Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1
che caratterizza l'età moderna. Ciò che nei due secoli precedenti
permaneva come un fermento sotterraneo, nel Settecento viene
impetuosamente e violentemente alla luce, reclamando a piena voce, in
nome della natura, dell'esperienza e della ragione, il mutamento globale
dello spirito dell'uomo e delle istituzioni in cui esso vive.
Laicità e fiducia nella ragione e nel progresso, spirito critico e tolleranza,
cosmopolitismo e richiamo alla natura, sono alcune delle idee che
caratterizzano il nuovo tipo di intellettuale, investito di una vera e
propria missione educativa nei confronti dell'umanità che deve
finalmente ricevere e sviluppare i "lumi" necessari per uscire da un
periodo di barbarie.
L'attività culturale diviene, perciò, politica e pedagogica, e può rivolgersi
alla borghesia che desidera essere informata, poter giudicare e
condizionare la direzione della società. Gli intellettuali si incaricheranno
così di educare l'opinione pubblica evidenziando gli errori e i pregiudizi
del passato, ma proponendo anche nuove idee e propri progetti di
riforma in tutti i campi. Tutto ciò necessita di un'attiva e veloce
circolazione delle opinioni; così gli uomini di cultura si serviranno dei
salotti, dei giornali, dei "pamphlet", dei saggi, dei trattati, della narrativa
e del teatro per realizzare la propria missione educativa.
In un secolo caratterizzato dalla fiducia nelle capacità razionali
dell'uomo, l'educazione diviene uno degli aspetti fondamentali del
progetto sociale. Viene a delinearsi una pedagogia laica e razionale che
cerca di avvicinarsi ad una visione sempre più "scientifica" ed "oggettiva"
dell'uomo e tende ad attaccare collegi e curricoli giudicati portatori di
una cultura anti-moderna, retorica ed inefficace.
Per questo molti intellettuali non si limiteranno a proporre nuove teorie
pedagogiche, ma si faranno anche promotori o realizzatori di progetti
pedagogici, per i quali richiederanno un intervento dello Stato con il
quale riformare l'organizzazione, i programmi e la didattica della scuola.
Nel contempo anche la famiglia e i ruoli familiari vengono caricati di un
nuovo significato pedagogico.
- Rousseau -
2
amante al tempo stesso. Nel 1741 si stabilisce a Parigi dove entra
qualche anno più tardi in relazione con i filosofi e in particolare con
Diderot. Nel 1745 conobbe una donna, Thérèse Levasseur, che più tardi
sposerà e dalla quale non si separerà fino alla morte, generando con
essa cinque figli che vengono affidati, uno dopo l’altro, all’orfanotrofio.
Nel 1750 pubblica il “Discorso sulle scienze e le arti”, il quale gli procura
grande successo presso la società parigina, ma il temperamento timido e
scontroso del filosofo non favorisce le relazioni sociali. Tornato per
qualche tempo a Ginevra, Rousseau dà alle stampe il secondo discorso
“Sull’origine ed i fondamenti dell’ineguaglianza fra gli uomini” (1754). In
seguito si stabilisce di nuovo a Parigi; in questo periodo rompe i rapporti
con l’ambiente degli enciclopedisti e compone le sue opere maggiori: il
romanzo epistolare “La Nuova Eloisa” (1761), il capolavoro di filosofia
politica “Il contratto sociale”, e l’ “Emilio” (1762). Ma l’ “Emilio” viene
bruciato per empietà a Parigi e Rousseau deve riparare in Svizzera, dove
inizia a scrivere le “Confessioni” (uscite postume fra il 1782 e il 1789).
Nel 1765 accetta l’ospitalità in Inghilterra del filosofo David Hume, ma
rompe presto anche con lui, sospettandolo di inesistenti congiure con i
suoi nemici. Ritorna dunque in Francia, dove conclude la sua vita
errabonda ed inquieta, descritta nei “Sogni di un viandante solitario” nel
1778.
- Emilio -
4
L’ “Emilio” la grande teoria pedagogica: E’ un romanzo pedagogico
composto da Rousseau a partire dal 1753/54 ed è strettamente legato
ad altre opere rousseauiane, quali il “Contratto sociale” e la “Nuova
Eloisa”.
Il tema fondamentale dell’ “Emilio” consiste nella teorizzazione di
un’educazione dell’uomo in quanto tale attraverso un suo “ritorno alla
natura”. Ovvero Rousseau mette in evidenza i bisogni più profondi del
bambino valorizzando le caratteristiche specifiche dell’infanzia.
Inoltre, alla base di questo romanzo vi è un’accesa polemica contro la
pedagogia di quel tempo. Rousseau, quindi, attua una critica nei
confronti dei Gesuiti e dei collegi sostenendo che le tecniche educative da
loro attuate sono artificiali e trascurano i veri bisogni dell’essere umano.
L’opera di Rousseau immagina di seguire la crescita e la formazione di
un fanciullo dalla nascita al matrimonio. Emilio è un bambino orfano e
nobile che verrà condotto in una campagna dove maturerà sotto la giuda
vigile ed attenta del precettore.
La formazione dell’uomo naturale, esemplificato in Emilio, si compie
attraverso cinque grandi tappe che Rousseau affronta nei cinque libri
della sua opera.
Così facendo, Rousseau divide lo sviluppo umano in fasi di cui descrive
le modalità caratteristiche nella dimensione cognitiva ed affettiva,
anticipando così lo studio della psicologia evolutiva. Ciascuna fase ha
una propria maturità che ne costituisce la perfezione. La perfezione
dell’infanzia consiste nel realizzare tutto quanto in questa età è
necessario realizzare.
L’educazione di Emilio verrà così ripartita in diversi momenti, ciascuno
dei quali con caratteri e compiti particolari. Soprattutto non bisogna
cercare di accelerare lo sviluppo; l’educazione deve essere centrata sulle
caratteristiche e modalità della sua età.
5
Il primo allevamento e il nutrimento del bambino sarà responsabilità
esclusiva della madre, il cui compito viene esaltato da Rousseau come
apportatore di armonia e felice sviluppo del neonato. Tuttavia egli verrà
presto sottratto alla madre per affidarlo alle cure di un precettore.
Secondo Rousseau, poi, l’educazione naturale va condotta in mezzo alla
natura, dove l’ambiente rinvigorisce il corpo e l’anima, e la società non
può esercitare il suo effetto corruttore.
L’educatore, inoltre, deve provvedere affinché Emilio non contragga
abitudini che lo rendano schiavo e lo devino dai suoi bisogni naturali.
Inoltre, nel I libro, Rousseau dà ampio spazio al tema
dell’apprendimento del linguaggio e ci dice che gli adulti devono
rispettare i tempi di questo sviluppo e devono cominciare col fornire
gradualmente pochi termini, ben distinti, ben pronunciati e collegabili ad
oggetti sensibili nell’esperienza del bambino.
III Libro: (12-15 anni) Rousseau chiama questo periodo l’ “età dell’utile” e
a suo parere è il più prezioso dell’esistenza e, data la sua estrema
6
brevità, deve essere attentamente amministrato dal punto di vista
educativo. Se prima era opportuno “perdere tempo”, in questa fascia
d’età, il tempo è così breve che l’attività educativa deve scegliere cosa
fornire all’allievo senza la pretesa di poterlo rendere sapiente.
All’attività del corpo subentra quella dello spirito che cerca di istruirsi.
Emilio è curioso di tutto e l’insegnante deve indirizzare bene questa
curiosità. Il passaggio dalle conoscenze sensibili a quelle intellettuali
avverrà attraverso l’esperienza diretta incentrata sull’esplorazione
dell’ambiente. Il suo maestro allenerà Emilio a cercare in sé stesso i
mezzi di indagine e a non ricorrere ad altri se non dopo aver riconosciuto
la propria insufficienza.
L’errore non verrà corretto dall’adulto, ma dalla scoperta di Emilio
stesso: è fondamentale che egli non sappia nulla perché gli è stato detto,
ma solo perché lo ha compreso da sé.
Nella terza età educativa, dunque, l’istruzione di Emilio continuerà per
forma indiretta, sarà incentrata sull’utilità, sull’interesse e sullo sforzo.
La lettura non verrà particolarmente incoraggiata; una sola lettura viene
consigliata: “Robinson Crusoe” che rispecchia l’autosufficienza del
fanciullo.
Rousseau esamina, inoltre, il valore formativo del lavoro manuale. Emilio
verrà indirizzato a fare il falegname, il quale è un lavoro pulito, utile che
mantiene il corpo in esercizio. Emilio dovrà comprendere il valore
profondamente umano ed educativo del lavoro.
7
specifica, ma sarà messo nelle condizioni di poter scegliere con l’uso
della ragione la propria religione.
- Elaborazione personale-
8
sia corrotto dalla società (considerata “malvagia”) e quindi propone di
educare Emilio lontano dalla società, in campagna.
Ma per una buona educazione, sappiamo che l’individuo ha bisogno di
vivere e crescere a contatto dell’ambiente sociale, altrimenti si avrà un
individuo non educato sul versante della socializzazione.
Quest’ultima, sappiamo che è di vitale importanza per l’uomo e senza di
essa, l’uomo non sarebbe educato al 100% .
Troppo forti sono le critiche fatte da Rousseau alla società del suo
tempo; non si può educare senza tener conto dei valori della società in
cui avviene il processo educativo, e, inoltre, bisogna tener conto dei
fattori economici, politici e culturali di essa.