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L'artista medievale era responsabile solo dell'esecuzione dell'opera poiché gli erano dati i
contenuti e i temi dell'immagine da una autorità superiore o da una tradizione consacrata, invece
nel Rinascimento l'artista deve trovarli e definirli, determinando così autonomamente
l'orientamento ideologico e culturale del proprio lavoro. La cultura umanistica, poi, pone il fine
dell'arte come valore. Questa società avente al vertice il borghese che ha conquistato la "signoria",
è interessata a conoscere oggettivamente: la natura, luogo della vita e sorgente della materia del
lavoro umano, la storia, che dà conto dei moventi e delle conseguenze delle azioni umane, l'uomo
come soggetto del conoscere e dell'agire. Gli iniziatori di questo movimento in età umanistico-
rinascimentale sono Filippo Brunelleschi (architetto), Leon Battista Alberti (architetto e letterato),
Donatello (scultore) e Masaccio (pittore).
Ciascun artista del Rinascimento dosò secondo una propria misura personale gli elementi base del
nuovo stile, ispirandosi, in misura diversa, alla natura ed all'antico. Il fattore più importante del
Quattrocento fiorentino e italiano in generale, assurto quasi a simbolo della stagione, è il
problema prospettico.
La prospettiva è uno dei sistemi per rappresentare su una superficie uno spazio tridimensionale e
la posizione reciproca degli oggetti in esso contenuti.
Ai primi del secolo Filippo Brunelleschi mise a punto un metodo matematico-geometrico e
misurabile per comporre lo spazio illusorio secondo la prospettiva lineare centrica, partendo dalle
nozioni dell'ottica medievale e immaginando un nuovo concetto di spazio: infinito, continuo,
preesistente alle figure che lo occupano. La teoria nacque da due esperimenti pratici con tavolette
disegnate, oggi perdute ma ricostruibili grazie alle descrizioni di Leon Battista Alberti. Una
raffigurava il Battistero di Firenze visto dal portale centrale di Santa Maria del Fiore ed aveva un
cielo ricoperto da carta argentata, in modo che riflettesse la vera luce atmosferica. Questa
tavoletta andava guardata attraverso uno specchio, mettendo un occhio su un foro sul retro della
tavoletta stessa. Lo specchio, che aveva la stessa forma della tavoletta, doveva essere posto in
maniera da contenerla tutta: se era più piccolo andava messo più lontano.