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Il mio muro

Tutti prima o poi si trovano dinnanzi a difficoltà, “muri” da sorpassare nella vita. È un aspetto naturale della
vita e bisogna imparare ad accettarlo, perché solo dopo aver superato questi “muri” si può provare la
soddisfazione di essere usciti vincitori. Anch’io, come la maggior parte dei miei coetanei, ho affrontato delle
difficoltà che pensavo insuperabili. Il muro che sono più fiero di aver scavalcato è quello del pessimismo. Il
periodo più difficile della mia vita è infatti stato quello delle medie, in cui sono stato catapultato in un
ambiente completamente sconosciuto con tante persone a me ignote. Alle elementari avevo come punto di
riferimento un amico di infanzia, purtroppo però le nostre strade si sono dovute separare e mi sentivo
perso. Quando entrai nella classe per la prima volta e vidi tutti quei bambini parlare e ridere fra di loro, fu
proprio allora che venni circondato da muri altissimi. Ero come un pesce fuor d’acqua, privo di argomenti di
cui parlare e soprattutto senza il coraggio necessario per socializzare. Perciò mi limitai a sedermi in un
angolino, isolato dal resto della gente. Passai molti giorni in questo modo, divorato dalla timidezza e
dall’angoscia. “Non vogliono parlarmi” pensavo, “e anche se volessero, non avrei nulla da dire”. Il muro
creatosi continuava a crescere e crescere, condito da svariati altri problemi personali. I giorni a scuola
diventavano sempre più lunghi e strazianti. Il momento più orribile era la ricreazione, quando tutti i miei
compagni andavano in altre classi a trovare i loro amici, lasciandomi nella classe da solo. In quel tempo mi
domandavo spesso il perché nessuno volesse parlarmi, dandomi risposte sempre più negative e cattive. Mi
sentivo uno scarto. Ma un giorno tutto cambiò: per la prima volta un mio compagno si avvicinò per tentare
di parlarmi. “lo sta facendo per pena”. “non sei all’altezza”. “Fai schifo”. Tutto questo mi giunse in mente,
facendomi quasi perdere la voglia di anche solo scambiare qualche parola. Ma fra tutte queste paranoie e
insicurezze, in un lampo mi decisi: è ora o mai più. Presi coraggio e con tutta la forza mentale che
possedevo mischiato all’aiuto del mio compagno riuscii a superare il muro, ma che dico, la montagna che
mi attanagliava. Quel giorno parlammo per ore e ore e ben presto diventammo migliori amici. Da allora mi
promisi di essere sempre ottimista, di cominciare ad accettarmi e soprattutto di aiutare le persone che vedo
essere nella mia stessa situazione. Mano a mano riuscii a socializzare con tutti i miei compagni e finalmente
capii quanto fosse importante tralasciare per un attimo i problemi attorno a me per focalizzarmi nel
divertirmi con degli amici. Ancora oggi ho i miei tempi nell’aprirmi con altre persone ma visto e considerato
il mio punto di partenza sento di aver fatto un lavoro grandioso e sono più che fiero di me stesso. Spero di
mantenere per sempre un’aura ottimista che riesce a infettare gli altri e farò del mio meglio per non
lasciare che l’ansia e la negatività riprendano il controllo sulla mia mente.

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