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«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz,
"Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la
persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la
morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio,
ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati»
Sport e Shoah. Dai campi sportivi al
lager
https://www.youtube.com/watch?v=
hREbOQDlAw4
Era appena il secolo scorso – a volte la memoria
dimentica oltre che ingannare – in cui la libertà
vissuta su un campo di gioco all’improvviso prese la
forma e le misure del campo di torture e di lavoro,
chiuso dal resto del mondo da un filo spinato. Il
campo era un lager, nazifascista. E lì, tra i sei milioni di
vittime dell’Olocausto, tra grida nel vergognoso
silenzio, si consumò un ulteriore genocidio che non è
mai stato indagato fino in fondo, quello dello sport.
Una pagina nera, listata a lutto, che va sotto il nome
di Sport e Shoah che ora è anche il titolo del saggio
dello storico Sergio Giuntini, il quale parte subito da
un dato inquietante e ai più sicuramente ignoto: «Si
calcola che tra i sei milioni di vittime del nazifascismo,
il martirologio sportivo abbia causato la morte di
sessantamila atleti, di cui 220 di alto livello».
https://www.youtube.com/watch?v=BLCtQcI65jY
LA PROPAGANDA SPORTIVA
DEI REGIMI TOTALITARI