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svolti
f (x, y) = 2x + 3y,
nella regione
n o
D = (x, y) ∈ R2 : y 2 − 1 ≤ x ≤ 3 ,
al variare di α > 0.
f (x, y) = x2 − xy + y 2 ,
f (x, y) = x2 + 3y,
f (x, y) = x(y − x)
nella regione
n o
D = (x, y) ∈ R2 : −1 ≤ x ≤ 2, x2 − x − 2 ≤ y ≤ x + 1 .
Esercizio 6. Tra tutti i rettangoli inscritti in una circonferenza di raggio unitario, determinare:
x2 + y 2 = 1.
f (x, y, z) = x + y 2 + z,
3 Svolgimenti
Esercizio 1. L’insieme M dei punti (x, y) ∈ R2 tali che x4 + y 4 = 1 è chiuso e limitato. Infatti, è
chiuso perché preimmagine, tramite la funzione continua g(x, y) = x4 + y 4 , dell’insieme {1} che è
chiuso in R.
y
O
−1 1 x
p √
Inoltre, da x4 + y 4 ≤ 1 segue che |x| ≤ 1 e |y| ≤ 1. Quindi k(x, y)k = x2 + y 2 ≤ 2 e di
conseguenza è limitato. Essendo f continua, per il Teorema di Weierstrass ha almeno un punto di
massimo assoluto e almeno un punto di minimo assoluto su M . Per trovarli applichiamo il metodo
dei moltiplicatori di Lagrange, che consiste nel determinare i punti stazionari della funzione
Si ha
∂F
(x, y, λ) = 2 + 4λx3 = 0
∂x
∂F
∇F (x, y, λ) = (0, 0, 0) ⇐⇒ (x, y, λ) = 3 + 4λy 3 = 0
∂y
∂F
(x, y, λ) = x4 + y 4 − 1 = 0 .
∂λ
q q
1 3
Dalle prime due equazioni si ricava che x = − 3 2λ e y = − 3 4λ . Sostituendo tali uguaglianze nella
4 3
4 4
23 + 33
terza equazione si ottiene λ = ± .
4
Esercizio 2. L’insieme D è chiuso poiché intersezione dell’ insieme chiuso dato dai punti (x, y) ∈ R2
che soddisfano la condizione y 2 −1 ≤ x con l’insieme chiuso dato dai punti (x, y) ∈ R2 che soddisfano
la condizione x ≤ 3. Inoltre D è limitato in quanto incluso nel rettangolo [−1, 3] × [−2, 2]. Essendo
f continua, il Teorema di Weierstrass garantisce l’esistenza di almeno un punto di massimo assoluto
e di almeno un punto di minimo assoluto per f su D.
y
N
2
D
L K
−1 O 3 x
−2 M
Questi punti possono trovarsi o all’interno di D oppure sulla frontiera di D. Poiché la frontiera
di D non può essere parametrizzata in un intorno dei punti M = (3, −2) ed N = (3, 2) come
un’unica curva regolare, occorre esaminare:
n o
• l’arco di parabola P = (x, y) ∈ R2 : x = y 2 − 1, −2 ≤ y ≤ 2 ;
n o
• il segmento di retta R = (x, y) ∈ R2 : x = 3, −2 ≤ y ≤ 2 ;
Eventuali massimi o minimi presenti all’interno di D sono da ricercare tra gli eventuali punti
stazionari di f ivi contenuti.
Si ha
∂f 2
(x, y) = ex−αy = 0
∂x
∇f (x, y) = (0, 0) ⇐⇒
∂f
(x, y) = −2αyex−αy2 = 0.
∂y
Il sistema chiaramente non ha soluzioni, pertanto non sono presenti punti stazionari per f all’interno
di D.
Posto g = f|P , si ha che per ogni y ∈ [−2, 2]
2 2 −1
g(y) = f y 2 − 1, y = e(1−α)y −1 g ′ (y) = 2(1 − α)ye(1−α)y
=⇒ .
2 2
h(y) = f (3, y) = e3−αy =⇒ h′ (y) = −2αye3−αy .
Si ottiene per h il punto stazionario dato da y = 0, a cui corrisponde per f il punto K = (3, 0).
Poiché risulta f (M ) = f (N ) = e3−4α , f (L) = e−1 e f (K) = e3 , si può concludere che il punto di
massimo assoluto per f è il punto K, per ogni valore di α > 0.
Se α > 1 si ha 3 − 4α < −1, pertanto i punti di minimo assoluto per f sono i punti M ed N .
Se 0 < α < 1 si ha 3 − 4α > −1, dunque l’unico punto di minimo assoluto per f è il punto L.
Infine se α = 1 sono punti di minimo assoluto tutti i punti appartenenti a P.
Esercizio 3. L’insieme Γ è chiuso in quanto intersezione tra l’insieme chiuso dato dai punti
(x, y) ∈ R2 tali che x2 − y 2 = 1 e l’insieme chiuso dei punti (x, y) ∈ R2 tali che x ≥ 1. Non è
p
limitato perché se (x, y) ∈ Γ si ha che x = y 2 + 1 e quindi può assumere valori arbitrariamente
grandi. Dunque il Teorema di Weierstrass non è applicabile e l’esistenza di punti di massimo o di
minimo non è garantita a priori. Poiché
2
1 3 2
f (x, y) = x− y + y ,
2 4
Pertanto f non possiede punti di massimo assoluto su Γ, essendo ivi superiormente illimitata.
Si può studiare l’esistenza di eventuali punti di minimo assoluto applicando, per esempio, il metodo
dei moltiplicatori di Lagrange, ovvero cercando i punti stazionari di
Si ha
∂F
(x, y, λ) = 2x − y + 2λx = 0
∂x y = 2x(1 + λ)
∂F
∇F (x, y, λ) = (0, 0, 0) ⇐⇒ (x, y, λ) = −x − 2λy + 2y = 0 ⇐⇒ x(3 − 4λ2 ) = 0
∂y
2
x − y 2 = 1.
∂F
(x, y, λ) = x2 − y 2 − 1 = 0
∂λ
√
3
Dalla seconda equazione si ottiene che x = 0 oppure che λ = ± 2 , ma x = 0 non risulta accettabile,
poiché sostituendo nell’ultima equazione si ha y 2 = −1, che non ha soluzioni in R.
√ √
Per λ = 23 si trova y = (2 + 3)x, che è l’ equazione di una retta che non ha intersezioni con Γ.
√ √
Infine, per λ = − 23 si ottiene y = (2 − 3)x, che è l’equazione di una retta che interseca Γ nel
punto di coordinate
√ !
1 2− 3
p √ ,p √ ,
4 3−6 4 3−6
corrispondente al punto di minimo assoluto cercato.
Un metodo alternativo per studiare l’esistenza di punti di minimo assoluto, consiste nel parametriz-
zare Γ ponendo
x = cosh t, y = sinh t, t∈R
Esercizio 4. L’insieme
n o
C = (x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 = 5
è chiuso perché preimmagine tramite la funzione continua g(x, y) = x2 + y 2 dell’insieme {5} che
è chiuso in R. Inoltre è immediato osservare che C è limitato, trattandosi di una circonferenza.
Essendo f continua, il Teorema di Weierstrass garantisce l’esistenza di almeno un punto di massimo
assoluto e di almeno un punto di minimo assoluto per f su C.
I punti di massimo e di minimo assoluti per f su C possono essere determinati usando il metodo
dei moltiplicatori di Lagrange, cerchiamo i punti stazionari di
Si ha
∂F
(x, y, λ) = 2x(1 + λ) = 0
∂x
∂F
∇F (x, y, λ) = (0, 0, 0) ⇐⇒ (x, y, λ) = 3 + 2λy = 0
∂y
∂F
(x, y, λ) = x2 + y 2 − 5 = 0 .
∂λ
√ !
√ 11 3
0, ± 5 , ± , .
2 2
Poiché risulta
√ !
√ √ 11 3 29
f 0, ± 5 = ±3 5, f ± , = ,
2 2 4
√ √
e si ha che 294 > 3 5, si conclude che 0, − 5 è il punto di minimo assoluto, mentre i punti
√
± 211 , 32 sono punti di massimo assoluto.
Esercizio 5. L’insieme
n o
D = (x, y) ∈ R2 : x2 − x − 2 ≤ y ≤ x + 1, x ≤ 2
è chiuso, in quanto intersezione dei due insiemi chiusi costituiti dai punti (x, y) ∈ R2 soddisfacenti
rispettivamente alle condizioni x ≤ 2, x2 − x − 2 ≤ y e y ≤ x + 1. Inoltre D è limitato in quanto
incluso nel rettangolo [−1, 2] × [−3, 3].
y
S
3
1
D
M T
−1 O 2 x
−2
e √
′ 2± 10
ϕ (x) = 0 ⇐⇒ x= .
3
Si nota che entrambe i valori di x trovati sono accettabili, essendo
√ √
2 − 10 2 + 10
−1 < < < 2.
3 3
√ √
In definitiva si devono esaminare i sei punti O, M , T , S e 2±3 10 , − 10∓9 10 , per i quali si ha
Esercizio 6. Siano x ed y le lunghezze dei lati del generico rettangolo inscritto nella circonferenza
di centro C e raggio 1, con x ≥ 0, y ≥ 0. Osserviamo che la diagonale del rettangolo coincide con
il diametro della circonferenza quindi x ed y devono soddisfare il seguente vincolo
p
x2 + y 2 = 2, =⇒ x2 + y 2 = 4.
C y
b
6a) Si deve determinare il punto di massimo assoluto della funzione f (x, y) = xy sull’insieme
n o
D = (x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 = 4, x ≥ 0, y ≥ 0 .
Poiché si verifica facilmente che D è chiuso e limitato, essendo f continua, per il Teorema
di Weierstrass è garantita l’esistenza di almeno un punto di massimo assoluto per f su D.
Per determinarlo si può applicare il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, cercando i punti
stazionari di
F (x, y, λ) = xy + λ(x2 + y 2 − 4).
Si ha
∂F
(x, y, λ) = y + 2λx = 0
∂x y = −2λx
∂F
∇F (x, y, λ) = (0, 0, 0) ⇐⇒ (x, y, λ) = x + 2λy = 0 ⇐⇒ x(1 − 4λ2 ) = 0
∂y
x2 + y 2 = 4.
∂F
(x, y, λ) = x2 + y 2 − 4 = 0
∂λ
Dalla seconda equazione si ottiene λ = ± 21 oppure x = 0. Ad x = 0 corrisponde y = 0, ma
x = y = 0 non è una soluzione accettabile, in quanto non soddisfa l’equazione del vincolo.
1
Considerando λ = 2si trova y = −x che porta a soluzioni non appartenenti a D, mentre per
√ √
λ = − 21 si ha y = x, che porta all’unica soluzione appartenente a D data dal punto 2, 2 .
√
Pertanto il rettangolo inscritto in C di area massima è il quadrato di lato 2.
Si può giungere a questa conclusione anche per via puramente geometrica. Si osservi che l’area
di ogni rettangolo inscritto in una circonferenza è il doppio dell’area del triangolo rettangolo
inscritto nella semicirconferenza che ha come diametro la diagonale del rettangolo. Basta
dunque notare che fra tutti i triangoli rettangoli inscritti in una semicirconferenza (e aventi
dunque ipotenusa data dal diametro), quello di area massima corrisponde a quello avente
massima altezza relativa all’ipotenusa, ovvero è un triangolo rettangolo isoscele.
6b) Si deve determinare il punto di massimo assoluto della funzione f (x, y) = x + y su D. Tale
punto può essere trovato applicando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, esaminando i
punti stazionari di
F (x, y, λ) = x + y + λ(x2 + y 2 − 4).
I calcoli non sono difficili e vengono lasciati allo studente. La soluzione è ancora data dal
√ √
punto 2, 2 , pertanto il rettangolo inscritto in C avente perimetro massimo è il quadrato
√
di lato 2.
Anche in questo caso è possibile giungere alla stessa conclusione per via puramente geometrica.
Facendo ricorso alla geometria elementare, si provi a dimostrare che la soluzione è ancora data
dal quadrato.
Si ha
∂F
(x, y, z, λ) = 1 + 2λx = 0
∂x
∂F
(x, y, z, λ) = 2λy = 0
∂y
∇F (x, y, z, λ) = (0, 0, 0, 0) ⇐⇒
∂F
(x, y, z, λ) = 2z = 0
∂z
∂F (x, y, z, λ) = x2 + y 2 − 1 = 0.
∂λ
Risolvendo il sistema, si ha che z = 0, y = 0, x = ±1 e λ = ∓ 21 .
Si deve dunque accertare la natura dei due punti (±1, 0, 0). Si può parametrizzare Γ ponendo
Dunque (0, 0) è un punto di sella mentre (π, 0) è un punto di minimo. Pertanto, poiché ai punti
stazionari (0, 0) e (π, 0) di g corrispondono i punti stazionari di f dati rispettivamente da (1, 0, 0)
e (−1, 0, 0), si conclude che (−1, 0, 0) è un punto di minimo per f , mentre (1, 0, 0) non è un punto
di minimo nè un punto di massimo per f .
Si ha
∂F
(x, y, z, λ, µ) = 1 + 2λx − µ = 0
∂x
∂F
(x, y, z, λ, µ) = 2y(1 + λ) = 0
∂y
∂F
∇F (x, y, z, λ, µ) = (0, 0, 0, 0, 0) ⇐⇒ (x, y, z, λ, µ) = 1 − 2λz + µ = 0
∂z
∂F
(x, y, z, λ, µ) = x2 + y 2 − z 2 = 0
∂λ
∂F
(x, y, z, λ, µ) = −x + z − 1 = 0.
∂µ
La seconda equazione implica l’alternativa y = 0 oppure λ = −1.
1−µ
Se λ = −1 la prima e la terza equazione forniscono i valori x = 2 e z = − µ+1
2 , che non soddisfano
l’ultima equazione e dunque non sono accettabili.
µ−1 µ+1
Se y = 0 la prima e la terza equazione forniscono i valori x = 2λ e z = 2λ che, sostituiti
µ−1 µ+1
nell’ultima equazione, danno λ = 1. Pertanto si ha x = 2 ez= 2 , da cui segue che la quarta
equazione è soddisfatta quando µ = 0.
Si ha il solo punto stazionario (−1/2, 0, 1/2), la cui natura può essere determinata grazie alla
parametrizzazione di Γ. Considerando g = f|Γ , per ogni t ∈ R si ha
2
t − 1 t2 + 1
g(t) = f , t, = 2t2 ,
2 2
che ha valore minimo per t = 0 e non è superiormente limitata. Quindi su Γ il punto di minimo
assoluto per f è (−1/2, 0, 1/2) e non esiste il punto di massimo assoluto.
n o
D = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 ≤ 1
è una sfera piena, quindi è compatto. Per il Teorema di Weierstrass f ammette massimo e minimo
assoluto su D.
Cerchiamo inizialmente i punti di estremo interni a D, ossia in
n o
int(D) = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 < 1 .
Essendo f di classe C ∞ , i punti di estremo in int(D) vanno cercati fra i punti stazionari, ossia fra
i punti (x, y, z) ∈ int(D) tali che ∇f (x, y, z) = (0, 0, 0).
Si ha che
∂f 2 2 ∂f 2 2
(x, y, z) = 2x e−y −z , (x, y, z) = −2y x2 − 1 e−y −z ,
∂x ∂y
∂f 2 2
(x, y, z) = −2z x2 − 1 e−y −z .
∂z
Quindi ∇f (x, y, z) = (0, 0, 0) se e solo se (x, y, z) = (0, 0, 0) che è un punto interno a D. Osserviamo
che
∀(x, y, z) ∈ D : f (0, 0, 0) = −1 ≤ f (x, y, z).
2 2
−y −z
x e − λ =0
h 2 2
i
y x2 − 1 e−y −z + λ = 0
⇐⇒ h i
2 2
z x2 − 1 e−y −z + λ = 0
2
x + y 2 + z 2 = 1.
I punti stazionari vincolati di f su ∂D sono (0, y, z), con y 2 + z 2 = 1, e (±1, 0, 0). Si ha che
Quindi (0, 0, 0) è il punto di minimo assoluto per f su D e (±1, 0, 0) sono i punti di massimo
assoluto per f su D.
è chiuso in quanto intersezione degli insiemi chiusi costituiti dai punti (x, y, z) ∈ R3 soddisfacenti
p
rispettivamente alle condizioni z ≤ 1 − x2 − y 2 , z ≥ 0 e x2 + y 2 ≤ 1, ed è limitato, in quanto cor-
risponde alla semisfera di centro l’origine e raggio 1. Essendo f continua, il teorema di Weierstrass
garantisce l’esistenza di almeno un punto di massimo assoluto e di almeno un punto di minimo
assoluto per f su A.
Tali punti vanno ricercati all’interno di A o sulla sua frontiera. Osserviamo che essendo f una
funzione lineare non vi saranno punti stazionari liberi per f all’interno di A, quindi i punti di
massimo assoluto ed i punti di minimo assoluto per f si troveranno sulla frontiera di A.
La superficie corrispondente alla frontiera di A non ammette una parametrizzazione regolare nell’intorno
dei punti appartenenti alla circonferenza
n o
C = (x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 = 1, z = 0 ,
Poiché f (x, y, 0) = x + y è ancora una funzione lineare, f non può possedere punti stazionari,
all’interno di D. Una parametrizzazione di C è
Il vincolo considerato è la superficie sferica di centro l’origine e raggio 1 e le sole soluzioni da ritenere
accettabili sono gli eventuali punti stazionari tali che (x, y, z) ∈ Σ, ovvero tali che z > 0.
Si ha che
∂F (x, y, z, λ) = 1 + 2λx = 0
∂x
∂F
(x, y, z, λ) = 1 + 2λy = 0
∂y
∇F (x, y, z, λ) = (0, 0, 0, 0) ⇐⇒
∂F √
(x, y, z, λ) = 2 + 2λz = 0
∂z
∂F (x, y, z, λ) = x2 + y 2 + z 2 − 1 = 0 .
∂λ
√
L’unica soluzione accettabile è 1/2, 1/2, 2/2 .
Poiché si ha
√ √ √ √ √ √ √
f (1/2, 1/2, 2/2) = 2, f ( 2/2, 2/2, 0) = 2, f (− 2/2, − 2/2, 0) = − 2,
√ √ √
si conclude che (1/2, 1/2, 2/2) e (− 2/2, − 2/2, 0) sono rispettivamente il punto di massimo
assoluto ed il punto di minimo assoluto per f su A.
x2 + y 2
Esercizio 11. La funzione f (x, y, z) = è di classe C ∞ su R3 . L’insieme
z2 + 1
n o
D = (x, y, z) ∈ R3 : z ≥ x2 + y 2
è chiuso ma non è limitato. Quindi non si può applicare il Teorema di Weierstrass e di conseguenza
non è garantita l’esistenza del massimo e del minimo assoluto di f su D.
Cerchiamo inizialmente i punti di estremo interni a D, ossia in
n o
int(D) = (x, y, z) ∈ R3 : z > x2 + y 2 .
Essendo f di classe C ∞ , i punti di estremo in int(D) vanno cercati fra i punti stazionari, ossia fra
i punti (x, y, z) ∈ int(D) tali che ∇f (x, y, z) = (0, 0, 0).
Si ha che
∂f 2x ∂f 2y ∂f x2 + y 2
(x, y, z) = 2 , (x, y, z) = 2 , (x, y, z) = −2z 2 .
∂x z +1 ∂y z +1 ∂z (z + 1)2
Quindi ∇f (x, y, z) = (0, 0, 0) se e solo se (x, y, z) = (0, 0, z), con z ≥ 0. Questi punti sono interni a
D se z > 0, mentre (0, 0, 0) appartiene al bordo di D. Osserviamo che f (0, 0, z) = 0 per ogni z ≥ 0
e che f (x, y, z) ≥ 0 per ogni (x, y, z) ∈ D. Quindi per ogni z ≥ 0 i punti (0, 0, z) sono di minimo
assoluto per f su D.
Cerchiamo ora i punti di estremo sul bordo di D, ossia in
n o
∂D = (x, y, z) ∈ R3 : z = x2 + y 2 .
I punti stazionari vincolati di f su ∂D sono (0, 0, 0), che sappiamo già essere di minimo assoluto,
e (x, y, 1), con x2 + y 2 = 1. Dimostriamo che questi punti sono di massimo assoluto per f su D.
Passiamo in coordinate cilindriche con asse coincidente con l’asse z, cioè poniamo
x = ρ cos ϑ
y = ρ cos ϑ ρ ≥ 0, 0 ≤ ϑ ≤ 2π, z ∈ R
z = z,
e poniamo
ρ2
g(ρ, ϑ, z) = f (x, y, z) = .
z2 + 1
Osserviamo che
ρ2
g(ρ, ϑ, z) = .
ρ4 + 1
ρ2
Posto ϕ(ρ) = , è facile dimostrare che questa funzione ammette un unico punto di massimo
ρ4 + 1
assoluto, che è ρ = 1, a cui corrispondono gli infiniti punti (x, y, 1) con x2 + y 2 = 1.
In conclusione, per ogni z ≥ 0 i punti (0, 0, z) sono di minimo assoluto per f su D e i punti
(x, y, 1) con x2 + y 2 = 1 sono di massimo assoluto per f su D.