Gianluigi Oliveri
University of Palermo
gianluigi.oliveri@unipa.it
15 novembre 2019
2
Indice
1 Coerenza e validità 5
1.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.2 Coerenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.3 Ambiguità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.4 Coerenza. Una procedura di decisione? . . . . . . . . . . . . . 10
1.5 Argomenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
1.6 Esercizi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
4 I tableaux analitici 43
4.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
4.2 Alberi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
4.3 Che cos’è un tableau analitico? . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
4.4 A cosa serve un tableau analitico? . . . . . . . . . . . . . . . . 49
4.5 Implementiamo la nostra procedura . . . . . . . . . . . . . . . 51
4.6 Esercizi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
3
4 INDICE
7 Compattezza 77
7.1 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
Coerenza e validità
1.1 Introduzione
Il problema dal quale ha avuto origine la logica matematica è stato il seguen-
te:
Esempio 1.1.1 :
Esempio 1.1.3 Il 7 non è uscito neanche una volta nelle ultime 30 setti-
mane, mentre il 4 è uscito la settimana scorsa. Quindi, la probabilità che la
prossima settimana esca il 7 è maggiore di quella che esca di nuovo il 4.
5
6 CAPITOLO 1. COERENZA E VALIDITÀ
M
s
r U
ax2 + bx + c = 0.
Sebbene gli sviluppi della logica matematica l’abbiano portata molto lon-
tano dai problemi che hanno caratterizzato le sue origini, nel corso di queste
lezioni esploreremo alcuni dei risultati ottenuti nel tentativo di dare una
risposta agli interrogativi 1. e 2.
Questi risultati hanno origine da un’osservazione semplice, ma fonda-
mentale. Se consideriamo l’argomento contenuto nell’Esempio 1.1.1 e so-
stituiamo in esso il termine ‘cani’ al posto del termine ‘uomini’, il termine
‘triangolari’ al posto del termine ‘mortali’ e il termine ‘Snoopy’ al posto del
termine ‘Socrate’, otteniamo un argomento valido (vedi Figure 1.3).
Esempio 1.1.5 :
Esempio 1.1.6 :
(i) dare una definizione rigorosa di ciò che si deve intendere per argomento
e per argomento valido;
8 CAPITOLO 1. COERENZA E VALIDITÀ
1.2 Coerenza
Se per ‘credenza’ intendiamo ciò che riteniamo sia il caso,
Una credenza p tale che non esiste una situazione possibile Σ in cui p è
vera è autocontraddittoria o è una contraddizione.
1.3 Ambiguità
Uno dei problemi connessi a quello di determinare se un insieme A di as-
serzioni è coerente o meno è quello di determinare in modo non ambiguo il
significato delle asserzioni appartenenti ad A. Infatti, è solo se comprendia-
mo il significato di un’asserzione S che possiamo dire se S è vera o falsa. Ma
che cosa s’intende dire quando si afferma che un’asserzione è ambigua?
Esempio 1.3.2 :
Esempio 1.4.1 :
Procedura meccanica
(IV) Se ci sono rami del diagramma che contengono come elementi un’ass-
erzione P e la sua negazione non-P chiudili e vai a (V) altrimenti vai
a (V) lo stesso.
(i) tutti i rami del tableu sono sbarrati (il tableau è chiuso);
(ii) esiste almeno un ramo aperto del tableau (il tableau è aperto).
1
Per asserzioni complesse intendiamo delle asserzioni che non sono dei letterali.
2
Un ramo del tableau che stiamo disegnando consiste nella radice del tableau, rappre-
sentata dall’elenco degli elementi di A1 , e in un qualsiasi sentiero che estende la radice. Un
ramo del diagramma è aperto se e solo se questo non contiene come elementi un’asserzione
P e la sua negazione non-P .
12 CAPITOLO 1. COERENZA E VALIDITÀ
Nel caso (i) A1 è incoerente, mentre nel caso (ii), se gli elementi di A1
sono asserzioni di un certo tipo, allora le asserzioni presenti in un qualsiasi
ramo aperto del tableau descrivono una situazione Σ in cui tutte le asserzioni
presenti in A1 sono vere.
Nota Bene 1.4.1 La procedura illustrata funziona per una certa classe di
asserzioni (vedi caveat presente nell’osservazione di cui sopra relativa a (ii)),
perché, dal momento che A1 contiene un numero finito di asserzioni, che ogni
asserzione complessa è composta da un numero finito di asserzioni semplici e
che ogni operazione usata nel prolungare un ramo del tableau riduce la com-
plessità dell’asserzione a cui viene applicata, ne segue che questa procedura
deve terminare dopo un numero finito di passi.
1.5 Argomenti
Definizione 1.5.1 (Che cos’è un argomento?) Un argomento è ciò che
una persona produce quando fa un’asserzione e dà delle ragioni per credere
nella verità dell’asserzione. L’asserzione stessa è chiamata conclusione
dell’argomento, mentre le ragioni che vengono date per credere nella verità
dell’asserzione sono chiamate premesse. Si dice che la conclusione di un
argomento è dedotta o inferita dalle premesse.
Nota Bene 1.5.1 In logica ci interessano gli argomenti validi, perché questi
sono tutti e soltanto quegli argomenti in cui la verità della conclusione dipen-
de dalla verità delle premesse. Solo in questo caso, infatti, siamo autorizzati a
pensare che le premesse dell’argomento ‘giustificano’ la conclusione dell’argo-
mento nel senso che l’accettare come vere tutte le premesse di un argomento
valido ci obbliga ad accettare come vera anche la conclusione dell’argomento.
1.5. ARGOMENTI 13
1.6 Esercizi
1. Possono esserci degli argomenti validi A in cui le premesse e le conclu-
sioni hanno valori di verità come segue? (Rispondere con un sì o un no
nel caso di ciascuna delle seguenti combinazioni.)
3. Non tutte le asserzioni che seguono sono ambigue. Dire quali lo sono,
perché lo sono, riscrivere le asserzioni in modo da eliminare l’ambiguità.
(a) O Roberto non sarà scelto per far parte della squadra o ci sarà man-
canza di buoni giocatori. Dal momento che ci sono molti buoni
giocatori, possiamo essere sicuri che Roberto non verrà scelto.
2.1 Introduzione
Nel capitolo precedente abbiamo dato una risposta al primo quesito che ci
eravamo posti nella §2.2, p. 16: che cosa rende valido un argomento? Inol-
tre, con la dimostrazione del Teorema Fondamentale, abbiamo stabilito una
buona base di partenza per affrontare il secondo quesito: esiste una procedu-
ra meccanica, un algoritmo, tale che, dato un qualsiasi argomento A, sia in
grado di determinare in un numero finito di passi se A è valido oppure no?
Come abbiamo visto, la validità di un argomento dipende da come la
verità delle premesse dell’argomento è in relazione alla verità della conclu-
sione dell’argomento. Ma, dato che sia le premesse che la conclusione di un
argomento sono delle asserzioni, un importante problema da risolvere è:
17
18 CAPITOLO 2. IL PROBLEMA DELLA TRADUZIONE
sono molto rilevanti non solo per il nostro progetto, ma anche per altri am-
biti disciplinari quali la filosofia del linguaggio e la cosiddetta logica
filosofica.
2.2. ASSERZIONI ATOMICHE E ASSERZIONI COMPLESSE 19
Esempio 2.2.2 La corazzata Potëmkin non è una cagata pazzesca. (Il super
direttore del Rag. Ugo Fantozzi)
(b) asserzione: Non è vero che I baffi di Saddam Hussein sono un’arma di
distruzione di massa;
(c) matrice: o ϕ o ψ.
ϕ ψ oϕoψ
V V V
V F V
F V V
F F F
Figura 2.1:
• Nel caso del funtore di verità a due posti o…o…, le situazioni possibili
Σ in cui ϕ e ψ assumono un valore di verità si possono raggruppare in
quattro classi distinte, e cioè quelle in cui:
Esempio 2.4.1
ϕ È possibile che ϕ
V V
F ···
(a) a 6= a;
Esempio 2.4.2
ϕ È impossibile che ϕ
V F
F ···
(a) a 6= a;
Esempio 2.4.3
ϕ Rosalia crede che ϕ
V ···
F ···
(a) Ci sono alcune credenze vere che Rosalia ha e alcune credenze vere che
Rosalia non ha;
(b) Ci sono alcune credenze false che Rosalia ha e alcune credenze false che
Rosalia non ha.
2.5 Analisi
Nel controllare se un argomento A è valido oppure no, o se un dato insieme
di asserzioni A è coerente oppure no, il primo passo da fare in logica propo-
sizionale è quello di individuare tutte le asserzioni atomiche che occorrono
nelle asserzioni appartenenti ad A (o ad A).
Il secondo consiste nel parafrasare le asserzioni di A (o quelle appartenenti
ad A) in modo tale da ottenere delle asserzioni che hanno lo stesso significato
di quelle da parafrasare e i cui connettivi sono funtori di verità.
Consideriamo l’Esempio 2.4.1
Esempio 2.5.1 Gli ispettori delle Nazioni Unite hanno deciso di esaminare
con grande attenzione i baffi di Saddam Hussein. Quindi, o i baffi di Saddam
Hussein sono un’arma di distruzione di massa o non lo sono.
(b) asserzione: non è vero che i baffi di Saddam Hussein sono un’arma di
distruzione di massa;
(c) matrice: o ϕ o ψ;
1
Vedi l’Appendice a questo capitolo.
24 CAPITOLO 2. IL PROBLEMA DELLA TRADUZIONE
(d) χ Quindi, o ϕ o ψ.
(b1 ) non è vero che [i baffi di Saddam Hussein sono un’arma di distruzione
di massa].
Figura 2.2:
ϕ ¬ ϕ ¬¬ ϕ
V F V
F V F
L’unico problema connesso con la negazione è che, mentre ¬¬ ϕ è equi-
valente a ϕ (vedi la tavola di verità di ¬) — la doppia negazione afferma
in logica! — non è sempre così in italiano. Infatti, a volte, in italiano
la doppia negazione rafforza la negazione invece di essere equivalente ad
un’affermazione.
26 CAPITOLO 2. IL PROBLEMA DELLA TRADUZIONE
Esempio 2.6.1 Non c’è nessuna possibilità che Messner riesca a scalare il
K2 in apnea e con le mani legate dietro la schiena.
(2) O ϕ o ψ ⇝ (ϕ ∨ ψ)
ϕ ψ (ϕ ∨ ψ) (ψ ∨ ϕ)
V V V V
V F V V
F V V V
F F F F
Esempio 2.6.3 :
(a) ‘Mi sveglierò alle 8.00 a meno che la sveglia non si rompa’ non può essere
parafrasata come in (a′ )
(a′ ) (Mi sveglierò alle 8.00 ∨ La mia sveglia è rotta), perché mentre (a′ ) è
equivalente ad (a′′ ), (a′′ ) non è equivalente ad (a). (perché?)
(a′′ ) (La mia sveglia è rotta ∨ Mi sveglierò alle 8.00).
(3) ϕ e ψ ⇝ (ϕ ∧ ψ)
ϕ ψ (ϕ ∧ ψ) (ψ ∧ ϕ)
V V V V
V F F F
F V F F
F F F F
2.6. I FUNTORI DI VERITÀ PRINCIPALI 27
Esempio 2.6.4 :
(a) ‘I filosofi, che hanno la tendenza ad essere pedanti, studiano la logica.’
perché l’insieme di coloro i quali sono filosofi e dei pedanti non è una
restrizione (sottoinsieme proprio) dell’insieme dei filosofi.
Esempio 2.6.5 :
(a) ‘Pinocchio è un gran bugiardo’
Esempio 2.6.6 :
(a) ‘Filippo è andato a Napoli ed è morto’
(4) Se ϕ allora ψ ⇝ (ϕ → ψ)
ϕ ψ (ϕ → ψ)
V V V
V F F
F V V
F F V
(a) ‘Se una piccola quantità di questa sostanza è messa in acqua si dissolve’
2.6. I FUNTORI DI VERITÀ PRINCIPALI 29
(a)′ ‘(una piccola quantità di questa sostanza è messa in acqua → una piccola
quantità di questa sostanza si dissolve)’, perché non è una qualsiasi
piccola quantità di sostanza che si dissolve, ma solo quella che viene
messa nell’acqua.
(a) Se tu adesso avessi fatto cadere quel vaso, lei non ti avrebbe mai perdo-
nato
(a)′ (tu fai cadere quel vaso → lei non ti perdona), perché i condizionali
controfattuali non sono dei funtori di verità.
Esempio 2.6.10
(5) ϕ se e solo se ψ ⇝ (ϕ ↔ ψ)
30 CAPITOLO 2. IL PROBLEMA DELLA TRADUZIONE
ϕ ψ (ϕ ↔ ψ)
V V V
V F F
F V F
F F V
2.7 Appendice
Quello che in Teoria degli Insiemi si indica mediante il simbolo {a, b} è l’in-
sieme, o coppia non ordinata, i cui unici elementi sono a e b. E, quindi, se
accettiamo l’Assioma di Estensione della teoria degli insiemi ZFC,
è una funzione.
è surgettiva.
2.7. APPENDICE 33
4. Dal punto 3. di cui sopra segue che, dati due insiemi A e B, se vogliamo
dimostrare che A ha lo stesso numero di elementi di B non dobbiamo
fare altro che trovare una funzione f : A → B tale che f sia iniettiva
e surgettiva.
tale che
v→ = {<< V, V >, V >, << V, F >, F >, << F, V >, V >, << F, F >, V >}.
34 CAPITOLO 2. IL PROBLEMA DELLA TRADUZIONE
2.8 Esercizi
1. Per ciascuna delle seguenti espressioni dire se si tratta di un funtore
proposizionale oppure no. Se la risposta non è chiara dire perché.
(a) Per quanto tutti gli indizi sembrino puntare alla conclusione op-
posta, ϕ potrebbe essere vera.
(b) ϕ ma ψ.
(c) Non è vero che sia ϕ che ψ.
(d) La verità di ϕ è una ragione necessaria e sufficiente per ψ.
(e) ϕ sulla base di ψ.
(f) Prima che ϕ, non se ne preoccupava nessuno.
3.1 Introduzione
Lo scopo fondamentale di questo capitolo è quello di iniziare la descrizione
di alcune delle proprietà sintattiche e semantiche del Calcolo Proposizionale
(CP). Questo, assieme alle cose che abbiamo già detto nel capitolo preceden-
te, ci darà non solo la possibilità di effettuare, quando possibile, traduzioni
corrette di asserzioni formulate in italiano in espressioni (formule) gram-
maticalmente corrette (ben formate) del linguaggio L0 (del calcolo propo-
sizionale); ma anche l’opportunità di preparare il terreno per l’elaborazione
di una procedura generale, basata sui tableaux analitici, che ci metterà in
condizione di controllare meccanicamente, e in un numero finito di passi, la
validità o meno di un’ampia classe di argomenti.
Vale la pena di mettere in risalto il fatto che uno dei fattori importanti che
giustificano la traduzione di asserzioni della lingua italiana in formule ben
formate (fbf) di L0 è che questo processo elimina ogni ambiguità riguardante
il significato delle asserzioni, mettendone, però, in risalto la forma logica che,
come abbiamo già visto, è l’unica cosa che conta al fine della validità di un
argomento di cui queste fanno parte.
Nella prima sezione, dedicata alla sintassi del Calcolo Proposizionale,
dopo avere discusso il concetto di formula ben formata di L0 , come
espressione generata da una grammatica non contestuale, introdurremo
il concetto di sottoformula di una formula ben formata.
La sezione, invece, dedicata alla semantica inizia con una definizione di
cosa dobbiamo intendere per struttura Σ per, poi, introdurre i concetti di
coerenza di un insieme di fbf di L0 , sequente semantico, controesempio
35
36CAPITOLO 3. SINTASSI E SEMANTICA DEL CALCOLO PROPOSIZIONALE
A0 = {P, ◦ , ¬, ∧, ∨, →, ↔, (, )};
2. Individuare una variabile già scritta, trovare una regola (n) di GL0 , per
1 ≤ n ≤ 8, che inizia con quella variabile, sostituire al posto della
variabile già scritta l’espressione che si trova alla destra del simbolo ⇛
in (n).
5. ((P◦ ∧ P◦ ) ∧ P◦ ) [(8)]
Σ S P Q R (((S ∧ P ) ∧ Q) ∧ R)
Σ1 V V V V
Σ2 V V V F
.. .. .. .. ..
. . . . .
Σ16 F F F F
Teorema 3.3.1 Sia ϕ una fbf. di L0 tale che ϕ contiene n lettere P distinte
l’una dall’altra. In questo caso esistono 2n strutture distinte Σ in cui ϕ è
definita.
Γ |=
quando non esiste una struttura Σ in cui tutte le fbf di Γ sono definite
e sono tutte vere (in Σ). L’espressione ‘Γ |=’ si legge: l’insieme Γ è
semanticamente incoerente. Si dice che Γ è semanticamente coerente se
Γ ⊭. Il simbolo ‘|=’ si chiama porta semantica.
3. ϕ è falsa in Σ.
P Q ((P ∧ ¬ P ) → Q) |= ¬ Q
V V V F F V V V NC F V
V F
F V
F F
Esempio 3.3.3 (N.B. 3.6.3-2) A = {Tutti gli uomini sono mortali, So-
crate è un uomo, Socrate non è mortale} incoerente; A = {B, C, ¬D}
coerente.
Esempio 3.3.4 (N.B. 3.6.3-3) Tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un
uomo ∴ Socrate è mortale valido; B, C |= D non corretto.
3.4 Esercizi
1. Dove questo è possibile, e senza che vi sia una grande mancanza di
accuratezza, usate i funtori di verità ¬, ∧, ∨, →, ↔ per parafrasare le
seguenti affermazioni rimuovendo i riferimenti incrociati. Dire in quali
casi la parafrasi è impossibile.
(α) ¬P ∨ P ∧ P.
3. Stabilite per ciascuna delle seguenti affermazioni o che questa vale per
ogni insieme finito Γ di fbf di L0 e ogni singola fbf ϕ ∈ L0 o producete
un controesempio.
I tableaux analitici
4.1 Introduzione
In questo capitolo entriamo, finalmente, nel vivo della nostra ricerca di
una procedura di decisione riguardante la validità o meno di una classe di
argomenti formulati in italiano.
Dopo una breve discussione del concetto di albero, e di un importante
risultato — il Teorema di König — relativo ad una data classe di alberi
(gli alberi generati finitamente), ci occuperemo dei tableaux analitici
che, come vedremo, non sono altro che alberi diadici (binari).
I tableaux analitici sono al cuore della nostra procedura di decisione in
quanto si riveleranno essere lo strumento meccanico tale che, dato un
sequente semantico s, sarà in grado di determinare, in un numero finito di
passi, se l’insieme controesempio di s, Cs , è coerente oppure no.
È chiaro, dal Teorema Fondamentale, che se Cs è incoerente s è corretto
e, dunque, l’argomento formulato in italiano, di cui s è il modello matematico,
è valido.
Il capitolo verrà concluso da una sezione in cui applicheremo alcuni dei
concetti e delle tecniche di cui abbiamo parlato finora al tentativo di deter-
minare la validità o meno di un argomento formulato in italiano.
4.2 Alberi
Definizione 4.2.1 (Albero) Per albero, A, intendiamo:
43
44 CAPITOLO 4. I TABLEAUX ANALITICI
l(pj ) = l(pi ) + 1.
l(1) ((P ∧ Q)
∧ → R)
l(2) (P ∧
∧ Q) R
l(3) P Q
Problema 4.2.1 Supponiamo che A sia un albero tale che, per ogni n ∈ N,
esiste un nodo p ∈ A di livello n, e cioè l(p) = n, questo implica che A debba
avere almeno un ramo s di lunghezza infinita?
p1,0
p2,1 p2,2 p2,3 ··· p2,n ···
p3,2 p3,3 p3,n
p4,3 p4,n
..
.
pn,n
Figura 4.1:
46 CAPITOLO 4. I TABLEAUX ANALITICI
Ma, quando abbiamo a che fare con alberi che sono generati finitamente,
la risposta è ‘Si’, come stabilito dal Teorema di König.
Teorema 4.2.1 (di König) Ogni albero A generato finitamente che con-
tiene un numero infinito di nodi ha almeno un ramo infinito.
p1 , p 2 , . . .
¬¬ϕ
|
ϕ
4.3. CHE COS’È UN TABLEAU ANALITICO? 47
(ϕ ∧ ψ)
|
ϕ
ψ
¬(ϕ ∧
∧ ψ)
¬ϕ ¬ψ
∨ ψ)
(ϕ ∧
ϕ ψ
¬(ϕ ∨ ψ)
|
¬ϕ
¬ψ
(ϕ →
∧ ψ)
¬ϕ ψ
¬(ϕ → ψ)
|
ϕ
¬ψ
(ϕ ↔
∧ ψ)
ϕ ¬ϕ
ψ ¬ψ
48 CAPITOLO 4. I TABLEAUX ANALITICI
¬(ϕ ↔
∧ ψ)
ϕ ¬ϕ
¬ψ ψ
Data una fbf ϕ che occorre come nodo di un tableau T , se questa non è
un letterale — non è né una fbf atomica né la negazione di una fbf atomica
— allora le si può applicare una delle regole di derivazione 1–9 una ed una
sola volta.
Esempio 4.3.1 √
√1 ((¬P → R) ∧ ¬R)
2 (¬P → R)
¬R
∧
√
3 ¬¬P R
|
P
4.4. A COSA SERVE UN TABLEAU ANALITICO? 49
Teorema 4.4.1 Se ϕ è una fbf di L0 tale che {ϕ} è coerente allora esiste
una struttura Σ tale che ogni tableau analitico T di ϕ contiene almeno un
ramo s i cui nodi sono tutti veri in Σ.
Sia ϕ una fbf di L0 tale che {ϕ} è coerente e Σ una struttura tale che ϕ
è vera in Σ. Se T0 è lo 0-esimo tableau di ϕ — e cioè il tableau che ha come
unico nodo ϕ — allora, chiaramente, T0 contiene un ramo s il cui unico nodo
è vero in Σ.
Ora sia Tn , per n ∈ N e 0 < n, un tableau per ϕ che abbiamo generato
estendendo T0 mediante n applicazioni delle regole di derivazione 1–9 e che
contiene almeno un ramo s i cui nodi sono tutti veri in Σ. (Ipotesi di
Induzione.) Se estendiamo Tn ad un tableau Tn+1 mediante l’applicazione
di una delle regole di derivazione 1–9 ad una fbf ψ di Tn che non appartiene
ad s, allora anche Tn+1 conterrà un ramo i cui nodi sono tutti veri in Σ e
cioè s.
Se, invece, estendiamo Tn ad un tableau Tn+1 mediante l’applicazione di
una delle regole di derivazione 1–9 ad una fbf ψ di Tn appartenente ad s
allora, se ψ è un’α-formula, otterremo Tn+1 prolungando ogni ramo aperto s∗
di Tn che contiene ψ come nodo aggiungendo α1 e α2 (l’una sotto l’altra) dopo
l’ultimo nodo di s∗ generando così il ramo s∗ , α1 , α2 . In particolare,
dovremo prolungare il ramo s di Tn che diventerà il ramo s, α1 , α2 di
Tn+1 . Ma, dal momemto che ψ è vera in Σ e che ψ è un’α-formula, avremo che
sia α1 che α2 devono essere vere in Σ; e da ciò segue che il ramo s, α1 , α2
di Tn+1 deve contenere nodi che sono tutti veri in Σ.
Se ψ è, invece, una β-formula, otterremo Tn+1 prolungando ogni ramo
aperto s∗ di Tn che contiene ψ come nodo aggiungendo, dopo l’ultimo nodo
di s∗ , β1 e β2 l’una accanto all’altra producendo così una biforcazione e cioè
due nuovi rami s∗ , β1 e s∗ , β2 . Avremo, quindi, in particolare,
che anche il ramo s darà luogo alla biforcazione s, β1 e s, β2 .
Ma, dal momento che ψ è una β-formula e che ψ è vera in Σ, avremo
che o β1 sarà vera in Σ o lo sarà β2 . E, mentre, nel primo caso, il tableau
Tn+1 conterrà il ramo s, β1 tutti i nodi del quale saranno veri in Σ;
nel secondo, il tableau Tn+1 conterrà il ramo s, β2 tutti i nodi del quale
saranno veri in Σ. □
Ma, se s fosse chiuso dovrebbe esistere una fbf χ di L0 tale che sia χ che
¬χ apparirebbero come nodi di s; e, dal momento che uno di questi due nodi
sarebbe falso in Σ, questo contraddirebbe la nostra ipotesi secondo la quale
s contiene esclusivamente nodi che sono veri in Σ. Quindi, T deve essere
aperto. □
Interpretazione I = {P, Q, R, }
P →
7 L’utilitarismo è vero
Q → 7 Il credere nell’Utilitarismo previene la gente dal massimizare la felicità
R → 7 È meglio non credere nell’Utilitarismo
¬P ¬Q (7)
|
P (8)
1. ϕn+1 è un letterale;
2. ϕn+1 è un’α-formula (formula sequenziale);
3. ϕn+1 è una β-formula (formula biforcante).
Se ϕn+1 è un letterale allora ϕn+1 è vera in Σ per le stesse considerazioni
che abbiamo fatto relativamente a ϕ0 .
Se ϕn+1 è un’α-formula allora entrambe α1 e α2 compaiono in ϕ0 , . . . , ϕn
(perché?) e sono, dunque, entrambe vere in Σ. (Ipotesi di induzione). Ma,
se α1 e α2 entrambe vere in Σ, allora α deve essere vera in Σ (perché?). E,
dunque, ϕn+1 è vera in Σ.
Se ϕn+1 è una β-formula allora o β1 o β2 devono comparire in ϕ0 , . . . , ϕn
(perché?) e, quindi, o β1 o β2 sono vere in Σ (Ipotesi di induzione). Ma, se
o β1 o β2 sono vere in Σ allora deve anche esserlo β (perché?); e, dunque,
ϕn+1 è vera in Σ.
Da ciò segue che tutti i nodi del ramo aperto s sono veri in Σ e, dal
momento che Γ ⊆ s, avremo che se γ ∈ Γ allora γ è vera in Σ e cioè Γ è
coerente. □
4.6 Esercizi
1. Se è possibile, rappresentate i seguenti argomenti per mezzo di sequenti
corretti del calcolo proposizionale. Mostrate che i sequenti ottenuti
sono corretti mediante l’uso di tableaux. Se ciò non è possibile dite il
perché.
A1 Se Maciste è più forte di Zorro, ma Maciste non si batte con Zorro,
allora il sergente Garcia avrà dei problemi. Ma, visto che il ser-
gente Garcia non avrà problemi e che Maciste è più forte di Zorro
vuol dire che Maciste si batte con Zorro.
A2 Se Giulietta ama Romeo, ma la tragedia shakespeareana Giulietta
e Romeo non viene rappresentata, vuol dire che Shakespeare è
sottovalutato. D’altro canto, la tragedia shakespeareana Giulietta
e Romeo viene rappresentata solo se Giulietta ama Romeo. Ma dal
momento che Shakespeare non è sottovalutato e che Giulietta ama
Romeo ne possiamo concludere che la tragedia shakespeareana
Giulietta e Romeo viene rappresentata.
2. Traducete il seguente argomento in un sequente corretto del calcolo
proposizionale, menzionando ogni difficoltà e ogni punto interessante,
dimostrando la sua correttezza per mezzo del metodo dei tableaux.
4.6. ESERCIZI 55
Proprietà dell’implicazione
semantica
5.1 Introduzione
Uno degli scopi di questo capitolo è quello di indagare:
57
58 CAPITOLO 5. PROPRIETÀ DELL’IMPLICAZIONE SEMANTICA
se Γ |= ϕ allora Γ ∪ ∆ |= ϕ.
• Dal fatto che Edipo ha un’altissima concezione del suo onore, Laio of-
fende gravemente Edipo e che Laio è il padre di Edipo non è plausibile
che segua che Edipo uccide Laio.
Dal momento che ϕ ∈ Γ, avremo che per ogni struttura Σ in cui tutte le
fbf di Γ sono vere anche ϕ sarà vera in Σ; e, quindi, Γ |= ϕ. □
se Γ |= ϕ e Γ ∪ {ϕ} |= ψ allora Γ |= ψ.
se ϕ |= ψ e ψ |= χ allora ϕ |= χ.
ϕ |= ψ e ψ |= ϕ.
• L’importanza del Teorema 5.2.8 sta nel fatto che questo risultato ci
mette a disposizione una procedura di decisione relativa all’esistenza o
meno di una relazione di equivalenza logica tra due qualsiasi fbf ϕ e ψ
di L0 .
1. ϕ è una sottoformula di ψ;
allora ψ ≡ ψ ′ . □
n
Teorema 5.2.11 Ci sono 22 funtori di verità ad n posti.
P1 · · · Pn F1n · · · F2n2n
V ··· V V ··· F
.. .. .. .. ..
. ··· . . . .
F ··· F V ··· F
n
Figura 5.1: 22 funtori di verità ad n posti
n n n
22 · 22 = (22 )2 (5.1)
= 22 ·2
n
(5.2)
n+1
= 22 . (5.3)
62 CAPITOLO 5. PROPRIETÀ DELL’IMPLICAZIONE SEMANTICA
□
Dal Teorema 5.2.11 possiamo dedurre che esistono infiniti funtori di
verità e che, quindi, esistono infinite funzioni di verità che vengono espresse
da questi. Ma, nel linguaggio del nostro calcolo proposizionale, abbiamo
soltanto cinque funtori di verità: un funtore di verità unario e quattro funtori
di verità binari. E allora sorge, immediatamente, il seguente importante
problema:
Problema 5.2.1 I funtori di verità presenti nel linguaggio del calcolo pro-
posizionale sono in grado di esprimere qualsiasi funzione di verità ovvero
l’insieme {¬, ∧, ∨, →, ↔} è funtorialmente completo?
Σ P1 · · · Pn F n
Σ1 V ··· V ∗
.. .. .. ..
. . . .
Σ2n F ··· F ∗
dove ∗ = V o ∗ = F.
Dato il Teorema 5.2.8, il nostro compito si riduce a quello di trovare
una fbf ψ di L0 che abbia la stessa tavola di verità di F n .
Ora, data la tavola di verità di F n , ci sono due possibilità:
Nel caso 1., dato che P1 , . . . , Pn sono fbf di L0 , la fbf che stiamo cercando
è:
ψ = ((P1 ∧ ¬P1 ) ∨ · · · ∨ (Pn ∧ ¬Pn )).
(perché?)
Nel caso 2., per ogni i tale che F n associa il valore di verità V ad Σi :
5.2. ALCUNI META-TEOREMI 63
in cui
{
Pk , se Pk è V in Σi ;
P i, k =
¬Pk , se Pk è F in Σi ;
dove 1 ≤ k ≤ n;
(b) la formula ψ che stiamo cercando non è altro che la disgiunzione di tutte
le ψ i menzionate in (a):
ψ = (ψ i ∨ ψ j ∨ · · · ∨ ψ l )
(perché?) □
ϕ |= χ e χ |= ψ
P1 · · · Pn Fψϕ
V ··· V
.. ..
. .
F ··· F
Completata la tavola di verità di Fψϕ , per ogni i, tale che Fψϕ associa il
valore di verità V ad Σi :
in cui
{
Pk , se Pk è V in Σi ;
P i, k =
¬Pk , se Pk è F in Σi ;
dove 1 ≤ k ≤ n;
χ = (χi ∨ χj ∨ · · · ∨ χl )
□
5.3. SULL’ALGEBRA DEI FUNTORI DI VERITÀ PRINCIPALI 65
2. (ϕ ∧ ϕ) ≡ ϕ e (ϕ ∨ ϕ) ≡ ϕ.
4. l’insieme delle premesse Γ deve essere il più piccolo insieme Γ0 tale che
Γ0 ∴ C.
66 CAPITOLO 5. PROPRIETÀ DELL’IMPLICAZIONE SEMANTICA
5.5 Esercizi
1. Mostrate, mediante l’uso di un tableau, che il seguente sequente è
corretto:
(S ↔ Q) |= (((S ∧ ¬R) → ¬P ) → ((P → Q) → (P → R))).
2. Trovate un controesempio del seguente sequente:
Coerenza, completezza e
decidibilità
6.1 Introduzione
In questo capitolo svilupperemo un po’ la sintassi del calcolo proposizionale
per mezzo di una discussione dei concetti di derivabilità e di dimostrabi-
lità di una fbf ϕ di L0 e tratteremo di tre temi fondamentali: la coerenza,
la completezza e la decidibilità del calcolo proposizionale.
Sebbene i concetti di derivabilità e dimostrabilità vengano, in quanto
segue, discussi indipendentemente da alcun riferimento al concetto di verità,
vedremo, che le due relazioni logiche fondamentali considerate in questo libro
— |= e ` — sono strettamente legate l’una all’altra. In particolare, avremo
modo di osservare che l’insieme TCP dei teoremi del calcolo proposizionale
coincide con l’insieme VCP delle tautologie.
Il fatto che TCP = VCP mostra che il nostro calcolo proposizionale, da
un canto, merita di essere considerato un calcolo logico e, dall’altro, è
perfettamente adeguato al suo scopo.
Per quanto riguarda il primo punto, dal momento che le tautologie sono
vere in ogni struttura Σ, queste sono da considerarsi delle verità logiche nel
senso che la loro verità è indipendente dalla contingenza rappresentata dalle
singole strutture. Queste considerazioni relative alla natura delle tautologie,
assieme al fatto che ogni teorema del nostro calcolo è una tautologia (TCP ⊆
VCP ), gustificano l’asserire che la natura del nostro calcolo è proprio quella
di un calcolo logico.
L’adeguatezza, poi, del nostro calcolo logico risulta, chiaramente, dal
fatto che questo è coerente — non è possibile dimostrare una contraddizione
67
68 CAPITOLO 6. COERENZA, COMPLETEZZA E DECIDIBILITÀ
Teorema 6.2.1 (Duns Scoto) Se ϕ è una fbf di L0 allora, per ogni fbf ψ
di L0 , avremo che:
{ϕ, ¬ϕ} ` ψ.
Se ϕ è una fbf di L0 allora, dal momento che per ogni fbf ψ di L0 abbiamo
che {ϕ, ¬ϕ} ∪ {¬ψ} `, ne segue che {ϕ, ¬ϕ} ` ψ. □
6.3 Coerenza
Teorema 6.3.1 (Coerenza) Sia Γ ` ϕ un sequente sintattico tale che Γ
è un insieme finito di fbf di L0 e ϕ è anch’essa una fbf di L0 . Se Γ ` ϕ è
corretto allora lo è anche il corrispondente sequente semantico Γ |= ϕ.
1. Γ ` ϕ se e solo se Γ ∪ {¬ϕ} `,
(α) se ∆ ` allora ∆ |= .
Sia ϕ una fbf di L0 , se ` ϕ allora esiste un tableau chiuso per {¬ϕ}. Ma questo,
per il Teorema 4.5.1, implica che {¬ϕ} è incoerente semanticamente e che,
quindi, ϕ è una tautologia. □
6.4 Completezza
Teorema 6.4.1 (Completezza) Sia Γ |= ϕ un sequente semantico tale che
Γ è un insieme finito di fbf di L0 e ϕ è anch’essa una fbf di L0 . Se Γ |= ϕ è
corretto allora lo è anche il corrispondente sequente sintattico Γ ` ϕ.
6.4. COMPLETEZZA 71
(α) se ∆ |= allora ∆ `,
dove ∆ = Γ ∪ {¬ϕ}.
Ma, (α) è logicamente equivalente a (β):
VCP ⊆ TCP .
TCP = VCP .
6.5 Trivializzazione di Γ
Adesso faremo vedere che se esiste un a fbf ϕ di L0 tale che sia ϕ che ¬ϕ
sono derivabili da un insieme finito Γ di fbf di L0 allora qualsiasi fbf ψ di L0
è derivabile da Γ. Questo risultato equivale ad una trivializzazione di Γ.
6.6. DECIDIBILITÀ E ANALITICITÀ 73
• Il fatto che VCP sia decidibile implica che il problema ‘La formula ϕ è
una tautologia?’, dove ϕ è una fbf di L0 , può essere risolto, in linea
di principo, per mezzo di una procedura puramente meccanica che ha
luogo in un numero finito di passi.
6.7 Esercizi
1. Usando il Corollario 6.4.1 del calcolo proposizionale, dimostrate che
ciascuna delle seguenti fbf. di L0 è un teorema del calcolo proposizio-
nale:
(a) (A → (B ∨ A));
(b) ((A ∧ B) → A);
(c) (((A → B) → A) → A);
(d) (A → (¬A → B));
6.7. ESERCIZI 75
Compattezza
7.1 Introduzione
77
78 CAPITOLO 7. COMPATTEZZA
Capitolo 8
8.1 Introduzione
Ci sono molti argomenti formulati in italiano la cui validità non può es-
sere dimostrata mediante formalizzazioni ottenute all’interno di L0 , il lin-
guaggio del Calcolo Proposizionale. Un esempio di questo fenomeno è dato
dall’argomento menzionato nell’Introduzione della prima lezione:
Esempio 8.1.1 Se assumiamo che tutti gli uomini sono mortali e che So-
crate è un uomo ne segue che Socrate è mortale.
I
P 7→ Tutti gli uomini sono mortali
Q 7 → Socrate è un uomo
R 7 → Socrate è mortale
{P, Q} |= R
il cui insieme controesempio:
{P, Q, ¬R}
79
80 CAPITOLO 8. IL CALCOLO DEI PREDICATI I
Il problema alla base di questo tipo di limiti presenti nel Calcolo Pro-
posizionale è rappresentato dal fatto che le formalizzazioni di argomenti che
possiamo produrre all’interno del Calcolo Proposizionale non tengono conto
della struttura interna delle proposizioni atomiche.
Vedremo nella parte restante del corso che questi limiti verranno superati
per mezzo di formalizzazioni ottenute nel linguaggio L1 del Calcolo dei Pre-
dicati, ma che il passaggio dal Calcolo Proposizionale a quello dei Predicati
avrà anche un certo ‘costo’.
In questa lezione studieremo, in particolare, alcune componenti della
struttura interna delle asserzioni atomiche, componenti e struttura che sono
alla radice della validità di un’ampia classe di argomenti. Tali componenti
sono predicati come: x è più pesante di y; espressioni note come quan-
tificatori quali: Tutte le x tali che …, Esiste almeno un x tale che …; e
designatori quali ‘Socrate’, ‘Caino’, ‘Abele’, ‘Il vincitore della battaglia di
Alesia’.
Definizione 8.2.2 (Nomi propri) I nomi propri sono dei nomi che, per
apposita convenzione, vengono utilizzati per denotare persone o cose.
Esempio 8.2.3 :
(a) x è la trisnonna di Zorro
(b) x è più alto di y
(c) x è tra y e z
8.3 Soddisfacibilità
Consideriamo il predicato ad un posto: x è biondo. Se gli elementi del
dominio D del nostro discorso sono esseri umani allora diremo che il predi-
cato ‘x è biondo’ è soddisfatto soltanto da quegli esseri umani biondi che
appartengono a D.
La nozione di soddisfacibilità di un predicato può essere generalizzata a
predicati ad n posti, per n ∈ N e 1 < n. Ma prima di fare questo c’è bisogno
di definire un nuovo concetto, quello di coppia ordinata.
Ci sono due modi per descrivere una relazione n-aria definita su un certo
dominio D:
1. elencare le n-ple ordinate che le appartengono;
Nota Bene 8.3.2 Il vantaggio del secondo modo di descrivere una relazione
n-aria rispetto al primo è che certe relazioni ad n posti possono contenere un
numero infinito di n-ple.
8.4. RELAZIONI BINARIE 83
8.5 Quantificatori
Quantificare su di un predicato ad n-posti P n equivale ad alterarlo così da
formare o un’asserzione (se n = 1) o un predicato con un numero inferiore di
variabili libere rispetto a P n (se 1 < n). Lo scopo del quantificare su di un
predicato consiste nel dire quanti elementi del dominio D soddisfano (o non
soddisfano) il predicato.
2. quantificazione universale;
3. quantificazione esistenziale.
2. x è calvo;
3. Giovanni è calvo.
2. x è calvo;
4. ∀x(x è calvo).
2. x è calvo;
4. ∃x(x è calvo).
8.6 Esercizi
Date le seguenti proprietà di una relazione binaria:
anti simmetrica se le uniche frecce doppie del grafico sono dei loops;
transitiva se il grafico non contiene due frecce consecutive (che vanno nella
stessa direzione) senza che vi sia una scorciatoia (che va nella stessa
direzione delle due frecce consecutive);
connessa se tra due qualsiasi punti del grafico della relazione esiste almeno
una freccia;
4. x oggi è più alto di quanto lo fosse y un anno fa, Dominio: tutti gli
esseri umani viventi;
86 CAPITOLO 8. IL CALCOLO DEI PREDICATI I
9.1 Introduzione
In questo capitolo ci occuperemo di: (1) tradurre asserzioni (formulate in
italiano) in L1 , il linguaggio del Calcolo dei Predicati; (2) applicare la tecnica
dei tableaux ad insiemi di parole proprie di L1 ; (3) discutere di pregi e difetti
del Calcolo dei Predicati.
Esempio 9.2.1 :
(1) Ogni numero ha un successore
(1)′ ∀x (x è un numero → ∃y (y è un numero ∧ y è il successore di x))
87
88 CAPITOLO 9. IL CALCOLO DEI PREDICATI II
INTERPRETAZIONE
Fx: x è felice.
Sx: x ha successo.
Dxy: x disprezza y.
a: Anna.
In merito all’uso fatto dei tableaux all’interno del Calcolo dei Predicati al
fine di determinare la coerenza di un insieme di parole proprie Γ sull’alfabeto
di L1 , c’è da dire che mentre l’ottenere un tableau chiuso da Γ mostra che Γ
è incoerente, l’ottenere un tableau aperto da Γ di solito non dimostra nulla.
Infatti, secondo il Teorema di Church, se ϕ è una parola propria sull’alfab-
eto di L1 e ϕ non è valida—cioè ϕ non è vera in ogni Σ1 -struttura—non esiste
un algoritmo in grado di farci vedere che ϕ non è valida. Questo fatto mette
in evidenza una profonda differenza esistente tra il Calcolo Proposizionale
ed il Calcolo dei Predicati: mentre nel Calcolo Proposizionale l’insieme delle
tautologie è decidibile, nel Calcolo dei Predicati l’insieme delle parole proprie
valide non lo è.
9.4.3 Regola ∀x ϕ 1
∀x ϕ
↓
ψ
C’è un designatore D che è già apparso nel ramo a cui viene aggiunta la
ψ, e ψ è ciò che otteniamo da ϕ quando sostituiamo in essa il designatore D
al posto di ciascuna occorenza libera della variabile x (in ϕ).
• Sebbene, come indicato dalla regola 7.4.4, noi possiamo estendere ogni
ramo aperto del tableau che contiene ∀xϕ come suo nodo prolungando
un tale ramo scrivendo ϕ(D), per qualunque designatore D, il motivo
per cui noi scegliamo, se possibile, un designatore D che è già apparso
nel ramo a cui viene aggiunta la ψ (dove ψ = ϕ(D)) è che voglia-
mo chiudere il tableau, sempre che questo sia possibile, nel più breve
numero di passi.
9.4.4 Regola ∀x ϕ 2
∀x ϕ
↓
ψ
Applicabile nel caso in cui: nessun designatore D è apparso nelle parole
proprie presenti nel ramo a cui viene aggiunta la ψ, D è un nome proprio e ψ
è ciò che otteniamo da ϕ quando sostituiamo in essa D al posto di ciascuna
occorenza libera della variabile x (in ϕ).
9.4. LE REGOLE DEI TABLEAUX DEL CALCOLO DEI PREDICATI91
1. un tableau del Calcolo dei Predicati del primo ordine con identità
può non terminare; e che di conseguenza
2. se l’insieme controesempio di un sequente semantico Γ |= ϕ è
coerente potremmo non saperlo mai.
9.4.5 Regola ∃x ϕ
∃x ϕ
↓
ψ
Esempio 9.4.1 Tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un uomo, quindi
Socrate è mortale.
Interpretazione
Dominio: D = {x | x è un essere vissuto in passato o attualmente vivo}
U x: x è un uomo
M x: x è mortale
s: Socrate
Sequente semantico
{∀x(U x → M x), U s} |= M s
Insieme controesempio
{∀x(U x → M x), U s, ¬M s}
Tableau
∀x(U x → M x)
Us
¬M s
(U s → M s)
¬U s Ms
9.5. SULLA FORMALIZZAZIONE IN L1 ED ALTRE COSE 93
Esempio 9.4.2 Nessun evento precede se stesso, ogni causa precede i suoi
effetti, quindi nessun evento è causa di se stesso.
Interpretazione
Dominio: D = {x | x è un evento}
P xy: x precede y
Cxy: x causa y
Sequente semantico
{¬∃xP xx, ∀x∀y(Cxy → P xy)} |= ¬∃yCyy
Insieme controesempio
{¬∃xP xx, ∀x∀y(Cxy → P xy), ¬¬∃yCyy}
Tableau
¬∃xP xx
∀x∀y(Cxy → P xy)
¬¬∃yCyy
∃yCyy
Caa
∀x¬P xx
¬P aa
∀y(Cay → P ay)
(Caa → P aa)
¬Caa P aa
se Γ ` ϕ allora Γ |= ϕ.
se Γ |= ϕ allora Γ ` ϕ.
Γ |= ϕ se e solo se Γ ` ϕ.
Teorema 9.5.5 (Church) L’insieme delle formule valide del Calcolo dei
predicati del primo ordine con identità è indecidibile.
9.6 Esercizi
1. Fornite un’adeguata interpretazione del seguente argomento traducen-
dolo in un sequente semantico del Calcolo dei Predicati. Dimostrate
che il sequente semantico è corretto usando il metodo dei tableaux.
Shakespeare era una persona intelligente, dal momento che tutti gli
scrittori che capiscono la natura umana sono intelligenti. Dopo tutto,
Shakespeare ha scritto l’Amleto, e nessuno tranne un vero poeta avreb-
be potuto scrivere l’Amleto. Bisogna accettare il fatto che non esiste un
vero poeta che non sia in grado di far commuovere, e nessuno scrittore
che non capisce la natura umana è in grado di far commuovere.