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a cura di
MARIA ACCAME
ESTRATTO
Comitato scientifico:
MARIA ACCAME, CONCETTA BIANCA,
ROSSELLA BIANCHI, VIRGILIO COSTA,
LEOPOLDO GAMBERALE, MARINA PASSALACQUA
Responsabile editoriale:
MARIA ACCAME
ISBN 00-88617-67-1
© Copyright 2012
Edizioni TORED s.r.l.
Vicolo Prassede, 29
Tel. 0774.313923 – Fax 0774.312333
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VIRGILIO COSTA
1
Per la storia di questo volgarizzamento cfr. M. PADE, The Reception
of Plutarch’s Lives in Fifteenth-Century Italy, I, Copenhagen 2007, pp. 76-87.
2
Campanus Francisco Piccolominio cardinali Senensi meo salutem.
Collegi nuper dispersas grecorum latinorumque principum uitas a Plutarcho
scriptas grece: a diuersis inde interpretibus latinas factas (...). [Romae], U-
dalricus Gallus, 1470.
3
Oltre al già citato studio di M. Pade (con amplissima bibliogra-
fia) cfr. almeno V.R. GIUSTINIANI, Sulle traduzioni latine delle ‘Vite’ di Plu-
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dell’Italia mediana» 7, 1993, pp. 65-139; ID., Sulla lingua del volgarizza-
mento plutarcheo di Battista Alessandro Iaconello da Rieti (1482). Seconda
parte, in «Contributi di Filologia dell’Italia mediana» 8, 1994, pp. 5-39;
M.A. PASSARELLI, s.v. Iaconelli, Battista Alessandro, in DBI 62, Roma
2004, pp. 17-19.
7
Vite de Plutarcho traducte de latino in vulgare in Aquila al Magnifico
Lodovicho Torto per Baptista Alexandro Iaconello de Riete. Aquila, per mae-
stro Adam de Rotwil Alamanno, 1482 adì 16. de septembro. Le vite
plutarchee incluse nella pubblicazione sono quelle di Teseo, Romolo,
Licurgo, Numa, Temistocle, Camillo, Annibale, Scipione, Timoleonte,
Emilio Paolo, Pirro, Lisandro, Silla, Eumene, Sertorio, Cimone, Lucul-
lo, Nicia, Crasso, Agesilao, Pompeo, Alessandro, Cesare, Focione e Ca-
tone Uticense.
8
Sull’attività di Adam von Rotwill cfr. U. SPERANZA, Adamo Rot-
will primo stampatore nell’Aquila, Roma 1958; A. MONDOLFO, s.v. Ada-
mo di Rotwill (Rotwyl, Rothwill; Adamo Rot), in DBI 1, Roma 1960, pp.
243-244.
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9
La “reatinità” di Iaconelli sarà oggetto di una curiosa disputa, a
metà dell’Ottocento, fra un erudito aquilano, Alfonso Dragonetti, au-
tore di un corposo saggio su Le vite degli illustri Aquilani (Aquila 1847), e
l’avvocato reatino Antonio Colarieti, autore a sua volta di un trattatello
Degli uomini più distinti di Rieti per scienze lettere arti. Cenni biografici (Rieti
1860). Al primo, il quale per giustificare il fatto che lo stesso Iaconelli
s’era detto reatino (cfr. sopra nel testo) affermava che «in quel tempo
era usanza dei nostri maggiori, sebbene fossero nati all’Aquila, designar-
si dai luoghi onde traevano l’origine» (Le vite degli illustri Aquilani, p.
143), il secondo rispondeva che «la famiglia de’ Jaconelli fu Reatina. Da
registri Municipali risulta, che dessa avea abitazione nella Contrada su-
periore di Porta Cinzia, che Cristoforo nel 1379 n’era capo, che Ono-
frio figlio di Cristoforo fu padre di Battista. (...) Se Dragonetti fu tenero
della domestica gloria, non men da noi doveasi rivendicare il diritto.
Aquila sarà a Jaconello patria di elezione. Certo Rieti gli fu patria di o-
rigine; ne abbia ciascuna il suo vanto» (Degli uomini più distinti di Rieti,
pp. 29-30). Queste polemiche oggi possono far sorridere; va tuttavia ri-
levato che sia Dragonetti sia Colarieti sono consci dell’imperfezione di
quel primo tentativo di volgarizzazione, pur giustificandone diversa-
mente le mende: Colarieti con ribattere alle obiezioni di Girolamo
Pompei (su cui cfr. oltre) che se la versione dello Iaconelli era «di barba-
ra e dura sintassi, di stile aspro, stentato» ciò dipendeva dal fatto che la
traduzione era stata condotta non direttamente sul testo greco, ma sulla
versione latina di Lapo di Castellucchio il Giovane (Degli uomini più di-
stinti di Rieti, p. 28); Dragonetti col far presente che «il mentovato lavo-
ro (...), quantunque scritto in una dicitura poco forbita e di Latinismi
piena sopra ogni credere e quantunque non sempre risponda alla idea
originale la parola del traduttore, pure (...) ha conservato qualche nome
per la lingua che ha un rilampo del candore trecentistico; per lo stile
che semplice come è senza nessuna lisciatura, con un poco più di lima
bene si affarebbe a una versione del Filosofo di Cheronea; e per essere
infine quello che ha schiuso la via ai successivi volgarizzamenti di Plu-
tarco» (Le vite degli illustri Aquilani, p. 144).
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Cfr. ancora PASSARELLI, s.v. Iaconelli, Battista Alessandro, cit., p. 18.
11
Si deve forse a un travisamento di questo passo, e in particolare
all’accenno ai “conversori de greco in latino”, il fatto che Armando Pe-
trucci, nell’Introduzione alla ristampa del volume dello Iaconelli (Plutar-
chus. Vitae parallelae, L’Aquila 1982), sostiene che la traduzione fosse
«presentata dal suo autore come diretta dal greco in italiano» (pp. X-XI).
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Di ciò si è ben avveduto Claudio Giovanardi in un ampio stu-
dio sulla lingua dello scrittore reatino: «In conclusione, non si può cer-
to osservare che il volgarizzamento delle vite plutarchee sia frutto di
un’operazione improvvisata o casuale; né la conclamata modestia dello
Iaconello è tale da giustificare l’ingeneroso giudizio di chi l’ha voluto
chiamare “troppo rozzo e slombato scrittore”» (Sulla lingua del volgariz-
zamento plutarcheo..., I, cit., p. 70; per il riferimento all’ingeneroso giudi-
zio critico cfr. TEZA, Plutarco, cit., p. 580).
13
G. TIRABOSCHI, Storia della letteratura italiana, VII.2, Roma
1784, pp. 181-182.
14
Plutarchi Opuscula. LXXXXII. Index moralium omnium, et eorum,
quæ in ipsis tractantur, habetur hoc quaternione. Numerus autem arithmeticus
remittit lectorem ad semipaginam, ubi tractantur singula. Venetiis, in ædibus
Aldi et Andreæ Asulani soceri, mense Martio. 1509).
15
Πλουτάρχου Παράλληλα ἐν βίοις Ἑλλήνων τε καὶ Ῥωμαίων, μθ´.
Plutarchi quae vocantur Parallela. Hoc est Vitae illustrium virorum Graeci
nominis ac Latini, prout quaeque alteri conueire videbatur, digestae. Venetiis,
in aedibus Aldi, et Andreae soceri, mense Augusto. 1519.
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16
Su Dario Tiberti, la sua opera letteraria e le lotte civili a Cesena
nella seconda metà del Quattrocento cfr. P.G. FABBRI, in C. DOLCINI -
P.G. FABBRI (a cura di), Le vite dei Cesenati, I, Cesena 2007, pp. 15-19.
Sull’Epithome e gli altri scritti letterari cfr. inoltre RESTA, Le epitomi di
Putarco nel Quattrocento, cit., pp. 76-122.
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Tiberti ad esempio riteneva che tutte le Vite fossero organizzate
in coppie singole; perciò egli divise la coppia Agide e Cleomene / Tibe-
rio e Gaio Gracco in due (Agide e Tiberio Gracco; Cleomene e Gaio
Gracco) e organizzò la biografie isolate di Artaserse, Arato, Galba e O-
thone in due sequenze Greco (o Persiano) / Romano: Artaserse / Gal-
ba; Arato / Otone. Inoltre egli incluse le vite pseudo plutarchee di Eva-
gora e Pomponio Attico, già presenti nella silloge di Giannantonio
Campano.
18
La prima è quella – notevolmente emendata – curata a Basilea
nel 1541 da Johannes Oporinus; altre apparvero a Parigi (1545; 1547;
1560; 1564; 1573), a Ginevra (1573; 1590; 1597) e a Le Mans (1608).
Cfr. RESTA, Le epitomi di Putarco nel Quattrocento, cit., pp. 91-92.
19
Le Vite di Plutarco ridotte in compendio, per M. Dario Tiberto da Ce-
sena, e tradotte alla commune utilità di ciascuno per L. Fauno, in buona lingua
volgare, in Venetia [presso Michele Tramezzino] 1543. Sull’antiquario e
traduttore Giovanni Tarcagnota (1508 circa - post 1552) cfr. L. ASOR
ROSA, s.v. Fauno, Lucio, in DBI 45, Roma 1995, pp. 377-378, e soprat-
tutto G. TALLINI, Giovanni Tarcagnota (http://www.nuovorinascimento.
org/cinquecento/tarcagnota.pdf), consultato il 24/6/2013.
20
Epitome ou Abrégé des vies de cinquante et quatre notables et excellens
personnaiges tant grecs que romains, mises au parangon l’une de l’autre, extraict
du grec de Plutarque de Chaeronée, Paris, Imprimerie de Philippe Danfrie
et Richard Breton, 1558.
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3. Lodovico Domenichi
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Egli viceversa ritiene autentica un’altra vita presente nella silloge
del Campano, quella di Omero.
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22
Vite di Plutarco. Tradotte da m. Lodouico Domenichi, con gli suoi
sommarii posti dinanzi a ciascuna vita. Con due tavole, le quali sono poste nel
fine della seconda parte: l’una serve alle cose notabili, nell’altra si sono raccolti
ordinatamente tutti i nomi antichi e moderni di diversi paesi, città, mari, pro-
montori, venti, fiumi, monti e luoghi che in tutta l’opera si contengono. Con la
dichiaratione de i pesi e delle monete, che si usavano da gli antichi. In Vine-
gia, appresso Gabriel Giolito de’ Ferrari, 1560. – Vite di Plutarco Chero-
neo de gli huomini illustri Greci et Romani, nuovamente tradotte per m. Lo-
douico Domenichi et altri, et diligentemente confrontate co’ testi greci per m.
Lionardo Ghini: con la vita dell’auttore, descritta da Thomaso Porcacchi; et co’
sommari a ciascuna vita, con tavole, et dichiarationi assai, in modo che non
pare che si possa desiderare cosa alcuna alla compiuta perfettione dell’opera. In
Vinegia, appresso Giolito de’ Ferrari, 1566-1568. – Vite di Plutarco Che-
roneo sommo filosofo degli huomini illustri greci et romani co’ loro paragoni, tra-
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dato che anche una delle sue ultime fatiche come tradutto-
re dei classici latini e greci è legata al nome di Plutarco: si
tratta della versione italiana di tre opere morali pubblicate a
Lucca nel 156023.
4. Francesco Sansovino
24
Ecco qualche esempio tratto dal volgarizzamento della vita di
Teseo. Prima dell’incipit Sansovino scrive: «Theseo figliuolo d’Egeo, re-
gnò in Athene l’Anno del Mondo 2730. Et innanzi l’avvenimento di
Christo 1232. Parla di Costui Giustino nel secondo Libro. Diodoro nel
5. Libro. Ovidio nella 4. Epistola, et moltissimi altri scrittori». A margi-
ne della citazione eschilea in 1, 4 annota: «Questi versi sono nella Tra-
gedia il cui titolo è ἐπτα ἐπι θήβαις». A 3, 1 (discendenza di Teseo da
Pelope da parte di madre) spiega: «Pelopida (sic) fu potentiss. Re nel Pe-
loponneso, che hoggi si chiama la Morea», etc.
25
La straordinaria ricchezza dell’apparato documentario dell’edi-
zione sansoviniana è dichiarata sin dal frontespizio: Le vite de gli huomini
illustri greci e romani, di Plutarco Cheroneo sommo filosofo et historico, tradotte
nuovamente da M. Francesco Sansovino. Con le tavole copiosissime delle cose
notabili, che si contengono nella prima et seconda parte, poste nel fine. Con som-
marij, et utili postille, che dichiarano i luoghi oscuri de’ testi per via di discorsi.
Con una tavola di Monti, di Città, di Isole, di Fiumi, et di Mari, nella quale si
dichiarano i nomi antichi co’ moderni, come si può vedere nel fin delle tavole. Et
con le figure de Capitani, et de Re de quali si tratta, poste in disegno, et cavate
dalle medaglie antiche. In Venetia, appresso Vincenzo Valgrisi. 1564.
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26
Su cui cfr. ora, per tutti, F. MUCCIOLI, La storia attraverso gli e-
sempi. Protagonisti e interpretazioni del mondo greco in Plutarco, Milano - U-
dine 2012.
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27
Su Girolamo Maggi, poligrafo, ingegnere, architetto, costrutto-
re di macchine militari, difensore della rocca di Famagosta accanto a
Marcantonio Bragadin nel 1571, e infine prigioniero dei Turchi a
Costantinopoli e da costoro barbaramente trucidato nel 1572, cfr. L.
CARPANÉ, s.v. Maggi, Girolamo, in DBI 67, Roma 2007, pp. 347-350.
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28
Su Marcantonio Gandino († 1598) cfr. D. GIOVANNOZZI, s.v.
Gandino, Marcantonio, in DBI 52, Roma 1999, pp. 156-157.
29
Su Antonio Massa (1500-1568) cfr. F. SIGISMONDI, s.v. Massa,
Antonio, in DBI 71, Roma 2008, pp. 666-669.
30
Cenni biografici in G. MICCOLI, s.v. Adriani, Marcello, il Giovane,
in DBI 1, Roma 1960, p. 310.
31
Di ciò aveva dato notizia Antonfrancesco Gori nella prefazio-
ne (p. XXIV) alla traduzione del De locutione di Demetrio Falereo cu-
rata da Marcello Adriani il Giovane e stampata a Firenze nel 1738 da
G. Albizzini.
32
Opuscoli morali di Plutarco volgarizzati da Marcello Adriani il giova-
ne. I-VI, Firenze, dalla stamperia Piatti, 1819-1820. Da questa edizione
fu tratta una ristampa emendata: Opuscoli di Plutarco volgarizzati da Mar-
cello Adriani nuovamente confrontati col testo e illustrati con note da Francesco
Ambrosoli. I-VI, Milano, Francesco Sonzogno, 1825-1829.
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33
Vita di Focione Ateniese scritta da Plutarco, tradotta dalla greca in
lingua volgare da Marcello Adriani il giovane, cavata da un ms. autografo
corsiniano, e la prima volta pubblicata per le stampe dal prof. don Luigi Ma-
ria Rezzi, bibliotecario corsiniano. Roma, Tipografia Salviucci, 1852. La
nota Ai leggitori eruditi, contenente la storia del ritrovamento e la de-
scrizione dei tre volumi in quarto, più la Vita di Focione volgarizzata
dall’Adriani, sono riprodotti anche nel «Giornale Arcadico di Scienze,
Lettere ed Arti» 126, Gennaio-Marzo 1852, pp. 186-193 (Ai leggitori
eruditi) e 193-232 (Focione).
34
Le Vite parallele di Plutarco volgarizzate da Marcello Adriani il Gio-
vane; tratte da un codice autografo inedito della Corsiniana, riscontrate col te-
sto greco ed annotate da Francesco Cerroti, Bibliotecario Corsiniano, e da Giu-
seppe Cugnoni, Scrittore della Vaticana. I-IV, Firenze, Felice Le Monnier,
1859-1865.
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6. Girolamo Pompei
35
La parte più significativa dei suoi scritti letterari – salvo eviden-
temente la traduzione delle Vite plutarchee – fu edita in sei volumi (O-
pere del signor Girolamo Pompei gentiluomo veronese) a Verona fra il 1790 e
il 1791 a Verona per i tipi degli eredi Moroni.
36
Così C. CALCATERRA, s.v. Pompei, Girolamo, in EI XXVII, Roma
1935, p. 837.
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37
Opere complete del cavaliere Ippolito Pindemonte, II: Elogi di letterati
italiani, Napoli, R. Marotta e Vanspandoch, 1834, p. 160.
Appendice
Traduzioni plutarchee comparate