Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
Il sistema nervoso centrale è protetto dalla scatola cranica e da due barriere che regolano il
passaggio tra torrente circolatorio e tessuto nervoso: la Barriera Emato-Encefalica e la Barriera
Emato-Liquorale.
Esse rendono più difficile l’arrivo di microrganismi in questo distretto, ma allo stesso modo
ostacolano anche le componenti del Sistema Immunitario, ragion per cui indipendentemente dal
fatto che l’organismo stia mettendo in atto una risposta sistemica contro il patogeno o meno, è
necessario che si attivino anche dei meccanismi di difesa in situ.
Queste barriere rendono difficile anche l’arrivo in questa sede dei diversi farmaci: qualora
dovessero presentarsi delle patologie che richiedono intervento a livello del SN è importante
scegliere farmaci capaci di arrivarci, considerando ovviamente anche l’antibiogramma. 1
1
Le parti in corsivo sono state prese dalla sbobina del 10.03.20, in parte per completezza, in parte perché il Prof. si è
dimenticato di far scorrere le slide mentre registrava questa lezione quindi ho seguito la traccia della vecchia sbobina.
1
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
Possono anche risalire lungo le vie nervose, dai nervi periferici al SNC. Ad esempio i virus erpetici
e della rabbia, o alcuni tipi di ameba che risalgono dal nervo olfattivo delle cavità nasali raggiunte
con le droplets inalate. Anche il virus Sars-Cov 2, che è neurotropo, sfrutta questo tipo di
trasmissione, provocando infatti il sintomo di anosmia.
Vi può essere l’impianto diretto, tramite traumi, punture, interventi neurochirurgici, drenaggi ecc.
Infine la via per contiguità del cranio, come per sinusiti e otiti, in cui i m.o. possono passare
all’interno del SNC, soprattutto se sono presenti traumi e microfissurazioni.
MENINGITI
Le meningiti possono essere, ordine di frequenza:
● Virali (le più frequenti);
● Batteriche;
● Protozoarie;
● Parassitarie;
● Micotiche.
2
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
MENINGITI PURULENTE
Eziologia
Epidemiologia
Dal 1944 EPICENTRO (portale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità), raccoglie i dati
dedicati alle meningiti batteriche oltre che quelli delle malattie batteriche invasive. Questa
sorveglianza prevede anche l’individuazione e la tipizzazione genotipica di tutti gli stipiti isolati
3
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
durante i vari focolai epidemici per studiare il loro andamento, per fare valutazioni e formulare
vaccini.
L’incidenza di meningiti settiche è drasticamente calata da quando sono stati inventati i vaccini
contro i tre principali patogeni che le causano. Ad oggi, in Italia, i casi di meningiti da
Meningococco e Haemophilus sono essenzialmente stabili, mentre si registra un lieve aumento di
casi di meningite da Pneumococco.
Tutti e tre i patogeni danno picchi di casi soprattutto in autunno e inverno, per poi scemare verso la
primavera.
Stando agli ultimi valori disponibili in Italia del 2019, si sono registrati un totale di 2200 casi di
meningite batterica, 1600 dei quali causati da S. pneumoniae, seguito da Neisseria meningitidis e
H. influenzae. Gli altri batteri insieme hanno causato circa 200 casi.
Segni e sintomi
Patogenesi
Di tutti i m.o. che causano meningite batterica esistono portatori naso-faringei sani che fanno
transitare il patogeno nella popolazione, creando nuovi portatori, nuovi malati o ammalandosi loro
stessi. Si trasmettono per via aerea ravvicinata, con goccioline di saliva che vanno direttamente a
contatto con le mucose di naso bocca e occhi, più raramente attraverso oggetti contaminati
(fomiti). Determinano
un’infezione localizzata alle alte vie respiratorie che in condizioni particolari possono scendere
lungo l’albero respiratorio causando polmonite e/o superare le difese immunitarie portando alla
meningite per via ematogena oppure a sepsi con interessamento anche meningeo.
Nello spazio subaracnoideo il sistema immunitario residente e quello proveniente dal circolo
ematico sono poco rappresentati, per questo motivo il m.o. riesce velocemente ad insediarsi in
4
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
questa sede. Qui dalla lisi cellulare vengono rilasciate endotossine come il lipopolisaccaride o gli
acidi teicoici che richiamano le cellule dell’immunità innata scatenando una forte reazione
infiammatoria che sarà causa del danno neurologico, soprattutto dovuto all’edema cerebrale.
Meningite da Pneumococco
Ha una letalità alta fino al 50%, con rapida evoluzione verso la morte; letalità che risulta
importante (12%) nonostante si stia trattando il paziente con antibiotico.
Il superamento della malattia può lasciare sequele importanti come ipoacusia, idrocefalo, deficit
neurologici, difficoltà motorie viste precedentemente.
Esistono due vaccini, uno che ha valenza per 13 sierotipi e l’altro verso tutti i 23 sierotipi principali.
Entrambi sono glicoconiugati per aumentare l’immunogenicità degli antigeni capsulari, rendendoli
più efficaci.
5
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
Meningite da Meningococco
Meningite da Haemophilus
influenzae
6
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
meningiti in età infantili, anche se in decrescita grazie all’introduzione della vaccinazione, è poco
frequente negli adulti.
La mortalità è alta e anche in questo caso abbiamo sequele come già visto.
Terapia
La meningite è una patologia seria e importante, motivo per cui la terapia va iniziata 1h massimo
dopo la diagnosi clinica di meningite batterica. Se in quest’ora non sopraggiungono ulteriori
informazioni circa la situazione del soggetto, si avvia una terapia empirica che terrà conto di quali
potrebbero essere i m.o. più probabili, e sarà una terapia ad ampio spettro.
Nell’età prenatale i più diffusi sono sensibili alle penicilline, per questo si adopera terapia con
Ampicillina e cefalosporine di terza generazione, aggiungendo Vancomicina nel caso di resistenze.
Una volta ottenuti i dati dalla microbiologia si imposta la terapia specifica. Si usano
prevalentemente cefalosporine di terza e quarta generazione. Eventualmente se lo Pneumococco
è parzialmente resistente si aggiunge la Vancomicina, se invece la MIC è elevata, si aggiunge
anche Rifampicina.
Per Meningococco le cefalosporine rimangono la prima scelta, o il Meropenem o i Chinolonici, per
la Listeria si agisce in genere con penicilline e in alternativa Meropenem.
La durata della terapia varia da una settimana per il meningococco, due per pneumococco e
Haemophilus, tre per gli altri batteri.
L’uso di cortisonici a scopo anti infiammatorio spesso giova nella riduzione dell’edema cerebrale e
quindi allevia la gravità del quadro.
Hanno generalmente la stessa sintomatologia di quelle batteriche, e spesso sono associati anche i
segni e sintomi della classica infezione virale (ad esempio infezione delle vie respiratorie, esantemi
cutanei, faringite, gastroenterite, sindrome
simil-influenzale, riattivazione di herpes labiale).
Nella maggior parte dei casi i virus raggiungono
le meningi per via ematica.
Rappresentano la forma più frequente, meno
grave delle meningiti purulenti affrontate prima,
sono auto-limitanti (e proprio per questo circa ¾
dei casi di meningite a liquor limpido rimane ad
eziologia sconosciuta e non necessita di terapia
specifica se non quella di supporto) e
7
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
8
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
Il materiale diagnostico di eccellenza per le meningiti è il liquor, che si preleva con la rachicentesi
tra L3 ed L4 o L4 ed L5. Il liquor è il substrato ideale per la crescita dei microrganismi, dunque è
fondamentale fare il prelievo in maniera estremamente accurata e in condizioni di sterilità. Il
campione va portato velocemente al laboratorio e processato in tempi brevi, perché le varie
componenti vanno incontro a degradazione e man mano che passa il tempo diventa sempre più
difficile fare diagnosi (oltre ad aumentare il rischio di complicazioni). Si procederà quindi alla
valutazione del suo aspetto: torbido o limpido.
9
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
1. Per la diagnosi si parte con l’esame microscopico, a fresco e con colorazioni. Ci sono varie
colorazioni (Gram, Blu di metilene, inchiostro di China) e si può eseguire in pochi minuti. In più
della metà dei casi è già di per sé diagnostico, grazie alle caratteristiche peculiari dei
microrganismi (per esempio se abbiamo dei diplococchi gram+ pensiamo subito allo
pneumococco; se vediamo dei diplococchi a chicco di caffè gram- pensiamo al meningococco; se
ci sono dei bacilletti gram- pensiamo all’Haemophilus Influenzae; oppure si può vedere la capsula
del criptococco).
Nel caso in cui l’esame sia chiaro e permetta di stabilire l’eziologia, si comincia subito la terapia
specifica.
Esempi:
10
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
- Infine nelle meningiti virali non abbiamo una variazione significativa di proteine e glucosio,
eventualmente si ha un leggero aumento delle proteine dovuta alla lisi cellulare mediata dal
virus. La pleiocitosi è scarsa, le cellule sono quasi esclusivamente linfociti, quindi il liquor è
limpido.
11
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
● Altrettanto importante è la ricerca anticorpale anche nel liquor e fare un confronto del
titolo anticorpale fra liquor e siero, infatti gli anticorpi dal siero possono passare nel liquor
per alterazione della permeabilità delle barriere, in seguito all’infiammazione. Questo
confronto può dirci se questi anticorpi riflettono un’infezione a livello del SNC o la semplice
presenza del virus nel sangue, in quanto se il titolo anticorpale è significativamente più alto
nel liquor rispetto al siero significa che l’infezione è appunto a livello del SNC e che
l’aumento è dovuto ad una produzione intratecale di anticorpi.
Se invece abbiamo il sospetto di una meningite a liquor limpido fungina o batterica faremo:
● l’esame microscopico, valutando l’eventuale
alcol-acido resistenza tramite colorazione di
Ziehl-Neelsen per il tubercolare, oppure
tramite immunofluorescenza si vanno a
cercare le blastospore fungine.
● L’esame colturale si fa per il Criptococco e
Mycobacterium, ma visti i tempi lunghi richiesti
(soprattutto per quest’ultimo), la PCR è
sicuramente la metodica d’elezione.
● Si può fare anche la ricerca di antigeni
fungini, metodo molto veloce.
12
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
La terapia si fa con gli unici 4 antibiotici efficaci a disposizione per almeno 2 mesi con dosaggi
elevati, per poi proseguire la terapia per altri mesi solo con 2 di questi 4.
La mortalità è molto elevata causa il ritardo nella diagnosi e se il soggetto sopravvive presenta
delle sequele piuttosto importanti.
ENCEFALITI
Sono processi infiammatori che interessano il parenchima encefalico e possono anche passare
alle meningi (e viceversa) e scendere lungo il midollo (meningoencefaliti, encefalomieliti). In base
all’area che viene colpita possono essere lievi, autolimitanti e senza sequele, oppure molto gravi,
con alti tassi di letalità o gravi sequele.
Anche in questo caso è necessaria una diagnosi molto veloce per stabilire una terapia idonea,
soprattutto nelle forme più gravi.
13
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
- Il virus Varicella Zoster può dare polmoniti ed encefaliti soprattutto negli adulti,
particolarmente gravi degli immunodepressi
- Citomegalovirus e Virus di Epstein Barr sono una delle prime cause di morte nei pazienti
immunodepressi
● Altri virus sono gli Arbovirus, famiglia dei Flaviviridae, tra cui il virus dell’encefalite
giapponese, di St. Luis e il West Nile Virus (unico diffuso anche dalle nostre parti). Sono
trasmessi dagli insetti e danno mortalità elevate a causa della mancanza di terapie
farmacologiche.
● Enterovirus: nel 5% dei casi danno meningite ma che può evolvere in meningoencefalite
2
Sbobina anno 2018/2019
14
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
● Virus non presenti da noi, trasmessi dai roditori: virus della coriomeningite linfocitaria e il
virus della febbre emorragica di Lassa.
Altri virus importanti sono:
● HIV, può dare una particolare forma di encefalite detta AIDS dementia complex
● Virus del morbillo, causa sia un’encefalite primaria sia la Panencefalite sclerosante subacuta
a distanza di 10 anni
● Poliomavirus JC, dà la Leucoencefalopatia multifocale progressiva
15
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
ENCEFALITE ERPETICA
Herpes Simplex 1 è la prima causa di encefalite negli adulti, sia immunocompetenti che
immunodepressi, soprattutto sopra i 55 anni. Interessa principalmente aree dei lobi temporali per
risalita del virus dal ganglio di Gasser dando dei focolai la cui estensione determina la gravità
dell’encefalite.
Negli immunodepressi, a causa delle alte cariche viremiche, il virus può risalire anche per via
ematogena.
Oltre alla diretta distruzione del parenchima cerebrale, cioè i neuroni, da parte del virus, si ha
anche necrosi della corteccia e formazione di edema compri le strutture encefaliche dando segni
focali e idrocefalo.
ENCEFALITE PROTOZOARIA
Le encefaliti protozoarie sono al secondo posto e comprendono:
- La malaria cerebrale: colpisce soprattutto i bambini. L’infezione degli eritrociti da parte dei
plasmodi provoca una alterazione della loro interazione, per cui si formano degli ammassi che
occludono i vasi dando microemorragie.
16
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
ENCEFALITE DA PRIONI
Non sono classificabili come m.o. in quanto sono semplici proteine, infatti l’acronimo prione sta per
PRoteinaceous Infections ONly particle, ovvero particella infettiva costituita solo da proteine. Non
sono in grado di replicarsi come gli altri microrganismi ma fanno una conversione nella loro forma
patogena e nel corso della malattia aumentano di quantità. Possono anche essere trasmessi tra gli
uomini.
Danno una patologia che prende il nome di encefalopatia spongiforme trasmissibile (TSE)
dovuta al fatto che all’interno dell’encefalo si formano delle grosse cavità che rendono il
parenchima simile a una spugna; a differenza di altre degenerazioni encefaliche ed encefalopatie
simili che non trasmissibili, queste ultime lo sono.
Fortunatamente si tratta di malattie rare, ma sono tutte fatali e dalla comparsa dei sintomi nell’arco
di 1-2 anni sopraggiunge la morte.
Sono tutte caratterizzate da periodi di incubazione molto lunghi, nell’uomo anche più di 10 anni e
ciò le rende particolarmente subdole da un punto di vista diagnostico; un’altra conseguenza del
lungo periodo di incubazione è che possiamo consumare carne di bovini e ovini contaminata da
prioni anche se tali animali sono stati uccisi e macellati prima della comparsa dei sintomi.
17
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
Nel tessuto si osserva una deposizione di materiale proteico a forma di amiloide o di fibrille,
sia negli animali che nell’uomo, e si è visto che purificando queste fibrille dal materiale cerebrale si
ottiene materiale infettante, che inoculato nell’animale sano dà encefalite.
Negli animali abbiamo varie TSE:
- Scrapie: è stata la prima ad essere scoperta, si verifica nelle pecore e si manifesta con un
continuo sfregamento (da cui il nome) lungo le staccionate
- Encefalopatia spongiforme bovina (BSE): morbo della mucca pazza, è la più comune
nell’uomo e deriva dai bovini.
- Encefalopatia trasmissibile del visone3
- Encefalopatia spongiforme dei felini
- Cachessia cronica dell’alce e del cervo
I prioni sono ancora una teoria che non è universalmente accettata. Prusiner aveva scoperto che
nelle cellule di animali affetti da scrapie, una forma di encefalopatie delle pecore, c’erano delle
fibrille di una proteina resistente alla digestione con proteasi K, con peso di 27-30 KDalton.
Nell’uomo venne poi scoperta una proteina nel materiale cerebrale di pazienti con CJD, che era
presente anche in tutte le cellule dei soggetti sani, in particolare nell’encefalo. Prusiner chiamò
PRP C la proteina prionica cellulare non patogena, SC nel caso dello scrapie o PRP CJD.
3
Da slide, non menzionate dal prof
18
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
Questa proteina, dunque, di per sé non è in grado di causare encefalopatia: infatti la forma
patogena è diversa da quella normale, non sempre come sequenza ma piuttosto come struttura
spaziale (terziaria).
La PRP C, forma cellulare normale, è costituita dal 43% di elica alfa e una piccola percentuale di
beta foglietto.
La forma patologica è formata prevalentemente da beta foglietto e molto meno da alfa elica;
questo aspetto la rende instabile, quindi la proteina viene tagliata e successivamente precipita
come fibrilla amiloide, attivando un processo infiammatorio e la formazione delle spugnosità.
ASCESSI CEREBRALI
Sono formazioni focali purulente con materiale colliquativo al suo interno.
19
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
Gli ascessi cerebrali hanno sempre eziologia batterica. Nel centro dell’ascesso spesso si crea
anaerobiosi quindi diventa un problema sia la diagnosi che il trattamento.
Diagnosi
E’ colturale su materiale purulento ottenuto per aspirazione del liquido ascessuale. Bisogna tener
conto che la ricerca degli anaerobi è molto più complicata rispetto a quella degli aerobi e il
campione va messo in contenitori appositi che garantiscono una condizione di anaerobiosi per la
sopravvivenza degli anaerobi stretti.
SINDROME DI GUILLAIN-BARRÈ
È la più comune, generalmente sostenuta dal virus di Epstein-Barr o dal Campylobacter Jejuni.
Esiste anche la sindrome di Guillan-Barrè post vaccinale, che si verifica soprattutto con il vaccino
antinfluenzale, ma anche con quello anti parotite e morbillo.
I sintomi sono dovuti all’alterazione della funzionalità del nervo, sia per quanto riguarda la
sensibilità con ipoestesie, parestesie, dolori, ma anche paralisi motorie. Può diventare molto grave
se interessa i muscoli respiratori. È generalmente transitoria ma può impiegare anche mesi a
sparire o non risolversi.
Eziopatogenesi
È una patologia ad eziologia multipla, si sono osservati diversi microrganismi che possono
scatenare meccanismi autoimmuni che portano a questa pesante condizione, primo fra tutti il Virus
di Epstein-Barr (EBV), ma molto importante è anche il Campylobacter jejuni. Ci sono anche altri
virus dotati di neurotropismo (CMV, VZV, morbillo, parotite, post-vaccinale).
20
Microbiologia clinica 25.05.21 Preti - Prampolini
Prof. Cermelli Pelagatti
Si ritiene che questi virus siano il trigger per attivare la risposta immunitaria autoimmune con
anticorpi anti mielina e distruzione cellulare mediata dal complemento. Ci saranno quindi soggetti
con una predisposizione genica che determina reattività immunitaria.
NEUROPATIA POSTERPETICA
Sempre fra le neuriti, questa patologia è conseguente allo Zoster. Parliamo di neuropatia
posterpetica quando l’infiammazione, l’esantema e le lesioni cutanee (che generalmente si
esauriscono nel giro di 1-2 settimane) e il dolore invalidante durano oltre i 6 mesi, diventando
cronici.
È tipica dell’età senile (il 40% dei pazienti ha più di 60 anni) ed è dovuta al fatto che durante la
riattivazione il virus si replica distruggendo i neuroni sensitivi.
21