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Paolo d’Achille, L’italiano in cammino (I); Lorenzo Tomasin, Italiano antico e italiano d’oggi; Riccardo Tesi, L’italiano come lingua nuova. Aspetti del rinnova-
mento linguistico dall’Anticrusca di Paolo Beni (1612) all’età manzoniana; Francesco Sabatini, I ganci della continuità; Notizie dell’Accademia. quesiti da: Marsa
Alam, Paolo Ballacci, Renzo Benati, Christian Bertozzi, Davide Braccini, Domenico Caringella, Cristian Ciccone, Giacomo Colomba, Giorgia de Cristofano, Bruno
Foldrini, Paolo Greppi, Alessandro Gui, Sara Kelany, Antonino Maggio, Mirko Malatesta, Jacopo Marotta, Duilia Mondino, Bruno Moreno, Adolfo Nastasi, Laura
Pacciarella, Sandro Pellegrini, Anna Pescatore, Stefano Radiconcini, Gabriella Torano, Maria Paola Zonari, risposte di: Federico Bambi, Paolo Carnevale, Vittorio
Coletti, Paolo D’Achille, Claudio Giovanardi, Edoardo Lombardi Vallauri, Franco Lurà, Raffella Setti, Salvatore Claudio Sgroi, Anna M. Thornton. spigolature
L’ITALIANO IN CAMMINO (I) dendo con esso il complesso dei volgari medie-
vali dell’area italo-romanza) per proporre, con
In questo numero della nostra rivista iniziamo un ricco corredo di esempi, una serie di tratti
ad affrontare il tema delle continuità e delle che lo differenziano dalla lingua attuale; Riccar-
discontinuità nella storia della lingua italiana. do Tesi, docente presso l’Università di Bologna,
Rispetto alle altre grandi lingue di cultura eu- tratta invece dell’italiano moderno, tra Seicen-
ropee, che hanno subito nel tempo un processo to e primo Ottocento, individuando, proprio nel
evolutivo che ha determinato profonde trasfor- momento del consolidamento e di espansione
mazioni a tutti i livelli dell’analisi linguistica, della norma, elementi di novità e, dunque, di
l’italiano è sempre stato considerato una lingua discontinuità rispetto al passato. Si affianca ai
che è cambiata poco nel corso dei secoli: nel- due contributi un testo di Francesco Sabatini,
le strutture fondamentali del sistema non si è che propone una breve, ma densissima riflessio-
avuta quella soluzione di continuità rispetto alla ne sul significato più profondo della continuità,
fase medievale che c’è stata in altre lingue, tan- affidata anche alla memoria poetica, con il suo
to che la comprensione dei testi del Trecento to- valore fondante della coscienza linguistica ita-
scano (in particolare le opere delle Tre Corone: liana (con tacito riferimento a Dante).
Dante, Petrarca e Boccaccio, autori di capola- La spigolatura curata da Riccardo Cimaglia
vori fondamentali nella storia della letteratura presenta un ampio passo di una lettera di Ugo
mondiale) non è preclusa ai lettori moderni. Foscolo, il quale, da saggista, dedicò all’italia-
Questa caratteristica dell’italiano è stata va- no molte pagine importanti, non sempre ricor-
riamente spiegata: fondamentale è stato il fatto date quanto meriterebbero: in questo caso (a un
che la linea vincente della questione della lin- anno dalla riapertura della Crusca da parte di
gua cinquecentesca risultasse quella arcaizzante Napoleone, nel 1811) il poeta propone le proprie
e classicistica di Pietro Bembo, che aveva eletto Negli ultimi anni, però, la stabilità e la con- idee per la predisposizione di un nuovo vocabo-
il fiorentino trecentesco (non quello contempo- servatività dell’italiano sono state messe almeno lario, dimostrando che la necessità di strumenti
raneo, che tra la fine del Trecento e nel corso parzialmente in discussione: da un lato l’appro- lessicografici di carattere scientifico era avver-
del Quattrocento aveva sviluppato vari tratti fondimento degli studi sull’italiano antico, cul- tita anche dagli scrittori. I grandi scrittori sono
innovativi) quale modello per l’uso letterario, a minati con la Grammatica curata da Giampaolo stati spesso, del resto, anche grandi linguisti.
sua volta punto di riferimento per le altre forme Salvi e Lorenzo Renzi (2010), ha documentato Completano il fascicolo, come sempre, le no-
di scrittura; da un altro lato va considerata la molte differenze sintattiche tra il volgare dei te- tizie sulle attività dell’Accademia, e le risposte
scarsa circolazione, per secoli, dell’italiano nel- sti antichi due-trecenteschi e l’italiano standard ai quesiti dei lettori, in questo caso dedicate so-
la comunicazione parlata, visto che il parlato è attuale; da un altro lato, in una prospettiva di prattutto a temi curiosi o particolari; segnalo
il motore del cambiamento linguistico; da un al- storia linguistica interna, sono stati evidenziate qui la risposta di Raffaella Setti alla domanda
tro lato ancora andrà ricordato che il fiorentino alcune novità sviluppatesi nell’italiano dal Sei- sul significato di tornata, perché si tratta di un
medievale che era alla base del modello scelto cento in poi; infine, specie dal versante dell’in- termine tuttora in uso proprio presso la nostra
si era allontanato dal latino meno di altri dia- segnamento scolastico, è stata segnalata la cre- Accademia.
letti italo-romanzi, rispetto ai quali si collocava scente difficoltà che incontrano oggi gli studenti Paolo D’Achille
anche in una posizione di medietà, che favori- nella lettura e nella comprensione dei testi della
va un po’ dovunque il suo accoglimento (meno nostra tradizione letteraria.
problematico rispetto a quello, per esempio, del Senza avere la pretesa di dire una parola de- ITALIANO ANTICO
siciliano a nord o del milanese a sud). finitiva su questioni così complesse e dibattute, E ITALIANO D’OGGI
Naturalmente, non tutti i tratti del fiorentino proponiamo, in questo e nel prossimo numero
medievale sono stati accolti nell’italiano mo- della nostra rivista (in cui il discorso proseguirà 1. Uno scarto culturale
derno e anche l’uso vivo di Firenze ha avuto un per arrivare fino all’epoca contemporanea), al- Come scriveva quasi due secoli fa uno dei fon-
certo peso nella stabilizzazione dell’italiano, sia cuni interventi che, da punti di vista diversi e datori della linguistica romanza, Friedrich Diez,
al momento dell’espansione della norma grazie con riferimento a fasi distinte della lunga storia «un italiano antico nel senso del francese an-
al Vocabolario degli Accademici della Crusca, dell’italiano, affrontano questa tematica: Loren- tico non si dà». Infatti, la lingua che Dante nel
sia, più tardi, con le scelte manzoniane, molto zo Tomasin, che insegna presso l’Università di De vulgari eloquentia chiamò d’oïl può essere
importanti al momento dell’unificazione politica. Losanna, si occupa dell’italiano antico (inten- legittimamente considerata come l’antenata di-
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do» (Dante, Purgatorio), «Havendu [voi] sem- e rema della frase sono allontanati da ampio ma- ciliano, volgarizzamento toscano della fine del
pri mercì di li nostri persuni [...] ricomandàmuni teriale interposto: «Lancialotto, quand’elli ven- Trecento).
alla vostra signuria» (Rebellamentu di Sichilia). ne forsennato per amore della reina Ginevra, sì Tra le congiunzioni subordinanti, s’incontra
Il gerundio può inoltre essere coordinato con andò in su la carretta» (Novellino); ma non sono spesso la causale introdotta dal tipo con ciò sia
un verbo di modo finito, in frasi come: «avendo rari i suoi impieghi anche in altri contesti sintat- cosa che (oppure: con ciò sia che, oppure: con ciò
disposto di fare una notabile e maravigliosa festa tici, nei quali pure non lo si troverebbe in italiano fosse cosa che) ‘poiché’, destinato a tramontare
in Verona, e a quella molta gente e di varie parti moderno: «Quig qe no cre’ morire, sì à molto nell’italiano moderno, divenendo anzi un con-
fosse venuta» (Boccaccio, Decameron); o anche faladho» ‘quelli che non credono di [dover] mo- trassegno di arcaismo: «conciosiaché dispregio e
con un infinito, in costruzioni come: «ne sareb- rire, sbagliano di grosso’ (Uguccione da Lodi). dizamore sia cosa quella che più forte odia core,
be gran biasimo […] veggendo la gente che noi Tra le preposizioni, merita di essere segnalato e pregio e amore che più forte ama» (Guittone
l’avessimo ricevuto prima, e ora […] così subi- l’uso di per come introduttore del complemento d’Arezzo); «conçoseacausa ke li vetrani vega
tamente di casa nostra e infermo a morte vederlo d’agente o di causa efficiente: «so’ quaranta e molte cause, plusor fiade li çoveni ve’ plu deli
mandar fuori» (Boccaccio, Decameron). otto, secondo ch’è posto per li savi» (Restoro vetrani» (Pamphilus volgarizzato, veneziano).
D’altra parte, l’infinito può essere coordi- d’Arezzo), «intanto voce fu per me udita» (Dan- Quanto ai meccanismi della subordinazione,
nato con una subordinata esplicita: «Adunque, te, Inferno). L’uso ricorda quello del francese uno dei tratti più caratteristici delle varietà italo-
perché venne a morte? Perché fossimo a tanto (anche moderno) par, ma probabilmente non si romanze medievali è costituito dalla paraipotas-
beneficio […] più ferventi, e muoversi ad amore tratta di un gallicismo, essendo più verosimile si, cioè dalla possibilità – oggi tramontata – di
verso Lui» (Franco Sacchetti, Sermone XLVIII). pensare a una sopravvivenza di un uso già atte- collegare frasi che intrattengono un rapporto di
stato nel latino. subordinazione con congiunzioni e nessi nor-
5. Avverbi e altri invariabili malmente impiegati per la coordinazione. Il ca-
Gli avverbi in -mente sono ancora trattati come 6. Sintassi del periodo so più frequente è quello in cui si abbia l’inizio
locuzioni bimembri, ossia -mente non ha ancora Una certa frequenza – destinata ad aumentare con gerundio «Ma dimorando per uno tempo, sì
lo statuto di mero elemento morfologico ma è ulteriormente fino al secolo XV – hanno nella che T[ristano] potea avere iii anni, e allora lo
usato come un elemento lessicale autonomo (è lingua antica le frasi dichiarative prive di com- re Meliadus sì prese un’altra moglie» (Trista-
l’ablativo latino mente ‘con animo’, ‘con atteg- plementatore (cioè dell’elemento introduttore no Riccardiano). Con l’etichetta di paraipotassi
giamento’), come mostra la possibilità, comune della completiva, che): «aspetando la elezion del relativa si indicano i casi in cui una frase reg-
ai volgari di tutta l’Italia medievale, di formare papa se fesse» (Milione veneto); «el papa dis- gente riprende, in forma appunto relativa invece
coppie avverbiali con un solo -mente (come è se volentieri le serverebbe» (Leggenda di mes- che autonoma, un referente presentato nella sua
ancora possibile in spagnolo): «rispuose loro ser Giovanni da Procida). Lo stesso fenomeno dipendente anteposta, come nel seguente esem-
villana ed aspramente» (Novellino); «che po- coinvolge anche il che delle relative: «chonside- pio: «Aveva costui un suo figlio d’età di diciotto
tessino vivere onorata e ientilemente» (Cronica rando quello lui podeva far» (ancora il Milione anni, e dovendo fra l’altre una mattina andare
d’Anonimo romano). veneto); «Isdegniamo, o più tosto indegniamo, a[l] palagio del podestà per opporre a un piato, e
Frequente è, in italiano antico, l’uso del cosid- noi indegni membri di sofferire quelle cose avendo dato a questo suo figliuolo certe carte e
detto sì rafforzativo, ossia marcatore di continu- gli appostoli, nostro corpo, la Chiesa e Cristo, che andasse innanzi con esse ed aspettasselo dal
ità tematica: lo si trova soprattutto quando tema nostro capo, non fuggiro…?» (Aventuroso ci- lato della badia di Firenze; il quale, ubbidiendo
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