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com/it-it/casa/disturbi-immunitari/biologia-del-
sistema-immunitario/panoramica-sul-sistema-immunitario
• Cellule cancerogene
• Perfino organi e tessuti trapiantati ( Panoramica sul sistema immunitario : Piano di azione)
Per difendere il corpo da questi invasori, il sistema immunitario deve essere in grado di distinguere
tra
• Ciò che gli appartiene (self)
Qualsiasi sostanza identificata come esogena, in particolare se ritenuta dannosa (ad esempio,
patogena), stimola una risposta immunitaria. Tali sostanze sono chiamate antigeni.
Gli antigeni possono essere contenuti all’interno o all’esterno di batteri, virus, altri microrganismi o
cellule tumorali. Gli antigeni possono esistere anche come sostanze indipendenti, ad esempio come
molecole alimentari o pollini. Una normale risposta immunitaria dell’organismo consiste nel
riconoscimento di un antigene estraneo e pericoloso e nella mobilitazione di forze per difendersi e
attaccarlo. In caso di malfunzionamento e scambio di self con non-self, il sistema immunitario può
attaccare i tessuti stessi del corpo, causando una patologia autoimmune, come l’artrite reumatoide,
la tiroidite o il lupus eritematoso sistemico (lupus).
Antigene: qualsiasi sostanza riconoscibile da parte del sistema immunitario, che può quindi
stimolare una risposta immunitaria.
Cellula B (linfocita B): globulo bianco che produce anticorpi specifici per l’antigene che ne ha
stimolato la produzione.
Basofilo: globulo bianco che libera istamina (sostanza implicata nelle reazioni allergiche) e che
produce sostanze in grado di attrarre i globuli bianchi (neutrofili ed eosinofili) in una zona
problematica.
Chemiotassi: il processo di utilizzo di una sostanza chimica per attrarre cellule in una sede in
particolare.
Sistema del complemento: gruppo di proteine coinvolte in una serie di reazioni (la cosiddetta
cascata del complemento) progettate per difendere l’organismo, ad esempio uccidendo i batteri e
altre cellule estranee, rendendo l’identificazione e l’ingestione delle cellule estranee più facile per i
macrofagi e attraendo i macrofagi e i neutrofili in un'area problematica.
Citochine: proteine secrete dalle cellule del sistema immunitario e da altri tipi di cellule che
fungono da messaggeri del sistema immunitario, contribuendo alla regolazione della risposta
immunitaria.
Cellule dendritiche: cellule derivate dai globuli bianchi che si trovano nei tessuti e che aiutano le
cellule T a riconoscere gli antigeni estranei.
Eosinofilo: globulo bianco che uccide i batteri e altre cellule estranee troppo grandi da ingerire,
che può contribuire a immobilizzare e uccidere i parassiti, che partecipa alle reazioni allergiche e
che contribuisce a distruggere le cellule cancerose.
Cellula T helper: tipo di globulo bianco che aiuta i linfociti B a produrre anticorpi diretti contro
gli antigeni estranei, aiuta i linfociti T killer ad attivarsi e stimola i macrofagi.
Immunoglobulina: anticorpo.
Interleuchina: tipo di citochina secreta da alcuni globuli bianchi per influenzare altri globuli
bianchi.
Linfocita T killer (citotossico): linfocita T che si lega alle cellule infette e cancerose e le uccide.
Macrofago: grande cellula che deriva da un globulo bianco detto monocita, che ingerisce i batteri e
le altre cellule estranee e aiuta i linfociti T a identificare i microrganismi e le altre sostanze estranee
e che è normalmente presente nei polmoni, sulla pelle, nel fegato e in altri tessuti.
Mastocita: cellula presente nei tessuti che libera istamina e altre sostanze implicate nelle reazioni
allergiche.
Molecola: gruppo di atomi associati chimicamente tanto da formare una sostanza chimica unica.
Cellula Natural Killer: tipo di globulo bianco che è in grado di riconoscere e uccidere le cellule
patologiche, ad esempio alcune cellule infette e le cellule tumorali, senza dover imparare prima che
quelle cellule sono anomale.
Neutrofilo: globulo bianco che ingerisce e distrugge i batteri e le altre cellule estranee.
Fagocitosi: processo in cui una cellula ingerisce un microrganismo invasore, un’altra cellula o un
frammento di cellula.
Recettore: molecola presente sulla superficie di una cellula o al suo interno che è in grado di
identificare molecole specifiche, adattandosi perfettamente a queste, come una chiave nella sua
serratura.
Linfocita T regolatore (soppressore): globulo bianco che aiuta ad arrestare una risposta
immunitaria.
Linfocita T: globulo bianco coinvolto nell’immunità acquisita e che può essere di tre tipi: helper,
killer (citotossico) o soppressore.
Linee di difesa
Il corpo mette in atto una serie di azioni difensive che prevedono barriere fisiche, globuli bianchi e
molecole, come gli anticorpi e le proteine del complemento.
Barriere fisiche
La difesa di prima linea contro gli invasori è rappresentata da barriere meccaniche o fisiche:
• La pelle
Globuli bianchi
Il meccanismo di difesa successivo implica l’azione dei globuli bianchi (leucociti) che si spostano
nel flusso sanguigno e nei tessuti, alla ricerca di microrganismi e altri invasori da attaccare.
Questo meccanismo si svolge in due fasi:
• Immunità innata
• Immunità acquisita
L’immunità innata (naturale) ( Immunità innata) non richiede che avvenga un previo incontro con
un microrganismo o altro invasore per poter funzionare in modo efficace. La risposta agli invasori è
immediata, senza che vi sia il bisogno di imparare a riconoscerli. Sono coinvolti numerosi tipi di
globuli bianchi:
• Fagociti che ingeriscono gli invasori. I fagociti includono i macrofagi, i neutrofili, i monociti
e le cellule dendritiche.
• Le cellule natural killer sono prodotte già pronte a riconoscere e distruggere le cellule
tumorali e quelle infettate da alcuni virus.
• Alcuni globuli bianchi rilasciano sostanze coinvolte nell’infiammazione e nelle reazioni
allergiche, come l’istamina. Alcune di queste cellule spesso agiscono da sole per distruggere
i microrganismi invasori.
Nell’immunità (adattiva o specifica) acquisita ( Immunità acquisita), i linfociti B e T che
incontrano un invasore imparano ad attaccarlo e ricordano quello specifico microrganismo, in modo
da poterlo riattaccare in modo ancora più efficace la volta successiva. Ci vuole tempo perché si
sviluppi l’immunità acquisita dopo il primo incontro con un nuovo microrganismo, perché i linfociti
devono adattarvisi. Dopo, tuttavia, la risposta arriva velocemente. I linfociti B e T collaborano per
distruggere gli invasori. Per essere in grado di riconoscere gli invasori, i linfociti T devono avvalersi
di cellule note come cellule che presentano l’antigene (come le cellule dendritiche, In che modo i
linfociti T riconoscono gli antigeni). Queste cellule ingeriscono l’agente estraneo e lo scindono in
frammenti.
Molecole
L’immunità innata e quella acquisita interagiscono, influenzandosi reciprocamente, direttamente o
attraverso molecole che attraggono o attivano altre cellule del sistema immunitario nell'ambito della
fase di mobilitazione per la difesa dell’organismo ( Attivazione e mobilitazione). Queste molecole
includono
• Citochine (che sono i messaggeri del sistema immunitario, Immunità innata : Citochine)
• Proteine del complemento (che formano il sistema del complemento, Immunità innata :
Sistema del complemento)
Queste sostanze non sono contenute nelle cellule ma disciolte in liquidi corporei, come il plasma (la
parte liquida del sangue).
Alcune di queste molecole, comprese alcune citochine, promuovono il processo infiammatorio.
L’infiammazione avviene perché queste molecole attraggono cellule del sistema immunitario verso
il tessuto interessato. Per far sì che queste cellule possano arrivare al tessuto, il corpo invia una
quantità maggiore di sangue nella sede interessata. Per portare più sangue al tessuto, i vasi
sanguigni devono espandersi e diventare più porosi, consentendo a più liquidi e cellule di
abbandonare i vasi sanguigni e di entrare nel tessuto. Ecco perché l’infiammazione tende a causare
arrossamento, sensazione di calore e gonfiore. Lo scopo dell’infiammazione è contenere l’infezione
in modo che non si diffonda. Successivamente, altre sostanze prodotte dal sistema immunitario
contribuiscono alla risoluzione dell’infiammazione e aiutano il tessuto danneggiato a guarire.
Sebbene sia fastidiosa, l’infiammazione indica che il sistema immunitario sta svolgendo i suoi
compiti. Un’infiammazione eccessiva o protratta nel tempo (cronica) può tuttavia essere pericolosa.
Organi
Il sistema immunitario comprende diversi organi, oltre alle cellule sparse in tutto l’organismo. Tali
organi vengono classificati in organi linfoidi primari o secondari.
Gli organi linfoidi primari sono le sedi in cui i globuli bianchi vengono prodotti e/o si
moltiplicano:
• Il midollo osseo produce tutti i tipi diversi di globuli bianchi, quali neutrofili, eosinofili,
basofili, monociti, linfociti B e cellule che diventano linfociti T (precursori dei linfociti T).
• Nel timo, i linfociti T si moltiplicano e imparano a riconoscere gli antigeni estranei e a
ignorare quelli propri del corpo. I linfociti T sono cruciali per l’immunità acquisita.
Quando è necessario, i globuli bianchi vengono mobilitati per difendere l’organismo,
principalmente dal midollo osseo, quindi si spostano verso il flusso sanguigno per raggiungere le
sedi in cui sono necessari.
Il sistema linfatico è composto da una rete di linfonodi connessi dai vasi linfatici e
funge da trasportatore del flusso linfatico in tutto l’organismo.
Il flusso linfatico è composto da liquidi che trasudano attraverso le sottili pareti dei
capillari nei tessuti corporei. Questo liquido contiene ossigeno, proteine e altre
sostanze nutrienti utili per sostentare i tessuti. Una parte di questo liquido entra
nuovamente nei capillari e una parte entra nei vasi linfatici (diventando flusso
linfatico). I piccoli vasi linfatici si collegano a quelli più grandi e, infine, formano il
dotto toracico. Il dotto toracico è il vaso linfatico più grande in assoluto. Si collega
alla vena succlavia, per poi restituire la linfa al flusso sanguigno.
Tutte le sostanze trasportate dalla linfa passano almeno in un linfonodo, dove i corpi
estranei possono essere filtrati e distrutti, prima che la linfa confluisca nel flusso
sanguigno. Nei linfonodi, i globuli bianchi si accumulano, interagiscono
reciprocamente e con gli antigeni e generano le risposte immunitarie verso le sostanze
estranee. I linfonodi contengono una rete di tessuti densamente popolata di linfociti B,
T, cellule dendritiche e macrofagi. I microrganismi dannosi vengono filtrati attraverso
questa maglia, quindi identificati e attaccati dai linfociti B e T.
I linfonodi spesso si raggruppano nelle aree da cui si diramano i vasi linfatici come
collo, ascelle e inguine.
• Linfonodi
• Tonsille
• Appendice
Questi organi intrappolano i microrganismi e le altre sostanze estranee e forniscono una sede in cui
le cellule mature del sistema immunitario si possono raggruppare, possono interagire tra loro e con
le sostanze estranee e possono generare una risposta immunitaria specifica.
I linfonodi sono disposti nell’organismo in posizioni strategiche e sono connessi da un ampio
reticolato di vasi linfatici, che agiscono come sistema circolatorio del sistema immunitario. Il
sistema linfatico trasporta i microrganismi, le sostanze estranee, le cellule tumorali e le cellule
morte o danneggiate, dai tessuti ai linfonodi, dove la linfa viene filtrata per eliminarli.
Successivamente, la linfa filtrata viene reimmessa nel flusso sanguigno.
I linfonodi rappresentano una delle prime sedi dove le cellule tumorali si possono diffondere. Di
conseguenza, i medici spesso valutano lo stato dei linfonodi per determinare la diffusione di un
tumore. La presenza di cellule tumorali in un linfonodo può indurre un suo aumento di volume. I
linfonodi possono aumentare di volume anche in seguito a un‘infezione in quanto anche le risposte
immunitarie alle infezioni avvengono nei linfonodi. Talvolta i linfonodi si ingrossano perché i
batteri che li raggiungono non vengono distrutti e causano un’infezione (linfadenite).
Piano di azione
Una risposta immunitaria efficace contro gli invasori necessita di
• Riconoscimento
• Attivazione e mobilitazione
• Regolazione
• Risoluzione
Riconoscimento
Per distruggere gli invasori, il sistema immunitario li deve per prima cosa riconoscere. Questo
significa che il sistema immunitario deve essere in grado di distinguere ciò che è non-self (estraneo)
da ciò che gli appartiene. Il sistema immunitario è in grado di fare questa distinzione, perché tutte le
cellule hanno molecole di identificazione sulla loro superficie. I microrganismi possono essere
identificati perché presentano in superficie delle molecole di identificazione estranee.
Nell’uomo, le più importanti molecole di auto-identificazione vengono dette
• antigeni leucocitari umani (HLA) o complesso maggiore d’istocompatibilità (MHC).
Le molecole HLA sono dette antigeni perché se trapiantate, ad esempio in un trapianto di rene o di
pelle, possono generare una risposta immunitaria in un altro soggetto (normalmente, non generano
alcuna risposta immunitaria nel soggetto che le possiede). Ciascun individuo possiede una
combinazione di HLA quasi unica. Il sistema immunitario di ciascun soggetto normalmente
riconosce questa combinazione unica come qualcosa di endogeno (self). Una cellula che presenta
molecole di superficie diverse da quelle presenti sulle altre cellule dello stesso organismo viene
identificata come estranea e attaccata dal sistema immunitario. Questa cellula può essere un
microrganismo, una cellula di tessuto trapiantato o una cellula dello stesso organismo che è stata
infettata da un microrganismo invasore o alterata da un tumore (le molecole di HLA sono quelle che
i medici cercano di far corrispondere quando è necessario un trapianto d’organo).
Attivazione e mobilitazione
I globuli bianchi si attivano non appena riconoscono un invasore. Ad esempio, quando la cellula di
presentazione dell’antigene presenta frammenti antigenici legati a molecole HLA o a un linfocita T,
questo attacca i frammenti e viene attivato. I linfociti B possono essere attivati direttamente dagli
invasori. Dopo l’attivazione, i globuli bianchi ingeriscono o eliminano l’invasore oppure fanno
entrambe le cose. Generalmente è necessario più di un tipo di globulo bianco per distruggere un
invasore.
Le cellule del sistema immunitario, come i macrofagi e i linfociti T attivati, rilasciano sostanze che
attraggono altre cellule immunitarie nella sede del problema, mobilitando in questo modo le difese.
Lo stesso microrganismo invasore può rilasciare sostanze che attraggono le cellule immunitarie.
Regolazione
La risposta immunitaria deve essere regolata per prevenire un danno esteso all’organismo, come
avviene nelle patologie autoimmuni. I linfociti T regolatori (soppressori) aiutano a controllare la
risposta secernendo citochine (messaggeri chimici del sistema immunitario), che inibiscono le
risposte immunitarie. Queste cellule evitano che la risposta immunitaria continui all’infinito.
Risoluzione
Nella risoluzione, l’invasore viene confinato ed eliminato dall’organismo. Dopo avere eliminato
l’invasore, la maggior parte dei globuli bianchi si auto-distrugge e viene ingerita. Quelli che
sopravvivono vengono chiamati cellule di memoria. Il corpo conserva delle cellule di memoria, che
fanno parte dell’immunità acquisita, al fine di ricordare specifici invasori e rispondere in maniera
più vigorosa all’incontro successivo.
Risorse
• Animazione 1
In che modo i linfociti T riconoscono gli antigeni
• Animazione 2
Panoramica sulla funzione dei linfociti B e T
• Barra laterale 1
Comprendere il sistema immunitario
• Figura 1
Sistema linfatico: contribuisce a difendere l’organismo dalle infezioni
• Figura 2
In che modo i linfociti T riconoscono gli antigeni
• Sapevi Che 1
Sapevate che...
• Video 1
Panoramica sul sistema immunitario
http://www.giovannichetta.it/sistemaimmunitario.html
Le immunoglobuline
(Ig), dette anche
anticorpi, sono globuline
implicate nel sistema
immunitario. Le
globuline sono proteine
semplici di origine
animale e vegetale che,
assieme alle albumine,
sono presenti nel sangue,
nel plasma, nel latte e
nelle uova. A seconda
della grandezza delle loro
molecole sono
classificate in alfa, beta e
gamma globuline o
immunoglobuline. Le prime favoriscono il trasporto di grassi e ferro,
mentre le immunoglobuline sono glicoprotein prodotte da linfociti B
attivati durante la risposta immunitaria ossia quando il sistema
immunitario entra in contatto con sostanze estranee (antigeni)
appartenenti per esempio a batteri e virus. I linfociti B, nel loro stadio
di differenziazione terminale o di plasmacellule, producono
immunoglobuline (anticorpi) specifiche per quell’antigene e sono in
grado di legarsi con esso, facilitandone l’uccisione e l’eliminazione.
Le immunoglobuline sono gli organi di senso del sistema immunitario
essendo in grado di distinguere le sostanze proprie dell'organismo da
quelle ad esso estranee. Esse fungono da recettori localizzati sulla
superficie dei linfociti B o vengono secrete, quali anticorpi, nel
plasma sanguineo.
Strutturalmente le immunoglobuline sono glicoproteine costituite da
due catene pesanti (H, dall'inglese "heavy"), di circa 400 aminoacidi, e
da due leggere (L, dall'inglese "light"), di circa 200 aminoacidi, tenute
insieme da legami chimici. Esse hanno un composizione base a forma
di Y, ogni braccio corto si lega a un antigene come un pinza di
gambero mentre la coda si legano cellule (macrofagi, linfocit T
"suppressor") ed elementi del sistema del complemento attivandolo.
Sono individuabili cinque classi di immunoglobuline: IgA, IgD, IgE,
IgG e IgM, ognuna delle quali possiede una specifica classe di catene
H, che sono rispettivamente alfa, delta, epsilon, gamma e mu.
• Timo, organo
linfoide
primario
(assieme al
midollo
osseo),
ghiandola,
composta da
due lobi, posta
nel mediastino
anteriore dietro lo sterno e davanti ai grossi vasi, appoggiato al
pericardio. E' l'organo centrale che presiede allo sviluppo
dell'immunità cellulo-mediata tramite la differenziazione e
maturazione dei linfociti T. Il timo raggiunge il suo massimo
sviluppo all'età di 10-15 anni. Durante e dopo la pubertà
subisce un'involuzione in cui il tessuto ricco di linfociti si
trasforma in tessuto adiposo (corpo adiposo del timo); l'atrofia
è dovuta alla circolazione degli ormoni sessuali (in un adulto
castrato fisicamente o chimicamente) si ha un ingrossamento
del timo. Permangono tuttavia alcune isole linfoidi intatte che,
di norma, garantiscono la regolarità della risposta immunitaria
cellulo-mediata. Malattie importanti, carenze alimentari e
stress sono in grado di affrettare il processo di involuzione.
Non si può escludere la relazione tra involuzione del timo e
aumento di tumori maligni in età adulta. Il timo è infatti
particolarmente importante per difendere l'organismo dalle
malattie combattute dai linfociti T ossia infezioni virali e
tumori.
Infine, il timo è anche una ghiandola endocrina in quanto
produce ormoni (timosina, timopoietina, timostimulina, fattore
timico sierico) che stimolano la produzione e la crescita dei
linfociti T e sostengono il trofismo e la specializzazione
funzionale degli organi linfatici periferici coadiuvando la
risposta immunitaria dell'organismo.
• I linfonodi sono
organi linfoidi
secondari che
fungono da vera e
propria zona di
frontiera e stazione
periferica del
sistema
immunitario. Qui i
linfociti dei
linfonodi
combattono
infezioni e cellule
tumorali a livello
locale evitando che
la malattia si
propaghi per tutto l'organismo; è quindi in questa sede che
iniziano le risposte immunitaria. Qui i macrofagi presentano
gli antigeni ai linfociti T (qui si svolge, ad esempio, la battaglia
mortale tra l'HIV, virus dell'AIDS, e i linfociti T). I linfonodi
non vanno confusi con delle ghiandole, poiché non producono
nessun tipo di secreto.
I Linfonodi si presentano come strutture a forma di fagiolo che
misurano da 1 mm a 20 mm di diametro. Essi si trovano nel
tessuto connettivo, sotto il primo rivestimento (epitelio) delle
mucose (specialmente quelle che rivestono la parte superiore
del tratto respiratorio, nell'intestino e nell'apparato genito-
urinario) alla confluenza di più vasi linfatici afferenti. La linfa
fuoriesce dal linfonodo, dopo aver subito modifiche
biochimiche tramite un unico vaso efferente, a livello dell'ilo,
insieme a vasi sanguinei e nervi.
Il linfonodo è rivestito da una capsula di tessuto connettivale
che si continua all'interno quale tessuto connettivo reticolare
dividendolo in setti o seni. La zona corticale contiene, fra i
seni, abbondante tessuto linfoide (noduli o follicoli linfatici)
dove sono presenti i linfociti B, con al di sotto (zona
paracorticale) uno strato omogeneo di linfociti T. Nella regione
midollare invece all'interno dei seni sono localizzati cordoni
cellulari composti da macrofagi e plasmacellule.
Nessuna parte di linfa entra nel sangue se prima non ha
attraversato uno o più Linfonodi. Nei vari linfonodi circolano
in media 25 miliardi di Linfociti nel corso delle 24 ore.
I linfonodi quindi filtrano e ripuliscono la linfa da cellule
morte, microbi uccisi, particelle estranee, ecc. I macrofagi
fagocitano batteri, cellule infettate da virus e cellule tumorali.
Gli agenti patogeni (ad es. corpi estranei penetrati nei tessuti)
scatenano di norma una reazione infiammatoria a livello locale
e del linfonodo più vicino con conseguente proliferazione
linfocitaria; il linfonodo si ingrossa e diviene caldo e dolente
alla palpazione. Solo se l'agente patogeno avrà la meglio potrà
passare nella linfa che abbandona il linfonodo o nel sangue.
La maggior parte dei tumori si manifesta con metastasi a
livello linfonodale. Ciò che indica che le cellule tumorali sono
inizialmente immerse nella linfa e non nel sangue. Il linfonodo
più prossimo a tali cellule si occupa di loro. Qualora le cellule
tumorali avessero il sopravvento, formando una metastasi
linfonodale, il linfonodo si ingrossa, come per un processo
infettivo ma, a differenza di quest'ultimo, non è nè caldo nè
dolente alla pressione nè mobile rispetto ai piani circostanti.
I linfonodi superficiali più importanti si trovano nella regione
laterale del collo, nel cavo ascellare,e nella regione inguinale.
• MALT (Mucose Associated Lymphoid Tissue) è il tessuto linfoide
associato alle mucose. Il sistema immunitario delle mucose è un vero
e proprio sistema a sé che unifica tutte le mucose dell'organismo
(dello stomaco, dell'intestino, genitale, urinaria, respiratoria, occhi,
pelle, tiroide ed anche vasi sanguigni) nel più grande organo
linfoide. Queste formazioni, infatti, organizzate perlopiù come
noduli linfatici, sono distribuiti sulla superficie delle mucose ed
arrivano a coprire un'area di circa 400 mq.
Le tonsille, le Placche di Peyer nella membrana dell'intestino Ileo, e
l'appendice ileo-cecale, sono tutti luoghi ove il Malt è presente.
Poiché esse funzionano come un unico reparto, non bisogna stupirsi
se, anche se raramente, una cistite si associa a un forte mal di gola.
Considerata l'enorme quantità di antigeni che entra in contatto con
tali mucose, si comprende quanto sia importante la loro azione di
difesa immunitaria. Il ruolo del MALT è quindi di assicurare una
risposta immunitaria completa sia umorale (mediante linfociti B-
anticorpi) che cellulare (mediante linfociti T) in seguito a stimoli
antigenici locali. Qui si concentrano soprattutto linfociti B e
plasmacellule che producono immunoglobuline di tipo A. Inotre,
questo tessuto contiene diverse popolazioni di cellule dell'immunità
innata quali i macrofagi. Nell'ambito dell'apparato gastrointestinale
si possono trovare particolari cellule, dette cellule M, che sembrano
internalizzare gli antigeni provenienti dalla digestione degli alimenti
per portarli in contatto con le cellule immunitarie.
Il MALT può essere sito di sviluppo per linfomi (gruppo molto vasto
di neoplasie che originano dai progenitori linfocitari o da linfociti
maturi), tra cui lo specifico linfoma MALT. Inoltre, è questa la più
probabile via di diffusione generale che prendono malattie
autoimmuni che, apparentemente, hanno una localizzazione
specifica.
In base alla localizzazione, i tessuti MALT vengono comunemente
classificati in:
* GALT (gut-associated lymphoid tissue), tessuto linfoide associato
all'intestino (appendice ileo-cecale e placche di Peyer);
- BALT (bronchial-associated lymphoid tissue), tessuto linfoide delle
mucose bronchiali;
- NALT (nose-associated lymphoid tissue), tessuto linfoide del naso;
- SALT (skin-associated lymphoid tissue), tessuto linfoide presente
sotto la pelle;
- VALT (vascular-associated lymphoid tissue), tessuto linfoide
associato ai vasi sanguigni.
• La milza sappiamo
oggi che è un
organo linfoide
secondario
complesso (le cui
funzioni non sono
ancora del tutto
chiarite) che svolge
un'essenziale opera
di filtrazione e
quindi purificazione
del sangue. Anche
se non è non è
indispensabile per
la vita, in quanto in
sua assenza altri
organi si fanno
carico di buona
parte delle sue
mansioni (in
particolare il
midollo osseo e il
fegato), pur
tuttavia, se
quest'organo si
danneggia o viene
rimosso, si diventa più soggetti alle infezioni.
La milza è un organo pieno a una forma di fagiolo appiattito (in
condizioni fisiologiche ha spessore ca. 4 cm, larghezza 7 cm,
lunghezza 11 cm) situato nella cavità addominale, tra stomaco (a cui
è connessa tramite il legamento gastro-splenico) e rene sinistro,
appena sotto il diaframma (a cui la connette il legamento freno-
splenico), con l'asse longitudinale che segue il profilo della decima
costa sinistra. E' rivestita da una capsula fibrosa (connettivale) che si
fonde col peritoneo che l'avvolge completamente eccezion fatta
dell'ilo. Il suo peso medio è di circa 200 g. E' di colore rosso scuro e
ha consistenza molto lassa, quasi semifluida, così da essere
facilmente soggetta a rottura in seguito a traumi addominali. Può
variare notevolmente il suo peso e il suo volume in rapporto alla
quantità di sangue (soprattutto nella componente figurata).
Linfonodi e milza formano assieme il tessuto linforeticolare (cellule
di sostegno formate solo da tessuto connettivo reticolare) ma
contrariamente ai linfonodi, che controllano i fluidi extracellulari, la
milza filtra il sangue del grande circolo.
Dalla capsula fibrosa si dipartono setti fibroelastici ramificati
(trabecole spleniche) che circoscrivono spazi irregolari di
parenchima. Quest'tultimo è composto da un reticolo spugnoso
fortemente vascolarizzato, polpa rossa (ca. 80% del peso totale della
milza), costituito da seni vascolari, delimitati da endotelio e dotati di
attività contrattile, con interposti cordoni reticolari di macrofagi,
plasmacellule ed elementi ematici. All'interno della polpa rossa si
trova tessuto linfoide diffuso e nodulare, di colore grigiastro (polpa
bianca), costituito da manicotti periarteriosi (corpuscoli di Malpighi)
quasi interamente formati da linfociti T e da migliaia di follicoli
linfatici, della grandezza di una capocchia di spillo (follicoli di
Malpighi), di linfociti B a vari stati di maturazione.
I rami dell'arteria splenica o lienale (primo tratto del tronco celiaco))
danno origine alle arteriole trabecolariche che penetrano nel
parenchima circondate dai manicotti di linfociti T. Queste arteriole
danno origine a una fitta rete di capillari che abbandona il tessuto
linfoide, presentano per un breve tratto una guaina di macrofagi
reticolari (guaina di Schweigger-Seidel) e terminano nella polpa
rossa fra i cordoni o fra i seni; il sangue viene quindi a contatto con
macrofagi a livello delle guaine, dei cordoni e dei seni. I seni venosi
confluiscono nelle vene della polpa che si riuniscono a formare le
vene delle trabecole che raggiungono l'ilo per dare origine alla vena
splenica (o lienale) tributaria della vena porta. La milza quindi
contrariamente a tutti gli altri organi possiede un circolo aperto.
Le funzioni più importanti della milza, atualmente conosciute sono:
1) Difesa dell'organismo tramite filtrazione e rimozione dal sangue di
elementi non desiderati attraverso la fagocitosi dei macrofagi,
intrappolamento di antigeni messi a contatto con i linfociti, al suo
interno vengono sequestrati e poi distrutti i globuli rossi invecchiati
e/o danneggiati (eritrocateresi), oltre agli anticorpi produce
opsonine (macromolecole che rivestono un microrganismo
aumentando enormemente l'efficienza della fagocitosi rendendolo
maggiormente riconoscibile dai fagociti) e properdina (enzima
plasmatico capace di attivare il sistema del complemento); 2)
emopoiesi (produzione degli elementi del sangue), che avviene
normalmente prima della nascita, ma che può riattivarsi in casi di
emergenza (ad es. gravi emmoragie, sindrome mielodisplastica e le
emoglobinopatie). Successivamente invece normalmente si verifica
una notevole linfopoiesi con produzione di macrofagi (che qui si
sviluppano dai monociti del torrente sanguineo) e linfociti; 3) Pool di
riserva: contiene il 30-40% degli eritrociti circolanti e delle piastrine,
può intrappolare, in condizioni patologiche, notevole quantità di
leucociti, è il distretto di maggior immagazzinamento di ferro
derivante dalla lisi dei globuli rossi e sembra che contribuisca alla
regolazione del tasso ematico del fibrinogeno (proteina che prende
parte al processo di coagulazione del sangue). Regola la pressione
sanguinea trattenendo o immettendo in circolo sangue in stati di
iper o ipotensione. Svolge quindi funzioni nella regolazione
qualitativa e quantitativa del sangue;
Difficilmente la milza è preda di malattie infettive o neoplastiche e
suoi aumenti di volume anche significativi (splenomegalie) si devono
a patologie del fegato, soprattutto la cirrosi epatica. che causano
difficoltà di flusso nel sistema della vena porta (sindrome di
ipertensione portale), in cui confluisce la vena lienale o splenica.