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Mitologia come scienza

Gli aspetti fondamentali del mito sono simili in ogni parte del mondo. Ad esempio
Giorgio De Santillana ed Herta Von Dechend (in Il mulino di Amleto) affermano che
la complessità della descrizione mitologica non ha nulla da invidiare alla
complessità della scienza attuale. Attraverso il mito si scopre un messaggio
importante per l'umanità che solo ora è possibile e necessario decifrare. L'autore
afferma infatti che sia necessario affrontare una lettura "su più livelli" del
mito. Ad esempio il Diluvio universale è un mito che si trova dovunque, in quasi
tutte le antiche mitologie, anche in popoli geograficamente molto distanti. La
prima ipotesi che si affaccia alla mente è che questo mito sia la descrizione di
un'alluvione avvenuta in tempi remotissimi, il cui racconto fu tramandato oralmente
e poi trascritto.

Alcuni studiosi tuttavia credono che un mito come quello del Diluvio potrebbe
essere molto più semplicemente nato dall'idea che le antiche popolazioni potevano
avere dell'acqua: è innegabile che molte immagini risultano avere la stessa valenza
in luoghi diversi (il fuoco e l'acqua la purificazione, il fulmine l'ira divina e
così via), pertanto è possibile che l'idea di un'alluvione talmente devastante da
costringere gli uomini a ricominciare da zero sia nata nelle diverse culture per
diverse esigenze. Secondo questa ipotesi, piuttosto che un evento reale raccontato
in modi diversi, le culture antiche avrebbero adattato una identica idea ai loro
interessi, ai loro scopi; bisogna considerare che anticamente gli uomini erano
molto più vulnerabili agli eventi naturali, e potrebbero aver scelto quasi
indipendentemente un'inondazione come evento catastrofico. D'altra parte il primo
Diluvio, raccontato nell'Epopea di Gilgamesh fu ripreso nell'Enuma Elish, e da qui
si diffuse nella cultura greca e in quella ebrea, e da lì in tutto il mondo
indoeuropeo.

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