanto una guardia
del corpo armata di kalshinkov.
“Se riusciranno a prendere Sirte,
entro un paio di settimane e con
l'aiuto della Nato, il più è fatto: sa-
ranno nelle condizioni di trattare COSTA D’AVORIO
la resa del regime”, spiega il pro-
fessor Bashir Nafi, arruolato dalla Croce rossa: “800
tv del Qatar Al Jazeera che ha crea- morti nell’ovest”
to un centro studi per analizzare
le rivoluzioni mediorientali. In at-
tesa di far rifornimento a una sta-
zione di servizio, attorno a una
M entre ad Abidjan
continua l’assedio a
Gbagbo, ex presidente
jeep con le insegne Onu, quattro della Costa d’Avorio (che
occidentali di mezz'età sembra-
no osservatori meno esperti ma
non ha mai lasciato il
potere) da parte delle
altrettanto curiosi: “Siamo in mis-
sione per valutare la situazione”,
forze fedeli al neo
presidente Ouattara
rispondono guardinghi prima di (riconosciuto dalla
risalire in auto. Incontri simili si comunità internazionale),
ripetono nelle retrovie del fron- la Croce rossa
te, a conferma delle voci sulla internazionale denuncia
presenza di agenti occidentali che circa 800 persone
che monitorano, e forse parteci- sono state uccise, il 29
pano, alle battaglia della Cirenai- marzo, a Duekouè,
ca. nell’ovest del paese, teatro
di combattimenti tra le
forze dei due rivali. Un
massacro “scioccante per
ampiezza e brutalità”, ha
affermato il capo
delegazione della Cicr in
Costa d’Avorio,
Dominique Liengme,
entrato a Duekoué.
IRLANDA DEL NORD
Poliziotto ucciso
da una bomba
non successi definitivi”. Andar-
cene? “Entro il 2014 spero che
U n poliziotto di 25
anni è rimasto ucciso
in Irlanda del Nord a causa
potremo lasciare l’Afghanistan di una bomba collocata
all’esercito e alla polizia afgha- sotto la sua automobile.
ni”. Quanto al pastore Jones, L’attentato – ancora non
non è per nulla pentito. Anzi, dal rivendicato – è avvenuto a
suo Dove World Outreach Cen- Omagh, una piccola
ter (Centro Colomba per dialogare cittadina a nord di Belfast.
con il mondo), a Gainesville, invita
l’Onu e gli Usa a reagire “imme- GAZA
diatamente” e proclama: “l’I-
slam non è una religione di pa- Raid israeliano
ce”. Il pastore aveva suscitato Fine della tregua
l’attenzione del mondo nel set-
tembre scorso, perché voleva
bruciare il Corano, ma aveva ri-
nunciato per le pressioni del
D opo il raid aereo
israeliano di venerdì
notte in cui sono stati
presidente Obama, di papa Be- uccisi tre miliziani di
nedetto XVI e di molti altri lea- Hamas, a sud della
der politici e religiosi. Sei mesi Striscia, Gaza ha
dopo ci ha ripensato: l’Occiden- annunciato la fine della
te non gli ha badato, l’Islam sì. tregua con Israele.
pagina 16
PIRELLA&PERICOLI
TUTTI DA FULVIA
Quando Milano
sorrideva
di Maurizio Chierici
D
omani riapre il salotto di Ful-
via: un anno fa se ne è andato
Emanuele Pirella e Tullio Pe-
ricoli ha voluto ricordarlo in
una mostra che raccoglie 59
tavole del libro “Tutti da Ful-
via il sabato sera “, galleria
Nuages, via del Lauro, Mila-
no. “ Mi fa piacere tornare a
parlare di Nele in presenza di
Fulvia, la donna che ci siamo
divisi per 29 anni”. Malinco-
nia nel ricordare l' amico in-
namorato della solitudine,
antimoderno nella moderni-
tà che inventava per affasci-
nare la pubblicità. Non gui-
dava, non frequentava com-
pagnie importanti, ogni sera
davanti alla tv o piegato su un
SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
libro fino a quando non ar-
rivava il sonno. Cantava, que-
sto si. Da ragazzo voleva di-
ventare il Bruno Martino di
“Cos'é quest'estate”, maglio-
ne nero “come Juliette Gre-
co”.
Per raccontare Fulvia nel-
la Milano che si preparava
al '68, qualche salotto l'a-
vrete pur frequentato...
Mai. Cercavamo di capire da
lontano. Nele captava le cose
che stavano per succedere.
Ascoltava le voci dei compa-
gni di lavoro, si incantava su
notizie che sembravano insi-
gnificanti, interpretava segni
invisibili con la fantasia di chi
amava ordinare le parole in
una geometria che ne esalta-
va l'ironia. Scombinava le fra-
si; le separava con un punto
diventato famoso, scansione
sintattica che imponeva un
ordine insolito al labirinto di
ogni racconto. Guardavamo
la realtà come si guarda un
acquario nel quale cercare i
vizi e le virtù dei pesci meno
appariscenti.
Fulvia chi era?
Cé chi ha provato a ricono-
scerla, ma era solo un’inven-
zione che raccoglieva i pro-
tagonisti della cultura, della
politica, dei giornali non per
capire ma per assecondare la
moda. Era l'eco delle voci
che giravano attorno. Decla-
mazioni che trasformano la
realtà nell'evanescenza del-
l'effimero. Da Fulvia andava-
no tutti quelli che contano
qualcosa e credono di con-
tare di più ma si comportano
come se contassero; andava-
no quelli che una volta hanno
contato ma non contano da
un pezzo e cominciano a so-
spettare di non avere mai
contato. Frequentatori con
nomi e cognomi che suona-
no: tutti vogliono abbracciar-
la.
Romanzieri che sembrano violet-
te, intellettuali irraggiungibili sulle
torri d’avorio, eppure, apparire
sul Corriere e poi nella Repub-
blica della domenica rallegra le
vanità ora raccolte nel catalogo
della mostra: i nomi dei mille “fre-
quentatori” del salotto antiprou-
stiano.
Voi, sempre fuori?
Sempre, anche se più tardi
ho cominciato a frequentar-
ne qualcuno. Nele no. Erava-
mo convinti che la lontanan-
za aiutasse a capire. Per 12
anni abbiamo raccontato sul-
l'Espresso le Cronache del Pa-
in & out
Bublè Shakira
Michael La cantante
e Luisana in concerto
si sono il due
sposati a maggio
Buenos Aires a Bologna
lazzo senza mai andare a Ro-
ma per curiosare attorno alle
tovaglie dove gli onorevoli
impugnavano le forchette:
quei ristoranti verso il Pan-
theon. Non ne vedevamo l’u-
tilità.
Fulvia nasce nelle pagine
del Corriere della Sera di
Piero Ottone, quando la
cultura era nelle mani di
Gaspare Barbiellini Ami-
dei il quale sfidava gli in-
tellettuali bacchettoni con
le vostre recensioni, stri-
scia di tre battute…
Quattro in verticale. Se il pro-
tagonista del saggio era un
politico, facile la caricatura,
ma non tutte le settimane riu-
scivamo a trovare i libri giusti
perché l’impegno si concen-
trava su tre finestre tenendo
conto delle cose che i lettori
dovevano sapere per poi sor-
ridere nella compli-
cità della beffa finale.
Allora Nele ha avuto l’i-
dea: trasferiamoci in un
salotto letterario e Fulvia
apre la porta.
Sepolto in una poltrona,
Oreste Del Buono (scrittore
e padre di Linus) passa in
rassegna le comparse
rappresentate con “
splendida ferocia “.
Come nasce Pe-
ricoli-Pirella ?
Quando comin-
ciano gli anni ses-
santa tutti corro-
no a Millano. Nele
ed io veniamo da pro-
vince lontane, un amico ci fa
incontrare ed abbiamo sco-
perto di voler le stesse cose
giurando che per averle
avremmo sdegnato ogni ten-
tazione. Vivevamo di niente.
Illustravo con i miei “pupaz-
zi” le cronache del Giorno, pri-
mo quotidiano a rompere la
monotonia dell’informazio-
ne. Ero scappato da Colli del
Tronto paese tra Ascoli e il
mare, padre segretario co-
munale. Usciva dall’ufficio,
attraversava la piazza, alle
due in punto si mangiava.
Tutti i giorni, tutto l’anno.
Ordinato non solo nelle abi-
tudini, anche nei sogni che
programmava per i figli. Mio
fratello Gian Luigi, professo-
re; io, avvocato. Ma la pas-
sione erano ritratti e paesag-
gi. Quando studiavo ad Asco-
li di nascosto andavo a lezio-
Nadal
“Ho giocato
bene ma
Federer ha
sbagliato
tanto”
ne di pittura ma un giorno il
direttore della pinacoteca ri-
ceve la visita di mio padre.
Voleva che facessi “solo” il li-
ceo. Dipingere, una perdita
di tempo”.
Il ragazzo Pericoli scappa a Ro-
ma quando mancano quattro
esami alla tesi. Incontra Zavat-
tini; a Milano mangia alla corte
dei miracoli di Giancarlo Fusco
che gli apre la porta del Giorno.
Comincia la stagione della pre-
carietà. Ogni tanto illustra i rac-
conti della domenica: Bassani,
Primo Levi, le Cosmiconiche di
Calvino. Mario Soldati gira in re-
dazione con entusiasmo: “Lei è
Pericoli? Bravo, bravo”.
E comincia la fortuna...
Una sera passo nella galleria
di via Manzoni: Mi fermo da-
vanti alla libreria di Aldrovan-
di. Novità in primo piano il
saggio di Giorgio Bocca, Mi-
Domenica 3 aprile 2011
Balotelli
La sua
Maserati
sarebbe
stata presa
a sprangate
racolo all’Italiana. La copertina
è mia. La prima copertina.
Non conoscevo Bocca, nes-
suno mi aveva chiesto di ri-
produrre il disegno pubblica-
to dal Giorno, ma che sorpre-
sa, che felicità”.
Più morbida la provincia di Pirella:
madre maestra sorridente di
Reggio Emilia, padre funzionario
di prefettura della Reggio del Sud.
Nel fatidico ’61 sbarca a Milano
con la tesi dedicata a Tomas
Smoller, scozzese che sorride sul
Settecento. Confessa al Luciano
Bianciardi de La Vita Agra di vo-
ler fare l’umorista e lo scrittore e
mentre bussa alle case editrici,
trova un letto da Pericoli. Parlano
e parlano: sarà duro ma non
cambieranno programma. Ecco
che una sera Pirella confessa di
aver attraversato i “corridoi dove
si respiravano i soldi” di un’agen-
zia di pubblicità. Soluzione prov-
visoria, si scusa-
va. “Mi sono
sentito un po’
tradito”, rac-
conta Pericoli.
“Ma poi ho capito:
Nele stava inventando
una cosa nuova”. Per 33 anni
ogni martedì invitano Fulvia a ce-
na al Rigolo nella Milano che in-
volgariva: “E alla fine la signora
non incontra nessuno. Smette di
essere l’eco delle parole degli altri
e noi diventiamo Fulvia nel giu-
dicare una realtà sempre più vuo-
ta”.
Tavole
Alcune illustrazioni dal volume
“Tutti da Fulvia”
delle Edizioni Nuages.
La mostra è ospitata
nei locali della stessa casa editrice
a Milano in via del Lauro, 10,
dal 4 aprile al 7 maggio,
e raccoglie decine di tavole di
questa serie
Domenica 3 aprile 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TG PAPI

Montezemolo
TELE COMANDO + va che la campagna acquisti
di deputati era finita. I “re-
sponsabili” sono da ieri meno
soli. Ma anche meno indi-
spensabili. Chi ha ancora
qualche credito da riscuote-
di Fulvio Abbate

Nprioell’atollo
La vitaccia
dei figuranti
mediatico più sperduto c’è un sog-
getto professionale dilagante (se non pro-
sociale), un paria che prende il nome di
figurante televisivo, la signora che a “Forum” ha
e la sua “arena”, d’essere interpellato nel ruolo
variabile di opinionista di caseggiato, vox po-
puli, consumatrice, detentore di buon senso
comune. Ai più preparati, inutile aggiungerlo,
re, faccia in fretta. rassicurato tutti circa la ricostruzione impec- tocca spiegare che Berlusconi è comunque uno

si butta
di Paolo Ojetti
g1
T Ci sarebbe una novità, l’i-
dea (per i berluscones è piut-
tosto una minaccia terrifican-
te) di Montezemolo di but-
tarsi in politica. Questa volta,
dopo altre simili esternazioni
pensose, sembra una cosa più
seria. Però, forse perché il no-
me ha un certo peso e Ber-
lusconi è debole e spiazzato,
il Tg non raccoglie la notizia.
Così quando Casini commen-
ta: “Allora, scenda in campo”,
non essendoci alcun riferi-
mento, sembra uno un po’
esaurito che parla a vanvera.
Parla a vanvera anche Berlu-
sconi che manda verso Cata-
nia la sua voce a Scilipoti e
soci: “Il governo va avanti, fa-
rà le riforme che i cittadini ci
chiedono, in primo luogo la
riforma della Giustizia”. Scili-
poti e i suoi fratelli d’Italia in
piedi (come se fossero all’a-
scolto dell’inno nazionale)
applaudono. Applaude anche
Sonia Sarno, che continua
imperterrita e senza problemi
(beata lei) a sfornare fotoco-
pie dei messaggi berlusconia-
ni.
g2
T Nei sottopancia del Tg2 si
legge: Zapatero non si ripre-
senterà alle prossime elezioni
politiche. A parte la simpatia
o antipatia per la persona, la
reazione istintiva è stata: beati
gli spagnoli, noi non riuscia-
mo a liberarci di un “premier”
che di Zapatero potrebbe es-
sere il padre. E il padre po-
tenziale di Zapatero arriva
puntuale dopo una lunga pre-
messa di esteri e cronaca ne-
ra. The Voice sommerge una
convention catanese (esage-
riamo: erano cento in un ci-
nemino) di “responsabili”. La
Voice era però distorta fra
acuti e sussurri, tanto che Sci-
lipoti agitava la mano per
troncare i brusii.
Be’, la percezione della Voice
era fondamentale: annuncia-
T g3
Il momento è favorevole
e il Tg3 parte a testa bassa.
Non che abbia notizie più en-
tusiasmanti, ma basta prende-
re quelle già viste e sentite e
combinarle in altro modo. Per
esempio, basta far vedere il
caos di Lampedusa e di Man-
duria e poi aggiungere: “Non
basta dire, come fa Berlusco-
ni, che l’accoglienza è un do-
vere”. Basta ripetere che Ber-
lusconi annunci di avere 330
deputati garantiti e piazzargli
lì le risse interne al suo stesso
partito fra vecchi An e vec-
chissimi forzitalioti. E se lui
promette riforme (giustizia
per sé e meno tasse per tutti),
ecco che si zooma sulle op-
posizioni che “ormai parlano
un solo linguaggio”, quasi
prefigurando un qualche
fronte elettorale anticaimano.
Mariella Venditti è in diffi-
coltà: non può ripetere la vec-
chia barzelletta sozzona del
“lato B della mela” che Ber-
lusconi ha propinato a sindaci
e assessori pidiellini. Anche i
coltivatori della Val Venosta
dovrebbero elevare altissima
protesta.
cabile de L’Aquila sotto lo sguardo di Silvio no-
stro occupava la fascia alta di quel genere di im-
pegno pubblico, infatti veniva risarcita della
vergogna con 300 euro. Personalmente, in un
rigurgito di marxismo volgare, stanno più a
cuore gli altri: che non superano la soglia dei
50. Tecnicamente, il figurante, sul lavoro, deve
rispondere ad alcune sollecitazioni immediate.
Ha l’obbligo di presentarsi (con assoluta pun-
tualità, pena un cazziatone da parte del “grup-
pista”) all’ora stabilita dal piano di lavorazione
presso gli studi dove si svolge la trasmissione
che lo vede pedina, sfondo e carne da applauso;
depone il cappotto sullo stand fornito dalla pro-
duzione; si attarda in corridoio ragionando con
i compagni di precariato di questo e quell’altro
argomento, o, perché no, di quanto sia insuf-
ficiente la paga; c’è poi da rispondere all’appel-
lo dell’assistente di studio che li invita a pren-
dere posto: seguono
le ulteriori indicazioni
Rita Dalla Chiesa conduce del già citato diretto-
la trasmissione Forum re: “Applausi, stiamo
su Rete4 per andare in onda”
oppure, quando c’è di
mezzo un lutto o un
evento tragico, “Si co-
mincia senza applau-
si” o, ulteriore varian-
te di gravità inferiore,
“Applaudite, ma non
urlate”. Il figurante ri-
schia talvolta, come
accade, metti, a “Do-
menica In” con Giletti
che lavora e non andrebbe disturbato, in nome
del buon senso. Talvolta, il figurante, in virtù
del proprio talento naturale di donna “verace”,
è perfino destinato a una discreta popolarità
(vedi le “signore” inzeppate nel pubblico po-
meridiano di Maria De Filippi), a una serie di
primi piani che garantiscono d’essere ricono-
sciuti per strada: “Anvedi, ma tu se quella della
televisione? Gajarda!” Non per questo, conqui-
sterà una paga più sostanziosa.
S’intende, che non si diventa figuranti televisivi
per caso, proprio no, molto spesso lo si diventa
per pura necessità. Per bisogno di guadagno,
fosse anche piuttosto basso (di norma, un fi-
gurante prende intorno ai trenta-cinquanta eu-
ro al giorno) perché il mondo del lavoro, quello
vero, definitivo, senza nulla togliere a certo ge-
nere di occupazioni temporanee, non ha alcu-
na intenzione di prendere in considerazione
chi s’aspetta presto o tardi di non fare più il fi-
gurante trovando di meglio, conquistando
maggiori certezze sociali. Sempre per questo,
fra i figuranti della televisione, c’è sì modo di
incrociare pensionati, ma soprattutto, ragazzi
laureati in attesa di un destino, di un futuro che
non sia soltanto quello che si consuma fuman-
do in corridoio nell’attesa che dall’altoparlante
si levi la solita voce dell’assistente di studio,
pronta a mettere fine all’ennesima ricreazione,
all’ennesima merendina che ogni vero sottoc-
cupato è destinato a vivere. Il regno televisivo
di Silvio Berlusconi, in assenza di vere garanzie
sociali, per molte di queste persone, appare co-
me l’unico walfare concesso, possibile.
www.teledurruti.it

LA TV DI OGGI
12.00 EVENTO Recita del-
l'Angelus
12.20 RUBRICA Linea verde
13.30 NOTIZIARIO TG1 -
TG1 Focus
14.00 VARIETÀ Domenica
In - L'Arena
15.50 VARIETÀ Domenica
In - Amori
16.15 VARIETÀ Domenica
In... onda
18.50 GIOCO L'eredità
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.35 NOTIZIARIO SPORTI-
VO TG Sport
20.40 GIOCO Affari tuoi
21.30 FICTION Un medico
in famiglia 7 "Chi cerca
trova" "La bufala delle
bufale"
23.40 ATTUALITÀ Speciale
TG1
0.45 NOTIZIARIO TG1
Notte - Che tempo fa
1.00 RUBRICA Applausi
2.15 RUBRICA Sette note
2.35 ATTUALITÀ Così è la
mia vita... Sottovoce
13.30 RUBRICA TG2 Moto-
ri
13.40 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo 2
13.45 VARIETÀ SPORTIVO
Quelli che... aspettano
15.40 VARIETÀ Quelli che
il calcio e...
17.05 RUBRICA SPORTIVA
Rai Sport Stadio Sprint
18.00 NOTIZIARIO TG2
L.I.S.
18.05 RUBRICA SPORTIVA
Rai Sport 90° Minuto
19.05 RUBRICA SPORTIVA
RaiSport Numero Uno
19.35 TELEFILM Squadra
Speciale Cobra 11
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.00 TELEFILM N.C.I.S.
21.45 TELEFILM Hawaii
Five-0
22.35 RUBRICA SPORTIVA
La Domenica Sportiva
1.00 NOTIZIARIO TG2
1.20 RUBRICA RELIGIOSA
Protestantesimo
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3
14.30 ATTUALITÀ In 1/2 h
15.00 NOTIZIARIO TG3
L.I.S.
15.05 EVENTO SPORTIVO
Ciclismo, Giro delle Fian-
dre 2011 (DIRETTA)
17.00 ATTUALITÀ Alle fal-
de del Kilimangiaro
18.00 CULTURALE Per un
pugno di libri
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.10 ATTUALITÀ Che
tempo che fa
21.30 ATTUALITÀ Report
23.20 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione
23.35 RUBRICA Cosmo
0.35 NOTIZIARIO TG3
0.45 ATTUALITÀ TeleCa-
mere
1.35 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
1.45 DOCUMENTI Fuori
orario. Cose (mai) viste
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Ippocrate
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
4 (Esteri) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Tempi
dispari (REPLICA)
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24 - Meteo
0.30 RUBRICA Tempi
dispari (REPLICA)
1.00 NOTIZIARIO TG -
Rassegna stampa - Meteo
14.00 VARIETÀ Domenica
Cinque
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.40 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint
21.10 TALK SHOW Il senso
della vita
0.30 ATTUALITÀ Terra!
18.00 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
18.20 CARTONI ANIMATI
Tom & Jerry
19.00 TELEFILM Mr. Bean
19.20 FILM Una ragazza e
il suo sogno
21.25 FILM Tu, io e Dupree
23.30 FILM Bowfinger
1.30 FILM Un poliziotto
speciale
16.25 FILM Berretti verdi
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 TELEFILM Il ritorno
di Colombo
21.30 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
23.20 RUBRICA SPORTIVA
Controcampo
1.25 NOTIZIARIO TG4
Night News
13.55 FILM Giardini di pie-
tra
15.45 TELEFILM Cuore
d'Africa
17.55 FILM Gli ultimi
giganti
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
21.30 FILM Robin Hood -
Il principe dei ladri
0.20 NOTIZIARIO TG La7
I FILM LO SPORT
SC1= Cinema 1 SCC=Cinema Comedy SP1=Sport 1
SCH=Cinema Hits SCF=Cinema Family SP2=Sport 2
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
19.10 Pelham 123 SCM 16.55 Calcio, Premier League
19.15 Beverly Hills Cop II SCC 2010/2011 31a giornata Man-
19.15 Notte prima degli esa- chester City - Sunderland
mi - Oggi SC1 (Diretta) SP3
19.25 Corsa a Witch Moun- 18.10 Basket, Serie A maschile
tain SCH 2010/2011 24a giornata Cana-
21.00 Beverly Hills Cop III SCC dian Solar Bologna - Dinamo
21.00 Tra le nuvole SCP Sassari (Diretta) SP2
21.00 Kickboxer SCM 19.10 Tennis, ATP World Tour
21.00 Avventura nello spazio SCF Masters 1000 2011 Miami:
21.10 Hooligans SCH finale (Diretta) SP3
20.40 Calcio, Serie A 10/11
21.10 Prima tv Daybreakers -
L'ultimo vampiro SC1 Posticipo 12a giornata ritorno
22.45 Gioco a due SCM Roma - Juventus (Diretta) SP1
22.50 Harlem Nights SCC 21.15 Basket, NBA 2010/2011
22.50 I 12 cani di Natale SCF San Antonio Spurs - Boston
22.55 Drugstore Cowboy SCP Celtics (Replica) SP2
22.55 Chloe SC1 23.30 Calcio, Liga 2010/2011
23.05 Hannah Montana: 30a giornata Real Madrid -
The Movie SCH Sporting Gijon (Replica) SP3
0.40 84 Charing Cross Road SCP 23.30 Wrestling, WWE
0.40 L'inverno dei sogni Experience Episodio 40 SP2
infranti SCM 0.30 Wrestling, WWE Free for
0.40 Amelia SC1 All WrestleMania (Diretta) SP2

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Una ragazza e il suo sogno
Daphne, diciassettenne di New York,
parte alla volta dell’Inghilterra per tro-
vare suo padre. L’uomo, un influente
politico che sta per candidarsi alle nuo-
ve elezioni, ignora di avere avuto una
figlia, frutto di una fugace storia avuta
con una ragazza americana durante un
soggiorno in Marocco. L’arrivo di
Daphne a Londra sconvolge Henry, che
sta per sposarsi con un’altra donna, che
ha anche lei una figlia, Clarissa...
Italia 1 19,20
/ Tu, io e Dupree  Giro delle Fiandre 2011  Cosmo
Per la neo coppia di sposini, Carl e Mol- Inizia la stagione delle Classiche del La tecnologia che ha sviluppato i com-
ly, la vita non potrebbe essere più felice. Nord, con una delle corse più affascina- puter e internet ci renderà più liberi o
Casa splendida, carriera avviata, tutto ti del panorama mondiale: il Giro delle più controllati? Dalle scoperte scientifi-
procede a gonfie vele. L’arrivo improv- Fiandre. Molto selettivo il percorso che che che durante la guerra, a Bletchley
viso del migliore amico di Carl che si parte da Bruges e arriva a Ninove, e Park, hanno contribuito a sconfiggere il
trova nei guai, rompe il felice idillio del- affronta i cosiddetti “muri” tra i quali nazismo, allo spionaggio interno in una
la coppia. I due giovani non gli negano il Koppenberg e il Grammont.Tra i dittatura come la Germania Est, dai
il loro sostegno e lo accolgono in casa, favoriti il vincitore dello scorso anno  Report dossier della caccia alle streghe nella
/ Robin Hood - Il principe dei ladri
ma la sua ingombrante presenza finirà Fabian Cancellara e l’idolo di casa Tom Una cava una volta sfruttata, se non Hollywood del dopoguerra alle teleca-
Ritornato in Gran Bretagna dopo una
per stravolgere la loro vita e portarli Boonen. Le speranze italiane sono ripo- viene ripristinato l’ambiente, diventa mere che spiano ogni momento della
rocambolesca fuga dalla prigione nella
qualsi alla disperazione... ste in Ballan, Pozzato e Oss. una discarica. Questo in barba a una nostra giornata.
quale era stato rinchiuso durante una
Italia 1 21,25 Rai 3 15,05 legge nazionale che regola le attività Rai 3 23,35
crociata contro i musulmani, il nobile
Robin di Locksley scopre che il Paese, estrattive già dal 1927. Lo Stato poi, ha
in assenza di re Riccardo, è sotto il gio- trasferito alle Regioni le competenze
go dei Normanni, tra i quali si distingue per meglio regolare il fenomeno. Ma
per ferocia lo sceriffo di Nottingham. ancora oggi c’è chi non ha realizzato il
Disperato per la morte del padre assas- piano per le estrazioni sul proprio terri-
sinato da questi, Robin si trasferisce torio, come il caso del Piemonte nelle
nella foresta di Sherwood. province di Biella e quella di Vercelli.
La7 21,30 Rai 3 21,30
pagina 18
PIAZZA GRANDE
Italia finta e tragica
di Furio Colombo
ocainomane, la parola -
C
quasi un sussurro - è
volata come un aero-
planino di carta in mez-
zo alle grida e al tumulto del-
l'Aula, più una dichiarazione
che una accusa. Era il giorno
in cui, in questa Repubblica
italiana, un ministro della
Repubblica aveva dedicato
al presidente della Camera
l'espressione colorita “vaf-
fanculo” che traduce bene,
dato il luogo, I presenti e la
circostanza, una situazione
alterata. Frasi così possono
apparire, come hanno detto
con con prudente mitezza
alcuni colleghi del ministro,
“sopra le righe”. Ma non ar-
rivano sole. Non in questa
Italia. Non in questo Parla-
mento. Il giorno primo un
altro Ministro, titolare del
delicato incarico delle “Ri-
forme” che comprende la
grave e complicata crisi del
momento, la migrazione,
aveva fatto la sua dichiara-
zione da statista sui proble-
mi della accoglienza. Aveva
detto, in un suo espressivo
dialetto, “fuori dalle balle”.
MA ANDIAMO di segui-
to. Un giorno parla il mini-
stro delle Riforme, per dare
indicazioni al Paese sulla im-
migrazione, un giorno inter-
viene il ministro della Difesa,
per rivolgersi in modo incon-
sueto al presidente della Ca-
mera. Un altro giorno tocca
al ministro della Giustizia. Il
ministro della Giustizia il 31
marzo è irritabile. Estrae dal
banco la tesserina elettroni-
ca che consente di votare e la
scaglia, con una certa preci-
sione, contro i banchi del-
l'opposizione.
La giornata di cui stiamo par-
lando non è delle più serene,
se pensate che, durante la di-
scussione che ha preceduto
l'ira di Alfano, la deputata Pd
Argentin ha chiesto al suo as-
sistente di applaudire un in-
tervento che aveva condivi-
so. Sùbito due deputati della
Repubblica, Osvaldo Napoli,
uomo d'azione di Berlusconi,
e Massimo Polledri, in servi-
zio presso la Lega Nord, le
hanno gridato, in due dialetti
diversi: “Gli devi dire, a quel-
lo, che non deve applaudire.
Non deve applaudire, hai ca-
pito?”. Il fatto è che Ileana
Argentin, deputata disabile,
non può muovere le mani. Il
giovane assistente che le è
stato assegnato provvede, su
sue istruzioni, al voto, al te-
lefono, e a manifestazioni di
sentimenti come l'applauso.
Subito la deputata Argentin,
colta di sorpresa dalla vee-
menza di Napoli e Polledri
(come se i due non fossero
alla Camera, seduti a pochi
passi, e consapevoli di quella
necessaria assistenza) ha
chiesto al presidente Fini di
spiegare. Subito è partito un
urlo, dal gruppone in tumul-
to della Lega Nord. Devono
aver pensato che se puoi
mandare “fuori dalle balle”
dei naufraghi disperati e ap-
pena salvati dal mare, perché
dovresti avere riguardo per
una collega disabile? E hanno
urlato (nomi non identificati
dagli stenografi): “Non fate
parlare quella handicappata
del cazzo!”.
Intanto però - stesse ore, stes-
si giorni - sugli schermi tv si
vede un uomo, che deve es-
sere autorevole perché parla
a una folla, e che annuncia
tre cose che sembrano diver-
tire un mondo e piacere a tut-
ti: costruirà un campo da
golf, toglierà tutte le tasse,
pulirà in 72 ore l'isola. E ci
tiene a far sapere che si è
comprato, proprio li, una vil-
la da due milioni di euro in
modo da diventare cittadino
di quel luogo. Non è vero, na-
turalmente. Infatti l'uomo al-
legro che sta dando tutti que-
gli annunci è Silvio Berlusco-
La villa che il
premier annuncia
di voler comprare
nell’isola che
accoglie migliaia
di disperati;
la signora Villa
che si finge
terremotata in tv:
un Paese diventato
reality
ni, Primo ministro di questa
Repubblica, nel suo “discor-
so di Lampedusa” (30 marzo)
. finto giornalistico, non esiste
ANCHE PER i giornalisti
più disciplinati delle varie tv
riuscirà difficile truccare,
ignorare o nascondere ciò
che accade nell'isola un gior-
no, due giorni, tre giorni do-
po il celebre discorso: immi-
grati che vengono lasciati ad
attendere all'aperto, per ore,
per giorni, molti senza cibo,
tutti con poca acqua, tutti
senza un luogo per dormire,
tutti senza sapere il loro de-
stino. Navi che non arrivano
o, se arrivano, restano al lar-
go in attesa o, se imbarcano,
non sanno dove andare o, se
vanno in qualche posto, è
sempre lo stesso posto, Man-
duria, in Puglia, da cui entra-
no, escono, fuggono. E se li
trovano, nessuno sa che cosa
fare, perché Bossi e Maroni
(Maroni sarebbe il ministro
dell'Interno, ma è Bossi che
comanda) hanno stabilito
che alcuni sono “clandestini”
(che per loro vuol dire cri-
minali ) e alcuni sono “pro-
fughi”, che invece vanno ac-
colti. Ma nessuno sa come di-
stinguerli, e nessuno sa dove
metterli, o li vuole accoglie-
re. Berlusconi ha dato il suo
contributo: ha detto: “sap-
piamo per certo che molti di
essi sono fuggiti dalle carceri
del loro Paese", come forma
di raccomandazione allo spi-
rito di accoglienza degli ita-
liani. Infatti prontamente il
buon cristiano Formigoni, fa-
moso per avere lasciato fal-
sificare le firme che hanno
consentito l'elezione di una
SECONDO TEMPO
certa Nicole Minetti alla as-
semblea della regione Lom-
bardia (per dettagli sentire, a
Milano, il radicale Marco
Cappato che ha scoperto lo
strano imbroglio) il buon cri-
stiano Formigoni, dicevamo,
ha dichiarato, profittando
del suggerimento Bossi-Ma-
roni, “accoglieremo i rifugia-
ti ma non i clandestini”. Qui
però propongo di usare, fra
tante parole volgari che ab-
biamo dovuto elencare, una
parola innocente che è la
chiave di tutta la vicenda. La
parola è Villa. Villa come le
26 o 29 ville che Berlusconi
possiede nel mondo. Villa co-
me quella che, con disinvol-
tura da gioco a Monopoli,
Berlusconi ha appena com-
prato su Internet prima del
celebre discorso (e di cui si è
subito liberato dopo il di-
scorso).
Ma adesso mi riferisco alla si-
gnora Villa, anni 50, figuran-
te in luogo di persona vera
nel programma finto-giorna-
listico Forum condotto da Ri-
ta Dalla Chiesa per Canale 5.
Il copione assegnato alla si-
gnora Villa, a cui è stato dato
anche un falso marito e una
falsa professione, come si fa
nei film, prevedeva un appas-
sionato discorso di ringrazia-
mento al primo ministro che,
dopo il terremoto dell'Aqui-
la, era venuto in soccorso e
provveduto a tutto, dalle ca-
se alle piscine, dal tratteni-
mento alla felicità.
QUANDO la rivolta dei ter-
remotati veri ha costretto at-
trice e conduttrice a rivelare
il loro trucco di lavoro (non è
vero niente ma deve sembra-
re vero ) è apparso subito
chiaro che, se non esiste la
signora Villa del programma
neppure il primo ministro,
così straordinario in bontà ed
efficienza, a cui la signora Vil-
la ha dedicato il suo ringra-
ziamento pieno di dettagli e
di precisazioni sull'aiuto rice-
vuto. E non esistono, dun-
que, i personaggi che popo-
lano il presunto governo, di
Sull’antifascismo non si tratta
di Maurizio Viroli
idea di tre senatori del
L’ Pdl e di un “finiano” di
presentare un disegno
di legge costituzionale
per abrogare la disposizione
XII che vieta “la riorganizza-
zione, sotto qualsiasi forma,
del disciolto partito fascista”
sarebbe niente di più di
un'ulteriore prova dell'igno-
ranza dei parlamentari della
maggioranza di governo, se
non fosse immorale e perico-
losa.
Gli sconsiderati senatori so-
stengono infatti che la dispo-
sizione in questione è transi-
toria e dunque, dopo 65 an-
ni, può essere allegramente
abbandonata. Anche chi co-
nosce soltanto i primi rudi-
menti di diritto costituziona-
le sa che quella disposizione
non è transitoria perché non
contiene indicazioni di limiti
temporali ed è invece finale,
e sta lì in quanto esprime un
questo presunto presidente,
che infatti continuamente
decide, e solennemente an-
nuncia, cose che non acca-
dono mai. Sono tutti figuran-
ti. Pensate alla “frustata eco-
nomica” annunciata dopo un
Consiglio dei ministri straor-
dinario, in un Paese i cui dati
peggiorano di giorno in gior-
no. Pensate alla finzione di
guidare, o anche solo parte-
cipare, alla coalizione milita-
re che sta sta tentando di so-
stenere i ribelli libici.
AEREI ITALIANI che ci
sono e non ci sono, sparano e
non sparano, combattono e
non combattono. Infatti è be-
ne non dimenticare che l'I-
talia ha un trattato di fraterna
cooperazione militare con la
Libia che non è mai stato can-
cellato dal figurante che in-
terpreta il ruolo di ministro
degli Esteri. Nessuno di loro
esiste o lascia una traccia che
non sia il danno della finzio-
ne di governare. Recitano un
copione come la signora Vil-
la del programma Forum,
che del resto è prodotto della
stessa Casa, Mediaset. A di-
ferenza, però, dei tipici pro-
grammi Mediaset, volgari, ca-
salinghi, che fanno ridere,
questo è un film tragico.
Silvio Berlusconi a Lampedusa (FOTO ANSA)
giudizio storico e morale
inappellabile e irreversibile
di condanna del regime fasci-
sta.
La ragion d'essere della no-
stra Costituzione è l'antifa-
scismo. Tolta quella disposi-
zione, tutta la carta fonda-
mentale perde la sua fisiono-
mia etica e politica. Ma que-
sto è appunto ciò che il si-
gnore e i suoi servi vogliono:
liberarsi dalla Costituzione,
devastandola pezzo per pez-
zo. O noi ci liberiamo di loro,
o loro si libereranno dalla Co-
stituzione, ultimo baluardo
della nostra libertà e dignità
civile. Non c'è via di mezzo.
Domenica 3 aprile 2011
fatti di vita
É di Silvia Truzzi
QUANTO COSTA
L’AMORE
AI VECCHI
inverno di culi, tariffe, tette, balletti in mutande,
L’ ceroni sciolti nell’idromassaggio è finito. Non se ne
poteva più, forse la primavera giudiziaria porterà aria
pulita. Almeno un vento che chiuda la porta del boudoir e
riapra quella della politica. La bellezza è sempre un buon
antidoto contro lo squallore: così, per restare in argomento
- vietato distrarsi - abbiamo ripescato “Splendori e miserie
delle cortigiane” di Balzac (una traduzione meravigliosa,
per i Grandi libri Garzanti, di Anna Premoli e Francesco
Niederberger). Era tornato alla memoria, come una foto
lontana che esce da un cassetto, un capitolo: “Quanto
costa l’amore ai vecchi”. Le Mille e una notte
dell’Occidente continuano ad assomigliare a se stesse: quasi
due secoli dopo, dietro persiane semi schiuse, s’intravede la
stessa desolazione. Intermediari intriganti, funzionari
corrotti, vegliardi instupiditi, giovani spregiudicati, la
giustizia manovrata, truffe, raggiri, la religione del denaro:
“La corruzione abbonda, il talento è raro. Per questo la
corruzione è l’arma della mediocrità”. Un “démi-monde” di
ragazze avvenenti che per entrare nel “monde” svende
sogni e gioventù: “Dietro le grandi fortune o c'è un furto o
c’è un letto”. Il copione è lo stesso – comprese le “orribili
commercianti di carni” – però che grazia nel racconto
dell’umanità guasta che popola la Comédie. La penna è
affilata come un bisturi: squarcia debolezza, cattiveria,
vanità, solo di rado tampona le ferite con la polvere
anestetica della pietà. Entra in bassi e e palazzi che svelano
meschini proprietari con minuziosa descrizione e maggiore
discrezione di quella cui siamo sottoposti oggi.
Questo vecchio cui l’amore costa carissimo si chiama
barone de Nucingen: uno dei più ricchi capitalisti di Parigi,
avido banchiere dal francese legnoso, imbastardito com’è
da una lingua madre tedescofona. Prima di incontrare una
bellissima sconosciuta pensava che “anche la più angelica
delle donne non valeva ciò che costava, anche se si
concedeva gratis”. Ipotesi, quest’ultima, che non tocca in
sorte al vegliardo ringalluzzito dalla passione per Esther
(ma lui la pronuncia “Esder”): del
resto, “l’amore che economizza non
è mai vero amore”. Solo per
rintracciare la bella s’involano
migliaia di franchi, tangenti, favori,
bugie. “La prodigalità dei milionari
riesce a reggere il confronto solo con
la loro avidità e quando è in ballo un
capriccio, una passione, il denaro
non conta più nulla per questi Cresi
... Un godimento rappresenta una
rarità in quelle vite satolle, ricche
soltanto delle emozioni provenienti
dalle speculazioni”. Balzac lo
sbeffeggia a ogni riga: lo fa vestire
come un pavone rincretinito,
parlare come un troglodita. Perfino
l’amata-comperata lo insulta:
“Avete pagato i miei debiti. Ma
avete sgraffignato tanti di quei
milioni...Prostituta e ladro, anime
gemelle”.
s.truzzi@ilfattoquotidiano.it
Questo è il carattere dello tro il fascismo e un'assoluzio-
scontro politico oggi in Ita- ne dei crimini e delle respon-
lia. La ragione per cui l'idea sabilità di quel regime. E'
di abrogare la disposizione
XII è immorale la capisce an-
che un bambino: sarebbe
un'offesa alla memoria di co-
loro che hanno lottato con-
un'idea pericolosa perché il
fascismo, come modo di sen-
tire e di pensare, è nella no-
stra storia e fa parte del no-
stro spirito nazionale. E' dun-
que semplicemente folle in-
debolire le difese politiche e
Alcuni deputati legali. Saggezza e rettitudine
suggeriscono un compor-
chiedono tmento esattamente oppo-
sto.
l’eliminazione Chiunque abbia la possibilità
della XII norma di fare sentire la propria voce
in Parlamneto, nelle piazze,
transitoria e finale nelle televisioni, sui giornali,
ha il dovere di parlare per fa-
Ma è una parte re nascere un movimento di
sdegno nobile e fermo con-
fondamentale tro questo nuovo attacco alla
della nostra libertà. Il prossimo 25
aprile sia l'occasione per dire
Costituzione: al signore e ai suoi servi che
per impedire un simile scem-
senza, tutto pio siamo disposti a lottare
con tutte le nostre forze.
si perde viroli@princeton.edu
Domenica 3 aprile 2011
MAIL
E adesso anche
il mare mosso è comunista
Uno ci mette tutta la sua buona
volontà, tutto il suo smagliante
sorriso, promette impossibili
campi da golf e casinò, acquista
un villa sull'isola, s'impegna a
sgombrare Lampedusa dagli im-
migrati entro due giorni. Diffi-
cile che riuscirà a mantenere le
promesse del campo del campo
golf e del casinò, ma una cosa è
certa: non può mantenere l'im-
pegno dello sgombero entro 48
ore. E per colpa di chi? Del mare
comunista che si è agitato alla
vista del Cavaliere.
Veronica Tussi
Noi che al lavoro
non possiamo astenerci
Lascio a chi è più colto di me
parlare di politica e commen-
tare la situazione presente, il
mio è solo lo sfogo di una di-
pendente in ferie. Vorrei ricor-
dare a quei politici che urlano
incazzati perchè non hanno po-
tuto votare e a quelli che si
astengono, escono indignati
dalle Aule che noi li paghiamo
per lavorare e quindi per essere
presenti e puntuali quando c'è
da votare. Io ho fatto 5 anni di
università, uno di tirocinio ob-
bligatorio in ASL e altri 5 anni di
specializzazione; nonostante
ciò lavoro da anni come edu-
catore a 30 km da casa e quando
faccio mattina devo timbrare il
cartellino alle 6.50. Per un ri-
tardo non giustificato posso es-
sere ripresa verbalmente dai
superiori, per due posso rice-
vere una lettera di richiamo uf-
ficiale dalla ditta per cui lavoro e
al terzo richiamo rischio il li-
cenziamento. Tra parentesi:
guadagno 900 euro, a lavorare
devo andare in auto (non ci so-
no mezzi pubblici utili), l'auto è
la benzina sono le mie. Tante
mattine ho sonno, il cane (con
me vive uno Scodinzolini che
riabilita la categoria) che non
vuole uscire all 5.30 a fare pipì,
parenti vari senza figli che han-
no bisogno, non ho la dome-
stica, magari avrei qualcosa di
più interessante o piacevole da
fare: ma non mi hanno ancora
licenziata! Ho firmato un con-
tratto con un cartellino da tim-
brare e lo timbro. Sono molte
anche le volte in cui non sono
d'accordo con i superiori, con i
colleghi o con gli ospiti della
struttura per cui lavoro, ci sono
volte che mi incazzo profonda-
mente: nonostante ciò resto lì e
discuto, magari non ottengo
nulla, ma non mi posso astenere
e neanche lo voglio. Non posso
alzarmi e andarmene. D'altro
canto vorrei comunicare a que-
sti signori che capisco davvero i
momenti di sconforto, la loro
insoddisfazione profonda, la
frustrazione e l'importanza del-
le esigenze extra lavorative per-
chè sono tutte cose che vivo: io
sto seriamente pensando di
cambiare lavoro.
Mar ta
Ostellino, Ruby
e George Clooney
Mi rivolgo al dottor Ostellino,
che sul Corriere della sera di
Abbonamenti
Queste sono le forme di abbonamento
previste per il Fatto Quotidiano.
Il giornale sarà in edicola 6 numeri
alla settimana (da martedì alla domenica).
• Abbonamento postale annuale (Italia)
Prezzo 200,00 € • 4 giorni
Prezzo 290,00 € • 6 giorni
E' possibile pagare l'abbonamento annuale
postale ordinario anche con soluzione
rateale: 1ª rata alla sottoscrizione,
2ª rata entro il quinto mese.
pagina 19
SECONDO TEMPO
BOX
LA VIGNETTA
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO
IL BRUTTO
DELLA LEGA
aro Colombo, un giorno (29 marzo) libero di Dussin, il Pd avrà anche favorito il
C leggo sui giornali che Lega e Pd se
la intendono sul federalismo e persino
federalismo nel famoso e inspiegabile voto in
favore della Lega. Ma l'intervento di Franceschini
Bossi parla di “vecchia amicizia”. Un contro la truffa del “processo breve” di Berlusconi -
altro giorno (30 marzo) vedo che la Lega e dunque il delitto di lesa maestà del padrone di
si schiera con fierezza e patriottismo a Arcore - non può essere comunque perdonato,
difendere in Parlamento il cosiddetto perchè il grande sponsor della Lega e unico
“processo breve”, ennesima truffa di beneficiario della legge “processo breve” non
Berlusconi per sfuggire alla giustizia. l'avrebbe presa bene, e costosissime elezioni
Non mi scandalizzo della Lega, che è comunali - molto importanti per la Lega - sono in
pronta a tutto in cambio della libertà di arrivo. Mi rendo conto che per i lettori è difficile
persecuzione dei migranti (vedi immaginare il furore con cui il leghista Dussin ha,
Lampedusa). Mi meraviglio del Pd. come dire, replicato con sprezzo ed estrema
Possibile che abbia scelto di votare in aggressività all’intervento di Franceschini. In un
modo da favorire il federalismo leghista film la registrazione di quell'intervento potrebbe istituzionali un bel ceffone mo- verso la Repubblica degli Sta-
senza accorgersi della trappola? essere benissimo doppiata come un appello per rale: sfoggiate le vostre amicizie gisti? E mi domando: i diritti
Angela una entrata in guerra, o per denunciare con i vostri coetanei più sfor- possono essere diffusi, coltivati
concitatamente una violazione del suolo sacro o tunati, sfoggiate la gentilezza, con la passione e la giustizia, ma
TRAPPOLA è la parola giusta. Ne ho l'appello a una estrema difesa. Questo quanto a sfoggiate la comprensione; non di certo venduti tramite un
già parlato e ripeto: non riesco a trovare un motivo espressione facciale e ingrossamento di corde del mandate a quel deputato mise- bollino.
per la infinita ingenuità e mancanza di senso collo e - presumibilmente - di corde vocali. Ma poi ro e piccino (mi auguro che ven- Sara – precaria
politico con cui il Pd ha favorito, in un momento c'è il sacro furore dell'urlato discorso. Ma quale ga identificato senza ombra di
cruciale, il modello di federalismo della Lega. Non federalismo? Qui si tratta di marciare compatti con dubbio!!!) le foto scattate con i Le vergogne nazionali
solo ha fatto alla Lega un regalo elettorale il vero capo. Il quale oggi (30 marzo) si è recato vostri amici diversamente abili,
grandissimo, ma ha dimostrato un ansiosa ricerca appositamente a Lampedusa non per risolvere con dedica: “Handicappato e il capo dello Stato
di amici senza neppure badare alla qualità morale qualcosa che, se mai, compete al suo ministro purtroppo sono io, ma di merda Non so cosa sia più vergognoso
di quegli amici. Infatti, in poche ore dal voto del Pd dell'interno che in malafede fa continuare il sei tu”. per il nostro Paese nel mondo,
a favore della Lega (una astensione che ha reso disordine disumano. Si è recato a Lampedusa per Laura Balzan se le immagini dei comporta-
possibile il passaggio del progetto federalista portare altrove il treno delle notizie e coprire il menti dei ministri e dei parla-
leghista) ci sono stati due eventi esemplari: la non colpo di mano contro il Parlamento degli avvocati Precari, nessuno mentari della maggioranza o
dimenticabile frase con cui Umberto Bossi ha di governo con la scorta degli eroici e puliti quelle dello stato di abbandono
indicato la sua statura di statista sul gravissimo guerrieri di Alberto da Giussano alias a si salva in cui sono lasciati Lampedusa, i
dramma umano di Lampedusa (“fuori dalle Bossi-Maroni-Calderoli che - da bravi secessionisti - Sono una ragazza precaria che suoi cittadini e gli immigrati. Il
balle”); e la vigorosa, appassionata difesa del hanno tutto l'interesse a fare ogni danno possibile parteciperà alla manifestazione Presidente Napolitano si è ac-
deputato Dussin (Lega Nord) per la legge-truffa di alla Repubblica italiana. del 9 aprile “Il nostro tempo è corto delle prime ed ha con-
Berlusconi-Paniz (complice Alfano) detta Eco dunque la brutta lezione per un adesso” contro il lavoro preca- vocato i capi dei gruppi parla-
“processo breve” e garanzia di prescrizione comportamento (il Pd a sostegno della Lega, con rio che svilisce il futuro di mi- mentari per richiamarli ad avere
accelerata per un unico cittadino italiano scambio di affettuosità e cortesie e finto lioni di giovani. Tuttavia in questi atteggiamenti rispettosi delle
(Berlusconi stesso). In quella occasione, a nome accostamento) che non avrebbe dovuto accadere giorni mi sono imbattuta in una Istituzioni ed a un confronto ci-
della Lega, e presente Bossi, con tanto di pugni in nessun caso. evidente contraddizione tra lo vile, come se il Paese fosse in
battuti sul tavolo (il suo modo di applaudire) spirito della manifestazione e la una situazione di normalità po-
Dussin ha attaccato con tutta la volgarità Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano pratica dei suoi organizzatori. litica e non in una condizione di
disponibile per un leghista (molta, come si sa) l'ex 00193 Roma, via Valadier n. 42 La Repubblica degli stagisti e il emergenza economica sociale
amico Pd. Infatti, allo sguardo indipendente e lettere@ilfattoquotidiano.it suo direttore responsabile ed anche istituzionale vista la
Eleonora Voltolina erano alla ri- guerra del Caimano contro
cerca di un impiegato/a com- chiunque si opponga alla sua bu-
merciale junior. La proposta limia di potere che calpesta ogni
contrattuale era un contratto a regola cercando di sovvertirle.
IL FATTO di ieri 3 Aprile 1939 sare che intendano fargli con-
fermare che nella cena da lui
progetto part-time di un anno
consistente di una parte fissa e
Avrebbe forse fatto bene anche
a convocare il ministro Maroni
Dopo l’Anschluss austriaco e l’occupazione della consumata ad Arcore non vi fu di una parta variabile. Come voi e chiedergli conto delle secon-
Cecoslovacchia, condotti da Hitler nel ’38, tra bunga bunga. Questo non è sur- sapete nel contratto a progetto de, insieme alle sue dimissioni,
l’immobilità delle potenze occidentali, scattò infine l’ora reale, è nel diritto della difesa mancano tutta una serie di tu- perché sono immagini che in gi-
della Polonia. “È giunto il momento – aveva dichiarato il portare argomenti di questo ti- tele. La malattia, la maternità ro per il mondo disonorano e
potente ministro degli Esteri von Ribbentropp - di po: Ostellino non li reputa gran- ecc. A questo punto mi sono screditano l’Italia.
regolare per sempre i rapporti polacco-tedeschi e di far ché buoni, e ha ragione, in ef- detta: come possiamo noi gio- Mario Sacchi
tornare Danzica alla Germania”. Era il momento di dar fetti la penso anche io così. Ve- vani vincere la follia del preca-
vita al Fall Weiss, il celebre “caso bianco”, segretissimo diamo che cosa ne pensano i riato quando una delle princi-
piano strategico distribuito in 5 copie il 3 aprile ’39 da giudici. pali organizzatrici della manife-
Hitler in persona ai capi della Wermacht. Un documento Un cordiale saluto stazione “il nostro tempo è
in cui, in linea con la teoria del Blitzkrieg (guerra lampo), Francesca Viale adesso” propone dei contratti IL FATTO QUOTIDIANO
venivano definite le fasi sincronizzate dell’attacco alla precari per la sua attività di ven- via Valadier n. 42 - 00193 Roma
Polonia. Quattro, gli “ordini speciali”. Preparativi Caso Argentin, la nostra dita dei marchi promossi attra- lettere@ilfattoquotidiano.it
dell’aggressione “compiuti in modo che l’operazione
fosse possibile in qualsiasi momento”, attacco principale arma è la gentilezza
condotto dal Reich sul confine ovest polacco, seconda Sono rimasta molto turbata per Direttore responsabile
irruzione da nord, dall’exclave della Prussia orientale, quanto è successo all'onorevo-
terzo assalto, con le truppe della Slovacchia nazista, dal le Argentin all'interno del Par- Antonio Padellaro
territorio della stessa Slovacchia. Tutti gli assalti lamento del mio Paese. Come Vicedirettore Marco Travaglio
dovevano convergere su Varsavia. E così sarà. All’alba cittadina italiana desidero
del 1 settembre ’39 il “caso bianco” diverrà operativo. esprimerle la mia vicinanza e la Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
Segnando l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. mia solidarietà, non solo a lei Progetto grafico Paolo Residori
Giovanna Gabrielli ma a tutti i miei concittadini di- Redazione
versamente abili. Con tutto il 00193 Roma , Via Valadier n°42
mio cuore, però, chiedo ai miei tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
sabato 2 aprile scrive che la parlato con l'uomo che fa pub- concittadini giovani e giovanis- e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
convocazione di George Cloo- blicità alla stessa marca di caffè simi di non prendere esempio
ney tra i testimoni del “proces- che si beve in casa”. da chi sfoggia così platealmente Editoriale il Fatto S.p.A.
Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
so Ruby” sembra “surreale”, e Ma non capisco bene: che cosa la sua ignoranza, la sua grettez-
Presidente e Amministratore delegato
ipotizza che lo scopo di tale sur- c'entrano i pubblici ministeri? za, la sua pochezza morale, an-
reale convocazione sia “per- Clooney è stato citato come te- che se purtroppo appartengo- Giorgio Poidomani
mettere ai pubblici ministeri di ste a difesa, dall'avv. Ghedini: te- no alla classe dirigente italiana. Consiglio di Amministrazione
raccontare in famiglia di aver nendo conto di ciò si può pen- Viceversa, date a questi bulli Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,
20060 Milano, Pessano con Bornago , via Aldo Moro n°4;
Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n°35
• Abbonamento postale semestrale (Italia) Modalità di pagamento di pagamento, nome cognome, indirizzo, Concessionaria per la pubblicità per l’Italia e per l'estero:
Prezzo 120,00 € • 4 giorni telefono e tipo di abbonamento scelto.
Poster Pubblicità & Pubbliche Relazioni S.r.l.,
Prezzo 170,00 € • 6 giorni • Pagamento direttamente online Sede legale e Direzione commerciale: Via Angelo Bargoni n°8, 00153 Roma
• Bonifico bancario intestato a:
Editoriale Il Fatto S.p.A., con carta di credito e PayPal. tel. + 39 06 68896911, fax. + 39 06 58179764, email: poster@poster-pr.it
• Modalità Coupon *
Per qualsiasi altra informazione in merito
Prezzo 320,00 € • annuale BCC Banca di Credito Cooperativo Distribuzione Italia:m-dis Distribuzione Media S.p.A.,
può rivolgersi all'ufficio abbonati ai numeri
Prezzo 180,00 € • semestrale Ag. 105 Via Sardegna Roma
+39 02 66506795 - +39 02 66505026 -
Sede: Via Cazzaniga n°1, 20132 Milano
Iban IT 94J0832703239000000001739 tel. + 39 02 25821, fax. + 39 02 25825203, email: info@m-dis.it
• Abbonamento online PDF annuale +39 02 66506541 o all'indirizzo mail
Prezzo130,00 € • Versamento su conto corrente postale: abbonamenti@ilfattoquotidiano.it Resp.le del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003): Antonio Padellaro
97092209 intestato a Editoriale Il Fatto Chiusura in redazione ore 22.00
Per sottoscrivere il tuo abbonamento, S.p.A. - Via Valadier n° 42, 00193 Roma * attenzione accertarsi prima che Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599
compila il modulo sul sito Dopo aver fatto il versamento inviare un la zona sia raggiunta dalla distribuzione de
www.ilfattoquotidiano.it fax al numero 02.66.505.712, con ricevuta Il Fatto Quotidiano