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(di Danilo Quinto) L’Ordine dei Giornalisti ‒ che, come tutti gli Ordini
professionali, dovrebbe essere abolito ‒ con il danaro proveniente dal Consiglio
d’Europa, ha diffuso un libretto intitolato Linee Guida per un’informazione
rispettosa delle persone LGBT.
Come viene spiegato nel frontespizio della pubblicazione ‒ per simbolo è stato
scelto un cuore arcobaleno a cinque colori ‒ l’iniziativa fa seguito ad un ciclo di
seminari di formazione per giornalisti intitolati L’orgoglio e i pregiudizi, che si sono
svolti nell’ottobre scorso a Milano, Roma, Napoli e Palermo, organizzati
dall’UNAR, in collaborazione con Redattore Sociale, con il patrocinio dell’Ordine
nazionale dei giornalisti e della Federazione nazionale stampa italiana, delle
amministrazioni comunali, degli Ordini regionali e dei sindacati dei giornalisti.
Seminari e linee guida sono stati realizzati nell’ambito del Progetto LGBT Media
and Communication, finanziato dal Consiglio d’Europa, in attuazione del
Programma Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e
sull’identità di genere.
Rispettare le persone lesbiche (L), gay (G), bisessuali (B), transgender (T) non può
significare accondiscendere, in alcun modo, a quella cultura che vuole sovvertire i
principi della legge naturale e quindi divina. Non rispettiamo, quindi, nessun
Ordine dei Giornalisti che vuole imporre ideologicamente regole di comportamento
servili nei confronti della cultura egemone e dominante.
Stessa cosa sta accadendo sulla legge sull’omofobia, che sarà presto approvata dal
Parlamento italiano. È evidente che quando vi sarà questa legge ‒ che prevede il
carcere per coloro che vogliono difendere la legge naturale ‒ molti riterranno di
tacere. Intanto, però, è bene che coloro che si stanno adoperando perché questo
accada, sappiano che il Cristianesimo è nato grazie ai martiri, che hanno condiviso
la Croce di Cristo. Erano una minoranza, è vero, ma sono riusciti, con la loro fede,
a far crollare un impero allora pagano! (di Danilo Quinto)