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Le segnature possono essere di molte pagine; quelle di uso più comune sono ottavi,

sedicesimi, dodicesimi, ventiquattresimi e trentaduesimi, ma sono molto usati anche


i quartini in particolari pubblicazioni.

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Quindi, per esempio, un libro consistente di 96 pagine può essere composto da 3
trentaduesimi oppure 6 sedicesimi, 12 ottavi, 8 dodicesimi, 4 ventiquattresimi e
così via. La scelta è dello stampatore; questa scelta viene fatta per ottimizzare
al meglio il foglio di carta che lo stampatore ha a disposizione.

Quindi le variabili in gioco più rilevanti sono:

la dimensione del libro finito


il formato di carta a disposizione
Nella scelta incidono comunque altri fattori: per esempio, se un libro è composto
da pagine in bianco e nero, con qualche illustrazione sporadica a colori, allora,
per una stretta esigenza economica, si cerca la combinazione che obblighi lo
stampatore ad eseguire meno avviamenti macchina possibile. A tal fine, specie nelle
piccole realtà, si tende ad alternare sedicesimi e ottavi, oppure a intercalare un
quartino sopra un sedicesimo (ottenendo in pratica un ventesimo) o combinazioni
simili.

Per effettuare questa scelta occorre anche considerare l'aspetto della finitura e
della legatura: infatti il legatore deve essere in grado di realizzare quanto lo
stampatore si è prefissato; questa considerazione è valida in modo particolare
nelle piccole realtà e altresì per formati fuori dallo standard.

La battuta colore
La stampa può avvenire con vari colori (es. a un colore = nero) a due colori (es.
nero per il testo e rosso per i titoli) a tre colori o in quadricromia (spesso si
dice semplicemente "a colori"). È possibile stampare tutto il volume o la segnatura
a colori o tutto in bianco e nero. Oppure è possibile stampare a colori la facciata
anteriore del foglio (in gergo "bianca") e con altra combinazione (es. in bianco e
nero) l'altra faccia del foglio (in gergo "volta"). Osservando la figura sopra, il
volume o segnatura risultante avrà una caratteristica successione delle pagine che
alterneranno i colori della bianca con quelli della volta (es. alcune pagine
saranno in bianco e nero e verranno alternate a quelle a colori). Questa
successione è chiamata "battuta colore", e viene indicata spesso con due numeri,
indicanti il numero dei colori impiegati. Ad esempio 4+4 indica un volume (o una
segnatura) completamente a colori (4 colori in bianca e 4 in volta). L'espressione
4+2 indica che la bianca è in quadricromia e la volta in due colori, 4+1 indica che
la bianca è a colori e la volta in bianco e nero (=1 colore) e così via.

Tecnica manuale
Fino a non molto tempo fa (ma qualcuno lo fa ancora oggi, specie nelle piccole
realtà) le imposizioni venivano fatte manualmente ritagliando e posizionando ogni
pellicola litografica in modo opportuno ottenendo una lastra litografica;
l'operazione richiede molta precisione specie nelle stampe a colori dove vengono
sovrapposte diverse lastre di stampa: in caso di imprecisione si ottiene un "fuori
registro" risultante, in pratica, in un fastidioso effetto di sdoppiamento dovuto
al non corretto allineamento dei colori.

Tecnica digitale
Oggigiorno le imposizioni avvengono in digitale, su file.

Senza l'ausilio di programmi specifici è possibile, con un programma di


impaginazione, disporre le pagine in modo da comporre una segnatura.
Alcuni programmi professionali (talvolta sotto forma di plugin per programmi di
impaginazione) eseguono questo lavoro automaticamente; le pellicole di stampa o le
lastre di stampa (computer to plate), ove necessarie (non nella stampa digitale,
per esempio) vengono preparate direttamente in questo formato con una precisione e
una velocità decisamente minore.

A volte questa operazione viene eseguita direttamente in stampa mediante l'ausilio


di quello che viene chiamato RIP il quale non elabora le singole pagine e le stampe
direttamente "imposte" a comporre la segnatura.

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