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Secondo pdf che realizzo sulla città di Bahia!

:)
Per vedere il primo:

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Info tratte da: "Bahia" di Jorge Amado

La prima cosa da fare quando si arriva a


Bahia...

Chi protegge le strade della città di Salvador di


Bahia è Exu (pronuncia "Eshù"), orixa (pronuncia
"orishà") dei più importanti nella liturgia del
Candomblé, da molti confuso col diavolo

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nel sincretismo con la religione cattolica, visto che
Exu è malizioso e dispettoso; appostato ai crocicchi
di tutte le strade, nascosto nella semiluce dell'alba
o del crepuscolo, alle soglie del mattino, al calar
della sera, nell'oscurità della notte, Exu protegge la
sua città beneamata. Il suo giorno è il lunedì.

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Il primo obbligo da adempiere quando si calpesta
questo suolo, quando si arriva qui, è quello di dar
da bere (*) ad Exu per conquistarne la benevolenza.
Exu beve cachaça, ma in mancanza di quella accetta
whisky o vodka. L'ideale resta sempre l'acquavite
di canna di zucchero, distillata, se possibile, in
alambicchi di coccio. è consigliabile che il
viaggiatore offra il primo sorso a Exu versandolo
direttamente per terra. Così si sarà posto sotto la
sua protezione e tutti i sentieri si apriranno.

(*) Pratica che si ritrova anche nel culto dei morti:


si versa per terra, nei cimiteri, i liquidi.
Per quanto riguarda Exu (come tutti gli Dei del
Candomblé, di origine africana) porta un tridente,
come Poseidone (Dio Europeo) e Shiva (Dio
Asiatico)

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Il tridente di Shiva ha un significato
particolarmente interessante:

Volontà, Azione, Conoscenza o anche i suoi tre


aspetti:

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Brahma-Vishnu-Shiva = Creazione, Preservazione,
Distruzione.
Un'altra cosa interessante è che anche Kali a volte
porta il tridente quando Shiva giace ai suoi piedi:

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o se vogliamo un riferimento tibetano alla Dakini,

Inoltre può essere "potenziato" così:

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con la svastica e l'Om

I cattolici hanno messo il tridente sulla loro visione


di "Diavolo":

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ulteriore dimostrazione di come abbiano denigrato
i simboli degli Dei pagani.

Un'altra specie di tridente è il Vajra, il fulmine


(noto nel mito di Indra, il Dio vedico)

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e il simbolo del "Fulmine Trifido" era usato anche
negli Dei semiti della tempesta (Adad, Teshub):

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il cui carattere bellicoso passò all'Allah islamico.
Vedi questi passaggi del corano:
Sura LI,1-4 "Venti che spargono": "Lo giuro per i venti che
spargono/ e le per portatrici del peso, le nuvole/ e per
quelle che agilmente vogano/ e per quelli che
trasmettono ordini."
Sura XLVI,24 "Al-Ahqaf": "Si accorsero di una nuvola che
si dirigeva verso le loro valli. Esclamarono: ecco una
nuvola che passa: sta per piovere su di noi. Ma non era
una nuvola: era quello di cui volevano affrettare la
venuta: era un ciclone, pregnante di castigo doloroso."
Sura XLI,13 "Furono esposti chiaramente": "Si
allontanano? annuncia loro: attenzione, io vi avverto che
verrà un fulmine come venne agli Ad e ai Thamud!"
Sura XXXV,9 "Al Fatir, oppure il Creatore": "è Dio colui
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che scatena i venti che sollevano nubi, che poi
sospingiamo (plurale maiestatis: Noi = Allah che parla di
sé al plurale) verso una terra morta. Poi Noi ridoniamo
la vita alla terra dopo la sua morte. Ecco, in tal modo ci
sarà la resurrezione."
che lasciano intendere un "dio dei venti", dei fenomeni
atmosferici. Esattamente come Adad/Teshub, armato di
fulmine trifido! Se poi si preferisce la fonte biblica:
"egli arma le mani di folgori e le scaglia contro il
bersaglio; lo annunzia il suo fragore, riserva d'ira contro
l'iniquità, udite udite il rumore della sua voce, il fragore
che esce dalla sua bocca, il lampo si diffonde sotto tutto
il cielo e il suo bagliore giunge ai lembi della terra, dietro
di essi brontola il tuono, mugghia con il suo fragore
maestoso e nulla arresta i fulmini..." (Giobbe, XXXVI, 32
- XXXVII,7)

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La città di Bahia

I filologi e gli storiografi perdono il loro tempo a


dibattere se questa città si chiama città di Salvador
o di San Salvador. Può darsi benissimo che il
colonizzatore devoto desiderasse porre questa città
sotto il patrocinio di gesù salvatore e così
battezzasse la città col suo nome. Ma noi siamo un
popolo meticcio con sangue indio e molto sangue
nero e il nostro primitivismo ama i nomi pagani
presi dalla natura che ci circonda. Di fronte alla
città si estende la baia immensa, bellissima, che
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abbraccia l'isola di Itaparica. "Baia di tutti i santi":il
cattolico lusitano così battezzò la baia intorno.
L'indio e il nero battezzarono la città nata lì: Bahia,
punto e basta.
L'importante a Bahia è il popolo. Di una forza
vitale, smisurata, capace di superare le più dure
condizioni di vita, amante del riso e della festa,
punto di incontro di razze e costumi, porto aperto
alle navi di tutto il mondo.
Definitivo è stato il contributo dei neri alla
formazione della nostra cultura nazionale.
Malgrado le terribili, mostruose condizioni in cui è
venuta a trovarsi in Brasile la cultura nera sbarcata
dalle navi negriere - le condizioni di una cultura
schiava, vilipesa, disprezzata, combattuta a morte,
violata - la cui sostituzione forzata a base di
bastonate e battesimo fu tentata sistematicamente,
quando i padroni di schiavi cercarono di imporre ai
neri, nella sua totalità, la cultura dei coloni, dalla
lingua agli dei.

Nota di Lunaria:
sì, lo scandalo sessista e razzista di far adorare il
"dio bianco semita gesù" a tutti i popoli, a tutte le
femmine, a tutte le persone non semite.

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lo scandalo del cristianesimo: affermare che dio si
faccia uomo, una volta sola, in un sesso e in una
razza unica... e tutte le altre categorie di esseri
umani? Non andavano bene a questo dio cristiano,
per incarnarsi? Solo la virilità semita andava bene,
a tale dio, per manifestarsi al mondo? Il santino
rappresenta un'idolatria di un maschio semita: qui
a esseri glorificati non sono tutti gli esseri umani
(che sono anche femmine e maschi non semiti) ma
solo una virilità semita.

I neri schiavizzati e obbligati al cristianesimo


furono costretti, per mantenere le loro origini, a
"travestire" i loro Dei con i santi cristiani:

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Il Dio Serpente Damballah sincretizzato in mosè col
caduceo

oppure con san patrizio:

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Le feste in onore degli Orixas (= "Orishàs")

Gli Orixas sono gli antichi Dei africani, di


origine yoruba. Sono stati sincretizzati con i
santi cattolici, per poter sopravvivere durante
l'epoca schiavista. Oggigiorno però si trovano
sempre più spesso (e per fortuna)
rappresentazioni moderne degli Orixas, dai
tratti africani. Gli Orixas hanno passioni, pregi,
difetti antropomorfi: mangiano, bevono, fanno
sesso, tradiscono, sono capricciosi, leali ecc.
La cosa bella di questa religione è il rapporto
che si forma
"a tu x tu" tra il Dio/Dea e il fedele. Ogni
divinità ha i suoi gusti e il
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Sacerdote/Sacerdotessa deve conoscere bene
tutte le differenze e particolarità per ciascuna
Divinità. Molti Orixas hanno più di un aspetto.

La mattina del terzo giovedì di gennaio il popolo di


Bahia si incammina verso la collina del Bonfim,
dove si trova la chiesa dedicata al santo più
popolare della città [...] per i neri Nostro Signore
del Bonfim è Oxalufà ossia Oxalà-vecchio (=
Oshalà), nella sua massima dignità.
Nostro Signore del Bonfim/Oxalà manda la pioggia,
trattiene le piene dei fiumi, protegge le piantagioni,
evita le epidemie.
Le donne figlie-di-santo (devote al Dio) vestono
tutte di bianco (colore di Oxalà), portano in dono
l'acqua e i fiori. Alla festa partecipano anche
venditori di caramelle, zucchero caramellato, dolci
e cioccolato. In onore di tale Dio si lava la chiesa
(anche se ovviamente questa non è pratica lecita e
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cattolica... un'ordinanza vescovile la proibisce ma il
popolo se ne infischia); mentre le persone
eseguono questo rito declamano i nomi degli
Orixas e da fuori il samba allieta le persone che
accorrono numerose verso le bancarelle di
dolciumi.
I festeggiamenti durano una settimana intera.

Oxalà = il Dio della creazione figlio di Olorum che nel Cielo


si mantiene indifferente alle vicende degli uomini. è
sincretizzato con Cristo. Assume due forme: quella
giovanile è detta Oxaguià, quella anziana Oxalufà.

La festa di Yemanjà

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Una delle feste più belle di Bahia!

Nel calendario delle feste popolari di Bahia hanno


un rilievo particolari quelle appartenenti al ciclo
del mare. Eretta su di una penisola, circondata dal
mare, terra di pescatori, paesaggio di barche a vela,
Bahia ha una Regina: Yemanjà, Signora delle Acque

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Sirena dai cinque nomi: Dona Janaìna, Ynae, Yà,
Regina di Aiokà. Essa regna su questo impero delle
acque: del mare, dei laghi, dei fiumi:

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Governa i venti, scatena i temporali. Madre e sposa
dei pescatori: "Dolce è morire in mare, nelle verdi
onde del mare" cantano i mastri dei pescherecci, il
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pensiero rivolto a Janàina dai lunghi capelli
profumati e dagli occhi di naufragio. Si pensa che la
Dea seguì i suoi figli, i neri schiavizzati e deportati
in Brasile, stabilendosi per sempre nelle acque di
Bahia. Abita in diversi luoghi: alle rovine del Forte
da Gamboa, al Rio Vermelho, alla Barra - una
vecchia fonte che zampilla fra i sassi sulla spiaggia -
al Mont' Serrat, ai piedi del fortino, a Itapua, alla
Diga, a Pituba e a Itaparica. Ovunque ci sia un
pescatore là c'è lei, con il suo amore e la sua
devozione.
Nota di Lunaria: per questo suo aspetto da sirena
ammaliatrice Yemanjà rappresenta il mare, che è
duplice: datore di vita e bellezza (pesci, coralli,
perle...) e di morte (maremoti).
I poteri di Yemanjà sono grandi e i suoi figli - la
gente di mare - non fanno altro che portarle doni:
saponette, pettini, bottigliette di profumo, lettere di
supplica sono deposti nelle acque

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Il due febbraio si festeggia una festa solenne: la
gente di mare si raduna al largo Sant'Ana, anche se
la festa ha inizio almeno una settimana prima
(bancarelle, luci, sfilate)
Le donne imitano il look della Dea:

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Finalmente arriva il 2 febbraio, "Giorno della festa
in mare": "Io voglio essere il primo a salutare
Yemanjà": da ogni parte, fin dall'alba, convengono
le figlie-di-santo con i loro costumi e collane rituali,
portando ognuna il proprio dono.

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I doni sono tagli di stoffa, scatole di saponette,
cipria, pettini, nastri, anelli, bottigliette di profumo,
pantofoline, orecchini, tutto quanto serva alla
bellezza di una donna perché Yemanjà è vanitosa.
Alcuni offrono lettere di supplica: che il mare sia
pieno di pesci e di bonaccia, evitando naufragi (e
annegati: si pensa infatti che chi muoi annegato sia
"rapito" dalla Dea).
Fasci e fasci di fiori sono portati: i giardini, dai più
poveri ai più ricchi si sono spogliati di tutte le rose.

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Il canto si alza, ritmato: "Viva a Rainha do Mar,
Ynaè, Princesa de Aiokà, Ynaè ò, Viva a Rainha do
Mar"
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Sul largo danzano gruppi e file di gente che si tiene
per mano, al suono di piccole orchestre, danzano
festaioli. è una festa piena di gioia (come tutte le
feste bahiane) nelle quali gli Dei vengono a danzare
e cantare con i loro figli

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I doni vengono raccolti nelle ceste poi a metà
pomeriggio un peschereccio vengono portati al
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lago.
Uomini e donne aspettano, attenti: la Dea accetterà
i doni? Se li accetta e li porta con sé sarà una buona
annata di pesca e navigazione, ma se li riporta
indietro, con le onde, sarà anno di tempeste e di
fame.
Tutti danzano. E chi vuole suonare stando dietro al
ritmo della samba può farlo anche battendo le
mani!

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Yemanjà è sposa di Oxalà, madre di tutti gli Orixas;
veste di azzurro; ciottoli di mare e conchiglie sono i
suoi emblemi. Nel sincretismo si identifica con
maria:

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Il suo giorno è il sabato. Altri suoi nomi: Yà, Dona
Janaìna, Inaè, Principessa di Aiokà. Il compositore
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Dorival Caymmi le ha dedicato moltissime canzoni.
Come cibo ama granoturco bianco con olio e cipolla
e carne di capra. Il suo saluto: "Odòia! Tutto il
mare di Bahia appartiene a Yemanjà"

Non manca poi la festa dedicata all'altra grande


Dea afro: Oxum (in Africa chiamata Oshun), la
Venere africana, una Dea che predilige il giallo:

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di conseguenza le sue fedeli si vestono così

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Oxum è la personificazione della femme fatale; fu la
seconda moglie di Xango (Shango, in Africa: Dio del
tuono e del fulmine)

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Shango e Oshum

Shango porta la doppia scure, l'oxè

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Animali sacri: tartaruga, agnello, gallo.
Oxum ha come giorno della settimana il sabato e
come simboli ha il ventaglio, i bracciali e i sassolini
di fiume. Ama i gamberetti e la cipolla, fagioli,
granoturco, miele, olio di palma. Il suo saluto è
"Eyèo!" Esistono vari tipi di Oxum: Ijimum, Yeyè
Okè, Aparà.

Per evitare di seguire il marito in guerra cedette il


suo posto alla sorella, Yansà, (Oya in Africa), la Dea
dei venti e delle tempeste, legata anche ai morti

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Yansà veste di rosso e ha come emblema la frusta e
la spada di rame

I suoi animali sono la capra e il gallo. Il saluto:


Eparrei!

La versione africana di Yansà, Oya:

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Oya/Yansà e Shango

Aggiungo anche Yewa:

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è una vergine guerriera, simile alla nostra Athena.
Yewa a Bahia è chiamata Euà. I suoi animali sono il
piccione e l'anatra. è legata ai corsi d'acqua, il
mormorio delle fonti e delle acque correnti è la sua
voce.
Ad Haiti ha più un aspetto ctonio, legato ai morti:

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forse per il fatto che la verginità viene vista come
"mancanza di piacere" e quindi "astinenza,
rinuncia, solitudine". La morte è la grande rinuncia
alla vita. Ma questa è una mia supposizione, da quel
poco che ho potuto trovare (non in italiano) sul
web.

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è legata all'arcobaleno

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come Aida Wedo

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(adorata ad Haiti, non in Brasile)

A Bahia l'Orixa dell'arcobaleno è Oxumarè, il


Serpente.
Ad Haiti è Damballah.
Il saluto è "Aò Moboi!". Oxumarè è maschio e
femmina in contemporanea.



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sincretismo di Oxum con la madonna cattolica

Per quanto un tempo fosse abbastanza diffuso il


rappresentare gli Orixas sotto le spoglie dei santi
cattolici e con la pelle chiara oggigiorno si vedono
sempre più spesso i veri santini rappresentativi
degli Dei afro-brasiliani che tengono conto
dell'estetica africana:

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Cosa che dal mio punto di vista è molto meglio
perché è l'ultimo atto simbolico da fare che resta ai
neri bahiani, recidere del tutto il loro passato di
"sottomissione psico-fisica all'uomo bianco".
Yemanjà è adorata anche da bianchi e meticci per
cui non è scandaloso dipingerla con la pelle bianca
(Bahia è abitata anche da bianchi e meticci),
tuttavia secondo me sarebbe meglio che le donne
dalla pelle scura si abituassero sempre di più a
usare i santini moderni e non più quelli vecchi (con
i quali sono cresciute, tra l'altro, in pieno
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sincretismo afro-cattolico: si usava quello che i
"padroni bianchi" mettevano a disposizione, nella
paccottiglia cattolica). Internet permette la
diffusione su larga scala di immagini e io
personalmente preferisco le immagini che tengono
conto delle caratteristiche etniche e somatiche di
un popolo, e di tanti popoli, proprio per non
ripetere l'orrore concettuale cristiano della
monolatria di un sesso e di un tratto somatico
unico!

Festa di Ogun
Giugno è il mese del granoturco. è lui a dominare in
tutti i festeggiamenti dei santi patroni. In
compagnia dei falà e delle mongolfiere illuminate, il
granoturco è presente per tutto il mese: domina
tutte le feste, il suo sapore domina tutto il mese di
giugno: in mille festicciole, in centinaia di falò.

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Ogun è il Dio del ferro e della guerra, in Africa.

La versione Candomblé di Ogun: Ogum. è fratello


di Exu. Il suo giorno è martedì. Esistono diversi
aspetti di Ogum: Ogum Yà, Ogum Wari, Ogum
Omemè, Ogum Karokè. I suoi animali sono cane,
caprone, gallo. Gli si offrono patate arrostite con
l'olio. è sincretizzato in sant'antonio. La parola di

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salute è "Ogumyè!"

Nelle case-santuario dove viene celebrato il culto


degli Orixa si trova spesso un grande albero, che
viene considerato la dimora dei morti. Si pensa che
gli spiriti dei defunti (egun) tornino a danzare lì. In
queste case sacre c'è anche la sala dove sono
conservati gli abiti tipici di ciascuna Divinità:
quando un fedele va in trance viene portato lì
dentro, spogliato e fatto rivestire con l'abito del Dio
o della Dea di riferimento che ha invaso il fedele. In
un'altra stanza, ancora più sacra, si trovano i feticci
degli Dei: pietre, foglie, piatti con il cibo.



Oxossi: sincretizzato in san giorgio. Dio della


caccia. è legato agli animali (vedi un possibile
collegamento con il nostro Cernunnos). Ama
granoturco con cocco. Esistono più di 12 versioni di
questo Dio.
Omolu: è il più temuto. Comanda le malattie. Ha il
volto coperto dalla paglia per non mostrare i segni
del vaiolo, della lebbra.

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è sincretizzato in san lazzaro. Distribuisce
malattie e salute.

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Nanan Buluku: amante di Oxalà. Ha come giorno il
martedì.

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Veste di azzurro e bianco. Saluto rituale: Saluba! è
una delle più antiche divinità delle acque.

Il libro poi cita un'Orixa che non avevo mai sentito


prima:
Iyami Oxorongà

(quando si pronuncia il nome è bene alzarsi in


piedi, chi è in piedi faccia la riverenza). è un Orixa
legato alla stregoneria (ojiji) e ai suoi piedi si
posano le civette, suo animale. è legata agli uccelli
africani, a un tipo specifico che fa un verso
particolare, quello dal quale deriva il suo nome.
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Dal mio punto di vista potrebbe avere un'origine
comune con l'haitiana Marinette

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un Loa tremendo, legato alla magia nera, agli incubi
ecc. ma si tenga presente che è una mia
supposizione, non posso corredarla con dati certi.
Per di più, il culto a Marinette è così "underground"
che è tenuto ben nascosto (qualsiasi cosa sia) e
difficilmente si reperiscono informazioni esaustive.
Sono sicura che l'italiano che fece il primo studio su
Bahia

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non citasse Iyami. Non mi ricordo di averla trovata
citata... neppure con un'altro nome (il riferimento
alle civette poi mi sarebbe restato in testa anche se
Lovari l'avesse citata con un altro nome!) Jorge
Amado è di Bahia, in più è di origine meticcia. Ora,
se un italiano studioso non ha riportato questo
Orixa, possiamo dedurre che il suo culto è molto
ben celato ad occhi estranei... Non è neanche da
escludere che Amado abbia effettivamente assistito
ai riti dedicati a Iyami, anche se ovviamente non li
riporta per intero.
Secondo me deriva o ha un'origine comune con
Marinette, adorata però ad Haiti e non a Bahia.
Forse la versione brasiliana di Marinette è proprio
Iyami... La civetta come animale ctonio è tipica
anche di Lilith.
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Una possibile correlazione tra Iyami e Lilith?
Derivate tutte e due, secoli fa, da un archetipo
comune sviluppatosi poi a Babilonia e poco più in
là, in Africa? Io non lo escuderei. La civetta mi
sembra "una spia" abbastanza eloquente del
legame tra le due Dee. L'autore scrive che Iyami "è
signora del ventre". Dea del sesso, forse? ed è
legata anche alla stregoneria. Non avendo altre
informazioni certe (e soprattutto di fonte certa,
ovvero scritte da qualcuno che a Bahia c'è nato e
vissuto), non assicuro niente, lascio solo le mie
supposizioni!

Qui c'è un sito, ma la lingua usata è il portoghese:


http://www.mundodasmagias.com/orixas/yami/
(io non l'ho ancora visionato a fondo)

Qualche immagine che ne dà un'idea:

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Logun Edè: un Orixa a volte maschio (cacciatore) a
volte femmina. Veste di azzurro turchese. Quando è
maschio (ogni 6 mesi) si ciba di carne e vive nella
foresta; quando è femmina (i rimanenti 6) vive
nell'acqua e si ciba di pesci.
Nota di Lunaria: mi ricorda molto l'aspetto
androgino di Shiva:

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Ossain: Orixa delle erbe, medicinali e non. Signore
della foresta. Caprone e gatto sono i suoi animali, è
legato al colore verde e agli uccelli. Saluto: Euè ò!
Molte volte è rappresentato con una gamba sola.

Roko: un albero, un Orixa della foresta.

Bayani: Madre di Xangò. Ha una corona di


conchiglie. Similmente ai culti più primitivi ebbe
come sposo il figlio.

Onilè: Il Signore della Terra.

Obà: Dea del fiume, moglie di Xango. Nel mito la


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Dea sperando di conservare l'amore del marito, su
consiglio di Oxum, si mutilò dell'orecchio per
servirlo come cibo a Xango, ma il marito disgustato
la ripudiò.

Danza coprendosi con la mano il lato della faccia


dove è mutilata. I suoi animali sono la capra e
l'anatra.

Gli Ibèjes: i Gemelli, sincretizzati nei santi cosma e


damiano.

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82
Ifà: il Dio degli oracoli. I suoi abiti sono bianchi.

83
In Africa è sincretizzato con gesù cristo perché
anche nel vangelo gesù profetizzava e faceva opere
di magia e geomanzia (guariva i ciechi con la saliva;
"scriveva" per terra)
Per vedere il sincretismo afro-cristiano di inizio
'900 vedi:

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o il pdf riassuntivo:

Orixà Okò: Divinità dell'agricoltura. Suona un


flauto d'osso, veste di bianco.
85
Axabò: Orixa femminile; veste abiti in rosso e in
bianco. Indossa uno scialle.

Qui il blog di una fedele:


http://ciganamariarosa.blogspot.it/

86
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