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1.

Introduzione
1.1 Il Consiglio d’Europa e il dialogo interculturale

La promozione del dialogo interculturale contribuisce al compito fondamen-


tale del Consiglio d’Europa: difendere e promuovere i diritti dell’uomo, la de-
mocrazia e il primato del diritto. Il Primo Vertice dei capi di Stato e di governo
degli Stati membri (1993), affermando che la diversità culturale era una carat-
teristica del ricco patrimonio europeo e che la tolleranza garantiva una so-
cietà aperta, ha portato all’elaborazione della Convenzione-quadro per la
protezione delle minoranze nazionali (1995), alla creazione della Commissione
europea contro il razzismo e l’intolleranza e al lancio della campagna euro-
pea della gioventù contro il razzismo, l’antisemitismo, la xenofobia e l’intolle-
ranza (“Tutti diversi, tutti uguali”).

Il Terzo Vertice dei capi di Stato e di governo (2005) ha identificato il dialogo


inter-culturale (compresa la dimensione religiosa) come mezzo per promuo-
vere la presa di coscienza, la comprensione, la riconciliazione e la tolleranza,
per prevenire i conflitti e per assicurare l’integrazione e la coesione sociale.
Questa posizione è esposta dettagliatamente nella “Dichiarazione di Faro sulla
strategia del Consiglio d’Europa per lo sviluppo del dialogo interculturale”,
adottata in seguito dai Ministri della Cultura nello stesso anno, che conteneva
la proposta per la stesura di un Libro bianco sul dialogo interculturale.

1.2 Iter del Libro bianco

Il Comitato dei Ministri, nel corso di una riunione nel maggio 2006, ha preci-
sato che il Libro bianco sul dialogo interculturale doveva indicare i mezzi per
promuovere un dialogo interculturale rafforzato sia nell’ambito delle società
europee che fra le società europee stesse, nonché un dialogo fra l’Europa e
le regioni vicine, fornendo al tempo stesso indicazioni in materia di strumenti
analitici e metodologici e sulle norme applicabili. Il Libro bianco si rivolge ai re-
sponsabili politici e amministrativi, agli educatori e ai mezzi di comunicazione,
alle organizzazioni della società civile, in particolare alle comunità religiose e
di migranti, alle organizzazioni giovanili e ai partner sociali.

Su decisione del Comitato dei Ministri, fra gennaio e giugno 2007 è stata av-
viata un’attività di consultazione di ampio respiro sul dialogo interculturale,
che ha visto la partecipazione in particolare di tutti i comitati direttivi coinvolti,
dei membri dell’Assemblea parlamentare e del Congresso dei poteri locali e
regionali, nonché di altri organi del Consiglio d’Europa, fra cui la Commissione
europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), il Comitato europeo per i di-
ritti sociali, la “Task Force” di Alto Livello sulla Coesione sociale e il Commis-
sario per i diritti dell’Uomo. Sono stati inviati questionari a tutti gli Stati membri,
ai membri dell’Assemblea parlamentare e del Congresso, ai rappresentanti
delle comunità religiose, delle comunità di migranti e delle organizzazioni non
governative e culturali. Il Segretariato del Consiglio d’Europa ha inoltre orga-

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