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Le parole che non ti ho detto ….

Svolgimento 
Caro Matteo,
Il nostro rapporto è stato sempre strano. Soprattutto quando io andavo alle medie,
c’erano giornate intere in cui le uniche interazioni che avevamo erano per gridarci
contro. E gli anni passavano, ma la situazione rimaneva uguale: fino alla terza
media, non contavo neppure di avere un fratello. Tutte le volte che mi hai deriso,
tutte le volte in cui mi hai allontanato dai tuoi amici, tutte le volte che hai ignorato le
mie rare richieste d’affetto. Può sembrare banale, ma quando tutte queste cose
provengono da tuo fratello e si susseguono per anni, e anni, e anni…cominciano a
ferire. E questa ferita si apriva e si apriva, finchè fortunatamente sei cambiato.
Durante il periodo del primo liceo, quando più di ogni altra volta avevo bisogno di
qualcuno che mi sorreggesse, ci sei stato. Hai cominciato a parlarmi più spesso,
abbiamo cominciato a chiacchierare del più e del meno, ci siamo scambiati le
nostre passioni… insomma, ho cominciato a pensare di avere davvero un fratello.
Non sono una persona che si fida subito, e normalmente dopo tutti questi anni di
venire maltrattato da una persona non mi aprirei mai a lei. Ma, come è facile
immaginare dato che condividiamo lo stesso sangue, dal primo momento in cui ho
notato il suo cambiamento ho riposto la mia fiducia in lui. In tutti questi anni ho
sempre sognato di avere un fratello migliore, e ora che l’occasione perfetta mi
stava apparendo davanti gli occhi non potevo sprecarla. Piano piano il nostro
rapporto continuava a saldarsi e fortificarsi, finchè il lockdown, al contrario delle
aspettative, ci ha uniti ancora più di prima. L’inizio della quarantena non è stato per
nulla facile. Stavo sempre chiuso in camera mia, avevo gli orari più che sbalzati e in
generale stavo diventando sempre più scontroso e sedentario. Avevo toccato il
fondo del pozzo, ma grazie a te sono riuscito risalire. Ogni volta che mi sgridavi per
stare troppo tempo al telefono, ogni volta che mi svegliavi presto per portare fuori il
cane, ogni volta che mi provocavi per farmi alzare da quel dannato letto… Ai tempi
non capivo il motivo dietro queste azioni, e pensavo che lo facessi solo per darmi
fastidio. Ma non è passato molto tempo per capire finalmente: tu non mi hai mai, e
dico mai, detto esplicitamente “ti voglio bene” né mi hai mai dato un abbraccio.
Questo semplicemente perché non è il tuo modo di esprimerti. In tutti gli esempi
che ho fatto, quello che implicitamente stavi cercando di dirmi è: “ti voglio bene,
non voglio vederti ridotto in questo stato”. Pensando a questa cosa mi impegnai
ogni giorno di più per ritornale al mio normale stile di vita, e una volta tornato alla
normalità notai che anche tu eri molto più felice. Da lì il nostro rapporto ha
continuato a crescere molto velocemente, ma quando raggiunse l’apice una
terribile realtà mi scosse. Prima del lockdown lo pensavo come un momento
lontanissimo e quasi irraggiungibile, ma quel momento è arrivato: hai fatto i bagagli
e te ne sei andato da casa per l’università. Proprio ieri ho passato il primo giorno
senza di te, e solo ora mi accorgo quanto sei importante per me e quante cose non
ti ho mai detto. Chissà se avrò mai il coraggio di dirtele, di dirti quanto sono fiero di
te per esempio. Di dirti quanta influenza, negativa e positiva, hai avuto su di me. Di
dirti quanto diamine si svuota la casa quando non ci sei. Di dirti quanto mi mancano
i nostri discorsi. Di dirti che se ora ho la migliore qualità che qualcuno possa mai
avere, ovvero una mentalità aperta, è solamente grazie a te.
Ti voglio bene Matteo, e te ne vorrò sempre, qualunque cosa accada.

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