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Ali Q di Ali Q
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Leibniz
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Introduzione
Secondo Spinoza il mondo segue un ordine geometrico. Secondo Leibniz quest’ordine esiste, ma è
anche il frutto di una libera creazione di Dio. La filosofia di Leibniz deve dunque conciliare queste
Vita di Leibniz
conoscere gli uomini più famosi del suo tempo e di ampliare la sua cultura scientifica.
Spinoza e Leibniz
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E’ in questo periodo che egli scopre il calcolo integrale che, sebbene già trattato da Newton,
In seguito, diventa bibliotecario del duca di Hannover, che gli affida numerosi incarichi, amplia le
Sebbene proveniente da una famiglia protestante, Leibniz auspica inoltre la riunione tra la Chiesa
Fu un uomo di grandi progetti e si dedicò a molti problemi. Le sue opere riguardano un po’ tutte le
Tra le sue opere più importanti ricordiamo “Saggio di teodicea”, che tratta della bontà di Dio,
della libertà dell’uomo e del perché del male.
Leibniz, filosofia
Per il filosofo Leibniz l’ordine del mondo esiste, tuttavia esso non è necessario: è libero ed
concetto.
Leibniz sostiene che nulla accade che sia assolutamente irregolare: se si tracciano dei punti a caso,
esiste una linea costante che vi passa nell’ordine in cui la mano li ha tracciati. In una linea retta o
circolare è per esempio possibile trovare l’equazione comune a tutti i loro punti, in virtù della
quale tutti i mutamenti stessi della linea sono spiegati. Allo stesso modo è il mondo: in qualunque
Per Spinoza, dunque, nel mondo c’è un solo ordine, che è Dio stesso. Per Leibniz, invece, il
mondo è frutto di una scelta di Dio che, tra i vari ordini con cui poteva crearlo, ha scelto il
migliore.
Questa conciliazione tra finalismo e meccanicismo è la stessa che Leibniz auspica anche in campo
politico e religioso.
Leibniz sostiene che ordine non significa necessità, in quanto la necessità non esiste nel mondo
1) di ragione (esempio: il triangolo ha tre lati), che sono necessarie (ed infatti non riguardano il
mondo reale). Esse ripetono nel predicato ciò che già si desume nel soggetto. Sono verità
infallibili, e seguono il principio di identità e di non contraddizione. Tuttavia non dicono nulla
riguardo la realtà esistente. Sono innate, e quindi non sono chiare e distinte, ma confuse. Sono
piccole percezioni, come le piccole venature sulla statua di Ercole: bastano pochi colpi di martello
ed esse sono delineate. Nel caso delle verità di ragione, il martello sarebbe l’esperienza, che riesce
a renderle chiare e distinte, sebbene esse siano principi primi e quindi non derivano
dall’esperienza.
2) di fatto: queste verità riguardano la realtà effettiva e non seguono il principio di non
sufficiente, il quale afferma che nulla si verifica senza che sia possibile fornire una ragione che
basti a spiegare perché è così e non in altro modo. Queste verità esistono e, sebbene
Ad esempio, perché tra tutti i mondi possibili questo è il solo reale? Il principio di ragione
sufficiente di questa scelta di Dio e che accompagna questa verità di fatto è che tra tutti questo era
il migliore possibile.
Esiste però anche una causa finale: se Dio ha scelto il mondo migliore, è per un fine.
La sostanza individuale
Nelle verità di ragione il soggetto è identico al predicato, e non si può perciò negare questo
Nelle verità di fatto, invece, il predicato può anche essere negato. Perciò il soggetto deve
contenere la ragione sufficiente del suo predicato. Questo soggetto di una verità di fatto è
chiamato da Leibniz sostanza individuale, la quale ha un significato così profondo da far dedurre,
partendo dal soggetto, tutti i suoi predicati. E’ l’essenza stessa del soggetto, e i predicati si
L’uomo, che non ha mai una nozione compiuta della sostanza individuale, è costretto a desumere
in anticipo come ognuno di noi si comporterà nella sua vita. Questo non significa che ognuno di
noi sia obbligato a fare certe cose, ma solo che Dio è certissimo che ci comporteremo in un certo
La forza
Nel campo della fisica, Leibniz rinuncia alla costituzione atomistica della materia nel formulare la
legge di continuità, secondo cui per passare dal piccolo al grande bisogna passare attraverso
infiniti gradi intermedi: il processo di divisione non può dunque fermarsi ad elementi indivisibili
Inoltre egli rinuncia a vedere nell’estensione e nel movimento – elementi della fisica cartesiana -
gli elementi originari del mondo fisico. Per Leibniz l’elemento originario del mondo fisico è
Ciò che resta invariabile non è infatti la quantità di moto ma la forza viva (cioè l’energia cinetica),
Movimento, spazio e tempo, invece, non sono reali, ma enti della ragione. Ciò che è reale è solo la
forza.
In altre parole, Leibniz accetta sì il meccanicismo cartesiano, e cioè il concetto che tutto si spiega
in funzione di figura e movimento, ma capisce anche che esse fanno capo a qualcosa di superiore,
La forza può essere attiva e passiva (quest’ultima è la massa del corpo, che fa resistenza alla forza
attiva). La forza passiva, ridotta a forza, è dunque anch’essa incorporea. Tutto è dunque spirito,
poiché tutto è forza. In questo modo Leibniz pone fine al dualismo cartesiano tra sostanza estesa e
sostanza pesante.
La monade
Il filosofo Leibniz, come dimostrato, sostiene che non vi è differenza tra res cogitans e res extensa,
e dunque l’unico è l’elemento che compone sia il mondo dello spirito che quello dell’estensione.
Nel mondo metafisico l’essenza delle cose è la sostanza individuale. Ma anche i corpi fisici hanno
una loro “forma sostanza” che corrisponde alla sostanza individuale: la monade.
Ogni monade è diversa l’una dall’altra, e infatti in natura nessun essere è perfettamente identico.
Questo principio è ciò che Leibniz chiama identità indiscernibili. Ora, le monadi non possono
influenzarsi a vicenda, ma sono come mondi chiusi privi di “finestre”. Le altre monadi sono però
presenti in ogni monade in modo ideale, al punto da essere “uno specchio vivente dell’universo”.
Il grado di perfezione della monade dipende dai gradi delle sue percezioni. Per esempio Dio è
superiore a tutte le altre monadi perché le altre monadi rappresentano solo un punto di vista del
mondo: Dio, invece, tutti quanti. Inoltre li rappresenta con più chiarezza. Le altre monadi sono
La memoria è posseduta anche dalle monadi animali. Anche loro possiedono un’anima infatti,
Materia: Anche la materia è costituita dalle monadi, ed è perciò un aggregato di sostanze spirituali,
La materia può essere seconda, quando si intende un aggregato di monadi e PRIMA quando si
intende la potenza passiva (la forza di inerzia) presente nella monade. La potenza passiva, nelle
Il corpo degli esseri è dunque la materia seconda, un aggregato tenuto insieme dall’anima (che è la
monade dominante).
Anima e corpo seguono leggi indipendenti (l’anima segue il finalismo, mentre il corpo il
Non è possibile spiegare come le azioni del corpo influiscano sull’anima e viceversa. Nasce allora
Ma prima: come determinare la comunicazione tra le monadi, visto che le monadi sono finestre
Questo è possibile perché le monadi sono anche legate insieme, perché ognuna è un aspetto del
mondo, una rappresentazione meno chiara di tutte le altre. Sono come tante vedute della medesima
città, che insieme danno una veduta complessiva dell’universo, espressa invece totalmente nella
Ogni monade però rappresenta più distintamente il corpo che le si riferisce, ma siccome esso
Torniamo al problema del rapporto tra anima e corpo. Secondo Leibniz, possono esistere tre
spiegazioni:
1) Anima e corpo sono come due orologi che si influenzano l’un l’altro, ma questo non è possibile
2) Allora può essere vera l'assistenza tra i due: sono due orologi cattivi messi in armonia da un
abile operaio in ogni istante. Ma questo prevede di introdurre un “deus ex machina” in ogni evento
naturale.
3) non resta che la terza opzione: i due orologi sono stati costruiti con tanta arte da essere sempre
Il corpo non è quindi influenzato dall’anima: è solo per l’armonia prestabilita al momento della
Per cui la monade è totalmente innata, poiché non riceve niente dall’esterno, e così pure le
sensazioni e le verità.
La monade esce quindi dalla sfera di Dio, ma è una folgorazione continua di Dio, limitata dalla
sua imperfezione.
L’ultima parte della sua filosofia concerne dunque le prove relative all’esistenza di Dio, finendo
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