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30/6/2021

NON
EDIZIONI PROGENIA – P.K.DICK
CHIP65C02

http://mia-fantascienza.blogspot.com | Collana JDAB


✔Note Legalesi.
Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito un omaggio IF Worlds of
Science Fiction –Novembre 1954- in particolare al racconto “Progeny” di Philip
K. Dick assemblando un plot remastering: l’obiettivo del racconto é
intrattenere, divertire, incuriosire il lettore.

In nessun caso sono collegate al testo o all’autore, le persone, enti ,


organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel testo. È
importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a fatti o
persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o presenti o passate
che taluni lettori possono riconoscere od associare è del tutto casuale ed
immaginario. L'ebook.pdf è no-profit, l’autore non persegue nessuno scopo di
lucro o profitto diffondendo online il materiale assemblato. Il volume è 2
liberamente stampabile in tutto od in parte, è inoltre distribuibile senza
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“Progenia” stampato 30/6/2021 (v1.0)é in COPYLEFT(BY-NC-ND)

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Indice

Prefazione: omaggio a -IF Worlds of Science Fiction Nov/1954- …...… pag. 4

Capitolo 1-Progenia – Philip K. Dick …………….…… pag. 6

3
Prefazione: omaggio IF Worlds of Science Fiction – Novembre 1954

Questo ebook vuole essere un omaggio alla rivista IF Worlds of


Science Fiction Novembre 1954 in part icolare al racconto
“Progeny” di Philip K. Dick

In questo quarto anno della co llana JDAB ho deciso di continuare


nella diffusione della rimasterizzazione del racconto di SciFi per
proporre fabule di Scifi ancora gradevoli, a mio avviso, per un
4
pubblico del XXI seco lo. Questo genere di ebook continuerà ad
avere:

• una copertina sempre identica “IF Worlds of Science


Fiction” 30 e lode rimasterizzato,
• un titolo diverso, ovviamente a seconda del racconto,
• un’impaginazione interna differente rispetto ai tradizionali
racconti JDAB, in modo che questo tipo di ebook abbia un
gusto estetico più prossimo, al format delle storiche “Pulp
Mags”.
• La “rimasterizzazione” sarà una traduzione dall’americano
all’italiano corrente, mantenendo fabula ed intreccio identico a
quello del racconto originale che fu pubblicato nelle Pulp Mags.
• Saranno ridotti all’essenziale gli interventi di editing con tagli o
sintesi/adattament i, atti a sopprimere le part i prolisse o le
divagaz ioni troppo lunghe ed inutili, che non potrebbero
essere più idonee, ai gusti di un lettore del XXI°secolo.
• A differenza dei racconti di fantascienza sin’ora elaborati nella
collana JDAB (remix, remake, porting in mult i-trama) la
rimasterizzazione non conterrà una rielaborazione artistica.

Questo ebook fa parte della co llana JDAB-Joint Direct Attack Book,


una serie di testi in PDF, composti da remix, porting in multitrama,
remake, di tutti quei racconti di “Amazing Stories & Wonder Stories
& IF worlds of science fiction” che sono meritevoli di una moderna
rivisitazione SciFi, a mio gusto personale!.
Saluti e buona lettura!

Chip65C02
IF Worlds of Science Fiction Novembre 1954:
Progenia di Philip K. Dick
Ed Doyle accorse, prendendo un taxi di superficie, l'uomo piazzò 50
credit i sulla testa del robot che guidava il mezzo, poi Ed Doyle si
coprì il volto con un fazzoletto rosso e chiese a con tono basso,
d'essere portato all'Ospedale.

Il veico lo di superficie scivolò rapido nell'aria, prima di raggiungere


in collina, il grande edificio dell'Ospedale, poi si fermò davant i 6
all'entrata.

Doyle saltò giù dal taxi con tre balzi, sotto gli occhi dei pazienti
convalescenti che erano affacciati alla finestra a prendere aria,
oppure deambulavano faticosamente, facendo riabilitazione,
passeggiando lentamente nei pressi dell'entrata dell'Ospedale.

Ed Doyle entrò prepotentemente dentro la Hall dell'Ospedale, poi


con foce affannosa, disse -Dove?! Dove é lei?! Dove sono loro?!-
Tutti quelli che lavoravano o passavano dalla Hall si fermarono per
un attimo, osservando l'uomo che era entrato così di fretta
nell'Ospedale.

Janet era stata fortunata, su Proxima Centauri c'era un pessimo


ospedale, ma la donna era stata spedita in tempo sulla Terra
assieme al suo bambino, che sembrava voler anticipare la nascita.

Ed era corso da Proxima Centauri sulla Terra, per raggiungere


Janet, presso il l'Ospedale Centrale di Los Angeles, per la fretta Ed
aveva lasciato il pianeta rapidamente, portando con se solo una
piccola vent iquattro ore.

Adesso che Ed Doyle era arrivato nel bell'ospedale di Los Angeles si


sentì un poì più rassicurato, così come quando ebbe a lasciare la
Terra per andare a vivere sulle colonie, un posto dove ancora le
porte si aprivano con le maniglie a mano e nelle strade c'erano dei
lampioni a luce elettrica. [...]

Un robot attendente si diresse verso Ed Doyle, nello stesso istante il


personale ed i pazienti che erano nella Hall dell'Ospedale tornarono
a seguire le proprie funzioni, e le proprie richieste, ignorando
l'uomo che era entrato nell'ospedale in modo così plateale ed
irruente.

-Posso aiutarla?! Chi sta cercando?!- chiese il robot con un vistoso


accento metallico, rivo lgendosi a Doyle.

-Sì!, cercavo mia moglie!- rispose laconico l'uomo.

-Come si chiama?!-
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-Janet Doyle, mia moglie ha appena partorito, ha avuto un
bambino!- rispose con un pizzico d'orgoglio Doyle.

-Certo signore!- rispose il robot, dopo un paio di secondi di attesa,


mentre a video sul petto, era comparso il messaggio che stava
consultando i record dell'Ospedale. -Prego, mi segua da questa
parte!- concluse il robot.

-Come sta mia moglie?! Sta bene?!- chiese Doyle

-Sì!, sta piuttosto bene- rispose laconicamente il robot

Janet indossava un bel vestito blu molto chic, aveva una sigaretta
tra i dit i, era seduta su una bella sedia di mogano, mentre il dottore
era seduto dall'altra parte della scrivania e sembrava stesse
ascoltando ciò che Janet diceva.

-Ciao! Ed!- disse la donna, mentre vide entrare Doyle dalla porta -
Sei arrivato adesso?!- chiese la donna.

-Sicuro! - poi Ed Doyle dopo una breve pausa aggiunse - E' finito
tutto?! Cioé voglio dire... é già tutto finito?!-

Janet rise a 32 denti e disse -Sì!, é già finito tutto! vieni e siediti
accanto a me, questo é il dottor Bish-

-L'evento é accaduto- disse il dottor Bish, con un lieve accento


metallico. Ed Doyle comprese che il dottore era un robot di alto
livello, dotato di una spiccata I.A. era stato assemblato con forme
umanoidi, e non nelle bizzarre forme metalliche degli altri robot
lavoratori o specializzati in funzioni specifiche. L'entità robotica
aveva la pelle un pochino troppo chiara rispetto ad un essere
umano, ma portava degli occhiali e pers ino un anello all'anulare
sinistro che lo rendevano molto più umano di quanto non potesse
sembrare. Leggermente legnoso nel movimento, l'uomo teneva le
mani appoggiate sul tavolo senza gesticolare, ma il vo lto sembrava
molto espressivo. A parte il piccolo partico lare della voce
leggermente metallica, solo da vicino ci si sarebbe accorti che
l'entità era un robot e non un essere umano.

Janet invece non era cambiata per niente in questi sei mesi: 8
continuava a fumare le sue sigarette, un picco lo volto rotondo,
bionda, labbra rosse, e due occhi blu e gelidi co me il ghiaccio.

-E' stato un lungo viaggio da Proxima Centauri a quì?- disse il


dottor Bish che poi aggiunse - Non preoccupatevi, attualmente lo
stanno lavando, gli devono mettere del collirio e poi fare
un'applicazione di un'onda celebrale al cervello, ma é questione di
pochi minuti.-

-Quindi é un bambino?!- chiese Doyle

-Certamente! non ricorda Mr.Doyle che lei era con me, quando
decise di scegliere il sesso del nascituro.- disse il dottor Bish.

All'improvviso la parete della stanza, iniziò a diventare opaca, poi


traslucida, infine trasparente. Ed allungò subito gli occhi per
vedere: nella stanza c'erano robot assistenti e vari apparati, un
robot teneva in mano una grossa scatola metallica e si stava
approssimando a loro.

Ed Doyle scattò in piedi e s'avvicinò alla parete,


contemporaneamente il dottor Bish disse -Mrs Doyle, non vuol dare
una sbirciata?!-

-Certamente!- rispose Janet, che s'alzò non troppo velocemente e


poi si pose accanto a Doyle, mentre la donna appoggiò le proprie
braccia sul busto.

Il dottor Bish fece un gesto, il robot attendente allungò le proprie


braccia metalliche, per mostrare quello che c'era nel contenuto
della grossa scatola metallica, che conteneva una coperta bianca
morbida.
_____________

Ed prese un caffè caldo, Janet un frappè al brandy, la Nymphite


Room, era un ambiente buio, con comode poltrone, ogni poltrona
aveva un picco lo tavolino basso di forma parallelepipeda
d'alabastro, dentro cui una lampada accesa, diffondeva in modo
sfumato della luce fioca e biancastra, mentre nell'ambiente un 9
leggero e sfumato sottofondo musicale mo lto calmo, si diffondeva
nell'ambiente. I robot camerieri passavano silenziosi a portare
bevande, gelati, frappé, sandwich e quant'altro gli ospiti in attesa,
avessero ordinato.

-Janet, sono tutt'orecchi, raccontami tutto!- disse Ed

-Non c'é poi molto da raccontare- rispose Janet mentre stendeva


sul bordo superiore della propria poltrona, il suo tailler. Poi Janet
disse - E' stato tutto molto rapido, ho conversato amabilmente per
lo più con il dottor Bish- [...]

-Ma che cosa ti ha detto il dottor Bish di Peter?! A chi


rassomiglierà?! Tra quanto potrà parlare?!- chiese Ed

-Dovrò chiamare il dottor Bish quando sarò tornata a casa. Peter


inizierà ad interagire con te, appena te inizierai ad interagire con
lui. Proviene dalla migliore banca dati eugenetica del paese- disse
Janet.

-Pensi che mi faranno rivedere Peter?! Quanto tempo resterai in


Ospedale a Los Angeles?! Fra quanto tempo ci daranno Peter?! Fra
quanto tempo potremo portarlo a casa?!- chiese Ed

Janet rimase in silenzio, s'accese una sigaretta e continuò a


sorseggiare il suo frappè al brandy, poi disse con un tono un po'
scocciato - Ed, non so bene che cosa tu sappia dei bambini, ma
tutto é cambiato dai tuoi tempi. Moltissime cose sono state
scoperte, ci sono nuovi metodi, nuove tecniche, nuove tecnologie,
per tirare su i figli. Mi fanno leggere un po' di libri a riguardo.
Quindi, penso che tra pochi giorni mi manderanno a casa. Nel
frattempo stanno testando e studiando quali sono le potenzialità di
Peter, per testare le sue abilità latenti, e quale direzione prenderà il
suo sviluppo. Così verrà subito instradato sul suo miglior percorso
educativo. Poi quando sarà arrivato a NOVE anni...-

-Mio Dio! Janet!, noi non possiamo aspettare NOVE anni, prima
d'avere nostro figlio!- esordì Ed alzandosi in piedi di scatto!

-No! Ed, sei te che non hai capito. Per DICIOTTO anni Peter deve
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restare con loro, devono toglierli quell'aria plasticosa, poi dopo
Peter potrà stare con noi, tutto il tempo che vorremo!. Ed, cerca di
fare la persona serie ed adulta e siediti, stai dando spettacolo!-
rispose Janet

Ed tornò a sedersi, poi disse -Ho l'impressione che a te non


interessi niente di Peter!, DICIOTTO anni sono tantissimo tempo!-

-Ed, non hai capito, questo tempo serve allo sviluppo di Peter per
evitare che abbia conflitti con noi, é per il bene di Peter. Peter non
é un cane od un gatto che girerà per casa, é un essere umano. Solo
i robot possono dare una perfetta educazione!. I robot non danno
ordini contrastanti, i robot non picchiano, i robot non bevono, i
robot non s'arrabbiano, i robot non urlano. Sono solo i robot che
possono dare la migliore educazione ai figli. Vuoi forse leticare ed
avere dei conflitti con il nostro Peter in futuro?! Vuoi che Peter
abbia delle nevrosi?! - chiese Janet.

-Ci vediamo dopo!- rispose Ed, che in modo laconico chiuse la


discussione.

Ed Doyle sarebbe andato a far due passi e sopratutto a fare quattro


chiacchere con il dottor Bish, perché questa storia delle nuove
tecniche d'istruzione e di sviluppo ad Ed Doyle non andavano per
niente giù. C'era di mezzo suo figlio, c'era l'istruzione di suo figlio
ed i rapporti di suo figlio con i propri genitori. Ed Doyle era delle
colonie, un posto dove ancora c'erano le maniglie delle porte che si
aprivano con la mano, erano luoghi dove a nessuno sarebbe saltato
in testa di far crescere il proprio figlio a dei robot. Fottuti aggeggi
metallici, ancorché robot superiori dotati di una raffinata I.A.
A sentir Janet, Ed Doyle avrebbe dovuto adattarsi al fatto che non
avrebbe potuto vedere, parlare, giocare con suo figlio, almeno sino
a quando questo non avesse avuto DICIOTTO anni. Prat icamente
quasi una vita!, quando ormai l'educazione e lo sviluppo di Peter
sarebbe stato ultimato.

Com'é possibile, che l'Ospedale potesse trattenere suo figlio per


diciotto anni?! Era un periodo di tempo incredibile, dannatamente
troppo lungo da attendere e da accettare. 11
_________________

Il dottor 2g-Y Bish stava studiando l'uomo che gli era in piedi di
fronte, mentre la subroutine software d'identificazione, cercava i
punti critici umani di riconoscimento del volto, per dare un'identità
alla persona che era immobile ed in piedi davanti al tavolino.

-Lei, é il signor Ed Doyle, viene da Proxima Centauri, è uno delle


colonie, é venuto in quest'ospedale ed in questo ufficio 9 anni fà,
per la nascita di suo figlio Peter- disse dopo un paio di secondi di
attesa, il dottor Bish.

-Esattamente 9 anni fà!- rispose con un tono sarcastico Ed Doyle

-Prego signor Doyle, prenda una sedia e si segga. Cosa posso fare
per lei?! Come sta la signora Doyle?!-

-Dottor Bish- l'interruppe con tono deciso Ed - Lei sa dove é mio


figlio Peter?!-

Il dottor Bish tamburellava le dita sul tavolo, poi rispose -Sì!, so


esattamente dov'é Peter. L'ho messo a studiare alla stazione di
ricerca biologica di Los Angeles, suo figlio é una mente brillante. Ha
dimostrato eccezionali capacità, potrà diventare uno dei pochi, uno
dei pochi in cui abbiano rintracciato stupefacenti possibilità!. Suo
figlio Peter, potrebbe diventare un luminare in biochimica, uno dei
migliori biochimici al mondo!-

-Vorrei vedere mio figlio!- disse Ed Doyle.

-Che cosa significa vedere mio figlio?! Può definire meglio il


concetto?!- chiese il dottor Bish.
-Penso d'essere stato sufficientemente chiaro- rispose in modo
stizzito Ed Doyle che era rimasto in piedi.

-Vuole dire, Mr Doyle che lei vorrebbe solo vedere suo figlio Peter,
oppure allude al modo di dire, per cui lei vorrebbe parlare con suo
figlio Peter?!- chiese il dottor Bish. [...]

-Vorrei parlare con mio figlio Peter, per varie ore, senza che ci siano
robots tra le palle!- sbottò nervosamente Ed Doyle.
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-Capisco...- disse il dottor Bish che poi aggiunse - Ma non credo che
lei, Mr. Doyle sia nella situazione emotiva adeguata, per poter
incontrare suo figlio, lei ha appena fatto un lungo viaggio da
Proxima Centauri. E' venuto sulla Terra per affari oppure per
piacere?!-

-Sono partito da Proxima Centauri, per arrivare sulla Terra, perché


voglio parlare con mio figlio Peter. Adesso é più chiaro, se la dico
così?!- disse Ed Doyle con un tono di voce molto alterato.

-Suo figlio sta studiando biochimica, é in una fase critica della sua
evoluzione...-

Ed Doyle interruppe il dottor Bish -Ma Peter cosa ne pensa della


biochimica?! E' quello che vuole studiare, oppure non gli piace e
gliela fate studiare a forza?! Che cosa vuola fare da grande Peter?!
Vuole diventare un biochimico oppure ha altre aspirazioni?!. Dottor
Bish, mi dica dove posso trovare Peter, mi faccia parlare con mio
figlio per un paio d'ore, poi il resto lo deciderà Peter!-

-Quale resto?!- chiese il dottor Bish.

Nella prima scansione dell'immagine di Ed Doyle, l'uomo aveva


capelli scuri, oggi invece s'erano fatti un po' bianchi, i vestiti che
un tempo erano molto ben stirati, oggi apparivano poco curati,
l'espressione di Doyle indicava che l'uomo stava perdendo davvero
la paz ienza, stava digrignando i denti in un modo tale, che la I.A.
stimò che ben presto la reazione dell'uomo sarebbe diventata molto
violenta. Ed Doyle aveva messo una mano in tasca e la sua
posizione della mano in tasca, con uno strano rigonfiamento,
poteva far supporre dal volume della tasca della giacca, la presenza
di qualche tipo di arma da fuoco, che erano solitamente diffuse
nelle arretrate colonie.

-Va bene!- disse il dottor Bish - Questo foglio di carta, le da il diritto


di vedere suo figlio, potrà osservarlo mentre studia ed é a lezione,
inoltre lei ha il diritto di parlare con Peter per 90 minuti anche da
solo. Può condurre suo figlio Peter anche fuori dal campus di studio
biochimico, ma deve riportarlo entro i limiti di tempo che le saranno 13
comunicati. Le ricordo, che suo figlio ha 9 anni, é in uno stadio
cruciale dello sviluppo, ha appena scelto che tipo di studi fare, il
ragazzo deve essere libero di seguire il suo percorso, senza subire
traumi o stress emotivi. Peter sino ad oggi, non é mai stato in
contatto con esseri umani, quindi contenga il suo comportamento, e
sia molto prudente -

Ed Doyle afferrò rapido il foglio di carta che il dottor Bish li porse, e


se ne andò rapido dall'ufficio.
______________

Ed Doyle riconobbe a stento suo figlio, quando comparve tra due


robot che lo accompagnarono alla Stazione, poco distante da dove
Doyle aveva parcheggiato la sua auto di superficie.

Ed aprì lo sportello, con il cuore che gli batteva a mille disse -Ciao
Peter!-

Gli occhi di Peter erano grandi e marroni, co me quelli di Ed Doyle. I


capelli di Peter erano vagamente biondi, co me quelli di sua madre
Janet. Il vo lto e la mascella vo litiva, erano come quelli di suo padre
Doyle. Nove anni erano tanti, erano stati proprio tanti per Ed Doyle,
lo aveva visto che era un frugoletto di pochi decimetri, ed adesso
vedeva un ragazzino di 9 anni, che stava crescendo forte e sano e
di cui ogni buon padre ne sarebbe stato fiero.

-Allora!, Peter, come cavolo da é star quì sulla Terra?!- chiese Ed.

Il ragazzo non rispose, guardò l'auto e vide che dentro l'auto c'era
un robot guidatore che disse -Entra!-.
Il ragazzo entrò nell'auto, Ed disse -Sì!, abbiamo posti da vedere e
vari luoghi da visitare insieme!-

Peter non rispose, era silenzioso, Ed ebbe la netta impressione che


suo figlio Peter fosse sospettoso, osservava meticolosamente il
vestito di Ed, che era polveroso, sgualcito, con le scarpe poco
pulite.

Ed Doyle storse la bocca, poi disse -Sai Peter!, sono appena sceso
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dall'astronave, sono partito da Proxima Centauri, é stato un lungo
viaggio, non ho proprio avuto il tempo di cambiarmi vestito. Sono
un pochino impolverato, il viaggio é stato lungo!-

Peter disse le sue prime parole -4.3 anni luce, vero?!-

-Esatto! in appena 3 settimane di viaggio!- poi Ed si rivolse al robot


guidatore e disse - Prego partiamo, guidi fuori città, andiamo in
campagna!. Io odio le metropoli e le grandi città, non ci sono
abituato!-

-Non ci sono metropoli nella colonia di Proxima Centauri?! Non sei


abituato alle grandi città?!- chiese Peter che sembrava essersi
scongelato dopo il primo impatto.

Il cuore di Ed Doyle smise di battere in modo accelerato, finalmente


suo figlio sembrava un pochino scongelato.

-No!, sono andato a vivere sulle colonie di Proxima Centauri,


proprio perchè io non sopporto le grandi città!- disse Ed.

Peter questa volta non disse altro.

L'auto intanto lasciò rapidamente il complesso di mega caseggiat i di


cemento, ed iniziò ad addentrarsi in campagna, c'era pochissimo
traffico, anche perché quasi nessuno più usava le auto di superficie,
il grosso del trasporto privato quanto commerciale, da tempo sulla
terra era stato trasferito su per aria, per cui le auto sulla Terra
stavano iniziando a scomparire.

-Sai Peter, io ti ho visto appena nato, adesso ti rivedo dopo 9 anni,


é veramente tanto tempo!, dimmi Peter come stai?!- chiese Ed.
-Sì! lo so, che eri venuto a vedermi, c'erano le informazioni nei logs
dell'ospedale, che mi sono stati girati, per farmi conoscere la mia
storia- rispose Peter.

-Ma come Stai?! Insomma, ti hanno trattato bene?!- chiese Ed

-Sì!, sto bene, Sì!, mi hanno trattato bene- rispose Peter.

-Prego autista!, fermi l'auto quì- disse Ed Doyle


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-Ma quì non c'è assolutamente niente!- rispose il robot guidatore

-Esattamente! é proprio per questo che mi voglio fermare quì!.


Faremo quattro passi a piedi. Poi torni pure in città- disse Ed

-Dove andiamo?!- chiese Peter

-Facciamo quattro passi in campagna, c'é un bel posto poco sopra


quella collina, con un panorama splendido della città!. Ci sono poi
alcuni alberi, staremo al fresco, riparandoci da questo Sole e da
questo caldo. Potremo fare quattro chiacchere da Padre a Figlio!-
disse Ed, mentre uscendo, prese dalla tasca la sua pipa e vi mise
del tabacco e poi l'accese.

-Che cos'é?!- chiese Peter

-E' una pipa!, non l'hai mai vista?!- chiese sorridendo Ed

-No!- rispose Peter

-La comprai su Proxima Centauri, tanto tempo fà, circa 25 anni fà


se non vado errato. All'epoca avevo 19 anni, più del doppio dei tuoi
anni che adesso hai te. Fu proprio a 19 anni che migrai su Proxima
Centaruri per andare a lavorare come idraulico. All'epoca, c'erano
grandi cartelloni pubblicitari, che dicevano che sulle colonie si
sarebbe diventati tutti ricchi, facendo milioni di dollari a palate- Ed
Doyle rise sarcastico.

-E poi com'é andata?!- chiese Peter

- Non malaccio, adesso ho una mia ditta, la Proxima System,


facciamo riparazioni e manutenzioni ed anche costruzioni. Ci sono
600 persone che lavorano nella mia azienda, non é stato facile
realizzare tutto questo!. C'é voluto del tempo. Hai fame Peter?!-
disse Ed

-Cosa?!- domandò Peter

-No!, dicevo, Hai fame?! Mi sono avanzati dei panini che mi sono
portato da casa, una parte li ho consumati sul traghetto spaziale. A
me non piace comprare il cibo sui traghetti, ti spelano!. Ossia la
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pietanze quando le bibite o l'acqua minerale, insomma costano
davvero un botto, se si comprano sui traghetti spaziali!- disse Ed.

-No! grazie- rispose Peter che era tornato ad essere silenzioso, la


conversazione procedeva a monosillabi, il ragazzo era ritornato
poco empatico, legnoso e privo d'emozioni, praticamente un pezzo
di ghiaccio, anzi un pezzo di ferro come i robot.

Ed mangiava un panino, era nervoso, meditava sul comportamento


gelido e scarsamente empatico di Peter, all'improvviso da un albero
scese uno scoiattolo, Ed Doyle gli lanciò un pezzo del suo
tramezzino, l'animale s'avvicinò e ne mangiò un morso, gli piacque,
l'animale lo strinse tra le zampette, poi tornò a correre rapidamente
sopra l'albero da cui era sceso.

-Hai visto Peter!, é uno scoiattolo! Hai mai visto uno scoiattolo dal
vivo?!- chiese Ed

-Non lo so- rispose Peter.

-Sai, quì sulla Terra, stanno cementificando praticamente quasi


tutto, presto anche quest'area finirà cementificata. Forse ci faranno
case, oppure delle fabbriche o delle altre strutture!. Prima o poi,
finirà che con la sovrappopolazione che c'é sulla Terra, finiranno per
tagliare tutti gli alberi che ancora sono rimasti sul pianeta!.- disse
Ed

-E' oltre il nostro scopo!- disse Peter

-Cosa?!- chiese Ed
-Non ci vengono fornite questi tipi d'informazioni, sono oltre il
nostro ambito di studio. Non sono dati, fatti e tendenze che sono
pertinenti con il mio corso di studi, io studio per Biochimica - disse
Peter.

-Ho capito!- disse Ed che poi aggiunse -Ma come t'è venuto in
mente di studiare proprio biochimica, piuttosto che qualcos'altro?!-

-I test hanno dimostrato che io ho una predisposizione per questa


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materia- rispose Peter.

-Ho capito!- disse Ed che poi chiese -Ma ti piace proprio la


BioChimica?!-

-E' una domanda strana, direi priva di significato. E' il mio lavoro, é
quello per cui sto studiando, quindi direi che mi piace- rispose Peter

-Mio Dio Peter!, quando io avevo 9 anni, andavo a scuola, a volte


marinavo la scuola ed andavo in giro un po' quì ed un po' là,
giocavo con i miei amici, leggevo libri e riviste di fantascienza, e poi
andavamo di nascosto a vedere cosa facessero nello spazio porto,
ed eravamo tutti appassionati di razzi e navi spaziali!. Immaginavo
di fare milioni di cose e nessuna in particolare!. Quando fece i miei
16 anni, volai su Marte e vi restai per un po', mantenendomi
lavorando. Poi volai su Ganimede, ma non c'era niente di
particolare che mi piacesse là, e così finii abbindolato dalla
pubblicità dei cartelloni a 19 anni, andando su Proxima Centauri.-

-Stai ancora su Proxima Centauri?!- chiese Peter

-Certo! c'ho trovato esattamente quello che cercavo!. E' davvero un


bel posto!. Adesso sto iniziando una nuova attività su Sirio, ad 8
anni luce dalla Terra. E' un viaggio lungo, ci sono meteore da
schivare, campi di meteoriti da monitorare e scantonare, insomma
é un viaggio in cui di certo non t'annoi!- disse Ed

-Lo posso immaginare- disse Peter.

-Su Sirio abbiamo un piccolo posto, ci sono volute delle piante


speciali per tirarle su, dato il contesto. C'ho lavorato io stesso, ma
sarei felice se magari tu ci potessi dare un'occhiata e magari
migliorare un po' quello che ho iniziato. Dimmi Peter, non ti
piacerebbe andare su Sirio, a dare un'occhiata. C'é un pianeta quasi
vuoto, con pochissime famiglie che ci vivono sopra. Oceani, mari,
montagne vergini, con tanti animali e tante piante allo stato
naturale. Sono tutte da studiare. Sirio é un po' com'era Proxima
Centauri un po' di tempo fà. Nessuna città, solo la natura che ha
disegnato un ambiente incontaminato!- disse Ed.

Peter sorrise. 18

-Perché sorridi?!- chiese Ed

-Nessuna ragione in particolare- rispose Peter.

-Beh!, se dobbiamo tornare alla Stazione é meglio se


c'incamminamo, altrimenti faremo tardi!- disse Ed

-Quando tornerai sulla Terra?!- chiese Peter

-Non lo so, non ci capito spesso sulla Terra, poi con tua madre
Janet, da quando ci siamo separati, non ho ragione di passare sulla
Terra. Sono venuto, solo per vedere mio figlio!- disse Ed Doyle.

Peter sorrise di nuovo.


__________

Era sera, le luci s'erano automaticamente accese alla Stazione, e


lungo le vie d'entrata ai laboratori. Il dottor Bish stava esaminando
i record di Peter, il ragazzo era rientrato tardi, aveva dovuto farsela
tutta a piedi assieme a suo padre, perché Ed Doyle aveva mandato
via il taxi che aveva inizialmente preso alla stazione. [...]

-Prego Peter, firma quì, questo certificato attesta che oggi hai visto
tuo padre. Noi non vogliamo coercizzare il tuo studio in nessun
modo. Hai cenato?! Che cosa ne pensi di tuo padre, Ed Doyle?! E' la
prima volta che lo hai incontrato da quando sei nato. Non sei mai
stato preparato a questo incontro!. Che impressioni ne hai tratto?!-
chiese il dottor Bish.

-No!, non ho ancora cenato!- disse Peter che dopo aver firmato il
certificato continuò dicendo - E' un tipo insolito, molto emotivo, ha
molti bias cognitivi errati. E poi, devo dire, che mio padre emanava
proprio uno strano odore!-.

-Gli esseri umani, possono sudare e dalle loro ghiandole emano


ormoni ed odori, questo accade spesso specie quando c'é molto
sole. T'abituerai anche te, quando inizierai a lavorare con gli esseri
umani, in fondo sono della tua stessa razza. Anche te, prima o poi
suderai - disse il dottor Bish.
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-No!, non era l'odore del sudore umano, era invece un odore
pungente, era un'odore che aveva impregnato i suoi vestiti, era un
odore che l'avevo già sentito, ma sul momento non mi ricordavo
dove l'avevo sentito. Poi facendo mente locale, sono riuscito a
ricordare cosa fosse: é lo stesso odore, degli animali da laboratorio.
Sì! é proprio lo stesso odore, degli animali che teniamo in
laboratorio per gli esperimenti!- disse Peter che accennò un sorriso
sarcastico.

Il dottor Bish sorrise in modo ironico, poi disse - Peter, penso di


capire quello che mi vuoi dire. Anzi, Peter, devo dire che penso di
capire esattamente, quello che mi vuoi dire, inclusa la velata
metafora, che mi stai indicando!-

Un silenzioso e complice sorriso sarcastico, si stampò nel volto del


robot quanto di Peter.
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