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di Giorgio Signorile
www.giorgiosignorile.it
giorgio.dotguitar@gmail.com
Parlavo di forma e di sostanza: anche i testi sono cambiati, nella grafica e nei contenuti.
Non mi interessa tanto il fatto che abbiano dei colori sgargianti e dei fumetti che
accompagnano ogni brano, quanto il materiale che contengono: deve essere chiaro il
messaggio che parte dal compositore‐insegnante e cioè: “io voglio portarti a questo risultato,
passando attraverso questa strada”.
Metodi a confronto
Vorrei fare un'osservazione di tipo strettamente tecnico sui due metodi
che vedo più citati da colleghi, studenti e amatori: il Sagreras,
particolarmente il 1° volume, e il Guitar Gradus di Ruggero Chiesa. Fra i due libri passa un arco
temporale di più di cinquant'anni, teniamolo presente nella nostra disamina, ma soprattutto
fermiamoci ad osservare come, al di là della parte introduttiva e di impostazione preliminare,
si studiano le prime note suonate con un certo senso “melodico”. Sagreras lavora
esclusivamente con posizioni accordali: mano sinistra ferma, due, a volte tre dita sui tasti e
mano destra in arpeggio. Chiesa inizia invece con la sinistra “libera”, nella ricerca delle note in
prima posizione attraverso la realizzazione di brevi melodie prese da canzoni popolari e temi
classici.
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classici.
Curiosità: il fatto stesso che una riga di musica si chiami “esercizio 1” o “lezione 3” (come in
Sagreras o svariati altri testi classici) toglie la voglia di studiarla anche all'alunno più diligente.
Anche se ci sono già i titoli, cerchiamo di ridare ad ogni brano, anche solo di due battute,
un'idea accattivante...”passeggiata sul sol”, “il compleanno”, “il sole e la luna”, e il risultato
sarà sicuramente migliore. E' solo una questione di forma ma può servire.
Ciò non toglie nulla al valore del testo di Sagreras, ma semplicemente, anziché adottarlo come
testo base all'inizio dello studio, preferisco sceglierne alcuni brani e proporli quando la mano
ha acquisito sufficiente sicurezza, forza ed indipendenza di movimento.
Impostiamoci
Ma alla prima lezione è il caso di parlare di impostazione? O è meglio curiosare fra i suoni della
chitarra, esplorarla, smontarla?
Un semplice lavoro che possiamo fare già dalla prima lezione è quella di
prendere contatto con le corde, suonandole, senza curarsi per ora del
come, per scoprire le sonorità e le possibilità espressive della chitarra,
forte, piano,dolce, aspro, accelerato, rallentato.
Ho visto troppe volte ragazzi entusiasti e desiderosi di suonare ma con enormi difficoltà dovute
a impostazioni non curate: e in questo caso la responsabilità è solo del docente, che ha
preferito probabilmente un piccolo (e sovente banale) risultato sonoro subito, che desse una
piccola soddisfazione all'alunno, anziché un serio e giusto lavoro, mirato al suo bene e al suo
futuro. Posso dire, concludendo, che dove c'è etica, competenza e metodo si vive bene, i
ragazzi si accorgono di avere di fronte un insegnante autorevole che sa dove vuole portarli e in
quale strada camminare...e
http://www.dotguitar.it/zine/dida_base/gio1.html in questo caso state sicuri che potete anche far loro suonare i 2/3
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quale strada camminare...e in questo caso state sicuri che potete anche far loro suonare i
Guitarcosmos di R.Smith Brindle e li avrete sempre dalla vostra parte!
G.S.
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