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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 385

S em pre g ra n folla al F ossati, dove g li a rtisti d ella com ­ 4- Ha d e sta to entusiasm o in F ra n c ia un q u artetto di m a n ­
p a g n ia T o m b a , q u alu n q u e sia l’ o p e re tta sg a n g h e ra ta cho dolin isti napolitan i. Il ta le n to d e g li e secu to ri e la loro po­
ra p p re se n ta n o , riescono a te n e r di buon um ore il pubblico.
te n z a di suono è ta le , dicono i g io rn ali, ch e ta lv o lta sem bra
S. F.
di u d ire u n ’o rc h e stra di venti so n ato ri. - C'est àbsolument
extraordinaire - scrive la Renaissance musicale.

A L L A R I N F U S A 4 A nnunziano i g io rn a li francesi che G iovanni S tra u ss


la sc e rà Vienna p er an d are a sta re a P arig i.

* Nel prossim o num ero p u bblicherem o un curioso a rti­ 4 È d ecisa la costruzione d’un nuovo te a tro dell’ O p e ra
colo del nostro Acuto il quale, parlando dell’o p e re tta Piedi- iu A tene, co lla sp e sa di 400,000 lire. D irig e rà i lavori l’a r ­
grotto del R icci, evoca costum i v ecch i e m em orie tram o n ­ ch ite tto G irard, francese.
ta te , piene d’ in te re sse , ecc.
4 A rturo P o u g in ce ssa di d irig e re il g io rn ale La Afusique
■Jf In C am panar (Valenza di Spagna) si in a u g u re rà fra Populaire. Gli su c c e d e il sig n o r Alfouso C arollc, critico di
poco un piccolo te a tro e re tto n e l Casino. b el nom e.

4 Il te a tro di S a g u n to (Spagna), un g ioiello archeologico, 4 11 m aestro B odoira fece dono all’ Istitu to m usicale di
dicono, sa rà rista u ra to ed ap erto al pubblico. P esaro d ella collezione co m p leta di tu tte le sue com posi­
zioni m usicali, ed offri ino ltre un prem io annuo al m ig lio re
4 S otto la p rotezione d ella S ocietà dei C oncerti è sorto allievo di com posizione.
in Ja tiv a (Spagna) un C onservatorio di m usico, nel quale
4 La sig n o ra Giulia V aresi fu n om inata m a estra di cauto
s ’ in s e g n a il so lfe g g io , il can to , il pianoforte, 1’ o rg au o e
al Liceo M usicale di T orino, invece d ella C arig n a n i-B o c c a -
m olti a ltri stru m e n ti. La direzione è affidata al professore
badati, che andò al Liceo di P esaro iu q u alità di m aestra.
di pianoforte D. F ern an d o S ellés.
4 A lla cerim onia d’in a u g u razio n e del m o num ento a Vit­
4 Col Poliuto, e se g u ito d alla co m p ag n ia d ire tta dal c e leb re
to rio E m anuele fu e se g u ito da cin q u e.b an d e riunite uu Inno
T am b erlik , si è in a u g u ra to il nuovo te a tro di Vigo (S pagna).
del m aestro S co n trin o , che p iacque assai.
♦ F u celebrato in S to cco lm a il c e n ten ario del R. T eatro
4 N el la boratorio G aranino in Torino, si fanno esp e ri­
•Grande. La festa du rò duo sere ; la prim a fu ra p p re se n ta ta
m enti di luce e le ttric a a forza id ra u lic a ; si vorrebbe, illu ­
l ’o pera del N eum ann, Cora ed Atom o , con cui il te a tro , un
m inare col sistem a E dison il te a tro Alfieri.
seco lo fa, era stato ap erto al p u bblico; la seco n d a sera furono
ra p p re se n ta ti dei fram m enti d ram m atici di G ustavo 111, il re 4 La Gaceta Musical di B u en o s-A y res dice probabile la
c h e aveva fatto c o stru rre il te a tro G rande. ria p e rtu ra d ella Scuola N azionale di m usica.

4 Il p ro g e tto di rista u ra re il vecchio te a tro di Fium e è 4 C inque te a tri co n d an n ati a cad ere e tu tti in N apoli.
abb an d o n ato ; ne sa rà iuvece c o stru tto uno nuovo. Sono: il Circo N azionale, il te a tro d elle V arietà, quello delle
F ollie dram m atich e, l’A rena n ap o lita n a, e il famoso San
4 L ’E x c e l s i o r del M anzotti sa rà rip ro d o tto an ch e n el g ra n Carlino, vecchio di cento e dodici anni.
te a tro di Boston.
4 II 27 c o rre n te fu in a u g u ra ta iu G enova u na lapide,
4 U na so cie tà m ilan ese si p ropone di p ren d ere l’im presa p o sta su lla c a sa in cui n a c q u e il P ag an in i.
del te atro della C anobbiana di Milano p er il prossim o c a r­
4 Le fiamm e hanno d istru tto a n c o ra u n te a tro - il Grand
n e v a le ; per rim o v ere ogni ostacolo, offre d’illum inare il te a ­
Concert H a lf di B righton. C ausa dell’ incendio ? Il g a s. Il
tro colla luce e le ttric a . La G iunta M unicipale è ch iam ata a
danno è d’un m ilione e d u g eu to m ila franchi. La luce e le t­
d ecid ere.
tric a sa reb b e c o sta ta m euo.
4 L’E sposizione internazionale che si farà in A m sterdam 4 La S o cie tà di m u sic a di B ru x elles d iretta dal M ertens
n el 1883, co m p ren d erà p robabilm ente : l.° u n ’ E sposizione si è scio lta.
m usicale ; 2.° q u attro /estivale m usicali con cori ed o rch e­
s tra di d iv e rse nazioni, cioè un festiva l n eerla n d e se , uno
b elg a, uno francese od uno ted esco (e V italiano9) ; 3.° un
Il m o n u m e n to a B e llin i in C a ta n ia
C ongresso m u sicale in tern azio n ale n el se tte m b re 1883 (a
q u esto alm eno l’Italia sa rà ra p p re se n ta ta ) ; 4.° C onferenze
m u s ic a li.- T a le è il p ro g e tto p resen tato al C om itato C entrale.
D a l Daily Telegraph d i L o n d r a .

11 M e n è s tr e l dom anda in nom e d ella m usica e dei m usi­ acittà di C atania, alquanto tardiva nel riconoscere un dovere
cisti che si a g g iu n g a a questo p ro g ra m m a u n a C onferenza
su lla p ro p rie tà m u sicale in tern azio n ale d e g li S ta ti d’E uropa
coll’ O landa. Si può eg li am m e tte re , dice il n o stro co n fra ­
L che or da mezzo secolo le gravitava il pensiero, ha tributato
l’onore di una statua a Vincenzo Bellini. Si suol dire: « Meglio
tardi che mai, » ma in questo caso potrà dirsi più a proposito:
te llo , ch e n el 1882, in u n tem po in cui tu tti i paesi, salvo « Meglio adesso che in passato. » I catenesi erano senza dubbio
di animo schietto e non avevano altra intenzione che di gratificare
l’A m erica, si fanno onore e d overe di risp e tta re la p ro p rie tà
il loro orgoglio nella gloria del loro illustre concittadino, ma quelli
m u sicale d elle a ltre nazioni - si può eg li a m m ettere che la che ne stanno lontani possono prendere una veduta più vasta di
so la O landa n e g h i il diritto in tern azio n ale e si faccia le cita questo loro atto e scorgervi l’omaggio innalzato al genio della me­
la contraffazione? lodia. Bellini, non v’ ha dubbio, è stato una creazione favorita della
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melodia. Nato sotto il suo astro, egli crebbe quasi un’ amorosa in- jj di ciò che eseguivano e procedevano meccanicamente una volta
carnazione di qnella maternità. Pochi nomini favoriti del dono della I slanciati nella melodia.
melodia cantarono così dolcemente e senza artifizio come lu i, e il ! Non meno che la sensazione causata dai così differenti temi del
suo nome rimarrà per sempre negli annali musicali come un potente ; FreischùU, tutto questo provò il dominio di quell'elemento in mu­
maestro del misterioso incanto ; qnello di Orfeo : « Alla cui musica sica che la costituisce una lingua universale. Weber da un lato e
le piante etì i fiori sorgevano come per pioggia e sci in eterna pri­ Bellini dall’altro, parlarono coll’ accento proprio del loro paese, ma
mavera. » Fuorché nella morte troppo prem atura, la fortuna fu erano compresi in tu tta la pienezza della loro espressione da genti
sempre propizia all’affascinante siciliano. Lo fece entrare scolaro nel estranee a tu tt' e due. Questo è maggiormente da notarsi per quanto
Conservatorio di Napoli, dove T ritto, il suo primo maestro di con­ riguarda l’ italiano, p>erchè le sue melodie spesso non ricevevano
trappunto, non lo incomodava molto, e Zingarelli, il secondo, sem­ alcuna assistenza da situazioni drammatiche o da idee poetiche colle
plicemente non se ne incaricava. A questo modo egli fu lasciato a quali punto non s’ accordavano. Si può prendere per esempio l ’ aria
< formarsi » da se, nella stessa guisa che un genio a lui superiore, del tenore nei Puritani, nella scena finale, o la seconda parte della
Rossini, potè farlo prima di lui ; e questa circostanza bisogna rico- I Casta Diva, e bisogna notare quanto sia completo l'effetto musicale
nascerla come fortunata. É facile immaginare qual sorta d'influenza prodotto appunto in assenza di geniali associazioni, invece che col
Zingarelli (che un giorno proibì ai suoi allievi di esaminare le par­ loro aiuto. Oltre a ciò le melodie di Bellini sono disgiunte dalla
titure di Rossini) abbia avuto sul delicato, rustico fiore del canto musicale dottrina che spesso vela la povertà d’ un tema e in m
di Bellini, che non disturbato, germogliò e fiorì a suo talento. senso artistico fa parere meglio il peggio.
Come 0 suo famoso predecessore, Bellini studiò i capolavori delle La composizione delle ultime opere del siciliano m ostra, senza
scuole, ma seguì poi il proprio istinto. Nessun maestro fece questo dubbio, segni di miglioramento, e sappiamo da una delle sue lettere
così completamente, e ciò, come tu tti sappiamo, lo tolse via dallo pubblicate (che fra parentesi parla il vero linguaggio della modestia)
scolasticismo. Egli non fu musicista nell’ ordinario significato del­ ch’egli aveva nn desiderio genuino di ingrandire le sue cognizioni,
l’espressione. Qualche còlto alunno dei nostri Conservatori sa prò- : e di dare alle sue idee un più vasto campo. Ma la migliore delle
Labilmente più delle regole dell’ a rte , di quanto il compositore di sue opere è, in punto a tecnica, alquanto trascurata, come era da
Catania avesse mai imparato. Tuttavia, sapienti dottori, con fughe aspettarsi nel caso di un uomo la cui vocazione non era lo studio,
a menadito, solcano grondanti la loro lunga vita, senza raccogliere e che infatti ebbe il sno genio melodico tarpato a mano a mano
una decima della fama che sruadagnò Bellini con un solo sforzo del ch'egli s'affaticava per rendere le sue immagini conformi a quelle
suo innato genio. Questa è una storia frequentemente ripetuta. delle scuole.
In questa intrecciata arte musicale, si possono erigere elaborate J Un critico severo, ma non ingiusto, ha detto, relativamente alla
costruzioni, basate sopra idee profonde e con cime talmente elevate scienza, che Bellini fu poco più d’ un dilettante che prometteva
che sembrano toccare i cieli, ma il mondo di quaggiù vede più vezzi, diventare artista, che la sua cognizione di forme era nnlla, che le
vede più potente fascino nel fiore semplice che spunta al raggio modulazioni sue possono dirsi balzane ed imbarazzate! Ma abbiamo
di sede ed al soffio di zeffiro sull’orlo d’un sentiero. Pure, lo scola­ vissuto sino a considerare ruvidezze più crude delle sue, nel caso di
sticismo nella musica non è superfluo, anche laddove si trovi il autori tedeschi, quali scoperte appartenenti ad un'èra d'emancipa­
maggior talento naturale, sempre che l’ istinto stesso non Io rifiuti. ¡1 zione! Tuttavia questo informe musicista, senza scienza, senza abi­
L'istinto di Bellini lo rifiutò, e quando sul finire 'Iella sua vita egli j lità di costruzione, e soltanto con una mal sviluppata idea del vero
segui il consiglio di Rossini e d’altri, di mirare ad espressione più | in espressione drammatica, ha regnato sulle nostre scene melo-
scientifica, il risultato fu I Puritani. Ma dopo tutto ciò, chi eam- ; drammatiche per cinqnant’anni, e continua ancora ad incantare il
bierebbe adesso 1* opera nata a Parigi per La Sonnambula ? La I mondo.
buona fortuna di Bellini fu cospicua, mentre al tempo in cui scri­ Una grande verità riposa sotto i fatti appunto indicati, e ci dà
veva, i gran ii cantanti erano vogliosi d’essere i suoi interpreti. Rubini motivo di chiedere se la tendenza della musica moderna non sia
e la Meric-Lalande comparvero nella sua terza opera : I l P irata ; la quella di deprezzare le più grandi risorse al sno comando. Questa
Meric-Lalande e Tamburini nella sna quarta : La Straniera : Pasta | questione si è talvolta provato di sciogliere con nn argomento
cantò nella Sonnambulo, e Malibran nella Form a, mentre il maravi­ aritmetico. Si «lice, che essendo le note della scala di numero limi­
gli: so quartetto dei Puritani (Orisi, Rubini, Tamburini e Lablacbe) [ tato, le loro combinazioni e travolgimenti sono del pari lim itati, e
è ancora vivido nella memoria dei vecchi frequentatori dei teatri. j che i compositori che ebbero la fortuna di vivere nei primi tempi
Era costume di dire che la fama di Bellini fosse dovuta al me- jj li hanno attualmente esauriti. I melodisti che discutono questi ar­
rito eccezionale d’ artisti che adornavano qualunque cosa avvicinas­ gomenti, secondo Eocker, sono costretti a fare i plagiari, e pei
sero. ed è 'lifatti una verità, che i suoi lavori guadagnarono assai loro lavori originali, trovano campo soltanto nelle regioni dell’ar­
mediante la loro coopcrazione. Dall’ altro canto egli è ugualmente ; monia, del colorito, ecc. Bisogna concedere che le opere compiute
un fatto, che i più compiti artisti non possono dotare nn'opera nata ! in queste regioni, sono spesso molto originali davvero, ma Colui che
senz’ anima collo spirito di vitalità. Possono coprire il cadavere con si stacca dalla melodia, perchè il creare non è più possibile, ha
bellissime vestimenti e adornarlo di fiori, ma rimarrà pur sempre solamente inventato una teoria trasferendovi il riflesso della sua
soltanto ua cadavere, e nell’ineso:abile ordine della natura, ritornerà impotenza.
pòvere. Srortunatamente il sog-, tto può difficilmente sottoporsi a Fra tu tte le arti, la musica forse più completamente dimostra
prova sotto ogni necessaria condizione. Vi sono molti autori atti l’ingegno d’ inventar principi ohe si adattino alle condizioni. T i sono
a comporre delle opere prive di anima, ma doTe sono i grandi can­ ora dei compositori davanti al pubblico, che di molto apprezzano
tanti ? Noi troviamo d'avere uno o due tra noi fra i più rinomati, l ' obbligo, sotto cui si trovano, di non prevaricare leggi dettate
e questi hanno tentato invano più volte di coprire coll’ oro del dalla loro propria debolezza! È impossibile negare la logica del loro
proprio genio, T impuro metallo di composizioni inferiori. ragionamento dal punto di vista in cui si sono messi. Se uno non è
Bellini, senza dubbio, deve qualcosa agli esecutori della sua mu­ melodista, non può far meglio che crearsi un sistema col quale, la
sica. ma più di tutto al maratiglioso genio delle sue melodie, dal . minima quantità di cantilena, sotto qualche altitonante nome, possa
cui potente impero neppure un’esecuzì •.» inferiore nulla può togliere. rendere il maggior servigio! la questo rispetto l’economia di certi
Con quest’ arma egli vinse ovunqne ; tanto le genti algide del Nord, j moderni luminari è maravigliosa. Vi pigliano poche note e ve le
quanto i suoi focosi concittadini furono egualmente soggiogati. Si martellano, tanto sottilmente da sorprenderne un battiloro! Noi
dice che l'avvento delle migliori sue opere in Inghilterra profonda- possiamo comprendere il loro procedere e trattarli con indulgenza,
mente commosse il calmo nostro pubblico. Non si sentivano che gli ma il pericolo sta nella possibilità che pochi schiamazzatori abbiano
idillici concenti della Sonnambula, mentre che dei Puritani fu «tetto a fnorriare la massa, e stabiliscano dei sistemi che riducano la
che Londra era inzuppata della sua m usica, Marinata dagli orga­ melodia al nnlla. Che esista questo pericolo, nessun osservatore
netti girovaghi, e canterellata da timidi dilettanti. I veri cantanti può fare a meno di scorgere, e se le cose prendessero la forma
atessi dovevano ripetere quella musica tanto, da perdere la coscienza suggerita da questi giustificabili Umori, la statua eretta in Catania
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a Bellini, si dovrebbe considerare come un monumento d’un’arte d ella fam osa c o n g iu ra. I d u e tti fra Raoul e la R egina, Mar­
perduta. Eppure, nè l'arte nè il genio sono perduti. Le fonti della cello e V alentina e R aoul e V alentina hanno destato en tu ­
melodia non possono esser represse da nessuna mano d’uomo. Esse siasm o. A pplauditissim i p u r sono sta ti il rataplan, eseguito
sgorgano e scorrono indipendenti dalla sua volontà, ed il corso della dal bravo F io re n tin i, la so rtita del P a g g io (signora Sin­
natura non viene interrotto dalla moda. nem berg) ed il settim in o .
• Ci è lecito quindi di non perdere coraggio e speranza. Il pros­ Alla fine d ella c o n g iu ra è s ta ta offerta al m aestro M an-
simo genio musicale che venga a nascere, canterà per ispirazione c in e lli, in mezzo ad u n a v e ra o v a z io n e , una corona colla
del suo proprie istinto. Potrà, come Mozart, invigorirsi collo studio, se g u e n te s c r itta :
ma la voce largitagli dal cielo si esprimerà nel modo proprio dei
A l maestro Marino Muncinelli
cieli.
N ell’ autunno 1882
L ' Orchestra del Teatro Apollo
al Teatro Costanti
S o n o p u b b l i c a t e le o p e r e c o m p l e t e p e r
Roma.
c a n t o e p i a n o f o r t e d i S a v e r io M e r c a d a n t e :
Poche, m a elo q u en ti p arole 1...
Il Giuramento e II Bravo - e d i z i o n i e c o ­ N ella prossim a co rrisp o n d en za (che, p e r com pensarvi d ella
b re v ità di q u e sta c o stre tta m i dal tem po, sa rà piuttosto dif­
n o m i c h e . - V e g g a s i s u l l a c o p e r t i n a d e l l a
fusa) vi darò i p artico lari di questo, com e di tu tti g li s p e t­
Gazzetta. ta co li d el m om ento. - V. P.

V E N E Z I A , 2 5 o tto b r e .

B I B L I O G R A F I A Un Ballo in maschera al ìtalihrM.

r a ta n to vivo il desiderio di udire un po’ di m usica n ella


: (Ediiione Ricordi.

E
D u c a N i n o F i o b e t t i P o e s ie p e r M u s ic a .
c ittà n o stra che lo sp ettaco lo del M alibran, il quale è...
— Milano, 1882).'
quello che è, frase fatta ap p o sta p e r dir m olto senza
n casa d’ un m a estro di m u s ic a , am ico n o s tr o , ci capitò com p ro m ettersi, è e n tra to to sto n elle buone g razie del p u b ­
in m ano finalm ente questo lib ro , che eravam o invogliati blico, m a a seg n o che la b rev e sta g io n e , ch ecch é av v en g a
oram ai, si ch iu d e rà con un avanzo di p arecchie m igliaia di
I di le g g e re , p e r av ern e visto l’ elo g io nei prin cip ali g io r­
nali d’Italia, e che (non sappiam o p e r q u a l ragione) non si lire. - La Lucia prim a, il cui atto terzo era, a dire il vero,
tro v a in v en d ita dai librai d ella n o stra città. m esso in b el rilievo d alla sig n o ra Em m a De B assini, così
Al lusso dei tipi ed all’ele g a n z a d ella co p e rtin a corrisponde sim patica e così b e lla a rtista , e an ch e dal te n o re sig n o r
il co n ten u to d el volum e. S tucci, ed Un Ballo in maschera poi fecero a cco rrere al
N on vogliam o c e rto a sse rire che le sessa n ta d u e lir ic h e , te a tro m ig lia ia di sp e tta to ri desiosissim i di rialzare il loro
di cui si com pone la r a c c o lta , 6Ìeno a ltre tta n ti c a p o lav o ri, spirito colle an g e lic h e m elodie di D onizetti e di Verdi.
m a tu tta v ia , sen za te m a di ven ir c o u tra d c tti, affermiamo L’esecuzione d e lla seco n d a o pera, lo feci p resen tire g ià
c h e , p e r la m a g g io r p a f t e , esse sono b u o n issim e , scritto poche rig h e più sopra, fu t d è tu tta v ia m an ch ev o le; m a
con g arb o , con p u rezza di lin g u a e con ¡strao rd in aria spon­ essa se rv ì a m e tte re in b ella lu c e la voce calda, bella c
ta n e ità di v erso , dote q u e st’ ultim a qu asi essenziale n elle p oderosa d ella sig n o ra Ida G iovanna-Stucci, m oglie del te n o re
S tu cc i. Q u esta sig n o ra ha un vero tesoro nella gola, ed è
poesie che devono serv ire alla m usica.
Gli a rg o m e n ti sv ariatissim i, che possono soddisfare i g u sti invero peccato che tu tto il resto non co rrisponda alla v o ce:
diversi de’ com p o sito ri racch iu d o n o spesso un’ idea nuova ; ma mi lu sin g o c h e , alla p erfine, q u e sta an cora giovane e
sem pre un pen siero g e n tile . sim p atica a rtis ta sa p rà e v o rrà collo studio e colla b uona
Infine questi com ponim enti p o etici sono q u alch e cosa di v o lo n tà v enire in aiuto d e lla su a voce bellissim a, fatta a p ­
più che una sem p lice com binazione di sillabe da sottoporsi p o sta p e r tu tto il rep erto rio dram m atico di vero soprano.
alle note e possono d are q u alch e p u n to ad alcu n e re c e n ti F orse l’im postazione della voce, che rite n g o sb a g liata, non
pubblicazioni, che v en g o n o la n c ia te n el m ondo le tte ra rio a le p e rm e tte rà p iù di tra rn e il più bel p artito, m a dallo s t u ­
suon di g ra n cassa. dio e d alla b uona v o lo n tà si può sp e ra re anche qualche
C hiudiam o q u esto b rev e cenno, au g u ra n d o b uona fortuna m iracolo.
al Duca Nino Fioretti , o m eg lio , ai g iovani p o eti D ucati e 11 te n o re , che h a voce b arito n ale e p iuttosto co rta, va
F io ren tin i, che fusero i loro nomi in questo grazioso an a­ a b b astan za b e n e , laddove può v ib ra re e sp in g e re la voce,
gram m a. (L ’Ordine di Ancona). ma non è più lu i n el rim an en te. Q uando ha canto, quando
deve m odulare d elicatam en te, cala e non poco. È però p e c ­
c a to p e rc h è lo S tu cci è sim patico a rtista .
II b arito n o P ie rg e n tili è au ch ’esso tra quei ca n ta n ti dallo
C O R R I S P O N D E N Z E em issioni di voce forti, di slancio, in u n a parola, acro b atich e,
e ciò è inevitabile : non può avvenire altrim en ti ad artisti
c o stre tti a c a n ta re tu tto q uello che cap ita, così il buffo com e
P O M A , 2 6 o tto b r e .
il se rio ; così il g e n e re le g g ie ro com e il dram m atico. Però
Gli Ugonotti ai Costimi. alla rom anza - che è quello che n el lin g u a g g io te a tra le si
dice un pezzo fatto - ha q u alch e inflessione g iu sta e che
i scrivo brev i p a ro le , non co nsentendom i il tem po di p ro v a in favore del suo ta le n to .
fare di p i ù , p e r ann u n ziarv i 1’ esito trionfale o tte n u to La p arte di U lrica ha in te rp re te fedele e sim p atica nella
Y d ag li Ugonotti d ire tti dal nostro Marino M anoinelli ed
e s e g u iti dalle sig n o re F ossa, De A dler e S in n e m b e rg , e dai
sig n o ra Pia P o n ti-L e Roy e la sc en a d ell’ atto secondo è
felicem en te e se g u ita d a q u e sta giovauo e b rav a n o stra con­
sig n o ri O rtisi, B lasi, Maini e S ilv estri. c itta d in a , alla q u ale desidero sem pre m a g g io re fortuna.
Da m olto tem po in Rom a non si è se n tita u n 1 esecuzione Non ram m ento ora il nom e d ella g iovane artista stran iera
« o si co m pleta, con effetti più sicu ri. D el finale secondo si che e se g u isc e d iscre ta m e n te bene la p a rte di O scar. Q uesta,
voleva ad ogn i costo la r e p lic a , che si è poi d o v u ta f a r e , alla prim a rap p re se n ta z io n e , p er la sm an ia di far troppo, o
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