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Fausto Fasan

PORTFOLIO
MAGGIO 2021 / MAY 2021
“Il tuono sul monte è diverso da quello nella pianura. In montagna il tuono è molto
più vicino, mentre fuori dalla regione montuosa lo si sente meno del tuono di un
temporale comune. Così il nobile trae da questa immagine l’invito a considerare
il dovere più da vicino e più direttamente di quanto non facciano gli altri uomini,
anche se a causa di ciò il suo comportamento, visto dall’esterno, potrebbe apparire
meschino.”
-I Ching-
Laureato alla triennale in Grafica D’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna
ho deciso di concludere il mio percorso di studi frequentando il corso di Arti Visive
e Moda all’Università IUAV di Venezia. Attratto dai nuovi media di comunicazione
prediligo l’uso della fotografia, dell’immagine grafica e dei vari processi di stam-
pa mediandoli attraverso un approccio concettuale. Per mezzo di segni e forme
essenziali, mi focalizzo sulla relazione e contrapposizione tra estetica e concetto,
spazio e forma, vuoto e pieno.
Dopo tre anni di esperienza autodidatta nel mondo della blockchain, associo lo stu-
dio e la pratica di sistemi digitali complessi intrecciando riflessioni economico-po-
litiche con la teoria dell’arte e quella dei media.
Uno spiccato gusto per la catalogazione riassume il bisogno personale di dare as-
setto al mio mondo armonizzandolo con quello circostante.
“Thunder on the mountain is different from thunder on the plain. In the mountains,
thunder seems much nearer; outside the mountains, it is less audible than the
thunder of an ordinary storm. Thus the superior man derives an imperative from
this image: he must always fix his eyes more closely and more directly on duty than
does the ordinary man, even though this might make his behavior seem petty to
the outside world.”
-I Ching-
Graduated with a Bachelor’s degree in Graphic Art at the Academy of Fine Arts
of Bologna, I decided to conclude my studies by attending the Master’s degree in
Visual Arts and Fashion at IUAV University of Venice. Attracted by the new media
of communication I prefer the use of photography, graphic images and the dif-
ferent printing processes fusing them through a conceptual approach. Through
signs and essential shapes, I focus on the relationship and opposition between
aesthetic and concept, space and form, emptiness and fullness.
After three years of self-taught experience in the world of blockchain, I associate
the study and practice of complex digital systems intertwining socio-economical
reflection together with the theory of art and media.
An excellent skill in cataloguing summarizes the personal need of giving structure
to my world harmonizing it with the surrounding one.
p.2 STATEMENT

LAVORI SELEZIONATI / SELECTED WORKS

p.4 “Istruzioni per Un’Arte Decentralizzata” / “Instructions For A Decentralized Art”, 2021

p.9 “MOTHA”, 2021

p.14 “Cellar”, 2020

p.20 “Pagine Doppie - AA/Aa”, 2018

p.25 “Ritagli di Spazio” / “Space Cut-Outs”, 2017

p.30 “Gender”, 2017

p.34 “CDH41”, 2017

p.36 CONTATTI / CONTACTS

“ISTRUZIONI PER UN’ARTE DECENTRALIZZATA”
2021
Progetto fotografico-editoriale
2 pieghevoli / (2079mm x 420mm) (1782mm x 420mm)
Come per le criptovalute, anche il mondo dell’arte che si approccia alla Blockchain
non prevede un’entità centrale che garantisce valore ma un insieme di personalità
diverse che si mescolano formando un ecosistema stratificato e competitivo. Oggi
però, oltre che tutelare i diritti morali ed economici degli artisti attraverso questa tec-
nologia, possiamo pensare all’arte anche come ad una “valuta alternativa” ugualitaria
che è assoggettata all’influenza del gruppo e i suoi valori dipendono dall’incontro fra
le entità che la caratterizzano. Ma così come l’arte concettuale nella sua relazione
conflittuale con le strutture socioeconomiche, anche l’arte digitale può manifestare
criticità utilizzando tecnologie decentralizzate controllate da blockchain. Una tecnolo-
gia che, se usata con finalità prettamente capitalistiche, ha tutte le caratteristiche per
diventare un perfetto strumento di controllo e di accumulazione di potere e ricchezza.
È di fondamentale importanza quindi che i nuovi processi artistici filtrati attraverso la
tecnologia Blockchain avvengano al dì fuori del mero profitto di matrice capitalista.
“INSTRUCTIONS FOR A DECENTRALIZED ART”
2021
Photographic and editorial project
2 leaflets / (2079mm x 420mm) (1782mm x 420mm)
As with cryptocurrencies the art world that approaches blockchain does not involve
a central entity that guarantees value but a set of different personalities that blend
together forming a stratified and competitive ecosystem. Today, however, in addition
to protecting the moral and economic rights of artists through this technology, we
can also think of art as an egalitarian “alternative currency” that is subject to the in-
fluence of the group and its values depend on the encounter between the entities that
characterize it. But as well as conceptual art in its conflicting relationship with so-
cio-economic structures, digital art can also manifest criticalities using decentralized
technologies controlled by blockchain. A technology that, if used for purely capitalist
purposes, has all the characteristics to become a perfect instrument of control and
accumulation of power and wealth. It is therefore of fundamental importance that the
new artistic processes filtered through blockchain technology take place outside of
the mere profit of the capitalist matrix.
“ISTRUZIONI PER UN’ARTE DECENTRALIZZATA”, dettagli / details_2021
“ISTRUZIONI PER UN’ARTE DECENTRALIZZATA”, dettaglio / detail_2021
“ISTRUZIONI PER UN’ARTE DECENTRALIZZATA”, dettagli / details_2021
“ISTRUZIONI PER UN’ARTE DECENTRALIZZATA”, dettaglio / detail_2021
“MOTHA”
2021-in corso
Progetto fotografico / 30 fotografie (dimensioni variabili)
Una riflessione fotografica sull’area geografica della Livenza realizzata durante il pe-
riodo di lockdown dovuto alla pandemia di Covid19.
Motta di Livenza (Motha): l’etimologia del toponimo deriva da mota o palude fangosa.
Parlare del Nordest, guardarlo, “sentirlo”.
Chi è disponibile all’ascolto non può non considerare l’inarrestabile impeto verso la
produttività che ha caratterizzato gli ultimi 50 anni di questa terra. Eclatante arricchi-
mento economico ed inevitabile immiserimento intellettuale.
I Veneti, popolo di cultura contadina, in questo ultimo mezzo secolo hanno intrapreso
la strada che li ha condotti ad una trasformazione antropologica e hanno visto loro
stessi e il proprio territorio cambiare a vista d’occhio. La crisi del 2008 e quella che
stiamo vivendo da più di un anno a causa della pandemia di Covid19, ha inoltre contri-
buito a spegnere ulteriormente quegli “animi di plastica e cemento” sorti dal miracolo
produttivo, lasciando strascichi nel paesaggio e creando solchi profondi nella mente
già mutata dal ritmo alienante del lavoro e dall’appiattimento conseguente alla ricer-
ca compulsiva dell’appagamento economico. Questi strascichi, a tutt’oggi particolar-
mente presenti in contesti paesani e provinciali, sono visibili nell’abbandono di ogget-
ti, nei resti di piccole strutture disfatte, negli accumuli di cose, nella trascuratezza o
nel gusto improbabile di abitazioni dall’arredamento kitsch. Uno scarto che si deposita
nel contesto visivo rivelandosi senza filtri per quello che realmente è e mostrandosi
agli occhi di chi osserva come un residuo di fango o mota.
“MOTHA”
2021-work in progress
Photographic project / 30 photos (variable dimensions)
A photographic reflection on the geographical area of Livenza taken during the lock-
down period due to the COVID-19 pandemic.
Motta di Livenza (Motha): the etymology of toponym derives from mud or muddy
swamp.
Talking about Northeast, staring at it, “feeling it”.
Those who are willing to listen cannot miss to consider the unstoppable impetus
towards productivity that has portrayed the last 50 years of this land. An impressive
economic enrichment and unavoidable intellectual impoverishment. In the last half
century, Venetians - people of peasant culture - have gradually taken a path that
led them to an anthropological transformation changing visibly themselves and their
territory. The 2008 crisis and the one we’re experiencing in this long year of Covid-19
pandemic, has also contributed to further extinguish those “plastic and concrete
souls” arose from the so called production/economic miracle, leaving traces in the
landscape and deep scars in the mind. A mind that has been already compromised by
the alienating rhythm of work and by the flatness of a compulsive search for econo-
mic satisfaction. These aftermaths, evident especially in rural and provincial contex-
ts, are visible in abandoned objects, ruins of small wreck structures, in accumulated
things and in the negligence or improbable tasteless homes kitsch-furnished. A left
over that settles itself in the visual context revealing, without filters, its nature and
displaying/presenting itself in the eye of the beholder as a residue of mud or motha.
“MOTHA”, progetto fotografico / photographic project_2021
“MOTHA”, progetto fotografico / photographic project_2021
“MOTHA”, progetto fotografico / photographic project_2021
“MOTHA”, progetto fotografico / photographic project_2021
“CELLAR”
2020_Progetto di tesi (Università IUAV - Magistrale in Arti Visive e Moda)
Vincitore premio tesi IUAV 2020. Sezione: Arti Visive
Installazione fotografica / 68 pezzi (210mmX145mm)
Progetto editoriale / (148mmX197mm)
“Cellar” è una serie di 68 fotografie a colori disposte su una griglia formata da quattro
righe orizzontali composte ognuna da 18 foto di uguale dimensione. L’opera è accom-
pagnata da un progetto editoriale che documenta fotograficamente i vari passaggi
del processo di smaterializzazione di una scheda video per il mining di criptovalute,
evidenziando così il mutamento da un sistema Blockchain obsoleto e non rispetto-
so dei processi ambientali (PoW) ad uno più efficiente (PoS). L’economia attuale non
considera il corretto funzionamento della natura e dei sistemi naturali come bene da
tutelare, né come valore economico. Il Mining si è rivelato un processo fondamentale
per sorreggere sistemi finanziari come quelli legati alle criptovalute ma le evidenti
lacune sul piano energetico ed ecologico creano allo stesso tempo sistemi complessi
che richiedono una sconsiderata mole di energia.
Il miner viene visto come un personaggio sinistro sia fuori che dentro il mondo cripto.
Una figura che, attivando la reciproca stimolazione tra cobalto e silicio, come l’alchi-
mista cerca di trasformare e quindi dare valore a qualcosa che valore non ha. Il tempo
viene scandito da ritmi e cadenze tra algoritmi e blocchi creati, e attraverso un pro-
cesso di smaterializzazione sulla macchina e i suoi componenti, come un alchimista
che applica la trasmutazione dei metalli attraverso l’opus alchymicum, il miner attua
un processo di trasformazione sui sistemi con cui interagisce diventando egli stesso
la pietra filosofale.
“CELLAR”
2020_Thesis project (IUAV University - Master’s Degree in Visual Arts and Fashion)
Winner of the IUAV 2020 thesis award. Section: Visual Arts
Photo installation / 68 pieces (210mmX145mm)
Editorial project / (148mmX197mm)
“Cellar” is a series of 68 color photographs arranged on a grid formed by four horizon-
tal lines, each composed of 18 photos of equal size. The work is accompanied with
an editorial project that, through photos, documents different steps of the process of
dematerialization of a video card for mining cryptocurrencies, emphasizing the need
for change from an obsolete Blockchain system that held little regard for the environ-
mental process (PoW) to a more efficient one (PoS). The current economy does not
consider the proper functioning of nature and its systems as an asset to be protected
nor as something with economic value. Mining has proven to be a fundamental pro-
cess to support financial systems such as those related to cryptocurrencies. However,
there are obvious gaps on the energetical and ecological procedures that create com-
plex systems which require a reckless amount of power.
The miner is seen as a sinister character both inside and outside the crypto world. A
figure who, by activating the mutual stimulation between cobalt and silicon, creates
something powerful, like the alchemist seeks to transform and therefore give value
to something that does not have value. Time is marked by rhythms and cadences
between algorithms and blocks through a process of dematerialization of the mi-
ner and its components. Like the alchemist who applies the transmutation of metals
through the opus alchymicum, so the miner implements a process of transformation
on the systems which he interacts with, becoming itself the philosopher’s stone.
“CELLAR”, progetto editoriale_dettagli / editorial project_details_2020
“CELLAR”, progetto editoriale_dettaglio / editorial project_detail_2020
“CELLAR”, progetto editoriale_dettagli / editorial project_details_2020
“CELLAR”, progetto editoriale_dettaglio / editorial project_detail_2020
“CELLAR”, vista dell’installazione / installation view_2020
“PAGINE DOPPIE - AA/Aa” “PAGINE DOPPIE - AA/Aa”
2018 2018
Progetto editoriale Editorial project
Stampa in risograph / (199mmX289mm) Risograph printing / (199mmX289mm)

Progetto di un sedicesimo realizzato in collaborazione con b.r.u.n.o studio (Venezia, Sextodecimo format magazine realized in collaboration with b.r.u.n.o studio (Venice,
IT) durante il corso di “Moda e Cultura Visuale” gestito dal professore G. Monti e S. IT) during the course of “Fashion and Visual Culture” run by professor G. Monti and S.
Marcadent all’Università IUAV di Venezia. Marcadent at IUAV University of Venice.
“PAGINE DOPPIE - AA/Aa”, dettaglio copertina / cover detail_2018
“PAGINE DOPPIE - AA/Aa”, dettagli / details_2018
“PAGINE DOPPIE - AA/Aa”, dettagli / details_2018
“PAGINE DOPPIE - AA/Aa”, dettaglio / detail_2018
“RITAGLI DI SPAZIO”
Fausto Fasan, Beatriu Llinares Vinaches, Davide Battaglia Parodi
2017
Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale D’Arte Moderna, Venezia (IT)
2 Poster / (100cmx38cm)
Installazione con filo trasparente / (dimensioni variabili)
L’architettura è uno spazio esperienziale, uno spazio in cui abitiamo, costituito non
soltanto da materiali solidi, ma anche da luce e ombra, pieno e vuoto.
Paradossalmente sono proprio la luce e lo spazio immateriale e le interazioni tra di loro
a costituire il punto di partenza imprescindibile di ogni architettura. “Ritagli di Spazio”
ragiona su una di queste possibili relazioni: un groviglio di fili trasparenti occupa un
angolo della stanza, mentre una luce orientata proietta l’ombra dei fili sull’angolo retto
dove si incontrano le due pareti. Per mezzo di questo gioco di luce, lo spazio si mani-
festa ora come materia corporea: non si tratta di semplice vuoto, ma materia che, per
quanto impalpabile, è dotata di una corporeità (sia pure evanescente) rappresentata
dai ritagli dei fili proiettati su una superficie piana. L’analisi delle pareti ci ha portati ad
ipotizzare e realizzare in veste grafica un insieme di possibili combinazioni di contorni
agli spazi che hanno creato un vero e proprio “alfabeto angolare”. Un segno base de-
clinato in vari linguaggi si è evoluto ed è diventato forma nello spazio.
“SPACE CUT-OUTS”
Fausto Fasan, Beatriu Llinares Vinaches, Davide Battaglia Parodi
2017
Ca’ Pesaro, International Gallery of Modern Art, Venice (IT)
2 Posters / (100cmx38cm)
Installation with transparent wire / (variable dimensions)
The architecture is an experiential space, a space which we inhabit, made up not only
of solid materials, but also of light and shadow, fullness and emptiness.
Paradoxically, it is light and immaterial space and the existing interactions between
them that constitute the essential starting point of any architectural space. “Space
Cut-Outs” explores one of these possible relationships: a tangle of transparent thre-
ads occupies a corner of the room, while an oriented light cast the shadow of the
threads of the right angle where the two walls meet. Through this play of light, the
space now manifests itself as corporeal matter: it is not a matter of simple emptiness,
but a matter that, although impalpable, is endowed with a corporeity represented by
the cuttings of the threads projected onto a flat surface. The analysis of the walls
has led us hypothesize and realize in graphic form a set of possible combinations of
contoured signs creating a real “angular alphabet”. This sign is shaped in various visual
languages; it evolved and became a shape in the space.
“RITAGLI DI SPAZIO”, vista dell’installazione / installation view_2017
“RITAGLI DI SPAZIO”, vista dell’installazione e dettaglio / installation view and detail_2017
“RITAGLI DI SPAZIO”, dettagli / details_2017
“RITAGLI DI SPAZIO”, composizione digitale / digital composition_2017
“GENDER”
2017_Progetto di tesi (Accademia di Belle Arti di Bologna - Triennale in Grafica D’Arte)
Galleria Stefano Forni, Bologna (IT)
Fotoincisione, carta Mulino del Gallo (325g) intrecciata e stampata con inchiostro calcografico
1 Pezzo / (120cmX120cm)
Progetto editoriale / (210mmx210mm)
“Gender” è formato da un intreccio di strisce di carta su cui sono state stampate due
differenti tipologie di texture precedentemente ingrandite attraverso dei programmi
di fotoediting fino al dilatamento e al conseguente non riconoscimento del soggetto.
La disposizione e l’intreccio di queste strisce rappresentano il punto d’incontro indis-
solubile tra due alterità.
L’opera vuole essere l’espressione di chiunque la stia guardando. Una visione aperta
spinge a comprendere meglio tutte le sfumature presenti e lascia spazio alla molte-
plicità delle interpretazioni. L’apertura del pensiero produce riconoscimento e ricono-
scere significa permettere che una cosa o un’identità esista. Se lo spettatore inter-
preta l’opera e io accetto questa interpretazione, riconosco la sua identità e l’identità
della mia opera attraverso di lui. Come in un gioco di specchi.
“GENDER”
2017_Thesis Project (Academy of Fine Arts Bologna - Bachelor’s Degree in Art Graphic)
Stefano Forni Gallery, Bologna (IT)
Photoengraving, Mulino del Gallo’s paper (325g) wove and printed with calcographic ink
1 Piece / (120cmX120cm)
Editorial project / (210mmx210mm)
“Gender” is made up of an interweaving of strips of paper on which two different types
of textures have been printed. The printed textures have been magnified through the
programs of photo editing until its complete dilation and distortion till the consequent
non-recognition of the subject. The arrangement and interweaving of these strips
represent the indissoluble meeting point between two otherness’.
The work wants to be the expression of whoever is looking at it. An open vision pushes
to better understand all the present nuances and leaves room for multiplicity of inter-
pretations. The openness of thought produces recognition and this means allowing a
thing or an identity to exist. If the viewer interprets the work and I, the artist, accept
that interpretation, I recognize his identity and the identity of my own work through
him, like in a game of mirrors.
“GENDER”, vista dell’installazione / installation view_2017
“GENDER”, progetto editoriale_dettaglio / editorial project_detail_2017
“GENDER”, progetto editoriale_dettaglio / editorial project_detail_2017
“CDH41” “CDH41”
Illustrazioni: Marco Civolani Illustrations: Marco Civolani
Post-produzione e Stampa: Fausto Fasan Post-production and Printing: Fausto Fasan

2017 2017
Serigrafia su carta Mulino del Gallo (325g) Silkscreen printing on Mulino del Gallo’s paper (325g)
4 Pezzi / (60cmX110cm) 4 Pieces / (60cmX110cm)

Serie di quattro serigrafie in bianco e nero. Series of four black and white silkscreen prints.
“CDH41”, serigrafia / silkscreen printing_2017
CONTATTI / CONTACTS
E-mail: fasanfausto@gmail.com
Mobile: IT +39 3421836679