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Jhoannes Brahms

Le quattro sinfonie di Brahms assumono la posizione di eredi di quelle Beethoveniane. Il grande modello si
avverte nell’uso cospicuo delle tecniche del contrappunto di stampo tradizionale e nell’estensione dello
sviluppo tematico in ogni parte della composizione. Tutte in 4 movimenti, le sinfonie di Brahms si attengono
agli stilemi del Classicismo Viennese. Contemporaneamente, però, sono contraddistinte da un’intensità e
varietà orchestrale e dal trattamento di dissonanze e modulazioni ai toni lontani molto elaborate, che sono
caratteristiche tipiche della musica del Romanticismo. Nell’orchestrazione Brhamsiana è da ricordare il
cospicuo utilizzo delle sonorità cupe di viole e violoncelli a cui spesso sono affidati dei temi intensamente
lirici, e la predilezione per il suono dei legni, in particolare del clarinetto. Una parte delle abilità del
contrappunto, gli derivò sicuramente dallo studio degli autori del passato, di cui Brahms poteva vantarne
una conoscenza molto ampia, forse la più vasta di tutti i colleghi contemporanei. Oltre alle sinfonie e alla
musica per pianoforte, Brahms si è distinto soprattutto per il repertorio cameristico con trii, quartetti,
quintetti e sestetti per archi.

Anton Bruckner

Un contributo essenziale del linguaggio sinfonico del secondo Ottocento fu dato dalle 11 sinfonie di
Bruckner, numerate a partire dalla terza per non superare di numero il mito delle 9 sinfonie di Beethoven,
considerato il padre della sinfonia ed inarrivabile per la bellezza e la grandiosità delle sue opere. Le sinfonie
di Bruckner conservano in linea di massima le forme classiche come ad esempio la ripartizione in 4
movimenti. Bruckner derivò principalmente dalla Nona sinfonia di Beethoven la sua concezione grandiosa
della forma sinfonica, massicciamente estesa fino a raggiungere proporzioni colossali; dalla nona di
Beethoven ricavò anche taluni procedimenti formali come la presentazione di motivi variati nei tempi lenti
e la citazione di temi dei movimenti precedenti nei movimenti finali. Il linguaggio sinfonico di Bruckner fu
influenzato anche dalla musica di Wagner, come è possibile vedere nell’organico orchestrale e in certi
procedimenti armonici e melodici.

Gustav Mahler

L’opera sinfonica di Mahler senza dubbio sembra riecheggiare le tensioni della grande crisi sociale e
spirituale che, nei decenni a cavallo tra Otto e Novecento, investirono l’Europa. Il mondo interiore di
Mahler appare dominato da un senso di angoscia esistenziale e di profondo malinconia che rispecchiano i
caratteri generali del ‘decadentismo’ movimento culturale e artistico di quel periodo. La vasta esperienza
direttoriale di Mahler si rivelò di grande importanza nella sua attività compositiva, soprattutto per quanto
concerne la definizione di una strumentazione tesa alla massima chiarezza. Lo comprova la preoccupazione
del compositore di apporre minutamente nelle sue partiture numerose prescrizioni espressive rivolte
principalmente al direttore d’orchestra. Nelle sue 9 sinfonie, Mahler sperimenta nuovi strumenti come
incudini, campane e campanacci, e utilizza anche nuovi espedienti timbrici come far suonare strumenti
tradizionali in registri insoliti, creando effetti particolari. In tutta la sua attività compositiva Mahler si è
sempre dimostrato curante di ogni minimo particolare interessato molto alla tradizione e ai temi popolari.
Nel terzo movimento della prima sinfonia, utilizza il motivo di Fra Martino, eseguito dal violoncello in
tonalità minore e viene trasformato in una marcia funebre. Come già detto in precedenza, Mahler amplia
l’organico orchestrale e raggiunge l’apice nell’ottava sinfonia, detta ‘dei mille’ appunto per l’imponente
organico utilizzato : 8 voci soliste, due cori misti e un coro di voci bianche, e un orchestra senza precedenti.
La sinfonia divisa in 2 movimenti inizia con la melodia dell’inno medievale Veni Creator Spiritus; il secondo
movimento è ispirato al Faust di Goethe.

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