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MENS - KY - NEBWH

UNA MONTAGNA ALTA TRA LE NUVOLE

LA STORIA DI MENDICINO

DOMENICO CANINO
QUESTO SCRITTO E’ UN PICCOLO CONTRIBUTO ALLA STORIA DI MENDICINO, UNA
CITTA’ CHE VIVE DA 2600 ANNI. I MATERIALI PRESENTI IN QUESTO LIBRO SONO STATI
RACCOLTI A PARTIRE DAL 1986, E LA PRIMA EDIZIONE E’ STATA REDATTA E PUBBLI-
CATA NEL DICEMBRE 1997. UNA SECONDA EDIZIONE AGGIORNATA E’ STATA STAM-
PATA E RESA PUBBLICA NEL MAGGIO 2000, CON IL PATROCINIO DELL’AMMINISTRA-
ZIONE COMUNALE DI MENDICINO.
IL LIBRO E’ STATO APPREZZATO SOPRATUTTO DAI MENDICINESI CHE RISIEDONO
FUORI DALL’ITALIA: ARGENTINA, CANADA, USA.
NELLA IMPOSSIBILITA’ MATERIALE DI INVIARE A TUTTI UNA COPIA STAMPATA
DELLO SCRITTO, HO PENSATO DI FARE COSA GRADITA A TUTTI GLI AMANTI DELLA
STORIA DI MENDICINO RESIDENTI ALL’ESTERO, PUBBLICANDO L’EDIZIONE DEL
MAGGIO 2000 IN FORMA DI LIBRO ELETTRONICO, IN FORMATO ACROBAT, CON LA
POSSIBILITA’ DI DIFFONDERLO LIBERAMENTE.
TUTTI I DIRITTI DELLA PUBBLICAZIONE RIMANGONO DI PROPRIETA’ ESCLUSIVA
DELL’AUTORE.
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ACROBAT READER 5.O.

BUONA LETTURA A TUTTI!

PER COMMENTI E SEGNALAZIONI SCRIVERE ALL’INDIRIZZO E-MAIL DELL’AUTORE:


mimmocanino@hotmail.com
INDICE

INTRODUZIONE: pg.1
CAPITOLO I: Le fonti antiche pg.4
CAPITOLO II: Le fonti medievali e successive pg.8
CAPITOLO III: Considerazioni a latere dell’analisi delle antiche mappe cartografiche in relazione alla città di Pandosia pg. 9
CAPITOLO IV: Mendicino “lo Vecchio” e l’area archeologica pg.11
CAPITOLO V: La monetazione di Pandosia pg.11
CAPITOLO VI: Cronologia e fonti storiche pg.13
CAPITOLO VII: Le attività economiche a Mendicino pg.16
CAPITOLO VIII: Le vie di comunicazione e le condizioni di vita pg.17
CAPITOLO IX: La diffusione dell’analfabetismo pg.18
CAPITOLO X: I terremoti pg.19
CAPITOLO XI: Catasti Onciari a Mendicino nel 1700 pg.21
CAPITOLO XII: Leggende popolari pg.28
CAPITOLO XIII: I notabili pg.29
CAPITOLO XIV: Urbanistica storica a Mendicino pg.31
CAPITOLO XV: Demani del Regno delle Due Sicilie pg.35
CAPITOLO XVI: Stato del Comune redatto dal Commissario Regio Vito Guastadisegno 1910 pg.37
CAPITOLO XVII: Edifici storici pg.37
CAPITOLO XVIII: Architettura religiosa a Mendicino pg.37
CAPITOLO XIX: Archeologia: i siti pg.41
CAPITOLO XX: Itinerari ed antiche strade pg.45
CAPITOLO XXI: Storie della montagna mendicinese pg.45
CAPITOLO XXII:Le coltura più redditizie: la coltivazione del castagno da frutto pg.46
CAPITOLO XXIII: La coltivazione e la filatura del lino pg.47
CAPITOLO XXIV: L’allevamento del baco da seta pg.47
CAPITOLO XXV: L’artigianato locale pg.48
CAPITOLO XXVI: Canti popolari , nenie e filastrocche pg.51
CAPITOLO XXVII: Una tarantella a Mendicino 1882 pg.53
CAPITOLO XXVIII: Usi e costumi del Natale di una volta pg.53
CAPITOLO XXIX: Abiti e costumi a Mendicino pg.54
CAPITOLO XXX: Cucina tradizionale a Mendicino pg.54
CAPITOLO XXXI: Il ciclo del pane, il rito del maiale e le feste pg.57
CAPITOLO XXXII: La lingua mendicinese: toponomastica ed etimologia dialettale pg.59
CAPITOLO XXXIII: La lingua delle origini pg.63
NOTE: pg.72
BIBLIOGRAFIA: pg.75
INTRODUZIONE possibile che nessuno avesse Questo luogo è denominato nel
voluto verificare sul campo, de catasto francese del 1806 come
visu, se i numerosi siti designati parte integrante della frazione
Quando ho cominciato a racco- come Pandosia presentassero, Pandosia. Mendicino lo Vecchio
gliere notizie storiche su anche solo ad una ricognizione è dunque il luogo ove fu un
Mendicino antica, mi sono imbat- superficiale tracce e reperti tempo Pandosia? E’ molto proba-
tuto subito nella parola mitica: archeologici di una città scom- bile, ma solo una campagna di
PANDOSIA. Ho cominciato a parsa. Ebbene io mi sono permes- scavo potrà rivelare definitiva-
documentarmi su Ecateo, so di visitarli tutti questi presunti mente il mistero. Ecco la novità,
Strabone, Livio, Stefano siti designati, e cioè contrada abbiamo ora individuato un sito
Bizantino, Barrio, ma soprattutto Pantusa di Castrolibero l’area di archeologico di dimensioni note-
ho letto i libri scritti in epoca con- S. Stefano di Rogliano ove si è volissime, di cui si hanno notizie
temporanea sull’argomento da trovato il tesoretto monetale di storiche documentate almeno dal
Lunetto Vercillo, Luigi Bilotto, stateri d’argento, e per ultimo il medioevo (1100: Gioacchino da
Anelli e Savaglio, Greco e molti sito con i ritrovamenti di utensili Fiore nel De Laude), dove la pro-
altri ancora. Più leggevo questi dell’età del ferro in comune di spezione stratigrafica può dare
libri e più mi convincevo che S.Sofia d’Epiro, ma l’unico che eccezionali frutti: speriamo che
erano tutti basati su fonti archeo- presenta numerosi e ben visibili accada prestissimo!
logiche secondarie, cioè su noti- resti murari di possenti fortifica-
zie provenienti da fonti non con- zioni (sebbene ricostruiti in età
temporanee agli avvenimenti, ma bizantina), posto su una grande Tre sono gli avvenimenti che mi
da testi medievali, da bolle ponti- altura difesa da dirupi e strapiom- hanno spinto a scrivere queste
ficie, etc, per cui se un buontem- bi naturali spaventosi, sotto il note circa le origini della
pone qualsiasi nel medioevo e quale scorre un fiume che si Mendicino antica e dei suoi rap-
cioè dieci secoli dopo la distru- chiama Acheron oggi e almeno porti con il mito di Pandosia.
zione di Pandosia si fosse inven- dal 1562, e che appare di notevo-
tato un cumulo di fandonie sulla lissima estensione e presenta
localizzazione della città nessuno segni di stratificazioni di molte
avrebbe potuto smentirlo. Mi epoche storiche è il luogo deno-
sono chiesto se fosse dunque minato “Mendicino lo Vecchio”.

Prospero Parisio: Rariora Magnae Greciae Numismata Iscrizione indicante Mendicino-Pandosia - 1591

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di una chiesa altomedievale.
2) Su un’altura dello stesso mas-
siccio montuoso ma distanziato
dalla rocca fortificata da due pic-
cole vallate è l’ area sita attorno
alla antica chiesa di S. Cristoffalo
(ossia S. Cristobal di probabile
etimo spagnolo), in cui sono visi-
bili molte antiche abitazioni,
tumuli tombali ed il sentiero
antichissimo detto “‘a desertina”,
tutto scavato nella roccia. Tutta
l’estrema parte dell’area di S.
Cristoffalo (uso volutamente la
denominazione dialettale
derivante dall’etimo spagnolo)
aggetta sull’antro degli Alimena
e sul corso fluviale
dell’Acheronte.
3) Il terzo cozzo è detto “cuozzu
Le antiche mura in “Mendicino lo Vecchio” du cuoscinutu”(cozzo del gobbo)
Le antiche mura tezza raggiunge anche i 5 m nelle ed è posto in posizione più ele-
parti meglio conservate. In parti- vata rispetto alla roccaforte ed
Il ritrovamento nel luogo denom- colare alcuni sistemi di ospita la necropoli coeva proba-
inato “Mendicino lo Vecchio” di aggregazione dell’acciottolato bilmente della antica città ed è
una vasta area archeologica con ricordano molto da vicino i resti sito nell’attuale contrada
stratificazioni di varie epoche murari delle fortificazioni bizan- Chianette distanziata dalla rocca
storiche. Resti di mura di cinta tine. Il sito doveva essere molto dal pianoro detto “supra li
alte quasi 5 metri, che circo- ben difendibile, poiché delimitato Timpi”.
scrivono un’area fortificata, con per tre lati da strapiombi e pendii Da rilevare la particolare dislo-
pianori coltivati, cellarium per le scoscesi e da una sola parte da un cazione geografica di tale
derrate alimentari, abbeveratoi pendio più lieve lungo il quale si necropoli sopra il “cuozzu du
scavati nella roccia, celle mega- inerpicava la strada principale di cuoscinutu” posta in linea d’aria
litiche, una chiesa medievale, i accesso alla città. esattamente di fronte ad altre due
resti di un monastero etc. L’area denominata Mendicino lo necropoli site nel territorio lim-
La cinta muraria era molto estesa Vecchio é costituita da tre som- itrofo del comune di Carolei in
ed i brani meglio conservati sono mità orografiche tutte quante ric- contrada Stiddra e contrada S.
quelli dell’antica porta “puster- che di ruderi murari e di antichi Giovanni, ed aggettante nella sua
la”, cioé la porta d’ingresso sec- nuclei abitativi. estremità nord-orientale sul
ondario rivolta verso la mon- 1) La rocca cinta da mura è sita fiume detto Arconte o dei Valloni
tagna. Le dimensioni della rocca sul crinale del cozzo più grande e e sulla sorgente Castagnitello.
sono notevoli, tali da far pensare si estende in forma ovoidale Alle estreme pendici della rocca é
ad una città importante piuttosto oblunga, allungandosi in terraz- posta infine l’area del convento
che ad un piccolo borgo zamenti e pianori sino a portarsi di S. Maria. Ricordiamo che
medievale, le caratteristiche a ridosso del sito ove é l’attuale Gioacchino da Fiore nel suo
costruttive delle murazioni sia in santuario di S.Maria scritto “De Laude” cita un suo
elevazione che in strato, ricor- dell’Accoglienza, ed è costeggia- viaggio a Mendicino intorno alla
dano molto costruzioni bizan- ta sul lato nord-orientale dall’an- fine del 1100 e descrive la
tine di epoca tarda, tra il 650 e tico sentiero roccioso che porta- costruzione che ospitava allora il
950 d.C. va dalla vallata sottostante a convento cistercense in località
I ciottoli sono ben sgrezzati e di monte verso la porta pusterla S. Maria delle Fontanelle come
provenienza autoctona, e montati della città. Qui sono i resti di talmente antica che il ricordo si
con malte in buona geometria ad cinta muraria di dimensioni più perde nella notte dei tempi!!!
opus irregolare. Lo spessore è di rilevanti, nonché i resti di un Certo che una frase del genere
circa 1,50 m in alcuni punti, l’al- insediamento monastico e quelli pronunciata intorno al 1100 d.c.

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fa un certo effetto.

L’antico scritto di Prospero


Parisio
La scoperta di notizie su
Acherontia e su Pandosia in uno
scritto latino del 1591 redatto
dall’archeologo Cosentino
Prospero Parisio ed edito in
Hannover nel 1683 a cura di J.G.
Volckamerum, senior del collegio
di Norimberga, dal titolo
“Rariora Magnae Graeciae
Numismata”.
Il Parisio dice: “Consentinus sum
et exacte magnam graeciam
delineavi”, ed individua Pandosia
con “Mendicinum prope
Consentiam”, e la città di
Acherontia come “urbs deleta” Statere di Pandosia Tripode /Toro retrospiciente
sita tra Pandosia ed Eufemia. D/R Napoli Museo Archeologico Nazionale 510-500 a.C.
Dunque per Parisio le città enotre in cui affiorano dal terreno ruderi con un grande Mastio centrale
dell’antichità presenti nell’area di epoca romana), di una piccola tipico di una fortificazione di
erano due. cappella in pietra di forma circo- epoca normanno-sveva ( 1100 -
Inoltre in una mappa geografica lare sulla cui parete di fondo 1200 circa), ma alcune merlature
disegnata nel 1562 su indi- esiste un dipinto murario di stra- dei bastioni murari ben visibili
cazione del Parisio dal car- ordinario valore storico, poiché nel dipinto ( che cominciarono ad
tografo Natale Bonifacio da in esso è ritratta la città di essere introdotte solo nel 1300),
Sebenico (Dalmazia) viene indi- Mendicino in epoca antecedente potrebbero spostare in avanti nel
viduato con precisione il fiume il 1774. tempo la data di nascita del
Acheron (che le antiche leggende Il dipinto delle Palazze é uno castello o potrebbero essere state
dicono essere il fiume che scorre- squarcio della Mendicino del introdotte in una ristrutturazione
va sotto Pandosia), con l’attuale passato. Si nota chiaramente successiva, in un rifacimento di
fiume Acheronte che nasce nel come l’anonimo pittore ritraesse epoca posteriore.
territorio montano di Domanico e la città dal pianoro antistante la I castelli medievali di epoca nor-
scorre più a valle esattamente cappella in pietra, poiché questo manno/sveva, nascevano preva-
sotto l’altura fortificata denomi- é facilmente rilevabile dall’in- lentemente sui resti dei vecchi
nata Mendicino Vecchio... quadratura prospettica del dipin- castra dell’esercito romano, che
Ricordiamo inoltre che il Catasto to. avevano soltanto delle recinzioni
del Comune di Mendicino dal E’ un emozionante balzo indietro con palizzate in legno, ma ave-
1751 al 1809 individua l’area nel tempo la visione di due vano anch’essi due porte la prin-
dell’altura di Mendicino lo imponenti manieri di epoca feu- cipale(più grande) e la pusterla (
Vecchio come frazione Pandosia. dale posti nelle due alture di cui é posteriore più piccola) che per-
(Fonti dell’Archivio di Stato di composto ancora oggi il centro metteva l’uscita di un solo uomo
Napoli e di Cosenza). storico di Mendicino, e cioé la a cavallo, per le fughe o richieste
frazione “il castello” e la frazione di soccorso.
Il dipinto murario delle “Ncapo”. Tale impianto di base dei castra
“PALAZZE” La fortezza posta nel dipinto sul- sarà ripreso dal 476 d.C. in poi da
l’altura denominata “u’ castied- i tanti popoli nordici che discen-
Il ritrovamento (dovuto alla gen- dru”, ( oggi occupata dalla torre devano in scorrerie nella nostra
tilezza di alcuni contadini del dell’orologio costruita circa nel penisola, i Goti in primis e i
luogo) in contrada “le palazze” o 1838 e modificata nel 1907 dal Longobardi ed i Normanni poi.
“le palagia” come rilevato nei progetto dell’Ing. Pietro Gli invasori barbari viaggiavano
catasti onciari del 1700 (toponi- Olivella), é di notevoli dimen- sui resti del cursus publicus
mo generalmente indicante aree sioni con torri, mura di cinta e romano e si insediavano nei siti

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dei vecchi castra modificandone Nella Mendicino altomedievale coloni greci erano i primi
e fortificandone la struttura anche si parlava il greco od il latino? geografi e storici che hanno visi-
con la nascita di cinte murarie Cosa ci rivela della geografia tato la nostra regione ed é grazie
attorno agli abitati ed alle guarni- antica Mendicinese il dipinto ai frammenti dei loro racconti
gioni. murario della grotta delle giunti fino a noi che possiamo
Il secondo fortilizio é visibile sul- Palazze? conoscere qualcosa della nostra
l’altura oggi dominata dal E’ uno strano thriller, é un gioco antica civiltà.
Palazzo Del Gaudio-Campagna. di sponda tra frammenti leggen- Il primo geografo dell’antichità
Essa era ancora più imponente dari e documenti storici, ma se che ci ha lasciato notizie sulla
della prima, ed aveva più in basso tali interrogativi stimolano la nostra regione è Ecateo da Mileto
grande un arco che doveva avere vostra curiosità, seguiteci in un (Asia Minore), del VI sec. a.C.
la funzione di portale d’ingresso. viaggio indietro nel tempo... Di Ecateo e della sua geografia
Abbiamo dati storici certi circa la abbiamo dei frammenti ripresi da
fondazione nel 1774 del Palazzo CAPITOLO I: Le fonti antiche Stefano Bizantino, monaco
Del Gaudio- Campagna, quindi la amanuense del monastero di
fortezza e conseguentemente il Le fonti più antiche riguardanti Gottaferrata vissuto nel V sec.
dipinto dovrebbero essere di la storia della Calabria sono d.C., nella sua Ethnikà, un elenco
epoca anteriore. E’ possibile quelle risalenti alla coloniz- di oltre 3500 località geografiche
dunque che il Palazzo Del zazione greca dell’VII sec A.C. dell’antichità.
Gaudio- Campagna, celi sotto le I popoli che abitavano la regione Stefano, che scrive in greco, ci
sue fondamenta i resti di una a quel tempo non conoscevano la lascia un elenco di città attribuite
grandiosa fortezza feudale di scrittura se non in forme primor- al popolo degli Enotri. In realtà
dimensioni notevolissime e di diali e non coniavano monete, tale nome fu attribuito ad alcune
grande importanza storica. dunque le uniche notizie di natu- popolazioni indigene della
Perché due fortezze così impo- ra storica e non leggendaria le Calabria dai Greci, poichè erano
nenti in un solo luogo? Quali traiamo dallo studio degli utensili buoni coltivatori della vite, ma
famiglie erano feudatarie in di guerra e da campo ritrovati noi non sappiamo quale nome tali
Mendicino a quel tempo, a quali negli scavi archeologici. L’arrivo popoli si attribuissero né quale
stirpi appartenevano. dei greci e la fondazione delle lingua parlassero, visto che non
La sola notizia storica che abbi- prime colonie sulle catene abbiamo documenti di scrittura
amo é che il signore di costiere, fece compiere alla nos- risalenti a quell’epoca , se non in
Mendicino era intorno al 1100 tal tra regione un salto di civiltà. lingua greca arcaica.
Enrico Curati e si mise a capo di I colonizzatori greci comincia- Le origini delle nostre popo-
un drappello di uomini con il suo rono ad esplorare l’entroterra e a lazioni indigene prima dell’arrivo
vessillo durante la prima crociata. conoscere i popoli indigeni e ad dei Greci sono incerte, forse
avere con loro i primi rapporti di autoctone o forse frutto di prece-
Mendicino ed il mito di scambio commerciale e culturale. denti ondate immigratorie
Pandosia I Greci possedevano una cultura dall’Asia e dall’Africa.
più evoluta, conoscevano la scrit- Ribadisco che Enotri, Choni,
La ricerca della memoria storica tura, coniavano monete, avevano Ausoni, Morgeti, erano i nomi
di un territorio e di un popolo é una tecnologia più avanzata nella che i colonizzatori greci sybariti
un puzzle affascinante ma di dif- navigazione, nell’agricoltura, assegnarono ad una serie di tribù
ficile soluzione. nell’architettura etc. di etnie sicuramente variegate,
Ogni tassello del mosaico sembra Gli indigeni seppure espressione che abitavano la Calabria centro-
portare le conclusioni logiche di una civiltà inferiore erano però settentrionale. Ad esempio
sulle origini verso una direzione buoni agricoltori e ottimi alleva- Strabone (VI,I,4) definisce i
diversa; ebbene questo scritto é la tori di bestiame, come testimonia Choni non come popolo ma come
raccolta di tutti i tasselli disponi- il simbolo del toro rivolto ben governata tribù enotra.
bili ai giorni nostri, per una all’indietro che i Sybariti adot- Abbiamo dunque in Stefano
ricostruzione attendibile, anche tarono nelle loro prime monete, e Bizantino un elenco di località
se parziale, dell’etnia mendici- che più tardi fu ripreso nella definite Enotre (Oenotrikòn)
nese. monetazione di Pandosia dagli riprese dagli scritti Ecateo da
A quale epoca risale il primo Enotri, per sugellare una alleanza Mileto (Gli originali di Ecateo
insediamento abitato del territo- con Sybaris. sono purtroppo andati perduti).
rio e quale era il suo nome? A seguito dei guerrieri e dei Le località che si distribuivano

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nella Calabria del Nord da oriente Ecateo da Mileto (VI sec. a.C.) geografo greco con la sua
verso occidente erano: Elenco: Arinte, Artemision, Geografia.
- Arinte, Artemision, Erimon, Erimon, Ixias, Kossa, Kyterion, Strabone I°VI° 256:
Ixias, Kossa, Kyterion, Menekine, Malanios, Ninaia, e Partendo da Laos, la prima città
Menekine, Malanios, Ninaia, e più a sud Brystakia, Drys, dei Brettii è Temesa (che ora
più a Sud Brystakia, Drys, Patykos, Sestion, Siberine. chiamano Tempsa). La fondaro-
Patykos, Sestion, Siberine. Aristotele (384 a.C.) la situa a 6 no gli Ausoni, poi gli Etoli che vi
Possiamo dunque affermare che ore di cavallo da mare, quindi in giunsero con Toante, cacciati
MENEKINE nel VI sec. a.C. una posizione centrale tra Jonio e poi dai Brettii. Questi, a loro
aveva già una sua connotazione Tirreno, ideale snodo per i traffi- volta, furono poi vinti da
urbana, ed insieme alle altre 13 ci commerciali delle carovane tra Annibale e dai Romani. (...)
località citate é uno dei nuclei più le colonie greche poste tra i due Vicino alla città vengono indica-
antichi della Calabria. Ebbene un mari. te miniere di rame, che ora sono
nucleo abitato dell’attuale città di Erodoto di Alicarnasso (580- abbandonate.
Mendicino esisteva dunque già 500 a.C.) la cita nelle sue Storie. Contigua a Temesa c’è Terina,
2600 ani fa! Unico storico e geografo che che fu distrutta da Annibale,
Non esiste dunque in questo forse ha visitato veramente non potendo costui difenderla,
elenco (nonostante le numerose Pandosia, poiché partecipò alla quando si rifugiò nel paese dei
affermazioni erronee in tal senso) fondazione di Thouriòi e visse in Brettii.
nessuna città denominata Calabria gli ultimi anni della pro- Viene poi Consentia, metropoli
Pandosia od Acherontia. pria vita. dei Brettii’.
I toponimi di Ecateo si Erodoto individua i confini set- Poco al di sopra di essa c’è
riferiscono dunque a nuclei tentrionali del territorio di Pandosia, fortezza che gode di
arcaici pre-ellenici. Pandosia fino al fiume Lao. difese naturali, presso la quale
Il nome Pandosia significa in lin- Timeo di Tauromenio (350 a.C.) morì Alessandro il Molosso.
gua greca luogo che tutto dà, nella sua storia della Sicilia e Anche costui fu tratto in ingan-
terra di ogni bene, con riferimen- nella sua storia di Pirro. no dall’oracolo di Dodona che
to alle ricchezze e fertilità della Eusebio di Cesarea gli aveva ordinato di guardarsi
città. Anacreonte invece (ed.Helm,pg.181) da Acheronte e da Pandosia:
definisce Pandosia come una riferisce che Pandosia e essendoci di fatto in Tesprozia
donna generosa. Una testimoni- Metaponto sarebbero state fon- nomi uguali a questi, nel tentati-
anza de “I Comici Adespoti” la date contemporaneamente nel IV vo di fuggirli, egli venne qui a
identifica come un mobile anno della I° Olimpiade (= 773- perdere la vita. La fortezza di
domestico, probabilmente la dis- 772 a.C.) Pandosia ha tre sommità e le
pensa. Il toponimo Pandosia era Pseudo-Scimnos(IIsec. scorre vicino il fiume Acheronte.
dunque un riferimento alla ric- a.C.)(vv.326-329) con la sua” Ad ingannare Alessandro il
chezza ed alla fertilità del suo ter- Perigesi”. Molosso si aggiunse anche quel-
ritorio. Diodoro Siculo (I sec. a.C.) l’altro oracolo che diceva: “O
autore della Biblioteca storica. Pandosia dai tre colli, un giorno
Pandosia fu dunque il nome che i Per Diodoro (VII lib.) Pandosia rovinerai molta gente!•. Egli
Greci ( i sibariti prima ed i cro- divenne il centro di commercio pensò infatti che l’oracolo predi-
toniati poi), dettero ad una pre- più fiorente della regione. cesse la rovina dei nemici e non
esistente cittadina enotra capitale Per Diodoro (21,3) la città di già dei suoi. Dicono inoltre che
del regno indigeno, rocca protetta Ethoi nel III sec. A.C. è situata Pandosia fu un tempo residenza
da difese naturali, ma quale era il non lontano dalla costa jonica. regale dei re degli Enotri.
nome originario di questa città? Dionisio di Alicarnasso (I. sec) Dopo Consentia c’è Hipponion,
Era probabilmente una delle 14 con la sua “Storia antica di fondazione dei Locresi: i
località citate da Ecateo da Roma”. Romani cacciarono i Brettii che
Mileto che aveva poi mutato il Fu proprio la caratteristica di città la occupavano e le diedero il
suo nome in Pandosia, ma quale? fortificata che permise a nome di Vibo Valentia. Poiché
Il mistero continua... Pandosia di mantenere l’autono- tutta la zona vicina è occupata
mia.(Dionys Halic; Harc.R. da praterie belle e fiorite, credo-
Pandosia le fonti di letteratura Lib.1° cap I). no che Proserpina dalla Sicilia
antica Teopompo (358 a.C.) venisse qui per cogliere fiori e
Strabone (66 a.C.-19 d.C.) che da ciò derivi l’usanza, per le

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donne del paese, di cogliere fiori Il simbolo totemico degli Enotri, vittoria riportata nel 510 a.C. sui
e intrecciare corone, cosicché, era costituito da un toro con la Sibariti presso il fiume Traente, e
nei giorni festivi, ritengono sia testa rivolta all’indietro. La reg- la successiva distruzione di
cosa di cui vergognarsi portare gia degli Enotri, (o “basileion” Sibari, inabissata nelle acque del
corone comperate. Vi è là un come scriveva Strabone) sorgeva fiume Crati, instaurava di fatto,
porto che vi fu allestito da nell’alta Valle del Crati a sole sei un periodo di dominio Crotoniate
Agatocle, tiranno della Sicilia, ore di cavallo dal mare. I greci nella regione. La città di
quando si impadronì della città. lasciarono nelle nostre popo- Pandosia, benché da sempre
lazioni non solo profonde radici fosse stata tradizionale alleata di
linguistiche ma anche tradizioni e Sibari, non solo venne risparmia-
In Strabone è citata anche costumi rimasti pressoché inal- ta dai nuovi egemoni, ma negli
Temesa (6,1,5;),famosa per le sue terati nel tempo. Sibari, fondata anni che seguirono, fra le due
miniere di rame, è citata dagli Achei tra il 720 e il 708 a.C. città vennero stretti rapporti sem-
nell’Odissea come luogo dove si esercitò considerevolmente il pre più amichevoli e cordiali,
poteva scambiare rame contro commercio, divenendo in breve, tanto che Pandosia poté contin-
ferro. Esiste una serie monetale il centro più fiorente dell’intera uare a godere liberamente di ogni
battuta insieme da Kroton e da regione. Le direttrici dei suoi sua prerogativa.
Temesa all’inizio del V sec. A.C. traffici commerciali che a Nord
che fa pensare ad una alleanza tra attraversavano i bacini vallivi Nel V° sec. a.C., i Sanniti-
le due città. dell’Esaro, del Coscile e del Lao, Lucani, popoli barbari del Nord,
Plinio (23 a.C.- 79 d.C.) scrive su e a Sud quello del Crati, vennero a turbare la quiete delle
Acherontia e non su Pandosia: giungevano fìn sulle coste tir- città della Magna Grecia; già nel
Oppidum Consentia intus in reniche dell’antica Enotria. 492 a.c. si ha notizia che quel-
peninsula fluvius Acheron, a quo Pandosia ebbe allora un ruolo l’orda di selvaggi avesse attacca-
oppidani acherontini; (Plinio fondamentale nell’economia di to i Locresi e che nel 452 a.c.,
III,1,273). quei traffici, giacché le vie avesse impegnato in una feroce
Plinio dice dunque che il massic- carovaniere che attraverso la battaglia le risorte milizie
cio di Acherontia gli appare come Valle del Crati e quella del sibarite. Negli anni che seguirono
una penisola tra due fiumi. Savuto per mettevano ai Sibariti i Lucani, divenuti sempre più
Livio (49 a.C.- 19 d.C.) VIII. 24: di giungere alle mitiche e mai audaci, cominciarono ad ordire
Haud procul Pandosia Urbe, ritrovate miniere di rame di delle violente scorrerie nella
imminente lucanis et Bruttiis Temesa, percorrevano per un Valle del Crati, mettendo più
finibus tris tumulos aliquantum lungo tratto, il territorio control- volte a ferro e fuoco interi villag-
inter se distantes insedit... lato da Pandosia, che perciò gi e città. La stessa Pandosia, in
In Livio (29,38,1;30,19,10; ) divenne un florido centro agrico- breve, era stata invasa e sopraf-
esiste un elenco di città dell’area: lo e commerciale. Grazie soprat- fatta da quelle orde barbariche.
Aufugum, Bergae, Besidiae, tutto alla peculiarità dei Sibariti La capitolazione di Pandosia
O c r i c u l u m , Ly m p h o e u m , che, sebbene esercitassero un sconvolse il già precario equilib-
Argentanum. ruolo egemone nella regione, per- rio economico-commerciale della
Livio scrive inoltre che nella II° misero agli Enotri di restare nei Valle del Crati, poiché l’antica
guerra punica l’esercito dei loro territori e di applicare le loro città, da sempre, era stata il natu-
Consoli Romani conquistò leggi. Pandosia conservò dunque rale crocevia dei traffici commer-
Clampetia (Amantea) ed a segui- l’antico privilegio dell’autono- ciali, fra le città greche del
to di ciò Pandosia Cosenza e mia. Lo Stato sibarita, infatti, non Tirreno e quelle dello Jonio.
molte altre ignobili città si fu né federale, né unitario: le sin- Le colonie greche di Terina,
arresero. gole città dell’Enotria e soprattut- Temesa, Cleta e Lametia vennero
to Temesa e Pandosia, alle quali a trovarsi di fatto isolate dai traf-
Giustino(2,2,14;) cita Pandosia. Sibari riconosceva la qualità di fici commerciali con l’Oriente.
città alleate, godettero perciò Verso la fine del V° sec. a.c.
Sia Strabone che Diodoro Siculo della più completa indipendenza Pandosia era quindi una città
probabilmente traggono le loro politica ed amministrativa completamente ellenizzata che
notizie da Erodoto e Timeo e non Allorché l’egemonia sibarita godeva, tuttavia, di una certa
da conoscenze de visu dei terri- cominciava a vacillare (VI° sec. autonomia politica.
tori descritti. a.C.), Crotone raggiungeva Dal punto di vista politico i
l’apice della sua potenza e con la Crotoniati favorirono la costi-

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tuzione della «lega Achea», ossia ribalta un nuovo soggetto domi- Ionio e venne a conquistare le
della federazione di tutte le città nante, il popolo dei Brettii, che città di Terina e Hipponion sul
Italiote, della quale a pieno titolo in breve allargò il proprio Tirreno ed al ritorno cercò di con-
fece parte anche Pandosia. La dominio su tutta la regione, quistare Pandosia, dove invece
politica estera della lega veniva costringendo i Lucani ad venne ucciso.
determinata dai vari rappresen- arretrare verso Nord. Tra la fine del IV° e l’inizio del
tanti delle città, durante le assem- La loro organizzazione sociale fu III° sec. a.C., il potere brettio in
blee federali (Synodoi), che si caratterizzata dalla costituzione Calabria venne contrastato dal
tenevano in determinati periodi di dodici piccole repubbliche, nascente astro di Thurion. Quella
dell’anno. Intorno al 400 a.c., a ognuna delle quali osservava pro- città sorta sulle rovine dell’antica
causa della ripresa dell’attività prie leggi, armava propri eserciti Sibari, nel corso degli anni aveva
bellica dei Lucani, che avevano e batteva propria moneta. Plinio esteso il suo dominio a Sud occu-
cominciato ad insidiare con sem- che si rifà a Teopompo, vissuto pando, una dopo l’altra, le città di
pre maggior veemenza le città all’incirca in quel periodo, affer- Terina, Uffugum, Arinte e la stes-
settentrionali della Federazione, ma che le dodici repubbliche sa Pandosia. Le sue velleità
quali Thuri, Pandosia e Temesa, Bruzie erano: Blanda, Clampetia, espansionistiche, tuttavia, ven-
la Lega Achea si ristrutturò in Temesa, Terina, Cosentia, nero ben presto frustrate dagli
funzione antilucana ed assunse Acherontia , Ipponio, Tauriana, stessi Bruzi che, riorganizzatisi,
un carattere prevalentemente mil- Medama, Scilla, Reggio e la costrinsero ad un lungo asse-
itare; il suo nume tutelare Mamerto.(Plinio cap.V, XXI° dio, cui pose fine solo l’armata

Prospero Parisio: moneta di Mendicino in Rariora Magnae Graeciae Numismata -1591


divenne la dea Hera, guerriera del lib..III) romana, minacciosamente scesa
Lacinio, e fu detta «Lega Intorno al 356 a.C. esse costi- in Calabria nel 285 a.C. Allorché
Italiota» . tuirono la Confederazione Bruzia all’orizzonte si profilò l’esercito
il cui centro principale divenne del cartaginese Annibale (215
Nella prima metà del IV° sec. Cosenza. In quella cittadina i del- a.c.), Pandosia e il Bruzio, che
a.c., le incursioni dei Lucani sulle egati delle singole repubbliche, si intravidero in quell’evento la
città della Magna Grecia erano riunivano periodicamente per possibilità di sottrarsi al giogo
divenute sempre più frequenti. impostare gli indirizzi della polit- romano, non esitarono a
Sotto l’incalzare di quelle orde ica comune. divenirne i più fedeli alleati. La
selvagge, una dopo l’altra, le Taranto, seriamente minacciata fine della seconda guerra Punica
principali cittadine della Magna dai Lucani, chiamò in suo aiuto il ed il ritorno in Africa del cartagi-
Grecia, e in particolare Terina e potente re d’Epiro Alessandro il nese, diedero però nuovo slancio
Temesa situate sulla costa Molosso, zio materno dell’ancor e vigore alle milizie romane. La
Tirrenica, Thuri su quella Jonica più famoso Alessandro Magno. loro supremazia militare era tale
e Pandosia nella fertile vallata del Alessandro il Molosso aveva che alcune cittadine, da lì a poco,
Crati, erano state sopraffatte. come base militare per le sue preferirono la resa incondizionata
Si affaccia improvvisamente alla guerre in Calabria Thurion sullo ad una onerosa quanto vana

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resistenza: «... Cosentia et PAN- “Nell’anno 261 a.C. il console sua terra natale, che gira in lungo
DOSIA et ignobiles aliae civi- Valerio Flacco ricostruì a proprie ed in largo. La carta speciale del
tates voluntate in deditionem spese la rocca bruzia di Pandosia. Parisio fu stampata a Roma nel
venerunt... », così si esprimeva XIII sec. le cittadine di Pantosia 1589 ed un esemplare é oggi con-
Livio per indicare il volontario et Mendicino vengono menzion- servato nella Biblioteca Angelica
ritorno di Cosenza, Pandosia ed ate come unità urbane indipen- di Roma.
altre cittadine di minor conto alla denti nell’elenco delle terre Ne esiste un altro esemplare leg-
romana soggezione. appartenenti al Giustizierato di germente diverso del 1592 con-
Val di Crati. ( Cancelleria servato nella collezione Zerbi di
La definitiva conquista romana Angioina Registro 72° p.267 pg Taurianova.
delle contrade Calabre, che aveva 259.) Dunque per Prospero Parisio
avuto inizio nel 204 a.c. sotto il archeologo cosentino con
Console P. Sempronio Tuditano, Nell’anno 1591 l’archeologo e eccezionali conoscenze dei
si concretizzava solo nell’estate numismatico cosentino Prospero luoghi, Mendicino era Pandosia,
del 203 a.C. , allorché il Console Parisio, patrizio romano e doctor, ed Acherontia era una città dis-
Gneo Servilio Cepione e i suoi scrive uno splendido libro in lati- trutta tra Pandosia ed Eufemia. E
centurioni entravano trionfanti a no sulla storia antica della Parisio ne parla nel 1591 quando
Pandosia. L’antica città, confusa Calabria e dei suoi uomini illustri i disastrosi eventi sismici del
nel grande impero e divenuta uno e delle antiche monete. 1638 e del 1783 erano di là da
dei tanti municipi sorretti dalle Il libro ha per titolo: “Rara venire e quindi con una ricog-
milizie romane, iniziò allora la Magnae Graeciae Numismata” nizione della regione che mostra-
sua parabola discendente carat- ed un rarissimo esemplare edito va molti più reperti e costruzioni
terizzata da una lenta ed inesora- in Norimberga nel 1683 è conser- murarie di quanto non faccia
bile decadenza nel campo politi- vato nella biblioteca civica di oggi.
co ed amministrativo. Di quella Cosenza. A conferma delle sue affer-
città, della sua grandezza e dei Il Parisio nel suo scritto elenca mazioni il Parisio aggiunge i dis-
suoi fasti, oggi non rimangono una serie di città antiche con i egni di monete di Pandosia ed
che il nome altisonante e la rara e nomi a lui contemporanei in lati- Acherontia attribuendole a città
pregevole monetazione. no ed i nomi greci antichi rilevati diverse, ed in particolare
dalla sua personale ed attribuisce a Mendicino le mon-
eccezionale collezione di monete. ete di Pandosia.
Nel V sec. dell’era Cristiana, Ebbene egli scrive testualmente: Queste monete appartenevano
infine, Stefano Bizantino scrisse alla sua personale collezione e
di Pandosia come di un castello PANDOSIA ΠΑΝ∆ΩΣΙΕΩΝ non è difficile ipotizzare che egli
del Bruzio, ove un tempo aveva Mendicinum prope Consentiam stesso le avesse rinvenute nelle
perso la vita il Molosso: A C H E R O N T E sue ricerche od aquistate nei
AXEPΩNTΩN Urbs deleta inter luoghi indicati.
«... Pandosia castellum Pandosiam & Eufemiam
Brettiorum munitum tres ver- PROSPERO PARISI0 era un
tices habens circa quod Inoltre Prospero Parisio nel 1589 congiunto del Parrasio, visse nel
Alexander Oetolus periit ab fa incidere al valente cartografo secolo XVI continuamente in
Hujsmodi oraculo deceptus. Natale Bonifacio da Sebenico Roma, dove avea terminato gli
Pandosia tres colles habens, (Dalmazia) una mappa della studi di filosofia, di matematica
multum aliquando populum Calabria, dedicata al cardinale di e di legge, in cui fu proclamato
perdes.... » Cosenza Evangelista Pallotta in dottore. Fu Governatore di
cui individua con precisione il molte città dello stato Romano e
CAPITOLO II: Le fonti fiume Acheron con l’attuale di quello di Napoli, ed ebbe l’in-
medievali e successive fiume Acheronte che dal territo- carico di cooperare all’estirpa-
rio di Domanico scorre nel terri- zione de’malviventi, e d’ impedi-
Nel periodo normanno, Pantosia torio di Mendicino. re la propalazione del colerico
(Pandosia) venne inserita nei Prospero Parisio scrive contagio. Pugnò valorosamente
(tenimenti di Mendicino). “Consetinus sum et exacte mag- sotto il Colonna nella battaglia
Gabriele Barrio I° e IV° lib. del nam graeciam delineavi”. di Curzolari contro i turchi.
“de Antiquitate et situ Calabriae L’originalità della carta é dovuta Morì in Roma, e fu seppellito in
(Roma 1571) all’amore che egli dimostra per la S. Maria degli Angeli alle

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Prospero Parisio: moneta di Acherontia in Rariora Magnae Graeciae Numismata -1591
Terme, con una onorevole iscri- parte non auritus sed oculatus (Barrio 1571).
zione lapidea, senza data; men- tesis esse volui”.
tre già trova quasi onorato della c) Mappa di Cola Antonio
cittadinanza romana—Stampò C A P I T O L O I I I : Stigliola, nolano o più probabil-
in Roma nel 1591 una carta Considerazioni a latere del- mente di Siderno, che venne poi
generale del regno di Napoli, l’analisi delle antiche mappe finita da Mario cartaro e stampa-
contornata delle sue armi con 1’ cartografiche in relazione alla ta nel 1611; ne esistono copie a
elenco de’ santi, uomini illustri, città di Pandosia. Bari ed a Parigi (1634) ed alla
famiglie nobili e titolati; e nel biblioteca nazionale di Napoli. In
1592 rese edite colà stesso un Considerazioni sulle antiche tale mappa c’erano già
Compendio, che riguarda la sola mappe del Regno delle due Mendicino, Cerisano e Carolei,
Calabria, le repubbliche della Sicilie che raffigurano la Calabria ma non Pandosia; essa era otti-
magna grecia, le sue monete, le nel 1500: mamente disegnata, specie nel
antiche iscrizioni, i suoi santi ed reticolo idrografico.
uomini illustri a) Nella mappa di Pirro Ligorio,
—Giov: Giorgio Volkamero da “Regni Napoletani, Verissima d) 1691 Calabria Illustrata di
Norimberga, trovandosi nel Descriptio”, pubblicata a Roma Fiore, in cui sono riportate le effi-
1641 a Napoli sotto la disciplina nel 1557 Pandosia viene indicata gi delle antiche monete di
di M. Aurelio Severino, ebbe ben lontana da Cosenza, al di là Pandosia.
cura di procurarsi un esemplare di Bisignano e Tarsia, ma ricor- e) Carta Magna Graecia del 1596
di queste opere del Parisio; e diamo che esisteva una altra città di Georg Horn di Amsterdam, in
dopo 42 anni, quando già egli chiamata Pandosia più a Nord cui sono ben indicate: Cosentia,
era protomedico di Norimberga, all’interno della Basilicata, da Pandosia, Menecina, Ixias
le ripubblicò, dando il primo non confondersi con Pandosia (Carolei), poi l’Acheron Flumen
luogo alle cose di Calabria, con Bruzia ( vedasi il libro di che da Mendicino sale verso
questo titolo: Prosperi Parisii, Emanuele Greco). Domanico, ed al di là di Ixias
Romani Patricii, Rariora dove è l’attuale Domanico é indi-
Magnae Graeciae Numismata, b) Una tra le prime mappe in cui cata la città di Acherontia! In tale
1683, un vol. in fol. di 55 pag. é possibile verificare l’esistenza carta Pandosia che é situata dove
con 13 tavole di monete urbiche, di Pandosia è la serie di pitture è oggi Castrolibero.
senza luogo dell’impressione, murali della Galleria del
che fu veramente Norimberga. Belvedere in Vaticano, ispirate al f) carta denominata Calabria
Dedica di Prospero Parisio al Barrio, relative alla Calabria Citra olim Magna Graecia del
cardinale Evangelista Pallotta: Citeriore, in cui eserciti e tende 1602 di Beniamin Wright; qui
sono situate tra Cerisano e S. Fili, non c’è Pandosia, ma Mendicino,
“Totam undequaque Calabriam presso le Pandosiae Reliquiae, a Cirisano, e la indicazione di
perlustravi, singillatim loca ricordare la battaglia del 280 a.c. “Croce Serrata” nel luogo oggi
recensui et notavi, omnique tra Pirro e l’esercito Romano denominato “Croce Coperta”.

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Considerazioni su Pandosia Domanico (sede di ritrovamenti vano il corso dell’Acheronte dal
di epoca Neolitica) e poi con una Busento e prima ancora dal Crati,
Vengono così decisamente smen- carovana da terra superava il val- attraccassero all’altezza di uno di
tite le teorie del Vercillo circa il ico di Potame per discendere in quei livelli i cui segni sono ben
fatto che l’attuale fiume Serra D’Aiello (anch’essa sede di visibili sulle rocce, permettendo
Acheronte di Mendicino, si sia ritrovamenti di epoca Neolitica) e così il carico e lo scarico delle
così nominato solo di recente Clampetia (Amantea), e l’altro merci per la città sovrastante.
dopo essersi nominato Arconte che dal letto del Crati continuava Se questa ipotesi di localiz-
ed ancora prima Merenzato; con una carovana da terra con zazione della città si dimostrasse
invece ben prima degli atti notar- carri a cavallo e raggiungeva fondata, nel piano alluvionale
ili consultati dal Vercillo, ed in l’area all’incirca di S.Stefano di sottostante le mura sotto il lato
ogni caso ben prima del 1700, Rogliano per poi seguire il letto Est dello strapiombo, potrebbero
addirittura alla fine del 1500, la del fiume Savuto e giungere fino essere sepolti relitti di navi o resti
mappa di Prospero Parisio alla foce tirrenica in prossimità di di contenitori per il trasporto
dimostra che il fiume che dis- Nocera Terinese (l’antica delle merci, ovvero le tracce
cende da Domanico a Mendicino Temesa). remote del porto di Pandosia.
si chiamava già Acheronte.
Bisogna poi tener presente che Il porto di Pandosia Orbene se è giusto partire dal-
moltissime mappe e carte all’e- l’analisi delle fonti, è necessario
poca si disegnavano riprendendo Strabone dice su Pandosia una poi suffragare la propria ipotesi
mappe precedenti, e apportando cosa molto interessante: di localizzazione con la individu-
qualche variante dopo aver con- ”Una fortezza protetta da difese azione precisa di un sito.
sultato qualche libro di storia, naturali”.
piuttosto che dopo aver fatto un Significa che l’altura su cui era
sopralluogo, quindi le mappe del posta la città era protetta da stra-
periodo sono poco attendibili per piombi naturali che rendevano la
la situazione geografica precisa. città inaccessibile. E’ sufficiente
un breve sopralluogo sul massic-
Dagli scritti del Barrio nel 1571 cio dell’Alimena (ad-limena
in poi c’è stata una appassionante ovvero ai confini), per osservare
ricerca del sito della antica città l’immenso strapiombo aggettante
di Pandosia. Tutti ne hanno ipo- sull’Acheronte, sulla sommità del
tizzato strane localizzazioni, in quale poggia l’ultimo brandello
base a personali riflessioni ed delle antiche mura di Mendicino
interpretazioni delle fonti antiche lo Vecchio.
sull’argomento e non sul ritrova- Osservando dal basso il muro di
mento di un sito archeologico roccia si notano a più livelli di
vero e proprio. altezza i segni delle linee di batti-
gia del fiume Acheronte nelle
Lo studio accurato dei percorsi epoche passate, a dimostrazione
istmici delle colonie greche del che il livello del fiume era posto
VI e V sec. a.C. , e dei siti neoliti- molto più in alto.
ci dell’area consente di valutare Da indagini geologiche effettuate
con sufficiente approssimazione i sulla stratigrafia delle rocce si
passaggi e di ipotizzare un evince che un evento sismico di
doppio percorso dalla valle del enorme portata ha mutato l’aspet-
Crati sul mare Tirreno verso to della valle provocando la frat-
Terina e Temesa. Più precisa- tura rocciosa tra i 10000 ed i
mente il percorso fluviale che da 6000 anni fa.
Sybaris seguiva il letto del fiume Al tempo di Pandosia (2600 anni
Crati fino a Cosenza e poi devia- fa circa), lo strapiombo già
va in due rami uno che risaliva esisteva ed il livello del fiume
Statere di Pandosia Era-Pan D/R
dal Crati verso il Busento e poi consentiva una navigabilità New York American Numismatic
attraverso il fiume Acheronte agevole. E’ probabile dunque Society
(affluente del Busento) risaliva a che le imbarcazioni che risali-

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CAPITOLO IV: Mendicino depositi per le derrate alimentari
Vecchio: l’area archeologica etc.
Sul punto sito più in alto nella
L’area denominata Mendicino rocca fortificata, in corpore ester-
Vecchio è molto estesa ed è costi- no ma attiguo alla cinta muraria
tuita da tre sommità orografiche esiste una costruzione emicilin-
separate da piccole valli interme- drica detta in dialetto mendici-
die e lambita su due lati da due nese “u casalinu” che aveva fun-
rilevanti corsi d’acqua: zioni di torretta di avvistamento
l’Acheronte e l’Arconte. dei nemici durante i periodi di
Essa ha una posizione orografica invasioni saracene (circa 900
molto particolare ad Est è delim- d.C.), essendo da essa ben visi-
itata sotto S. Cristoffalo dallo bile “u cuozzu du “ntinnale,
strapiombo degli Alimena, sotto l’area di segnalazione delle inva-
il quale scorre il fiume sioni turchesche sulla montagna
Acheronte, ad Ovest é delimitata di Domanico nelle vicinanze del
dal dirupo Castagnitello sotto il passo di Potame.
quale scorre il torrente Arconte o “U cuozzu du ‘ntinnale”, era una
dei Valloni, a Sud è costituita da località ove anticamente si suon-
una scoscesa altura rivolta verso ava il corno o si percuoteva uno
la montagna di Cocuzzo strumento metallico per seg-
detta“Cuozzu du cuoscinutu” ed nalare l’arrivo degli invasori
a Nord è costituita da scoscesi saraceni.
terrazzamenti che terminano a Sempre all’interno della cinta
loro volta in un dirupo. muraria è possibile vedere un
Come si arguisce dalla insieme di celle scavate nella roc-
descrizione gli antichi abitanti cia, probabili rifugi per eremiti Statere Crotone-Pandosia D/R
dell’area non avrebbero potuto religiosi in epoca altomedievale. Milano collezione privata
trovare migliore posizione difen- Questa presenza religiosa è con- abitata nel 1515 quando alcuni
siva per la loro città. fermata dai resti di mura di un scritti vaticani indicavano nel
All’interno di tali limiti complesso monastico che com- complesso monastico femminile
Mendicino Vecchio é altrettanto prendeva anche una chiesa con di “S. Maria delle Fontanelle
variegata nella connotazione oro- una nicchia absidale situata su extra portam loci Mendicino” un
grafica, in parte costituita dai tre una parete interna.(Oggi adibita a monastero ancora in attività.
cozzi ed in parte da terrazzamen- stalla per animali dagli attuali Il sito ove allora era il monastero
ti coltivati ad orti e da ampi proprietari). di S. Maria delle Fontanelle é
pianori. Fuori dalla cinta muraria al ter- oggi occupato dalla Chiesa e dal
Il cozzo sul crinale o parte cen- mine del pianoro ove è situato Santuario di S. Maria
trale dell’altura, era fortificato da l’attuale cimitero di Mendicino, dell’Accoglienza, e si trova esat-
una possente cinta muraria. Di ci sono numerosi reperti di tamente ai piedi dell’altura
questa cinta esistono ancora oggi abitazioni aggregati attorno “Mendicino Vecchio”. L’attuale
numerosi brani murari ancora in all’antico rudere della chiesa di costruzione risale al 1870 circa
piedi, dello spessore di 1.20 m e “S. Cristoffalo”, situato su un ed è pregevole opera degli
5 m di altezza circa. estremo lembo di un cozzo a scalpellini di Mendicino, ma il
Le mura sono costituite da ciotoli strapiombo sugli Alimena con dei sito é antichissimo...
grezzi o poco sgrezzati di roccia tumuli di pietre indicanti delle
del luogo, montati a secco o con vecchie tombe. CAPITOLO V: La mone-
malte terrose. Esse poggiano La datazione dei reperti in tutta tazione di Pandosia
direttamente su blocchi rocciosi l’area é varia ed incerta poiché si
del terreno che fungono da base va da epoche remotissime per le Pandosia come tutte le città di
fondante. All’interno della abitazioni scavate nella roccia una certa importanza al tempo dei
murazione è possibile scorgere i fino all’alto medioevo per le greci cominciò a coniare monete,
resti di abitazioni scavate nella chiese e alcuni brani murari dei per facilitare i propri commerci.
roccia, costituite da abbeveratoi, complessi monastici. Pandosia ebbe rapporti commer-
scoli per le acque piovane, L’altura doveva essere ancora ciali con Sybaris, Kroton,
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Calabriae Descriptio di Prospero Parisio - 1591

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Temesa e Terina tutte città che .(British Museum Collection A.C. Inoltre se il fiume Acheron
coniavano a loro volta monete. Italy pg 371. 5) fosse realmente quello individua-
Si conoscono solo alcune delle Ricordiamo che Hera nella to da Prospero Parisio del 1591,
monete coniate per sugellare le mitologia greca era la moglie di Pandosia sarebbe molto vicina,
alleanze con queste città. Zeus ed aveva un tempio in così come più a monte sul corso
La prima è quella coniata con Kroton denominato di Hera dello stesso fiume, nel territorio
Kroton intorno al 500 a.C. rapp- Lacinia. di Domanico dovrebbe trovarsi la
resentante nel dritto il simbolo La monetazione di Pandosia è città della confederazione Brettia
crotoniate del tripode e nel importante per la datazione del Acherontia.
rovescio il simbolo (pandosiano nome ΠΑΝ∆ΩΣΙΕΩΝ. Le prime Il percorso che le carovane
o sybarita) del toro con la testa monete sono infatti risalenti al Sybarite di passaggio da
rivolta all’indietro racchiuso in 500 A.C. erano già con il nome Pandosia dovevano fare per giun-
un quadrato. Tale moneta è uno ΠΑΝ∆ΩΣΙΕΩΝ sopra inciso, e gere a Terina ed a Temesa dove-
statere d’argento di circa 2,90 cm dunque la città aveva già assunto va dunque risalire il corso
di diametro e pesa 7,11 gr ed è tale nome già a quell’epoca. dell’Akheron e discendere attra-
catalogato dall’American Ancora precedenti sono le mon- verso il passo di Potame verso la
Numismatic Society nel vol. 3 e ete con la scritta ΠΑΝ∆Ο, poiché costa.
ne esistono due esemplari reper- in greco arcaico si usava ancora Solo una campagna di scavo
toriati. la grafia O in luogo di Ω. potrà dare una risposta definitiva
Un’altra moneta conosciuta è Le monete dell’alleanza italiota e a tali interrogativi, ed allora
conservata al British Museum di sono state sicuramente battute in potremo gioire per un immenso
Londra (cat. Italy pg.370 ) ed è Pandosia e non in Crotone, patrimonio culturale e leggen-
datata V sec. a.C. rappresenta nel poiché evidente é la diversa man- dario ritrovato, ovunque esso si
dritto la testa (di Pandosia?) e nel ifattura del maestro fabbro di trovi.
rovescio la divinità del fiume Pandosia rispetto a quello o quel-
Crati. Tale moneta pesa 6,78 gr li di Crotone, e cioé di fattura CAPITOLO VI: Cronologia e
ed é uno statere d’argento. meno raffinata come si rileva fonti storiche
Altra moneta risalente al 360 a.C. dalla minore precisione di alcuni
è uno statere d’argento di circa particolari. - Il Bruzio era soggetto alla dom-
7,10 gr. rappresentante nel dritto Le monete attribuite ad inazione bizantina dell’impero
la testa di Hera Lacinia e nel Acherontia sono di epoca molto romano d’Oriente sin da quando
rovescio il Dio Pan seduto su una posteriore, probabilmente brettia si erano separate Bisanzio e
roccia.(Repertorio Sylloge e questa potrebbe essere la prova Roma, cioé dal 330 d.c.
Nummorum Graecorum definitiva che Acherontia e - Dal 476 cominciano le inva-
Austrian collection pg.600). Pandosia erano due città distinte sioni barbariche con assalti anche
Del 360 a.C. é una piccola mone- nate in epoche diverse in luoghi nel Bruzio di goti, visigoti etc. E
ta di un terzo d’argento del peso diversi. quindi i barbari nordici avevano
di 2,05 gr. sempre con Hera dei predomini su queste terre, ma
Lacinia sula dritto e nel rovescio Conclusione essi duravano poco poiché o
il Dio Pan seduto su una roccia, un’altra invasione da nord da
repertoriato nella collezione Nessun archeologo o studioso parte di altri popoli barbari, o una
Bosel a pg.217. serio trarrebbe conclusioni affret- spedizione da Bisanzio ricon-
Del 360 a.C. é ancora una picco- tate sulla precisa collocazione quistavano temporaneamente il
la moneta di un sesto d’argento delle città di Acherontia e di territorio;
del peso di 1,06 gr. sempre con Pandosia solo dalla conoscenza - Dal 900 la dominazione bizanti-
Hera Lacinia sul dritto e il Dio delle notizie storico-leggendarie na si stabilizza con la guerra vinta
Pan seduto su una roccia nel e dai frammenti letterari pervenu- dal condottiero bizantino
rovescio. tici, senza riscontri di scavo e Niceforo Foca; da questo periodo
(Repertorio Sylloge Nummorum ritrovamenti di reperti archeo- sorgono moltissimi monasteri
Graecorum Austrian collection logici precisamente databili come basiliani, che diventano i soli
pg.601). monete, gioielli, utensili e vasel- centri propulsori di iniziative
Del 360 a.c.é una moneta di lame e ceramiche in genere. economiche e culturali;
rame di un undicesimo con nel Ma è probabile che sull’altura - Invasioni saracene: nell’868
dritto la testa di Hera Lacinia e Mendicino Vecchio fosse situata giunse attraverso l’altopiano di
nel rovescio un altare di Pan la antica Menekine del VI sec. Potame, l’emiro di Amantea

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Cincimo per saccheggiare i centri vicini alla città di Cosenza recan- la voce (del tutto falsa) secondo
del Brutio, fu sconfitto da Ottone ti lo stemma della provincia la quale erano stati i regnanti
dei Franchi, con grande strage di Cosentina, costituito da una croce aragonesi a diffonderla di propos-
uomini, e solo l’emiro con pochi nera in campo argento, con essi ito, così Cosenza ed alcuni comu-
uomini riuscì a fuggire ad partì l’allora signore di ni vicini si ribellarono agli
Amantea; Ottone aspettò l’emiro Mendicino, tal Enrico Curati; aragonesi ed invocarono il
tra le rovine dell’antica Pandosia, - Il periodo angioino: nel 1266 ritorno dell’angioino Luigi III
da cui dominava con la vista: venne creato da Carlo d’Angiò il d’Angiò, ma i centri di
Cerisano, Rende, Monte Cocuzzo giustizierato di Val di Crati; Domanico, S. Pietro, Carolei,
e Potame; - Bolla-privilegio dell’8 febbraio Mendicino, Porchia, Altilia e
- 902 d.c. l’emiro Ibrahim II Ibn 1267 indizione X da Viterbo, con Dipignano, che ospitavano
Ahmad assedia i centri del la quale, Papa Clemente IV con- fortezze controllate dai
cosentino, ma con cattivi esiti. fermava, tra l’altro, ai monaci del Giovanneschi (cioé seguaci della
Poi nel 975, 986, 988 e nel 1009, monastero florense di S. Maria di regina Giovanna) rimasero fedeli
ripetutamente i saraceni Fonte Laurato di Fiumefreddo alla contestata sovrana; a quel
tornarono saccheggiarono e dis- Bruzio in diocesi di Tropea ora di tempo Mendicino era terra infeu-
trussero Cosenza e tutti i vicini Cosenza: “Possessiones, quas data, era un feudo;
centri del Brutio; habetis apud Raginas, et in - Ci fu poi la definitiva affer-
Gli abitanti di Cosenza allora Pantosa in tenimento Mendicini”. mazione degli aragonesi sugli
circa 120.000 fuggirono sui - 21/12/1276 elenco delle terre di angioini, nel 1439, con l’insedia-
monti vicini e risorsero allora o si Val di Crati e Terra Giordana: mento di Alfonso d’Aragona;
ripopolarono numerosi villaggi Monticino (1207 abitanti), - Con la dinastia Aragonese ter-
tra cui Mendicino, Carolei, Curosanum et Scutium (418 ab.), mina la divisione della calabria in
Aiello, Rende, Montalto, Pantosa (1480 abitanti) Venerum Val di Crati e Terra Giordana, per
Lattarico, Regina, Venere, (Li Venneri, attuale contrada acquisire la triplice denomi-
Pantosa e molti altri; Garofalo ab. 369) Renda (ab. nazione di Calabria Citra, Ultra I,
- Nel 1089 circa da documenti 3570). ed Ultra II;
ritrovati negli archivi Vaticani - Tasse angioine nel 1276-77: - Il 27 marzo 1460 il re Alfonso
risulta esistente la chiesa di S. Monticinum pagava 24 once, 4 d’Aragona, donò a Luca
Nicola di Bari ed il suo culto. tari, 4 grane, ed aveva una popo- Sanseverino Rende, Domanico,
-Nel 1093 S. Lucido, la collina di lazione di 1207 abitanti; Mendicino, Carolei e S. Fili; il
giorno prima gli aveva venduto
Bisignano per 200.000 ducati;
- Mendicino fece parte del feudo
di Cerisano;
- Nel 1500 circa arriva a Rende la
Famiglia aragonese Zavaglios,
con Ferdinando Zavaglios de
Alarcòn che poi imparentatasi
con il potente casato dei
Mendoza diede vita al nuovo
casato dominante: gli Alarcòn de
Mendoza;
- Un ramo minore degli
Zavaglios de Alarcòn si stabilì in
una contrada di Marano e le diede
Le misteriose navi del dipinto delle palazze il nome attuale: Savagli da
Castelfranco,Pantosa, - Nel 1390 i nobili di Marano Zavaglios;
Mendicino, Marano, Rende ven- Roberto ed il padre Ruggero - Nel 1572 Eleonora Sanseverino
nero riconfermati dal duca subiscono la confisca dei teni- vendette il feudo di Castelfranco
Normanno Ruggero al dominio menti di Mendicino; e Cerisano a Valerio Telesio
dell’arcivescovo di Cosenza - Nel 1422 la peste colpì Cosenza fratello del celebre filosofo
Arnolfo; il vescovo Arnolfo ed i paesi limitrofi, e i sostenitori Bernardino;
allestì truppe per la prima crocia- del re angioino spodestato dagli - Condizioni di vita nelle con-
ta, costituito da truppe dei paesi aragonesi ora al potere, sparsero trade del Bruzio ai primi del

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1500: case poverissime, in con- mo abdicava in favore del figlio limitrofi;
dizioni igieniche pessime, vita in Geronimo, atto Notar Fabiano - Nel 1830 il decurionato di
commistione con gli animali con Giuseppe in Mendicino; Marano Principato determinò di
stanze limitrofe alle stalle, dntro - Nel 1733 per debiti veniva ordi- costruire una nuova strada che
le quali c’erano poche cose: un nato il sequestro dei beni della conducesse da piazza Croci fino
barile di vino, un letto di paglia, famiglia Sersale, atto del ai pressi della contrada Pasquali
ossia un pagliarizzo, la tavola 3/11/1734 Notar Lorenzo De di Mendicino, attraverso la quale
ignuda con qualche frutto, non Nardo in Mendicino; raggiungere poi Cosenza;
c’erano camini accendevano le - 16/6/1783 atti del Notar Fabiani - 1841: Opposizione del Sindaco
braci in alcuni vasi di rame Michele in Mendicino; del Comune di Mendicino all’in-
(bracieri) per scaldarsi; per i - Nel 1806 era iniziata l’avventu- troduzione dei Padri Cappuccini
bisogni avevano alcuni vasi di ra napoleonica nel regno di nella Cappella di S. Maria con il
terracotta ( da loro chiamati can- Napoli, e dunque l’eversione pretesto di formare un Ospizio;
tari), ma non li vuotavano sin che della feudalità, Mendicino era - 1852: Costruzione della strada
non erano pieni e poi li gettavano ancora feudo della Marchesa detta militare che attraversava
in mezzo alle vie pubbliche, las- Della Valle Mendoza, che però Mendicino e giungeva a Carolei
ciandovi un puzzo stomacoso; già dal 1772 come dimostrano dagli Alimena;
- L’attività principale oltre l’agri- alcuni atti notarili aveva cominci- - 1856-1857: Atti tra Curati
coltura era la coltivazione del ato a vendere ed alienare molte Giovan Battista di Cosenza ed il
gelso per la seta; proprietà ad altre famiglie di Comune di Mendicino; ricor-
- Mendicino fu feudo dei Sersale notabili del luogo, come i diamo che già nel 1093 la
alla fine del XIV sec. poi, fino al Gaudio. famiglia Curati era feudataria di
1442 fu sottoposta alla giuris- - Il 10 Aprile 1806 Giuseppe Mendicino;
dizione del vescovo di Cosenza, Bonaparte entrava a Cosenza; - 1866: Rapimento di Nicola
quindi passò agli Adorno Il 24 Agosto 1806 alcuni contadi- Lento, notabile mendicinese, ad
(famiglia originaria di Genova) e, ni e briganti insorsero ed occu- opera di un gruppo di briganti
infine agli Alarcon de Mendoza parono Monte Cocuzzo, furono silani capeggiati da Carmine
Marchesi di Rende fino alla ever- attaccati dai francesi e costretti a Noce di Pietrafitta ed un tal
sione della feudalità nel 1806; ritirarsi. Sisnardi;
- Tremendo terremoto del 27 - Il 4 maggio 1811 un decreto Nicola Lento era un grande pro-
marzo 1638, Mendicino ebbe francese istituisce i Comuni ed i prietario terriero di Mendicino e
molti danni ma solo due morti; Circondari, e Mendicino, quale abitualmente, andava a passeg-
- nel 1660 c’era a Mendicino il comune, é inserito nel circon- giare a cavallo ogni domenica
Notar P.A. Olivella, che redisse dario di Cerisano. mattina nelle sue proprietà agli
molti atti per la famiglia Sersale; -1806: attacchi a Monte Cocuzzo Alimena; un prete di S. Maria di
- Atto del 9/9/1732 del notaio di truppe francesi di giacobini Mendicino si presuppone fece da
Nardi Lorenzo di Mendicino, in provenienti dal mare e dirette nei basista per il rapimento, e ven-
cui il Sindaco di Castelfranco per centri di Mendicino e Cerisano e nero così i briganti da Pedace e
la carestia, denunciava la impos- poi a Cosenza; Pietrafitta e giunsero attraverso il
sibilità di trovare il grano per la - Con legge 19 gennaio 1807 territorio di Carolei, precisa-
pubblica “panizzazione”; Castelfranco veniva collocato nel mente attraverso la contrada “i
- Nel 1728 molte università dello governo di Mendicino; Trieti” dove incontrarono dei
stato del Marchese della Valle - Nel 1811 Castelfranco veniva contadini e dei braccianti che
Mendoza ( Rende, Marano attribuito a Cerisano; andavano al deposito di caccia
Marchesato, S. Fili, Carolei, - 1831: Riattazione della strada preservata (allora riserva di cac-
Mendicino, Domanico, S. che da Cerisano porta alla cia), a prelevare degli indumenti
Lorenzo del Vallo) e poi Lago e Riforma; per lavorare, e portarono con sè
S. Agata si lamentarono per l’im- - Nei primi di settembre del 1835 con la forza uno di essi perché
posizione della tassa sull’acquis- grave alluvione a Mendicino, facesse da guida fino alle vici-
to del sale; Carolei, Domanico, Marano e nanze del Ponte degli Alimena, e
-Nel 1734 un accordo tra le gran- Castelfranco; qui lo lasciarono andare;
di potenze sanciva la nascita del -12 ottobre 1835 terremoto ed rapirono il Lento, e dopo averlo
regno delle due sicilie sotto le epidemia di colera; catturato essi si diressero presso
insegne dei borboni; - Terremoto del 13 febbraio 1854, le alture di Cocuzzo attraverso la
- Nel 1732 Orazio Sersale infer- gravi rovine a Mendicino e paesi strada che da S. Maria sale verso

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contrada Terre Donniche, ma nel- lio, il vino, la frutta, i cereali. Nel periodo del blocco continen-
l’ascesa incontrarono i contadini Difficilmente, però, si riusciva a tale l’industria serica subì la con-
che discendevano in gruppi verso collocare sempre molto bene correnza francese; qualche altra
la messa domenicale in S. Maria, queste derrate sui mercati extra- attività, invece, come l’industria
essi riconobbero Nicola Lento, e regionali, e perciò erano destinate mineraria e siderurgica, ebbe
non appena giunti in Chiesa soprattutto ai bisogni alimentari modesti aiuti. Dopo il 1815, si
avvisarono le forze dell’ordine delle popolazioni locali. Il gelso favorì la rinascita dell’industria
cioé il mandamento della aveva un posto preminente nella serica e lo sviluppo di qualche
Guardia Nazionale di Cerisano, destinazione produttiva delle altra industria, ma la cronica
che si mosse velocemente, ed terre, in quanto forniva alimento scarsità di capitali e la mancanza
insieme con l’aiuto della guardia al baco da seta, allevato in molti di una attiva borghesia industriale
nazionale di Carolei, Domanico e comuni della Calabria. Questi ne frenarono lo sviluppo e
Lago, cominciò le battute di peculiari caratteri dell’agricoltura impedirono la costituzione di
ricerca in montagna, e in breve calabrese si modificarono sensi- grandi e moderni opifici industri-
tempo individuò il gruppo di bilmente durante il decennio del- ali. Dal 1816, infine, le stesse
briganti con il rapito, lo spinse in l’occupazione francese, allorché cause che favorirono la trasfor-
fuga presso il precipizio che va la maggiore richiesta di cereali mazione produttiva delle terre, e
dal territorio di Mendicino in del mercato europeo favorì la cioè l’allargamento del mercato
quello di Domanico (oggi detto cerealicoltura. L’artificiosa nazionale e l’apertura dei mercati
fosso dei briganti), ed in quel pre- espansione fu troncata dalla fine esteri, provocarono la crisi di
cipizio i briganti furono stermi- del blocco continentale. Si superò molte industrie. Anche l’attività
nati quasi totalmente, solo qual- la inevitabile crisi agricola commerciale ha un ruolo
cuno fintosi morto a terra riuscì riprendendo e migliorando le col- modesto nell’economia cal-
poi nottetempo a fuggire. ture tradizionali, principalmente abrese. All’interno della regione,
- 1868: Nacque la strada consor- quella del gelso; ma alcuni il commercio era soffocato da un
tile Cerisano - Cosenza; decenni dopo anche questa sistema di vie di comunicazione
- 1877/1902: Nasceva il con- coltura fu, indirettamente, colpita scarso e inefficiente; le comuni-
sorzio Mendicino-Carolei per la dalla pebrina. Dopo il 1860, la cazioni con l’estero, oltre che
gestione e sistemazione di una richiesta di alcune derrate si dall’insufficienza delle strade
strada di collegamento attraverso elevò considerevolmente, e ciò interne, erano ostacolate dalla
il fiume degli Alimena, presi- indusse molti agricoltori a dedi- grave carenza di opere portuali.
dente del Consorzio e Sindaco di care energie e capitali alla Ma su commercio della Calabria
Mendicino era Pasquale trasformazione della destinazione ebbero un peso non indifferente
Magliocchi. produttiva delle terre. Un venten- le alterne vicende della politica
- Roma 2 maggio 1896 Ministero nio dopo, però, per i mutati indi- commerciale dello stato unitario
dei Lavori Pubblici- Direzione rizzi di politica commerciale del [L. Izzo, 1965, pagg. 79-80].
Generale Ponti e Strade: Lavori governo e la restrizione al com-
sull’alveo del fiume Alimena. 1° mercio con l’estero, il ritmo di
tratto Tivolille-Alimena. espansione delle nuove colture Il Barrio in “De Antiquitate et
- Mendicino ha il suo primo rallentava. L’industria cal- situ Calabrie” ci dice di
schema topografico dal IV censi- abrese costituì, durante tutto il Mendicino: “il territorio è fecon-
mento del 1901; secolo XIX, un’attività comple- do; si producono lenticchie
- Terribile terremoto del 1905, mentare a quella agricola. Agli lodatissime, ed ottime castagne
che provocò l’inghiottimento di inizi dell’800 in Calabria non si che chiamano “innestate”, ed
una intera contrada rurale con avvertiva alcun segno della rivo- abbondanza di ottima bellissima
abitanti ed animali in contrada luzione industriale che trasforma- seta, nasce anche la selce.”
Pasquali. va la fisionomia dei maggiori Il baco da seta fu introdotto dagli
paesi europei. L’attività industri- Ebrei subito dopo il 1000, e da
CAPITOLO VII: Le attività ale continuava ad essere svolta, allora iniziò a caratterizzare l’e-
economiche a Mendicino prevalentemente, in piccoli labo- conomia locale. Gli angioini e gli
ratori artigiani e presso le aragonesi per contenere gli Ebrei,
Fino ai primi anni del secolo famiglie dei contadini, e la pro- vietarono la filatura e la tessitura
XIX, l’agricoltura calabrese van- duzione era destinata, in special della seta. Ma nella prima metà
tava una gran varietà di prodotti, modo, a soddisfare le richieste del’500 il governo spagnolo tolse
di cui i più importanti erano l’o- delle popolazioni della regione. il divieto, anche perchè ormai gli

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Ebrei erano stati cacciati. E a costretta a concentrarsi in collina
Mendicino, con le filande, nac- Nei secoli precedenti attraver- o sulle montagne; e se erano un
quero piccole iniziative a dimen- sare il territorio calabro era molto ricordo leggendario le incursioni
sione familiare che, con telai in difficile poiché la rete viaria era piratesche che avevano costretto
legno, producevano tessuti di costituita da piste, mulattiere, le popolazioni a spostarsi all’in-
grande pregio. Questa attività si sentieri inaccessibili agli esseri terno della regione, l’opera di
sviluppò dal’500 fino a tutto umani. bonifica delle zone paludose
l’800. Nel 1857 vi erano 40 fila- E questo era motivo di isola- delle pianure e delle coste pro-
toi nei quali lavoravano 350 mento; isolamento che si cercava cedeva con esasperante lentezza.
donne e 50 uomini. Preminente di rompere tramite il potere pub- I villaggi che si erano costruiti
era la manodopera femminile, e blico, ma anche individuale. Così all’interno della regione, per
non vi erano limiti di età: dai nei primi anni dell’800 fu costru- sfuggire alla rapacità degli uomi-
sedici anni in su; nei filatoi di ita la strada consolare, però molti ni e ai miasmi mortali delle palu-
Mendicino erano impiegate circa paesi rimanevano isolati perché di, erano quasi sempre arroccati
150 fanciulle. la Consolare non aveva dira- in luoghi difficilmente accessibili
Ma le nuove tecnologie appor- mazioni. Mendicino era tra o facilmente difendibili. Sicché le
tarono rapidità nella produzione, questi. Non essendoci strade le popolazioni che li abitavano,
e l’ingrandimento della industria più semplici attività economiche, anche per la mancanza di strade
della seta, cose che non erano il commercio dei prodotti agricoli tra un villaggio e l’altro, vive-
adatte al piccolo paese della e della pastorizia, le attività arti- vano isolati dal resto del mondo.
Calabria Citeriore. Così nel 1860 giane non avevano modo di La prima seria inchiesta sulle
a Mendicino rimasero solo tre svilupparsi. Nel 1852, per facil- condizioni economiche, sociali e
filande, cosa che causò un incre- itare i trasferimenti del corpo igieniche delle popolazioni che
mento della disoccupazione che d’armata nazionale che altrimenti abitavano questi villaggi, è quella
dette inizio all’emigrazione verso doveva attraversare le malsane voluta da Gioacchino Murat nel
gli Stati Uniti e l’Argentina. Altra pianure del Vallo cosentino, si 1811; questa inchiesta costituisce
ricchezza di Mendicino fu il cal- costruì una nuova strada detta un documento di notevole inter-
care: ossido di silicio non cristal- “Militare”. Ma anche questa stra- esse, e offre un quadro impressio-
lizzato di colore cangiante dal da non aprì il transito nei paesi nante della vita che conducevano
rosa intenso al bruno sfumato. La isolati. Il problema fu risolto solo le popolazioni calabresi in quegli
selce di Mendicino fu molto alcuni decenni dopo. Della strada anni. «Le abitazioni - si legge
usata nella edilizia sia religiosa “Militare” si trovano ancora oggi nella relazione sulla Calabria
che civile. Con essa è costruito il tracce a Mendicino: il ponte di Citeriore formate quasi tutte in
Duomo di Cosenza, i conventi, le Basso la Motta sul torrente forma quadrata, composte di
chiese, i palazzi antichi di Mericano vicino la Chiesa di calce, e qualche volta di creta,
Mendicino e molti altri edifici S.Pietro e un tratto della strada nulla offrono di comodo,
pubblici e nobiliari [Circolo nella zona detta Limena [Circolo sicurezza e salubrità. Sono
L’Incontro, 1993, pag. 21 e 55]. L’Incontro, 1993, pag. 54]. ristrette e poco ventilate, man-
L’attività principale per gli abi- tenute con indecenza ed
tanti di questo paese divenne l’a- Nel XIX secolo la Calabria albergano volentieri polli, ani-
gricoltura: le zone più pianeg- ospitava una numerosa popo- mali di bassa corte ed anche i
gianti venivano coltivate a cereali lazione che era costretta ancora a maiali. L’olio è il com-
ed a verdure, si diffuse la colti- vivere in un ambiente geografico bustibile ordinario per le
vazione dell’olivo, della vite e di ostile all’insediamento umano. lumiere... Nei paesi limitrofi
alberi da frutta. I boschi forni- Secondo la distribuzione del ter- della Sila si usa per lumiera il
vano il legname da ardere, da ritorio in “zone agrarie”, del legno di pino». In tutta la
costruzione e per l’industria del 1929, nessun comune calabrese regione, nessun istituto
legnarne. Nel 1873 a Mendicino era classificato nella «zona provvedeva alla pubblica benefi-
vi erano tre mulini. Poco diffusa pianeggiante». Di questo territo- cenza; molto rari erano anche gli
era la pastorizia [R. Greco, 1959, rio, ancora alla fine del XIX sec- ospedali, che generalmente
pagg. 55-56]. olo, si calcolava che un terzo disponevano di pochi posti letto,
circa, fossero infestati dalla e stentavano a reggersi. La loro
CAPITOLO VIII: Le vie di malaria. In presenza di queste attività era resa difficile dalla
comunicazione e le condizioni particolari condizioni ambientali, mentalità delle popolazioni che
di vita la popolazione calabrese era stata preferivano continuare a servirsi

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delle vecchie terapie o di pratiche prima di tutto, dalla politica dei aggiungeva la miseria delle
superstiziose, mentre le persone Borboni, che aveva affidato popolazioni calabresi, che impe-
più povere non avevano i mezzi l’istruzione ai privati e al clero, i diva la diffusione dell’istruzione:
per acquistare i medicinali. quali la impartivano soltanto a non soltanto non si potevano
Naturalmente, la mancanza di chi poteva pagarsela. La nutrire o vestire a sufficienza i
istituti di beneficenza e la rarità istruzione pubblica nelle bambini, ma si aveva bisogno del
degli ospedali costituivano due province napoletane cominciò a loro lavoro nell’azienda agricola
grosse lacune per una società in far parte delle cure del governo familiare o presso aziende di
indigenza e afflitta dalla presenza dal 1806, quando Giuseppe altri; il fanciullo cominciava a
di vaste zone paludose. A distan- Bonaparte istituì il ministero riuscire utile alla famiglia sin dal-
za di settant’anni dall’inchiesta dell’Interno e ne assegnò ad esso l’età di sei o sette anni, ed era
dal 1811, al tempo in cui fu com- la cura. Le speranze di un radi- quindi una grave privazione man-
piuta l’inchiesta agraria, ben cale ordinamento dell’istruzione dare il figlio a scuola [L. Izzo,
poco era mutato nelle condizioni nelle province napoletane rimase 1965, pagg. 65-67].
di vita delle popolazioni calabre- quasi senza effetto. La restau-
si. Le malattie dominanti erano la razione borbonica, se non poté Le scuole spesso erano affidate ai
malaria e le infiammazioni degli distruggere direttamente quelle preti. Una curiosità: nel 1837 il
organi respiratori, per le quali utili istituzioni, cercò di combat- sindaco di Mendicino informava
ancora non esisteva un servizio terle. Ferdinando II, salito al le autorità provinciali che l’unica
medico; i medici condotti erano trono nel 1831, stimolato dai scuola, affidata al parroco
molto pochi e mal pagati. La pub- ripetuti voti dei Consigli provin- Domenico Pepe, era chiusa per
blica beneficenza, oltre quella ciali, confessò nel 1843 che la ragioni di salute del prete che si
che la legge imponeva ai comuni, istruzione popolare era caduta in era recato a Napoli per curarsi.
era rappresentata principalmente «grande languore», ma non seppe Questo episodio è significativo
dalle istituzioni fondate dai pri- trovare altro rimedio per ravvi- della precarietà di quello che
vati e dagli ecclesiastici. Gli varla consegnandola ai vescovi doveva essere l’elemento
ospedali erano assai rari: in tutta ed ai parroci. Non ebbe miglior trainante della crescita sociale,
la regione, nel 1902, se ne conta- fortuna l’istruzione secondaria, civile e culturale [Circolo
vano 21, di cui 20 in esercizio [L. perché i licei, i convitti, e i colle- L’Incontro, 1993, pagg. 57-58].
Izzo, 1965, pagg. 63-65]. gi più irnportanti furono affidati
Alla fine del secolo corso agli ordini religiosi. Secondo sta- Il brigantaggio fu un problema
l’igiene e la pulizia nei centri abi- tistiche che si riferiscono ai primi tipico della Calabria Citra. Erano
tati erano precari; ovili, porcili e anni deil’unità nazionale, si rile- delle bande formate da pochi
pollai erano nei centri abitati, le va che nell’anno scolastico 1860- uomini ben armati, decisi e fero-
fogne erano a cielo aperto. A 61 ancora molti comuni erano ci, che compivano furti,
Mendicino gli opifici dell’ indus- sprovvisti di scuole di qualsiasi sequestri, omicidi e scorrerie, ai
tria setiera producevano inquina- tipo, mentre nell’anno successi- quali venivano attribuite anche
mento. Solo agli inizi di questo vo, 1861-62, appare qualche pro- romantiche awenture. Anche
secolo si realizzò il sistema fog- gresso, sia nel numero delle Mendicino ebbe i suoi briganti; i
nario e quello idrico. La fonte scuole, sia nel numero degli più pericolosi furono: Antonio
idrica del centro storico era la allievi, rispetto all’anno prece- Gaudio detto “Vampata”,
fontana detta “Rella”, lungo la dente. Ciò nonostante, il lieve Raffaele Gaudio detto “Truffa”.
strada per Santa Maria; sgorgava progresso registrato tra i due anni Vi furono molti interventi militari
dalle rocce, ed era la fonte di non poteva certo sanare la gravis- per debellare le bande che però
approvvigionamento per le case sima situazione; né dopo il 1861 rinascevano più agguerrite; anche
(Circolo L’Incontro, 1993, pag. la situazione cambiò molto, per- il “Truffa” fu catturato. Le gesta
57). ché lo stato spese molto poco per dei banditi venivano cantate ed
promuovere l’istruzione, mentre enfatizzate, e celebri scrittori ne
CAPITOLO IX: la diffusione le difficoltà da superare erano narrarono il coraggio e l’in-
dell’analfabetismo enormi, e tra esse la «mancanza traprendenza, i vizi e le virtù
di locali adatti, deficienza di [Circolo L’Incontro, 1993, pag.
Una grave remora allo svilup- buoni insegnanti, diffidenza dei 56].
po sociale, oltre che economico, genitori, avversione e incuria
della regione, era l’analfa- degli amministratori, crociata del
betismo. Esso trova origine, prete». A queste difficoltà, si

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CAPITOLO X: i terremoti cessioni per le vie della città e meno la sacrestia, infranto il
l’invocazione del perdono della muro di prospettiva. Nè minori
Il terremoto ha sempre costituito gente atterrita, dopo che un guasti si ebbero la Chiesa del
una ricorrente e drammatica monaco additò la corruzione pre- soppresso Monastero de’
costante per la popolazione cal- sente come la causa della collera Domenicani, e la Cappella del
abrese. Il terremoto del 27 marzo divina di cui il terremoto era la SS.Rosario. Negli edifizii privati
1683 aveva colpito le province di manifestazione. A Cosenza il ter- (e tra questi ve n’erano di buona
Calabria Ultra e Calabria Citra. remoto causò il crollo di circa 60 costruzione), così nel paese che
L’area più danneggiata fu quella case e la morte di una ventina di nella campagna, evvi questa
lungo la dorsale appenninica da persone. Nel 1836 un altro terre- particolarità da rimarcare. La
Nicastro a S. Eufemia fino a moto colpì l’alto Jonio cosentino. parte inferiore del paese, cioè da
Cosenza; ma danni considerevoli Rossano, Crosia, Calopezzati, S. Domenico fino alla piazza,
si ebbero su tutto il versante tir- Caloveto, Cropalati, Scala e sebbene in vicinanza de’ fiumi
renico tra Mileto e Bisignano. Paludi ebbero morti e feriti; ma sopraddetti, quasi interamente
Nella relazione del consigliere anche altri paesi del circondario, subissata, ed i pochi edifizii
Ettore Capecelatro, inviato nelle come Bocchigliero, Longobucco, rimasti in piedi crollanti e
località colpite dal sisma dal Cariati, Campana, Acri e ruinosi; laddove la parte superi-
viceré del regno di Napoli per Bisignano ebbero danni e feriti ore di esso, e più lontana da’
verificare i danni, si parla di 9633 [F. Kostner, 1992, pag. 75]. Il fiumi medesimi, non presenta
vittime, 23 paesi rasi al suolo, sisma che colpì il nostro paese fu che leggiera, o nissuna traccia
oltre 10000 case andate distrutte quello del 12 febbraio 1854. di danno. E lo stesso val detto
e altre 3143 dichiarate inabitabili Oltre a Mendicino colpì Cosenza, delle case di campagna; poco o
per le gravi lesioni riportate. Vi è Donnici, Rende, Dipignano, nulla lese quelle situate verso la
anche una distinzione per sesso; Carolei, Cerisano, Marano e montagna, però quante ve ne
morirono 4594 donne, pari al molti altri paesi del circondario, sono nella campagna che si pro-
48% del totale delle vittime, 2999 che ebbero notevoli danni e lunga verso Cosenza, si veggono
uomini e 1978 fanciulli, rispetti- decine di morti. Da “Cenno stori- in tutto, od in parte crollate.
vamente il 31,3% e il 20,7% [F. co filosofico sul tremuoto che Della qual cosa io non saprei
Kostner, 1992, pagg. 27-31]. nella notte del dì 12 venendo il 13 ripetere altra ragione, se non
Il 5 febbraio e il 28 marzo 1783 la Febbraio dell’anno 1854 ad una perché il mendicinese suolo è
terra tremò in Calabria causando ora meno un quarto scosse orren- generalmente roccia più, o meno
la morte di circa 30000 persone, damente la Città di Cosenza e silicia, a misura che si va in su
migliaia di feriti, danni per mil- vari paesi vicini” di Ferdinando la montagna, ma non così nel
ioni di ducati e sconvolgirnenti Scaglione riporto il seguente basso, e nel suo prolungamento
del suolo. Fu la parte meridionale brano: “Mendicino poco lungi verso Cosenza”. E a Cosenza da
della regione ad essere colpita da Carolei e sulla stessa linea, “Storia dei cosentini di Davide
maggiorrnente, ma anche la situato sopra un terreno piet- Andreotti”: «... qui ho bisogno
Calabria Citra ebbe molti danni roso, a piè del quale scorre da che discorra de’ fenomeni che
materiali. Lo scrittore francese un lato il fiume tanto rinomato precedettero il tremuoto...
Alessandro Dumas in Acheronte, ed altro fiumicello lo Nella fine dell’ estate prece-
“Impressioni di un viaggio in bagna dall’opposto lato; abitato dente, una cometa armata di
Calabria” ci ha lasciato una testi- da gente attiva ed industre quan- splendida coda si mostrava da
monianza sul terremoto che il 12 to mai; nondimeno dal tremuoto più sere nel nostro orizzonte -
ottobre 1835 colpì la città di del 12 febbraio ridotto nella più Verso gli estremi di germajo una
Cosenza e molti paesi vicini, grande desolazione. Sia nel aurora boreale illuminava viva-
dopo poco più di tre anni dal ter- paese che nella campagna mente il nostro cielo... era
remoto dell’8 marzo 1832 che Mendicino ha avuto gran parte foriero certissirno di triste
aveva colpito la zona del cro- alle ruine del flagello. Dieci avvenire... Già nella sera del-
tonese. L’evento tellurico dis- individui periti fra’ rottami, cioè l’ll,e nella mattina del 12 il
trusse completamente sei nella campagna, e quattro tremuoto aveva conquassato la
Castiglione Cosentino. nel paese; due feriti gravemente; Valle dell’Umbria Perugia,
Alessandro Dumas descrisse non la grandiosa Chiesa parroc- Foligno, Assisi, e al Vallea...
solo i danni causati dal terremoto, chiale, di moderna architettura, quando a tre quarti della notte
ma anche la vita della gente dei malmenata per modo che, dietro dello stesso 12 scoppiò repenti-
luoghi colpiti dal sisma: le pro- lo scroscio, venne meno il Coro, namente sopra Cosenza... La

19
scossa fu così violenta... La sua annoverarsi quelli che trovansi graziati che ebbero a perdere la
durata non fu che di 7 ad 8 sec- sulla linea che congiunge vita; in grazia dell’ora del disas-
ondi, e pure alla sua violenza Cellara - S. Stefano - tro, avvenuto nel declinare del
cedette quanto in città era di più Longobucco Rossano, e con giorno, quando cioè parte del
saldo e più fermo. ». I tentativi di decrescente gradazione gli altri popolo era fuori l’abitato, e
portare soccorso alla popolazione a secondo della maggiore dis- parte lontano nelle campagne

Prospero Parisio: Moneta di Pandosia in Rariora Magnae Graeciae Numismata -1591

furono scarsi, anche se pervenne tanza dalla stessa... i danni ... Eppure s’ebbero vari morti e
alla Provincia molto denaro materiali causati dal terremoto feriti; solo nei paesi Piane-Crati,
amministrativo da commissioni da colpire in tutti i paesi della FigIine, Cellara, Mangone,
appositamente nominate. Ma le Provincia approssimativamente S.Stefano, Longobucco ecc., se
cronache dell’epoca non parlano 1600 abitazioni, non può però ne contano 117 di morti e 179
di scandali causati dallo sperpero negarsi ché moltissime case feriti ... Però a tanta sventura
e dalle ruberie; come mai ? Altro erano quelle stesse che nel 1854 la carità cristiana non è manca-
terremoto fu quello del 4 ottobre riportarono gravissirne lesioni; ta». Il terremoto dell’8 settembre
1870; da “Terremoti nella provin- e che erano state chiuse e cop- 1905 colpì duramente la zona di
cia di Cosenza nell’ anno 1870 “ erte allo esterno solo da una Monteleone (Vibo Valentia). Ma
del Dott. Domenico Conti traggo mano di calce, ingannando la anche nella provincia di Cosenza
il seguente passo: vista, mentre i muri interni e i danni sono notevoli. A
« Era prossima la sera; e chi in quelli de’ soprarchi mostravano Mendicino andarono in rovina
campagna si affrettava a rac- le vestigie di un passato... molte case, e la gente per circa 40
cogliere i grappoli d’uva; e chi a Altre abitazioni erano mal giorni trovò riparo all’aperto, in
spremerne il succo... costruite, varie fatte di creta, mezzo alla campagna, sotto gli
L’operaio stanco per le fatiche altre con piccoli fondamenti, alberi [F. Kostner, 1992, pag.
del giorno affrettava il passo per posti su strati di arena... In gen- 129].
assidersi più presto al focolare erale poi s’è verificato che i
domestico... Erano le ore danni sono stati minori ne’ paesi
5,55. Fu imponente quel rombo situati in piano, massimi in quel-
lunghissimo vibrato, che prirno li posti in pendio, e leggieri negli
si sentì,... che si annunziò come altri posti in piccolo piano incli-
carro pesante che passa sui tetti. nato... Cosenza... più di 100
Fu questo che diede tempo di abitazioni hanno bisogno di
salvare la vita a moltissirni, pria riparazione... oltre a 15 strapi-
che quel grido unanime d’an- ombate... Agli immensi danni
goscia da tutti uscisse: il terre- materiali arrecati dal terremoto
moto... Tra i paesi che soffrirono non è per buona ventura pro-
maggiori danni sono da porzionato il numero dei dis-
annoverarsi quelli che trovansi graziati che ebbero a perdere la

20
CAPITOLO XI: Catasti Sirrone o serra: dal latino serra Casarone o Casalone, Varco,
Onciari a Mendicino nel 1700 cioé sega, evolutosi per traslato Carratielli o Carrarielli, Scuorzo,
figurato a significare dorsale col- Sferracavallo, Mattine, Mezzani,
-Note di Toponomastica nei linare o montana. Sottani, Soprani;
Catasti Onciari borbonici dei Cogniulo deriva dal latino Forniello o Fornella, Calcara,
paesi Calabresi intorno all’an- cuneo, e vuol dire sperone rita- Macina, Palmiento, Trappito,
no 1750. gliato da due incisioni vallive. Cellaro.
Seripea: fortissimo bruciore o Aria, Chiusa, Acqua della Triglia,
Toponimi riportati in una prezio- caloria che poteva essere calmato Valle dell’Ilice.
sa pergamena datata 28 dicembre soltanto con il rito pseudomagico Monasteri, Benefici, Badie,
1327, custodita presso l’archivio dello sfascino, dal greco eryzype- Luoghi Pii, Beni Stabili, e Annue
capitolare dell’Arcidiocesi di la: arrossamento della pianta del Rendite.
Cosenza con la seguente annota- piede.
zione: Carcara: deriva dal latino fornax
calcarea, ovvero fornace di pietra Catastazione borbonica 1750-
calcarea. Napoli Archivio di Stato 9000
“Instrumento delle terre alli Padule: palude acquitrino. volumi tra apprezzi, rivele,
Pantusi venduta a Bernardo de Camarda: tenda militare di onciari.
Pantosa nell’anno 1327.” epoca bizantina, che in epoca
successiva é andata ad indicare Le professioni nei catasti onciari:
palizzate di vario genere tra le Agricoltura:
Paolo de Grazia ne: “le città di quali quelle per seccare i fichi al bracciale, celato bracciale, mas-
Pandosia”, archivio storico della sole. saro, forese, gualano, custode di
Calabria – anno V) riporta: bovi, ortolano, vignaiuolo, peco-
“nel 1273 una Casale Pantose Toponimi tipo di tutti i catasti raro, molinaro, custode di pecore.
situm in Justiciariatus Vallis onciari del regno delle due Trasporti:
Cratis si concede “cum homnibus Sicilie: Bordonari, cocchieri, mulattieri,
juribus perthinentiis sui bastasi, marinai, vaticali.
Guillermo Jordano de Sancto Aria del lupo, Casa antica, Costa, Arti liberali:
Felice”. Fiumara, Isca, Molino, Vallone, Giudici a contratto, funzionari
(reg. Cancelleria Angioina 1273 Abbeveratoio, Canale, Capaccio, regi, dottori in legge, dottori fisi-
A. vol. 18 f. 98) Casa Pagliaio, Difesa, Masseria, ci, mammane (levatrici e nutrici e
Monte, Tempa o Timpa, Podere, balie), notari, speziali, Capitani
l’Ortale, la Pastena, Craparizzo, di regie torri, cavallari, chirurghi,
A figureddra è una località posta
Frascio, Cogniulo, Costa (vegeta- cursori, musici.
sulla strada che conduce a
zione spontanea), Chiano (vege-
Pantano Longo. Contrada Le
tazione spontanea), Cannetiello, Artigianato:
Forchie è posta immediatamente
Cerritiello Selvara, Vigna,
sotto alla attuale sede della comu-
Cerase, Ceceriello, Pantano, Armigero, barbiere, calzolaio,
nità Montana Serre Cosentine. Si
Cannalino, Fontana. cuoco, falegname, ferraro, mastro
trovano citate nel catasto urbano
di creta, merciaiuolo, muratore o
di Mendicino le contrade: Dentro
Monaci, Greci (asceti bizantini), mastro fabricatore, sartore, taver-
la terra è l’attuale zona sotto-
Diestre, Manca, Mangosa o naio, chianchiere.
stante la Chiesa di S. Caterina.
Mancusa, Caponcelle, Clero:
Moliniello, Dazieri. Arciprete, chierico, monaco,
In pede la terra è la zona della Felitto, Cerza Gallara, Percuoco, sacerdote, oblato, prete.
Puommula sino al Convento di S. Castagneto, Nocito, Selece, Le Diversi:
Domenico. Appese, all’Aspre; Garzone, nobile vivente, scolaro,
In capo la terra è la zona del Limiti, Campo, Filara, Vignale. sevo.
centro storico che va dal Palazzo Caprara, lo Porcile, Gualanella, Commercio:
Lento, attuale sede municipale Difesa, Vitaliello, Iumara, Sele, Bottegari, bottegari di cacio e
sino al Palazzo Del Gaudio- Pisciolo, Serrapoto (fiume olio, fornai, macellai, mercanti di
Campagna. secco), Potame; drappi e panni, negozianti, orefi-
Sirrone o serra: dal latino serra Casalilli, Casaleccio, Casotta, ci, venditori di acquavite.
cioé sega, evolutosi per traslato Casarone o Casalone, Varco, Benestanti:

21
orefici, venditori di acquavite. S. Giuseppe (case), S. Catarina, Virgotine, Vallo de lo Ilice con-
Benestanti: Torre in loco li Paschali, S. trada Forestula), la pirilla, loco
Civile, nobile, possidente (vive paolo, le Moli, li Valloni, le Mivorino vicino il veterale, Il
del suo). Manche, li Orti, lo Casalicchio, Pianetto vicino Mendicino lo
Inabili: l’Alimena, la Macchia, il Vallo Vecchio (pascolo), Lupara vicino
Erniosi, stroppi, cionchi, offesi, datole, le Pirille, lo Vullo, lo alle Macchie, Teschino,
cecati, pazzi, stolidi. Maricano, lo Veterale, lo Rizzuto Serramenzana, Minervino, li
(castagneto), Valle della chiesa Lanoni, li Maji vicino Carcarella,
I Luoghi del catasto onciario e con grotticelle, lo scavello, serra- lo Rinacchio (castagneto) vicino
delle rivele: menzana, Vall’aurea, li Tantilli, la Pantano Longo, li Cianci, Acqua
casa palazziata, basso (luogo fiumara, la Serravecchia, li della Triglia vicino a Paparuzzo,
sotto alloggio buono), casa sola- Mortillari, la Fornella, l’Aria le Palagia, Cozzo le mortillette,
rata (casa con il solaio in legna- delle Moniche, l’Ortale, li Sopra la Chiata, Castello
me), case terranee o terragne, Vicieri, S. Nicola, le Palazza, la Vecchio, Coschino in loco la
cioé con il pavimento di terra, Puzzilla, lo Poggino, la Serra, Costa, Faghitello, la Fiumara
case matte, casaleni, catoj, torri, Mendicino lo vecchio su vicino Mortilletta, Casa del
cioé case semplici di campagna Pianetto, lo Stilluzzo, sotto la Convento di S. Domenico di
spesso attimpate, cioé addossate Motta, li Romanelli, li Piantafori, Terra, Castagneto in Veterale,
al terreno, che solevano edificar- la Datera, lo fiume de lo guercio, Castagneto in Cermo, li Ciacci,
si nelle parti alte e dominanti del la Cava, la Pirajna, la Chiata, Casa in loco la Chiata, lo Cafaro,
terreno e dei poderi, case dirute o Croci della Via, li Casciali, loca- Via Pubblica in Mendicino lo
inabitabili, trappeti, frantoi, lità Vette, Virgotine, lo Mancino Vecchio, la Ferrera, li Candilati,
forge, molini ad acqua macinan- (in campagna), località la Motta li Spanoli, lo Mancino, Votrone,
te, giardini, logge di manganelli (un a casalocanda), lo Votrone, al loco abandonata vicino li puzzi,
da tirar seta, case da nutrire il pié de la Serra, lo Rinacchio (ai la mortilletta vicino la Ferrera,
sirico o serico, quartiero de li sol- Petroni), l’isca, Vergini sopra il Papacco, lo Casalicchio, lo
dati (piazzaforte militare), vigne, Veterale, lo Cermo, li Palagani, Castello, li serroni, li Cappelli, la
chiuse, foreste, pergole, porticati, Pantano Longo, la Ruga de li Macchia, casa in lo casalicchio,
loggette, larghi, pozzi d’acqua Gervasi, le Destre, la Serrazza, li casa in loco la Piazza, S. Paolo,
viva, fornaci. Puzzi, la Moggia, bassi di sotto, casa in lo Piano, Valle, li Treti,
loco la piazza, la Ruga, loco lo Castagneto in Virgotine,
Cappelli viene da Cappella topo- Castello, li Romanelli, lo Sodaro, Castagneto in Campo
nimo presente in questa forma in loco li Treti, loco la Foristula, Chiarissimo, casa in S. Giuseppe,
moltissimi altri catasti onciari di loco Paparuzzo, lo Piano, la casa in loco la Motta, Lo
altri paesi. Fontana, lo vallo, la Mortilleta, le Steccato, la Iulilla, casa in loco S.
Perrivaccha viene dall’unione di Grutticelle, Pagani, Paparuzzo, Nicola, la Serrata, Sodaro, le
due termini longobardi: Laurata, case in loco la Piazza, la Pignanise vicino Campo del
bera che significa arena e vaccha lupara, loco Terre Donniche, loco Cariglio, torre in loco le Palazza,
che vuol dire vacca, e dunque il la Valle de lo Ilice, S. Croce, casa in loco li Magoli, Scavello,
significato é pascolo per vacche. Perrivacca, Torre dei P.P. la Maschera, casa in loco la
Domenicani, le Linze, l’Alimena, Scanzata, querceto in Perrivacco,
Catasto onciario di Mendicino loco Scanzavia , la Fava, Mojo in casa in loco la Figurella, Celsi
20 ottobre 1751 Pirillo, Petrarizza, li Chiati, la neri in Laurata, forno in loco lo
Pietra Rotonda, la Paschera, loco Piano, picciolo pascolo in loco la
LOCALITA’ E TOPONIMI la Scanzata, loco Carcarello, lo Costa, le Linze vicino Scavello, li
CITATI NEI POSSESSI DEL Vallo loco Giuglio, Dentro la Casciali, la Scala, casa in loco la
CATASTO Terra, loco Sotto il Castello, sotto serrata, casa in loco Sopra il
il Vallo, Acqua della Triglia, le Piano, valle di Mon, Valle della
Torre del Rosaro, la Petrara Doti, la fiumara, le linze, li Stica, Valle della Chiesa (casta-
(castagneto), li Petroni, Gruzzoni, li Maguli, gneto), loco Cermosella, casta-
Vignocaldo, Laurata, La Costa, Castagnitello in loco lo Cermo, gneto in loco Scanzavia, loco li
S. maria, li Spanoli, li Serroni, loco Sciaca nei pressi Iratili, castagneto in loco la
Via la Motta, li Cappelli, le dell’Alimena, le Grutticelle sotto Morggia, Laurata Soprano, laura-
Vurghe, Mendicino lo vecchio, la Valle della Chiesa, loco ta Sottana, Pirillo, lo Rosario, lo
Merenzati, la puzza, Aquafredda, Pertichito, Campo del Cariglio, Stilluzzo, ortolano ed arbustato di

22
Celsi Neri in la Cava, Carito, Parrocchiale, Convento del Congregazione del S.S. Rosario.
Malaucello, il fiume, la Valle de Carmine di Cosenza, Cappella
lo Ilice, la Feruscula, Mojo, Valle del Purgatorio, Pio Monte
del gelso, Monistero di S. Chiara Giuglio, Convento di S. Chiara di CURIOSITA’ , PERSONE,
di Cosenza, la Pratoria, li Cosenza, Beneficio di Carolei, MESTIERI DEL CATASTO
Candilisi, li Bombini , li Folloni, Carmine di Cosenza, Capitolo di ONCIARIO
loco Morsito, li Paschali, loco Cosenza, Chiesa di S. Giuseppe,
detto li Maja in cui era molino a Marchesa della Valle Mendoza, Le rendite erano espresse in carli-
vento, Pietra rotonda, Vallitarzia. Chiesa di S. Francesco di ni la moneta corrente all’epoca
Carolei, Chiesa del Carmine, del vicereame spagnomo del
Altare maggiore di S. Nicola, 1751.
Chiesa di S. Lorenzo di Cerisano, Espressioni particolari: mezzo
ENTI RELIGIOSI E LAICI Cappella di S. Michele di dentro moggio di terra, una robba, figlio
POSSESSORI DI TERRENI E la terra, Cappella di S. Michele di in fasce, virgo in capillis, capaci-
BENI NEL COMUNE DI Laurata, cappella di S. Michele di tà sei stoppelli, bracciale Antonio
MENDICINO. Carcara, Cappella di S. Giacomo, Reda di Giacinto abita in torre di
Cappella del S.S. Rosario dentro fabbrica di S. Giuseppe Località
il Convento di S. Domenico, Cermo, molino macinante.
Cappella del Purgatorio, Monastero di S. Maria del Popolo Shabaka era il nome arabo di una
Congregazione del Rosario, di Cosenza, Marchesa camera, rete da pesca ed anche il sopran-
Cappella del S.S. Rosario, Beneficio di S. Pietro di Terra, nome di una famiglia.
Convento di S. Domenico, Altare Maggiore di S. Teresa, Ivan Filippelli del Biondo possie-
Chiesa Parrocchiale di S. Nicola Cappella di S. Catarina di Terra, de terra nei comprensori di cam-
e Cappella del S.S. Sagramento, Monastero di Costantino di Milo, pagna loco la Valle de lo Ilice.
Chiesa di S.Giuseppe, Chiesa di Convento di S. Francesco di
S. Sebastiano di la terra, Chiesa Paola, Purgatorio di Terra, S. UNITA’ DI MISURA, MONE-
di S. Caterina, Cappella di S. Giuseppe di Mendicino dei TE
Maria del Carmine, Cappella Fratelli minimi, Cappella del S.S. Stoppello, canna, tomoli, moggi,
dell’Immacolata Concezione, Rosario di questa Terra, Cappella tuminate, palmi, ducati, carlini,
Chiesa parrocchiale di Cerisano, del Venerabile, S. Giuseppe di tornesi, grano cavalli, once.
Cappella del Beneficio di S. terra, Chiesa di S. Maria extra
Pietro, Monisterio di muros, S. Giacomo di terra,
Costantinopoli, Convento di S. Commenda di S. Michele di car-
Francesco di Paola di Cosenza, cara, Alli Reformati di Cerisano, Pergamene riguardanti Mendicino
Beneficio di S. Nicola, Cappella Camera Marchesale, Cappella di custodite nell’archivio di Stato di
di S. Filippo Neri di la terra, Pio S. monica eretta dentro la parroc- Cosenza:
Monte di S. giuseppe, Monistero chiale,
di S. Chiara, Monistero delle Elenco ufficiale degli ordini reli-
Vergini di Cosenza,Chiesa della giosi a tergo del catasto onciario: - Pergamena n.136 del 7 gennaio
Stilla di Carolei, P.P. carmelitani Chiesa parrocchiale di S. Nicolò 1551;
di Carolei, S.S. orticello della e Cappella del S.S. Sacramento;
cappella del Purgatorio, Chiesa Pio Monte di S. Giuseppe;
Madama Lucrezia Sersale conce-
Parrocchiale di Carolei, Chiesa di S. Giuseppe;
de in enfiteusi al Nob. Giovanni
Seminario di Cosenza, Chiesa di S. Sebastiano Martire;
Nudi da Mendicino, un appezza-
Confraternita di S. catarina, Chiesa di S. Catarina V. e M.
mento di terra in territorio di
Cappella del Rosario, Cappella (vergine e martire);
Mendicino in località “Candilisi”,
del Carmine, Monistero di Gesù Cappella di S. Maria di Monte
per l’annuo canone di due tomoli
di Cosenza, Cappella del Carmelo (aveva terra sino a
di grano bianco, da corrisponder-
Venerabile di Terra, Beneficio S. Pantano Longo);
si alla locatrice nella sua casa di
Nicola, Chiesa di S. Sebastiano, Cappella dell’Immacolata
Cosenza.
Pio Monte dei maritaggi de Concezione;
Gaudii, Cappella di S. Pietro, Convento di S. Domenico;
Cappella del Quaglio, Convento Cappella del S.S. Rosario eretta Giudici Matteo de Rucio da
del Carmine di Carolei, Cappella dentro il sacro Convento e con- Cosenza e Goffredo Filippelli.
di S. Antioco eretta dentro la gregazione della medesima;

23
Notaio Giovan Matteo Ricciuto - Pergamena n.205 del 24 gen- Notaio Lorenzo de Nardo da
da Cosenza. naio 1586; Mendicino.

- Pergamena n.153 del 16 D. (Donna) Stilla de Parise, - Pergamena n.589 del 3 set-
marzo 1566; vende a D. Isabella Cella, la sua tembre 1719;
metà di una casa sita in
Mendicino in località in pede la
Leandro e Francesco Nudi da terra, per il prezzo di ducati ven- Notaio Lorenzo de Nardo da
Mendicino fanno donazione irre- ticinque. Mendicino.
vocabile a Don Dioniso Nudi da
Mendicino di una casa sita in
Mendicino nella Piazza di S. Giudice nob. Prospero de Gaudio - Pergamena n.604 del 20 aprile
Nicola. da Mendicino. 1721;

Giudice Telemaco Rendano, abi- Notaio Nicola Rendano da Notaio Giuseppe Fabiano da
tante in Mendicino. Carolei, abitante in Mendicino. Mendicino.

Notaio Nicola Rendano da - Pergamena n.615 del 9 mag-


Carolei, abitante in Mendicino. gio 1670;

- Pergamena n.384 del 7 gen-


- Pergamena n.162 del 21 ago- naio 1675; Notaio Pietro Antonio Olivelli da
sto 1570; Mendicino.

- Pergamena n.385 del 8 gen-


L’hon. Felice Cascella da naio 1675; - Pergamena n.760 del 22 set-
Mendicino compera da Angelo tembre 1634;
Perriconi del fu Antonio da
Mendicino una casa sita in - Pergamena n.393 del 12 set-
Mendicino alla ruga delle campa- tembre 1678; Notaio Pietro Antonio Olivelli da
ne, per il prezzo di ducati 43. Mendicino.

In Mendicino Notaio Riccio


Giudice nob. Persano Cannataro Didaco di Cosenza . - Pergamena n.802 del 1 marzo
da Mendicino; 1706;

- Pergamena n.402 del 29 gen-


Notaio Nicola Rendano da naio 1678; Notaio Lorenzo de Nardo da
Carolei, abitante in Mendicino. Mendicino.

In Mendicino Notaio Gaetano


- Pergamena n.184 del 5 feb- Infante di Cosenza . - Pergamena n.966 del 2 mag-
braio 1579; gio 1627;

- Pergamena n.425 del 1 marzo


- Il Monastero di S. Maria delle 1706; Notaio Marcello Gervasi da
Vergini di Cosenza concede in Mendicino.
enfiteusi perpetua al Mag.co
D.Giovanni Battista de bono da Notaio Lorenzo de Nardo da
Mendicino. Professioni e cognomi a
Cosenza certe terre aratorie dette
Mendicino nel 1700.
Pantano di Mazzeo, site in terri-
torio di Mendicino, contrada le
- Pergamena n.441 del 23 giu-
Forchie, per l’annuo canone di - Ricerche sui cognomi e sulle
gno 1726;
sei moggi di grano bianco.
24
professioni a Mendicino desunte dal Perricone
libro dei morti dell’anno Domini del TOTALE M+F 511 24
1720 di Joanne Baptista Gaudio e Fabbiano
dell’economo Vincentio Gaudio con- Distribuzione dei cognomi di 20
servati nell’archivio religioso della Mendicino (CS) Madrigrano
chiesa di S. Pietro e Bartolomeo e dal (dal catasto onciario del 20/10/1751) 16
Catasto Onciario del 1751 fonte Segreti
Archivio di Stato Di Napoli; 15
COGNOME Patitucci
NUMERO 15
D’ Amico
Distinte per sesso dal catasto onciario Gaudio 13
del 20/l0/1751 207 Costa
SESSO PROFESSIONI NUMERO Filippelli 13
M Bracciante 361 182 Olivella
M Sacerdote 18 Reda 13
M Custode di pecore18 146 Pepe
M Massaro 13 Gervasi 101 12
M Vate 12 De Cicco Perrotta
M Taglialegna 11 11
M Setaiolo 10 83 Napoli
M Trattore di seta 9 Greco 11
M Vive del suo 6 80 Barone
M Pastore 5 Ruffolo 11
M Ferraio 4 76 De Cesare
M Fabbricatore 3 Aquino 11
M Barbiere 3 73 Rubino
M Muratore 3 Nudo 10
M Scolaro 2 66 Rendano
M Giudice a contratto 2 Caputo 10
M Celato Massaro 2 57 Trombino
M Mozza Testa 1 Parise 10
M Bovaro 1 56 Castriota
M Bracciante Massaro 1 Pasqua 10
M Celato Bracciante 1 48 Cascitella
M Massaro o bovaro 1 Toteda 10
M Calzolaio 1 40 Trozzo
M Macellaio 1 cognome non indicato 9
M Bracciante, 36 Rizzo
o taglialegna 1 Nardi 9
M Scultore 1 34 Policicchio
M Bracciante a riposo 1 Piscitelli 9
M Armigero 1 31 Turco
M Mugnaio 1 Muoio 8
M Industria onorata 1 30 De Luca
M Voino Armigero 1 Migliarelli 8
M attende alla cultura 29 Gerbasi
dei beni dei sacerdote: 1 Sorrentino 8
Totale 497 28 Montori
La Neve 7
27 Scarcelli
SESSO PROFESSIONI NUMERO De Stefano 7
F Bizzoca 1 26 Micieli
F Suora bizzoca 13 Cannataro 7
Totale 14 25 Pellegrino

25
7 Porcino Rubino
De Simone 1 10
7 Tarancina Rizzo
Bruno 1 10
6 Pellicori Mannarino
Furgiuele 1 9
6 Totera Patitucci
Matragrano 1 9
6 Casella Ruffolo
Cristiano 1 9
6 Bistinotti (o Bissinotti) Costa
Magliocchi 1 9
5 Totale Gerbasi
Biscardi 1893 8
5 Pezzi
Caruso 7
5 Cognomi della parrocchia dei Napoli
De Rose SS.Pietro e Bartolomeo di 7
4 Mendicino (dallo stato delle Olivella
Mazzuca anime del 23/2/1752) 7
4 Viscardi
Celebre 6
4 COGNOME Cozza
Pezzi NUMERO 6
4 De Luca
Mannarino Gaudio 5
4 178 Trombino
De Buono Reda 5
4 135 Santelli
Gagliardi Pasqua 4
3 49 Secreti
De Santo Nudo 4
3 48 Muoio
Santelli Greco 4
3 44 Mandarino
Palermo Toteda 4
2 36 Parise
Corcchia Nardo 4
2 31 De Vuono
Santanna Piscitelli 4
2 30 La Neve
Mazzotta Filippelli 4
1 23 De Rose
Tarsitano Cognome non indicato 3
1 19 Celebre
Guardiano De Stefano 3
1 19 De Cicco
Scrivano Perricone 3
1 17 Palermo
Cozza Fabbiano 2
1 14 Lo Caso
La Valle De Cesare 2
1 11 Cascitella
Covella Cannataro 2
1 11 Corchia

26
2 Barone 11
Caputo 1 Barone
2 Alfano 11
Guagliardi 1 Secreti
2 Totale 10
Ciotti 851 Rendano
2 9
Magliocchi Cognomi della parrocchia di Olivella
2 S.Nicola di Mendicino 9
Aquino (dallo stato delle anime del 1754) Nudo
2 8
Guardiano Perricone
1 COGNOME 8
De Marco NUMERO Fabbiano
1 8
Migliarelli Micieli
1 Filippelli 8
D’Amico 143 Scarcelli
1 Gerbasi 8
Mazziotti 97 Cannataro
1 Aquino 8
Rendano 83 Montori
1 De Cicco 8
Marino 64 Pepe
1 Ruffolo 7
Galotti 63 Pasqua
1 Caputo 7
Corihia 52 Lento
1 Parise 7
Pellicori 48 Frugiuele
1 Greco 7
Carrinello 38 Toteda
1 Gaudio 6
De Simone 36 Bruno
1 Sorrentino 6
Bruno 31 Trozzo
1 cognome non indicato 6
Micieli 28 Pellegrini
1 Migliarelli 5
Biscardi 26 Patitucci
1 Muoio 5
Liurera 26 Piscitelli
1 Matragrano 5
Sorrentino 19 Castriota
1 La Neve 5
Pepe 17 Pulicicchio
1 Reda 4
Basta 14 Costa
1 Ziccarelli 4
Mazzaura 13 De Stefano
1 Cascitella 4
De Prezio 13 Cristiano
1 Perrotta 4
Fiscinotta 12 Caruso
1 D’Amico 4

27
Trombino - 4 febbraio 1169 Tale carica di “capitano torriero”,
4 - 1184, un terremoto di estrema fu abolita con il decrescere delle
Turco potenza colpì Cosenza, dis- invasioni saracene nel 1712,
3 truggendo il Duomo e ossia dopo quasi 900 anni di ter-
Napoli seminando morte in tutte le con- rore saraceno, e fu inoltre decre-
3 trade vicine; tata la cessione di “una vita a
Casteriza - 2 agosto 1192; ragione di ducati cento l’una ad
3 - 5 aprile 1230; ogni ceto di persone, sino a
Scrivano - 31 maggio 1549; donne, ecclesiastici, e monache
3 - Tremendo terremoto del 27 con patenti di capitani torrieri”.
Cozza marzo 1638; Nell’era bizantina la Calabria
3 - Terremoto terribile del 5 feb- venne organizzata in “thèma”
Dello Caso braio 1783: 35 mila morti; unità amministrativa e militare su
2 - Marzo 1832 tremendo terremo- base regionale dell’impero
Mannarino to a Cosenza; romano d’oriente: “thèma” sig-
2 - Febbraio 1854 altro terremoto, nifica corpo d’armata.
Nardi con 10 morti a Mendicino; Nell’entroterra il governo bizan-
2 - 8 settembre 1905 ultimo cata- tino fa erigere una serie di
Tenuta strofico terremoto; fortezze, o meglio centri fortifi-
2 cati, come quelli tipici di S.
Santanna Niceto e S. Agata vicino a
2 Reggio.
Perrone - La tassa dei fuochi nel 1532 fu
1 di 174, nel 1545 di 266, nel 1561
Afferra (o Asserra) di 331, nel 1591 di 304, nel 1648 “U cuozzu du n’tinnale” è una
1 di 260, e nel 1669 di 201.( L. località nella montagna del
Brunetti Giustiniani, Napoli 1802). Comune di Domanico molto ben
1 Nel 1806 dalle “Memorie visibile da Mendicino, sia dal
Rodaru Storiche Militari dell’ufficio cozzo di S. Maria, sia dalla som-
1 Storico del Comando del Corpo mità del rione Castello, sia dal
Cipolla di Stato Maggiore Francese”, ben più alto “casalinu” che é una
1 risulta che la popolazione di fortificazione semi-cilindrica che
Pezzi Mendicino era composta di 3000 fu aggiunta alla cinta muraria del-
1 persone. l’antica Menekine.
Nigro Da “U cuozzu du n’tinnale” si
1 CAPITOLO XII: Leggende facevano segnali acustici di natu-
Giorno popolari ra metallica (da cui deriva l’etimo
1 “ntinnale”) ai centri abitati visi-
Mazzuca “E “turre” così venivano chia- bili, cioé Mendicino e Carolei,
1 mate anticamente le case di cam- per segnalare l’arrivo di orde
De Simone pagna (nei testi e negli atti notar- saracene che frequentemente si
1 ili fino al 1800 erano precisa- recavano nell’entroterra Bruzio
De Rose mente denominate “torri di fab- per scorrerie e saccheggi; dal
1 brica”), e i loro abitanti contadini cozzo si poteva infatti segnalare
Peluso e braccianti. con le torri e fortezze d’avvista-
1 Tale denominazione è di origine mento costiero di Amantea, ed
Magliocchi medievale, e deriva dalle fortifi- inoltre si sorvegliavano le strade
1 cazioni e torri di avvistamento della montagna.
Gagliardi create sulle coste calabresi per Si narra che Mendicino antica
1 sorvegliare il mare nel timore di fosse circondata da una doppia
Totale attacchi di navi saracene: tali fab- cinta muraria; la 1° cinta muraria
1057 briche erano denominate torri ed era posta in sommità della collina
il comandante del plotone mil- di Terre Donniche a costruire una
Cronologia dei terremoti in itare che la presidiava era denom- roccaforte gagliarda e quasi inat-
Calabria ed a Mendicino inato “capitano torriero”. taccabile, poiché essa consentiva

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una ottima difesa per la posizione si narra che una volta intorno
e per la possanza della cinta all’anno mille i Saraceni giunti
muraria (di cui oggi si possono da Amantea avessero cinto CAPITOLO XIII: I notabili
osservare numerosi e possenti d’assedio la città di Mendicino,
resti) nei cui confini erano un posta sopra la rocca fortificata, e I Mendicinesi alle crociate: nel
convento e una chiesa, oltre ad stazionavano da molto tempo 1093 il vescovo di Cosenza
alcune abitazioni ed orti di non fuori dalle mura cercando di Arnolfo radunò per la prima cro-
grande estensione, che potevano prendere per fame gli abitanti lì ciata molti valorosi, tra questi
essere coltivati solo con le piogge rinchiusi. ebbe un posto di rilievo Enrico
e le acque piovane raccolte in I mendicinesi , ormai alle prese Curati allora “signore di
alcune cisterne in pietra. con la fame, tentarono allora Mendicino”.
Tale prima area era una zona un’astuzia: munsero il latte delle
molto siccitosa e rocciosa, e loro donne incinte e ne fecero I Del Gaudio: Francesco Saverio
bisognava scendere nei due fiumi della ricotta, e con fare indiffer- Del Gaudio (1760-1835) nasce a
limitrofi ai piedi della altura per ente ne gettarono una buona Mendicino nel 1760 da antica
coltivare gli orti o per prendere quantità fuori le mura così che i famiglia della provincia di
l’acqua da bere con i barili saraceni potessero vederla, e Napoli, feudataria di Calvi e
carichi su asini o muli. Si poteva infatti questi ultimi vedendo il Rocca Mondragone, con
scendere nel fiume oggi detto dei cibo gettato oltre la rocca si scor- Guglielmo II Re di Sicilia e si
Valloni, o nel fiume degli aggiarono e decisero di togliere distingue nel 1220 con Pietro,
Alimena oggi denominato l’assedio. Cardinale Diacono, nel 1240 con
Caronte, oppure prendere l’acqua Una volta levate le tende, essi nel Giacomo, Falconiere di Federico
nella sorgente di contrada loro viaggio di saccheggio che II e nel 1273 fa parte del patriar-
Castagnitello, ove ai piedi dello proseguiva verso un altro centro, cato di Sessa Aurunca. Un ramo
strapiombo di roccia in cui ci in contrada Pasquali incontrarono si trasferisce in Calabria a Rende,
sono vene di sale calcareo (che le un prete di Mendicino che tradì la dove entra nel novero delle
capre leccano), é ancora oggi una popolazione rivelando la verità, e famiglie nobili e a Mendicino. In
sorgente. La seconda cinta si così i saraceni tornarono sui loro quest’ultimo centro svolge per
narra dovesse essere molto più passi e stavolta sferrarono l’attac- secoli una funzione primaria
ampia comprendente le altre due co decisivo e saccheggiarono e nella vita della società locale e in
alture del centro storico di distrussero l’antica rocca. particolare si distingue per la sen-
Mendicino sia il Castello sia Il rione Castello è così nominato sibilità verso i meno abbienti,
“ncapo”, partiva dagli Alimena poiché doveva sorgere sulla sua fondando due monti di benefi-
ove c’era una delle porte d’in- estrema altura un castello di cenza per le ragazze povere del
gresso, passava per “u ‘grupic- epoca probabilmente normanna, paese, nei primi anni del 600: il
chiu”, e poi scendeva lungo il poi distrutto probabilmente dal primo da Angelo per la ves-
fiume fino a raggiungere il sito terremoto del 27 marzo 1638, o tizione, ed il secondo da Nicola
dove ora c’è la Chiesa di S. Pietro da quello del 5 febbraio 1783; Maria per la dote matrimoniale;
e Bartolomeo e dove esisteva un non rimasero che dei ruderi e poi enti rimasti in vita fino al 1860.
convento dei padri domenicani verso il 1830 circa venne costrui- Terzo di undici figli, nel 1773
dove doveva trovarsi un’altra ta sui ruderi la attuale torre del- viene avviato agli studi dal padre,
porta (forse la principale della l’orologio. e si laurea in giurisprudenza a
città), per poi risalire attraverso a Un altro motivo per cui é proba- Napoli, negli ultimi anni di vita
“Puommula” e “a cava” fino al bile che dovesse esservi una for- del ‘700 si trasferisce a Cosenza
fiume dei Valloni e di nuovo con- tificazione é il nome di una stra- dove abita prima a S. Giovanni e
giungersi con l’altura di Terre da sottostante l’altura del “castel- successivamente sotto il castello
Donniche. lo”, nomata “Pustierula”; in un palazzo comprato da Elena
Sono state trovate numerose ebbene “Pusterla” era detta la Mauro, sua parente. Nel 1787
tombe e scheletri nei confini della porta posteriore dei castelli prima sposa Anna Maria di Maio, figlia
città fortificata ed anche fuori del XIII sec. quando essi comin- del Capitano Paolo e di
dalle mura, lungo il pendio che ciarono ad essere cinti da fossati. Innocenza Vanni - di antica
segue la strada attuale che porta a Tale porta posteriore era più pic- famiglia napoletana trasferitasi a
S. Maria, ove dovevano essere le cola della anteriore (questa ulti- Cerisano e più volte imparentata
case rurali esterne alla città. ma detta “carraia”) e permetteva con la sua, iscritta al patriziato di
Leggende sugli attacchi saraceni: il passaggio di un solo cavallo. Cosenza ed ammessa nell’ordine

29
di Malta, dalla quale ha otto figli Carolei, Domanico, Feudo Spina controversie, come e più di un
e di questi, Paolo, diviene ed anche Fiumefreddo, feudatario.
comandante delle guardie Falconara, Longobardi e S.
d’Onore di Ferdinando II. Lorenzo).
Accademico dei Costanti e dei Accademico dei Costanti,
Pescatori Cratilidi con il nome di dell’Istituto e, nel 1818, della
Egisto, socio della Società eco- Cosentina; amico di Francesco
nomica cosentina. Lascia un sag- Saverio Salfi, sarà anche lui a
gio nel quale esalta il valore del Napoli per sostenere la repubbli-
“ritmo, ossia del numero, che é ca. Nel Decennio é nominato sot-
linguaggio dell’ordine mon- tintendente di Rossano, dis-
dano”. tinguendosi per capacità e zelo
La famiglia del Gaudio godette nell’esecuzione del suo mandato
inoltre sin dal 1600 circa del tanto che, nel 1815, viene decora-
patrocinato della chiesa to dell’ordine delle Due Sicilie.
Parrocchiale di S. Nicola e di Bisogna tenere presente che
quella di S. Michele Arcangelo a Mendicino non ebbe mai il sedile
Cozzo Laurata. dei nobili, poiché il predominio
Paolo Del Gaudio (1792-1853) fu sugli affari della città fu sempre
capo Squadrone delle guardie nelle mani della ecclesia, con
d’onore del Re Ferdinando II e molte parrocchie proprietarie di
persino comandante di tal corpo beni e terreni, ed il vescovo di
fino al 1852. Cosenza a dirigere gli affari e le
I Campagna: Nel 1794 Vincenzo
Mollo notabile Cosentino fece da
tramite tra le famiglie del Gaudio
di Mendicino e Campagna di
Serra Pedace per il matrimonio di
Maria Gaetana Del Gaudio con
Domenico Campagna.
Entrano così i Campagna nella
storia di Mendicino, erano una
famiglia energica e presero in
parte il posto dei Del Gaudio
negli affari di Mendicino, gesten-
do con ben altra vigorìa le pro-
prietà ricevute in dote.
Rimane a Serra Pedace la loro
antica signorile dimora, e nel sec-
olo XIX ha svolto un ruolo di
primo piano nella vita cittadina,
nelle lettere, nell’impegno politi-
co per l’Unità e lo sviluppo del-
l’economia agraria calabrese.
I Greco: Luigi Maria Greco,
autore del resoconto dell’insedia-
mento del “Collegio della
Calabria Citeriore”, era di
famiglia toscana stabilitasi a
Rende verso la fine del 1600,
assurge a posizioni di spicco,
anche per la carica di governa-
tore dello “stato” di un suo
appartenente ( Rende, S.Fili,
Mendicino, Marano Marchesato, “Mendicino Lo Vecchio”: Particolare della cinta muraria

30
CAPITOLO XIV: Urbanistica DENOMINATA PASQUALI Gioacchino, Aquino Sig.
storica di Mendicino CONTRASSEGNATA CON Raffaele
LA LETTERA B.
1° Ottobre 1809 CATASTO - LAURATA:
PROVVISORIO. -Località comprese nella sezione tra i proprietari:
STATO DEI TERRENI E B e indicazioni di proprietà: Gaudio Sig. Francesco Saverio,
SEZIONI IN CUI E’ DIVISO Caputo Andrea, Perricone
IL TERRITORIO DI MENDI- - PIRILLO Nicola, Magliocco Sig.Giuseppe,
CINO, PROVINCIA DI CAL- - PRATI: Nardi Sig. Carlo, Pasqua Nicola
ABRIA CITRA- DISTRETTO tra i proprietari:
DI COSENZA-COMUNE DI Telesio Sig.Giambattista in - S. PIETRO:
MENDICINO. Cosenza tra i proprietari: Grisolia
- LI FOLLONI: Sig.Tiberio in Celico
SEZIONE PRIMA tra i proprietari: - MALAGELLO:
DENOMINATA S. PAOLO Tarsia Sig.Diego tra i proprietari: Pasqua
CONTRASSEGNATA CON - LI BOMBINI Francesco
LA LETTERA A. - ACQUA FREDDA: - PALAGANI:
tra i proprietari: tra i proprietari:
Gaetano Sig. Martirano in Chiesa Parrocchiale di
-Località comprese nella sezione Cosenza Mendicino, Nudo Lorenzo,
A e indicazioni di proprietà: - LI PASQUALI Trozzo Pasquale, Greco
- LE TIVOLILLE Vincenzo, Perri Pasquale,
- S.MICHELE: - FORCHIE Molinaro Gregorio di
tra i proprietari: - CARCARELLA Fiumefreddo, Muto Giuseppe di
Gaetano Sig.Martirano in - CAPPELLI: Cerisano, Sorrentino
Cosenza tra i proprietari: Sig.Pasquale,Gaudio Sig.
- LO ROSARIO Gaetano Sig.Martirano in Silvestro, Greco E. di Lorenzo
- LI CIACCI: Cosenza, Nudo Francesco, Fra Montana di Cerisano
tra i proprietari: Ruffolo Michelangelo
Real demanio del soppresso - MALIZIA:
Monastero dei Carmelitani di tra i proprietari: - VUTRUNE:
Carolei Olivella sig.Pietro notaio tra i proprietari:
- MARONTI - LI SPANOLI : Mojo Saverio, Nudo Giovanni,
- TAVERNA DE LI PASQUALI tra i proprietari: De Paola Sig. Teresa
- MERENZATA: Pepe Sig. Silvestro - VIRGOTINE:
tra i proprietari: - PACCHE: tra i proprietari: Nardi Sig. Carlo,
Del Gaudio,Tarsia tra i proprietari: Filippelli Sig.Gaetano, Mojo
- CASCIALI: Ferrari Sig. Serafino Antonio, Totera Giovambattista,
tra i proprietari: Santelli Pietro, Curcio
Monastero di S. Chiara Cannilisi SEZIONE TERZA Giovambattista del Comune di
- CARCARELLA DENOMINATA CAPPELLI Magli
- LO PRATO: CONTRASSEGNATA CON - LE LINZE:
tra i proprietari: LA LETTERA C. tra i proprietari:
Baroni Grisolia di Celico Abbate sig. Pasquale in Cribari
- FERRERA - SCAVELLO O SCHIAVELLO:
- S. PAOLO -Località comprese nella sezione tra i proprietari Reda Saverio,
- FORNELLI: C e indicazioni di proprietà: Reda Raffaele, Bosco Raffaele,
tra i proprietari:Del Gaudio Peluso Domenico, Forgiuele
S i g . F r a n c e s c o , D e - CAPPELLI: Gaetano, De Paola Sig.Teresa,
S t e f a n o , M a g l i o c c o , To t e d a tra i proprietari: Reda Silvestro e Mazzone.
Gioacchino Nudo Sig.Francesco, Cozza - LA FONTANA:
Sig.Raffaele, Cannataro tra i proprietari:
- L’ORTALE Giuseppe, Gaudio Sig. Filippelli Pasquale, Nardi Sig.
Domenico, Moscaro Sig.Ignazio Carlo, Ruffolo Vincenzo de
SEZIONE SECONDA residente in Rende, Ruffolo Sig. Michelangelo, Greco Vincenzo

31
- SOPRA LI CHIATI: Zupo Sig. Gabriele, Mojo di S. Pietro, Chiesa Parrocchiale
tra i proprietari: Sig.Francesco di Cerisano, di S. Nicola
De Stefano Gaetano, Micieli Bianco Sig. Luigi di
Domenico, Aquino Rosa Fiumefreddo, Cappella del - LA MACCHIA SOPRANA:
- CANNILISI: Carmine di Cerisano, Parrocchia tra i proprietari:
tra i proprietari: di S. Nicola Del Gaudio Sig.Domenico,
Reale Demanio pel Monastero di Filippelli Sig.Maria
S. Chiara, De Chiara - LE JUNGINE o JUNGITINE:
Sig.Domenico in Cosenza tra i proprietari: - PETRARIZZA:
- LE PALAZZA: Iorella Sig. Principessa tra i proprietari:
tra i proprietari: Cappella del SS Rosario, Chiesa
De Chiara Sig.Domenico in - MUNIAGGI O MANIAGGI: Parrocchiale di S. Nicola
Cosenza Magliocco Sig. tra i proprietari:
Giuseppe Università di Mendicino - PETRONE:

SEZIONE QUARTA DENOM- - PIGNANISE: SEZIONE QUINTA DENOMI-


INATA VIRGOTINE CON- tra i proprietari: NATA VALLAURA CON-
TRASSEGNATA CON LA De Cicco Paolo, Congregazione TRASSEGNATA CON LA
LETTERA D. di S. Caterina, Cappella di S. LETTERA E.
Giuseppe, Caputo Nicola,
-Località comprese nella sezione Migliarelli Sig. Gioacchino -Località comprese nella sezione
D e indicazioni di proprietà: E e indicazioni di proprietà:
- VIRGOTINE: - LI VALLONI
tra i proprietari: - VALLAURA:
Perri Signora Barbara di - L’ALE DELLE MONACHE: tra i proprietari: Del Gaudio Sig.
Cerisano, Gaudio tra i proprietari: Domenico, Cappella di S.
Sig.Silvestro,Gaudio Sig. Pasqua Gaetano, Gaudio Giuseppe Cappella di S.
Filippo, Chiesa Parrocchiale del Sig.Silvestro Sebastiano
Carmine, Gaudio Sig.Giacinto,
Simone Tommaso, Toteda - SODARO: - VALLO
Raffaele, Cappella del Purgatorio tra i proprietari:
di Cerisano, Santelli Antonio, Gaudio Sig. Silvestro - CAMPO DEL CARIGLIO:
Orrico Lorenzo tra i proprietari:
- FAGHITELLO: Chiesa Parrocchiale di S. Nicola
- PAPACCO O PAPACCHIO: tra i proprietari:
tra i proprietari:Trombino Congregazione di S.Caterina - CERVO O CERMO:
Giuseppe, Trombino E. di tra i proprietari:
Giuseppe “Zagarogna”, De Cicco - RIZZUTO: Nardi Sig. Carlo
Antonio, Toteda Raffaele, Chiesa tra i proprietari: - VALLO
Parrocchiale di Cerisano, Mojo Nardi Sig. Carlo, Magliocco
Matteo di Francesco, Santelli Sig.Giuseppe - MACCHIA
Pietro di Cerisano, Cappella del
Rosario - LUPARA O LUPERA: - MACCHIA SOTTANA:
tra i proprietari: Greco Francesco tra i proprietari:
- SERRA MENZANA: Aragona, Chiesa Parrocchiale di Del Gaudio Sig.Domenico
tra i proprietari: Reda Raffaele di S. Nicola
Paolo - ORTALI:
- LA FORESTA: tra i proprietari:
- LA PETRARIZZA: tra i proprietari: Cappella del Carmine
tra i proprietari: Nardi Sig. Carlo, Gaudio Sig.
Micieli Raffaele, Congregazione Silvestro - LUPERA
del SS Rosario
- PETRUNE: - RIZZUTO
- LE CASTELLAZZA: tra i proprietari: tra i proprietari:
tra i proprietari: Cappella di S. Giuseppe Chiesa Nardi Sig. Carlo

32
tra i proprietari: Università di Mendicino, chiesa
- LE MONACHE: Castriota Antonio parrocchiale e chiesa di S.
tra i proprietari: Sebastiano;
Greco Caterina di Domanico - LE DOTI: Lento Nicola, artista, casa di 7°
tra i proprietari: classe;
- CAMPO DEL CARIGLIO Caputo Giuseppe di S.Bartolo Migliarelli Sig. Gioacchino,
tra i proprietari: speziale, casa 2°classe;
Chiesa Parrocchiale di S. Nicola - LO COZZO: Perricone Nicola, artista, casa 5°
tra i proprietari: classe;
- LI VURGHI: Cappella di S. Sebastiano Cappella dell’Immacolata, orto
tra i proprietari: alberato;
Cappella del Carmine, Reda - LI PAZZI O LI PUZZI Gaudio suor Maria Innocenza,
Saverio, Parrocchia di S. Nicola casa 7°classe;
SEZIONE SESTA DENOMI- Cipitelli Nicola;
- FORESTULA: NATA MENDICINO CON- Olivella Sig. Marianna, casa 8°
tra i proprietari: TRASSEGNATA CON LA classe;
Reda Innocenza “Sciascia”, LETTERA F. Cozza Michele, casa 8° classe;
Castriota Vincenzo Cozza Pasquale, casa di 1°
-Località comprese nella sezione classe;
- PERRIVACCHA: F e indicazioni di proprietà: Cappella di S. Giuseppe, Chiesa
tra i proprietari: - MENDICINO: una;
Cozza Michele, Greco Pasquale - tra i proprietari: Reda Francesco “Mustazzo”,
“Virillo” Real demanio pel soppresso casa di 5° classe;
Monastero di S. Domenico, con-
- VALLAURA vento di 2° classe, chiesa e trap- SEZIONE SETTIMA DENOMI-
- VALLE DELL’ ILICE peto; NATA PANDOSIA CON-
tra i proprietari: Sorrentino Sig. Francesco sacer- TRASSEGNATA CON LA LET-
Cappella dell’ Immacolata, dote, casa di 1°classe; TERA G.
Cappella di S. Sebastiano Reda Serafino, artista, casa 6°
classe; -Località comprese nella sezione
- PAZZILLA O PUZZILLA: Nardi Sig. Carlo, Molini e G e indicazioni di proprietà:
tra i proprietari: Trappeto;
Greco Gioacchino “Giaccio”, Gaudio Sig. Gaetana Marino, - LI SERVONI:
Chiesa Parrocchiale di S. Nicola orto alberato; tra i proprietari:
Cappella del Purgatorio, orto; Lento Nicola, Barone Francesco
- PASCO: Iorella sig. Principessa, casa di 1° di Nicola, Barone Nicola di
tra i proprietari: classe; Pietro, De Cicco Vincenzo
Chiesa Parrocchiale di S.Nicola Gaudio Sig. Silvestro Lo Ziano, d’Andreazzo
casa di 6° classe;
- LE DESTRE: Valentino Notar Ruffolo, casa di - LI GRUZZONI:
tra i proprietari: 5° classe; tra i proprietari:
Sganga Antonio, Chiesa Reda Maria Erbasanta; Cappella dell’ Immacolata ,
Parrocchiale di S. Nicola, Ruffolo Francesco, artista; Chiesa parrocchiale
Cappella del Carmine, Piscitelli Greco Vincenzo, artista;
Antonio di Rosa Filippelli Giuseppe, artista; - LI SERRUNI:
Del Gaudio Sig. Domenico, trap- tra i proprietari:
-GROTTA DELLE MILOGNE: peto; De Cicco
tra i proprietari: Cappella S. Caterina, chiesa;
Greco Francesco Aragona Piscitelli Pietro, casa 10° classe; - S. MARIA
Ponterio Sig. Giuseppe, chirurgo,
- LA PIRAJNA casa 5°classe; - LA VALLUNARA:
Santo Nicola, casa 8°classe; tra i proprietari:
- PETRARA Cappella del Carmine, casa di 1° Parrocchia di S. Nicola
classe;
- LA FIUMARA: Gaudio Gaetano Benigno; - CHIANETTO:

33
Magliocco Sig. Giuseppe SEZIONE NONA DENOMI-
-Località comprese nella sezione NATA MONTAGNA CON-
- L’ALIMENA: H e indicazioni di proprietà: TRASSEGNATA CON LA
tra i proprietari: LETTERA I.
Gaudio Giuseppe - GROTTICELLE:
tra i proprietari: -Località comprese nella sezione
- LA SERRA: Parrocchia di S. Nicola I
tra i proprietari: e indicazioni di proprietà:
Pasqua Giuseppe di Pappice, - TANTILLI
Chiesa parrocchiale - LA DIFESA:
- PASSARUZZO O PAPARUZ- tra i proprietari:
- SOPRA LE TIMPE: ZO: Università di Mendicino
tra i proprietari: tra i proprietari: - COZZOLINO:
De Cicco Pasquale Aquino Vincenzo tra i proprietari:
- VIGNO CALDO: Parrocchia di S. Nicola
tra i proprietari: - MANCHE:
Reda Pasquale “mustazzo” tra i proprietari: - VALLONE DELLE CORNA:
Cappella del Carmine tra i proprietari:
- TERRE DONNICHE: Bruno Sig. Pietro di Lago
tra i proprietari: - PIRAJNA:
Reda Serafino Sciascio” tra i proprietari: - IL PASSO DEL CERASO:
Cappella del Carmine tra i proprietari:
- LOCALITA’ PIETRO GRECO Università di Mendicino
- L’ACQUA DELLA TRIGLIA:
- LU VANNO: tra i proprietari: - LE MOLE:
tra i proprietari: Cappella di S. C a t e r i n a , tra i proprietari:
Reda Serafino Sciascio” Parrocchia di S. Pietro Real Demanio-

- LA FIUMARA: - LI VALLONI: - LI RIELLI O CORINA DELLI


tra i proprietari: tra i proprietari: RELLI:
Reda Vincenza “pizzamia”, Reda Antonio calzolaio, Cappella tra i proprietari:
Cappella del Carmine, del Carmine, Congregazione di De Stefano Sig. Michele
Congregazione di S. Caterina, S. Caterina, Cappella dell’
Chiesa parrocchiale Immacolata, Chiesa parrocchiale, Intendenza di Calabria Citra:
Cappella di S. Giuseppe Censuazioni, aquisti, permute,
- CASTAGNITIELLO: vendite
tra i proprietari: - LI MAGULI:
De Cicco Antonio “papetto” tra i proprietari: 1813: Acquisto di un terreno di
Università di Mendicino proprietà di Reda Michele neces-
- VALLE D’INSONNA sario per una strada danneggiata
- SCIOLLA GRANDE dallo straripamento del fiume nel
- LA FONTANA: luogo detto la Fiumara;
tra i proprietari: - MACCHIA CAGNICOLA O 1815-1816: Censuazione richies-
Reda Nicola, Gaudio Gaetano di MACCHIA CAGNIOLA: ta da Di Stefano Angelo di un
Tommaso Baggina, Del Gaudio tra i proprietari: fondo rustico nel luogo detto
Sig. Domenico Chiesa parrocchiale Timpone del Lauro;
1822-1825: Permuta tra il fondo
- LA POSTERULA: - LI TANTILLI: comunale detto Cozzo del triglio
tra i proprietari: tra i proprietari: con i fondi detti Pantanella (o
Presta Francesco Magliocco Sig. Giuseppe Pantanazzo) e Mercadanti di pro-
prietà di Del Gaudio Silvestro,
SEZIONE OTTAVA DENOM- - CAMPO CHIARISSIMO: Giuseppe e Francesco;
INATA TANTILLI tra i proprietari: 1803: Censuazione chiesta da
COTRASSEGNATA CON LA Migliarelli Sig. Gioacchino Nudi Domenico dei fondi comu-
LETTERA H. nali detti Vallone di Niglio e

34
Trempe; confini: sodaro comunale, castag- acquafetida;
1838: Censuazione chiesta da De neto, comprende Faghitello
Chiara Antonio al fondo comu- ovvero Coppare e Giungine; 11) MANCA DELLE CASELLE
nale detto Timpo; confina con i Maniaggi o possessori:
1840: Censuazione chiesta da Muniaggi e la Difesa di proprietà Felice Peluso alias Perticone di
Gaudio Francesco del fondo dell’Università di Mendicino; Lago;
Petroni di proprietà del Luogo 2) TENNICUDA confini: confina con Lago;
Pio Sacramento; possessori:
1853-1857: Censuazione chiesta Sig. Gaudio 12) CALAVRICI, FRAINE DI
da Castriota Vincenzo di un rivo- confini : comprende monte delle COCUZZO E SCHIAVELLI
lo d’acqua del fiume detto La Coppare e Coppare, tenimenti del possessori:
Dote, per irrigare un giardino di Petrarizzo, confina con Bocca del Sig. Gaudio
sua proprietà. Sodaro, Giungine poi un burrone confini: comprende il sito trearie,
senza nome che dà origine al scende al Vallone del Reale, e
Mendicino opere pubbliche Vallone; prosegue al confluente detto schi-
avello e col burrone che scola dal
1837-1838: Domenico Gaudio 3) GIUNGINE o JUNGITINE: piano di Grippano;
chiede indennizzo al Comune; possessori:
1838-1839: Riparazione di strade Sig. Gaudio 13) TAVOLARA
interne ed esterne, dell’orologio possessori:
comunale e della fontana di basso 4) PAPACCHIO E CALDERAZ- Sig. Gaudio
la motta; ZO (O CUADARAZZO) confini:
1852: Costruzione della strada possessori: confina col fiume Reale e vallone
traversa collegante il Comune di Sig. Gaudio dei tre faghitelli;
Mendicino alla strada consolare
Cerisano-Cosenza; 5) PAPACCHIO E CALDERAZ- 14) COCUZZO
1843: Riparazione del ponte sul ZO (O CUADARAZZO) secon- possessori:
fiume Grande e della strada do pezzo; Comune di Fiumefreddo;
Lorella e Praja; riparazione della possessori:
strada detta “la cava”; Domenico Trozzo Tiano 15) FEMMINA MORTA:
1845-1846: Riparazione della possessori:
fontana pubblica del rione “Sopra 6) COZZO DEL TRIGLIO Comune di Fiumefreddo;
la motta”; possessori: confini: confina con Vergotina di
1850-1852: Riparazione del Sig. Gaudio Schiavello e Sperone;
ponte del rione “Motta” o confini: comprende fontana delle
“Mancino” e di alcuni tratti di volpicchie, e poi Piano di 16) TIMPA DELLO SPERONE
strade interne; Caputo e poi il fiume del Triglio; possessori:
1857-1858: Lavori del campanile Comune di Fiumefreddo;
della chiesa parrocchiale. 7) PIANO DI CAPUTO
possessori: 17) CASELLE
CAPITOLO XV: Demani del Sig. Gaudio possessori:
Regno delle Due Sicilie Domenico Marino-Picciola di
8) CORINA DELLI RELLI Fiumefreddo;
1810-1812: Fascicolo sentenze possessori:
della Commissione feudale tra il Eredi De Stefano 18) PUZZILLO
Comune di Mendicino e la sua possessori:
ex-feudataria Marchesa Dalla 9) TERREFORTI Pietro di Santo di Fiumefreddo;
Valle Mendoza; possessori:
1849:Verifica comparti Beni Zicarelli Greco e De Sciabacco; 19) CONTE, PETRALONGA,
Demaniali: Distinta delle FORMA DELL’ACQUA,
Occupazioni: 10) IANNI PIRILLO VITARVE E CERASELLE
possessori: possessori:
1) SODARO: Fortunato Chiatto e Bruni; Gioacchino Presta di Cerisano;
possessori: confini: confina col vallone di
Sig. Gaudio acqua della fico e col vallone 20) CAMPO CHIARISSIMO

35
TAVOLA DELLE ORIGINI TOPONOMASTICHE DELLA CITTA' DI MENDICINO AUTORE: ARCH. DOMENICO CANINO

ORIGINE ANTICA ORIGINE MEDIEVALE ORIGINE MODERNA


LONGOBARDA/
TIPOLOGIA MEDITERRANEA OSCA GRECA ROMANA BIZANTINA LATINA FRANCESE SPAGNOLA VARIA
NORMANNA
TIMPA PILACCO POTAME LE FORCHIE CANALE DESTRE LI GRUZZONI MOTTA COSTA PANTANO DI MAZZEO FRAINE
ISCA MERENZATO ACHERONTE ROTATURO SCIOLLA SERRONI PONTE DELLE SCIACA ACQUA DELLA VALLITARZIA
FONTANA
CERMO ARCONTE SERRA SODARO PACCHE TRIGLIA BUCITARZIA
MANCA
ALIMENA VOTRONI AVIS CAMPO VURGHE VALLONE JANNI
TOPONIMI GROTTICELLE
MARIKANO PALAGANI COCUZZO CLARISSIMO ACQUAFREDDA MANIAGGI
DI INDICAZIONE FRAINE
IDRO-GEOTOPONIMI MENS KY NEBWH CAFARONE PETRA LONGA SERRAMENZANA LO POGGINO
ARCO
LAKKONI PANTANO LONGO SERRAVECCHIA LO FIUME DE LO
LI CHIATI
BOMBINI PUSTERULA VALLAMBROTICA GUERCIO
SUPRA LI TIMPI
VALLONE VALL'AUREA VIRGOTINE
VULLO
VETTE
LA RUGA DELLE SCANZATA IN ALTO LA MENDICINO LA RUGA DE LI
INSEDIAMENTO CAMPANE SCANDZAVIA MOTTA LO VECCHIO GERVASI
URBANO LA PIAZZA IN BASSO LA PIANETTO
MOTTA
STILLUZZO CASTELLO IN PEDE LA CASALICCHIO
NUCLEI DI LE PALAGIA TERRA
INSEDIAMENTO O LE PALAZZE IN CAPO LA
URBANO IL CHIANO TERRA
EDIFICI O TABERNA DE LI MOJO FORTINO
PASCHALI
STRUTTURE
ISOLATE
VETERALE LE LINZE PERTICHITO
PUOMMULA CAMPO DEL CARIGLIO
TOPONIMI
O
DI RELAZIONE SETTORE POMULARIA
(USO DEL SUOLO) PRIMARIO ORTALE

CARCARA PETRARA SERRA DEI MOLI PETRARIZZO FERRERA FOLLONI


SETTORE FORNELLA MOLINO MOLINO AVENTO
SECONDARIO FERRERA LA CAVA

36
TIVOLILLE
CARRATELLO LO RINACCHIO

SETTORE
TERZIARIO

PERRIVACCHA LUPARA VOLPICCHIE


ZOONIMI
(FAUNA
ENDEMICA)
CANDILISI ARVANETTA CORINA DE LI PIRAJNA FARNA LA VISCIOLA LA MACCHIA VANNULU
ARELLA RIELLI FORESTULA PIGNANISE DEL VIGNO CALDO
FITONIMI
ARIA OLIVITO FAGHITELLO NOTARO LO PRATO
(FLORA
PIRILLO DIFESA LO RICCIUTO
ENDEMICA)
SAVUCELLI CELSI
CASTAGNITELLO
SCHIAVELLO LI SPANOLI
TOPONIMI
DI DERIVAZIONE ETNICI
(RAPP.LOGICO)
CAPPELLA S.MARIA DELLE S.PAOLO MONISTERIO S. CRISTOFFALO
ONOMASTICI CONVENTO
SOPRANA E FONTANELLE S.GIUSEPPE S.CLARA
(ANGIONIMI PADRI
SOTTANA S. CATARINA S.BARTOLO
E PREDIALI) DOMENICANI
S. NICOLA S.MICHELE
TANTILLI LAURATA SANTA CROCE CROCE FIGUREDDRA ARIE DELLE MONICHE
OGGETTI FORME
PAPARUZZO LO ROSARO SERRATA VERGINI PAPACCO
IMMAGINI O E MONACHE
MAGICO-CULTUR VALLE DELLA
CROCE COPERTA E MONACHE
ALI CHIESA
LA DESERTINA TRETI VIVIERI CASTELLACCIO TESCHINO
FORMAZIONI CONTE PETRA ROTONDA LI CIANCI
TIMPA PERCIANTE CERMOSELLA
AGGETTIVALI FERUSCULA PETRA IANCA LI CIACCI
FOSSO DEI BRIGANTI
E SOSTANTIVALI IERTU DI MAGULI LA PUZZILLA
FONTANA 'E GUARDIA
TERRE DONNICHE LI PUZZI
possessori: Gaudio avevano aquistato dalla l’orologio comunale.
Francesco De Cicco “angiano”; Marchesa alcuni terreni e anche Nei registri del catasto provviso-
da alcune parrocchie, ma poi ave- rio borbonico del 1809 risulta
CAPITOLO XVI: 1910: Stato vano dichiarato di averne com- esistere una casa in località
del Comune di Mendicino prato una quantità enormemente “Torre sotto il Castello” di
redatto dal commissario regio maggiore di quella realmente Mendicino.
Vito Guastadisegno aquistata, per appropriarsene Non sappiamo se tale denomi-
illegalmente; insomma avevano nazione debba far supporre che
Sistemate due aule femmminili commesso una prepotenza, che allora esistevano ancora i ruderi
sottostanti la casa comunale. solo dopo un secolo sarà parzial- di una fortificazione medievale.
Le scuole di stato in frazioni li mente provata.) Casino dei Telesio in via Cappelli
pasquali e terre donniche in Superiori.
precedenza aperte solo tre mesi, CAPITOLO XVII: Edifici Vecchi mulini ad acqua in local-
sono rimaste aperte tutto l’anno. storici ità Torrente dei Valloni, Ferrera, e
Nuovo locale per la scuola mista Cappelli Sottani.
di Cappelli, situato in cappelli Monastero delle Clarisse dedica- Palazzo del Gaudio in località
sottani. to a S. Chiara in Via Candelisi. “‘u ‘cchianu”.
Richiesta del commissario per un Casino Cupelli in Via Pasquali. Palazzo Lento (attuale sede
impianto telefonico, visti i bassi Casino Martirano in Via Comunale).
costi di collegamento del- Pasquali.
l’impianto per la vicinanza a “Casino e ‘bbonsignure” o casa CAPITOLO XVIII: Architettura
Cosenza. Del Gaudio in Via S.Bartolo, religiosa a Mendicino
Progetto per la fognatura. restaurato malamente negli anni
Desolanti condizioni del cimitero 50, con intonaci impropri per uso Duomo: Chiesa di San Nicola di
comunale. di restauro, e con aggiunta di Bari con strapiombo calcareo
Ogni anno in questo Comune dal materiali non idonei per il rifaci- dell’XI secolo, risulta da archivi
fiume Arella si suole deviare del- mento delle facciate. Vaticani esistente anche se non
l’acqua per orti e per i bisogni Palazzo dei Campagna situato certo nella forma attuale, nel
industriali delle filande di seta; nella sommità del centro storico, 1089 e con il culto di S. Nicola di
tale acqua per giungere a desti- costruito intorno al 1774 dalla Bari.
nazione deve attraversare il famiglia Del Gaudio; poi Chiesa di San Pietro e San
fondo Puzzi nonché vie interne Gaetana Del Gaudio sposa un Bartolomeo risalente al XV seco-
del paese. nobile della famiglia dei Baroni lo, appartenuto fino al 1809 ai
Vertenza Secolare demaniale con Campagna di Serra Pedace e padri predicatori, meglio noti
i Sig. Gaudio che data dalla circa intorno al 1809 i Campagna come Domenicani.
Commissione feudale del 1812, e lo restaurano ed aggiungono le I documenti attestanti la fon-
poi con sentenze contradditorie arcate e le logge ora visibili da un dazione del convento andarono
del 1840 e del 1882. lato del palazzo. perduti nel terremoto del 1638,
(N.B. I Sig. Gaudio all’eversione La famiglia Del Gaudio aveva così si rileva da una relazione
della feudalità quando le terre anche una casa più antica circa inviata da Mendicino il 21 feb-
della ex-feudataria Marchesa del 1600, sita ancora oggi in braio 1650 sottoscritta da tre sac-
Della Valle Mendoza erano pas- località ‘u “cchianu” del centro erdoti. Si diceva che il convento
sate alla proprietà della storico su cui é visibile ancora lo posto in Mendicino distante dal-
Università di Mendicino (e cioé stemma nobiliare, ed un grande l’abitato in luogo amenissimo la
nel 1809), affermarono che la casino in contrada S. Bartolo che qual terra è grossa ed opulenta
Marchesa Della Valle Mendoza poi é passato alla curia e oggi ad senza muri d’intorno; in un
già sin dal 1772 aveva venduto altri proprietari detto oggi ‘u cas- quadro dell’altare maggiore si
loro alcune proprietà in inu e ‘bbonsignure”. leggeva la data del 1490, proba-
Montagna ed altrove; ci sarà Torre dell’ orologio era sicura- bile data di fondazione del con-
dunque per oltre un secolo una mente esistente nella forma vento;
disputa tra la Università di attuale nel 1838, come dimostra Il convento fu soppresso con il
Mendicino e i Sig. Gaudio per il un verbale del Comune di decreto del 7 agosto 1809 mentre
possesso e lo sfuttamento di tali Mendicino (fonte Archivio di contava 4 sacerdoti e un laico. I
proprietà; dalle carte processuali Stato), che prevedeva uno stanzi- locali dell’antico convento sono
emerge che sicuramente i del amento per la riparazione del- andati distrutti e l’attuale edificio

37
andati distrutti e l’attuale edificio Il convento nelle epoche succes- Martiri.
consta della sola chiesa. sive passò ai monaci florensi, e L’abbazia femminile, aveva
S. Bartolomeo era uno dei 12 poi trasferitisi anche questi ultimi probabilmente sede in un edificio
apostoli, ma é un santo di cui vi rimase privo di sorveglianza reli- posto nella antica rocca brezio-
sono pochissime notazioni e il giosa fino alla metà del 1800 bizantina attualmente in con-
cui culto é veramente poco diffu- quando i frati minori Antonio e dizione di ruderi con una chiesa
so, infatti in Calabria esiste solo Raffaele Filippelli ne ripresero la attigua circa del 1300 con nicchie
un’altra Chiesa ad esso dedicata. custodia. votive scavate nelle pareti, viene
Invece a Mendicino oltre a tale La chiesa attuale é stata progetta- nominata nel 1268 in un docu-
edificio gli é dedicata un altra ta da don Salvatore Castriota e mento di re Carlo d’Angiò, e non
chiesa ed una intera frazione completata da don Eugenio se ne ha più notizia dal XVII sec.
porta il suo nome. Il culto di Parise poi negli anni 30. Nel 1443 il monastero maschile
questo santo nacque nei secoli V Durante alcuni lavori di restauro passa ai benedettini, mentre nel
e VI d.C. e poi si diffuse nell’VIII è stato trovato un campanello 1515 quello femminile era proba-
sec. d.C. come quelli che si usavano per bilmente ancora florense;
I Domenicani erano stati avvisare i fedeli dell’inizio della Nello stesso anno 1515 si fonda a
introdotti a Mendicino da Padre messa, recante la data 1096, e ciò Cosenza il Monastero delle
Epifanio Cozza dello stesso dimostra che all’epoca esisteva Vergini al quale viene accorpato
paese. Il convento fu soppresso già la chiesa. il monastero femminile denomi-
con decreto del 7 agosto 1809, Nella chiesa di S. Maria esiste nato S. Maria delle Fontanelle di
mentre contava 4 sacerdoti ed un una antica statua in pietra rappre- Mendicino.
laico; sentante la Madonna, la quale -Chiesa di S. Caterina
La tradizione orale vuole la (secondo archivi ecclesiastici d’Alessandria d’Egitto, martire
chiesetta di S. Sebastiano Martire napoletani) fu trasportata al con- con la ruota, di epoca imprecisa-
di Narbona (Spagna) del XII sec. vento dal mare per opera del sig. ta; il culto per questa santa
sita di fronte alla parrocchiale S. Chiozzo Gaudio attraverso le egiziana in Calabria risale al X
Nicola, come l’edificio sacro più Montagne di Belmonte ed secolo d.C., anche come icona, e
antico del paese, ed il riferimento Amantea, e per questo é detta “la sicuramente intorno a quell’e-
allantichità del culto per il santo Madre venuta dal mare”. poca si diffuse anche in
risale addirittura alla prima epoca Santuario di S. Maria Assunta, Mendicino; saggi di scavo nella
cristiana, intorno al 300 d.C. probabilmente Basiliano all’orig- parte rocciosa sottostante la
La documentazione storica ine e poi cistercense, durante chiesetta potrebbero rivelare l’età
invece indica il Santuario di lavori di restauro del 1927 si é dell’edificio.
Santa Maria Assunta (oggi S. ritrovato un campanello metalli- Chiesa di S. Michele di Cozzo
Maria dell’Accoglienza): infatti co, di quelli in uso durante le fun- Laurata sicuramente esistente già
nella vita di Gioacchino da Fiore zioni religiose, che reca incisa la nel 1600 come provano alcune
e precisamente nel “De Laude” si data del 1096, epoca dunque donazioni benefiche alla parroc-
legge: comprovante l’esistenza in S. chia fatte dalla famiglia Del
Maria di un edificio di Culto. Gaudio, ma poi rimaneggiata e
“il Convento di S. Maria dei Nel XIII sec. esistevano a restaurata diverse altre volte in
Martiri situato poco fuori le Mendicino due monasteri cister- epoche successive, la costruzione
mura di Mendicino, la cui anti- censi, uno maschile ed uno fem- attuale é un rifacimento di fine
chità sfugge all’occhio dello minile. Ottocento, rimaneggiato per di
storico dei nostri giorni” Nel 1202 alla morte di più malamente negli anni recenti,
Gioacchino da Fiore, esisteva a rimangono solo alcuni elementi
Questo santuario appartenne Mendicino un monastero di pregio come il rosone ed il por-
probabilmente all’ordine basil- maschile sotto il titolo di S. tale.
iano ( diffusosi dal 400 d.c.) e poi Maria dei Martiri, e una con- Nulla esclude, come hanno
sicuramente a quello delle gregazione femminile collegata dimostrato recenti ritrovamenti
monache cistercensi fino al 1212, con altre due di Cosenza e archeologici in zone vicine, che
data in cui Federico II di Svevia Sorrento; un edificio di culto esistesse
donò loro la sinagoga e le case ad Tale congregazione era in un anche in epoche anteriori al 1600.
essa adiacenti nella città di monastero differente da quello -Chiesa di S. Nicola, che notizie
Cosenza ed esse vi si maschile florense che era detto di di fonte Vaticana rilevano esistere
trasferirono. “Fonte Marzio” o S. Maria dei già nel 1089 già allora dedicata al

38
culto di S. Nicola di Bari; la
costruzione attuale é stata però
oggetto di ricostruzioni e restauri
molte volte; l’ultimo restauro
della facciata risale al 1939,
quando i maestri scalpellini
usarono le pietre provenienti
dalla cava di “mpede”.
Nella Chiesa di S. Nicola esiste
anche la cappella di S.
Sebastiano, la cui festa si celebra-
va il 20 di gennaio con una
grande fiera locale.
-Chiesa di S. Giuseppe posta
nelle vicinanze del palazzo di
Campagna, nel centro storico,
costruita circa nel 1456 sui ruderi
della preesistente chiesa di S.
Sebastiano Martire, un Santo per
cui ci doveva essere molta
devozione a Mendicino, poiché
oltre all’altra chiesa esistente a
lui dedicata, esiste anche una
località montana coltivata a
castagneto che ne porta il nome.
-Cappella Cupelli in contrada
Pasquali.
-Chiesa di S. Bartolomeo in c. da
S. Bartolo.
-Chiesa di Rizzuto costruita nel
1937.
Mendicino per il fatto di essere S.Maria dell’Accoglienza
stato sottoposto al governo della
chiesa, di fatto anche se non di
nome, presenta molti edifici
ecclesiastici che hanno - come S.
Pietro, la Cattedrale di S. Nicola,
Santa Caterina e S. Giuseppe -
una storia legata al ruolo e alle
funzioni delle confraternite, una
anticipazione delle laiche società
di Mutuo Soccorso.

39
40
COMUNE DI MENDICINO SCHEMA TOPOGRAFICO DEL 1901
Comune di Mendicino Pianta estensiva delle occupazioni dei terreni demaniali- 1849

I confini attuali del comune, sono tanto più che i confini sono
CAPITOLO XIX: un angusto limite per compren- variati moltissime volte con com-
Archeologia: i siti dere l’evoluzione e la stratifi- pravendite tra le varie università
cazione storica del territorio, e sopratutto tra le famiglie nobil-

41
iari e le ecclesie cui tali possedi- notarili ed ipoteche del 1894) S. Michele anch’essa di epoca e
menti appartenevano. Resti di caverne abitate e ruderi datazione incerta i cui ruderi tes-
Mendicino in particolare può di costruzioni semiprimitive in timoniano un’architettura impo-
essere definito un comune a località località “i cuosti” sotto la nente con mura possenti di oltre
geometria variabile, poiché le chiesa di S. Caterina di 1,20 metri di spessore.
vicissitudini belliche e sismiche Alessandria d’Egitto , con segni Nel territorio del Comune di
ne hanno continuamente mutato di civiltà paleocristiane; in tali Carolei esiste su un altura agget-
il volto nel corso dei secoli. abitazioni scavate nella roccia è tante sul fiume Acheronte una
Non si può affermare con certez- possibile notare dei canali di croce di roccia che é un simbolo
za quale fosse il primo vero inse- scolo per le acque piovane segnaletico di fronte alla località
diamento abitato non nomade, intagliati nella roccia lungo le “regarde” detta in dialetto regar-
poiché si disputano tale primato pareti interne. do di fronte alla Grotta degli
sia la località “i cuosti” sotto la Resti di grotte nei pressi delle Alimena.
chiesa di S. Caterina d’ fognature sottostanti l’area più a E su un’altra altura che si affaccia
Alessandria d’Egitto con le cav- valle della attuale chiesa di S. sul fiume Acheronte nel territo-
erne e i ruderi di insediamenti Pietro e Bartolomeo; tale chiesa è rio di Carolei, e precisamente in
abitativi di epoca primitiva pre- stato un convento domenicano località “Stilla”esiste una necrop-
ellenica, sia la rocca di fino al 1809 e c’erano fino al ter- oli-lebbrosario di epoca incerta
“Mendicino Vecchio” che sotto la remoto del 1905 resti del chiostro con oltre 150 tombe con scheletri
stratificazione altomedievale vis- con arcate e un grande orto-gia- e lastre tombali di notevole spes-
ibile potrebbe celare le vestigia di rdino che si estendeva fino alla sore.
una antica città enotra, sia la zona contrada denominata “Puommula”. Tale luogo fu scoperto e saccheg-
detta “le Palazza”, in cui molti “Menekine”, o “Mennicinu viec- giato dai tombaroli oltre 40 anni
ruderi in opus incaertum di epoca chiu” trattato in altra parte del fa, e si narra che questi ultimi
romana mostrano segni di un libro. avessero depredato le tombe di
insediamento molto antico. Un altro “ceddraro”, antico e molti gioielli ed ornamenti, che ci
scolpito nella roccia è visibile avrebbero consentito datazioni
Sicuramente la località poco più in alto dei ruderi di S. più precise dell’insediamento.
Castellaccio di Cerisano che è Cristoforo, quest’ultimo é posto La stessa Chiesa di Santa Maria
oggi a non più di 100 metri dal su un sentiero detto della (certamente non l’attuale edificio
confine di Mendicino, nel catasto “desertina” o “disertina”, che terminato nel 1927 circa) con
provvisorio del 1809 (fonte scende poi verso la grotta degli l’annesso convento che é possi-
Archivio di Stato di Cosenza) era Alimena con un percorso tortu- bile datare almeno al 1096 d.C.,
parte del territorio di Mendicino e oso. si trova immediatamente ai piedi
così la Valle dell’Ilice o valle Nelle vicinanze del cimitero é della collina su cui sorgeva l’an-
dell’Alice (oggi in agro di stata trovata una fodera di pug- tica città; da notare che innanzi la
Cerisano), ma già di proprietà nale anch’essa in rame, l’unico Chiesa di Santa Maria fino al
della famiglia Zupi di Cerisano. metallo disponibile in quantità in 1950 circa v’era una scalinata
Nell’alternarsi delle fortune delle epoca antica in questa zona. (P.S. originale in pietra di Mendicino
varie famiglie nobiliari, altre pro- Il rame era il materiale utilizzato bellissima, purtroppo rimossa e
prietà ora di Mendicino sono dagli abitanti della Magna sostituita per motivi sconosciuti
appartenute ai feudatari di Graecia e dagli Enotri per i propri da quella attuale in marmo; l’u-
Cerisano: esempio la tenuta dei gioielli e conii monetari e sanza in quegli anni era che i buoi
Cappelli Superiori era di proveniva sicuramente dall’anti- dovessero per la festa di S. Maria
appartenenza della famiglia ca miniera di rame di Temesa, il 15 di agosto salire la scalinata
Telesio di Cerisano fino al 1874, città della Magna Graecia antica ed inchinarsi in segno di
anno in cui fu venduta alla pub- situata nei pressi di Lametia e devozione alla Madonna sulle
blica asta, per pagare dei debiti quindi in un posto vicino appena zampe anteriori.
ed aquistata da un commerciante al di là della montagna di Potame Esisteva fino a qualche anno fa il
napoletano che subito dopo la con cui c’erano sicuramente rap- rito devoto di giungere alla
rivendette a pezzi a vari propri- porti di scambio). chiesa di S. Maria da tutte le altre
etari (archivio storico Famiglia Inoltre poco più in là del cimitero contrade scalzi se si doveva
Francesco Reda, detta “chire ‘e sulla strada per l’Alimena chiedere una grazia alla Madonna
stefano”, e cioé eredi della antica esistono le vestigia di un’altra o se si riteneva di averla ottenuta.
famiglia De Stefano, dati atti antichissima chiesa detta di Sito archeologico denominato

42
“le Palazza” con ruderi affioranti chitettura dei castelli e delle forti- vallata sottostante delle case.
dal terreno. ficazioni in Calabria non Molto interessanti inoltre la
Già il toponimo “le Palazza” ril- prevedeva merlature. chiesa di S. Michele Arcangelo
evabile perlomeno dal 1751 La datazione del dipinto murario esisteva già ai primi del 1600,
(fonte catasto onciario archivio di e di conseguenza della veduta (fonte archivio storico della
Stato di Napoli) indica un insedi- prospettica del centro antico, è famiglia Del Gaudio) ma non
amento di villa romana, forse del certamente anteriore al 1838, certo nella configurazione
I sec. d.C. anno in cui é già documentata l’e- attuale, che risale al secolo scor-
L’elemento di maggior interesse sistenza dell’attuale torre del- so. Probabilmente gli eventi sis-
è una Cappella di forma circo- l’orologio sui ruderi della antica mici del 1638 e/o del 1783 ave-
lare, semiincassata nella roccia, fortezza del rione “castello”, vano ridotto in ruderi la antica
rielaborata e ricostruita in parte in crollata sicuramente per un chiesa.
epoche successive. poderoso evento sismico. Il dip- Mura di un’antica chiesa sotto la
L’ impianto murario originario é into fa poi supporre che esistesse esistente chiesa di S. Nicola di
in “opus incaertum”, poi ci sono un’altra fortificazione merlata Bari, probabilmente sotto l’at-
manipolazioni di epoche succes- sulla sommità dove ora sorge tuale rifacimento, si celano le
sive, con aggiunte di altri tipi di l’attuale Palazzo Gaudio- fondamenta di una basilica pale-
murazione, con nicchie rettango- Campagna. ocristiana, ed i recenti lavori di
lari ai lati che lasciano intuire Ebbene tale palazzo é stato edifi- restauro hanno messo in evidenza
spazi votivi per statue di divinità, cato intorno al 1774 e poi modifi- solo numerosi ossari ma pochi
ed una piccola porta in struttura cato con le aggiunte dei loggiati reperti per datazione certa dell’o-
muraria mista in cui si rilevano nel 1809, quindi non é azzardato pus.
gli spazi di un architrave man- presupporre che il dipinto sia Resti di una vecchia centrale
cante in roccia calcarea di stato eseguito prima di tale data. idroelettrica in località Ferrera,
notevoli dimensioni contenente Il confronto ulteriore con le date costruita nel 1913, con materiali
forse un simbolo. degli eventi sismici disastrosi del e tecnologie ungheresi, i macchi-
Il pavimento della cappella é 1638 e del 1783 fa presupporre nari furono smontati e fusi
stato chiaramente sopraelevato in che è in quest’arco temporale durante la seconda guerra mondi-
epoca posteriore e solo uno scavo probabile la esecuzione dell’- ale, per ottenere delle armi;
permetterebbe di evidenziare il opera figurativa. Una analisi rimangono solo delle strutture
tipo di opus sottostante. delle tempere e dei materiali di murarie.
All’esterno seminascoste dalla colorazione renderebbe più pre- Resti della vecchia teleferica che
vegetazione esistono altri ruderi cisa la datazione. E’ necessario dal ponte di “N’capo” portava a
murari che dimostrano come aggiungere che il valore artistico Croce Coperta per il trasporto del
davanti alla cappella votiva del dipinto é assolutamente nullo, legname, attiva dal dopoguerra
esistesse un ben più consistente e il suo valore é soltanto quello di fino a metà degli anni ‘50;“
impianto abitativo. un documento storico, poiché le “‘U ‘grupicchiu”, grotte con
In epoca molto posteriore nella grafie delle vedute del 600 e del preesistenze paleo-cristiane, gli
cappella é stata dipinta sulle mura 700 hanno dimostrato di essere insediamenti più antichi in
interne una veduta prospettica sufficientemente attendibili come Mendicino, nel fiume sotto la
della città di Mendicino ripresa schemi topografici. località detta “il castello” su un
esattamente come cono ottico dal Il catasto provvisorio borbonico sentiero veramente impervio e
punto esterno alla grotta in local- del 1809 attribuisce la proprietà pericoloso.
ità Palazze. del luogo a Giuseppe Magliocco Antico convento delle Clarisse
Il dipinto murario é l’unica testi- e Domenico De Chiara. dedicato a S. Chiara in località
monianza figurativa dell’antica Il dipinto murario se ritenuto Cannalisi, infatti è rimasto nel-
Mendicino, e pertanto di grandis- realistico nella rappresentazione l’area il toponomastico “E
simo valore storico-documentale. merita una approfondita analisi monache, E monache”, proprio
Le torri merlate visibili nei due dei luoghi e delle costruzioni in detto così, raddoppiato.
castelli posti in sommità delle esso visibili.
due alture maggiori componenti L’orografia del nucleo centrale
il centro abitato testimoniano che del dipinto non sembra assoluta-
le fortificazioni erano poteriori al mente mutata rispetto ai nostri
1200 epoca fino alla quale l’ar- giorni, con la precisa collo-
chitettura dei castelli e delle forti- cazione delle due alture e della

43
Comune di Mendicino Mappa di alcune aree della montagna 1850

44
CAPITOLO XX: Itinerari ed - “A grutta e l’Alimena” pulita con sciroppo di granatina o
antiche strade La grotta sul del fiume Avis, di limone, otteneva dei buoni sor-
importante sito speleologico nat- betti che serviva in bicchieri a
- “A Pustierula” è la vecchia uralistico. “flute” dalla base rotonda e lo
strada che da dietro la chiesa di S. La grotta in località “le palazze” stelo altissimo : dei veri fiori
Nicola scende nella valle e risale con graffiti e testimonanze di riu- gelati. Esaurita la scorta di neve
presso il cozzo di S. Maria ed era nioni di sette segrete; locale, arrivavano da Cosenza dei
l’unica strada che portava a a S. - “A funtana e guardia” che blocchi di ghiaccio che, “grat-
Maria ed a Carolei sino al 1852, sgorga da un castagno antico, nei tugiato” e preparato dava “la
anno in cui i borboni fecero pressi delle caselle restaurate bella cremolata, fragola o ciocco-
costruire la strada detta “mil- dalla Comunità Montana sopra lata”! Presto, ogni domenica,
itare”, deve il suo nome alla località Campo Chiarissimo. comparvero, provenienti dalla
toponomastica medievale delle - “A desertina” era ed é un anti- città i carrettini prima spinti a
fortificazioni normanno-sveve, co sentiero intagliato nella roccia mano, poi dalla bici, dotati di
era infatti chiamata “pusterla” la che da sotto gli Alimena si inerpi- parasole, 3 o 4 contenitori colmi
strada che usciva dal lato posteri- ca sopra S. Cristoforo ed arriva di gelato alla fragola, pistacchio,
ore della fortificazione o del dietro il cimitero, l’inizio è posto limone e cioccolato. Il costo del-
castello vero e proprio, i castelli poco prima del ponte degli alime- l’amato cono , 4 soldi e se picco-
privi di fossato e cioé, quelli edi- na, di fronte ad un cancello che lo, anche 2. E il “pezzo duro”
ficati sino al secolo XIII°; porta ad una proprietà sot- doveva essere proprio un par-
Tutti i castelli avevano due porte: tostante; adiso se costituiva omaggio per i
una detta “carraia”, l’altra L’antica strada che da S. Maria suonatori della locale banda
“pusterla” o porta di soccorso che portava a Carolei scendeva appe- musicale, dopo un concerto in
consentiva il passo ad un solo na prima dell’attuale bivio che piazza o la processione. Dopo la
cavallo. porta in contrada Terre Donniche, II guerra mondiale, i Bar si
‘A Pustierula era una strada irta e sulla sinistra e portava a Carolei fornirono dell’occorrente per
pericolosa e numerosissimi erano attraverso i fiume e poi risaliva preparare i gelati.
gli accidenti e cadute che avveni- da i Trieti, essa è segnata nelle L’economia di Mendicino era un
vano sul suo scosceso tracciato, mappe del borbonico Regno delle tempo basata essenzialmente sul-
rendendo difficile lo spostarsi da due Sicilie; è la strada che si uti- l’agricoltura e sull’allevamento.
una contrada all’altra. lizzava regolarmente, prosegui- Buona parte della popolazione
La strada detta “militare”,costru- mento della “Pustierula” per rag- lavorava in “montagna”, la zona
ita dai borboni nel 1852 per giungere Carolei, fino al 1852, della Catena Costiera che sovras-
meglio collegare ed aprire alle anno di costruzione della mil- ta il paese. Pastori e contadini si
comunicazioni ed alle attività itare. avviavano ben prima dell’alba a
commerciali i piccoli centri nei piedi o con i loro carretti trainati
dintorni di Cosenza, di cui sono CAPITOLO XXI: Storie della da asini per raggiungere di buon
rimasti gli attuali tracciati e il montagna mendicinese ora la terra dove lavorare.
ponte visibile sotto l’attuale vici- Notevole era pure la produzione
no la chiesa di S. Domenico, e I primi gelati, nel periodo tra le di seta, specialmente nel ‘700, e
alcuni tratti di ponti ad archi sor- due guerre mondiali, si la sua lavorazione fino alla tessi-
reggenti la strada in località ottenevano conservando la neve tura. Fino a non molti anni fa una
“Alimena”? in fosse scavate sulla montagna voce rilevante era la produzione
-“‘A via nova” era denominata la di “Fraine e Cucuzzo” e foderate di castagne che venivano inviate
strada Cerisano Cosenza costrui- di felci. La “conserva” di neve per la lavorazione persino a
ta nel 1836 circa. pressata, in estate, veniva “rosic- Marsiglia e dei fichi. Capita, in
Le strade che portavano i conta- chiata” al bisogno e poi la mag- Italia e, a volte, anche in grandi
dini dalle frazioni abitate nelle gior parte degli operatori era di città d’America, di imbattersi nei
contrade montane, per la legna e Fiumefreddo e conservava anche palloni di fichi, una preparazione
per le castagne ed altre colti- il pesce provvedeva a trasportarla tipica a base di fichi al forno
vazioni, erano molte e testimoni- in paese in occasione delle feste avvolti in foglie di albero di fico.
ate dagli attuali sentieri, e non estive; nasce qui la tradizionale Nella seconda metà dell 1700 e
seguivano il tracciato della “scirubetta”. nei primi decenni del 1800, si
attuale statale, detta “a via nova”; Ivenditori allestivano un banco di istituiscono alcune arciconfrater-
- “U’ fuossu di Briganti” vendita e lì, mescolando la neve nite laicali che amministrano

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cospicui beni di terre e di case; le De Giacomo descriveva un rit- drani’ (castagne bollite) e le ‘
famiglie nobili creano le cappelle uale davvero singolare al quale ruseddre’ (caldarroste). Le
di juspatronato. Il lungo periodo egli giurava di avere assistito castagne non adatte al consumo
di pace nella seconda metà del senza essere visto nei pressi di erano ottime per la nutrizione e la
1700 e , nel 1800, dopo il ritorno Monte Cocuzzo. La “farchino- crescita dei maiali. I maggiori
dei Borboni, l’intensa attività ria”, questo è il nome, consisteva proprietari terrieri erano i
edilizia, lo sviluppo agricolo, le in una sorta di orgia tra pastori Gaudio. Un tempo durante la rac-
iniziative industriali e commer- ubriachi ed animali, il tutto colta delle castagne i raccoglitori,
ciali determinarono un costante accompagnato da danze sfrenate per proteggersi dalla pioggia,
incremento della popolazione e e con la complicità delle donne. costruivano ‘ ‘u pagliaru’ ,
l’espansione dell’area abitativa costruzione somigliante ad una
del paese. Le attività industriali e CAPITOLO XXII: L’attività capanna , fatta da rami di castag-
commerciali, già considerate rile- più redditizia: la coltivazione no e da terra. Purtroppo si tende a
vanti dal Barrio nel ‘500, erano del castagno da frutto. sottovalutare le sia pur ristrette
varie ed intense: le filande, a potenzialità economiche di tante
metà del 1800 erano con Le castagne sono fonte di ric- piccole ricchezze della nostra
bacinelle e operaie, i telai per chezza per il nostro paese... cultura e del nostro territorio
tessitura di stoffe lisce ed oper- Ebbene sì, i mendicinesi, in benchè si affermi quasi unanime-
ate; la produzione di olio, questo periodo, grazie alla rac- mente che solo in queste cose sia
castagne, fichi, carni insaccate e colta delle castagne possono possibile individuare occasioni di
salate, formaggi, lana, era vedere nelle loro tasche qualche sviluppo e di lavoro. Si rac-
apprezzata per qualità e notevole lira in più, e nelle loro dispense coglievano inoltre le cosiddette
quantità. Intenso era il rapporto farina, marmellata e altri derivati. “pampine” ossia le foglie di
con le zone costiere del Tirreno. I Vengono ancora oggi gli castagno per utilizzarle come sot-
commercianti più intraprendenti automezzi per il carico di tofondo per le pale da forno
arrivarono a presentarsi sui mer- castagne nelle Contrade Rizzuto quando si cuoceva il pane.
cati delle grandi città e , persino, e San Bartolo da Campania,
della capitale. Puglia, Toscana e Sardegna. CAPITOLO XXIII: La colti-
Misteriosa e piena di incognite è Diversi sono i modi di sfruttare la vazione e la filatura del lino.
la storia del Monte Castellaccio castagna: ricordiamo i famosi
che si erge a pochi chilometri da ‘pistiddri’ che si ottengono met- La coltivazione di piccoli appez-
Cerisano in direzione Caritello e tendo le castagne su un ripiano di zamenti di lino era diffusa in ogni
Monte Cocuzzo. Una volta fili di ferro intrecciati e accen- famiglia per le esigenze interne.
recatisi sulle sommità, si resta dendovi al di sotto un fuoco. Tutte le famigli coltivavano un
incantati dalla vastità della vedu- Dopo averle seccate vengono piccolo orto di lino e poi lo rac-
ta di cui si può godere. Nella messe in un sacco e sbattute su un coglievano e lo sottoponevano
zona più alta, pochi resti di mura tronco; in questo modo, la buccia prima a manganatura e poi a car-
di cinta e le torri angolari del si sgretola e rimane il frutto. Dai datura. Il frutto del lino si poneva
castello, testimoniano la presenza ‘pistiddri’ bolliti se macinati si nel mangano che era uno stru-
di qualcosa di molto importante. ricava un’ottima farina che era mento in legno a forma di majlla
La località, posta ad una altitu- usata per fare il pane ‘castagniz- con un incavo al centro ed un
dine media di 1000 metri, era zu’ e le frittelle. Un metodo per bastone con una cerniera che si
nota nel ‘700 come Santa Maria conservare le castagne più a poneva nell’incavo combacuan-
delle Castelle e nell’800 come lungo é quello di metterle in una dovi perfettamente, così da schi-
Timpa del Forte. Da un’analisi grande vasca piena d’acqua, fino acciare il lino e ridurlo in fibre,
sommaria sui materiali di a quando essa non diventa rossa che poi erano cardate con il cardo
costruzione, è emerso che si trat- per la liberazione dell’acido tan- che era un altro utensile in legno
ta di un impianto sorto verso il nico . A questo punto si possono con uno o più chiodi piantati al
1050 ma, considerata la superfi- conservare nella sabbia. Questi cetro su cui venivano infilate e
cie sulla quale si sviluppava prodotti vengono esportati nelle sfibrate le fibre provenienti dal
l’insediamento, viene da pensare zone di Bari , Napoli e in varie mangano e poi ridotte con fatica
a qualcosa di più antico, riutiliz- zone della Sardegna. Anche le in filamenti da destinare alla tes-
zato in epoca bizantina e, succes- castagne infornate , ottime, ven- situra nei telai.
sivamente, dai Normanni. Alla gono esportate. Per il consumo Poche altresì le famiglie che
fine del secolo scorso Giovanni giornaliero ricordiamo i ‘vad- possedevano i telai e ne facevano

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servizio anche per i vicini e per sminuzzate ed asciutte. gionatura e portate in paese da
gli amici. L’attività dei bachi consisteva ditte commissionatrici. Appena i
Con il cardo si ricavavano altresì esclusivamente nel divorare le bozzoli erano pronti venivano
i filamenti dalla lana e dalla seta foglie di gelso dalla mattina alla posti in una bacinella contenente
e si telavano poi le stoffe per gli sera. I bachi adulti erano molto acqua bollente, venivano battuti
indumenti. voraci, consumavano enormi con degli spazzolini di ‘ilica’
quantità di foglie di gelso nero (ramoscelli di cespuglio) per
CAPITOLO XXIV: (pampine) che venivano dis- eliminare le fibre esterne finché
L’allevamento del baco da tribuite loro tre volte al giorno. non si trovava il capo della bava
seta. Le nostre campagne, allora, del bozzolo, lo si dipanava e lo si
abbondavano di gelsi neri che avvolgeva a spirale intorno ad un
L’arte della seta era praticata in nutrivano i bachi adulti, mentre, aspo (strumento di legno per fare
Calabria già intorno all’anno per nutrire i bachi appena nati le matasse). Terminato un bozzo-
mille. Lo storico Oreste Dito tes- occorrevano i gelsi bianchi. lo se ne apriva un altro ; più fili
timonia che “un certo Stefano da Intanto i bachi crescevano rapi- venivano uniti insieme per for-
Cosenza, nell’889 portò al damente e mutavano la pelle mare il filo di seta che veniva rac-
Monastero di San Benedetto quattro volte, ogni muta avveniva colto in matasse con rocchelli a
della Cava seta grezza prodotta in dopo otto giorni e corrispondeva mano. I rocchelli, poi, erano
Calabria”. La produzione della alla fine di un’età. Dopo il setti- pronti per la vendita. La vendita
seta, in passato, rappresentò la mo giorno dell’ultima muta che fruttava agli allevatori ingenti
ricchezza prevalente per il paese veniva chiamata ‘a croce’ i bachi guadagni, con i quali si risana-
in quanto fonte di commercio. assumevano un colore giallo oro, vano i bilanci familiari. A volte le
All’incirca un secolo fa, buona a questo punto era necessario massaie lavoravano in comune
parte degli abitanti di Mendicino, preparare le ‘impalcature’ che spartendosi il guadagno, esse si
allevavano il baco da seta. Il baco erano il luogo dove i bachi fila- dividevano il lavoro, c’era chi
da seta o filugello nasce da un vano il loro bozzolo (cucuddru) puliva i bachi, chi raccoglieva il
uovo piccolissimo, si nutre di ed erano fatte di ramoscelli di gelso, chi sminuzzava i pampini,
foglie di gelso, tesse un bozzolo ginestre di cui sono ricchi i nostri c’erano gli addetti alla battitura e
per il letargo durante il quale si boschi. I bachi, posti nelle impal- chi raccoglieva il filo di seta in
trasforma in crisalide e in farfal- cature, cominciavano a filare il matasse e al momento della paga
la, tutto nel giro di pochi giorni. bozzolo con un filo sottilissimo c’era anche chi si accontentava di
Durante la sua breve vita il baco detto ‘bava’ che poteva raggiun- un terzo dei proventi.
da seta necessita di molte cure e gere anche la lunghezza di 1500 L’allevamento del baco da seta,
gli allevatori devono sostenere un metri. Ultimato il bozzolo, nel infatti, era l’unica fonte di ric-
grande lavoro, così racconta mia suo interno, il baco cadeva in chezza in un periodo molto diffi-
nonna che in passato lo ha alleva- letargo e si trasformava in cile per l’economia del paese. Si
to. Anzitutto perché le uova crisalide e poi in farfalla pronta acquistava a credito e poi si
(semi) si dischiudessero era nec- ad uscire ad accoppiarsi e a aspettava la battitura (u scrun-
essario un ambiente adeguata- deporre altre uova. A questo uocchju) per poter saldare i deb-
mente riscaldato, molte volte gli punto, bisognava intervenire per iti. Gli ultimi allevamenti di il
allevatori non disponendo di ciò impedire alla farfalla di uscire dal baco da seta risalgono agli anni
facevano schiudere le uova por- bozzolo, altrimenti ciò avrebbe 50. Per molti anni fu attivo un
tandosele addosso chiuse in un provocato la rottura del filo in laboratorio del bozzolo ed “ara
fazzoletto e poste sotto i vestiti tanti frammenti inutilizzabili. Le Scanzata” esisteva una filanda
sul seno. Appena le minuscole massaie sottoponevano le crisali- che venne abbandonata intorno
uova si schiudevano, venivano di alla ‘spruddratura’ la stufatura all’anno 1955.
posate sui piccoli bruchi delle per farle morire nel bozzolo che
foglie di gelso (cievuzi) bianco, le conteneva. Gli allevatori pote- CAPITOLO XXV:
sulle quali i bruchi salivano e a vano allevare i bachi con uova di L’artigianato locale
questo punto venivano passati dal propria produzione, scegliendo
fazzoletto sui cannicci posti in un un certo numero di bozzoli e las- Nei tempi antichi ed anche nel
locale ampio e ben protetto dagli ciandone uscire le farfalle. A primo dopoguerra, vi erano a
sbalzi di temperatura. Sui bachi Mendicino, però, era assai più Mendicino, oltre ai tanti artigiani,
venivano poi messe altre foglie di comune acquistare le uova molti contadini che abitavano nel
gelso bianco, questa volta, però, prodotte negli stabilimenti di sta- paese oppure nelle campagne cir-

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costanti; oltre a dedicarsi al pro- davano l’idea di una gabbia per strumento principe della musica,
prio lavoro nei campi, in alcuni gli uccelli ; invece, proprio del folklore locale. Mendicino
periodi dell’anno, con molta intorno a quei salici poi si svilup- era un paese povero, privo di
pazienza e creatività, realizza- pava il paniere o la sporta. grosse risorse produttive. Non
vano molti lavori artigianali, I panieri, per lo più erano realiz- numerose erano le greggi ed i
tanto da poter essere considerati zati con salici e rametti di castag- pastori che quotidianamente le
veri e propri artisti della no, (virghe), per essere più guidavano verso i pascoli prima
Primavera. resistenti ; per le sporte potevano dell’alba. I nostri amici cal-
In Primavera, infatti, i contadini essere usate anche le canne che colano che forse il 70% dei pas-
raccoglievano lungo i corsi d’ac- nascevano nei pressi dei fiumi e tori sapesse suonare la zam-
qua i rami dei salici e in mon- che venivano preparate con lo pogna. Infatti nelle lunghe gior-
tagna, ai piedi dei castagni face- stesso procedimento dei salici, nate al seguito degli armenti era
vano scorta di ramoscelli e li senza però richiedere la shcoc- abbastanza usuale ingannare il
disponevano i fasci per la pulitu- ciatura. Sporte e panieri avevano tempo cantando cantilene tra-
ra. diverse fogge e misure perché mandate di generazione in gener-
La pulitura consisteva nella diversi erano l’uso a cui erano azione accompagnati dalla fida
shcoccatura, effettuata con un destinati. zampogna e da qualche piffero.
apposito arnese, la shocca, a In occasione della Festa di Santa Non erano tempi floridi; anche
forma di forcina, che loro stessi Maria questi capolavori venivano per questo i gruppi di pastori si
ottenevano dal legno e con il esposti e venduti dagli stessi con- riunivano nelle fredde sere d’in-
quale scortecciavano i salici, cioè tadini. Erano in molti ad aspettare verno decidendo di far visita alle
levavano la corteccia di colore la festa per poter comperare ‘u poche famiglie che potevano
bruno dai rametti, fino a che panaru o ‘a sporta ma c’era anche godere di qualche agio, nella
questi non rimanevano bianchi e chi rimaneva a bocca aperta di speranza di poter assaggiare un
poi venivano lasciati ad asciugare fronte a panieri realizzati con po’ di frutta o di salame, o
al sole. tanta maestria e dalle dimensione qualche dolce, e sempre un bic-
Nelle giornate calde, poi, i conta- talmente ridotte che appena pote- chiere di vino.
dini non potendo fare altri lavori vano contenere un uovo. Per suonare la zampogna occor-
nei campi, si radunavano e, in Poi c’erano anche i cesti intrec- reva molta forza fisica e capacità
compagnia, seduti vicino ad un ciati che richiedevano più lavoro polmonare, oltre, ovviamente, ad
bacino d’acqua o ad un ruscello, e perciò costavano qualcosa di un pronto orecchio musicale,
svolgevano il loro paziente più rispetto a quelli più semplici. tanta passione, e , come ci viene
lavoro. Mettevano i salici nell’ac- I panieri che si vendevano mag- più volte ribadito, qualche buon
qua e per tenerli ben fermi vi giormente erano quelli fatti con bicchiere di vino per sciogliere il
poggiavano sopra delle pietre. I salici e castagno perché erano più fiato dei musicanti e la voce dei
salici messi nell’acqua si ammor- robusti e resistenti e venivano cantanti. La ‘vuossula’ , cioè il
bidivano e potevano essere facil- utilizzai per la raccolta delle olive pezzo di legno che collega l’otre
mente lavorati dalle mani esperte e delle castagne, ma erano anche alle canne, veniva realizzato
dei contadini. A questo punto molto apprezzati dai cercatori di spesso in legno di ciliegio, duro e
prendevano cinque o sei bas- funghi perché in essi, non solo i compatto.
toncini di salice non troppo funghi non si sciupavano ma las- Per le canne (il destro per la voce
lunghi e con un coltellino affilato ciavano anche cadere le spore nel solista, la manca per l’accompag-
li incidevano nella metà dove, poi bosco durante il cammino. Molto namento, il fischietto e il
infilavano altrettanti bastoncini richieste erano pure le sporte che ‘furmu’, ciechi, cioè senza fori),
per ottenere con essi la forma di venivano utilizzate durante l’in- andavano bene anche il mandor-
una croce. Con due salici più sot- verno quando si uccideva il lo, il gelso e l’albicocco. Si tratta
tili iniziavano a girare intorno maiale. della cosiddetta zampogna
alla croce alternando i ramoscelli “Curcia”, il tipo diffuso nei nostri
fino al loro esaurimento ; forma- Non capita quasi più di poter riv- paesi, che consentiva di avere
vano così un cerchio che era la ivere l’atmosfera magica ed anche la melodia ma che era
base del paniere. Lungo la cir- emozionante che un tempo gli ovviamente assai più difficile da
conferenza della base infilavano zampognari creavano per le suonare. Veder gonfiarsi l’ampio
altri salici che poi venivano rac- strade e nelle case dei nostri otre di pelle di capra sotto il fiato
colti e legati in altro. paesi. Eppure fino a qualche possente dello zampognaro; sen-
Agli osservatori poco esperti decennio fa la zampogna era lo tirne finalmente diffondersi nella

48
Rione Castello
nebbia, in una angusta “vined- oggetti in legno.
dra”, il suono penetrante ed
avvolgente.
Le “carcare” erano detti i forni
Impagliare sedie era un attività situati nelle aree montane per la
diffusa a Mendicino; l’artigiano produzione della calce.
raccoglieva in zone paludose dei
dintorni la vuda che faceva essic-
care e stagionare. Se ne ricava- Il taglio del legname e le imprese
vano sottili e piatte striscioline boschive: nel dopoguerra oper-
flessibili che dopo essere state arono nel territorio montano di
inumidite venivano intrecciate Mendicino alcune imprese
abilmente sugli scheletri delle boschive tra cui l’impresa sicil-
sedie in legno. iana Scilio che aveva impiantato
una teleferica che portava il leg-
Occorrevano quasi 4 ore di name da Croce Coperta fino al
lavoro per impagliare una sedia Ponte Campagna sito sotto la
di medie dimensioni. Per rivestire località “Costa” del centro stori-
fiaschi e bottiglie usa il salice e la co.
canna ed anche il legno di castag-
no. Alternando fascette più chiare
e più brune si ricavavano decori
che rendevano ancora più
graziosi gli oggetti che realizza-
vano. Era un lavoro in cui occor-
reva perizia e pazienza: anche in
questo caso occorrevano ore per
ottenere il rivestimento di una
bottiglia o per realizzare un cesti-
no. A questi si aggiungevano
mobiletti di varia foggia e piccoli

49
Comune di Mendicino Mappa della montagna del perito agronomo De Simone -1880

50
CAPITOLO XXVI: Canti
popolari, nenie e filastrocche

La strenna che segue, antica-


mente, nel periodo delle feste
natalizie,veniva
cantata per le strade e poi nelle
case degli amici o dei notabili del
paese,
accompagnata dal suono delle
zampogne e di altri strumenti
improvvisati
(sazieri : mortai).

‘A Strina

Senz’essari chiamati simu venuti


caru cumpare sia lu buonu tru-
vatu

Siti li buon truvati, gran Signori


comu li megli fiesti dintra l’annu

ce su tri fiesti tutti tri maggiori


‘u Pasqua, e ru Natale e
Capuddannu.

‘U Pasqua e ru Natale e
Capuddannu
sa beddra rosa chi tieni a ra
banna.

Ed io t’aguru tante bone feste


Le rocce del massiccio dell’Alimena sul fiume Acheronte
‘ppe quantu a Ruma c’hau porte e
finestre. mugliera. fammi la sctrina de lu
Capuddannu.
Ed io t’aguru tantu de ricchizza Oppure
chi l’uoru lu scupassi ‘ppe Mienzu sa casa ce penna nu gav-
munnizza. Quattru spuntuni e quattru spun- itune
tunere volimu fa a ........ nu barune.
E tantu mustu ed uogliu quattrucent’anni campa la
‘ppe quantu dici: ‘cchiu’ ca nu ‘ni mugliere Mienzu sa casa ce penne na pet-
vuoagliu. tinissa
Staiu cantannu a juru de vam- volimu fa a ....... na baronissa.
Ed io t’aguru tantu migliu e granu mace
quantu ne fa Gaita e Curiglianu. chi Diu ti manni cuntetizza e Mienzu sa casa ce penne na seg-
pace. gia
Staiu cantannu supra a ‘su volimu fa a .......... Masctra ‘leg-
scalune Staiu cantannu a juru d’alivied- gia
cientumil’anni campa ‘ru dru
patrune. fammi la sctrina de lu E de .......... m’era riscurdatu
Bumminieddru. fuossi patrune de tuttu lu statu.
Staiu cantannu supra ‘sa spun-
tunera Staiu cantannu senza nuddru E de .......... nu bbi dicu nente
cientumil’anni campa ‘ra ngannu fuossi patrune de lu cuntinente.

51
data ura
Sientu nu strusciu ‘a scala appen- ‘bbona fammila stare e mai mala- ‘u sule si ‘nn’è ‘gghiutu di le
ninu: ta mura
e’ ru patrune chi piglia ‘ru vinu!
Ohi madonna mia tu chi mi la dorma gioiuzza mia dorma ch’é
Sientu nu strusciu ‘a ru tavulatu: diesti notte
e’ ‘ra patruna chi spica re super- ‘bbona fammila stare e ranne u sule si ‘nn’è ‘gghiutu di le porte
sate! priestu
u suonnu ‘bbene miu è ‘gghiutu a
Minteti sa cammisa e falla lestu; suonnu venecce e vieni ca t’aspi- iuriddri
appiccia sa cannila e fammi lus- ettu pue si ‘nne vena e ti ‘nne porta
tru. l’haiu are vrazze e la curcu aru middri
liettu
A ‘ru parasaccu li duolu ‘re
gamme, suonnu ‘bbene miu è tuttu ‘u tue Ninna nanna N.2
falla priestu e nun tardare , ‘ndre vrazze, aru liettu e ‘ddre ‘ru
‘ca la sctrina m’ha de fare vue E ra ninna ninna e ra ninnareddra
e nun minne vaju de ‘ccani ‘u lupu s’é mangiatu a pecured-
si la sctrina nun mi fai! venecce suonnu e ‘cchiù nu stare dra
ca sa picciriddra mia vò ripusare
e ra ninna e sempre dicu ninna
sentu lu strusciu di lu tavulatu dormami ‘bbene miu dormami e ‘ccu l’uocchi aperti e ra vucca ara
mu si ni scinna ‘ccu na suppres- crisce minna
sata cumu aru mare criscianu li pisce,
e ra ninna ninna e ra ninna nanna
sentu lu strusciu di nu tavulinu suonnu venecce e ‘nnu venire a sa criatura mia vò ra mamma
chissa patruna scinna ‘ccu ‘nu ‘ppede
fiasche e vinu vieni ‘n’cavaddru cumu ti e ra ninna ninna e ‘ccu ra ninna
cummene sia
Canta lu gaddru e scuotula le dormami figlia e beneditta sia
viole dormami ‘bbene miu dormami
vi lasciu a bonanotte a ‘vvui sig- moni e ra ninna ninna e ra ninna ti dicu
nori ca li guali tui riposano e tu noni chiru ca ci fazzu ti lu benedicu

Canta ‘ru gaddru e scuotula ‘re e ru suonnu ‘bbene miu è ‘gghiu- ti ‘bbenedicu li mumenti e l’anni
pinne tu e ‘bbenutu prima le fasse e pue li suttapanni
vi lassu a ‘bbona sira e jamuninne ha truvatu a porta chiusa e sinn’è
!!! ‘gghiutu ti ‘bbenedicu li mumenti e l’ure
prima le fasse e pue li ‘mpassat-
(Ovviamente al posto dei puntini suonnu venecce si ‘cci ‘vvo ure
bisogna sostituire i nomi dei venire
componenti e tu chi sa a ru suonnu ohi por- e ra ninna ninna e ra ninna vò fare
della famiglia per la quale si tamili sì picciriddra e ranne t’ha de fare
stava cantando la strina). tri ure, quattru e pue rispigliamila
A questo punto si apriva la porta e ra ninna ninna e ra ninna ti
e il padrone di casa offriva alla u suonnu ‘bbene miu é ‘gghiutu a cantu
compagnia vino, ‘cuddrurieddri, “vviole sfera de sule mia chi luci tantu.
dolciumi, e quant’altro. pua si ‘nne vene e tinne porta
nova “La nostra cultura era merav-
NINNE NANNE MENDICI- igliosa e la perdita di tale patri-
NESI dormami ‘bbene miu dorma e monio millenario si sta compien-
riposa do in pochi anni. L’avvento dei
Ninna nanna N.1 liettu de gigli e cuverta de rosa mezzi di comunicazione di massa
ha fatto prevalere la musica
Ohi madonna mia tu chi mi l’ha dormami ‘bbene miu dorma ch’è prodotta dalle case discografiche

52
a quella suonata e cantata dal guarnello azzurrino tirato sul una eredità di razza, d’indole, di
vivo, per funerali, matrimoni, panniello rosso e listato di mille tradizioni e di costumi.
feste del santo patrono, canti di colori sfolgoranti tremolava la
lavoro agricolo, eventi relgiosi ballo pittoresco e grazioso di Quannu nascisti tu, rrosa bas-
etc.” (Roberto De Simone) quelle donne, che si davan la tanti
Gli strumenti musicali della muta nel turbinio della danza e Ficiro festa tutti l’alimenti
tradizione meridionale sono alzavano le mani fin sopra il Quanno ti metti nu vantali avan-
totalmente diversi da quelli capo con un movimento pieno di ti (vangale)
comunemente utilizzati oggi, ed grazia selvaggia e di vitalità Mi rassumigghi lu suli
in pochi decenni se ne é perso meridionale, intanto che gli sprindenti;
quasi il ricordo. uomini si rubavano le ballerine, Vattenni an Cielu e statti con li
A’ ciarameddra é un sacco di vestiti anch’essi del classico cos- santi
pelle ovina o caprina con quattro tume brigantesco, col cappellino Perché cca nterra fa moriri a
pive in legno che emette una serie a cono posato sull’orecchio e jenti:
di suoni bellissimi ed originali. schiacciato sulla fronte con una fai moriri a mia, poviru amanti,
(E’ detta in italiano zampogna ed mossa bravesca e quasi feroce in cchi nnotti e jurni t’haiu pi la
ha tante varianti dal Molise alla quell’allegria solenne e compos- menti.
Sardegna). ta.
A Mendicino la tradizione musi- Schioccavano le dita a tempo Io notava le parole sul taccuino
cale è quella dei canti religiosi e colla chitarra battente e col tam- intanto che gli altri ballavano
di quelli di festa o di lavoro. burello e col canto soave della davanti ad uno splendido tra-
I muttetti sono dei canti religiosi pacchiana e si sedevano sempre monto.
a cantilena e lamento con testi ballando sulle calcagna con un
incomprensibili costituiti da movimento arrischiato, ma CAPITOLO XXVIII: Usi e cos-
fonemi etnici antichi tramandati sicuro, che dimostrava quanto, tumi del Natale di una volta.
di padre in figlio, cantati senza essere andati a scuola di
tradizionalmente nel rito del ginnastica educativa e speri- Ci si preparava alle feste natalizie
giovedì santo. Traggono sicura- mentale, sapessero accoppiare tutti insieme in famiglia a
mente la loro origine da canti all’eleganza la sicurezza balda preparare i dolci caratteristici del
ecclesiastici medievali denomi- dei movimenti artistici. E paese: ‘turdiddri’, ‘scalette’, e
nati appunto mottetti. l’orchestra? Chi non ha veduto ‘cassateddre’. Alle vigilie
Riportiamo qui di seguito un quell’orchestrina in gruppo ser- dell’Immacolata e di Natale si
brano tratto da un racconto di rato di tre persone belle non può usava e si usa preparare grandi
viaggio a Mendicino di una immaginarsi che vi può essere di quantità di ‘cuddrurieddri’, i più
antropologa torinese di nome poesia e di grazia in quella familiari panzerotti, per capirci ;
Caterina Pigorini-Beri: splendida e semplice natura. una volta erano i ‘cuddrurieddri’,
Suonava la chitarra battente, perché la maggior parte della
CAPITOLO XXVII: Una seduto sopra un panchetto, un massaie li preparava con sole
tarantella a Mendicino 1882 giovane di fiera bellezza: allato alici, oppure secchi e vuoti per
a lui una sposa batteva il tambu- essere mangiati col miele o con lo
Era tutto un quadro indimenti- rello ritta e impettita, col naso e zucchero.
cabile vedere quelle donne dal con gli occhi rivolti in su a cer- Per i bambini la preparazione di
giubbetto di seta di un rosso carvi quel la misterioso che non queste leccornie era di per sé una
amaranto, orlato di verde, cogli sitrova che in alto, e lì presso grande festa, essi tutti vicini al
ampi maniconi che si alzavano davanti, chinata in arco, quasi a vecchio focolare di mattoni di
d’un palmo sull’omero, e col toccar con la sua la fronte del creta, ingiallito dal fumo e nella e
concertino sfolgorante di catene sonatore, una giovinottona fiera nella cui grande bocca veniva
e di vezzi d’oro sul petto. Il e rubesta che cantava la taran- adagiato ‘ u tripidu’ su cui si
tovagliolo fine sfrangiato sul tella, una di quelle canzoni che poneva la padella per poter frig-
capo buttava la sua ombra civet- il popolo ha in sommo delle lab- gere i vari dolci , erano tutti
tuola ed insieme pudica su degli bra e in fondo al cuore, dalla ansiosi e fremevano per provarli
occhioni neri di una prepotente Toscana dove il si suona e dalla ancora caldi e bollenti.
bellezza, e lasciava vedere i marca fin giù all’ultimo lembo Per Natale venivano preparate ‘e
lunghi pendenti che arrivavano di sicilia colle stesse immagini, grispeddre’ cioè i castagnacci, un
fino alle ampie maniche. Il quasi colle stesse parole, come altro dolce che veniva preparato

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con la farina di castagne. allestito il Sepolcro (“ ‘u tume maschile consisteva in pan-
Appositamente per esse si Subburcu” ), in adorazione del taloni attillati a righe trattenuti in
ponevano sul focolare ‘ i can- Santissimo Sacramento. Il pathos vita da una fascia o da un pezzo
nizzi’ (tralicci) su cui le castagne aumentava con la partecipazione di rete, panciotto, giubba corta,
venivano messe a seccare. Una alla grande Via Crucis del fazzoletto da collo, tipico copri-
volta indurite si vuotavano nei Venerdi Santo. le donne capo fasciato, scarpe a punta. I
sacchi e si battevano ; si piangevano e gli uomini erano colori dominanti erano l’ azzurro
ottenevano così ‘ i pistiddri’ che a pallidi e assorti. Quando sabato e il blu.
loro volta si portavano a mattina, sul tardi, si scioglievano
macinare in uno dei mulini per le campane a “Gloria”, il tripudio CAPITOLO XXX: Cucina
ottenere così la farina per era generale. Ci si abbracciava e tradizionale a Mendicino
preparare i castagnacci e il pane. baciava. Ogni attività veniva
Il presepe era una cosa immanca- sospesa per inginocchiarsi a pre- “PASTA E VRUOCCULI”
bile ogni anno. gare. Subito dopo le madri
I forni pubblici erano assediati preparavano la frittata di Pasqua Ingredienti: g. 500 di broccoli
dalle prenotazioni per la cottura con ricotta e salame. neri; g. 500 di maccheroni; 1 bic-
dei pani e dei dolci augurali (“ i chiere di olio di oliva;
cuddruri” ) e le attese per il pro- CAPITOLO XXIX: 1 spicchio d’aglio; pepe; sale.
prio turno erano motivo per le Abiti e costumi di Mendicino Preparazione:
massaie di ritrovarsi e conversare Pulite e lavate i broccoli, quindi
in maniera colorita. La fornaia Il costume tradizionale di cuoceteli in abbondante acqua
veniva a casa a prendere i dolci Mendicino veniva indossato salata. Scolateli e, nell’acqua di
pronti da cuocere, li poneva abil- indistintamente da anziane e gio- cottura, lessate dei maccheroni
mente su un’asse di legno vani fino alla fine dell’ ‘800. Il spezzati con le mani. Nella stessa
lunghissima che trasportava vestito comprendeva molte parti: pentola, una volta tolta l’acqua,
reggendola in bilico sul capo La camicia che arriva fino alla versate un bicchiere d’olio d’oli-
poggiando le mani sui fianchi e caviglia; “la pettiglia”: pezzo di va fritto con uno spicchio d’aglio
camminava ondeggiando rapida e cartone o di cuoio foderato di seta e qualche pezzo di pepe fresco o
leggera fino al forno. che faceva da busto. secco.
Per tutto il giorno era un via vai “U jeppunu”: camicetta molto
di assi con i pani crudi e cestoni , aderente allacciata sulla parte “CUCULI” (Dolce tipico di
poi, con quelli fragranti, appena superiore alla pettiglia; “u Pasqua)
sfornati, che spandevano per pannu”: gonna di panno aperta
l’aria un profumo morbido di sul davanti di colore rosso per le Ingredienti: Kg. 2 di farina;
cose buone. sposate, marrone per le nubili, gr.400 di “sugna”; 24 uova; gr.50
I cuddruri erano di diverso tipo e nero per le vedove; “u rubriettu”: di lievito; sale.
forma. Pani dolci e salati, guarni- gonna da indossare sopra “u Preparazione: Bollite 12 uova e
ti o impastati con uova, con gras- pannu”, a pieghe; “u sinale”: pic- lasciatele raffreddare; impastate
so e semi di anice... per tutti i colo grembiule, adornato, nei la farina con il lievito, la sugna, le
gusti. La “Cuddrura” grande, con giorni di festa con merletti e fioc- restanti 12 uova intere e un pizzi-
cinque uova sopra era per il capo- chi di seta; “u rituarnu o mac- co di sale. Lasciate lievitare, poi
famiglia e i nonni; i “cuddruri” a caturu”: fazzoletto per il capo formate dei bastoncini della
forma di bamboloccio per i pic- usato d’estate; “u fazzulettunu”: lunghezza di cm. 40-45 che
coli di casa con tre uova. Ma se i grande mantello di lana per l’in- avvolgerete attorno ad ogni uovo
forni erano affollati, gremita era verno. Questi fazzoletti copri- attorcigliando le code.
la chiesa dove, puntualmente, vano un’ acconciatura di lunghi Spennellate con uovo sbattuto e
con una partecipazione emotiva capelli intrecciati raccolti sulla lasciate riposare per circa un’ora.
totale, si seguivano i riti e le nuca. Per aumentarne il volume Cuocete in forno a 180° C. .
prediche della settimana. A seg- nei giorni di festa i capelli si
nalare l’inizio della funzione i intrecciavano su un”Turchiunu”, “CUDDRURIEDDRI”
ragazzi giravano per strada con le un cordone imbottito. “I cuaziet-
raganelle e le “troccane” ti”: costituiti dalle calze di filo Sono le classiche frittelle
“Nuddru ara casa, tutti ara ghi- fatte a mano arrotolate fino al ottenute con farina, acqua e, sec-
jesa!“. La notte del Giovedi si calcagno per non appesantire il ondo gli usi polpa di patate bol-
vegliava in chiesa dove era stato piede durante il cammino. Il cos- lite. Si possono mangiare tal

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quali, coperte di miele, di zuc- dai cappelli interi delle guite , e finchè non tornano a galla.
chero,di miele di fichi. In alterna- dalle fettine dei gambi. Scolare l’olio e far raffreddare. A
tiva si può dar loro forma di Cospargete di un trito finissimo questo punto si può procedere
panzerotto, riempiendolo , solita- di aglio, mollica di pane raffermo alla ricopertura.
mente di alici. e prezzemolo, irrorate ancora di Tradizionalmente si utilizzava
un poco di olio ed infornate fino miele di fichi o di api. Oggi è
Ingredienti: Kg 1 di patate a doratura. molto usata la glassa bianca di
lessate; gr 25 di lievito; kg 1 di zucchero e quella al cioccolato.
farina; sale. “SCALETTE”
Le “Scalette” sono un dolce “TURDIDDRI”
Preparazione: schiacciate le natalizio tipico delle nostre zone. Anche i “Turdiddri” sono dolci
patate; aggiungete il lievito sci- natalizi.
olto in acqua tiepida, la farina e il Ingredienti : Ingredienti :
sale. Amalgamate fino ad 10 uova meno 5 1/4 di litro di olio di oliva extra
ottenere un impasto molto soffice chiare vergine
che prenderete poco per volta nel 1 cucchiaio di 1/4 di litro di buon vino rosso(o
cavo delle mani, schiaccerete e zucchero moscato)
aprirete al centro riducendolo a 1 pizzico di sale 1 pizzico di sale
ciambelle, Lasciate riposare per 1 tazzina di olio buccia di arancia grattuggiata
tre ore circa, quindi friggete in 1 bicchierino di 1 cucchiaio di zucchero
olio d’oliva bollente. Si con- anice cannella
sumano molto caldi e, volendo, si farina quanto chiodi di garofano
possono cospargere di zucchero. basta (circa 1 KG) miele d’api q.b.
Dividere le 5 chiare dai 10 tuorli.
PARMIGIANA ‘I MILUN- Montare le chiare a neve. Far bollire l’olio ed il vino mis-
GIANE Aggiungere i tuorli, l’anice, il chiati, agiungendo alla fine lo
sale, lo zucchero, l’olio; amalga- zucchero. Lasciare intiepidire e
Ingredienti: Melanzane, olio d’o- mare il tutto e unire, a poco a unire la farina , il sale , gli aromi,
liva, sale, uova sode affettate, poco, la farina. Ottenere una la buccia di arancia tritata fine-
mozzarella o caciocavallo, pasta liscia e ben lavorata di mente. Mescolare ed impastare
parmigiano o pecorino grattugia- media consistenza. Procedere alla fino a ricavare una pasta di media
to, salsa di pomodoro aromatiz- sua suddivisione e formare le consistenza da ridurre in grossi
zata con basilico. scalette. A tal fine ricavare da gnocchi da arricciare su una
Preparazione: Mondate e lavate panetti di pasta un cordone di superfice rigata, come il fondo di
le melanzane, poi tagliatele a circa 1 cm di diametro 30 di un canestro di vimini. Friggere i
fette e friggetele in olio d’oliva lunghezza rotolandolo sullo spi- turdiddri in olio bollente ed
abbondante, salate e disponetele anatoio. Attorcigliarlo a spirale inzuppare nel miele d’api.
in una pirofila insieme alle uova, attorno all’asta di un fuso o
alla salsa, alla mozzarella e al il comunque ad una bacchetta di “SANGIERI”
formaggio grattugiato. Cuocete piccolo spessore, lasciando le (Sanguinaccio)
in forno caldo fino al formarsi di spire abbastanza distanziate fra
una leggera crosta croccante. loro. Dopo di che ripassare il cor- Ingredienti :
done lungo i due lati lunghi della 1 litro e mezzo di sangue di
spirale e fermarlo in fondo. maiale
“TIEDDRA ‘VVUITE E Premere ciascun lato della scalet- 1 litro di miele di fichi denso
PATATE” ta sul fondo di un crivello ( ‘nu 1 bicchierino di miele di api
(Tegame di ovuli e patate) crivu) per mantenerla unita senza 1 Kg di zucchero
eccedere con la pressione. Sfilare 250 g. di cacao amaro
Puliti i funghi , tagliate a fettine la scaletta dal fuso con un gesto una noce di burro
non troppo sottili, per lungo, solo rapido per evitare che perda la un piatto colmo di noci a pezzetti
i gambi. Ungete di poco olio un sua forma. Affinchè ciò riesca è 500 g di uva passa
tegame e disponetevi uno strato bene utilizzare abbondantemente la buccia grattuggiata di 2 arance
di patate affettate, anch’esse sot- la farina sulle mani e sul fuso. 1 stecca lunga di cannella
tili, ancora umide del lavaggio. Friggere le scalette in abbondante 5 chiodi di garofano
Ricoprite con uno strato ricavato olio bollente poche alla volta un bicchiere di liquore al limone

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un bicchierino di brandy uva passa 1 Kg in teglie di latta. Infine si cospar-
1 striscetta di buccia di limone noci 1 Kg gono di zucchero e cannella o
sottile tritata cacao 250 g anice.
(in polvere dolce)
Versare il cacao in un colino la scorza grattugiata finemente ed PADDRUNI ‘E FICU”
grande e poi lentamente il sangue il succo di 1 arancia
del maiale (che sarà stato raccolto cannella in polvere Palloni di fichi si tratta di una
al momento dell’uccisione facen- Mescolare il tutto amalgamando tipica specialità di Mendicino.
dolo colare dalla gola appena per bene. Ungere di grasso il Anche se oggi la produzione arti-
sgozzata in un recipiente ove lo si tegame e utilizzare il ripieno per gianale è diffusa nei paesi lim-
agiterà incessantemente con una un dolce dalla forma di crostata, itrofi nonchè in piccole aziende
frusta onde evitarne la coagu- o nella versione antica, inserendo del cosentino; Fatti ben appassire
lazione e tenuto in frigo al massi- anche nel verso superiore un i fichi bianchi, si cuociono al
mo per una giornata) . Rimestare disco di pasta. Cuocere in forno forno a legna in teglie di latta,
piano e versare, intanto, il miele moderato fino a doratura e fino a divenire ben imbruniti.
perchè il cacao filtri senza grumi. guarnire, eventualmente, di zuc- Una volta raffreddati, se ne rica-
Unire lo zucchero ed il burro e , chero vanigliato. vano delle palli grandi circa
sempre rimestando col mestolo di quanto un pugno, si avvolgono in
legno, lasciar cuocere a bagno- “MPIGLIULATA CCU folgie di fico appassite e si legano
maria (cioè in un recipiente posto SCARAFUOGLI” con raffia. Si ripassano al forno
in un altro pieno d’acqua che va per pochi minuti.
direttamente sul fuoco per niente (‘Mpigliolata’ con ciccioli di
vivace) senza mai portare ad maiale) In una terrina ben capi- PASTA E PATATE A RA TIED-
ebollizione l’acqua. Quando la ente mettere la farina mista (1/3 DRA”
crema messa su un piattino si rap- gialla e 2/3 bianca) fino a riem-
prende e non cola, è cotta. Unire pirla quasi a metà. Aggiungere 2 Ingredienti: g. 400 di patate; g.
ora le noci, l’uvetta e gli altri cubetti di lievito, un bel pizzico 400 di pasta corta e grossa; g. 500
aromi, il liquore, e versare nei di sale e acqua ben calda (1/2 di pomodori; g. 200 di olive nere
vasetti dopo il raffreddamento. litro, o 3/4) fino ad ottenere un snocciolate; 1 cipolla; mollica di
impasto molto morbido. Coprire pane; pecorino grattugiato; orig-
“CHIJNA” con panni caldi e lasciare ano; foglie di basilico; olio d’oli-
La “Chjina” è un dolce che si lievitare. Incorporare salimora e va; pepe nero; sale.
prepara per il Carnevale. scarafuogli (ciccioli di maiale), Preparazione: Sbucciate le patate,
Ingredienti per la pasta: aggiungere un pizzico di peper- lavatele ed affettatele; passate i
osso e olio di oliva (1/4 abbon- pomodori al setaccio; affettate la
uova 3 dante) in taluni casi al posto del- cipolla, quindi ungete di olio una
zucchero 250 g l’olio di oliva si userà grasso di pirofila e disponete a strati la
latte 1/4 litro maiale. Stendere nelle teglie sot- cipolla, le patate e la pasta cruda,
(anche acqua) tili da pizza unte il olio e irrorare condendo ognuno di essi con il
grasso 150 g ancora altro olio sopra la pasta. passato di pomodoro e l’olio d’o-
farina 1 Kg Far riposare ancora un po’ e liva, spolverando di origano, for-
lievito 1 busti- infornare in forno ben caldo in maggio, poco pepe nero e sale e
na posizione ‘solo sotto’ . Dopo 10 distribuendo olive e foglie di
la scorza finemente grattugiata di minuti passare a 200 gradi fino a basilico. Ad operazione ultimata
1 limone che sarà dorata. cospargete la superficie esterna
con mollica di pane e cuocete in
Le chiare si sbattono prima da “‘E CRUCETTE” forno ben caldo.
sole a neve. Si lascia morbida la
pasta. I fichi bianchi, secchi, si appiat- FRASCATULA VRUSCKENTE”
Ingredienti per il ripieno: tiscono e si tagliano a metà, senza (POLENTA PICCANTE)
mollica 2 kg staccare il picciolo. Si aprono e si
(mollica ottenuta da 2 chili di farciscono con noci e un pezzetto Ingredienti: g. 350 di farina di
pane raffermo) di buccia di arancia. Si sovrap- granturco; pepe rosso piccante;
miele di fichi 1 litro pongono a coppie incrociate, si olio d’oliva; sale.
zucchero 500 g premono insieme e si infornano

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Preparazione: Portate ad ebol- tutto. Aggiungete le uova intere, una manciata di semi di finoc-
lizione un litro e mezzo d’acqua mandorle tostate spezzettate, chio, foglie di menta, una buccia
con l’aggiunta di olio d’oliva, chiodi di garofano pestati in un di arancia grattugiata, un cucchi-
sale e pepe, quindi versate lenta- mortaio e buccia di arancia secca aio di peperoncino in polvere.
mente la farina mescolando con pestata, o fresca grattugiata, e lo Preparazione:
un cucchiaio di legno. Subito zucchero . Con questo composto E’ uno straordinario piatto cal-
dopo la cottura distribuite la formate delle schiacciatine ret- abrese del ‘700. La carne ‘ncan-
polenta nei piatti e servitela cald- tangolari di media grandezza che tarata è lonza di maiale affettata,
issima. passerete nel forno caldo fino a conservata sotto sale e peperonci-
quando avranno acquistato una no in un recipiente di terracotta
SPIEDINI DI FUNGHI E bella coloritura. In Calabria i detto cànteros.Quando deve
MAIALE mostaccioli vengono modellati in essere cucinata, la carne (si cal-
forme tradizionali come cola una fetta e mezza a persona),
Dosi per quattro persone figure femminili, cuori, pesci, va lasciata per una notte sotto
gr. 300 di porcini; il succo di un colombe, cavalli, cestini, ecc. l’acqua corrente. La si mette
limone; gr. 400 di lonza di quindi in una teglia con 250 gr. di
maiale; 4 fette di pan carré; TEGLIA ALLA CALABRESE vino bianco secco, 100 gr di olio,
qualche foglia di salvia; sale; una manciata di semi di finoc-
pepe; Ingredienti:400 gr. di pomodori chio, qualche foglia di menta,
olio. selvatici piccoli, 1 bicchiere di una buccia di arancia grattugiata.
Procedimento: scegliete dei olio, 1 cipolla, pepe e peperonci- Si passa in forno a 200° e a metà
porcini possibilmente con i cap- no, 2 filetti di acciuga, 1 bic- cottura si toglie dal forno. Si
pelli non troppo grossi e tutti chiere e mezzo di vino bianco, recupera tutto il sugo, che si
uguali. Lavateli bene, scartando i 400 gr. di maccheroni, 200 gr. di unisce a mezza tazza da latte di
gambi, ed immergeteli in acqua prosciutto affumicato, pecorino miele e a un cucchiaio di peper-
acidulata con succo di limone, in grattugiato, burro. oncino in polvere. Si lavora fino
modo che non anneriscano. Preparazione: Cuocete i mac- a che sia ben amalgamato e si
Tagliate la lonza a dadini grossi cheroni senza sale. Intanto roso- rimette il sugo nella carne. Si
piu’ o meno come i cappelli dei late i pomodori selvatici nell’o- ripassa in forno e si fa ultimare la
funghi. Dividete ogni fetta di pan lio, unite la cipolla tritata e un cottura. Prima di servire, coprire
carrè‚ in quattro parti. Ora pizzico di pepe e peperoncino, i la carne con il sugo ottenuto.
preparate gli spiedini, infilandovi filetti di acciuga diliscati e vino
un quadretto di pane, uno di bianco sufficiente per far cuocere CAPITOLO XXXI: Tradizioni
maiale, un fungo, una foglia di il sugo a fiamma bassa, popolari: il ciclo del pane, il
salvia e così via, ripetendo gli mescolando spesso. Quando i rito del maiale e le feste.
ingredienti nell’ordine descritto. maccheroni saranno a metà cot-
Salate e pepate gli spiedini, spen- tura, conditeli con burro e pecori- Bisogna tentare di salvare quanto
nellateli con molto olio e met- no grattugiato. Stendete uno stra- più possibile delle nostre culture
teteli a cuocere sulla griglia gia’ to di maccheroni conditi sul popolari, prima che esse scompa-
calda, girandoli piu’ volte e spen- fondo di una pirofila imburrata, iano per sempre.
nellandoli spesso con olio. copriteli con uno strato di pro- Questi antichi riti tradizionali
Ritirateli dal fuoco quando li sciutto affumicato, poi versate un hanno resistito per secoli nella
vedrete ben dorati e croccanti. po’ di sugo e ricoprite con gli altri cultura orale, ma oggi é sempre
maccheroni. Ripetete l’oper- più difficile far capire alle nuove
MUSTAZZUOLI azione in questo modo fino alla generazioni come la vita rituale
fine del sugo. Cospargete in di un popolo non nasceva per
Ingredienti: superficie altro pecorino abbon- caso, ma si stratificava su abitu-
1/2 litro di miele di fichi; farina dante, poi passate la teglia in dini alimentari, culti pagani, e
q.b.; 4 uova; g. 100 di mandorle; forno caldissimo per 30 minuti. precise motivazioni materiali.
chiodi La giustificazione rituale di un
di garofano; la buccia di un’aran- CARNE ‘NCANTARATA” accadimento era costruita total-
cia; g. 200 di zucchero. mente a posteriori dell’avveni-
Preparazione: Amalgamate il Ingredienti:Lonza di maiale una mento stesso.
miele di fichi con una quantità di fetta e mezza a persona,250 gr di Il rito della quaresima e del
farina sufficiente ad assorbirlo vino bianco secco, 100 gr di olio, “Carnem Levare” non nasceva da

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una esigenza religiosa, ma dalla Le tradizioni festive dell’inverno proprio forno, specialmente nel
necessità materiale di non spre- avevano inizio il 6 dicembre con centro abitato e quindi alcune
care risorse, di conservare il frut- la tradizione della distribuzione dovevano utilizzare i forni degli
to del lavoro di conservazione di piccoli pani detti “panetti di S. altri. Quante cose sono andate
delle carni di un intero inverno in Nicola” (Santo Patrono del perdute dai tipi particolari di pane
parte anche per la stagione estiva. paese) ai ragazzi, che li andavano che si faceva allora come le
Se i contadini avessero mangiato distribuendo per le case cercando “navette” delle pitte lunghe e
per tutto l’inverno carne fino a di averne in cambio qualche morbide, ai “chiericheddri”, dei
primavera e dunque a Pasqua, la dono, come fichi secchi o for- piccoli pani con un cerchio a
pochissima carne prodotta non maggio o qualche monetina. forma di chierica disegnato
sarebbe mai bastata per il resto Il tredici dicembre con Santa sopra, ai “tortani” grandi
dell’anno. Ecco che da tale esi- Lucia cominciava la stagione ciambelle di pane intrecciate
genza conservativa, la chiesa delle festività religiose natalizie, attorno ad un buco, ai grossi pani
inventò letteralmente il rito della con la preparazione della cuccia di tre o quattro chili, che dove-
quaresima. che era una minestra costituita da vano servire per almeno quindici
Le risorse erano pochissime e tredici varietà di legumi e cereali giorni ed erano meglio conserv-
dovevano essere usate con parsi- senza zucchero con olii ed altri abili.
monia. condimenti, che andava mangiata Alla fine dell’inverno giungeva il
La vita delle nostre genti era calda. carnevale con il rituale dei “fraz-
prevalentemente rurale, con i L’uccisione del maiale nel perio- zarati” persone travestite di
ritmi scanditi dalle stagioni e do invernale era il giorno più stracci fino ad essere irriconosci-
dalle alterne fortune dei raccolti. importante dell’anno per una bili, che andavano in giro casa
La qualità della vita era molto famiglia, poiché significava per casa per ottenere dei doni.
bassa, ogni casa aveva un arredo provviste e cibo per tutto l’anno a I giochi a Mendicino erano
disadorno e spoglio, gli animali venire , e quindi si festeggiava divers: si andava dal seicentesco
erano o dentro casa od appena con grandi libagioni colletive, “stirillo” detto a Napoli “mazza e
fuori; nelle case dei contadini con inviti tra parenti ed amici e piuzo”, allo “strummulo” trotto-
non esistevano neanche i camini vicini di casa che aiutavano nelle la, ma sopratutto al gioco colletti-
come noi li intendiamo con le faccende domestiche e partecipa- vo del formaggio o “ruoddru”.
canne fumarie, il fuoco si accen- vano del rito collettivo. Questo gioco consiste nel roto-
deva in mezzo ad una stanza ed il Questo ripetersi di inviti recipro- lare più lontano possibile lungo
fumo defluiva attraverso gli ci tra le famiglie di un quartiere un percorso prestabilito un disco
intersizi dei coppi di copertura, in occasione del maiale era il di legno o più spesso una forma
lasciando neri di fuliggine tetto e simbolo di una vita comune che é di formaggio duro, e si gioca in
pareti. ormai scomparsa. due squadre che hanno a dispo-
Ogni stagione aveva i suoi precisi Durante le feste natalizie la strina sizione un certo numero di tiri per
rituali scanditi dalle variazioni era uno splendido momento di ciascuna. Questo gioco presso i
climatiche. aggregazione collettiva, dove una greci era uno dei giochi del pen-
L’autunno portava con sé la rac- serenata ad un amico diveniva il tathlon olimpico e presso i
colta dei funghi e delle castagne. pretesto per cantare e ballare e romani veniva giocato da grandi
Queste ultime costituivano una mangiare tutti insieme. personalità come Catone o
grande ricchezza per Mendicino Mangiare carne era un evento Mecenate.
poiché erano (ed in parte sono raro infatti i contadini erano chia- Vorrei sottolineare che tutte
ancora) di grande qualità e veni- mati fino al 1600 “mangiafoglie” queste tradizioni hanno in
vano usate come merce di scam- perché la loro dieta era prevalen- comune una partecipazione col-
bio con altri paesi che non ave- temente a base di verdure e legu- lettiva di una comunità più ampia
vano tale ricchezza. mi. di un nucleo familiare, e cravano
E quindi si cucinavano arrostite o Anche il pane veniva fatto in casa un affiatamento tra le persone
bollite, e si facevano anche i pis- più o meno ogni quindici giorni e anche non consanguinee che
tilli che spesso prendevano il anche in questa occasione una o andava al di là della necessità
posto del pane di frumento come più famiglie si riunivano e si aiu- materiale di manodopera, creava
companatico del pasto. tavano nelle faccende dalla rac- un vero rapporto umano, la piaz-
Erano detti pistilli perché pestati colta della legna, all’impasto del za come agorà della comuni-
nelle pile di legno per essere pane alla gestione del forno. cazione del paese era un fatto
sbucciati. Non tutte le famiglie avevano un reale di tutti i giorni e questo con-

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solida in me l’idea di una vita in lingua spagnola in modo tale che non sono infre-
quatidiana che fino a circa quar- “Cratos”, potente, impetuoso in quenti i casi di litigi e risse.
anta anni fa era totalmente diver- in lingua greca.
sa da quella di oggi, più lenta i “Potame”, potamos,fiume in lin- I reputi o reputati erano dei
cui ritmi erano regolati dalla gua greca lamentatorie o lamentatrici fune-
nostra cultura etnica e non “Cantaru”, cantaros, vaso in lin- bri a pagamento, in voga nel
imposti da un elettrodomestico. gua greca; 1700. La famiglia dell’estinto li
“Iannivoe”, una nuvola di parti- chiamava per rendere più spetta-
CAPITOLO XXXII: La lingua colare forma che preannuncia colare il funerale.
mendicinese: toponomastica ed l’arrivo della pioggia Sitazzu o crivu era denominato il
etimologia dialettale. “Turrieru”, contadino custode setaccio per la farina.
del terreno La parola catringulu che signifi-
“ Caratteristica di buona parte dei ”‘Ncecarrune”, scarabocchio ca arnese instabile o poco affid-
Mendicinesi è stata quella di ”‘Attripuzzatu”, appoggiato abile deriva dal latino graticula,
avere un “soprannome” aggiunto “ Ciomma”, bitorzolo cioé griglia per cuocere le carni;
al proprio nome e cognome.(...) “‘U ‘mmocarano”, l’uomo nero da graticula deriva anche la gra-
Esso traeva origine dai mestieri, e cattivo diglia che in mendicinese vuol
caratteri, posizioni personali e “Addrumare”, accendere dire griglia per il fuoco.
dalle più varie e impensabili cir- “Cufuddrare”, dal latino cofil- Vaddranu o vallanu é la castagna
costanze. Ora vanno sparendo. lare, riempire fino all’orlo bollita e deriva dall’arabo ballut,
Un esempio tipico è quello dato “‘Ntantaviglia”, dormiveglia castagna.
dai soprannomi coi quali, nel “A lintierna ari cecati”, la Catoio, piccolo magazzino inter-
corso dei secoli, si è ramificata e lanterna ai ciechi rato ha origine dal greco katogeo
contraddistinta una stessa “Quannu iettanu i chiantuni ove kato=giù e geo=terra, dunque
famiglia. l’arberi ‘ncignanu a more” ; sotto terra.
quanto nascono gli arbusti gli Naca , in mendicinese vuol dire
Etimi, nomi dialettali di local- alberi cominciano a morire culla dal greco Naka con lo stes-
ità,vocaboli e detti popolari. “Difesa”, terreno demaniale che so significato.
il re manteneva fuori da i feudi Turrieri , significa contadino a
“U’ cancieddru” tra S. Bartolo e dei vassalli , e concedeva per servizio del signore, che occupa
Malacieddru era della famiglia diritto di erbatico e legnatico etc. una casa colonica detta turre.
Magliocchi ai sudditi più poveri; però i feu- (Nei vecchi atti notarili di
Contrada “la Macchia” verso il datari di prepotenza la requisi- Mendicino si trova: turre de fab-
Rizzuto era dei Campagna, ma fu vano, da cui il nome “difesa” , brica)
la dote che una Campagna portò sfruttandola per i loro interessi. Tale vocabolo trae origine dal ter-
in dote ad un Martirano. La “passatella” ovvero il patrune mine militare capitano torriero
I Cozza di Pantanolungo avevano e sutta: si tratta di un gioco fatto che era il capo della guarnigione
la residenza in Mendicino accan- con le carte napoletane tramite il che presidiava le torri di avvista-
to alla Chiesa di S. Giuseppe, e quale i due vincitori (patrune e mento situate in tutta la Calabria
nell’atto Notarile del 1808 sutta patrune) decidono chi, tra i per difendersi dalle invasioni
Michele Cozza divide sul letto di partecipanti, ha diritto a bere saracene o moresche.
morte ai figli numerosissime pro- (prevalentemente vino) e chi, Vallo o vallone deriva dal latino
prietà, tra le altre, oltre la casa a invece, resta all’umbra, cioè vallus che significa palo e da val-
fianco della chiesa di S. Giuseppe all’asciutto. L’abilità, nel corso lum che vuol dire palizzata,
con annesso un pezzo di uliveto, del patteggiamento e della dispu- recinto.
la Torre di Fabbrica ed il grandis- ta, consiste nell’imbrogliare l’al- Laciertu: con questo termine a
simo appezzamento di Castagneti tro (il “patrune” cercherà di Mendicino si indica un pezzo di
da frutto in Contrada Rielli. favorire con arte e raggiri, pro- carne del maiale, e l’etimo deriva
“Vigno Caldo”, si chiamava così prio il “nemico” del “suttapa- dal latino lacertus che significa
perché il vigneto sottostante la trune” e viceversa) . Alcuni gio- muscolo.
roccia era riparato dal vento e catori sono così abili da far Lamato o Lamu, vuol dire
dava un buonissimo vino. rimanere qualcuno senza bere e ammuffito, marcito dal latino
“E’ chiatratu”, è ghiacciato, da senza che lo stesso abbia capito lama che vuol dire pantano.
chiatros, ghiaccio in lingua greca di chi sia veramente la colpa. Luntrune vuol dire vagabondo,
“bbuffettune”, bofetòn, schiaffo Insomma il gioco si ingarbuglia perditempo e deriva dalla radice

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tedesca landerun che significa Giarra deriva dall’arabo garra, cioé uomo basso, nano.
uomo che corre per la terra, vaso di terraglie per acqua. Stilluzzu deriva dal greco stilla
vagabondo. Cuccuma é una brocca rotonda ossia colonnetta corrispondente
Palazza deriva dal latino per l’acqua e deriva dal latino alla stazione stillida degli antichi
palatium, costruzione palazzo. cucuma. itinerari dei coloni greci.
Ed indica generalmente una ‘Mposta vuol dire porzione deri- A visciula significa ciliegia sel-
località in cui affiorano ruderi va dal latino posita con lo stesso vatica.
antichi dal terreno. significato. Cozzo Sodaro significa luogo
Parmientu o Palmientu dal lati- Stigliula ossia coratelle di agnel- fermo stabile, roccioso.
no pavimentum che significa lo e pollo deriva dal latino extilia Curinu deriva dal greco koro
deposito alimentare. ossia intestini. ossia parte alta.
Ceddraru o cellaru deriva dal Vrasciola polpetta di carne deri- Lapristune significa in mendici-
latino cellarium, deposito per va dal tardo latino vrascia cioé nese vagabondo, raccoglitore di
derrate alimentari, locale per la brace. foglie ed erbe, infatti deriva dal
pigiatura del vino. Lissìa, dal latino lixiva, cenere latino rapistrum che era una cico-
Cudinipulo significa pipstrello. impastata per lavare i panni. ria pelosa.
Quartana deriva dal latino quar- Vajana vuol dire baccello e deri- Strina ossia serenata deriva dal
tana, ossia febbre di quattro va dal latino faba bajana cioé latino strenus e significa beneau-
giorni. fava di Baja. gurante.
Sarmientu o sarmento cioé vit- Mannara é una scure che si Sugna ossia grasso di maiale
igno deriva dal latino sirpere afferra con due mani, dal latino deriva da axe ungo cioé l’azione
ossia potare le viti. manuaria. di spalmare del grasso per ungere
Sciabbaca, soprannome mendici- Granza, crusca o buccia di grano, gli assi del carro nei contatti con
nese di una famiglia, deriva dal- dallo spagnolo granzas e dal lati- le ruote.
l’arabo shàbaka ossia rete da no grandia ossia residui grassi. Taddru o Tallo deriva dal greco
pesca, cioé famiglia di pescatori. Ruoddru o Ruollu , ossia rotolo tallos ossia germoglio.
Cursune ovvero serpente deriva dal latino rotolus ovvero rotella. Timpa deriva dal greco tympòs
dal latino curtio, curtionis cioé La varchera o follone o follatoio ovvero rilievo del tereno, cumu-
vipera. o fuddrune , era una macchina i lo.
Spasa, ossia cesta larga e piatta cui magli battevano le stoffe, trat- Termine deriva dal latino
deriva dal latino expansa con lo tate con acqua ed argilla per dare Terminus ossia limite.
stesso significato. loro la consistenza del feltro. Troppa deriva dal latino troppus
Astracu o Astraco era il balcone Erano in uso nel 1600 circa in ovvero mucchio.
od il tetto della casa e deriva dal tutto il regno di Napoli. Valigia deriva dall’arabo waliha,
greco ostrakon pietra, poiché Esistevano dei folloni o follatoi ossia sacco di grano.
anticamente i tetti ed i balconi in contrada Pasquali in località Cozzo Laurata é una altura in
erano costruiti in pietra. Torre Folloni. Mendicino il cui etimo driva dal
Strummulu deriva dal greco Ervanetta o Arvaniettu significa greco “Laure tòn armòn” italian-
Strombolos ossia trottola. bosco di pioppi tremuli dal ter- izzato in laure delle armi che sig-
Motta deriva dal francese mocte mine osco arvani con lo stesso nifica invece letteralmente asceti
e dal latino motu, e significa significato. delle Grotte. Era dunque un romi-
blocco di terra staccatosi dal Li Spanoli , contrada di torio forse di epoca basiliana o
monte, frana. Mendicino in località Cappelli successiva su cui poi sarebbe
Monacieddru é il folletto benefi- Sottani, in cui doveva essere un nato un monastero ed il culto
co ma dispettoso di casa. insediamento spagnolo. della chiesa di S. Michele.
Timpa Perciante é una località Petrarizzu località il cui nome Chianca era la lastra di pietra
rocciosa di Mendicino che deriva vuol dire luogo pietroso, cava di usata come espositore dai macel-
l’etimo dal francese percer cioé pietra. lai ed il termine deriva dal greco
bucare. Tantilli o Tantiddri significa plax, piatta, panca di pietra
Taverna de li Pasquali, era il zona di piccola estensione in cal- divenuto chiata, o chianca.
nome di Via Pasquali fino al 1809 abrese antico. Linza significa striscia di terreno
e deriva dal latino Taberna che Terre donniche significa terre del piano.
era il luogo di sosta, ristoro e signore del feudo. Serrune vuol dire grande cresta
cambio cavalli per le strade Paparuzzo vuol dire zona di pic- di monte.
romane del Cursus Publicus. coli uomini, dall’osco paparu,

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Serra significa zona di collina.
Cannalisi o candilisi è un nome
di località e deriva il suo nome
dalla candila che é il pioppo bian-
co.
Farneta vuol dire bosco di
farnie.
Riace vuol dire ruscello.
Manca vuol dire sito riparato,
ottimo sito.
Guagliune vuol dire ragazzo di
strada dal marsigliese vuaiù, che
deriva da voie termine che in
francese significa strada.
Mustazzo vuol dire baffo e deri-
va dal greco mustax ovvero
bocca.
Muoio deriva da una unità di
peso e unità agraria detta moggio,
unità di misura del terreno cor-
rispondente ad 1/3 di ettaro.
Parmu o palmo é una unità di
misura lineare che corrisponde al
palmo della mano.
Scapece o Scapecia era una salsa
di aceto e spezie per conserve in
uso sin dal 1500 e deriva dallo
spagnolo escabeche che deriva a
sua volta dall’arabo shabet ossia
salsa, sciroppo.
Majddra o mailla deriva dal lati-
no magida ossia vassoio.
Tuminu ovvero tomolo unità di
Cozzo di “ Mendicino lo Vecchio” visto dall’Acheronte
misura degli aridi estesa nche ai
terreni equivalente a 42 kg, deri- cioé 5,250 kg, dal francese stouf. un saio ed esistevano dunque biz-
va dall’arabo Thum, termine di Scirubetta sciroppo con la neve zoche francescane, carmelitane
unità di peso in uso sin dai tempi deriva dal turco serbet ossia etc. L’etimo deriva dal francese
delle prime invasioni saracene. sciroppo. medievale bigoz, termine con cui
Curiosità: a Napoli il tomolo si Sciammella o sciammerga ossia veniva indicato il frate converso
misurava raso alla superfice del rapporto sessuale veloce, il cui in un convento, cioé l’addetto ai
recipiente, mentre in Calabria si etimo deriva dal nome della lavori manuali (1300 circa).
misurava colmo a forma di cono giubba lunga dei militari spagno- “Virgo in capillis: si definiva
sulla superficie del recipiente, e li durante l’età vicereale. Cioé un nel catasto onciario una donna
dunque un tomolo a Napoli era di rapporto talmente veloce che non non ancora sposata che stava in
42 kg ed invece in Calabria era di si toglievano neanche la sci- casa e che teneva ancora i capelli
circa 50 kg. ammerga, cioé la giubba! raccolti, e li avrebbe sciolti solo
Una ruva di grano corrispondeva Milogna é il nome mendicinese in occasione del suo matrimonio.
ad un tomolo e mezzo coé 75 kg. del tasso in latino meles, meles. Langella, brocca per l’acqua e
Munzieddru o Menziellu cor- Vizzoca si definisce oggi una per il vino dal latino lagaéna
risponde a metà tomolo cioé 21 persona ipocrita dedita ai formal- ossia brocca.
kg. ismi della fede, cioé bigotta; N’cignàre, iniziare cominciare
Quartu o quarto corrisponde ad Nel 1600 erano dette suore biz- deriva l’etimo dal greco kainòs
un quarto di tomolo cioé 10,5 kg. zoche le monache laiche di casa, ossia nuovo; termine che a sua
Stuppieddru o stoppolo cor- nubili e addette ai lavori domesti- volta deriva dalla festa ebraica
risponde ad un ottavo di tomolo ci, esse in origine indossavano Egkainìa, festa annuale ebraica

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che celebrava l’inaugurazione del Puommula, nome di località di mazione, biforcazione. Gregna:
tempio di Gerusalemme. Mendicino che deriva l’etimo fascia di grano dal latino gre-
Pede avanti pede, dal greco pous dal latino Pomula o Pomularia, mium che significa grembo.
kata podos, piede avanti piede, ossia giardino di alberi da frutto o Timugna: covone di grano com-
procedere lentamente. frutteto; infatti pomum é frutto e posto da molte gregne. Salinaru:
Piccio o piccìare, portare pomus è albero da frutto. venditore di sale. Pilacco:deriva
scalogna con un piagnucolio Bardascia o bagascia è il ter- dai nomi oschi Pel-lakw e cioé
lamentoso e pieno di rammarico mine con cui si definisce una zona caduta nel lago,e quindi
e di rimpianti; dal latino pipiare o donna di facili costumi, l’etimo zona fangosa. Ruga deriva dal
pìipilare, ossia il pigolare degli deriva dall’arabo bardag che sig- greco rrugon che significa piega,
uccelli. nifica giovane donna bianca strada . Taberna deriva dal latino
Stutàre, spegnere, chiudere, divenuta schiava di guerra; la antico tavernon che significa
ridurre qualcuno al silenzio; parola si trasformò nel francese alloggio, tenda. Camarda era la
deriva dal latino extutari che sig- bardache e poi in italiano bardas- tenda degli accampamenti dell’e-
nifica difendersi, mettersi al cia. sercito bizantino. Mandarinos è
sicuro. Ed è scontato che la prima Incasare vuol dire riempire il porco castrato attestato in Stilo
azione di difesa in caso di attacco spingendo e deriva dallo spagno- nel 1115. Buccaplanula è un
nemico é ridursi in silenzio ed al lo encasar e dal latino incapsare cognome che deriva dai termini
buio. con lo stesso significato. latini bucca e planula e significa
Trupia , improvvisa tempesta o Ammarrare vuol dire accostare, bocca di cesta, attestato come
temporale estivo dal greco tropa- coprire, chiudere; la parola deriva cognome in Mendicino nel 1324.
ia (dal verbo trepo che significa dal latino ad marrare con lo stes- Caputo dal latino caputus che
volgere, cambiare) volgimento so significato; infatti la marra era significa dal grosso capo, attesta-
metereologico. una zappa triangolare che i conta- to in Rossano nel 1325. Scanca o
Turzo, grezzo, rozzo dal greco dini usavano per costituire e Sganga vuol dire grappolo
thursos, che era il bastone attorni- spostare cumuli di terra destinata d’uva. Terrata toponimo che
ato di edera e di pampini di vite in seguito a coprire letami o significa ovile. Scavello: gli
sormontato in cima da una pigna fossi. Slavoni o Schiavoni erano popo-
usato dalle baccanti nelle feste Arrugnare vuol dire raggrinzire, lazioni slave prese prigioniere e
baccanali, nell’antica Grecia e rattrappirsi deriva dal latino ad arruolate a forza nell’esercito
nelle colonie. L’epiteto deriva dal rugare e cioé increspare, corru- bizantino durante le guerre nelle
bastone con la pigna che veniva gare. aree balcaniche, e poi venivano
affidato all’uomo più ubriaco, più “loggia de manganieddri” vuol arruolati anche per le campagne
thursos, ossia il re della festa, a dire giardino di alberi di gelso contro i Longobardi nell’Italia
fine di burla. dedicati alla coltivazione del Meridionale. Quando essi termi-
Vrenzula, straccio o parte logora baco da seta. Il soprannome “e navano il periodo di ferma obbli-
di veste, stracciona, vagabonda, manganieddru” è quindi da gatoria essi venivano lasciati
deriva da brandula ossia brandel- attribuirsi ad una famiglia che liberi ed ottenevano parte delle
lo di stoffa. esercitava in passato tale attività. terre conquistate in assegnazione,
Zeppola, tipico dolce calabrese Enfiteusi: locazione di una pian- ecco perché tutta la Calabria è
deriva dal latino cymbula, picco- tagione dal greco emphiteuo, io ricca di contrade denominate,
la imbarcazione fluviale dal pianto; schiavello, schiavone, schiavo-
fondo piatto e dalle estremità nea, scavello etc. erano i nomi
arrotondate in uso in epoca bizantini delle località assegnate
romana, termine diventato poi in Galdo o gastaldo era il governa- agli slavoni. Corina de li rielli:
tardo latino zippula. tore longobardo, forse il cogno- deriva dal latino religo raccolgo,
Zoccola, topo o femmina del me del la famiglia Gaudio deriva e dunque significa altura dei rac-
topo o per associazione donna di appunto dal Longobardo Guald. colti. Scannelli: significa campi
facili costumi deriva dal latino Bombini: dal greco bombos che coltivati ad orzo, Skandja signifi-
sorex, soricis ossia topo che in significa ronzio, rumore, per tras- ca infatti orzo. Grancia: è un
tardo latino al femminile divenne lato esteso al rumore dei corsi francesismo diffuso e significa:
sorcula e poi zoccola. d’acqua. Serruni: in osco vuol antica fattoria dei monaci.
Zumpare, saltare fosso dal greco dire dirupo; Mola: dal latino Riciettu: significa recinto, per cui
sumpàizen, designante il giocare mola, macina del mulino. Le for- la espressione dialettale mendi-
saltellante tipico dei fanciulli. chie: dal latino furca, forca dira- cinese “piglia riciettu” significa

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sta calmo, torna al recinto. condannati a morte al patibolo. Cerisanari.
Mongioya: nicchia con immagi- «Vucchi larghi ‘e Cerisanu e
ne di Santo, dal francese antico. latracchiuni de Maranu»
Ripa: fianco, ciglio di monte. Toponomastica e glottologia: «Vucchi larghi ‘e Cerisanu e
Timpa: burrone, è una antico Principali variazioni fonetiche cursunari e Mennicinu»
temaindo-europeo. Terravecchia: linguistiche in Mendicino:
indica un luogo di ruderi abban-
donati. Parochus: approvvigio- PL diviene CH
natore di magistrati dell’impero Plumbum - Chiummu Capitolo XXXIII: La lingua
romano in viaggi di ispezione. Plenus - Chinus delle origini
Vanilla: viuzza deriva dal nor- Plus - Cchiù
manno. Posterula: deriva dal lati- Platea - Chiata o Chiazza
no e significa porta secondaria e Planca - Chianca Lo studio comparato degli antichi
posteriore in uso già in età impe- idiomi dei paesi che si affacciano
riale per indicare le porte delle LL diviene DDR sul bacino mediterraneo ci ha
mura Aureliane di Roma. Sculato Folla - Fuddra condotto ad una conclusione: esi-
o sculata: malandato, male in Rollo - Ruoddru ste sicuramente un nucleo di
arnese deriva dall’usanza seicen- temi, radici, fonemi primari che è
tesca dell’Italia meridionale di BR diviene VR comune a tutte le lingue del
mettere i cadaveri su un piano Broccoli - Vruocculi mediterraneo. Ebraico, arabo,
inclinato detto colaturo a scolare Brace - Vrascia sanscrito, greco e latino non sono
gli umori di morte. Per cui scula- Breccia - Vriccio comparti stagni ma invasi comu-
to significa malridotto, morto. Braca - Vraca nicanti, il cui interscambio é pro-
vato da matrici e temi comuni. In
NCI diviene NZ particolare la lingua antica delle
Verrilla o verrina significa bri- Pancia - Panza regioni meridionali italiche, i cui
gante, trivella, oggetto di nessun Lancia - Lanza termini sono conosciuti dai dia-
valore, deriva in senso spreguati- Cenciula - Zenzula letti e dal corpus delle lingue
vo dal verre, maschio del maiale pre-greche ritrovato in varie
non castrato, che non era più La rivalità con la vicina iscrizioni, é stata oggetto di con-
buono da mangiare e quindi di Cerisano. fronto con i temi linguistici ripor-
nessun valore. Camorra deriva tati nei catasti onciari del regno
da humur (arabo) gonna del Famosa la rivalità con la vicina delle due sicilie della metà del
costume da festa delle contadine, Cerisano per cui gli abitanti di 1700, ed i risultati sono sorpren-
serviva a coprire i difetti di una Mendicino invocavano: denti... Conosciamo ora il signi-
donna e per traslato della società. «Madonna du Rusariu ‘e ficato di moltissime parole e
Ferusculo: folletto notturno in Mennicinu, manna na pestilen- toponimi, che ci aiutano a scopri-
dialetto calabrese. Tricare: signi- za a Cerisano, mannala forte re un mondo nuovo ed inesplora-
fica fare in fretta, sbrigarsi e deri- cumu na quartana, ca ‘un ci to, fatto di termini semplici ed
va dallo spagnolo triego, la vela restassi na persuna sana» onomatopeici che descrivono
più grande dell’albero della nave, (Madonna del Rosario di una realtà primordiale di monta-
che si spiegava per andare più Mendicino, manda una pestilenza gne, acque, fiumi, alberi, boschi
veloce. Caciocavallo: termine a Cerisano, mandala forte come che ricorda come simbolismo il
seicentesco dell’Italia meridiona- una febbre quartana, in modo che linguaggio delle tribù native
le. I contadini ed i massari più non rimanga una sola persona americane. Della lingua detta
ricchi scendevano dai paesi nelle sana). osca o mediterranea che le entità
città con i cavalli bardati di corde Non si digeriva neanche il fatto tribali del sud Italia ( Choni,
a cui erano legati i pezzi di cacio che, in dialetto gli abitanti dei Osci, Enotri, Morgeti, Ausoni,
a mò di decorazione, e per trasla- due centri venissero chiamati, Serdaioi), parlavano all’arrivo
to è rimasto il nome ai formaggi Cerisanisi e Mennicinari. Questi dei colonizzatori greci, abbiamo
che erano così appesi ai cavalli. ultimi, ritenendo quasi dispregia- pochissime iscrizioni in alfabeto
Pennone: stendardo rosso con tiva la loro denominazione, cer- greco arcaico, poiché queste
sopra le armi regie che veniva carono in tutti i modi di mutare popolazioni cominciarono a
utilizzato dal ministro del tribu- anche quella dei convicini in conoscere la scrittura solo dopo il
nale a cavallo, per condurre i Cerisanari. contatto con la più avanzata civil-

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tà greca. Il linguaggio sicuramen- dai temi osci-mediterranei mele) MA-LEGHW ovvero
te variava tra una entità tribale e MEN(S)-KY-NEBWH ossìa “frutti raccolti”. EVOLI (contra-
l’altra, ma probabilmente mante- “una montagna alta tra le nuvo- da di Malito) deriva il suo nome
neva una parte comune su cui poi le”, questa definizione evoca lo dai temi osci-mediterranei
si innestavano variazioni. sperone di roccia ove sorgeva EBWH-OL ossìa “acqua oltre”,
Dunque la identità etnica delle Mendicino Vecchio che ancora dunque il promontorio oltre l’ac-
antiche popolazioni meridionali oggi nelle giornate nebbiose qua , al di là dell’acqua (il fiume
italiche é più confusa che mai. emerge possente. Il tema MEN Savuto). ALIMENA (contrada di
Erano popoli con una lingua (montagna, pietra) è presente in Mendicino) deriva il suo nome
compiuta, con proprie usanze e tutta l’Europa sin da tempi remo- dai temi latini AD-LIMENA
tecnologie ormai consolidate ben tissimi come testimoniano i temi ovvero terra posta ai confini, ai
prima della colonizzazione elle- nordeuropei DOLMEN cioè limiti del territorio. PANDOSIA
nica, ma l’origine di quelle genti, “pietra piatta” e MENHIR ossìa (contrada di Mendicino presente
come dimostra la complessità e la pietra appuntita. MALANIA nei catasti onciari spagnoli e fran-
varietà del loro linguaggio, conti- deriva il suo nome dai temi osci cesi fino al 1809) deriva dal ter-
nua a rimanere un mistero...Ecco MAL-ANY-GHJOM ovvero mine greco PANDOSIEON a
alcuni esempi di decifrazione di “mal posta terra”, la terra mal sua volta derivante dai temi osci
toponomi arcaici di età pregreca situata; NINAIA (con ogni pro- PAN-DO-GHJOM “tutto dare
in lingua osca: babilità S.Donato di Ninea) deri- terra”, la terra chè tutto dà, la
va il suo nome dai temi osci- terra della fertilità; LACCONI
mediterranei, NEIGH-NEBWH (contrada di Carolei) deriva il suo
ARINTE (forse Rende) deriva il dunque “splendenti nuvole” o nome dai temi osci-mediterranei
suo nome dai temi osci-mediter- meglio (la terra) delle nuvole LAKW-GHJOM , ossìa “corso
ranei A- RIN-TE e cioè (terra) splendenti; BRYSTAKYA d’acqua terra”, la terra sulle rive
“adatta a resistere”; ARTEMI- (forse Briatico) deriva il suo di un lago o corso d’acqua, anche
SION (forse S.Agata d’Esaro) nome dai temi osci-mediterranei se esiste un’altra radice osca
deriva il suo nome dal teonimo BRYS-STA-GHJOM ovvero LAK che significa spaccatura del
ARTEMISIA; ERIMON deriva “muschio stare terra” o meglio la terreno, fenditura che potrebbe
dai temi osci-mediterranei ERIS- terra dove è il muschio; DRYS contribuire all’interpretazione del
MOI(R)N, cioè “alta e protetta” dal tema mediterraneo omonimo toponimo; Esistono in alcuni
o “alta e cinta da mura”; IXIAS che significa “quercia”; PATY- comuni della Calabria molte
(forse Carolei) deriva dai temi KOS deriva il suo nome dai temi contrade denominate Lacconi
mediterranei EKS-AKW e dun- osci-mediterranei PAT-TEKOS (Carolei), Laccata (Canna), o
que “fuori dall’acqua”; è interes- ovvero “piccoli alberi”. paesi come Lago di Amantea;
sante notare come il tema Ixia si SESTION (forse Saracena) deri- RUGA DE LI GERVASI (strada
sia poi evoluto in Isca, toponimo va il suo nome dai temi osci- di Mendicino ritrovata in una
frequentissimo in Calabria e mediterranei SES -GHJOM pergamena del 1560) deriva il
Campania.ISCHIA vuol dire dunque “seme terra”, dunque la suo nome dal tema osco-greco
pezzo di terra fuori dall’acqua, terra dei semi; SIBERINE (sicu- RRUGON che significa flessio-
dunque un’ isola, così come i ramente S.Severina) deriva il suo ne del terreno, strada carrabile;
numerosi scogli ed isole calabre- nome dai temi osci-mediterranei PILACCO (contrada di
si denominati Isca. KOSSA SE-BHER ovvero “sole portare” Mendicino) deriva il suo nome
(forse Cosenza) deriva il suo la terra che “porta il sole, dove dai temi osci-mediterranei PEL-
nome dal tema mediterraneo sorge il sole, del resto sono gli LAKW ovvero “ai piedi del
(K)OS cioè “bocca”;più tardi in stessi temi che formano il nome lago”, appezzamento di terreno
latino il termine K(os) perderà la dell’antica città di SIBARI, ed caduto nell’acqua, nel lago, zona
k iniziale per divenire Os,Oris, anche della città di BARI. di fango; CIERMO (contrada di
cioé bocca; KYTERION (Monte Mendicino) deriva il suo nome
Cocuzzo) deriva il suo nome dai dai temi osci-mediterranei KER-
temi mediterranei poi modificati E passiamo ora ad alcuni dei MOI(R)N ovvero “sporgenza
in lingua greca KY-TER- toponimi più singolari incontrati protetta”, sporgenza cinta da
GHJOM ovvero “ la terra più nel nostro territorio. MALITO mura, munita di protezione;
alta”,ovviamente la cima di (Malito) deriva il suo nome dai MARICANO (torrente di
Cocuzzo; MENEKINE temi osci (poi modificatisi nel Mendicino) deriva il suo nome
(Mendicino) deriva il suo nome latino Maletum cioè campo di dai temi osci-mediterranei

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MARI-KHAN ovvero “corso nei resti delle architetture del pas- senso, visto che Cosenza ben
d’acqua che canta”; VULLO sato. prima dell’arrivo dei romani era
(contrade di Rogliano e Molti altri tasselli del mosaico di gìà la “Brettion metropolis”
Mendicino) deriva dal latino vul- quelle antiche civiltà possono ovvero già la metropoli dei
sus participio di vellere che signi- venire dallo studio degli antichi Brettioni, città dunque con una
fica cadere, schiantarsi a sua nomi dei Topos, ovvero i nomi sua connotazione urbana ed etni-
volta derivante dal tema osco dei luoghi, che mantengono dopo ca.
VELWH con lo stesso senso, e si millenni intatto il loro patrimonio La ricerca doveva portarci molto
dà questo nome a contrade ove ci di idee, notizie, riferimenti alla più indietro nel tempo.
sono molti alberi caduti, che d’e- natura dei territori e dei gruppi I precedenti studi sui toponimi mi
state formano doghe di acqua sui tribali che li abitavano. suggerivano che la radice del
corsi dei torrenti; CARITO (tor- La più grande fonte di notizie non nome andava cercata nel rapporto
rente di Mendicino), che deriva mediate sui topos per l’Italia con la fisicità del luogo ove la
dai temi osci KA-RITO: che meridionale è il catasto onciario città sorgeva.
significano: “che taglia scorren- compilato attorno al 1750 nel Questo perché le popolazioni
do”. regno delle due Sicilie. tribali che abitavano la Calabria
JASSA (torrente di Malito) deri- Questo corpus di dichiarazioni in epoca pre-greca, erano molto
va dal termine osco-greco Jades, reddituali ci fornisce una vastis- primitive ed il loro rapporto con
che significa pioggia, e dunque sima e dettagliata descrizione dei il territorio era assolutamente
torrente ove si raccoglie la piog- nomi delle persone, delle con- diretto.
gia. trade e dei paesi, anche le più Le montagne, i fiumi, gli animali,
piccole e sperdute, con eccezion- il mare, il lago, le nuvole, le
I racconti mitici dei viaggiatori ali descrizioni delle attività eco- rocce, la terra, gli alberi, i terre-
greci che reduci dalla guerra di nomiche, della organizzazione moti, erano gli elementi che
Troia continuavano a fondare sociale. influenzavano la vita primitiva di
città e colonie in tutta la Magna Dal punto di vista dell’archeolo- quelle genti e dunque anche il
Graecia, sono di natura assoluta- gia queste informazioni sono loro lessico.
mente leggendaria. state nettamente sottovalutate, Ho trovato in queste ricerche una
La natura dei nostoi ovvero dei non si è pensato che tutti questi singolare similitudine con il
viaggi di ritorno, è una parte nomi ad una attento esame etimo- vocabolario delle tribù native
importante della cultura magno- logico potessero rivelare notizie americane, in cui le parole sono
greca , ma non è storia, è un sui territori e sui popoli che li esattamente le stesse.
crogiuolo di leggende, invenzioni abitavano e che li avevano abitati Dunque il toponimo COSENZA
letterarie, alcune delle quali in passato. doveva avere un rapporto con il
costruite in epoche molto posteri- Un analisi sistematica dei cog- sito fisico della città, ma quale?
ori a quelle in cui le fondazioni si nomi e dei toponimi dei catasti Il mistero era nella valle, nella
verificavano. onciari, con una classificazione palude, nel fiume…
Così come Virgilio si inventò di di temi provenienti da tutte le
sana pianta il mito della Julia epoche , è l’esatto equivalente di D’improvviso trovo la chiave in
Gens discendente da Enea e dai una analisi degli strati di uno uno scritto del 273 a.C.: è la
suoi seguaci, così tanti altri scrit- scavo archeologico: è possibile citazione in un Fasto Trionfale
tori di tutte le epoche da Erodoto attribuire ogni reperto ( e dunque (annale di guerra latino) della vit-
a Plinio a Strabone, creavano let- ogni topos) ad un epoca precisa e toria delle truppe romane in
terariamente atti fondativi di città definirne, almeno in parte, le sue Etruria contro gli abitanti della
attribuendoli ad eroi o dei o ninfe funzioni e significati. città di KOS. Poi in un fasto di
od altre fantastiche creature I risultati di queste ricerche sono un altro anno una vittoria contro
semidivine, ma ovviamente tali descritti qui di seguito… la città di KOS in un posto com-
leggende mitiche, di grande val- pletamente diverso…
ore culturale e religioso, non ave- Da molto tempo cercavo l’eti- Il fatto mi incuriosisce: ma
vano alcun fondamento storico. mo generatore del nome della quante città di nome KOS esiste-
La storia è molto più prosaica, città di Cosenza. Ma non riuscivo vano e quale significato aveva
costituita da piccoli avvenimenti a mettere a fuoco l’obbiettivo, questa radice ?
pratici che noi possiamo studiare scartavo con un sorriso tutte le Scopro dopo una breve ricerca
nei reperti di scavo, negli uten- sciocchezze dette su una romana che KOS è un toponimo diffusis-
sili, nelle monete , nei resti delle CONSENTIAE, o città del con- simo, attestato in area iranica,

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celtica, ittita, germanica, rano, motagne terrificanti e neb- tema ERON, il cui significato è
islandese, italica con il preciso bie oscure, uomini primitivi arare, scavare, erodere. Dunque
significato di bocca di fiume. spaventati dinanzi alla potenza AK-ERON è semplicemente
Esistono moltissime località con delle forze naturali, sono flas- (corso d’acqua) scavato tra le
questo nome in tutte le aree lin- back di un tempo remoto che alture, tra cime montuose o colli-
guistiche che ho citato innanzi. improvvisamente riappare dalla nari, che scorre tra estremità roc-
Persino in Calabria gli storici notte dei tempi… Saremo in ciose alte. Provate un po’ a fare
greci e romani citano la cittadina grado di cogliere tanta bellezza una passeggiata nello spettaco-
di KOSSA, che si suppone essere che ci giunge dal passato? lare Canyon roccioso degli
sita nel’area di Castiglione di Alimena ove scorre l’attuale
Paludi . Ma il nome Cosenza non CALABRIA è il nome della nos- fiume Acheronte, per farvi una
comincia con la stessa radice tra regione che si ritrova attestato idea di come questo fiume
KOS? Comincio a intravedere la per la prima volta in opera letter- dovesse essere grande ed impetu-
soluzione del mistero… aria del 680 d.C. e che indicava oso nell’antichità, osservate i
Non rimane che da trovare la una più vasta regione merid- segni delle linee di battigia posti
radice della seconda parte del ionale che aveva inizio sulle a più livelli decine di metri
nome e ben presto viene fuori il coste pugliesi del Salento ed sopra il livello attuale del fiume!
tema SENGW(H)-T il cui signi- aveva termine nello strretto di
ficato in lingua osco-mediter- Messina.
ranea è rumore, suono, canto Le radici del nome sono KALA il
(rumore di paludi o corsi d’ac- cui significato in lingua osca-
qua). Da questo termine infatti mediterranea è sasso, pietra
derivano le parole italiane grande, insenatura rocciosa, e
singhiozzo, singulto, ed anche i BREUG(H) il cui significato è
termini sassoni sing e song, cioè rompere, frastagliare, ridurre in
cantare e canzone… piccoli pezzi. Dunque KALA-
Dunque KOS-SENGW(H)-T è BREUGH è rocce rotte, insena-
la bocca del fiume che canta, che ture rocciose molto frastagliate,
scorre rumorosamente, tumultu- ad indicare la natura orografica
osamente. con evidente riferi- del territorio costiero.
mento al rumore delle acque del ACHERONTE, è il nome del
fiume che attraversa la valle. Ma mitico fiume che scorre sotto la
il fiume è il Crati od il suo afflu- città di Pandosia. Le interpre-
ente primario il Busento? Ma un tazioni del nome sono state per
momento …il nome Busento non secoli fantasiose ed incredibili,
è forse costituito dalla stessa legate al personaggio Dantesco
radice SENGW(H)-T? di Caronte, traghettatore di anime
BHU è un tema osco-mediterra- nell’Ade, fiume infernale. Per cui
neo che significa crescere, si è trovato molto logico
innalzarsi, gonfiarsi ed allora attribuire all’etimo Acheron il
BHU-SENGW(H)-T è (il fiume) significato di fiume dei lamenti e
che si innalza rumorosamente. Il delle pene (dell’inferno). Niente
collegamento tra i termini KOS- di più sbagliato.
SENGW(H)-T e BHU- I temi che compongono il topos
SENGW(H)-T mi sembra vera- Acheron di origine chiaramente
mente centrato, tanto più che greco-osca sono: AK, il cui signi-
Crati deriva dalla parola greca ficato è estremo, acuto, alto da
Kratos che significa impetuoso, cui i termini greci di AKRON
fragoroso, ossia sembra la posto sopra, posto in alto da cui
traduzione esatta in greco del ter- deriva Akropolis (città alta), e da
mine osco Busento… cui derivano con ogni probabilità
Queste immagini della nostra il nome di AKRE colonia magno-
terra sono veramente molto sug- greca situata in Sicilia nota oggi
gestive, fiumi che cantano come Palazzolo Acreide ed anche
rumorosamente, terre che respi- il nome della città di ACRI, ed il

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Esisteva una misteriosa città del- Le tribù dei TIRRENOI Altri nomi di città della Calabria
l’area dell’alto Jonio che si chia- derivano il loro nome da antica note da fonti storiche sono:
mava LEUTARNIA, da LEU costruzioni megalitiche che erano LAKROI,ovveroLocri
che è bianco e ARNIA o ARNA situate sulle coste, denominate Epizephiri, il cui nome deriva dal
che è letto incavato di fiume. torri. Infatti THYRRIS è torre in tema LA che è lamento, canto e
Dunque letto incavato di fiume greco e dunque THYRRENOI è dal tema KROI, KREI, che sig-
con pietre bianche. Esiste oggi il popolo delle torri, dunque non nifica furente, cruento, san-
una cittadina che ha nome identificabile in una sola etnia, guinoso. E’ dunque (la terra)
ALBIDONA dai temi osco-latini ma una serie di gruppi e popo- della lamento del furore guer-
di ALBUS che significa bianco e lazioni che costruiva torri sulle riero.
GHJOM che significa terra, roc- fasce costiere della Italia merid- KRIMISSA l’attuale Cirò mari-
cia; dunque terra bianca, delle ionale. na è dal tema greco KREMIZY,
rocce bianche. Che si tratti della SERDAIOI, sono semplice- che significa fiammeggiante,
stessa città? mente il popolo della sera, del ardente, incendiario. Dunque la
Vorrei poi fare qualche osser- tramonto. terra fiammeggiante o del sole
vazione sul nomi che i greci AUSONES sono il popolo del fiammeggiante od altro tema
attribuirono alle popolazioni mattino. simile.
autoctone che abitavano i territori MORGETI sono anch’essi il
della Calabria all’inizio della col- popolo del sorgere del sole, dal KLAMPETIA forse nel territo-
onizzazione ellenica e sui nomi tema MORG, mattino. rio di Amantea dal termine osco-
delle città. OSCI, sono il popolo dalle boc- latino KLAMP che è tempesta ,
Enotri deriva dal termine che aperte, dal tema K(OS), dunque la terra tempestosa.
(W)OINOS-TRIKHONES, ORIS, il cui participio è OSCUS. PETELIA forse Strongoli, è dal
ove il tema (W)OINOS significa IAPIGI è il popolo del fiato, del- termine PET spazio libero e
vino, vite, ed il termine l’aria, del respiro, dal tema osco dunque la terra posta in spazio
TRIKHONES significa in lingua GHYAI che è aria fiato respiro, in aperto.
osco-greca calpestatori, pesta- qualche modo simile al popolo MAKALLA, con buona pace
tori. delle bocche aperte . delle leggendarie gesta di
Dunque (W)OINOS-TRIKHONES PAUCETI, è la tribù dei piccoli Macaone narrate da Omero è dal
è (tribù o popolo) dei calpestatori uomini, degli uomini di bassa tema MAKH ovvero guerriero,
del vino. Il riferimento è dunque statura, dal tema osco PAU, pic- combattente e dunque la terra dei
a gruppi di popolazioni che ave- colo. In Mendicino esiste una guerrieri.
vano come elemento comune la contrada Paparuzzo con lo stesso NEPETIA che deriva il proprio
coltivazione della vite e la pro- significato. nome dal termine osco NEPA
duzione del vino. DAUNI sono il popolo delle ovvero ginestra , dunque la terra
E’ molto probabile il riferimento offerte sacrificali agli dei, dal delle ginestre, o forse dal tema
al Toro, simbolo totemico delle tema osco DAP-NO, che vuol NEBW(H) che è nuvola, nebbia,
popolazioni autoctone pre- dire proprio offerta sacrificale. acqua, corso d’acqua. Dunque
elleniche calabresi, presente nelle LEUKANI, sono il popolo dalla potrebbe essere anche la terra
monete di Sibari ed in quelle di pelle bianca, dal tema osco-greco delle nuvole, o dell’acqua.
Pandosia. LEU, che vuol dire bianco. BLANDA deriva dal tema osco
Altro gruppo di popolazioni BRETTION il cui nome darà BLAGH che è fulmine, folgore.
erano i KH(A)ONES che abita- origine al popolo dei Brettii o Dunque la terra dei fulmini.
va le zone interne dell’alto Jonio Bruttii, deriva dai temi
nell’area compresa all’incirca tra BRECHT-GHJOM ove
Albidona, Oriolo, Canna e BRECHT è un tema indoeuropeo
Nocara. che sta per distruggere, frantu-
KH(A)ONES significa proprio, mare, rompere e GHJOM è terra;
uomini delle caverne, dal tema BRETTION è dunque la terra dei
osco K(A)HON , che vuol dire distruttori. Il tema si trasformerà
caverna, grotta, infatti da esso nell’osco BRUTUS o BRUTIUS,
deriveranno i termini cunnus, con il significato di guerriero ,
fenditura nella roccia, e cuneo. bellicoso, brutale.
Una popolazione con lo stesso
nome era in Epiro.

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TEMESEON ( forse Nocera pressi di Rosarno i cui temi sono ovvero il rumore dei tuoni.
Terinese) deriva dal termine MES ovvero raccolto, messe e Ricordiamo che tuoni e fulmini
greco TEM che significa intaglio, MA, antichissimo tema osco che erano elementi che attraversa-
recinto. Dunque la terra del recin- significa mattino, maturo, assola- vano fortemente i racconti mito-
to , del templio. to. Dunque (la terra) delle messi logici greci, ove era addirittura
A tal fine c’è una interessante rif- mature. attribuito a ZEUS il potere di
lessione da compiere sul tema del LAOS colonia sibarita sull’alto scagliare saette. La stessa cosa
recinto. tirreno deriva dal tema LAOS, accade con la mitologia nordica
Esso è ricorrente in tutta la letter- col signivficato di lavare, scor- dove invece tale potere è
atura antica, dalla Bibbia agli rere, fluire tempestosamente. attribuito a THOR, il dio del
scritti degli storici greci e Dunque il fiume che scorre tem- tuono, figlio di Odino.
romani: In ebraico il taglio del pestoso.
legno con un utensile per la Lo stesso significato ha il nome Al termine EMPORION viene in
costruzione di un recinto è CRATI dal greco KRATOS, genere attribuito il significato di
KARAT, in osco è KAS-TRUM, tempestoso, impetuoso. porto. Non è precisamente così,
ossia strumento da taglio, che per SKYDROS forse Belvedere infatti i termini precisi sono EN-
traslato si trasferisce al recinto in marittimo, deriva dal tema SKY, POROS ovvero, colui che è den-
legno realizzato con l’utensile. scaturire, sgorgare e dunque l’ac- tro un passaggio. E dunque
Nella nostra lingua è rimasto cas- qua che scaturisce, che sgorga. emporion è luogo di passaggio,
trare. SKYLLETION deriva da sede di scambio, ma può essere
In latino l’accampamento recin- SKYLL- GJHIOM, ovvero la posto sia vicino al mare che in
tato è divenuto CASTRUM, è terra spaccata, arsa dal sole. zone interne.
rimasto cioè identico al tema LAKINION, capo Lacinio pres- Il termine SKANDZA-VIA nome
osco. so Punta Alice in Cirò , deriva da di una contrada di Mendicino
In inglese per la fondazione LAKW-GHJOM, ovvero la terra deriva da SKANDZA, che sta per
romana di molte città ed accam- del lago, del mare. terra posta in alto.
pamenti, CASTRUM è divenuto KAULON deriva dal tema KAU Dunque il termine significa la
CASTER e poi CHESTER, che è nascosto, protetto. Dunque contrada posta in zona alta del
dando luogo a numerosissimi la terra nascosta. paese.
nomi di città con questa desinen- LAGARIA la mitica città vicino PILACCO nome di contrada di
za: MANCHESTER, LEICES- Sibari, deriva il proprio nome dai Mendicino è PEL-LAKW,
TER, LANCASTER etc. temi LAK-GHWAR-GHJOM, ovvero ai piedi del lago, del corso
In greco la stessa espressione ovvero la terra spaccata dalle d’acqua. Oggi la zona del Pilacco
strumento da taglio che poi trasla scorrerie, infranta dagli invasori. si trova in una zona molto alta del
in recinto di legno è espressa con METAUROS, ovvero Gioia paese, e dunque quanto doveva
il tema TEM-NO, da cui proven- Tauro, deriva da MET-TAUROS, essere alto il livello del fiume o
gono poi TEMESA, ed il termine ovvero la madre dei tori, la sede del lago, perché il Pilacco si
latino TEMPLUM ovvero recin- di allevamenti di tori, a poca dis- trovasse come ci indica il toponi-
to sacro, tempio. tanza è TAURIANA, con lo stes- mo immediatamente ai piedi del
so significato. lago? E’ un interrogativo davvero
WEHYPPONION, nel territo- RHEGION l’attuale Reggio affascinante…
rio di Vibo Valentia, deriva da Calabria deriva da RHE- Questa è la storia di una parola,
WE-HYPPON-GHJOM, ovvero GHJOM, ovvero la terra della simbolo di quell’enorme patri-
la terra dei cavalli del vento, che linea di demarcazione, la terra monio culturale che si cela nelle
è una tipica rappresentazione della linea di confine. radici della nostra etnia merid-
mitologica magno-greca secondo MAMERTON ovvero il territorio ionale…
la quale le cavalle venivano di Oppido Mamertina deriva dai Mi intrigava molto un antico
fecondate dal vento. (cfr. Plinio temi MA-MER-TON cioè il mat- toponimo meridionale, il termine
nella Historia Naturalis). tino dalla parte del tuono, il mat- ISCA.
WEHYPPONION si trasformerà tino che appartiene al tuono. Dovete sapere che esso compare
nel termine latino VIBONAM Forse in riferimento al Monte almeno in cento comuni del cata-
(VALENTIAM) mentre la sua Olimpo in Grecia, sede di parten- sto onciario Borbonico del Regno
contrazione iniziale WEHYPPO za di tutti i tuoni scagliati da delle Due Sicilie del 1750-53, la
diverrà VEIPO e poi VIBO. ZEUS. più grande raccolta di nomi e
MEDMA O MESMA città nei KROTON deriva da KRO –TON toponimi di cui disponiamo per

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la ricerca storica e linguistica nel tempo perso la sua gutturalità L’anello mancante
nell’Italia Meridionale. e divenuto acqua.
Un termine così ricorrente dove- Dunque da EKS-AKW a IXIA- E’ dal 1500 che gli storici cal-
va avere radici antichissime, KW e poi a IXIA soltanto. Da abresi si interrogano sulla local-
osco-mediterranee sicuramente IXIA sarebbe derivato il succes- izzazione delle città scomparse
pre-greche, ed essere legato alla sivo termine latino INSA ed il del periodo Enotro e Magno-
natura orografica dei luoghi. suo diminuitivo INSULA, con il Greco.
Da una ricerca approssimativa preciso significato di piccola Il primo a porsi in maniera scien-
veniva fuori che esso era legato isola. tifica dinanzi al problema fu
alla presenza dell’acqua. Si trat- Semplice e perfettamente rispon- l’archeologo e numismatico
tava per lo più di contrade vicine dente alla bisogna, poiché cosentino Prospero Parisio, con-
alle rive di corsi d’acqua, a tor- risolveva anche il problema dei giunto di Aulo Giano Parrasio,
renti e fiumi. siti marini. Come si può negare che nel suo libro “Rariora
G.ROLHFS nella sua opera mer- che il nome dell’Isola d’Ischia Magnae Graciae Numismata” del
itoria sui toponimi calabresi lo significhi scoglio fuori dall’ac- 1591, individua con buona preci-
classificava come “striscia di qua? O che gli scogli Isca di sione quasi tutte queste mitiche
terra boscosa lungo un fiume”, Belmonte, ed il paese Isca sullo città ormai scomparse, ne disegna
ma qualcosa non tornava ancora Jonio siano promontori o scogli tutti i conii monetari, e fa diseg-
poiché avevo ritrovato il termine appena fuori dall’acqua ? nare da un cartografo su sua indi-
ISCA, ESCA, colle dell’ESCA, cazione una mappa della
anche in località marine. Del E la misteriosa città di IXIA che Calabria, sicuramente la più pre-
resto gli scogli ISCA di Belmonte dovrebbe essere situata nel terri- cisa del suo tempo, poiché egli
Calabro, il comune di ISCA sullo torio del Comune di Carolei? dice: “Consentinus sum et exacte
Jonio, per non parlare dell’isola Se questa ipotesi etimologia è Magnam Graeciam delineavi”.
d’Ischia, poco avevano a che sufficientemente fondata, il livel- Le città scomparse sono tutte
fare con strisce di terra vicino ai lo del fiume AKERON, che citate da Arintha a Hipponion, da
fiumi. divide Carolei da Mendicino, Ninaia a Pandosia.
Improvvisamente apparve il pas- doveva essere molto più alto del- Quest’ultima è la più interessante
saggio determinate per la l’attuale, in modo da far sembrare di tutte poiché essa era la
risoluzione dell’enigma: la let- l’altura su cui sorge Carolei 2un “basileion (W)oinotrikon”, cioè
tura in uno scritto di 2600 anni fa promontorio fuori dall’acqua”. la capitale dei coltivatori della
circa di un geografo proveniente E’ una ipotesi suggestiva, confer- vite, come i greci avevano defini-
da Mileto nell’Asia Minore di mata in parte dagli studi sulla to le tribù che abitavano il territo-
nome Ecateo. Egli descriveva un paleofrana di Pantano Lungo rio interno della Calabria setten-
elenco di villaggi tribali autoc- effettuati dal Geologo Carmine trionale ai tempi della coloniz-
toni rilevati in Magna Grecia al Nigro. zazione ellenica.
tempo delle prime colonizzazioni Troveremo nei piani alluvionali Prospero Parisio individua
elleniche, e tra questi c’era il vicino al fiume AKERON reper- Pandosia in Mendicino e disegna
toponimo IXIA, identificato dagli ti archeologici dell’antica città di il fiume mitico della città,
archeologi nel territorio di IXIA? Bisognerebbe chiederlo ai l’Akeron, sotto il massiccio degli
Carolei. tombaroli che da quarant’anni Alimena.
Il passaggio dalla parola ISCA a saccheggiano le necropoli pre- Lo storico greco del I° sec a.C:
quella originaria IXIA dava la senti nell’area rocciosa che Strabone ci dà ulteriori indi-
possibilità di comprendere la aggetta sul fiume…. cazioni sulla localizzazione della
modificazione linguistica alla città: essa era costituita da tre
base della combinazione dei due vertici montuosi , ben fortificata,
fonemi onomatopeici osci che e protetta da difese naturali, quali
davano origine alla parola IXIA. strapiombi e dirupi rocciosi, e
Essi erano EKS con il significato posta poco sopra Cosenza.
di fuori, sollevato da, su e AKW Noi crediamo di avere individua-
nell’ovvia accezione di acqua; to i tre vertici del territorio della
dunque EKS-AKW si disvelava città, esattamente nel punto indi-
come nient’altro che: fuori dal- cato da Prospero Parisio nel
l’acqua. EKS si sarebbe poi evo- 1591.
luto in EX o IX e AKW avrebbe Il primo vertice è il poderoso

69
massiccio degli Alimena (ovvero greca ).
AD-LIMENA, terra post aai con- La fortezza del KER-MO(IRN)
fini), in territorio di Mendicino è una costruzione a forma di tron-
che aggetta sul fiume che si chia- co di cono, in cui il diametro
ma oggi come allora Akeron (Ak- della circonferenza superiore rag-
Eron ovvero scavato tra le cime giunge i 22 metri di diametro,
montuose), sulla sommità del dunque di notevoli dimensioni.
quale nel cozzo Mendicino lo E’ costruita su un pianoro roc-
Vecchio, si innalzano ancora cioso naturale debitamente livel-
maestosi resti murari di acciotto- lato con blocchi di pietra squa-
lato ad opus irregolare spessi drati in maniera molto regolare, a
1.20 metri ed alti in alcuni punti delineare una circonferenza quasi
sino a 6 metri. perfetta che si innalza per circa 6
Il secondo vertice è il massiccio metri con una leggera ras-
montuoso dell’Ixia (Eks-Akw tremazione vero l’alto.
ovvero promontorio fuori dal- Il cerchio in sommità è perfetta-
l’acqua), in territorio di Carolei e mente piano e calpestabile, ed al
Domanico, posto esattamente di centro vi è una fonte di acqua sor-
fronte all’Alimena dall’altro ver- gente, infatti tra la fine del secolo
sante del fiume Akeron. Anche scorso ed i primi anni del 900,
qui i ritrovamenti murari sono una parete della fortificazione è
notevoli, e c’è una zona ricca di stata abbattuta per costruire al
necropoli. suo posto un portale in pietra cal-
Mancava sinora all’appello il carea rosa a difesa della presa
terzo vertice del territorio di d’acqua, che è tuttora in fun-
Pandosia. zione.
Quest’ultimo doveva essere Poco più in là è un altro piano
posto su un altura altrettanto roccioso circolare ben levigato
imponente degli altri due, essere con resti di altre mura, di dimen-
separato da essi da un fiume e sioni inferiori. Quindi siamo di
presentare altri resti murari. fronte ad un vero sistema di
L’analisi del toponimo mendici- fortezze rocciose circolari. Non
nese CERMO ci ha dato la mi è stato possibile inoltrarmi più
soluzione dell’enigma, ci ha per- a monte per via della fitta vege-
messo di trovare l’anello man- tazione, ma non escludo la possi-
cante. bilità di altri ritrovamenti.
Cermo deriva dai temi osci KER- L’individuazione dei siti del
MO(IRN) in cui KER signifivca trivertex Pandosiano è dunque
sporgenza, altura e MO(IRN) ha stata completata, ora il testimone
il significato di protetta , fortifi- della ricerca passa nelle mani
cata. della soprintendenza archeologi-
Dunque KER-MO(IRN) è l’al- ca per effettuare dei saggi di
tura fortificata. Posso annunciare scavo…
che ho finalmente identificato
sulle rocce del Cermo una pos-
sente fortificazione muraria di
epoca Brezia, posta su una
grande altura separata dal cozzo
Mendicino Lo Vecchio dal fiume
Arconte (Arkhon ovvero primo
magistrato della città in lingua
greca ).
La fortezza del KER-MO(IRN) è
una costruzione a forma di tronco
di cono, in cui il diametro della

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Veduta prospettica dell’antica Mendicino, dipinto murario precedente al 1774, situato nella grotta delle Palazze
NOTE se doveva, o no, passare alla eodem anno Alexandream in
opposta riva del fiume. Allora Aegypto proditum conditam
Tito Livio La storia di Roma 8.24 Solimo, uno dei suoi ministri, Alexandrumque Epiri regem ab
Testo Italiano vedendolo esitare in un pericolo exsule Lucano interfectum
così pressante gli dimandò che sortes Dodonaei Iouis euentu
«... Egli (il Molosso) aveva intendeva fare, e così dicendo, adfirmasse.
attorno di sé duecento esiliati gli indicò i Lucani, che cerca- [8.24.2] accito ab Tarentinis in
Lucani, ai quali accordava la vano di sorprenderlo. Infatti, Italiam data dictio erat, caueret
sua confidenza; senza pensare Alessandro vedendoseli vera- Acherusiam aquam
che una simil sorta di gente ha mente arrivare in folla, non Pandosiamque urbem:ibi fatis
sempre la fede mutabile secondo tardò ad imbrandire la spada, e eius terminum dari. [8.24.3]
la fortuna. Intanto per le piogge a spingere il suo cavallo per pas- eoque ocius transmisit in
continue, le quali giunsero ad sare il fiume e già, uscito dalla Italiam ut quam maxime procul
inondare le vallate, e a separare profondità delle acque, era giun- abesset urbe Pandosia in Epiro
le altezze, ne avvenne che l’e- to nel guado sicuro, quando uno et Acheronte amni, quem ex
sercito restò assolutamente divi- di quegli sbandati Lucani con Molosside fluentem in Stagna
so in tre bande; in guisa che un dardo lo passò da un canto Inferna accipit Thesprotius
l’una non poteva porgere aiuto all’altro. Cadde da cavallo il sinus.
all’altra. Due di queste bande misero col dardo infisso nella [8.24.4] ceterum ut ferme
poste sopra i due colli, nei quali ferita, ed il fiume lo trasportò fugiendo in media fata ruitur,
non stava la persona del Re, sino alle poste dé nemici. Colà il cum saepe Bruttias Lucanasque
furono all’improvviso oppresse e cadavere fu preso, e lacerato di legiones fudisset, Heracleam,
rotte dalla subitanea venuta ed una orribile maniera. Lo divis- Tarentinorum coloniam, ex
assalto dei nemici i quali tutti ero in due parti; l’una mandara- Lucanis Sipontumque,
poi si volsero ad assediare il Re no a Cosenza, e l’altra ser- Bruttiorum Consentiam ac
medesimo, sul terzo colle. Ciò barono con loro a straziarla. Terinam, alias inde Messapiorum
vedendo quei duecento esuli Frattanto che si divertivano a ac Lucanorum cepisset urbes et
Lucani si affrettarono a man- maltrattarlo, facendolo trecentas familias illustres in
dare messaggi ai compatrioti per bersaglio a colpi di pietre e di Epirum quas obsidum numero
trattare della loro re stituzione giavellotti tirati da lontano, una haberet misisset,
in patria; e, avendone ottenuto il donna, mescolandosi alla turba, [8.24.5] haud procul Pandosia
consenso, promisero di dare che fuori ogni modo dalla urbe, imminente Lucanis ac
nelle loro mani il Re, o vivo o umana rabbia incrudeliva, Bruttiis finibus, tres tumulos ali-
morto. Ma Alessandro, allora, pregò che si facesse sosta quantum inter se distantes
con una sola compagnia di alquanto; e, ciò fattosi, disse insedit, ex quibus incursiones in
uomini scelti eseguì un’ardita loro lacrimando che d’essa omnem partem agri hostilis fac-
impresa. Attaccò, corpo a corpo, aveva il marito ed i figlioli pri- eret;
il capitano dè Lucani e l’uccise; gionieri in Epiro, e com’essa [8.24.6] et ducentos ferme
dopo di che, avendo raccolto i sperava poterli riscattare col Lucanorum exsules circa se pro
suoi che fuggivano dispersi, corpo del Re, quantunque strazi- fidis habebat, ut pleraque eius
giunse ad un fiume, in cui le ato e mutilo si fosse. Così finì generis ingenia sunt, cum fortu-
recenti ruine di un ponte indica- quel giuoco crudele. Quello che na mutabilem gerentes fidem.
vano il passaggio. Nel mentre avanzò delle membra fu sepolto [8.24.7] imbres continui campis
che l’armata traversava questo a Cosenza per cura di una sola omnibus inundatis cum inter-
guado difficile, un soldato stan- donna: le ossa furono mandate clusissent trifariam exercitum a
co ed affannato dalla fatica, ai nemici a Metaponto: indi mutuo inter se auxilio, duo prae-
maledicendo al fiume e rim- trasportate in Epiro alla moglie sidia quae sine rege erant
proverandogli quasi il suo nome Cleopatra, ed alla sorella improuiso hostium aduentu
abominando, esclamò: Olimpiade, delle quali una fu opprimuntur; deletisque eis ad
«Giustamente sei chiamato madre di Alessandro Magno e ipsius obsidionem omnes
Acheronte!. A questa escla- l’altra sorella...» conuersi.
mazione il Re si arrestò turbato; [8.24.8] inde ab Lucanis
si ricordò del destino che gli era Livy The History of Rome 8.24 exsulibus ad suos nuntii missi
stato predetto; e rimasto alquan- Testo Latino sunt pactoque reditu promissum
to sospeso, ondeggiava incerto est regem aut uiuum aut mortu-

72
est regem aut uiuum aut mortu- ad Cleopatram uxorem- testhai keleuon ton Acheronta
um in potestatem daturos. sororemque Olympiadem, quarum kai ten Pandosian... deiku-
[8.24.9] ceterum cum delectis mater magni Alexandri altera, menon gar en tei Thesprotiai
ipse egregium facinus ausus per soror altera fuit. homonumon toutois, entautha
medios erumpit hostes et ducem [8.24.18] haec de Alexandri katestrepse ton bion. trhiko-
Lucanorum comminus congres- Epirensis tristi euentu, ruphon d’esti to phrourion, kai
sum obtruncat; quamquam Romano bello fortu- pararrei potamos Acheron. pros-
[8.24.10] contrahensque suos ex na eum abstinuit, tamen, quia in epatese de kai allo logion
fuga palatos peruenit ad amnem Italia bella gessit, paucis dixisse
ruinis recentibus pontis, quem satis sit. Pandosia trikolone, polun pote
uis aequae abstulerat, indican- laon olesseis.
tem iter. [8.24.11] quem cum Geografia di Strabone 6.1.5
incerto uado transiret agmen, edoxe gar polemion phthoran,
fessus metu ac labore miles, Testo Greco ouk oikenon delousthai. phasi
increpans nomen abominandum de kai basileon pote genesthai
fluminis, ‘iure Acheros uocaris’ apo de Laou prote polis esti tes ton Oinotrikon basileion ten
inquit. quod ubi ad aures accidit Brettias Temese (Tempsan d’hoi Pandosian. meta de ten
regis, adiecit extemplo animum nun kalousin) Ausonon ktisma, Kosentian Hipponon Lokron
fatis suis substititque dubius an husteron de kai Aitolon ton meta ktisma: Brettious de katechontas
transiret. Thoantos, hous exebalon apheilonto Rhomaioi kai
[8.24.12] tum Sotimus, minister Brettioi, Brettious de epetripsan metonomasan Ouibona
ex regiis pueris, quid in tanto Annibas te kai Rhomaioi, esti de Oualentian....
discrimine periculi cunctaretur plesion tes Temeses heroion
interrogans indicat Lucanos agrielaiois sunerephes Politou Testo Inglese
insidiis quaerere locum. ton Odusseos hetairon, hon
[8.24.13] quos ubirespexit rex dolophonethenta hupo ton bar- The next city after Laus belongs
procul grege facto uenientes, baron genesthai barumenin, to Brettium, and is named
stringit gladium et per medium hoste tous periokous dasmolo- Temesa though the men of today
amnem transmittit equum; gein autoi kata ti logion kai call it Tempsa; iy was founded
iamque in uadum egressum emi- paroimian einai pros tous by the Ausones, but later on was
nus ueruto Lucanus exsul trans- aedeis, ton heroa ton en Temesei settled also by the Aetolians were
figit. legonton epikeisthai autois. ejected by the Brettii, and then
[8.24.14] lapsum inde cum Lokron de ton Epizephourion the Bretii were crushed by
inhaerente telocorpus exanime helonton ten polin, Euthumon Hannibal and by the Romans.
detulit amnis in hostium prae- mutheuousi ton pukten kataban- Near Temesa, and thickly shad-
sidia. ibi foeda laceratio corporis ta ep’ auton kratesai tei machei, ed with wild olive trees, is the
facta. namque praeciso medio kai biasasthai paralusai tou das- hero-temple of Polites, one of
partem Consentiam misere, pars mou tous epichorious. tautes de the companions of Odysseus,
ipsis retenta ad ludibrium; tes Temeses phasi memnesthai who was treacherously slain by
[8.24.15] quae cum iaculis sax- ton poieten, ou tes en Kuproi the barbarians, and for that rea-
isque procul incesseretur, mulier Tamassou: legetai gar son became so exceedingly
una amphoteros toi es Temesen meta wroth against the country that in
ultra humanarum irarum fidem chalkon kai deiknutai chalk- accordance with an oracle, the
saeuienti turbae immixta, ut ourgeia plesion, ha nun people of the neighrborhood
parumper sustinerent precata, ekleleiptai. tautes de suneches collected tribute for him: and
flens ait uirum sibi liberosque Terina, hen Annibas katheilen hence, also, the popular saying
captos apud hostes esse; sperare ou dunamenos phulattein, hote applied to those who are merci-
corpore regio utcumque mulcato de eis auten katapepheugei ten less, that they are “beset by the
se suos redempturam. Brettian. eita Kosentia metropo- hero of Temesa.”But when
[8.24.16] is finis laceratione fuit, lis Brettion: mikron d’huper Epizephyrian Locrians captured
sepultumque Consentiae quod tautes Pandosia phrourion the city, Euthymus, the pugilist,
membrorum reliquum fuit cura erumnon, peri hen Alexandron so the story goes, entered the list
mulieris unius, ossaque ho Molottos diephthare. against Polites, defeated him in
Metapontum ad hostes remissa, exepatese de kai touton ho ek the fight and forced him to
[8.24.17] inde Epirum deuecta Dodones crhesmos phulat- release the natives from the trib-

73
ute. People say that Homer has volta, furono poi vinti da
in mind this Temesa, not the Annibale e dai Romani. (...)
Tamassus in Cyprus ( the name Vicino alla città vengono indica-
is spelled both ways), when he te miniere di rame, che ora sono
says “to Temesa, in quest of cop- abbandonate. Estratto da P. Francesco Russo,
per. And in fact copper mines Contigua a Temesa c’è Terina, Storia dell’arcidiocesi di
are to be seen in the neighbor- che fu distrutta da Annibale, Cosenza:
hood, although now they have non potendo costui difenderla,
been abandoned. Near Temesa quando si rifugiò nel paese dei “A Cosenza nel 1515, fu fondato
is Terina, which Hannibal Brettii. il monastero delle Vergini, il
destroyed, because he was Viene poi Consentia, metropoli quale venne ad assorbire i due
unable to guard it, at the time dei Brettii’. cenobi di S. Maria della motta,
when he had taken refuge in Poco al di sopra di essa c’è delle Benedettine, e di S. Maria
Brettium itself. Then comes Pandosia, fortezza che gode di delle Fontanella, di Mendicino,
Cosentia, the metropolis of the difese naturali, presso la quale florense.
Brettii; and a little above this morì Alessandro il Molosso. Per questo nel monastero delle
city is Pandosia, a strong Anche costui fu tratto in ingan- Vergini, aperto alle donne
fortress, near which Alexander no dall’oracolo di Dodona che nubili e dicivile condizione,
the Molossian was killed. He, gli aveva ordinato di guardarsi furono riservati due posti a
too was deceived by the oracle at da Acheronte e da Pandosia: donne provenienti da Mendicino
Dodona, which bade him be on essendoci di fatto in Tesprozia (228).
his guard against Acheron and nomi uguali a questi, nel tentati- Tuttavia un monastero cister-
Pandosia; for places which bore vo di fuggirli, egli venne qui a cense femminile detto di S.
these names were pointed out to perdere la vita. La fortezza di Maria de Forio continuò a sus-
him in Thesprotia, but he came Pandosia ha tre sommità e le sistere a Mendicino, perché se
to his end here in Brettium. Now scorre vicino il fiume Acheronte. ne ha ancora notizia in un atto
the fortress has three summits, Ad ingannare Alessandro il del 2 maggio 1632 in cui l’ab-
and the River Acheron flows Molosso si aggiunse anche quel- badessa Suor Ambrosina con-
past it. And there was another l’altro oracolo che diceva: “O cede in enfiteusi al M.co Paolo
oracle that helped to deiceive Pandosia dai tre colli, un giorno de Agazio un castagneto di pro-
him: rovinerai molta gente!•. Egli prietà di detto monastero “in
Three-hilled Pandosia, much pensò infatti che l’oracolo predi- terra Menticinii” (229).
people shalt thou kill one day; cesse la rovina dei nemici e non
for he thought that the oracle già dei suoi. Dicono inoltre che -Atti di repertorio dal Regesto
clearly meant the destruction of Pandosia fu un tempo residenza Vaticano Vol. II
the enemy, not of his own peo- regale dei re degli Enotri.
ple. It is said tha Pandosia was Dopo Consentia c’è Hipponion, 12 Gennaio 1471 (12050)
once the capital of the fondazione dei Locresi: i Episcopo Marturanen, mandat
Oenotrian Kings. After Cosentia Romani cacciarono i Brettii che ut denno confirmet electionem
comes Hipponium, which was la occupavano e le diedero il Gloriae Johannis, monialis
founded by the Locrians. Later nome di Vibo Valentia. Poiché monasterii S. Maria extra por-
on, Brettii were in possession of tutta la zona vicina è occupata tam loci de Mendicino, O.S.B....
Hipponium, but the Romans da praterie belle e fiorite, credo- (Era florense non benedettino)
took it away from them and no che Proserpina dalla Sicilia
changed its name to Vibo venisse qui per cogliere fiori e 12 febbraio 1471(12052)
Valentia... che da ciò derivi l’usanza, per le “Dicta die, Rev. dus. p.r. d. nus.
donne del paese, di cogliere fiori Carolus dei gr.a Ep. Isernien, ut
TESTO ITALIANO e intrecciare corone, cosicché, principalis obligavit se camere
nei giorni festivi, ritengono sia ap. lce, nomine Gloriae
Partendo da Laos, la prima città cosa di cui vergognarsi portare Johannis, monialis monasterii
dei Brettii è Temesa (che ora corone comperate. Vi è là un monialium Sancte Mariae extra
chiamano Tempsa). La fondaro- porto che vi fu allestito da portam loci de Mendicino,
no gli Ausoni, poi gli Etoli che vi Agatocle, tiranno della Sicilia, O . S . B .
giunsero con Toante, cacciati quando si impadronì della città.
poi dai Brettii. Questi, a loro 19 marzo 1471 (12057)

74
“... pro Tertia parte fructum 20 aprile 1551( 19785) con Eustachio cavaliere greco
mon.rii monialium S. te Mariae “... cui nuper de parochiali alla corte dell’imperatore
extra muras loci Monticini, ecclesia s. bartholomei de bar- Basilio II, che fu mandato in
Cisterc. Ord. balino de monticino, Cusentin Calabria come Esarca.
(errore era florense). dioc....” In Calabria edificò (lì vicino)
24 ottobre 1510 (15337) 21 ottobre 1562 (21129) una terra chiamata Alimena, in
“... casalis Menticinii...” “... de parochiali ecclesia S.S. onore della madre di Eustachio,
5 luglio 1512 (15401) Ioannis et Blasii de mendicino... il cui nome era Alimena e che
“... in eccl; a casalis 24 dicembre 1562 (21149) era la balia dello stesso impera-
Mendicinii...” “... ecclesiae S.S. Ioannis et tore Basilio II.
4 aprile 1515 (15661) Blasii de mendicino...” Quando Eustachio tornò in
“... mandat ut monasterio moni- 10 luglio 1567 (21786) Grecia alla fine del suo mandato
alium S; Mariae, extra muros “... ecclesia S.S. Ioannis et donò la terra a Filippo suo figlio
terrae Monticini, Cist. Ord., dic- Blasii, loci seu terre de mendici- che prese il nome dell’Alimena.
tae...” no...” Familiari e sudditi degli
12 aprile 1515 (15663) Alimena si stabilirono nella
“... ut de monasterio monialium, Come si evince dagli estratti dei terra degli Alimena che dicesi
conventu carente, S. Mariae, registri ecclesiastici vaticani, il trovarsi nelle vicinanze della
prope et extra muros Monticinii, Convento di S. Maria era fuori attuale contrada Alimena di
Cist. Ord., Cusentin dioc., cui dalla porta del luogo di Mendicino, sotto le mura di
quondam Gloria abbatissa Mendicino nel 1515, e quindi Mendicino lo vecchio.
praesidebat,...” Mendicino come insediamento Per le invasioni saracene un
1 aprile 1517 (15789) principale allora era ancora situa- ramo della famiglia Alimena
“... nec non S. Antonii ... et S. to sull’altura Mendicino Vecchio. lascia Mendicino e si trasferisce
Simonis et S. Soffiae de Si nota inoltre che anche la ad Altilia intorno al 1000 d.C.,
Mendicino... Chiesa ed il convento di S. Pietro dove la loro presenza si protrar-
4 maggio 1521 (16259) erano fuori le mura, quale era rà fin quasi ai giorni nostri.
“... providetur de parochialis allora l’estensione e la localiz- Un altro ramo si trasferì in
ecclesia S.S. Iohannis et Blasii zazine della cinta muraria? Montalto Uffugo. (cfr. Simone
de Monticino, Cusentin. dioc....” Esisteva una sola cinta o come dell’Alimena di Montalto).”
24 settembre 1529 (16787) appare più probabile più anelli
“Augustino Mollica providetur fortificati? Menecina patria di Teresa
de parochiali ecclesia S. Petri, Si apprende inoltre che Matragrano, del terzo ordine
prope et extra portam terrae de moltissime erano i luoghi di culto delle Carmelitane, mirabile per la
Monticino, Cusentin dioc....” oggi scomparsi, come le chiese di vita ed insigne per penitenza;
18 luglio 1533 (17223) S. Antonio, di S. Simeone e S.
“Confirmatio concordial siper Sofia, di S. Giovanni e di S. Sebastiano Gaudio pubblicò una
pensione 50 duc.... et Biagio, e la chiesa di S. tragedia in versi non spregevole,
Ambrosinam Francisci de Bartolomeo da Barbalino. dal titolo “Le tenebre”, Cosenza,
Simone, abbatissam monasterii presso Antonio Riccio, 1593.
monialium S. Mariae, extra
muros terrae Monticini,
Cusentin dioc., Cist. Ord....” Il mistero degli Alimena
3 novembre 1534 (17365) (Tratto da Franz von Bibliografia
“ ... nec non de s.c. ecclesiis S. Lobenstein)
Antonii et S. Simeonis et S. Luigi Izzo
Sophiae de Mendicino...” La popolazione calabrese nel
21 settembre 1538 (17971) “Gli Alimena erano dunque una secolo XIX
“... nec non S. Antonii et famiglia di orde mercenarie gre- Napoli, Edizioni Scientifiche
S.Simeonis et S. Sophiae de che che costituiva il corpo di Italiane
Mendicino...” occupazione e che finì per stabi-
21 settembre 1539 (18120) lirsi in Calabria, compiuto che Luigi Caruso
“... nec non S. Antonii et S. avevano il proprio servizio. Storia di Cosenza
Simeonis ac S. Sophiae de medi- Edizioni di storia patria
cino...” La famiglia Alimena ha origine

75
Francesco Kostner Napoli 1634 Napoli
Terremoti in Calabria
Cronache, problemi, preven- Vincenzo Barone Ilario Principe
zione Sibari realtà di una leggenda Carte Geografiche di Calabria
Effesette (CS),1992 UK London 1984 raccolta Zerbi
Edizioni Mapograf 1981
Greco Raffaele Giovanni Gorrini
Mendicino, storia leggende e La monetazione incusa della Goffredo Plastino
folclore magna grecia Suoni di carta
Roma,1959 Edizioni arte e Moneta Milano Ama Calabria Lametia Terme
1993 1997
Circolo “L’incontro”
Mendicino Itinerari culturali R. Garrucci Antonello Ricci - Roberta Tucci
Edizioni Santelli Mendicino Le monete dell’Italia Antica I canti di Raffaele Lombardi
(CS),1993 Satriani
Giovanni Bruni Ama Calabria Lametia Terme
Davide Andreotti Monete lucane e bruzie nel 1997
Storia dei Cosentini museo Archeologico di
Edizioni “Casa del libro” Catanzaro G. Rohlfs
CS,1959 Di Mauro Editore 1977 Dizionario Toponomastico
Catanzaro Calabrese - Italiano
Alberto Anelli - Antonio
Savaglio Vincenzo Dorsa AAVV
Storia di Castrolibero e Marano La tradizione Greco-latina negli Storia Antica della Calabria
Fasano Editore - Cosenza -1989 usi e nelle credenze popolari Editore Gangemi Roma 1992
della calabria citeriore -
L.M. Greco Cosenza 1884 Ermanno Arslam
Analisi dei documenti rispetto al Monetazione aurea ed argentea
sito della Bruzia Pandosia Pier Giovanni Guzzo dei Brettii
Le città scomparse della magna Edizione Ennerre Milano 1989
G.Barrio grecia
De antiquitate et situ Calabriae Newton Compton 1982 Roma Francesco Russo
libri quinque Regesto Vaticano Vol.II
Roma 1571 Pier Giovanni Guzzo
I brettii storia ed argheologia Francesco Russo
Luigi Bilotto della Calabria Preromana Storia dell’Arcidiocesi di
Le Serre Cosentine Longanesi - 1985 Cosenza
Itinerari Culturali
Edizioni Santelli Mendicino Prospero Parisio Mario Lombardo
(CS),1994 Rariora magnae greciae numis- Greci e Indigeni in
mata Calabria:Aspetti e problemi dei
Manlio Del Gaudio Roma 1591-Norimberga 1683 rapporti economici e sociali in
Curiosità Storiche di Calabria Storia antica della Calabria -
Citeriore (1806-1860) Lunetto Vercillo Gangemi editore 1992
Edizioni Santelli Mendicino Il ponte di Pandosia
(CS),1994 1990 Mario Lombardo
La Magna Grecia dalla fine del
Magna Grecia di Calabria M. Thompson, O.Morkholm, V secolo a.C. alla conquista
Claudio Donzelli C.M. Kraay Romana, in Magna Grecia
Meridiana Libri 1996 An inventory of greek coin 1987, pp.55-88.
New york 1973 Hoards
Fonti dell’archivio di stato di De Sensi Sestito
Cosenza Giambattista Basile La Calabria in età arcaica e
lo cunto de li cunti o “lu tratten- classica: storia,economia, soci-
Fonti dell’Archivio di Stato di imiento de li piccirille” età 1987

76
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Tra Bruzi e Lucani: alla ricerca Crotone, in Crotone, Atti del London 1985.
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stica della Calabria
Emanuele Greco A. Stazio 1987- Marra Editore - Cosenza
Serdaioi, AION (Archeologia e Temesa. La documentazione
storia antica),XII,1990,pp.1-19. numismatica, in Temesa ed il Davide Andreotti -Storia dei
suo territorio Atti del XXIII Cosentini 1959
Emanuele Greco Convegno di studi sulla Magna
Archeologia della Magna Grecia. Taranto 1983. Vittorio Spreti - Enciclopedia
Grecia R.R. Holloway Nobiliare Italiana
Roma-Bari Laterza 1992. Art and Coinage in Magna
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P.G. Guzzo vol.III n.11438
L’archeologia delle colonie Gian Piero Givigliano Ilario Principe: Francesco
arcaiche in Calabria Percorsi e strade della Magna Cassiano da Silva:
1987,pp.137-225. Grecia in Storia antica della Discorso sopra la città del
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Trevi,1981, pp. 103-118. I materiali preistorici di Viaggio in Calabria 1777-1778
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Magna Grecia fra il VI e V sec. 1 cit. pp. 77-85. Fabio Badolato
a.C., in Calabria 1987,pp. 305- George Gissing Da Venezia
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Il territorio a sud del Desprez-Houel- Alessandro
Savuto:ancora su Temesa e E. Galli D’Anna
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A. Stazio Edizioni dell’Elefante Roma
Problemi della monetazione di O.A. W. Dilke 1983

77
Archivio di Stato di Massa di sta in: l’amateur d’estampes,
Lunigiana Studi e materiali di Geografia vol. 1, Paris 1854. Theme
55 disegni circa lo stato di Storica di Calabria Becker, vol. II (1908).
Aiello nei possedimenti calabri
dei Cybo-Malaspina -1609-1615 Franz Von Lobstein
Settecento Calabrese Vedute Napoletane dal 400
Angelo Rocca Fausto Fiorentino Editore in all’800
Agostiniano di Camerino Napoli Guide Artistiche Electa Napoli
5 vedute di città Calabresi- 1530 1990
Archivio Agostiniano Mario Perfetti
Armi e Cappelle gentilizie delle Magistra Barbaritas - Utet 1979
Carte dell’abate Pacichelli famiglie nobili dei Casali di
Napoli 1683 Cosenza
O. Dito- La storia Calabrese e
La Calabria nelle Immagini del Carmelo Turano
la dimora degli Ebrei in
700 nel Voyage pittoresque del- L’odierna Calabria
l’abate Saint Non nell’Historia Langobardorum di Calabria
Parigi 1703 Paolo Diacono
R. Ortale
Giazotto Giovanni Rizzi Zannoni
Il Grande viaggio di Pietro Atlante Geografico delle due Toponomastica del Comune di
della Valle 1612-1326 Sicilie Belsito
cat.138697 Biblioteca Civica di Rubbettino - Catanzaro 1993
Cosenza
Giulio Pane e Vladimiro Valerio Antonio Ventura
Edward Lear La città di Napoli tra vedutismo Il mezzogiorno nelle antiche
Journals of a Landscape e cartografia Stampe
Painter in Southern Calabria Piante e vedute dal XV al XIX Immagini del Sud
London 1847 secolo. (Portolani, Carte nautiche,
Editori Grimaldi e C. Napoli carte geografiche, platee,
George Gissing 1987 cabrei, mappe catastali,vedu-
By the Jonian see te).Most
Antonio S. Elia
Elena Lante Rospigliosi L’architettura disegnata Catalogo della mostra
Raimage-Viaggio nel Regno Marsilio Editore Venezia 1991 L’Immagine delle città italiane
delle Due Sicilie dal XV al XIX secolo
De Luca Editore - Roma 1963 Cesare De Seta: Alessandro Napoli Palazzo Reale 30
Baratta: Ottobre 1998/ 17 gennaio 1999
Gianfranco Ferrari Gustavo Fidelissimae Urbis Napolitane
Valente Cum Omnibus Viis Accurata et Edizioni De Luca - Napoli-
Altilia e la sua gente Nova Delineatio 1999
1997 Altilia Electa Napoli
Università degli studi di Salerno
Saturno Tucci Alessandro Baratta pittore Il mezzogiorno settecentesco
ponte Romano sul Savuto vedutista sciglianese attivo a attraverso i Catasti Onciari
Soveria Mannelli Calabria Napoli nel 1629 e 1630; a cura di Mirella Mafrici
Letteraria Incide a bulino su rame e firma Edizioni Scientifiche Italiane
1991 col solo monogramma due
vedute di Napoli (ciascuna otte- Annali originali bizantini di
Antonella Tucci nuta con l’unione di sei fogli) Lupo Protospatario X sec. d.C.
I materiali preistorici di illustranti l’entrata del Duca Protospatario era denominato
Dipignano d’Alcalà (16 agosto 1629) e la un funzionario di basso grado
sta in: partenza dell’Infanta Maria dell’impero bizantino.
Studi e materiali di Geografia d’Austria (19 dicembre 1630) Padre Eliseo della Concezione
Storica di Calabria Bibl. CH. Le Blanc, Manuel de (incisioni di Francesco

78
Progenie) Mendicino vicino a S. Giuseppe,
Carta Corografica della e Totera (1894) di Cerisano resi-
Calabria divisa in 9 tavole a denti in contrada Cappelli
corredo di: Soprani, e per i testi della strina
Istoria dei fenomeni del e delle ninne nanne, e le
Tremuoto avvenuto in calabria leggende popolari..
nel 1783 edito a cura della
Reale Accademia delle Scienze - Rinaldo Fortino per i consigli e
e delle Belle Arti di Napoli. gli incoraggiamenti.
Napoli 1784.
- Carmine Nigro per i soprallu-
Luigi Accattatis oghi di natura geologica nel-
Le biografie degli uomini illu- l’area del massiccio dell’Alimena.
stri della Calabria
Arnaldo Forni editore 1869-
1877 L’AUTORE

Stefano Bizantino “Ethnicorum Domenico Canino nasce a


quae supersunt” Edizioni Cosenza nel 1961, si laurea in
Meinecke, Berilini 1849. Architettura con indirizzo stori-
Emanuele Greco: Archeologia co-urbanistico presso
della Magna Graecia:- Laterza l’Università Federico II di
bari 1992; Napoli.
La passione per l’archeologia
nasce durante una visita agli
scavi archeologici di Sibari
all’età di 14 anni. Nel 1981
partecipa ad una campagna di
RINGRAZIAMENTI PER LE scavi a Pompei durante gli studi
APPASSIONATE COLLABO- universitari.
RAZIONI:

- Anna Carrera dell’Archivio di


Stato di Cosenza.
- Pasqualino Gerbasi detto
“milord”, per le antiche
leggende, e i sopraluoghi
nelle necropoli.
- Fioravante Boero per le infor-
mazioni e sopralluoghi in local-
ità S. Cristoforo.
- Luigi Caputo per i soprallu-
oghi in località “le Palazze”.
- Mario Caputo per i soprallu-
oghi presso la necropoli di
Chianette.
- Beatrice Dall’Osso per i
ricettari popolari.
- Maria Reda per gli atti notarili
delle famiglie Cozza (1808) di
Pantanolungo e residenti a
Mendicino vicino a S. Giuseppe,
e Totera (1894) di Cerisano resi-
denti in contrada Cappelli
Soprani, e per i testi della strina

79
La fortezza del Kermoirn o Cermo

80
COMUNE DI MENDICINO

MAGGIO 2000
GROTTA DELLE PALAZZE IPOTESI DI RESTAURO DEL DIPINTO REALIZZATA DALL’AUTORE

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