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9 ‐ Calcolo dell’incertezza
composta
Statistica Sperimentale e Misure
Meccaniche
L20 LT 1 20 T
Tuttavia, anche se non fosse necessario considerare l’effetto della
temperatura, sarebbe sempre presente almeno la risoluzione r dello
strumento di misura utilizzato, per cui il valore di lunghezza L,
rispetto alla lunghezza misurata LT sarebbe dato da:
r
L LT
2
Y G X1 , ... , X j , ... , X q
Tale relazione tra le grandezze determina una relazione analoga tra
le misure:
• variabile dipendente y
• variabili indipendenti xj
y G x1 , ... , x j , ... , xq
Nella maggior parte dei casi le funzioni coinvolte sono abbastanza
regolari da poterle rappresentare in un intorno adeguato dei valori
medi con uno sviluppo in serie di Taylor arrestato al primo ordine.
Pertanto, se le variabili indipendenti xj subiscono una piccola
variazione δxj, si può calcolare la corrispondente variazione della
variabile dipendente δy mediante la formula:
G G G
y x1 ... + x j ... +
xq
x1 x1 x j x j xq x q
rappresentano le derivate parziali della funzione G rispetto alle
variabili Xj calcolate in corrispondenza dei valori medi x j
Tali fattori vengono detti coefficienti di sensibilità poiché
permettono di valutare quanto la variabile dipendente y sia
sensibile alle variazioni delle rispettive variabili indipendenti xj.
Y G X1 , ... , X j , ... , X q
è espressa da una formula matematica può essere fatta la
derivazione algebrica o numerica; se invece relazione è espressa da
un funzionale (ad esempio da una procedura convenzionale o un
diagramma empirico) il valore della derivata viene approssimato dal
valore del rapporto incrementale:
G
cj
G x1 , ..., x j x j , ..., xq G x1 , ..., x j , ..., xq
xj x j
x j
ove il pedice i ha il significato di risultato ottenuto con l’i‐esima
prova. Il sistema di equazioni così ottenuto rappresenta la relazione
tra la variabile dipendente Y e le variabili indipendenti Xj.
n 1 n 1 n 1
G. Barbato ‐ A. Germak ‐ G. Genta 9
COMPOSIZIONE DEI CONTRIBUTI D’INCERTEZZA
Si osservi che:
x11 . xi1 . xn1 x11 . x1 j . x1q
.
T
. . . . . . . . .
xij xij
1 x . xij . xnj xi1 . xij . xiq
1j
n 1 n 1
. . . . . . . . . .
x
1q . xiq . xnq xn1 . xnj . xnq
n n n
i 1
xi21 .
i 1
xi1 xij .
i 1
xi1 xiq
. . . . .
1
n n n
xi1 xij
n 1 i 1
. x
i 1
2
ij .
i 1
xij xiq s 2 x
. . . . .
n n n
x x
i1 iq . x x ij iq . xiq
2
i 1 i 1 i 1
G. Barbato ‐ A. Germak ‐ G. Genta 10
COMPOSIZIONE DEI CONTRIBUTI D’INCERTEZZA
La matrice:
s 2 x
che ha sulla diagonale principale le varianze delle variabili
indipendenti e fuori dalla diagonale principale le sommatorie dei
prodotti misti divise per i gradi di libertà (covarianze), si chiama
matrice varianza‐covarianza.
Quindi, noto il comportamento delle variabili indipendenti, è possibile
calcolare la varianza della variabile dipendente:
s 2 y c j s 2 x c j
T
2
G 2
s x j c 2j s 2 x j
q q
s y
2
j 1 x j j 1
Y G X1 , X 2 X 2 X1
La varianza di Y è data da:
2
G 2
s x j 12 s 2 x1 12 s 2 x 2 s 2 x1 s 2 x 2
q
s y
2
j 1 x j
Y G X 1 , ... , X j , ... , X q m x j
1 q
q j 1
quindi:
2
G 2
2
s x j 1 s 2 x j
q q
s m
2
j 1 x j j 1 q
e, poiché i dati sono estratti tutti dalla stessa distribuzione con
varianza s2, si ha:
s 2 x
2 2
q
1 2 1 2
s m s x q s x
2
j 1 q q q
G. Barbato ‐ A. Germak ‐ G. Genta 19
COMPOSIZIONE DEI CONTRIBUTI D’INCERTEZZA
L’incertezza del valore medio
Questa formula riveste notevole importanza poiché le informazioni
sulle condizioni di variabilità possono talvolta riguardare i valori
medi, ed in tal caso sono collegate alla varianza s2(m); spesso, invece,
riguardano i valori singoli, ed in tal caso sono collegate alla varianza
s2(x).
s2 x
s2 m
q
per trasformare la varianza s2(x) nella varianza s2(m) corrispondente.
s 2 x nd s 2 m
s2 x
s2 m
nr
Il calcolo di tale formula conviene sia organizzato in modo da
evidenziare i contributi uj2(y) , poiché ci consentiranno di avere una
visione globale del bilancio delle incertezze, di comprendere il peso
dei diversi contributi e di decidere come migliorare il processo di
misura.
G. Barbato ‐ A. Germak ‐ G. Genta 24
LA TABELLA DEL BILANCIO D’INCERTEZZA
Bilancio dei contributi di incertezza senza covarianze e gradi di libertà
(forma compatta).
Quindi, anche i coefficienti di sensibilità assumeranno
automaticamente le corrette unità di misura.
Si osservi che non tutti i fattori risentono favorevolmente del fatto che
il risultato venga dato come media su nr misurazioni, ma solo quelli
che possono essere esplorati nella variabilità dichiarata dalla
molteplicità di misurazioni.
L20 LT 1 20 T
deve essere modificato nel modello metrologico corrispondente:
r
L20 LT A Ripr 1 20 T
2
Per ogni dato misurato (in questo caso solo LT) bisogna, di solito,
tenere conto dei contributi di incertezza sulla misura dati dalgli errori
sistematici A dello strumento usato, dalla riproducibilità Ripr legata
alle condizioni di prova e dalla risoluzione di lettura r.
G. Barbato ‐ A. Germak ‐ G. Genta 34
UNA SEMPLICE APPLICAZIONE ALLA PIANIFICAZIONE
DI UNA MISURA DIMENSIONALE
Modello metrologico
r
L20 LT A Ripr 1 20 T
2
Y G X1 , ... , X j , ... , X q
• L20 è la variabile dipendente y;
• LT è presa come variabile indipendente x1 per la parte riguardante
l’accuratezza, x2 per la riproducibilità e x3 per la risoluzione;
• α è la variabile indipendente x4;
• β è la variabile indipendente x5;
• T è la variabile indipendente x6.
u 2j y c j 2 u 2 x j
Ad esempio, per gli usuali strumenti con scala in acciaio per la misura
di pezzi in acciaio, quindi con un differenziale di deformazione di poche
parti per milione, si trova che è giustificato l’uso normale che non
prevede alcun controllo di temperatura.