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©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

i la indubbia asson.anza con l'opera ~ora unica di ~artolomeo al polittico di ' Santa Margherita ' e alla ' Assunzione '
rs é amogli. E una Spia non notata, ma Interessante, e la decora- di Savona. Queste tre opere ci permettono di notare
~ne ad oculi quadrilobi di cui tracce son rimaste nel margine
~ 1 feriore del trono del S. Bartolomeo, tema leggibile così di fre- come sussistano contemporaneamente una serie di
mente sulle pareti del pala:r;:r;o papale di Avignone. variazioni, di linguaggio e di cultura, che ci illustrano
qu 1 ) Ancora eccellente mi pare l'analisi che ne fece, pub- una complessità forse insospettata da autori come il
b!idndola, F . MASoN PERKINS, Un dipinto ignorato di Barnaba Labande, che intesero dare con i loro studi una rico-
da Modena , in L'arte, 1915, p. 222 s. Il nostro giudi2;io sulla
Madonna di Boston è limitato dal fatto di conoscere l'opera so- struzione ideale del suo processo e una lettura piana
lo per fotografia. e semplificata. 6J Ma vedremo come aspetti contrad-
20) v. per la Vergine e Santi di S. Maria di Castello a Genova, dittori del suo lavoro svincolino in parte la sua opera
p, ToRRITl, Il Maestro d! S. M. di Castello, Quaderni della So-
printenden:r;a alle Gallene, n. 5, Genova 1956, e F. BOLOGNA, dalla interpretazione precedentemente esaminata e s1ano
Di alcuni. rapport.i t;,a Italia f! Spagna nel Trecento e " Anto- meglio connessi alla logica reale dell'ambiente e della
nius Magzst~r,, m Arte Antica e )V!oçler!la, n .. 13-16, rg6r 1 situazione storica in cui operava l'artista .
. 27 ss., 1mp~rta~te a.nche perche VI .s1 esamman!' anche ! Uno dei primi punti riguarda il ruolo che può aver
f~porti tra la L1guna e la Catalogna. Per 11 Maestro d1 S. Torpe
v recentemente P. DONATI, Aggiunte al Maestro di S. Torpé, avuto la sua collaborazione con altri artisti, e, problema
i~ Commentari, n. 4, rg68, anche per la bibliografia anteriore. connesso, l'esistenza, sin dai primi anni del suo sog-
giorno in Liguria, di una sua bottega, con partecipa-
zione a sue opere di altri pittori. 7)
L'affresco ntrovato a Taggia è, a tal proposito, molto
PRECISAZIONI SULL'ATTIVITÀ significativo: il pittore si riserva di eseguire l'episodio
più importante; q_uindi dimostra la sua capacità di
DI LODOVICO BREA regista e di orgaruzzatore, e orchestra le dimensioni
spaziali dell'ambiente, le euritmie, con la sapienza
onovrco BREA compare per la prima volta a Taggia distributiva necessaria, dimostrata in altre occasioni
L agli inizi del 1483, in uno dei centri conventuali
della Riviera Ligure più fiorenti e legati da stretti rap-
per un buon 'retablo' essendo la decorazione archi-
tettonica piana e semplice.
porti con i conventi domenicani di Genova e di Milano. A queste considerazioni si aggiungono le notizie
Il pittore vi dovette presto acquistare fiducia e istituire ri_P.ortate dal Calvi, 8) che documentano una volta di
un tale rapporto con questi religiosi da poter rinnovare p1ù i lunghi tempi e gli intervalli successivi di esecu-
in seguito 1 suoi soggiorni e rendere Taggia una sicura zione cui erano soggette le opere di Brea. I lavori di
fonte di lavoro e di committenze. 1 l decorazione della LIBRARIA, nati dalla gratitudine del
Questo aspetto è uno dei motivi più ricorrenti tra pittore verso i domenicani e quindi ese~uiti " gratia
gli storiografi che si sono occupati della sua opera: un et amore Dei , , sarebbero stati iniziat1, secondo la
Brea interprete riconosciuto del sentimento reli~ioso, cronaca, nel 1488, ossia ben sette anni prima della
delle esigenze liturgiche, della aspirazione devoz10nale data apposta alla ' Crocefissione '. La ~otizia non può
nei maggiori centri di indottrinamento e di propaganda addeb1tarsi facilmente ad una distrazione del Calvi,
cattolica. Nè possiamo dire che la nuova opera, che che quasi sempre si rivela ben informato e preciso nella
pubblichiamo, non confermi, almeno in buona parte, descrizione. C'è da pensare che egli si sia riferito al-
questa posizione dell'artista, in un momento di muta- l'inizio dei lavori per l'intero complesso della biblio-
zioni storiche come quello della fine del XV secolo e teca e dei corridoi di accesso, lavori che dovettero pro-
inizi del successivo. 2 l trarsi con il beneplacito dei domenicani sino all'anno
L'affresco rappresenta una 'Crocefissione' (fig. 36) 1495, data che il cronista era certo in grado di leggere.
ed è stato dipinto sulla parete sud dell'ex biblioteca Questo rende continuativa, seppure con intervalli,
del convento di S. Domenico a Taggia. Reca la firma la presenza del pittore a Taggia, assieme a collabora-
dell'artista e la data di compimento (1495) nell'angolo ton e alla sua bottega, dal 1483 al 1495, periodo che
inferiore sinistro, a fianco della figura di S. Tomma- qualche studioso preferisce invece scindere nelle due
so. 3) fasi, dall'83 all'88 e dall'89 al '95·
Si tratta di un'opera la cui iconografia è stata ormai Nella produzione di Lodovico Brea l'affresco di Tag-
codificata da tutta una precedente tradizione; e come gia si trova a metà via tra la ' Crocefissione ' di Palazzo
tale non sembra rivelare, almeno apparentemente, va- Bianco (fig. 41) e quella di Cimiez; due estremi ai quali
riazioni notevoli. 4) Le parole THOMA BENE SCRIPSISTI possiamo riferirei con sicurezza, essendo la tavola di
DE ME sanciscono l'aspetto di dotta devozione, assun- Genova firmata ed eseguita all'inizio del penultimo
to dal S. Tommaso ai piedi del Cristo, spiritual- decennio del Quattrocento; 9) a differenza della se-
mente unito a lui e con lo sguardo levato (fig. 37). La conda datata 1512, bene inserita nella produzione ma-
posizione assiale della croce, perpendicolare al pae- tura, dove Brea cerca una impaginazione più monu-
saggio, che sprofonda tra due qumte rocciose su cui mentale e movimentata, che lo porta a concepire quel
poggiano il S. Giovanni e la Madre, accentua questa paradiso di belle anime nella ' Incoronazione della
volontà di identificare immagine dipinta e rappre- Vergine ' di Santa Maria di Castello. 10l
sentazione simbolica. Rispetto alla prima opera possiamo dire che l'icono-
L'opera è stata ultimata in un momento importante grafia adottata dal nizzardo è regressiva di fronte ad
per l'attività di Brea; anzi, possiamo delimitare la prima esempi provenzali e fiamminghi, nel senso che dalla
fase della sua presenza ligure-~enovese all'anno 1495, sua ampia spaziosità d'orizzonte vuole giungere ad
che segna, ad un tempo, l'iniz1o della sua maturità. 5) una maggiore determinazione spaziale immettendo due
Sono mesi di intensa produzione e l'unico dipinto quinte in primo piano : un accorgimento, del resto
ad affresco rimastoci si affianca ad altri su tavola, ese- ormai abbondantemente seguito, non solo dai suoi
guiti proprio a Taggia negli stessi anni: il polittico di imitatori, dal Sacchi e dal Canavesio dei polittici, ma
' ~anta Caterina', e, soprattutto, quello del 'Battesimo dai maggiori artisti operosi in Liguria in quel giro
d1 Cristo', ultimato nell'ottobre di quell'anno, oltre d'anni. IIJ Tale esped1ente permette di abbassare la

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linea di orizzonte e tentare un punto di fuga, centrale l'accostamento all'affresco si rivela di particolare in-
e accentuato. A questo fine allontana la figura della teresse ai fini di una conferma attributiva e di proposta
Maddalena, abbracciata alla croce con l'ampio manto cronologica: una data di poco posteriore al 1495. 16>
disteso sul prato, e pone, in primo piano, quasi spet- Quello che colpisce in quest'opera è un chiaro riacco-
tatore, il S. Domenico, liberando ulteriormente la stamento, soprattutto nei particolari, ad una tratta-
zona centrale del dipinto. Brea rinuncia all'imposta- zione più lenti colare: foglie, rami nel paesaggio, città
zione delle fi~ure di Palazzo Bianco per svolgere una e castelli turriti. La testa del S. Giovanni, a differenza
figurazione p1ù consona agli stessi concetti liturgici e di quello affrescato, malandato e forse di collaborazione,
giungere ad una più generale orchestrazione spaziale. ha una impostazione e una profilatura alla Froment.
Infatti la tavola genovese è in stretto rapporto con la L'affresco di Brea e nel complesso la sua attività
tradizione franco-provenzale e gli esempi fiamminghi, offrono dati importanti per misurare le correnti di gu-
e insieme più vicina allo stendardo di Savona di Donato sto e di cultura in una regione i cui confini politici
de' Bardi (fig. 42). 12l non coincisero quasi mai con quelli economico-sociali.
L'artista pavese ha costruito la sua composizione D'altra parte il riferimento all'ambiente, nel quale
per linee parallele e per successivi piani di arretramen- opera l'artista, è un fattore insostituibile per compren-
to; nè sarebbe strano che Brea, giunto in Liguria, abbia derne le ragioni di vitalità e di arcaismo e spiegare que-
conosciuto le opere di questo artista, che rappresenta sta sua fortuna, a pochi anni di distanza dall'arrivo
gli apporti della seconda corrente di diffusione in Ita- in Liguria della " maniera , romanizzante capeggiata
lia del linguaggio nordico, soprattutto attraverso i can- da Perin del Vaga. Il legame con la situazione locale
tieri di Milano e le biblioteche sabaude e visconteo- ci porta ad inserire facilmente Brea nel fenomeno di
sforzesche; accanto alla irradiazione, dalla Francia diffusione di una cultura " mediterranea , , e a rappor-
meridionale di altri apporti fiamminghi. Il nizzardo si tarlo al processo di esportazione dell'ormai codificata
trova in un punto di convergenza di tali rielaborazioni arte provenzale, quale si manifesta verso il penultimo
culturali ed è necessario precisare il tipo di ambiente decennio del Quattrocento. 1 7l Il nizzardo rappresenta
in cui egli opera, perchè i rapporti da lui avuti non siano una delle fonti più dirette di questa diffusione, che coin-
interpretati in senso univoco, ed i contatti lombardi cide proprio con il suo sforzo di mediare la tradizione
non si esauriscano all'insegna del foppismo e di un e le moderne correnti provenzali e lombarde. In questa
certo Foppa. Gli storici contemporane1 hanno insistito, circolazione mediterranea, resa possibile da una faci-
a ragione, nel voler ritrovare le analogie con opere pie- lità di scambi economico-culturali e politici, dove si
montesi, l3) da quelle di Defendente presenti in Li- trovano alcuni centri ai poli del fenomeno, potrà sor-
guria, al polittico di Spanzotti alla Sabauda, ai riflessi tire come conseguenza di ordine metodologico la neces-
riscontrabili in opere saluzzesi, sino ai lombardi e fra sità di superare, per quanto storicamente lecito, l' estra-
tutti Bergognone. 1 4l Nella Madonna dell'affresco di polazione concettuale della " scuola , , che ancora oggi
Taggia si può vedere un richiamo alla delicatezza cro- spetta alla pittura nizzarda e a quella provenzale. IS)
matica, un azzurro trasparente, di certe stesure di Ber- In un'altra opera, che ci è concesso render noto, in-
gognone; e ad un tempo l'irrigidirsi del disegno con dichiamo un altro estremo dell'esperienza pittorica di
una più decisa volontà plastica, che lo orienta ancora Lodovico Brea e del suo inclinare, a fasi alterne, ora
verso soluzioni alla Mazone, con il quale dovettero pure verso il Piemonte-Lombardia, ora verso la Provenza.
intercorrere scambi lessicali; persino con l'autore delle È una piccola tavoletta (fig. 43), che raffigura la 'An-
smembrate figure di Taggia, che qualcuno vorrebbe nunciazione '. 1 9) Scomparto di una più vasta compo-
identificare in Nicolò Corso; IS) con Braccesco e, ov- sizione, 20> essa richiama la tradizione provenzale e
viamente, il medesimo Foppa. Di fronte al plasticismo fiamminga della pittura da cavalletto, a differenza del-
P.iù tonale e chiaroscurato della corrente lombarda, l'affresco di Taggia, che si inserisce in modo quasi ec-
11 Brea tende ad una luminosità più diffusa, sempre cezionale nella produzione del pittore, estraneo come
memore dei suoi inizi provenzali e delle opere di Quar- era, per educazione, al mestiere padano e lombardo.
ton e di Froment. Tale componente si riscontra nel suo La tavoletta, che riteniamo di poter aggiungere al
modo di analizzare la forma e di irrobustirla mediante catalogo delle sue opere con un sufficiente margine di
una piena luminosità (si avvicini il modellato del Cri- certezza, viene a confermare l'orientamento dimostrato
sto a quello del 'Battesimo' nella vicina chiesa), nel da Brea in dipinti della maturità, quale la ' Presenta-
modo di eseguire il paesaggio con toni chiari, verdi e zione al tempio' del Museo di Moulins, intelligente-
gialli quasi dorati. Quanto al profilo del S. Tommaso, mente riproposta dalla N aldini. 21 > Sono entrambe opere
così vicino alle teste di santi del polittico della ' Ma- che cadono 10 un periodo di sensibile riaccostamento del
donna della Misericordia ', esso riporta alle tipiche nizzardo alle novità della Provenza, verso la fine se-
figure dei maestri vrovenzali; al senso analitico della colo: accanto agli echi fiamminghi, alla Froment, 22>
forma importato da1 fiamminghi; e nel medesimo tempo anche in questa tavoletta si trova un accostamento al
rivela una pienezza degna di un committente foppesco, Maestro di San Sebastiano, il presunto Lieferinxe.
come si ritrova nei due polittici di Savona. Compo- Nel taglio del viso dell'angelo annunciante vi è il
nenti queste e riscontri che coesistono in un rinnovato ricordo dei volti di Froment, di quello dell'angelo nel
equilibrio compositivo; sebbene per Brea questo mo- 'Buisson Ardent '. Ma ancora più colpisce la sempli-
mento della sua produzione, circa 1490-95, rappresenti cità della rappresentazione, decongestionata da un
uno dei punti di maggior adesione alla pittura ligure- eccessivo sovraccarico decorativo, e, ad un tempo, l' as-
lombarda, che, infine, coincide con il massimo apporto senza di uno spazio prospettico, quasi una disartico-
di questo filone della cultura italiana all'ambiente lazione dello schema geometrico cercato nell'affresco
mediterraneo e provenzale. di Taggia: questo gli consente di liberare i vari piani
Tornando alla produzione dell'artista, dopo le ver- e di confondere la prospettiva, ribaltandola in primo
sioni di Crocefissione sinora esaminate, troviamo un'al- piano; risolvendo invece in termini di luce e di modu-
tra tavoletta con il medesimo soggetto, per la quale lazioni cromatiche il rapporto interno-esterno e la
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Taggia, Convento di S . Domenico- Lodovico Brea : 36- Crocefissione ; 37 -Particolare con la firma e S. Tommaso
(foto P ublifoto, Genova)
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38 - Taggia, Convento di S. Domenico - La parete sud della biblioteca

39 - Taggia, Convento di S . Domenico - L a parete nord

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40 - T aggia, Convento di S . Domenico - Decorazio ne del prospetto della biblioteca


(foto P ublifoto, Genova)
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43 - Genova, collez. priv. - Lodovico Brea : Annunciazione
(foto Gasparini, Genova)
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44 - Taggia, Chiesa di S . Domenico - Lodovico Brea : Polittico della Annun cia~ione

(foto S opr. Cali., Genova)


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definizione dell'ambiente. Gli elementi decorativi, che su una visione trecentista ritardata, che di tanto in tanto, e sin
ricorrono precisi e diffusi in altre opere dal medesimo dalla prima metà del se:olo, era scossa da improvvise novità del
nouveau realisme, importato da commercianti e dal ceto avanzato,
soggetto, cadono e le pareti nude e vibranti di lumino- altoborghese.
sità lasciano che le semplici scansioni architettoniche Il nizzardo è un artista che opera tma intelligente mediazione
si organizzino liberamente e si dispongano allo stesso di tali esigenze, attraverso il filtro dell'immagine dipinta. Aggiun-
modo i profili delle figure. Una nuova semplicità che geremo, anzi, che questa capacità di adattamento a un gusto
locale, ancora nel Quattrocento, rimane un segno di vitalità e
ci induce a ricordare le opere del Maestro di San Se- di validità per l'artista: Foppa, giunto a Savona, assume su di sè,
bastiano, o addirittura quelle di Nicolas Dipre, piut- malgrado i nuovi procedimenti di rapflresentazione da lui adot-
tosto del Maestro del Moulins; e a porre questo lavoro tati, quella ricchezza decorativa così m voga in zona mediter-
ranea. Caso ancor più clamoroso, se è concessa una variatio,
di Brea ai primi anni del Cinquecento. Questa data quello di Bramante, durante il suo so~g-iorno lombardo.
viene pure confermata dal raffronto con la ' Annun- 3) Misura cm. 200 X 240. L'iscriz10ne, in parte abrasa, può
ciazione' di Taggia (fig. 44) eseguita prima del 'g5, e essere facilmente integrata (fig. 37):
le due cimase, rispettivamente nel polittico di ' Santa (lodovi)cus brea pinxi(t)
Caterina', pure a Taggia, e di 'San Nicola' nella (in nomin)e dei • 1495 die
(tert)ia septembris
cattedrale di Monaco. La seconda di queste Annuncia-
zioni (1488) è improntata più ai modi mediterranei, È necessario aggi!lngere unii ~otizia s!li restauri e,se~uiti nel
con reminiscenze tardogotiche, di fronte al tentativo convento e nella chtesa. I prlffi1 assagg1 nella ex btbhoteca li
compì, anni or sono, un frate domenicano, il quale scrostando
di scansione prospettica della prima, e alla semplifi- l'intonaco individuò tracce di affresco. Ma ancora nel '42 il Car-
cazione di ogni ornato in quella di Monaco (1500). pegna scriveva: " Di questi affreschi (citati nella secentesca
Anzi, se in quest'ultima si potessero idealmente con- croll;<lca) s<?no s~ti r!~oyati recentemente alcuni miseri avanzi,
assa1 male tdentlficabtli, m una soffitta; del resto non rintane più
giungere le due valve, ritroveremmo al centro, a.Ppog- nulla,. (N. DI CARPEGNA, Lodovico Brea e la pittura ligure-nizzar-
giata con l'angolo alla bionda testa della Vergme, la da del Quatt~ofento, in Nizza !1~11~;~ sto,ria,, Mila.no. I942, p. 419).
piccola finestra centrale ed il cartiglio, tenuto dall'an- Negli anm 6o furono dec1s1 1 prum parztah lavori a cura
gelo, volteggiante sull'inginocchiatoio: questo, a sua del restauratore Tullio Brizi, sotto la guida di Gianvittorio Castel-
novi, Soprintendente alle Gallerie e alle opere d'Arte della
volta, è diventato nella tavoletta di Genova un paral- Liguria, e nel 1962 fu portato alla luce l'affresco della ' Crocefis-
lelepipedo quasi perfetto e tale da esaltare i valon della sione'. Con tale intervento è stata pure messa a giorno, in fasi
luce naturale, per niente turbata dalle incoerenze successive, una decorazione, che consiste in una serie continua
di tondi con figure di Santi, ritmicamente distribuiti sulle pareti,
prospetti che: una semplice intimità avvalorata dalle ed una lunetta ;sul .muro oppo~to a quello ?ella Crocefissione
due teste, che questa volta hanno perduto la santifi- (jigg. 38 e 39). Dt tali affreschi, stcuramente dt altra mano, ascri-
cante aureola. z.
BIROLLI vibili ad un pittore della capacità e dei modi di Francesco da
Pavia, non certo del dialettale Canavesio, come vorrebbe la
BREZZI RoSSETTI (Aggiunte al catalogo di Giovanni Canavesio, in
I) Si riporta un breve regesto dell'attività pittorica di Brea a Boli. Soc. Piem. A. B. A., 1965), si sono meglio conservati quelli
Taggia; rinviando per notizie più diffuse a G . BRES, Brevi notizie centrali, protetti dalla intercapedine di un doppio soffitto; a
inedite di alcuni pittori nicesi, Nizza 1906; Questioni d'arte regio- differenza di quelli eseguiti sui lati più lunghi ed esposti, corrosi
nale, Nizza I9II; L'arte nell'estrema Liguria occidentale, Nizza dalla pioggia.
1914. L. REGHEZ:U, Appunti e notizie ricavate da documenti ine- Considerando lo stato di conservazione del dipinto di Brea
diti dell'archivio comunale di Taggia, Sanremo I9o8-I9I2i Les dopo il restauro, vediamo come in discreto stato siano le mani
peintres Louis, Antoine et Pierre Bréa et leurs amvres à Taggia et e la testa di S. Tommaso; il Cristo ed il paesaggio di fondo; men-
dans les environs, in Nice historique, febbraio 1912. tre assai sciupata è la porzione sinistra, che venne a trovarsi sopra
I5 febbraio I483 - Lodovico Brea è nominato in un contratto la. bocca .di un .aggiu!lto camino, e quella di destra, con la figura
sottoscritto dal priore dei domenicani e dal f!ittore Francesco dt S. Gtovanm, rovmata dallo scolo dell'acqua e dall'umidità.
da Pavia, con l'incarico di dipingere un polittlco di dieci scom- Occ_orre perciò essere cauti .nella lettura stili~tica dell'opera non
parti, costruito e intagliato dall'artista pavese. Polittico indi- attrtbuendo troppo ad un mflusso del tonahsmo lombardo ciò
viduato con quello della 'Nostra Signora della Misericordia '. che è effetto dt degradazione.
IO febbraio 1484 - Lascia ricevuta per un acconto di Lire 6o Il ripristino di tale ala del convento ha portato alla ricosti-
avute in pagamento per il polittico di ' Nostra Signora della tuzione dell'ambiente originario: un'aula rettangolare, disposta
Misericordia '. longitudinalmente e in parallelo alla chiesa di S. Domenico, sul-
I3 giugno 1485 - Viene richiesta al pittore l'esecuzione di un l'altro lato del chiostro. Sul muro esterno la scritta "LIBRARIA,
polittico di ' San Sebastiano ' da parte dei tesorieri della (fig. 40) conferma trattarsi della antica biblioteca; un dipinto raf-
chiesa di S. Sebastiano di Taggia. Non si hanno ulteriori figurante la 'Vocazione di S. Tommaso' è ormai svanito, la-
notizie dell'opera. sciando solo le parole "Thoma bene scripsisti de me,.
28 febbraio 1488 - Firma un contratto c.on le Terziarie dome- L'ambiente, di ampie proporzioni, era stato diviso in quattro
nicane per l'esecuzione del polittico di 'Santa Caterina '. locali, ed il soffitto, nel corso del XVIII secolo -si può notare
I5 aprile I488 - Con il pagamento di sette scudi d'oro il pit- ancora nel corridoio di accesso -veniva abbassato da una nuova
tore dichiara il saldo del polittico di ' Nostra Signora della copertura. Delle quattro finestre, che danno sul chiostro, due
Misericordia '. rimangono cieche, pur mostrando la loro decorazione a riquadri
3 settembre 1495 - Firma e data dell'affresco della ' Crocefis- bianchi e grigi. Sopra queste finestre e su quelle del lato opposto,
sione ' nella ' Libraria ' del convento di Taggia. simmetriche, sono decorati dieci tondi con i busti det santi,
II ottobre 1495- Data del polittico del 'Battesimo di Cristo', rispettivamente cinque per lato; due coppie di essi, per un totale
secondo l'iscrizione riportata dal Calvi nella cronaca del di quattordici, fanno pendant, nelle. pareti minori, alla lunetta
convento. dipinta con la' Deposizione', a nord (fig. 39); alla' Crocefissione',
I3 novembre 1512 - Si impegna a consegnare il polittico della a sud (fig. 38). L'affresco del Brea, collocato sopra un vano di
~ Nostra Signora del Rosario ' in un contratto stipulato con accesso, poggia su due finte colonnine, pure dipinte.
1 rettori della cappella del Rosario in S. Domenico. Segnaliamo inoltre che non è stata rinvenuta nei corridoi
~) È nota la sua fama di pittore, molto simile a quella che nella traccia degli altri affreschi, menzionati nella cronaca. Sembra
reg.tone circondava un Foppa, un Maz.one o Braccesco. Il Soprani invece che nella lunetta di facciata della chiesa siano emersi fram-
slnve che Brea " benchè avesse per patria Nizza, pure affezionato men~i di deco~azione, che confermerebbero la memoria di padre
a la città di Genova, in questo gran tempo visse, mostrandosi Calvt. Tuttavta queste pur modeste tracce, che potevano testi-
~emp.re più insigne nella facoltà di ben esprimere con i colori moniare un'altra ~presa ad affresco del pittore, sono state som-
1 su,ot concetti, (R. SoPRANI, Vite de' Pittori, Scoltori et Archi- merse e cancellate m un recente rifacimento della facciata.
teJtt Genovesi, e de' forastieri, che in Genova operarono, Genova Nel chiostro e nei vani adiacenti sono stati strappati e ricollo-
I 74, p. 21). cati in loco .una • Crocefissione e quattro Santi' (1482) nella
Il fatto che Brea e il gruppo dei lombardi fosse in gran fama sala del Capttolo (restauratore Arrigoni, cura di G. V. Castelnovi,
presupponeva non tanto una " bravura , in senso assoluto, ma 1962) i una ' Crocefissione ' nel refettorio, entrambi affreschi
una sperimentata perizia artigianale e la capacità di interpretare dell'ultimo quarto del secolo, ascrivibili a Giovanni Canavesio
o sollecitare un gusto regionale, fondamentalmente cresciuto (L. REGHEZZA, Gli affreschi nel convento dei Domenicani di Taggia:

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un errore nella storia della pittura in Liguria: un pittore mai esi- I966), alia quale si accosta il Castelnuovo (E. CASTELNUOVo,
stito, in Comune di Genova, febbr. I927, p. I27i G. V. CASTEL- Ecole d'Avignon, in Art de France, I96I); con remore la seconda
NOVI, Mostra di opere d'arte restaurate, in Quaderni della Soprin- (A. NALDINI, op. cit., I965), come i dubbiosi rimandi al caso
tendenza alle Gallerie della Liguria, Genova I956; M. ROQUES, Braccesco-Longhi, per il quale si ricorda la proposta espressa
Les peintures murales du sud-est de la France, Paris I96I, p. 324). da Birolli (Z. BIROLLI, Il formarsi di un dialetto pittorico nella
Si aggiungono, nella sagrestia, una testa di Cristo e angeli, che regione ligure-piemontese, in Boli. della Soc. Piem. di A. e B .A.,
decorano una scansia a muro. Sarebbe interessante un confronto 966
tra i procedimenti tecnici seguiti nei lavori di recupero di tutti I La).Naid'm1· mtesse
· una sene . d 1' n'fenmentl
. . ch e m
. d1v1
' 'd uano l e
questi affreschi liguri: chiostri di S. Maria di Castello e chiesa relazioni di mestiere e di cultura di Brea, con il risultato di ren-
di S. Lorenzo a Genova; santuario d Montegrazie presso Imperia derne più mobile la fisionomia e la lettura delle opere. Così gli
(G. V. CASTELNOVI, Il Santuario di Montegrazie, Milano s. c. aspetti che potrebbero ritenersi contrastanti nel suo lavoro sono
(I967); S. Bernardino di Albenga; chiesa dell'Assunta a Piani al limite, quelli che maç:giormente ne determinano la personalità.
d'Imperia (P. RoTONDI, in Rivista Ingauna e Intemelia, n. I-2, Semplificando si può drre che vi è una serie di possibili osserva-
I95I; ID. Per Tommaso e Matteo Biazaci da Busca, ibidem, nn. I-2, zioni che riguardano la formazione ed il suo primo, successivo
3-4, I956); cappella di S. Bernardino a Pigna (E. BREZZI RossETTI, orientamento; la collaborazione con altri artisti, la bottega, i
Precisazioni critiche, in Boli. della Soc. Piem. di Arch. e Belle Arti, rapporti di committenza e di relazioni sociali. Attraverso un pur
I956); e il convento di Taggia. Per la ' Crocefissione ' di Brea sommario esame di tali punti si vedrà come risulti agevole uscire
non si è ricorsi, come in precedenza, allo strappo dell'affresco, dalle strettoie di una definizione convenzionale, quale è stata
che avrebbe potuto ulteriormente impoverire lo stato di conser- per molti anni, quella della scuola nizzarda, che finì per essere
vazione dell'opera. legata, persino, ad una questione di confine e di malintesa nazio-
Per quanto riguarda la chiesa il discorso è diverso: resi visibili nalità.
all'interno, nella terza cappella sinistra, affreschi del primo 7) I documenti che riguardano il polittico della ' Madonna
Cinquecento, di gusto popolare, avvicinabili al ligure Pietro della Misericordia ' ricordano nell'83 il rapporto con il pavese
Guidi (sono proposte indicative, che non valgono una 'attri- Francesco da Pavia, mentre nel pagamento dell'84 viene citato
buzione '), la facciata è stata recentemente 5tuccata ed intona- un fratello dell'artista. Per il tardo polittico di Montalto, per esem-
cata, con pesantezza e con una divisione a riquadri, prima inesi- pio, si ha documentato l'intervento di Stefano Adrechi (P. Ro-
stente. Un ripristino dunque che non può essere certo paragona- TONDI, Il polittico di Montalto, in Mostra di opere d'arte restau-
to a quello messo in opera per l'altro famoso complesso conven- rate, in Quaderni della Sopr. alle Gall. della Liguria, n. 6, I956).
tuale, i chiostri di Santa Maria di Castello a Genova (D. MoROZZO Non è il caso ora di insistere in un lungo elenco di collabora-
FIERRO, La Chiesa e il Convento di Santa Maria di Castello, in razioni riscontrabili in numerosi dipinti di Brea o di riprendere
Quaderno, n. 2, Genova I969). in esame la presenza nella bottega del fratello Antonio o del
4) Come per la ' Madonna della Misericordia ' e la ' Pietà ', nipote Francesco; proprio perchè richiederebbe un lungo e
nella ' Crocefissione ' il pittore si rifà ad una iconografia stabiliz- riç:oroso esame comparativo e di lettura su basi possibilmente
zata dalla tradizione, pur introducendo varianti rispetto agli scientifiche, che senza dubbio recherebbe ulteriori chiarimenti
esempi lombardo-piemontesi di artisti, quali il Mazone, con i per i problemi attributivi esistenti, e, a maggior ragione, per spie-
quali ebbe sicuri scambi. Sarebbe molto utile un confronto gare la diversità di accenti riscontrabili nelle opere dell'artista.
serrato tra le opere dell'uno (' Crocefisso e Santi' di S. Giuliano Una notizia interessante, oltre alla nota partecipazione di
d'Albaro di Genova, ora a Palazzo Bianco, o gli scomparti dello Brea al polittico di Savona (P. RoTONDI, Vincenzo Poppa in
stesso tema che si possono vedere alla Pinacoteca di Savona) e S. Maria di Castello a Savona, in Quaderni della Sopr. alle Gall.
i soggetti analoghi di Brea, che ora insiste nel tenere libero il d. Lig., n. 8, I958), riç:uarda il lavoro in équipe con il lombardo
cielo da angeli svolazzanti, propri dell'iconografia italiana e Barbagelata, cognato d1 Foppa, e Lorenzo Fasolo, per la cappella
presenti in ogni Crocefissione dell'Italia settentrionale, da Donato di Pietro da Persio al Carmine di Genova nel I503.
de' Bardi a Foppa e Bergognone; e nel rappresentare i personaggi 8) N. CALVI, Annales conventus tebiensis S . Mariae de Mise-
privi di aureola. ricordia R.R. P.P. Praedicatorum ab eius fundation e 1460 usque
5) Dopo la 'Pietà' di Cimiez del I475 1 le notizie riguardano ad annum 1623 per R. P. Fr. Nicolaum Calvum ejusdem Ordinis,
il pittore operoso tra Genova e Taggia e documentano incarichi manoscritto presso la biblioteca del convento di Taggia e copia
e opere da lui eseguite. I dipinti che si raggruppano intorno al nella biblioteca Berio di Genova.
I495 sono la 'Santa Margherita' (I494), la 'Assunzione' di 9) Come aveva riconfermato nel suo saggio il Carpegna non
Savona, il' Battesino di Cristo'; di poco posteriori la ' Presenta- c'è motivo di spostare ad arbitrio e su considerazioni stilistiche
zione al tempio ' di Moulins, non documentata, e la ' Madonna ' quanto mai incerte questa 'Crocefissione' verso il I5IO, data
di Narbonne, già collezione Campana. Delle ultime due opere la proposta dal Labande. Quest'opera è del resto legata cultural-
Naldini, riferendosi alle indicazioni del Laclotte, dà una lettura mente alla 'Pietà' di Cirniez e all'ambiente provenzale della
convincente; assai meno, però, quando assegna una piccola formazione artistica del pittore (L. LABANDE, Les Bréa peintres
tavoletta con ' Crocefissione ', inedita, e da lei attribuita a Brea niçois des XV• et XVI• siècles en Provence et en J;-igurie, Nice I937,
(M. LACLOTTE, Primitifs de N ice - Exposition, Musée Massena, pp. 32-35, tav. IV; N. DI CARPEGNA, op. clt., I942 1 p. 4I3)•
N ice, in Art de France, I96I; A. N ALDINI, Contributo allo studio Io) Per la 'Crocefissione' di Cimiez: L. LABANDE, op. cit.,
di Lodovico Brea, in Arte Antica e Moderna, n. 3I-32, I965). I937, pp. 75-79 e tav. XVI.
6) Dopo gli eruditi locali. sempre degni di menzione, tra i I I) Per 1 ricordati scomparti di Mazone vedere nota 5; inoltre
quali primeggiano l'Alizeri (F. ALIZERI, Notizie dei professori del il volume Capolavori della pittura a Genova, Milano I952,
disegno in Liguria, vol. II, Genova I873) e, all'inizio di questo pp. 46-49·
secolo, i ricordati Bres e Reghezza, la storiografia attorno al I2) Per questa tela, che si colloca alla metà del Quattrocento,
pittore è cresciuta su una interpretazione in chiave stilistica, che si rinvia al catalogo della mostra Dai Visconti agli Sforza, Milano
spesso ha deformato i termini m questione, cercando di dare un I958, p. 95, tav. CIII. Anche il pittore pavese si è servito di
senso univoco alla sua evoluzione culturale, quantunque impron- modelli nordici, che potranno forse essere meglio precisati
tata all'eclettismo: l'ultimo contributo in tal senso è quello della attraverso lo studio sulle miniature, essenziali a stabilire i canali
Roques, che parla di " écletisme personnel ., (M. RoQUES, Les della diffusione franco-fiamminga in Italia nel primo Quattro-
apports néerlandais dans la peinture du Sud-Est de la France, Bor- cento. Ma anche il capitolo delle infiltrazioni fiamminghe in
deaux I963, p. I97). Talvolta invece ci si è fermati ad un giudi- Lombardia nella seconda metà del secolo rimane uno dei meno
zio affrettato, come nel caso di Venturi (A. VENTURI, in Storia chiariti. Ultimo contributo quello di L. CASTELFRANCHI VEGAS,
dell'Arte, Vol. VII, IV, Milano I9I5) e dello stesso Sterling Rapporti Italia-Fiandra, in Paragone, nn. I95 e 20I, I966.
(CH. STERLING, La peinture française- Les primitifs, Paris I938). I3) Si vedano i passi riguardanti questo problema in A. M.
I nuovi contributi sono venuti negli ultimi anni e si sono BRIZIO, La pittura in Piemonte dall'età romanica al Cinquecento,
accompagnati ad un rinnovato, generale interesse per tutta l'area Torino I942i L. MALL~, Elementi della cultura francese nella
ligure e provenzale. Nel I952 il Castelnovi faceva il punto della pittura gotica tarda in Piemonte, in Studi in onore di L. Venturi,
situazione (A. MoRASSI e G. V. CASTELNOVI, Capolavori della Roma I956; e Le arti figurative in Piemonte, Torino I962; M.
pittura a Genova, Milano I952) e con il suo rigorismo filologico LACLOTTE, op.cit., I96I e I966; A. NALDINI, op.cit., 1965.
segnava un momento rilevante nella letteratura ligure del dopo- I4) Gli esiti di Bergognone saranno orientati nell'età matura
guerra. Allo studioso si deve il recupero di un polittico (Un'opera in ben diversa direzione, ma non cosi distanti da non poter ten-
di L. Brea recuperata: la S. Devota di Dolceacqua, in Riv. Ing. e tare un esame comparativo di opere, quali le tavolette, viste in
Int., I949). Per ultimi, in ordine di tempo, si sono occupati del rapporto con quelle della 'Passione di Cristo', eseguite in varie
nizzardo il Laclotte e la Naldini, con posizioni talvolta contra- ripetizioni dopo il I500 nelle predelle di polittici e nella numerosa
stanti, con concetti più tradizionali il primo, una visione per serie che circondava, in origine, l'altare della ' Madonna del
scuole abbastanza rigida (M. LACLOTTE, L'école d'Avignon- La Rosario' in S. Domenico di Taggia, in restauro presso la Soprin-
peinture en Provence aux XIV• et XV• siècles, Paris I96o; Primi- tendenza alle Gallerie della Liguria. Ma i rapporti dovranno
tifs de N ice, in Art de France, I96I; Primitivi francesi, Milano ad un tempo essere allargati a Defendente e a Spanzotti.

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©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

1 5) Nel piccolo Museo del convento domenicano si vedono terio, l'affresco del Correggio venne sostituito con ttnà
due sezioni di figure . di Santi, rim.anen~ di un fur~o; la parte pedissequa e fredda COJ?ia del pittore bolognese
superiore del • S. Vmcenzo marure ' st trova oggt a Palazzo
Venezia a Roma. Cesare Aretusi e soltanto 1 busti dei due protagonisti
1 6) La • Crocefissione ' della Pinacoteca Civica di Savona, ' Cristo e l' Incoronata ' furono salvati e portati nel
opera as~ai deteriorata,.proJ:>abilmente faceva.p!lrte di una cimasa l'oratorio del nuovo Palazzo Ducale, voluto da Ottavio
dt politttco. Per essa st puo confermare l'optruone del Labande, Farnese, che in quel tempo ne aveva intrapreso la
che la riteneva un lavoro autografo, seppure molto tardo, di Brea.
Egli però semplicemente annotava: " On se contentera de faire costruzione.
le rapprochement sans conclure d'une façon ferme. En tout cas, Oltre il gruppo centrale sono state anche recuperate
cette reuvre doit se piacer comme date . entre 1510 et 1520 ,. alcune teste di angeli ora nella Galleria Nazionale di
(L. LABANDE, op. cit., 1937, p. 16o, tav. XXXVI; M. RoQUEs,
op. cit., 1963, P· 194). Londra; ma, purtroppo, anche il maggiore frammento
17) Nel 19~ il Carpegna parlava, seppure in modo ancora parmense, risparmiato dalla distruzione, non ha avuto
approssimativo, di rapporti mediterranei: "L'ambiente niz- una sorte benigna, in quanto tutti quelli che dalla fine
zardo, e quello prove!lzale, si sono ve~uti a ~ovare in condizioni del '500 si sono avvicinati al relitto hanno contribuito
affini a quelle m cut poco tempo pnma st erano trovate altre
regioni italiane e spectalmente la Stcilia, il Napoletano, la Sar- ad accentuarne la rovina. Infatti l'affresco, staccato ed
degna: ambienti cultura~i nei quali confl~ivano ~iverse correnti inserito, dall'esterno, nel lato est della Pilotta, con
italiane, catalane, fiammmghe e provenzah, c~e SI f<?ndevano con tutto il supporto murario, rivelava sempre nuove crepe
varia prevalenza dell'una o dell'altra, ma con nsultau spesso note- e distacchi nella superficie dipinta per il peso e la collo-
volmente affini, (N. DI CARPEGNA, op.cit., p. 412). Gli studi del
dopoguerra avrebt?ero riaperto. un importa~te ~pitolo nella cazione in bilico della conca absidale, per cui gli im-
storia dell'arte occtdentale. Un tmpulso a tah studt venne dalla provvidi restauratori, invece di studiare una migliore
mostra di Marsiglia e di Barcellona (catalogo della Exposicion de collocazione ed uno sgravio del peso, si sono limitati,
primitivos mediterrd'!-eos, Barcellona. 1952), nella quale f~;~ inser~to
giustamente anche ti Brea. Tuttavta per comprendere 1 modt e nei secoli, a mascherare, con sempre nuove ridipinture
il momento della sua partecipazione occorre riferirsi al quadro e pesanti rifacimenti, le abrasiom e le crepe, tanto da
degli avveni;nenti, tracciato dal Lac;:lotte, dap,Prima p~tando alterare profondamente il testo autografo, il cui recu-
sugli aP.P ?rtl d~lla Proyenza all'Itaha settentrtona!e; po1 sulla pero sembrava ormai impossibile. Si è quindi, nel
reciproctta degh scambt. Il Laclotte parla della npresa, verso
la metà del secolo, del ruolo economico e culturale della Provenza restauro attuale, per prima cosa fissato tutto: i com-
e di Avignone, suo m~ggior centro ~i. richi.amo. Negli ulti;ni pletamenti a tempera, eseguiti dallo stesso Correggio
anni del Quattrocento ti fenomeno st mverurebbe, dando vtta sul substrato a buon fresco, i successivi rifacimenti e gli
alla esportazione di uno stile ormai codificato (M. LACLOTTE, annerimenti dovuti alla polvere, al sudicio ed a sostanze
op. cit., 19~0). In seguito ~odi!ica legger:nente questa i~posta­
zione e scnve: " Il caso Ltefermxe non e che un esempto delle oleose, per poi eliminare gradatamente e prudentemente
relazioni che unirono durante l'ultimo terzo del XV secolo la a ritroso i vari strati ed interventi successivi (fig. 46)
Provenza all'Italia del Nord. Questi scambi furono reciproci: fino ad arrivare al testo originale, di cui si sono po-
Carlo Braccesco, Louis Brea con la sua Pietà di Cimiez e senza
dubbio lo stesso Foppa seppero nel loro tempo trarre profitto tuti recuperare, oltre le parti a buon fresco, anche quei
dalla vigorosa maniera provenzale, (M. LACLOTTE, op.cit., 1966). ritocchi a secco che non erano stati abrasi dai pre-
Infine biso~na riconoscere la chiarezza apportata a questo campo cedenti, sacrileghi interventi, i quali avevano tra l'altro
di relaziom mediterranee dagli studi dt Sterling sul Maestro inventata un'aureola sulla testa del Cristo per nascon-
di San Sebastiano e sul Maestro di Moulins (CH. STERLING,
fosse Lieferinxe peintre provençal, in Revue du Louvre n. 1, 1964; dere un pentimento originale.
]ean Hey, le Maftre de Moulins, in Revue de l'Art, n. 1-2, 1968). Così, se la veste rosea della Madonna è risultata
18) Il Laclotte e il Castelnuovo si servono di termini conven- ormai irrimediabilmente priva delle velature originali,
zionali ancora molto in uso, e tra tutti quello che si riferisce al
concetto di " scuola ", per indicare lo svtluppo di una tradizione è stato possibile recuperare sotto il tono grigio-verda-
provenzale che abbraccia due secoli di manifestazioni artistiche. stro, con cui il dipinto era stato uniformemente rico-
Questo termine di scuola sembra in parte contraddire la circola- P.erto, il colore aureo del velo che le scende dalla testa,
rità mediterranea, e rifarsi ad una impostazione non molto attuale
dei problemi storico-artistici. 11 tono acceso dei capelli sull'oro del fondo, già coperto
19) La tavola (cm. 56 x 70) si trova in collezione privata da una patina bruna, e il manto del Cristo che è risul-
genovese. tato di un caldo tono bianco e soppannato di grigio-
20) Questo risulta evidente nel raffronto tra i grandi scom- azzurro.
parti, come il polittico della • Annunciazione ' di Taggia (fig. 44)
e la tavola nella chiesa della Madonnetta a Genova, e le minori La più autentica scoperta di questo restauro - opera-
cimase con il medesimo soggetto, nella quali il pittore si rivela to, con l'abituale, scrupolosa perizia, da Renato Pasqui-
più libero da necessità programmatiche di ordine decorativo e è stata però il recupero dei volti dei due protagonisti:
architettonico.
21) A. NALDINI, op. cit., 1965, pp. 302-305. quello tenero, quasi sensuale della Madonna, dal perfetto
22) Alle opere precedentemente citate si aggiungano un arti- ovale, in cui sono stati tolti i rifacimenti che avevano
colo del LACLOTTE, Le Maftre de Santa Clara de Palencia, in dato alla mascella una forma quadrata, pesantezza al
Bulletin des Musks et Monuments Lyonnais, n . 2, 1964; e uno di collo, che ora si incurva morbido e lieve ed una linea
N. REYNAUD, ]ean Hey peintre de Moulins et son client ]ean Cueil-
lette, in Revue de l'Art, n. 1-2, 1968. diritta e dura alle labbra, ora dischiuse e morbide.
Del pari è riemerso, dall'involucro che lo falsava, il
Cristo austero e solenne, il cui sguardo, già atono e
inerte, ha ritrovato un'espressione dolcemente propi-
L' 1 INCORONATA, DEL CORREGGIO ziatoria, consona al gesto di incoronare di stelle il capo
della Madonna col braccio muscoloso e possente, in
armonia al protendersi del torso nudo che emerge
L ' reggio nell'absidedelladiVergine,
INCORONAZIONE dipinta dal Cor-
S. Giovanni Evangelista
dal manto bianco, su cui brilla il fermaglio d'oro
(fig. 45)·
al termine della sua opera in quella chiesa, cioè tra il Solo ora, quindi, sia pure mutila del grande coro
I523 ed il '24, appartiene al gruppo dei capolavori del di angeli e santi e della siepe absidata da cui la coppia
pittore che, per la incomprensione e, vorrei dire, la divina era circondata, riusciamo a ricostruire il rap-
leggerezza dei contemporanei e dei posteri è stato mu- porto ideale tra la cupola, ove il Cristo, circonfuso
tilato e rovinato. Demolita, infatti, l'abside nel rs8s, d'oro ed avvolto nelle vesti rosee, tra una miriade di
quando i frati benedettini vollero un più vasto presbi- cherubi, plana verso Giovanni, e l'abside, con la bianca

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