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Consapevolezza e Spiritualità

L'effetto Maharishi
Fisica quantistica, coscienza e meditazione: come amplificare
il campo energetico e sperimentare più elevati livelli di
consapevolezza...

Marco Vignali - 04/12/2013

La fisica quantistica ci mostra come lo spazio non sia vuoto. Tutta la materia è
costituita da energia e si condensa nell’ uomo a livello della coscienza
individuale. Attraverso la meditazione possiamo amplificare il “campo”
energetico sperimentando più elevati livelli di consapevolezza.

Una delle caratteristiche più interessanti della moderna meccanica


quantistica è che secondo questa teoria il vuoto non sia realmente tale. I
fisici quantistici hanno scoperto che gli atomi materiali sono formati di vortici
di energia in costante vibrazione e rotazione. La materia può pertanto essere
definita contemporaneamente un qualcosa di solido (particella) e un campo di
forza immateriale (onda). Quando si studiano le proprietà fisiche degli atomi,
come la massa ed il peso, gli atomi sembrano materiali e si comportano come
se lo fossero; ma quando gli stessi atomi vengono descritti in termini di
potenziale elettrico e di lunghezza d’onda, rivelano le caratteristiche e le
proprietà dell’energia (onde). Il fatto che l’energia e la materia siano la stessa
identica cosa, è esattamente quello che Einstein intendeva con la formula
E=mc al quadrato. In parole chiare questa equazione dice che l’energia (E) è
uguale alla materia (m=massa) moltiplicata per il quadrato della velocità della
luce (c). Einstein aveva capito che non viviamo in un Universo fatto di oggetti
materiali distinti e separati da uno spazio vuoto. L’Universo è un tutto
indivisibile e dinamico in cui l’energia e la materia sono così strettamente
interconnessi che è impossibile considerarle entità separate, l’Universo è un

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insieme integrato di campi energetici interdipendenti in un reticolo di
interazione. Al livello della fisica sub-atomica esistono solo campi di energia,
che vibrano o si propagano per onde (come la luce): l’aspetto “solido” della
materia è solo un risultato grossolano dovuto al gioco delle forze sub-atomiche,
le quali derivano da un unico campo fondamentale che Einstein definì “campo
unificato”. L’universo, che sembrava intrinsecamente materiale, ha rivelato che
la sua essenza fondamentale è pura energia immateriale.

Il flusso di informazioni in un Universo quantistico è di tipo olistico,


ovvero vi è una connessione energetica, globale, costante e fluida. Infatti
le cellule del nostro corpo sono intrecciate in una complessa trama di canali
comunicativi. In un interessante studio di quarant’anni fa dell’Università di
Oxford il Prof. Mc Clare calcolò e mise a raffronto l’efficienza del
trasferimento delle informazioni tra segnali energetici e segnali chimici nei
sistemi biologici. Sappiamo che gli organismi viventi devono ricevere e
decodificare i segnali ambientali per sopravvivere. Infatti la sopravvivenza è
direttamente collegata alla velocità e all’efficienza nel trasferimento dei
segnali. Lo studio stabilì che la velocità dei segnali elettromagnetici è di
300.000 km al secondo, mentre la velocità della trasmissione chimica è
inferiore a un centimetro al secondo. Nelle molecole fisiche, le informazioni
che possono essere trasportate sono direttamente collegate all’energia
disponibile nella molecola stessa, rimane una piccola quantità di energia,
poiché la gran parte viene consumata nell’accoppiamento termo chimico usato
per il trasferimento dell’informazione. Ciò ci dice che i segnali energetici sono
100 volte più efficienti dei segnali fisico-chimici.

L’energia si condensa nell’essere umano attraverso la coscienza, ovvero


attraverso la capacità di sperimentare se stessi e il mondo circostante
in strati unificati di conoscenza e consapevolezza. Soggettivamente,
questi stati emergono quando la mente sperimenta sistematicamente stadi più
astratti e fondamentali nello sviluppo del pensiero. Pertanto, come la mente
diviene meno e meno localizzata dai limiti specifici di un pensiero, la
consapevolezza diventa corrispondentemente più espansa. Quando l’impulso
più debole di un pensiero o di una sensazione viene “trasceso” in questo modo,
la coscienza è lasciata da sola a sperimentare se stessa. Questo è esattamente
ciò che avviene durante l’attività meditativa!
L’importanza che tutte le culture del mondo attribuiscono al potere
curativo della preghiera e dell’intenzione porta inequivocabilmente
l’attenzione sulla componente non fisica e intangibile del processo di
guarigione. L’odierna fisica quantistica ci propone un modello in cui la nostra
coscienza attraverso due sue proprietà, l’attenzione e l’intenzione, è in grado
di influire sulle particelle subatomiche cambiandone il contenuto informativo.
Questo è il potere che tutti possiamo esercitare nell’interagire con la nostra
fisiologia e patologia. Non è un caso che molte tecniche di meditazione o di
visualizzazione se ne servono con successo.

L’evidenza sperimentale più concreta per una descrizione più profonda

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della coscienza, basata sulla teoria dei campi, è l’Effetto di Super-
radianza, o Effetto Maharishi, prodotto dalla pratica collettiva della
Meditazione Trascendentale. Questi sono dimostrazioni consistenti di effetti
di campo estesi della coscienza che hanno retto alla prova di molte ripetizioni
consecutive su una varietà di scale.
Il comportamento fisico osservato di questi effetti sociologici sono fortemente
indicativi di un effetto di campo. Fin dal 1972 (Le Scienze #45, 1972) un
semplice sistema di Meditazione Trascendentale introdotto da
Maharishi Mahesh Yogi, ha dimostrato di produrre notevoli effetti
benefici sulla psicologia e sulla fisiologia dei praticanti, come
documentato ormai da centinaia di ricerche scientifiche. Maharishi sostiene
che con questa tecnica la mente può percepire i livelli più sottili della realtà
fisica (fino al “campo unificato”) e può raggiungere uno stato “quantistico” che
produce “coerenza” nelle onde cerebrali.

Un effetto straordinario, più volte verificato da vari Istituti di ricerca, è il


cosiddetto Effetto Maharishi: in certe condizioni la coerenza generata da
soggetti in meditazione si propaga nello spazio (il che è perfettamente
accettabile nella nuova concezione), influenzando positivamente la
popolazione circostante. Esso non provoca forzature della volontà ma solo
un piccolo incremento dell’ordine mentale – che permette un funzionamento
cerebrale più naturale e libero da stress – ed è rivelabile statisticamente dalle
conseguenze sugli indici sociologici (minori incidenti e malattie, minore
criminalità, miglioramenti economici, ecc.).
Riassumendo, possiamo, attraverso l’espansione della nostra coscienza,
modificare la forza del campo energetico. E modificare il campo energetico
significa che ognuno di noi ha il potere di cambiare il mondo.

Fisica Quantistica,Autoguarigione

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Commenti degli utenti

Commento di Sergio Stagnaro , 5 dicembre 2013

A Marco Vignali, per dare forza ineffabile al suo discorso e renderlo


inattaccabile, sulla trasmissione dell'energia, suggerisco di leggere i
seguenti lavori "clinici", riproducibili cioè con un comune fonendoscopio:
Stagnaro Sergio e Paolo Manzelli. L’Esperimento di Lory. Scienza e
Conoscenza, N° 23, 13 Marzo 2008. http://www.scienzaeconoscenza.it
//articolo.php?id=17775 Sergio Stagnaro. Dall’Esperimento di Lory alla
Diagnostica Psicocinetica. Ruolo fondamentale della Realtà Non Locale in
Biologia. http://www.fcenews.it, gennaio 2010. http://www.fceonline.it
/images/docs/lory.pdfSergio Stagnaro. L'esperimento di Lory: Crisi della
Medicina Occidentale. 8 febbraio, 2010. http://www.fcenews.it,
http://www.fceonline.it/images/docs/crisi.pdf Sergio Stagnaro.
L'Esperimento di Lory corrobora quello di A. Aspect sul Piano Clinico. 15
Febbraio, 2011. http://www.riflessioni.it/ ; http://www.riflessioni.it/dal_web
/esperimento-di-lory-sergio-stagnaro.htm

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