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EDIZIONI COME UN’APE – ISAC ASIMOV
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Prefazione: omaggio IF Worlds of Science Fiction – Giugno 1957
Chip65C02
IF Worlds of Science Fiction Giugno 1957:
Come un’ape – Isac Asimov
-Io so che Kane é un vero idiota!, quindi voglio sapere che cazzo
sta facendo là fuori?!- rispose Lengyel.
-E' il mio lavoro parlare con la gente, io parlo con tutti, ascolto tutti
i commenti ed i consigli di tutti, per migliorare questo progetto-
rispose Lengyel.
-Che cosa c'è di Kane che ti disturba così tanto?!- chiese Hammer.
Poi se n'é andato lasciando il suo posto di lavoro, tanto che fui
costretto a chiedergli dove diavolo stesse andando, e lui mi ha
risposto che era stanco di parlare dell'esplorazione delle stelle, e
che andava a prendere un po' d'aria, per andare a guardare il cielo
stellato- rispose Lengyel.
-Allora perché lo tieni quì con te, nel progetto?!- chiese Lengyel.
Kane sapeva un sacco di cose, come quella che per tener fuori dalle
palle un sacco di persone, era sufficiente indossare una tuta da
lavoro verde, un ottimo sistema per non farsi notare.
C'erano tante cose che Kane non capiva di quel che era successo, a
cominciare dal fatto che in passato non aveva mai guardato le stelle
e se le guardava, provava un lieve senso di malessere interno. Poi
lentamente la sua attenzione sul cielo notturno ebbe a focalizzarsi
in una certa regione del cielo, in un'area piccola e specifica nella
quale non c'era proprio niente d'interessante da guardare dalla
Terra.
Quella picco la stella bianca era alta nel cielo notturno in primavera
ed estate, e Kane restava a guardarla sinché non spariva sotto
l'orizzonte di sudovest. Mentre durante le altre stagioni la piccola
stella bianca non era visibile di notte, ma solo di giorno. C'era
sicuramente una qualche connessione tra quella picco la stella nel
cielo, e tutto quanto gli era accaduto, non gli era ben chiaro e poco
o niente era cristallizzabile logicamente, ma con il passare degli
anni questa convinzione era diventata sempre più forte, per quanto
gli sfuggissero tutte le ragioni logiche di questo interesse.
Non c'erano segreti sconosciuti per lui sul progetto e sulla struttura
dell'astronave.
Era buio, non c'era ventilazione nel cunicolo, ma Kane non vi pose
attenzione e continuò a camminare gattoni dentro al cunicolo del
razzo.
Kane continuò, poi salì per una scaletta e raggiunse il suo vano.
Nell'arco di due ore sarebbero state caricate sul razzo vari oggetti
per il supporto vitale, poi i portelloni sarebbero stati sigillati, ma lui
che s'era nascosto nel vano, restando in silenzio non lo avrebbe
notato nessuno.
Nessuno sapeva del vano circolare che c'era nell'astronave, non era
indicato nei progetti, nessuno sapeva della sua esistenza perché era
stato Kane a fare una modifica ai progetti, mentre installava i
pannelli, ricavando un secondo vano occulto, ben protetto dentro
l'astronave.
Ma nei progetti del razzo, non c'era traccia di quel vano, perché la
massa d'ingombro del piccolo abitacolo era marginale rispetto al
vano di carico, questo era stato ristretto in volume da Hammer,
giusto quel tanto che bastò a Kane per costruire il suo abitacolo
segreto dentro al razzo.
Tutti gli altri terrestri che non erano potuti venire a vedere il razzo
di persona, lo guardavano seduti in sala, in cucina, nei bar o negli
alberghi o nei supermarket di tutto il mondo, erano tutti incollat i ai
teleschermi in bianco e nero, per riprendere l'accensione dei motori
a razzo e la partenza del missile verso la Luna.
Kane staccò la sua mente dal corpo, per non subire il disagio
dell'acceleraz ione del razzo, che stava salendo verso il cielo mentre
l'accelerazione appesantiva il suo corpo di essere umano.
Kane ebbe a pensare che il suo viaggio sulla Terra era finalmente
finito, non c'era più da nascondersi tra le persone, evitando che
queste potessero accorgersi che per la durata della vita umana,
Kane appariva immortale. Non ci sarebbe più stata la necessità di
vagare di nazione in nazione, di continente in continente,
nascondendosi e cambiando nome e personalità e mestiere, per
eludere gli esseri umani circa la sua vera natura.
Kane era sempre stato sulla Terra, era già presente all'epoca
dell'Incredibile Ebreo della Palestina oppure del mito dell'Olandese
Volante che solcava gli oceani della Terra. 12
Kane dal suo vano, poteva scorgere la sua piccola stella di origine,
per quanto non vi fossero oblò nel suo abitacolo segreto, ma in ogni
caso Kane vedeva la sua meta, per quanto vedere non é un verbo
che esprima correttamente la giusta circostanza.
Qualcosa come 8000 anni fà, era stato un viaggio molto lungo
quello fatto da Kane sulla Terra.
Non gli interessava d'aver lasciato il corpo di Kane come una larva
vuota.
Un po' come un'ape che non si cura più del fiore che ha impollinato
con il suo passaggio, perché é già volata via verso un altro fiore.
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