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SULLA VIA DELLA VERITÀ

Relativo e assoluto, verità e libertà

M.M. = Maestro Muratore - C.D.M. = Compagno di Mestiere

C.D.M. [entra nel Tempio]


Maestro…ho sentito ieri il dialogo tra te e l’Apprendista.
M.M.
Allora? Hai risolto tu il koan?
C.D.M.
No. Però volevo riprendere un punto di cui parlavate ieri.
M.M.
Quale?
C.D.M.
Quello relativo allo “Scegliere di scegliere o scegliere di non scegliere”.
M.M.
Vorrei non aver fatto quella battuta.
C.D.M.
Non mi sembra un banale artificio retorico.
M.M.
No?
C.D.M.
Penso che ci sia altro.
M.M.
Che cosa ci vedi?
C.D.M.
È troppo ovvio dire che il non scegliere è una scelta in ogni caso. Qui c’è in gioco lo stesso concetto di
libertà. Addirittura il concetto di libero arbitrio.
M.M.
Lasciamo stare per ora il libero arbitrio. Limitiamoci semplicemente alla libertà. Certo, si può scegliere o non
scegliere. E quest’ultima sarebbe comunque una scelta. È questa la libertà?
C.D.M.
Non può esserci libertà in una non scelta.
M.M.
Perché dici “non scelta”?
C.D.M.
Perché se scegliere o non scegliere è comunque una scelta, non c’è scelta ma costrizione.
M.M.
In che senso?
C.D.M.
Io scelgo solo quando ho almeno tre alternative. Una sola scelta è una via obbligata. Due possibilità mi
creano il dilemma, solo tre alternative mi danno la vera scelta.
M.M.
Molto giusto. Prosegui.
C.D.M.
La mia libertà quindi non è una scelta. È una via obbligata, la via del libero pensatore.
M.M.
Ci sarebbe allora, nella nostra via iniziatica un’incapacità di scelta, un’impossibilità di non essere liberi.
Questo non contraddice lo stesso concetto di libero pensatore? Come può essere libero se non ha la
possibilità di non esserlo?
C.D.M.
Questa volta non ci casco. La via iniziatica è una via a senso unico. Una volta iniziati non si può tornare a
non esserlo. Non si può più scegliere di non essere liberi.
M.M.
Immaginiamo che tu incominci a parlare, tu apprendista, durante i lavori. Io ti sbatto fuori dal Tempio. Poi?
Poi, dimmi se ti sentirai, nel mondo esterno, nel mondo della materialità e profanità, fuori dal nostro mondo
iniziatico, dimmi se ti sentirai e se sarai libero.
C.D.M.
È vero, non sarò libero, se non di seguire le regole di quel mondo che non considero più come il mio unico
mondo. Sarò perso e forse disperato.
M.M.
Non facciamo facili sentimentalismi. Sarai perso.
C.D.M.
Vedi che avevo ragione io?
M.M.
Come sarebbe a dire?
C.D.M.
Non c’è libertà da iniziato: nel mondo profano, per colui al quale è preclusa l’entrata nel Tempio iniziatico,
non esiste libertà, almeno come noi la concepiamo. ma ugualmente non c’è libertà di scelta per l’iniziato
che, dentro il Tempio, può solo percorrere la via che ha scelto.
M.M.
Allora, la libertà risiede…
C.D.M.
Nell’istante iniziatico in cui cade la benda e l’iniziato vede la luce.
M.M.
Non proprio. Non è così facile. Il tuo percorso di libero pensiero è nato nel momento in cui hai scelto di
bussare al Tempio e si definisce nelle prove cui sei stato sottoposto durante la tegolatura. Quella prima scelta
è stata la tua prima e vera scelta libera. In seguito, tu non fai altro che tracciare i confini di un percorso che
hai definito fin dall’inizio. La tua libertà si esprime all’interno di quei confini. Confini che tu tracci, non altri.
Questa è la vera e intima libertà del Massone: tracciare i confini della propria strada.
C.D.M.
Quindi è come se io stessi percorrendo un’autostrada dove posso scegliere di andare da una corsia
all’altra…
M.M.
Perfino di andare contro mano!
C.D.M.
Ma questa è una scelta parziale, pertanto non libera in senso assoluto.
M.M.
Quando mai la Massoneria parla di libertà assoluta? Hai mai sentito i Maestri parlare di principi o concetti
assoluti? È impossibile, perché noi tutti siamo consapevoli dell’immensità dei percorsi percorribili. C’è forse
una verità unica? L’essere umano, per definizione data da sé a se stesso, non definisce l’assoluto nei suoi
relativistici termini umani.
C.D.M.
In che senso?! Non capisco più nulla!
……..

Il testo continua nel libro di Francesco Angioni: DIALOGHI MASSONICI (pagine 186) prezzo €18
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