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LETTERA APERTA AL MINISTRO SUL SETTORE AFAM

Egregio Ministro,
innanzitutto congratulazioni per l'importante nomina.
Siamo docenti e non docenti del settore dell'Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) e le
scriviamo queste righe in maniera assolutamente spontanea e condivisa, per presentarci e
presentarle l' AFAM.
L'AFAM comprende le seguenti Istituzioni statali e non statali: Accademie di Belle Arti, Accademie
legalmente riconosciute, Accademia nazionale di danza e Accademia nazionale d'arte drammatica,
Conservatori di musica, Istituti musicali pareggiati, Istituti superiori industrie artistiche.
Il settore conta circa 7 mila docenti dipendenti statali ai quali si deve aggiungere il migliaio di
docenti in servizio presso analoghi istituti non statali ma in via di passaggio allo Stato (come da L.
205/2017), circa 2 mila tecnico-amministrativi, e circa 7 mila docenti a contratto divenuti ormai
assolutamente necessari per la vita delle Istituzioni.
Si tratta di un settore oggi in crescita esponenziale quanto a numero di studenti, come messo in
evidenza da un recente focus ministeriale (https://www.repubblica.it/
…/conservatori_crescita_teatro-2…/).
Fortissima è inoltre l'attrattiva che il sistema italiano di Alta Formazione Artistica e Musicale
esercita su studenti stranieri provenienti dai migliori College internazionali, che scelgono l'Italia per
la qualità della formazione.
Con questa lettera vogliamo rappresentarle alcune criticità del nostro settore. Fermo restando che
ogni aspetto dovrà essere verificato puntualmente nei dettagli e che a tal fine siamo disponibili a un
confronto diretto, ci auguriamo che quanto leggerà qui di seguito possa servire da base per una
roadmap di decisioni da prendere durante il suo mandato ministeriale.
A) Funzionalità del Ministero.
Ad oggi, primi di gennaio 2020, con l'anno accademico già iniziato da due mesi, non si è ancora
provveduto alle nomine a tempo indeterminato dei docenti aventi diritto nonché ovviamente alle
successive nomine a tempo determinato, sia dalle graduatorie nazionali che, ove esaurite queste
ultime, da quelle di Istituto. È probabile che tale operazione si concluderà non prima della fine di
gennaio (se non addirittura a febbraio), con irreparabili conseguenze per docenti e allievi, come
l'impossibilità di programmare la didattica per l'intero primo semestre, cattedre da pensionamenti
rimaste vacanti, corsi ed esami saltati, lauree rimandate, rischio di perdita di borse di studio,
stipendi non pagati ai docenti in prorogatio, ecc.
L'invito è a provvedere affinché questa situazione di estremo disagio non si ripeta più negli anni a
venire, sia attraverso la nomina di un dirigente apposito, sia grazie a una migliore funzionalità (si
legga maggior organico) degli uffici AFAM.
B) Organici pesantemente sottodimensionati.
La Legge 508 del 1999 ha cristallizzato i numeri del personale dipendente di ogni Istituzione
AFAM. Ciò genera ovviamente, alla luce di quanto scritto sopra riguardo alla vorticosa crescita del
numero degli studenti, l'impossibilità di adempiere alla richiesta di un'offerta didattica sempre più
adeguata ai tempi e ai crescenti numeri se non attraverso il meccanismo delle conversioni di
cattedra, provocando forzatamente una diminuzione di organico in altri settori disciplinari.
Lo stesso avviene per le carenze ormai epocali del personale tecnico-amministrativo, del tutto
insufficiente, e per le quali le conversioni di cattedre di docenza in posti da amministrativi non può
veramente essere considerata la più logica delle soluzioni a fronte della carenza di docenti (eppure è
una soluzione ammessa dal Ministero!).
È ineludibile, nel tempo, prevedere un ampliamento degli organici. Ciò risolverebbe anche il vulnus
della mancanza di cattedre per docenti, presenti nelle graduatorie nazionali, di discipline comunque
assolutamente necessarie alla formazione degli studenti.
C) Stabilizzazione del personale precario.
Dopo un decennio in cui praticamente non vi sono state assunzioni a tempo indeterminato -se non in
numero limitatissimo da residui di Leggi risalenti allo scorso millennio ed estremamente inferiore
rispetto al turnover- la L. 205/2017 ha dato inizio a un fruttuoso percorso di stabilizzazione per
circa 2000 "precari storici" (su 7000 cattedre!) con alle spalle dai 5 ai 10, 15 e più anni di servizio a
tempo determinato senza soluzione di continuità e su cattedre vacanti, inseriti in graduatorie
nazionali redatte dal Ministero stesso, attraverso selettive procedure concorsuali (ex L. 143/04, L.
128/13, L. 205/17). La stessa legge, per superare il problema del precariato, ha predisposto in più
anni l'assorbimento del personale a tempo determinato appartenente alle graduatorie nazionali. Si
prevede, visti i flussi del turnover, di completare in sole quattro annualità detto percorso e l'anno
accademico in corso, 2019-20, è già il secondo.
La richiesta è quella di non interrompere tale flusso virtuoso iniziato e di predisporre nuove regole
per il reclutamento del personale solo al termine di detto percorso, quando; pressoché TUTTI gli
appartenenti alle graduatorie di cui sopra (dopo le nomine 2019-20 saranno circa un migliaio,
ovvero saremo a metà dell'opera) saranno stabilizzati secondo le stesse procedure.
Inoltre, è ormai ineludibile predisporre una nuova graduatoria per stabilizzare successivamente
anche quei docenti che abbiano nel frattempo conseguito il requisito di legge dei tre anni di servizio
(vedi Legge cosiddetta "Madia") sia nelle Istituzioni statali che non statali (i cui docenti
immotivatamente non sono stati inseriti nelle graduatorie ex L. 205/2017).
D) DPR sul reclutamento.
Riguardo alle regole di reclutamento, nei giorni scorsi il Miur ha promulgato l'atteso decreto sul
reclutamento. Si tratta tuttavia di un testo in larga parte obsoleto e inattuale, "nato già vecchio" e
scollato dalla realtà dell'AFAM. Esso mostra i segni delle successive revisioni alle quali è stato
sottoposto nel corso del lungo percorso di riordinamento del settore, iniziato nel 1999 (L. 508/99).
Il testo manca infatti di una coerenza complessiva e, di più, ignora pronunciamenti legislativi
intervenuti in questi anni (Legge cosiddetta "Madia" e L. 205/2017, e loro tempistiche), prevede
disparità di trattamento di lavoratori ai quali una stessa legge ha riconosciuto uguali diritti (si veda il
reclutamento previsto per gli appartenenti alle Graduatorie Nazionali). Il decreto prevede inoltre
scadenze e una serie di prescrizioni irrealizzabili, assurde e immotivate (il divieto di reiterazione dei
contratti ai precari oltre tot anni a chi è in attesa di stabilizzazione da anni e poi l'assenza di norme
finanziarie che permettano dopo il 2021 l'assunzione a TI del personale ATA, per non parlare
dell'obbligo del possesso di titoli di studio che per alcuni settori disciplinari non esistono proprio).
Si tratta di criticità già segnalate da tutte le componenti del sistema nonché dalle Commissioni
parlamentari in sede di valutazione del testo preliminare. Eppure, tali segnalazioni sono state
inspiegabilmente e colpevolmente ignorate.
Anche la sola lodevole eccezione positiva dell'avvio della procedura di passaggio alla prima fascia
dei colleghi da decenni immotivatamente trattenuti nella seconda presenta la criticità per cui, anche
se paradossalmente sono stanziati i fondi per i passaggi, non risultano quelli per la sostenibilità a
regime, e in ogni caso viene previsto un passaggio concorsuale anche in qualche caso per esami
francamente improponibile a colleghi con oltre 30 anni di docenza.
Questo regolamento va a nostro giudizio cassato, o quantomeno pesantemente rivisto, bloccato o
rinviato -quantomeno al 2022-23 se non al 2023-24, una volta conclusa la stabilizzazione neri
docenti nella filiera delle succitate GAE- in quanto in gran parte inapplicabile e a serio rischio di
generare ulteriore precariato e instabilità.
E) Statizzazione Istituti musicali pareggiati e Accademie storiche.
Con la stessa L. 205/2017 e con altre disposizioni si è avviata a soluzione la vicenda trentennale
della statizzazione degli Istituti Musicali Pareggiati e delle Accademie storiche sempre promessa e
mai attuata da parte dei precedenti governi.
Le risorse sono già allocate, l'invito è quello di procedere speditamente.
Si chiede inoltre di tutelare quei docenti precari di dette istituzioni che pur avendo i medesimi
requisiti dei docenti statali non sono stati immotivatamente inseriti nelle graduatorie nazionali.
F) Colleghi co.co.co.
Come scritto sopra, gli organici dei docenti dipendenti sono pesantemente insufficienti per coprire
l'intera richiesta di formazione, produzione e ricerca.
Molte istituzioni hanno più docenti a contratto di quanti ne abbiano dipendenti.
Al di là di un provvedimento tampone inserito nell'ultima finanziaria che rinvia il problema di un
anno, è necessaria una fase di decisioni importanti in questo settore.
La prima, a questo punto determinante, come già iscritto sopra, consiste in una scelta politica di
implementazione degli organici.
G) Accompagnatori allo strumento.
È altresì ineludibile la definizione delle nuove classi di concorso relativamente ai pianisti e ai
clavicembalisti accompagnatori, in modo anche da evitare pesantissime spese ricadenti sulle
Istituzioni.
H) Formazione alla ricerca (ossia Dottorati).
Nonostante siano stati previsti dalla richiamata L. 508/99, i "dottorati", che in AFAM prendono il
nome di "Corsi di formazione alla ricerca", non sono mai stati avviati, con tutte le conseguenze del
caso (perdita di finanziamenti europei, impossibilità di sviluppare progetti di ricerca con altre
università o enti di ricerca in Italia e all'estero, impossibilità di formare una futura classe di
ricercatori e docenti in campo artistico e musicale con specifiche competenze avanzate, ecc.). Fa
specie poi che il Paese dove le Accademie e i Conservatori sono nati sia l'unico a non avere una
formazione di terzo livello in questo settore.
I) Status giuridico dei docenti.
L'AFAM è da sempre un settore "a metà strada" tra Scuola e Università.
Le regole sono spesso universitarie, ma le retribuzioni e molte normative sono invece legate al
sistema scolastico.
Va sicuramente sciolto detto nodo, al fine di chiarire definitivamente lo status del docente.
Egregio Ministro, molte altre sarebbero le criticità da segnalare, ma riteniamo di essere
probabilmente già stati prolissi.
Siamo pertanto a disposizione per incontrarla, con una nostra rappresentanza, per confrontarci
direttamente e discutere insieme di ogni aspetto e problema, e di soluzioni praticabili,
concretamente, proficuamente e con la meritata attenzione.

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