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Mélanges de l'École française

de Rome. Antiquité

Il quartiere sul Sarno e i recenti rinvenimenti a Moregine


Marisa Mastroroberto

Riassunto
Recenti indagini archeologiche in località Moregine, a sud degli scavi di Pompei, hanno consentito di meglio inquadrare
caratteristiche e funzioni degli edifici messi in luce nell’area, ubicati verosimilmente lungo il corso del fiume Sarno in epoca
romana, e di interpretare vecchi dati di scavo, di fatto nella gran parte poco documentati, alla luce di una visione organica
delle evidenze archeologiche del suburbio meridionale pompeiano. Recuperando all’archeologia moderna l’ottocentesca
intuizione di «stazione del fiume Sarno » per gli edifici rinvenuti nella località, anche per il rinvenimento di numerosi
fuggiaschi colti dalla catastrofe mentre raggiungevano le vie del mare, l’autrice cerca di ricomporre vecchi e nuovi dati : a)
indicando come «quartiere sul Sarno » il complesso degli edifici esplorati, sia negli scavi ottocenteschi sia in quelli più
recenti, e attraversati da un presumibile asse viario di collegamento con il borgo marinaro, b) individuando in detto
quartiere almeno due fasi edilizie, l’ultima delle quali direttamente correlata allo sviluppo delle attività portuali della città, c)
confermando la natura di via di fuga preferenziale verso il porto della strada lungo il quartiere, per il recente ritrovamento
di altri individui, tra i quali una schiava recante, tra l’altro, una eccezionale armilla con iscrizione.

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Mastroroberto Marisa. Il quartiere sul Sarno e i recenti rinvenimenti a Moregine. In: Mélanges de l'École française de
Rome. Antiquité, tome 113, n°2. 2001. Antiquité. pp. 953-966;

doi : https://doi.org/10.3406/mefr.2001.9666

https://www.persee.fr/doc/mefr_0223-5102_2001_num_113_2_9666

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MARISA MASTROROBERTO

IL QUARTIERE SUL SARNO E I RECENTI


RINVENIMENTI A MOREGINE

...Il nome di Muregine dato alla contrada, che, come quello


assai più comune di Civita, accenna alla esistenza di antichi cen-
tri distrutti d’abitazione, e più di tutto la contiguità col fondo Va-
liante, nel quale, essendo tornati a luce nel 1881 moltissimi og-
getti preziosi che mal si conciliavano con la povertà degli edifizi
colà rinvenuti, si sospettò da taluno che fosse la stazione del fiu-
me Sarno, verso cui s’indirizzassero i fuggenti per prendere il
mare1.

Nella breve considerazione, introduttiva alla notizia di nuovi ritrova-


menti in località Moregine 2, nel fondo Liguori, attiguo ai terreni, di pro-
prietà del barone Valiante, che avevano restituito tempo prima, a più ripre-
se, la complessa articolazione 3 di un agglomerato extraurbano al limite
meridionale della via Stabiana, il Sogliano già alla fine dell’800 sembra co-
gliere, conformandole in un’interpretazione unitaria, quella di stazione flu-
viale della città antica, le caratteristiche degli edifici descritti anni prima
dal Fiorelli 4.

1
NSc 1898, p. 33.
2
Il toponimo Murecine è l’adattamento moderno della dizione Moregine o Mo-
reggine, riportata in entrambe le versioni nei documenti catastali : per la questione
cfr. G. Stefani, Le ville rustiche del territorio vesuviano, in Casali di ieri casali di oggi.
Architetture rurali e tecniche agricole nel territorio di Pompei e Stabiae, Napoli, 2000,
p. 19. Sull’origine del nome della contrada Murecine cfr. A. Maiuri, A proposito di
una recente scoperta pompeiana, in RAAN, 36, 1961, p. 151; M. Pagano, L’edificio del-
l’agro Murecine a Pompei, in RAAN, 58, 1983, p. 328-332.
3
NSc 1880, p. 33-34 e 494-498; NSc 1881, p. 25-29 e 64-66.
4
Le notizie riportate dal Fiorelli nei resoconti annuali delle Notizie degli scavi di
antichità del 1880 e del 1881, sui ritrovamenti effettuati nel corso degli scavi nel fon-
do del barone Valiante, costituiscono la trasposizione delle descrizioni redatte per il
giornale dei soprastanti : prima del 1900, le descrizioni degli edifici messi in luce
non sono accompagnate da documentazione grafica.

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Questi, infatti, nell’indicare gli elementi evidenziati nel corso degli sca-
vi, intrapresi nel 1880 a seguito di ritrovamenti fortuiti ad opera di contadi-
ni durante lavori agricoli, elenca una serie di caratteristiche architettoni-
che e funzionali che, seppur generiche e prive del benché minimo apparato
grafico, a tutt’oggi si rivelano utili alla comprensione di quel fenomeno ur-
bano, che definiamo il quartiere sul Sarno, sviluppatosi a sud della città,
verosimilmente attorno ad un nucleo originario 5, lungo una strategica e vi-
tale direttrice di collegamento con le principali componenti del compren-
sorio meridionale : il fiume nei pressi della sua foce, il litorale con il porto
marittimo, la campagna sull’opposto versante stabiano.
Nel descrivere, in occasione di un sopralluogo, gli edifici e gli ambienti
individuati nel fondo Valiante, il Fiorelli fa riferimento a «camerette d’in-
certa destinazione» seguite da un ampio «compreso a volta», «in parte a
botte, costruita con cunei di pietra dolce, e in parte a piattabande in matto-
ni, con avanzo d’intonaco e lucernai quadrangolari nell’alto» 6. Nel corso
della visita, dagli stessi contadini che ben conoscono la natura dei luoghi,
ha notizia della notevole estensione, immediatamente sotto il piano di
campagna, dei restanti impianti, nonché di un tratto di strada lastricata, di
anfore depositate in uno dei vani, di programmi elettorali dipinti sul fronte
di un edificio 7.
Alla ripresa dei lavori, a distanza di circa un anno, ulteriori saggi 8 re-
stituiscono ancora ambienti a volta, sia «in muratura» che «di incannizza-
ta rivestita di stucco»; il fronte occidentale di un edificio con scaletta
all’esterno 9 ; un altro fronte, quello meridionale, con un’articolazione in sei
vani allineati, sviluppantisi su due livelli ricavati dalla divisione degli am-
bienti originari mediante soppalchi lignei, con scaletta di collegamento in-
terno; un ulteriore edificio sul lato orientale, separato da «una lunga fau-
ce»; un vicoletto; «una specie di balcone, sporgente sul vicoletto»; suppel-
lettili di modesto valore, e numerosi scheletri, alcuni dei quali recanti
monili e monete.
Il resoconto del 22 gennaio del 188110 costituisce un’illustrazione di sin-
tesi dei ritrovamenti : «Tutta la parte scavata fino ad oggi, rappresenta in

5
Per l’individuazione di almeno due fasi edilizie, peraltro ben riscontrabili
nelle stesse descrizioni degli scavi ottocenteschi, vedi nota 24, unità F.
6
NSc 1880, p. 33.
7
NSc 1880, p. 34.
8
NSc 1880, p. 494-496 : la descrizione corrisponde al rapporto redatto dal-
l’ingegnere dello scavo, L. Fulvio.
9
La struttura è indizio della presenza nell’edificio di un piano superiore.
10
NSc 1881, p. 28.

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media un quadrato di 34 metri di lunghezza per 32 di larghezza. In media


si sono abbassate le terre di metri 2,75, né si è potuto arrivare sul suolo an-
tico, perché si trova l’acqua... In questo spazio si sono scoperte 20 stanze,
delle quali 15 erano costruite colle volte a travi, e 5 colle volte di fabbrica.
In tre stanze vi erano gli ammezzati, e due balconi pensili sporgenti su di
un vicoletto. Due delle dette stanze sono dipinte alla maniera dell’ultima
epoca romana, mentre le altre sono di semplice intonaco e rustiche. Vi so-
no tre scalinate per salire alle stanze superiori. Si sono scoperti poi 36
scheletri umani poco conservati, con tutti gli oggetti descritti avanti. Stan-
do queste fabbriche in linea retta colla porta Stabiana, può benissimo con-
getturarsi che i fuggenti da Pompei, coi loro oggetti preziosi, andassero a
cercare scampo in questo sobborgo, avvicinandosi al mare. Nel suolo adia-
cente a tali fabbriche notasi un avvallamento, ove può credersi corresse
qualche ramo del Sarno, il quale straripando, chiuse ai Pompeiani ogni via
di salvezza».
Tra il 29 gennaio e il 7 febbraio dello stesso anno sono rinvenuti altri
quattro scheletri con ori e monete11.
Ancorché fedele la descrizione ed efficace lo sforzo interpretativo, atti
ad offrire una visione organica dei luoghi (il corso del fiume) in rapporto
agli edifici rinvenuti (il quartiere presso il Sarno) con le loro caratteristiche
e la loro articolazione, non sono fornite dal Fiorelli ulteriori indicazioni, di
natura topografica, utili ad una più puntuale localizzazione dei complessi
descritti. Tuttavia il quadro presentato contiene elementi e dati che induco-
no all’individuazione di un ampio settore periferico caratterizzato, in una
prima fase, da una pianificazione dell’edilizia12, espressione diretta del rias-
setto territoriale di fine III-inizi II sec. a.C., imperniato sull’accresciuta im-
portanza dell’asse extraurbano della via Stabiana13, in relazione ai bisogni
del traffico fluviale, con approdi e magazzini lungo il fiume, e col conse-
guente sviluppo di un avamposto verso il porto marittimo.
Dello stesso quartiere fluviale, al pari, è offerto nelle descrizioni otto-
centesche il quadro, popolare e degradato, dell’edilizia dell’ultima fase14, in

11
NSc 1881, p. 64-66.
12
Le descrizioni del Fiorelli sull’organizzazione urbanistica del quartiere sem-
brano riflettere un impianto ortogonale, determinato dall’incrocio ad angolo retto di
vicoli che separano isolati di forma allungata : cfr. NSc 1881, p. 28-29.
13
Per osservazioni sul riassetto territoriale collegato all’affermarsi della produ-
zione vinicola tra la fine del III e gli inizi del II sec. a.C. cfr. S. De Caro, Lo sviluppo
urbanistico di Pompei, in Atti e memorie della Società della Magna Grecia, terza serie
I, 1992, p. 86-87.
14
Un confronto immediato è con Ostia e con il ruolo assunto, a partire dall’età
augustea, di città di traffici e sobborgo portuale di Roma : cfr. C. Pavolini, L’aspetto

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atto al momento dell’eruzione del 79, fase segnata dalla subentrata, diffusa
necessità di utilizzare gli spazi, sviluppando le costruzioni in senso vertica-
le, mediante interventi di frazionamento e suddivisioni interne, e incre-
mentando le nuove destinazioni d’uso, volte presumibilmente alla ristora-
zione nei piani inferiori e all’accoglienza in quelli superiori.
Recentemente si è tentato di localizzare, integrandoli con dati recen-
ti, i vecchi ritrovamenti in località Moregine15, restituendo la struttura
del quartiere ed ipotizzando, oltre alla direttrice nord-sud della via Sta-
biana nel suo prolungamento extraurbano, un asse di collegamento est-
ovest con le vie del mare, asse che attraversa il complesso di edifici ed in
funzione del quale troverebbe giustificazione l’esistenza del quartiere
stesso (fig. 1).
Nel 1999 saggi archeologici, condotti dalla Soprintendenza archeolo-
gica di Pompei in previsione della realizzazione della terza corsia auto-
stradale16, avevano evidenziato in località Moregine, nei pressi dell’omo-
nimo sottovia, strutture murarie di epoca romana, inedite, oggetto l’anno
seguente di scavo sistematico (edificio 2)17. L’edificio messo in luce risul-
ta localizzato nel cuore del quartiere sul Sarno18 (fig. 2), e il recente sca-
vo ha confermato quanto sopra evidenziato per gli scavi ottocenteschi,
relativamente all’esistenza di impianti più antichi, dei quali è testimo-
nianza l’ambiente decorato in I stile (n. 22 della pianta dell’edificio), e
relativamente alle trasformazioni strutturali e funzionali, strettamente
connesse con le dinamiche economiche e sociali delle mutate condizioni

della città : vie e quartieri. Ostia e il mare, in La vita quotidiana a Ostia, Roma-Bari,
1996, p. 201-202.
15
M. Mastroroberto, Pompei e la riva destra del Sarno, in A. De Simone e S. C.
Nappo (a cura di), Mitis Sarni Opes, Napoli, 2000, p. 25-32, fig. p. 142-143.
16
M. Mastroroberto, Attività dell’Ufficio scavi di Pompei. Suburbio meridionale,
in RivStPomp, 10, 1999, p. 182-185.
17
Lo scavo è stato effettuato nell’ambito dei lavori di «Indagine archeologica e
saggi in località Moregine nel Comune di Pompei», nel corso dei quali è stata previs-
ta in prima istanza l’esplorazione del c.d. «edificio delle tavolette cerate», già par-
zialmente messo in luce nel 1959 : per lo scavo del c.d. hospitium con annesse terme,
che viene indicato come «edificio 1», avendo costituito in ordine cronologico il pri-
mo oggetto di scavo sistematico nell’ambito dei lavori di cui sopra, cfr. Mitis Sarni
Opes cit., in particolare M. Mastroroberto, Pompei e la riva destra del Sarno, ibid.,
p. 32, n. 20; M. Mastroroberto, Attività dell’Ufficio scavi di Pompei. Suburbio meri-
dionale cit.; S. C. Nappo, Nuova indagine archeologica in località Moregine a Pompei,
ibid., p. 185-190.
18
M. Mastroroberto, Pompei e la riva destra del Sarno cit., p. 32, n. 25, fig.
p. 142-143.

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Fig. 1 – Planimetria del territorio pompeiano con localizzazione della città, del
quartiere sul Sarno e del porto marittimo.

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Fig. 2 – Pianta dell’edificio 2, rinvenuto nei pressi del sottovia Moregine.

della vita cittadina, manifestamente tradotte nell’architettura convulsa e


arbitraria dell’ultima fase (fig. 3), e rispondenti ad un processo di accre-
scimento delle unità abitative in direzione ovest, ovvero dalla via Stabia-
na verso l’area portuale.
Segmento19 di un più esteso caseggiato d’affitto, con cauponae affac-

19
L’edificio è posizionato lungo la carreggiata nord dell’autostrada Napoli-Sa-
lerno, nei pressi del sottovia Moregine. Orientato in direzione NE-SO, dista circa 650
m dalla Porta di Stabia, ed è verosimilmente localizzato lungo il lato meridionale
della strada che, in epoca romana, dall’incrocio con la via Stabiana menava a ovest,
verso il porto. Dell’edificio sono stati evidenziati i limiti settentrionale e meridionale,
mentre i lati orientale e occidentale proseguono rispettivamente sotto l’attuale via
Moregine e sotto il rilevato autostradale.

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Fig. 3 – Settore orientale dello scavo ripreso da nord.

ciate sulla strada e camere al piano superiore, con ingresso indipendente e


collegate mediante scale in legno o in muratura, ospitava anche una sede
amministrativa, certamente al servizio di una delle diverse funzioni por-
tuarie e commerciali, come starebbe ad indicare una pittura, recuperata
dal crollo del piano superiore nell’angolo nord-ovest dello scavo, e raffigu-
rante una scena del solenne sacrificio dei suovetaurilia, dal tono e dallo sti-
le popolare, posta a protezione dell’attività pubblica colà svolta.
L’ubicazione del quartiere lungo una delle principali arterie extraur-
bane verso il fiume e il porto e per questo via di fuga preferenziale nei gior-
ni della catastrofe del 79 d.C., ha consentito, nel corso dei vari scavi nella
zona, il ritrovamento di numerosi individui, nella gran parte rinvenuti rifu-
giati all’interno o nei pressi degli edifici scavati 20, alcuni dei quali recanti
monili e monete. Anche il recente scavo ha restituito, tra gli scheletri uma-
ni recuperati, quello di una donna 21 che recava con sé monili d’oro e tre

20
NSc 1880, p. 495, 496, 497; NSc 1881, p. 28, 29, 65; NSc 1901, p. 426, 428, 429,
430, 431, 433, 436.
21
Cfr. Mastroroberto, Pompei. Amanti in fuga da Murecine. Gli splendidi gioielli
trovati accanto alla donna negli scavi dell’antica osteria, in Archeo, XVII, 4 (194), 2001,
p. 8-13. Si tratta di una donna in quanto l’individuo al momento del ritrovamento in-

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monete 22, forse in fuga dalla città verso il porto, o forse riparatasi dalla piog-
gia mortale di lapilli in uno degli stessi ambienti (il n. 8 della pianta dell’edi-
ficio) da lei abitualmente frequentati, e che l’eccezionale iscrizione apposta
all’interno di una delle armille indossate, DOMINVS ANCILLAE SVAE, qualifi-
cherebbe come schiava 23.
Rinvenuta, sotto il crollo del piano superiore, supina sul pavimento del
piccolo vano 24 accanto ad un secondo individuo, era ornata alle braccia di

dossava una parte dei monili. Inoltre i primi risultati delle analisi antropologiche, ef-
fettuate recentemente da M. e R. Henneberg, danno indicazione di un individuo di
sesso femminile, dell’età di circa trent’anni.
22
A differenza dei monili rinvenuti in parte indossati, in parte raccolti in un sac-
culus, le monete sono state ritrovate sparse lungo il fianco della donna, scivolate ve-
rosimilmente dalle mani della stessa. Si tratta di due denarii aurei e di un dupondio,
di cui si fornisce di seguito la descrizione :
1 – Denario aureo di Vespasiano
Inv. 81590. Oro, diam. cm 2, gr 7,3.
Zecca : Roma. Data : 75-79 d.C.
D/ Testa laureata di Vespasiano a d. IMP CAESAR VESPASIANVS AVG
R/ Fortuna stante a s., su un basso altare, recante nella mano d. un timone e nella s.
una cornucopia. FORTVNA AVGVST
Per il tipo cfr. H. Mattingly, Coins of the Roman empire in the British Museum, II,
Londra 1976, p. 49, n. 275.
2 – Denario aureo di Vespasiano
Inv. 81591. Oro, diam. cm 2, gr 7,3.
Zecca : Roma. Data : 75-79 d.C.
D/ Testa laureata di Vespasiano a d. IMP CAESAR VASPASIANVS AVG
R/ Pace seduta su trono a s. con ramo nella mano d. e scettro nella mano s. PAX
AVGVST
Per il tipo cfr. H. Mattingly, Coins of the Roman empire cit., p. 49, n. 280.
3 – Dupondio di Vespasiano
Inv. 81592. Oricalco, diam. cm 3,1, gr 16,5.
Zecca : Roma. Data : 77-78 d.C.
D/ Testa laureata di Vespasiano a d.
R/ Pace stante a s., recante nella mano d. un ramo e nella s. una cornucopia; ai due
lati S C.
Per il tipo cfr. H. Mattingly, Coins of the Roman empire cit., p. 172, n. 732.
23
Sulla pratica della prostituzione in esercizi pubblici destinati a ristorazione e
alloggio cfr. P. G. Guzzo e V. Scarano-Ussani, Veneris figurae. Immagini di prostitu-
zione e sfruttamento a Pompei, Napoli, 2000, p. 12-17.
24
Il piccolo vano (n. 8, unità D) in cui sono stati rinvenuti gli individui è ubicato
sul retro di una caupona dell’«edificio 2», al piano inferiore del complesso. L’esplora-
zione del complesso (che viene indicato come «edificio 2» essendo stato scavato suc-
cessivamente all’«edificio 1» : vedi nota 17) ha consentito la messa in evidenza di una
frazione del settore sud-orientale del quartiere extraurbano sul Sarno. Tale frazione
allo stato non può essere considerata un isolato, essendo insufficienti gli elementi per
configurare il complesso scavato secondo il modulo urbano di insula : per i limiti del-

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I RECENTI RINVENIMENTI A MOREGINE 961

armille a corpo di serpente, di un anello di semplice fattura alla mano sini-

lo scavo dell’«edificio 2» vedi nota 19. La descrizione dell’«edificio 2» che segue è sta-
ta redatta, nel febbraio del 2001, prima della conclusione dei lavori e dunque della de-
finitiva sistemazione dei dati di scavo, da S. C. Nappo, che con A. De Simone e la scri-
vente ha condiviso la responsabilità scientifica dello scavo, realizzato nell’ambito del
progetto «Indagine archeologica in località Murecine a Pompei» in previsione dei lavo-
ri per la realizzazione della terza corsia dell’autostrada Napoli-Salerno. L’edificio si
presenta frazionato in unità abitative di dimensioni e caratteri differenti, indicate
nella pianta con lettere, e in singoli ambienti, indicati con numeri (vedi fig. 2).
Unità A
L’unità è costituita da un grande ambiente rettangolare, preceduto da uno di di-
mensioni minori, antistante, non esplorato a causa della vicinanza del rilevato auto-
stradale. Le pareti sono ricoperte da intonaco chiaro misto a polvere di cocciopesto,
con zoccolatura rilevata molto alta. Il pavimento in cocciopesto, grossolano, è occupa-
to nell’angolo sud-occidentale da una bocca di cisterna protetta da un bordo a bauletto.
Al centro della parete nord, al di sotto dell’intonaco, si nota una porta, murata, che
conduceva, in una fase precedente, all’ambiente 8; a destra della parete sud, una fines-
tra, che conserva ancora le tracce della grata di chiusura, risulta obliterata dall’esterno.
Il grande ambiente è sormontato da un piano superiore, non pertinente, in quanto rag-
giungibile da nord e non collegato all’ambiente sottostante. I muri conservano ancora
chiaramente i fori irregolari della travatura di sostegno. L’ambiente non ha restituito
alcun oggetto e non presenta tracce di vita domestica : non è improbabile un suo uso
come deposito o retrobottega. All’esterno del settore sono due banconi di cottura.
Unità B
L’unità è costituita dagli ambienti 12 e 11. Il primo è una sorta di corridoio con
la parete sinistra che si incurva per consentire un piccolo ma scomodo passaggio al-
l’ambiente successivo. Il corridoio non presenta a sud tracce di porta, quindi costi-
tuisce il percorso obbligato per raggiungere a nord il piccolo accesso. A sud, appog-
giato al muro di destra, si è rinvenuto, oltre ad alcune anfore, un particolare opaion
fittile, costituito da un unico pezzo pari a due tegole poste di lungo, con alette e con
apertura al centro ad angoli arrotondati. L’ambiente 11 era sicuramente caratterizza-
to da un piano superiore, data la presenza della scala in muratura appoggiata al mu-
ro occidentale. Nulla si può dire dell’elevato, in quanto un vecchio edificio moderno
lo ha in buona parte utilizzato per ricavarne una vasca per acque reflue. Anche in
questa unità non si sono riscontrati segni di decorazione, ad eccezione del sottile
strato di intonaco bianco. Data la scarsezza di elementi è difficile supporre la desti-
nazione d’uso di questi ambienti, ipotizzabili come piccola dimora d’affitto.
Unità C
L’unità è relativa al piano superiore al di sopra dell’ambiente 1, raggiungibile da
nord grazie alla scala ricavata nello stretto vano 6 e al lungo corridoio 3, retto da tra-
vicelli con il pavimento in cocciopesto in buona parte ancora conservato. La parte
domestica vera e propria, corrispondente all’ambiente 1, con pavimento in coc-
ciopesto poggiante su tavolato e travi di forma varia, era costituita da due stanzette
divise da uno stretto tramezzo in muratura e comunicanti grazie ad una porta sul la-
to meridionale. Nella stanzetta di fondo sono state rinvenute due anfore vinarie pog-
giate agli angoli. Non ci sono decorazioni di sorta. In base al tipo di ingresso in-
dipendente aperto a nord, è molto probabile che si tratti di stanze da affittare a terzi.

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stra e, dietro la nuca, di un piccolo accessorio a catenella, con presumibile

Unità D
L’unità, formata dagli ambienti 7, 10, 8, 9, 2 e 21, è da intendersi come caupo-
na : molti sono gli elementi che lo fanno supporre. L’ingresso si apriva a nord ed era
preceduto da un portichetto, come fa ipotizzare un pilastro rettangolare posto di
fronte all’ingresso. L’ambiente 7 funge da vestibolo e sala d’attesa, viste le due basse
panche ricoperte di sottile cocciopesto e disposte lungo le pareti, affrescate con una
semplice decorazione di IV stile a fondo giallo. Particolare curioso è la presenza nel-
l’angolo nord-ovest di una bocca di cisterna. Da questo si passa all’ambiente 10 in
cui, lungo le pareti nord, sud ed est sono disposti tre letti tricliniari in legno (fig. 4),
mentre nell’angolo nord-ovest è disposta una mensa in muratura. I letti tricliniari, in
gran parte recuperati, sono costituiti da semplici tavole incrociate su piedi di legno
modanati. Sotto quello occidentale sono state rinvenute 5 suole di calzari di legno.
La parete ovest è caratterizzata da 5 nicchie identiche da considerare come reposito-
ria, dato che entro di loro sono stati trovati piatti e fritilli. Il pavimento è in coc-
ciopesto, mentre le pareti sono decorate in IV stile, con zona mediana gialla e zona
superiore bianca, vivacizzate da semplici architetture fantastiche che ripartiscono le
pareti. A sud di questo si apre l’ambiente 8, dove sono state rinvenute due vittime
dell’eruzione, morte sotto il crollo del piano superiore, delle quali una recante un te-
soretto di gioielli e monete. Anche le pareti di questo ambiente sono decorate in IV
stile, dello stesso tipo del precedente. Ad est si apre un ambiente stretto e lungo, il 9,
che gira ad angolo retto verso sud. Da questo si accede a un sottoscala, subito a si-
nistra, ad una dispensa, 2, caratterizzata da ripiani retti da travetti squadrati, e ad
una cucina con latrina, in fondo al corridoio. Là dove il corridoio fa ad angolo, è un
recettore di acque piovane raccolte dalle terrazze superiori. Il piano superiore, rag-
giungibile da una scala inserita nel vano ad est dell’ambiente 10, è costituito da una
terrazza con un pavimento di ciottoli di fiume, posta in corrispondenza dell’am-
biente 7, da un ambiente con pavimento di buon cocciopesto, molto probabilmente
scoperto, posto in corrispondenza dell’ambiente 10, e da una stanza in corrisponden-
za dell’ambiente 8. L’ambiente 21, molto grande, è attualmente in corso di scavo.
Unità E
Tra le varie unità abitative, per gli spazi che si distribuiscono sia al piano terra
che al piano superiore, è la più grande e anche la più articolata, probabilmente ac-
cresciuta in ampiezza con il tempo e formata dagli ambienti 3, 4, 5, 5b, 17, 18, 14.
Anche questa unità fungeva da caupona ed era raggiungibile sia da sud, attraverso il
piano inferiore dell’ambiente 3, sia da nord, dove presumibilmente era un’ampia
area scoperta 5b. L’ambiente 4 fungeva da sala tricliniare con tre letti in muratura,
abbastanza rozzi e irregolari. La scala di legno, addossata alla parete est, conduceva
ad una pergula che a nord permetteva di accedere ad un grande ambiente, 5, soste-
nuto da pilastri (fig. 5) e che senza dubbio era quello più curato e ricco dell’intero
edificio. Le pareti sono affrescate con decorazioni di IV stile con zoccolo nero, pan-
nelli a fondo giallo riquadrati da semplici architetture fantastiche e da bordi di tap-
peto, al centro dei quali sono rappresentati in volo geni con diversi attributi (fig. 6).
Entro la parete nord era stata ricavata una nicchia, nella quale si sono rinvenuti una
statuetta fittile, raffigurante un personaggio togato, ed un brucia-essenze fittile. Il
pavimento, in fine cocciopesto, era decorato al centro con un grande emblema ret-
tangolare di opus sectile di marmi policromi. In questo ambiente, inoltre, è stato re-

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I RECENTI RINVENIMENTI A MOREGINE 963

Fig. 4 – Ambiente 10 con letti tricliniari di legno.

Fig. 5 – Pilastri in opera vittata mista, sorreggenti l’ambiente 5.

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Fig. 6 – Crollo della parete ovest dell’ambiente 5.

Fig. 7 – Scena di sacrificio.

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I RECENTI RINVENIMENTI A MOREGINE 965

Fig. 8 – Il dupondio e i due aurei di Vespasiano.

funzione di fermavelo; al fianco destro era un ricco tesoretto di monili, am-

cuperato anche un buon corredo di oggetti, di vetro e fittili, in gran parte poggiati su
una trapeza marmorea, posta nell’angolo sud-ovest. Il piano sottostante, 5b, è ri-
coperto da una semplicissima lavapesta : da qui si accede all’ambiente 14 attraverso
un sottoscala e al piano superiore mediante una scala addossata alla parete meridio-
nale. Nell’ambiente 14 è stata rinvenuta una lucerna invetriata, conformata a satiro.
Di particolare interesse appare l’affresco posto sulla parete nord esterna dell’am-
biente 5 al piano superiore : la decorazione è stesa nella parte inferiore con i tratti
della pittura popolareggiante e rappresenta una scena di suovetaurilia, davanti ad un
edificio in opera quadrata e al cospetto di personaggi togati (fig. 7).
Unità F
L’unità è formata dagli ambienti 15, 13 e 12 : si trova nel settore nord-est dello
scavo, ai limiti dell’area esplorata e non è possibile definirne la reale consistenza.
Molto probabilmente l’ingresso avveniva da sud, dall’ambiente 15, si accedeva poi al-
l’ambiente 13 che presenta una scala a due rampe su una struttura con volte a botte.
Da questo ambiente, grazie ad una porta a desta della parete nord, si accedeva al-
l’ambiente 22, di grande interesse, poiché presenta una decorazione di I stile, con
cornice di stucco aggettante e lesene rilevate, che ripartiscono le pareti. L’ambiente è
attualmente in corso di scavo.
Unità G

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mucchiati perché contenuti in un sacculus, costituito da una coppia di ar-


mille a semisfere e da una seconda coppia di armille a castone liscio, una
collana a maglie con pendente, un lungo laccio, due anelli; sparsi lungo il
fianco un dupondio e due denarii aurei di Vespasiano (fig. 8).

Marisa MASTROROBERTO

Poco possiamo dire di questa unità, in quanto si trova nell’angolo sud-ovest;


tuttavia è rilevante perché, nell’esiguo spazio esplorato, si è individuata una serie di
nicchie decorate in finto marmo con suppellettile fittile.

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