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Lo stesso vale per le altre espressioni significative della società: medici e insegnanti,
sindacati e industriali, uomini di scienza e di cultura, casalinghe, sportivi,
pensionati, immigrati… ogni realtà importante del nostro Paese avrà il suo
rappresentante in Parlamento che, di fatto, sarà lo specchio fedele della società
civile.
A livello locale ci saranno le liste civiche, aperte a tutti e che si confronteranno sulla
base di programmi concreti sfrondati da demagogie e interessi di partito.
La concertazione tra le parti sociali, che oggi avviene all’esterno delle Istituzione
con la saltuaria e pavida intermediazione del Governo, domani avverrà
direttamente in Parlamento dove il confronto coinvolgerà non solo le parti in causa,
ma anche le altre realtà a cui oggi è negata voce. Non avranno più senso gli scioperi
(il diritto sarà comunque garantito) e cesseranno i ricatti tipo Fiat: finanziamenti
statali in cambio della promessa del mantenimento dei posti di lavoro.
La sovranità monetaria sarà ristabilita con il ritorno allo Stato della Banca d’Italia,
ora in mani private, e conseguente superamento del “signoraggio bancario” causa
primaria dell’enorme e inestinguibile debito pubblico.
Sono certo che queste proposte faranno saltare sulla sedia (o meglio… sulla
poltrona) i politici di mestiere e i tanti che in questo sistema ci sguazzano.
Lotteranno con i denti e con le unghie per mantenere i loro privilegi e le accuse di
attentato alla democrazia e di ritorno al Fascismo si sprecheranno, come pure i
tentativi di bollare le nostre idee come demagogiche e irrealizzabili.
In effetti, come avrete compreso, non si tratta di semplici riforme, bensì di una
rivoluzione, prima culturale e di pensiero e poi politica.
Questa è la strada da perseguire. Senza ricorrere alla violenza o farsi tentare dalle
scorciatoie militaristiche. Non le vogliamo e non ne abbiamo bisogno perché… la
nostra forza è nelle idee.
Gianfredo Ruggiero