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VIRTU’ E VIZI

(Le virtù cardinali, le virtù teologali e i rispettivi contrari)

COS’E’ UNA VIRTU’


è la capacità di una persona di compiere un certo atto in maniera ottimale, di
essere virtuoso come “modo perfetto d’essere”.

Le virtù cardinali sono delle virtù umane e costituiscono i pilastri di una vita
dedicata al bene. Mettendo in pratica queste virtù si regola il proprio
comportamento e possono sia essere dono di Dio o acquisite con la pratica. Le
virtù cardinali sono 4: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.

1) PRUDENZA
La prudenza è il corretto modo di agire, definita anche «saggezza pratica».
Grazie alla virtù della prudenza applichiamo valori morali ai casi particolari
senza sbagliare e superiamo i dubbi sul bene da compiere e sul male da
evitare.

2) GIUSTIZIA
La giustizia è la volontà tradotta in azione e di riconoscere a ciascuno ciò che
gli è dovuto.

3) FORTEZZA
La fortezza indicata anche come coraggio assicura, nelle difficoltà, la fermezza
e la costanza nella ricerca del bene. La fortezza è la capacità di non
scoraggiarsi dinanzi ai contrattempi e di andare

4) TEMPERANZA
La temperanza si esprime attraverso la pratica della moderazione; essa
rende capaci di equilibrio nell’uso della materia. Occorre allora un impegno che
alleni la volontà e l’intelligenza ad evitare e a valutare ciò che può nuocere alla
propria persona . Per il Catechismo della Chiesa Cattolica: «La temperanza
è la virtù morale che modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio
nell’uso dei beni creati. Essa assicura il dominio della volontà sugli istinti e
mantiene i desideri entro i limiti dell’onestà.»
Le virtù teologali Per i cristiani le virtù teologali sono quelle virtù che riguardano Dio.
Nella dottrina della Chiesa cattolica queste virtù, a differenza delle virtù cardinali, non possono
essere ottenute con il solo sforzo umano, ma sono infuse nell’uomo dalla grazia divina. Le virtù
teologali sono 3: fede, speranza e carità
San Paolo scriveva così nella Lettera ai corinzi:
« Queste dunque le tre cose che rimangono:
la fede, la speranza e la carità;
ma di tutte più grande è la carità! » (1 Corinzi 13,13)

1) FEDE
Il significato principale della parola “fede” : si riferisce a colui che ha fiducia,
che confida, che si affida, la cui persuasione è salda. La parola greca può
anche essere intesa nel senso di “fedeltà”.
La fede è la virtù per la quale l’uomo crede in Dio e a tutto ciò che egli gli ha
rivelato.

2) SPERANZA
La speranza è la virtù per la quale l’uomo desidera e aspetta da Dio la vita
eterna riponendo la sua fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandosi
“all’aiuto dello Spirito Santo” per meritarla e preservarla sino alla fine della vita
terrena. (Dal catechismo della chiesa cattolica)
La speranza è anche una “consolazione ” che quando siamo afflitti da difficoltà
ci spinge a superare la paura e ad avere speranza in un bene futuro che rimedi
al male che ci ha colpito.

3) CARITÀ
Nel cristianesimo il termine “carità” rappresenta l’amore nei confronti degli
altri. Attraverso la carità, l’uomo realizza il comandamento dell’amore lasciato
da Gesù Cristo ai suoi discepoli.

Eliminando le virtù si generano i vizi che sono il contrario


delle virtù.

La mancanza di prudenza può generare stoltezza


La mancanza di giustizia può generare ingiustizia
La mancanza di fortezza può generare incostanza
La mancanza di temperanza può generare ira
La mancanza di fede può generare infedeltà
La mancanza di speranza può generare disperazione
La mancanza di carità può generare invidia

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